SPETTACOLI- Pagina 178

Musica da Vedere Gli antichi rituali della caccia reale rivivono alla Palazzina di Stupinigi

Sabato 27 e domenica 28 novembre 2021 al suono dei corni di Sant’Uberto

 

 

Il paesaggio sonoro rappresentato nelle tele di Vittorio Amedeo Cignaroli rivive alla Palazzina di Caccia di Stupinigi attraverso l’arte musicale dei suonatori di corno da caccia.

Le musiche che corrispondevano all’antico cerimoniale venatorio della vènerie royale (la caccia a cavallo con cani da seguita), vengono riproposte dall’Equipaggio della Regia Venaria, ensemble musicale dell’Accademia di Sant’Uberto, costituita nel 1996 e riconosciuta dall’Unesco Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Lo strumento impiegato è la trompe d’Orléans, corno circolare naturale, senza fori, tasti o pistoni, di agevole impiego anche a cavallo, per trasmettere le sequenze dell’azione venatoria nel folto della foresta.  

Nel XVII-XVIII secolo la caccia reale per antonomasia era la vènerie al cervo, pratica venatoria esercitata a cavallo con l’ausilio di muta di cani da seguita. La Reggia della Venaria Reale prima ed in seguito la Palazzina di Caccia di Stupinigi erano le residenze costruite per sostenere il complesso apparato organizzativo. Nella vènerie l’azione consisteva in una precisa sequenza di fasi, dette anche funzioni, che costituiva un vero e proprio “cerimoniale venatorio”. Le diverse situazioni che l’equipaggio di caccia avrebbe dovuto affrontare sul terreno nel corso dell’inseguimento, anche nel folto della foresta, erano comunicate a tutti i cavalieri per mezzo della tromba da caccia, che da allora segna il rapido evolversi dello strumento, anche in orchestra.

 

INFO

_Sabato 27 novembre, ore 10,30

Musica da Vedere

Costo della visita: 5 euro, oltre al costo del biglietto

Info e prenotazioni: 011.6200634

_Domenica 28 novembre, ore 10,30-13

Grand Chasse Royale

Con Accademia di Sant’Uberto e Società Torinese di Caccia a Cavallo

L’evento è compreso nel costo del biglietto

 

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino

www.ordinemauriziano.it

Giorni e orario di apertura: da martedì a venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato, domenica e festivi 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18).

Biglietti: intero 12 euro; ridotto 8 euro

Indispensabile il Green Pass

L’hai falo per amor!

Sabato 27 novembre 2021

XXXIII RASSEGNA TEATRALE DIALETTALE
L’hai falo per amor!

Moncalieri, ore 21 Teatro Matteotti, via Matteotti 1

Sabato sera 27 novembre, alle ore 21, una commedia di Secondino Trivero apre la 33a Rassegna teatrale in lingua piemontese. L’appuntamento è alle ore 21 al Teatro Matteotti per ridere insieme con “L’hai falo per amor”, storia del ricco industriale Giovanni che ospita nella propria villa un fratello scapestrato e la vedova di un suo vecchio compagno di lavoro. Tra l’industriale e la vedova nasce del tenero, intrecciato però a un intrigo d’affari… con ampi innesti di scenette comiche di vita quotidiana orchestrate dai vecchi compagni di lavoro di Giovanni, dal parentado e dall’immancabile maggiordomo furbo e scaltro.

Dalla compagne Gruppi Amici di San Pietro, Siparietto di San Matteo e J’Amis del Borg, con il patrocinio della Città di Moncalieri e il sostegno della Pro Loco Moncalieri.

La nostra rassegna della commedia in lingua piemontese al Matteotti è da 33 anni uno degli appuntamenti fissi più amati anche ben oltre i confini di Moncalieri – commenta soddisfatta l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – Ed è un’iniziativa che sosteniamo convintamente, nell’ottica di valorizzare quel che Moncalieri ha di peculiare, gli echi più profondi e caratterizzanti della sua storia. Ben lungi dal rimanere ancorati al passato, l’obiettivo è prima di tutto far vivere e diffondere, grazie all’intenso, metodico lavoro di rete con le compagnie del territorio, quanto c’è di più vivo nella cultura e nell’identità moncalierese”.

