GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA
Lunedì. Inaugurazione del Circolo della Musica di Rivoli con il concerto di David Keenan.
Martedì. All’Off Topic suonano Korobu, Red Room e Levi. Al Blah Blah sono di scena gli Unida affiancati dai Flyng Disk.
Mercoledì. All’ Off Topic si esibiscono Leatherette, Narratore Urbano, e Gemini Blue. Debutto della rassegna “OGR Club” nel Duomo con Galea e Lepre. All’Osteria Rabezzana è di scena il quartetto della cantante Giulia Damico.
Giovedì. Al Magazzino Sul Po suonano i Yosh Whale con il quintetto Tamè. Al Blah Blah si esibiscono i Fleshtones. Alle OGR show audiovisivo “Zero”con gli Spime.Im.
Venerdì. All’Off Topic sono di scena Tito Sherpa &Phin, Illaria, Olmo e altri. Al Folk Club suona il trio del pianista Dado Moroni con Gegè Telesforo. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce il cantante Napoleone. Al cinema Massimo suonano i Goblin. Allo Ziggy sono di scena i Cibo. Al Magazzino di Gilgamesh riapertura con il sestetto Bob Malone. Al Bunker punk con i Sinners Squad , Plakkaggio, e Middle Finger.
Sabato. Ultima giornata per “resetfestival” all’Off Topic con Clemente Guidi, Androgynus, Ellie Cottino. A Tortona comincia “Jazz:Re:Found” con Fantastic Twins e vari dj. Al Blah Blah suonano i Loyal Cheaters. Allo Ziggy si esibiscono Adyton e Ponte del Diavolo.
Domenica. Per “Jazz:Re:Found” a Tortona è di scena l’arpista Kety Fusco e il Dj Ralf. Al Pala Alpitour arriva Sfera Ebbasta. Al Blah Blah suonano i The Devils.
Pier Luigi Fuggetta

Questo è il quadro profetico di “Siccità”, ultimo film di Paolo Virzì, catastrofico affresco di questa epoca catastrofica, mosso a dovere dal montaggio di Jacopo Quadri. Scritto a otto mani (con il regista, Francesca Archibugi, Francesco Piccolo e Paolo Giordano – “La solitudine dei numeri primi” – e sarebbe interessante sapere quale degli sceneggiatori abbia seguito questa traccia piuttosto che quella), il regista livornese torna a uno di quei suoi, un tempo totalmente riusciti, film corali (“Ferie d’agosto” in testa, con quei due gruppi familiari su opposte posizioni politiche aveva tutt’altro spessore, “Tutta la vita davanti” altro successo), coglie con la sua macchina da presa gli affetti bruciati e aridi, la disperazione, la miseria, l’incessante “non me ne frega più di niente”, la fatica di vivere dei suoi personaggi: che hanno in sé il pericolo o decisamente il difetto infelicemente presente di essere troppi, irrisolti, sbiaditi, confusi, approssimativi, di riempire di un peso eccessivo per colpa di un bulimico script il lungo percorso della storia. Di storie, alcune con qualche riuscita in più – i ritratti dolorosi del tassista Valerio Mastandrea, strafatto, che guida in straripante sonnolenza il suo mezzo tra le ombre dei genitori o del politico per cui ha un tempo lavorato, che ripete le chiacchiere di sempre, che glorifica un paese che al contrario sta andando allo sfascio -, della dottoressa Claudia Pandolfi, attrice matura e mai come qui incisiva o di Elena Lietti, ottima, che cerca di reinventare la propria esistenza con una nuova avventura -, altre decisamente buttate via, sciupate – penso al commerciante Max Tortora, un impermeabile lercio addosso, buttato sul lastrico, che si trascina di angolo in angolo con il suo pacchetto di fatture non pagate, pronto a denunciare ogni cosa in tivù o alla superficialissima presenza di Monica Bellucci, da cancellare in quattro e quattr’otto, mentre ci chiediamo con che misura qualcuno lo scarso maggio le abbia dato un David di Donatello alla carriera, mah! -: le intenzioni possono apparire eguali a quelle del vecchio Altman di “America oggi” o dell’insuperato “Nashville” o del Cronenberg di “Crash” o del Inarritu di “Babel”, ma in quei titoli c’era tutta la robustezza dello scavo psicologico, lo sguardo profondo e la misura giusta, appropriata, determinante per ogni personaggio, la scrittura esatta che era ben lontana dall’appesantire la vicenda o dal renderla a tratti superficiale, quadri di perfezione difficilmente raggiungibili.

Chiara De Carlo