Abbonamento a 8 spettacoli: € 50,00

Biglietto singolo: € 8,00 (ridotto per under 12: € 6,00)

Info e prenotazioni: tel. 328.6894390 dalle ore 15,30 alle 19 Mail: annafalconieri50@gmail.com

Teatro, carcere e poesie: i vent’anni dell’associazione La Brezza  

Domenica 28 novembre lo spazio polivalente di Barriera di Milano accoglie la IX edizione del progetto Scambi di luce, in collaborazione con Vol.To

 

Sala Scicluna, spazio polivalente nel cuore di Barriera di Milano (via Renato Martorelli 78), accoglie all’interno della stagione culturale 2021/22 uno speciale evento che intreccia volontariato e teatro sociale.

Domenica 28 novembre l’associazione La Brezza ODV festeggerà nello spazio il suo ventennale con la nona edizione di Scambi di luce.

Il programma della giornata prevede, alle ore 15.30, la presentazione del testo Brezza venti, con la lettura di poesie e il racconto dei progetti realizzati dal 2001 a oggi. Alla sera, dalle ore 20.30, il pubblico potrà assistere ad Aria, performance teatrale nata dalla collaborazione tra La Brezza, alcune persone inserite in percorsi alternativi al carcere, la Gipsy Musical Academy di Torino e la cantautrice Anna Castiglia. Regia di Stefania Rosso, della compagnia Liberipensatori “Paul Valéry”. Un evento patrocinato da Vol.To – Centro Servizi per il Volontariato.

Ingresso libero con prenotazione obbligatoria tramite SMS o WhatsApp al numero 3474002314; posti limitati. Per accedere è richiesto il Green Pass; ingresso e fruizione nel rispetto delle normative da contenimento Covid-19 vigenti.

 

L’associazione d’ascolto La Brezza opera con i propri volontari all’interno della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno” di Torino e altri istituti penitenziari del Piemonte. L’obiettivo che si prefigge è di promuovere interventi finalizzati a sensibilizzare il territorio nei confronti del mondo carcerario, per far sì che il grande divario esistente tra la società e il carcere possa essere attenuato.

La Brezza nasce nel 2001, inizia a operare all’interno dell’ospedale Amedeo di Savoia rivolgendosi, con specifici spazi di ascolto, a persone sieropositive. Dal 2003 gli spazi di ascolto vengono dedicati anche ai detenuti delle Vallette. Durante uno degli incontri è nata l’esigenza di creare un ambiente in cui dare alle persone la possibilità di esprimersi liberamente senza nessuna forma di giudizio, scegliendo l’arte come strumento d’espressione e di ascolto.

 

Inaugurata nel 2017 da Katia Capato, direttrice artistica di Nuove Cosmogonie Teatro e presidente della neonata Associazione culturale Joseph Scicluna, Sala Scicluna nasce come atto d’amore e promessa mantenuta nei confronti di Joseph (alias Pino) Scicluna, attore, drammaturgo e regista maltese, suo compagno di vita, venuto a mancare due anni prima a seguito di una grave malattia. Ex carrozzeria, situata in un interno cortile, Sala Scicluna si presenta oggi come un’oasi riparata dal caos urbano, nuovamente fruibile al 100% della capienza da tutti coloro che ricercano quiete e bellezza nella musica, nel teatro, nelle mostre figurative o negli incontri a tema librario.

La programmazione, concepita volutamente come un cantiere in costruzione, è tuttora aperta a proposte dal territorio, con la volontà di arricchire lo scambio tra gli artisti e il presidio culturale.

Intenzione, azione, determinazione, non dare nulla per scontato, valutazione e scelta, presa di coscienza dei momenti difficili e, nonostante tutto, ancora una certa fiducia nel miracolo, nella serendipità, e nella benevolenza e creatività dell’universo e del genere umano. Con questo spirito Sala Sicluna riapre ancora una porta, portando avanti quel sogno e progetto che anni fa le ha permesso di prendere vita”. Così la direttrice Capato, che aggiunge: “In Barriera di Milano, quartiere ancora troppo spesso vittima di pregiudizi ma crogiolo di creatività, si realizza il sogno e la promessa. Sala Scicluna è una realtà totalmente autosostenuta. Il prezioso supporto del pubblico e di coloro che, riconoscendola quale oasi di bellezza e di sincero incontro, ne hanno chiesto in uso spazi e servizi, ne ha garantito la ripartenza in seguito ai lockdown della pandemia”.

 

 

Il programma completo della stagione di Sala Scicluna è consultabile sul sito www.nuovecosmogonieteatro.com

 

 

Teatro Bossatis. Conferenza il femminile nelle fiabe di Paolo Battistel

Si terrà giovedì 25 novembre alle ore 21.00 a Volvera presso il Teatro Bossatis in Via Ponsati 69, all’interno delle iniziative per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne organizzata dal comune di Volvera, una conferenza dal titolo: Il femminile nelle fiabe – dee decadute e fanciulle in pericolo nel folklore europeo.

Ospite della serata lo scrittore, saggista e mitologo Paolo Battistel che riprendendo il suo ultimo libro ” La vera origine delle fiabe. Gli ultimi frammenti di un mondo perduto” (Uno Editori), analizzerà il tema del femminile nelle fiabe più note al pubblico d’ogni età. La conferenza sarà intervallata da narrazioni fiabesche a cura del gruppo culturale Storytelling Torino con le voci di Marco Pollarolo, Laura Ballesio e Manuela Pellati.
Le fiabe, che la società moderna ha rinchiuso a forza nella stanza dei bambini, sono molto più antiche di quello che possiamo lontanamente immaginare e nascondono un volto segreto: sono ciò che rimane di antichi miti precristiani diffusi in Europa durante l’antichità e il Medioevo. Queste narrazioni sopravvissute agli stessi popoli che le avevano generate vennero censurate ed epurate dalla cultura cristiana trasformandole in seguito in racconti per l’infanzia.
Paolo Battistel, studioso di miti e leggende, metterà in luce l’antico significato delle fiabe e il loro inscindibile legame con il femminile nella sua sacralità e pienezza. Figure come Biancaneve, Raperonzolo e Cenerentola hanno un significato antico e arcano ancora tutto da scoprire e riscoprire. Le fiabe ci incantano perché ritroviamo in esse i frammenti della nostra stessa anima, frammenti che ritenevamo perduti e che si risvegliano appena iniziamo a leggere “C’era una volta…”.
L’ingresso è libero con green pass. La prenotazione è obbligatoria.
Paolo Battistel, laureato in filosofia con tesi in mitologia, è profondo conoscitore dei miti e delle leggende precristiane. Vanta numerose collaborazioni con testate giornalistiche e trasmissioni televisive nazionali e locali. Ha scritto una raccolta di fiabe dal titolo Lu Barban, il diavolo e le streghe e un saggio di storia dal titolo Il mistero della Roccaforte dei Rosacroce. Insieme a Enrica Perucchietti ha pubblicato tre saggi d’argomento mitologico Il sangue di Caino, I figli di Lucifero e Il dio cornuto. Ha scritto inoltre il saggio letterario J.R.R. Tolkien, il lungo sentiero tra ombra e luce. Vive e lavora a Torino come scrittore, docente ed editor.
Per informazioni e prenotazioni:
info@artedellacommedia.com
Whatsapp: 3474336018
amicibossatis@gmail.com

A Moncalvo torna il teatro di qualità

Torna il teatro di qualità a Moncalvo. La città aleramica propone una stagione di livello dopo la pausa forzata dovuta all’emergenza sanitaria. La realizzazione nasce dalla collaborazione tra il Comune di Moncalvo che ha affidato la direzione artistica ed organizzativa all’Associazione Arte e Tenica  e la Fondazione Piemonte dal Vivo, con la collaborazione dell’Associazione Arte&Territorio ed il contributo di Fondazione Cassa di risparmio di Asti, Fondazione Crt e la sponsorizzazione della Banca di Asti. “Siamo entusiasti e fiduciosi per la stagione di prosa che sta per iniziare – hanno detto in occasione della recente presentazione il sindaco di Moncalvo, Christian Orecchia e l’assessore alla cultura Andrea Giroldo – E’ una stagione che ha in cartellone molti nomi nazionali di ottimo livello. Speriamo che sia l’anno in ci il modo del teatro possa tornare a regime. Come sempre, Moncalvo è in prima linea”.  

Il cartellone della prosa prevede i seguenti appuntamenti:

 

Domenica 19 dicembre 2021, ore 17: ‘ABBaDream’ concerto-tributo agli Abba con il gruppo Abbadream, fuori abbonamento

 

Sabato 29 gennaio 2022, ore 21: ‘Angelo Fausto Coppi L’eroe nato contadino’ di Sabina Maria Negri con Nino Formicola e Sabrina Maria Negri, musiche arrangiate e suonate da Simone Spreafico e Luca Gargaschelli, cantante Patrizia Rossi e regia di Lorenzo Loris

 

Domenica 13 febbraio, ore 17: ‘Partenza in salita’ di Gianni Clementi con Corrado Tedeschi e Camilla Tedeschi, regia di Corrado Tedeschi e Marco Rampoldi

 

Sabato 26 febbraio, ore 21, ‘Miseria e nobiltà’, di Edoardo Scarpetta con la regia di Alfonso Rinaldi

 

Domenica 13 marzo, ore 17: ‘La giovinezza è sopravvalutata’ scritto da Paolo Hendel e Marco Vicari, con Paolo Hendel e regia di Gioele Dix.

 

Domenica 27 marzo, ore 17: ‘Valejean a musical drama’ tratto da ìLe Miserables’ di Victor Hugo di Fabrizio Rizzolo e Fulvio Crivello, con Fabrizio Rizzolo, Isabella Tabarini, Sebastiano Di Bella, Susi Amerio, Giorgio Menicacci, Jacopo Jack Siccardi. Il libretto è di Fabrizio Rizzolo e Fulvio Crivello, musiche al pianoforte del maestro Sandro Cuccuini. Fuori abbonamento

 

Sabato 9 aprile, ore 21, ‘Il Fu Mattia Pascal’ di Pirandello, con Giovanni Mongiano, regia di Giovanni Mongiano. Fuori abbonamento

 

Sabato 7 maggio, ‘Il Fu Mattia Pasquale’ di Pellegrino Delfino con Silvana Nosenzo, Mario Li Santi e 3 attori in via di definizione., regia di Pellegrino Delfino. Fuori abbonamento.

 

La vendita dei biglietti singoli sarà effettuata solo il giorno dello spettacolo presso la cassa del teatro dalle ore 19.

E’ possibile prenotare i posti a partire da martedì 7 dicembre dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19 presso la Drogheria Broda di Moncalvo , tel. 0141/917143, oppure solo per info ed urgenze al 373/8695116 dalle 9.30 allw 12.30 dal lunedì al venerdì o inviando una mail a: info@arte-e-tecnica.it

Tutti i biglietti prenotati dovranno essere ritirati il giorno dello spettacolo un quarto d’ora prima dell’inizio. A prenotazione scaduta, i biglietti verranno messi in vendita.

Per gli acquisti on line: www.arte-e-tecnica.it

 

Massimo Iaretti

 

Rock Jazz e dintorni. John Duncan e Emanuele Cisi Quartet

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al cinema per 3 sere consecutive a Torino, il film su Chet Baker “Jazz Noir” diretto dal regista olandese Rolf van Eijk. Il trombettista Johnny Lapio in quintetto con l’Arcote Project presenta lo spettacolo “Schiano graffiti” alla Cascina Fossata.

Martedì. Al Green Pea al Lingotto, il quartetto di  Emanuele Cisi presenta in concerto “Far Away” nuovo progetto discografico.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana suona Billy Spuma con i Gassati.

Giovedì. Al Cafè Neruda sono di scena i Unit Four. Al Magazzino di Gilgamesh si esibisce il bluesman Eros Barbin. Al Cap 10100 è di scena il cantautore Pier Cortesementre al Magazzino sul Po si esibisce Walter Celi. Al Mag Dog suona il trio jazz Bongcloud.

Venerdì. Al Magazzino di Gilgamesh si esibiscono i Fonzarelli’s. All’Hiroshima è di scena Roby Salvai. Al Magazzino sul Po si esibisce John Duncan preceduto dal duo Beauchamp/Sigurtà. All’Arteficio suona il trio del chitarrista Maurizio Malano mentre al Cap 10100 si esibiscono i The Spell Of Ducks. Al Polski Kot il progetto Xipe Project.

Sabato. Al Magazzino sul Po suonano i Sweet Life Society. Al Circolo della Musica di Rivoli si esibiscono i Weongonyou. Al Folk Club suona e canta il trio di Michele Gazich. Al Bunker sono di scena i Voodoos And Taboos.

Domenica. Al Cap 10100 musiche da film eseguite dal pianista Giovanni Doria Miglietta con il violoncellista Lamberto Curtoni.

Pier Luigi Fuggetta

La stagione musicale dell’Accademia Tempia

STAGIONE MUSICALE DELL’ACCADEMIA CORALE STEFANO TEMPIA 1875

Domenica 21 novembre 2021 – ore 16

Palazzo Barolo

Via delle Orfane 7 – Torino

OLIMPIA ABBANDONATA – CANTATE DI LEONARDO VINCI

Leonardo Vinci (1696-1730)

Olimpia abbandonata, cantata per soprano e basso continuo

Alessandro Scarlatti (1660-1725)

Toccata settima per clavicembalo solo (Primo libro di Toccate)

Leonardo Vinci

Fille, oh dio, da te lungi, cantata per soprano e basso continuo

Salvatore Lanzetti (1710-1780)

Sonata per violoncello e basso continuo in sol maggiore op. 1 n. 1

Leonardo Vinci

Pietosa l’aurora in cielo, cantata per soprano e basso continuo

Salvatore Lanzetti

Sonata per violoncello in do minore op. 1 n. 5

Leonardo Vinci

Nice, son io pur quello, cantata per soprano e basso continuo

Valeria La Grotta, soprano

Ensemble Sonar d’Affetto

Nicola Brovelli, violoncello

Mauro Pinciaroli, tiorba

Luigi Accardo, clavicembalo

Il concerto è a pagamento : 5 euro. Biglietti in prevendita su Ticket.it:
https://www.ticket.it/

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NOTE DI SALA

Domenica 21 novembre alle 16 la “Stefano Tempia” ospiterà nell’elegante Salone d’Onore di Palazzo Barolo (Via delle Orfane 7) il soprano Valeria La Grotta, giovane cantante ormai entrata stabilmente nell’ensemble Cappella Neapolitana di Antonio Florio, e l’Ensemble Sonar d’Affetto, un gruppo di strumenti originali giovane ma già molto affermato. Questo appuntamento costituisce una tappa di primaria importanza del progetto legato alla valorizzazione della cantata barocca italiana, varato nel 2019 dall’etichetta Elegia Classics su progetto del vicepresidente della “Stefano Tempia” Giovanni Tasso, con la collaborazione scientifica della Società Italiana di Musicologia e la partecipazione di numerosi festival di musica antica di ogni parte d’Italia, che prevede la realizzazione di una collana discografica incentrata sul quasi sconosciuto repertorio della cantata fiorito tra il XVII e il XVIII secolo, supportata da un “festival diffuso” dedicato a questo genere poco frequentato e da iniziative per le scuole, volte a fare scoprire come la civiltà barocca seppe fare coesistere in queste opere la musica, la poesia, la storia, i miti antichi e l’arte visiva. Il programma sarà dedicato alla figura di Leonardo Vinci, uno dei compositori napoletani più attivi nella prima metà del XVIII secolo, e comprenderà una serie di brani in prima esecuzione moderna.

A tutto barocco per Diego Fasolis sul podio dell’Orchestra del Teatro Regio

In programma Bach, Corelli, Mozart, Händel

Teatro Colosseo
Sabato 20 Novembre 2021 ore 20.30

Nella foto: il direttore d’orchestra Diego Fasolis
Sabato 20 novembre alle ore 20.30 il Regio Metropolitano fa tappa al Teatro Colosseo di Torino (via Madama Cristina 71), appena riaperto agli spettacoli dopo mesi di chiusura forzata. Il maestro Diego Fasolis torna a dirigere l’Orchestra del Regio dopo il grande successo del 2019 con il gioiello di Ferdinando Paer Agnese. In programma, il Concerto brandeburghese n. 1 di Johann Sebastian Bach, il Concerto grosso n. 4 di Arcangelo Corelli, la Sinfonia n. 25 di Wolfgang Amadeus Mozart e Music for the Royal Fireworks di Georg Friedrich Händel.

Sebastian F. Schwarz, Direttore artistico del Teatro Regio, afferma: «Nel progettare la Stagione del Regio Metropolitano abbiamo tratto anche ispirazione dai luoghi che di volta in volta ci avrebbero ospitati». Per il Teatro Colosseo di Torino mi sono fatto guidare dalla splendida mostra Street Art in Blu 3, che si è appena conclusa. La più contemporanea, trasversale e contaminata delle arti mi ha fatto immediatamente pensare a Händel, Bach, Corelli, Mozart, a quanto la loro musica fosse pop e lo sia, in un certo senso, ancora oggi».

Direttore dell’ensemble I Barocchisti, Diego Fasolis si è distinto per l’attenzione alle interpretazioni storiche e ai titoli di repertorio barocco e classico meno eseguiti. Le sue letture scrupolose ma mai dogmatiche gli sono valse prestigiosissime collaborazioni e decine di incisioni discografiche, tra cui due premiate con l’ECHO Klassik 2013 nelle sezioni Prima registrazione mondiale (per l’album Mission con Cecilia Bartoli) e Opera dell’anno (per l’Artaserse di Vinci, alla guida dell’orchestra Concerto Köln).

Nel 1721, Bach lavorava con scarsa soddisfazione nella corte di Cöthen, per cui pensò di inviare al margravio di Brandeburgo un manoscritto con sei concerti – I Concerti brandeburghesi – per strumenti diversi, nella speranza di essere assunto come Kapellmeister. Il margravio non si degnò di rispondere e Bach rimase a Cöthen. I sei concerti seguono la tradizione del Concerto grosso italiano, che trae il suo fascino dai contrasti fra pieni e vuoti sonori risultanti dal dialogo alternato fra tutti (l’orchestra al completo) e concertino (il gruppo dei solisti). Ciascun concerto presenta un organico diverso: quello del n. 1 in fa maggiore comprende, oltre agli archi e al gruppo del basso continuo, due corni, tre oboi, fagotto e violino piccolo (un violino più piccolo e acuto del normale).

Già in vita, Arcangelo Corelli godeva di una fama straordinaria: dopo la morte, nel 1713, essa addirittura aumentò grazie alla pubblicazione dei suoi fortunatissimi Dodici concerti grossi op. 6. Di queste composizioni, alcune sono concerti da chiesa e altre da camera: al primo gruppo appartiene il n. 4 in re maggiore, che vede l’alternarsi di movimenti lenti e veloci. L’Adagio iniziale è lungo appena quattro battute e stabilisce un’atmosfera maestosa che introduce l’Allegro, una pagina briosa e dai ricchi giochi contrappuntistici. L’Adagio in si minore crea un’atmosfera di attesa, in cui non emerge alcuna melodia né si distingue il tutti dal concertino. Per contrasto, gli ultimi due movimenti sono dinamici e festosi. È curiosa la presenza di una giga a chiusura del concerto, poiché in generale le danze erano riservate ai concerti da camera.

Anche se la Sinfonia n. 25 in sol minore di Mozart fu composta appena una ventina d’anni dopo la morte di Bach, nel 1773, essa appartiene a un clima culturale completamente diverso. Fra gli anni Sessanta e Settanta del Settecento si era propagato in Europa il gusto per l’irrazionale e per il sublime, inteso come “l’orrendo che affascina” (E. Burke). Pochi anni prima che questi fermenti dessero vita, nell’ambito della letteratura tedesca, allo Sturm un Drang (I dolori del giovane Werther goethiano è del 1774), nell’ambito musicale ispirarono una serie di sinfonie in tonalità minore, di cui quelle di Haydn e la n. 25 di Mozart sono le più famose.

Gran finale con la Music for the Royal Fireworks di Händel, che ci riporterà all’estetica opulenta del Barocco. La composizione nasce nel 1749, nel contesto delle celebrazioni per la fine della guerra di successione austriaca: il re inglese Giorgio I, che aveva condotto personalmente le sue truppe e voleva allestire uno spettacolo senza confronti, per mostrarsi ai sudditi trionfante e magnanimo. A questo scopo ingaggiò uno scenografo dell’Opéra di Parigi, che progettò una struttura imponente da cui far partire i fuochi d’artificio creati dal miglior esperto italiano; commissionò inoltre al musicista più celebre del regno, Georg Friedrich Händel, un pezzo musicale che servisse da introduzione allo spettacolo. Il giorno dei festeggiamenti, ai Vauxhall Gardens di Londra, Händel si dimostrò il più grande maestro di pirotecnia: i fuochi d’artificio si rivelarono fallimentari, causando un incendio e vari feriti, mentre la suite fece esplodere l’entusiasmo. Chiosa Sebastian F. Schwarz: «si racconta che il successo fu talmente straordinario da mandare in tilt il traffico di Londra per tre giorni!».

Regio Metropolitano si realizza con il fondamentale sostegno di Intesa Sanpaolo, Socio Fondatore del Teatro Regio e con il patrocinio della Città di Torino.

Il mese di novembre si conclude con uno degli appuntamenti più attesi di questa stagionevenerdì 26 e domenica 28 all’Auditorium Giovanni Agnelli alle ore 20.30 viene presentata, in forma di concerto, Aida di Giuseppe Verdi: un’occasione per apprezzare gli aspetti più intimistici dell’opera di Verdi. Il maestro Pinchas Steinberg dirige l’Orchestra e il Coro del Regio e protagonisti di grande rilievo internazionale come Angela Meade (Aida), Stefano La Colla (Radamès), Anna Maria Chiuri (Amneris) e Amartuvshin Enkhbat (Amonasro). L’opera è proposta in occasione del 150° anniversario della prima assoluta nel 1871 e fa parte del programma ufficiale delle celebrazioni dedicate a Enrico Caruso, promosso dal Comitato nazionale istituito dal Ministro della Cultura in occasione del 100° anniversario della scomparsa del celebre tenore (1873-1921).

BIGLIETTERIA
I biglietti e le card per i concerti e gli spettacoli sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Regio con orarioda lunedì a sabato 13-18.30 e domenica 10-14 – Tel. 011.8815.241/242. È possibile acquistare i biglietti anche presso i punti vendita Vivaticket e online su www.teatroregio.torino.it e su www.vivaticket.it, oltre a un’ora prima degli spettacoli presso le relative sedi.

PREZZI BIGLIETTI
Concerti: € 20 – 15 – Under 30 € 8
Aida: da € 50 a € 150 – Under 30 € 20

PREZZI CARD
Card 4 spettacoli: € 60 – 4 spettacoli a scelta (con eccezione di Aida), in qualsiasi settore.
Card Giovani a 4 spettacoli € 20 – Riservata agli under 30; 4 spettacoli a scelta (con eccezione di Aida), in qualsiasi settore. Le stesse card possono anche essere utilizzate da più persone per lo stesso spettacolo.

Per l’acquisto dei biglietti e delle card è possibile utilizzare i voucher ottenuti a titolo di rimborso per gli spettacoli e i concerti del Teatro Regio annullati causa Covid-19.

SERVIZIO INFORMAZIONI
da lunedì a venerdì ore 9-17.30 – Tel. 011.8815.557 – info@teatroregio.torino.it

Per tutte le informazioni sul Regio Metropolitano: clicca qui

La ricerca dei Marcido porta alla sofferenza dell’Uomo di Dostoevskij

Al Gobetti, per la stagione dello Stabile, repliche sino a domenica 21 novembre

 

Forse da sempre, fin da quell’ormai lontano 1984 in cui si raggrupparono a compagnia, i Marcido (breviter per Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa) hanno pensato ad una messa in scena da Dostoevskij e adesso che l’autore/regista del gruppo, Marco Isidori, anzi l’Isidori, è stato “acchiappato” dal grande russo, adesso eccole lì, sul palcoscenico del Gobetti, repliche sino a domenica, per la stagione dello Stabile torinese, le “Memorie del sottosuolo”, datate 1864, lo sguardo rivolto totalmente alla prima parte, al lungo monologo del protagonista. Un alternarsi di esaltazione e di disperazione, le confessioni e le parole da sempre taciute, un urlo contro quel positivismo che costruiva sentieri ottimistici e ingannatori, incapace di giungere alla sempre sperata società del benessere, la consapevolezza di una sofferenza che l’uomo va ricercando, di un bel carico di autoumiliazione e di autodistruzione, l’afflizione di una incalzante accidia che lo rende ben lontano da quegli uomini d’azione che sono pronti a prefissarsi e a raggiungere certe precise mete. Un Uomo che si rispecchia in quanto di negativo c’è in lui ma che anche si definisce “evoluto”, un uomo che soffre della propria irrazionalità ma che sembra reclamarla, nella negazione di ogni certezza, semplificata dal prodotto 2 x 2 = 4 contrapposto nel 2 x 2 = 5 e dettato dall’imposizione della volontà individuale. Di fronte all’impianto negativo dell’Uomo, l’Isidori riconosce a “Dosto” – ormai c’è dimestichezza tra i due! – “un merito speciale”: “gli riuscì di calibrare il suo occhio d’artista in modo da penetrare al micron la misura dell’angoscia che ci spacca il petto allorquando comprendiamo che il punto della nostra posizione nel pelago esistenziale ci viene fornito soltanto, unicamente, diabolicamente, dal “male” che siamo in grado di portare in dote ai nostri simili”.

C’è Dostoevskij e c’è l’Isidori, il secondo ad “acchiappare”, anche lui, – rutilante e famelico quanto spudorato autore in cerca di un personaggio, che non esita a farsi complementare nel desiderio e nella necessità di una riscrittura -, la materia scritta che il russo gli offre e adattarla alla filosofia e alla teatralità dei Marcido, stiparla in tutto quel bagaglio di palcoscenico che da sempre il gruppo costruisce e disfa per poi ricostruire, in una lodevolissima sperimentazione, efficace e guerriera, che gli si è sempre riconosciuta, adeguarla al “modo” interpretativo che della compagnia è proprio. Conseguenza (felice) prima, è “un’oralità dispiegata”, pietra angolare è la “voce”, ricerca sempiterna, cui è anche per questa occasione affidato il nucleo primario. “E la ‘voce’ è l’attore” dice l’Isidori: e l’attore diventa voce, affascinante, spasmodica, mai ripiegata su se stessa ma esplosiva in ogni accento, vera palla luccicante su di un tappeto di gomma, aspra e incantatrice, un’auto impazzita che scivola e fa irruzione con ardimentose gimkane tra le parole del monologo. Un “rodeo poetico” cui Paolo Oricco – ripetendo in tecnica e smisurata bravura quell’exploit kafkiano, in cui lo applaudimmo in periodo anti-covid, della “Relazione per l’Accademia” e forse superandolo – si pone alle dipendenze (ma fino a quanto?) del metteur en scène e gioca, incanalandosi in lampi di luce, altresì con il proprio corpo, salti e snodature, strane posture e variopinte clownerie. Detto questo, sarei propenso a pensare che, questa volta, l’attore con tutto il suo lavoro, orale e fisico, la sua negazione a risparmiarsi, il suo saper costruire un personaggio fuori di ogni dimensione, agghindato di ogni libertà interpretativa e arricchito della ricerca, e della riuscita, sulla sua propria voce, superi il testo e il non facile compito del co-autore, dell’Isidori, affascinante, chi mai lo negherebbe?, ma affaticante al tempo stesso, ricco di una scelta finissima di parole che a tratti (una suggestione che potrebbe essere cancellata ad un secondo appuntamento?) finiscono coll’affastellarsi oltre ogni argine, debordanti in quel loro incessante rotolare in platea. Alle spalle di Oricco, la grande pala/sipario realizzata da Daniela Dal Cin, una vera opera pittorica ispirata al “Trionfo della Morte”, affresco quattrocentesco di Palazzo Abatellis a Palermo, grottesco e ossessivo, un livido marasma bruegeliano modernamente inteso, dove l’uccellaccio della preistoria viene a recidere vite con quei falcetti che tiene tra gli artigli. Sala gremitissima alla prima, pubblico attento e al termine osannante: come raramente accade nelle serate teatrali.

Elio Rabbione

 

Starry night Gala: per le Atp a Palazzo Madama con gli artisti di Cirko Vertigo

Una serata multisensoriale unica la “Starry night Gala”, tenutasi martedì  sera a Palazzo Madama e ideata da Sergio Momo, il maestro torinese fondatore della profumeria di lusso Xerjoff per il lancio di Torino 21, il profumo delle Nitto Atp Finals.

Per l’evento esclusivo, Fondazione Cirko Vertigo ha realizzato uno spettacolo unico con i suoi migliori artisti, accompagnati dalla colonna sonora di Max Casacci, fondatore dei Subsonica, che ha creato il brano “ATP finals but the bass”, integralmente realizzato con suoni, rumori e voci del tennis, ad eccezione del basso, unico strumento. Sul brano di Casacci si sono esibiti gli acrobati di Fondazione Cirko Vertigo, in un suggestivo duo aereo. A esibirsi su tessuti e cerchio aerei, danza a terra e mano a mano, filo teso, trampoli e cinghie aeree sono stati: Alexandre Duarte, Elisa Mutto, Rachele Grassi, Sara Frediani, Emmanuel Caro, Edvige Ungaro, Lara Quaglia, Irene Caroni e Amos Massingue, diretti da Paolo Stratta.

Durante la serata tre chef stellati come Davide Scabin, Maurilio Garola e Matteo Baronetto si sono lasciati ispirare dal tennis nel creare piatti e sapori, mentre il vino è arrivato da importanti filari come quelli di Ceretto, Damilano e Tenute Pavesio.