SPETTACOLI- Pagina 156

MAO Museo d’Arte Orientale ospita Le Salamanda

Per il penultimo appuntamento del public program della mostraBuddha10 il MAO Museo d’Arte Orientale ospita Le Salamanda per una performance che mescola dub, house lo-fi, rullanti reggaeton, ritmi dembow, ambient e sintesi vocale in un avvolgente bozzolo di toni armoniosi.

Le Salamanda sono un duo di dj e produttrici di musica ambient leftfield di Seoul composto da Uman Therma (Sala) e Yetsuby (Manda). Il duo si è fatto conoscere al pubblico internazionale con i primi due album: Allez! (Good Morning Tapes, 2020) e Sphere (Metron Records, 2021) e con i mixtape che realizzano per diverse stazioni radio globali tra cui Seoul Community Radio, NTS e LYL.

Il titolo del nuovo album “ashbalkum” (Human Pitch) deriva da un modo di dire coreano che indica la consapevolezza che la “realtà” altro non è che sogno. Espressione di un ambient ultraterreno, il quarto disco del duo, dischiude un portale verso un universo parallelo, dove verità e fantasia sono la stessa cosa.

Un mondo onirico costruito da paesaggi sonori ambientali e ritmi minimali, un punto di vista affascinante su come interagiamo con il mondo che ci circonda, dove il linguaggio, la natura e il nostro stesso essere sono infinitamente mutevoli.

Il calendario completo degli eventi sul sito.

Un gioco di specchi e il rifiuto della vecchiaia che avanza

Sugli schermi “Il ritorno di Casanova”

PINETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Tanti quanti hanno raccontato le gesta di Giacomo Casanova, del grande amatore, del Cavalier de Seingalt, delle sue prodezze e delle prigioni, delle continue debolezze e della necessità di un sostentamento tra le varie corti europee: dallo spensierato e giovanile Comencini all’Accorsi di Battiato, dal più che romanzato Lasse Hallström a Fellini con gli ultimi aneliti e un girotondo con la bambola meccanica, sino al “Mondo nuovo” di Scola, inteso a descrivere tutto il disfacimento dell’uomo sorpreso dalla Rivoluzione francese. Personaggio famoso, forse abusato ma nulla a confronto dei “patrioti” d’oltralpe che continuano a cavalcare ancora in questi giorni il mito dei tre moschettieri dumasiani, quasi come fosse carne fresca. Quel disfacimento lo accarezza l’ultimo Salvatores, prendendo le mosse dal “Ritorno di Casanova” che Arthur Schnitzler scrisse, nel 1917, a specchio del dissolvimento e agli ultimi walzer dell’impero viennese. Il gioco del doppio, nello spazio e nel tempo, il trascorrere degli anni e l’incubo della vecchiaia che annulla, senza freni.

Con la collaborazione del fedelissimo Italo Petriccione, l’oggi è immerso in un ottimo bianco e nero e il colore scalda al riparo della luce delle candele  (sembra di aver fatto un salto nel “Barry Lyndon” di Kubrick) un elegante Settecento. Oggi Leo Bernardi, regista in piena crisi professionale, che inizia a sentire le pesanti decadi degli anni e soprattutto accusa le intromissioni di quelle nouvelle vague di giovani artisti che un’unica opera hanno fatto per vederli entrare nelle grazie dei critici famosi, lui e il giovane Lorenzo Marino a guardarsi in un cagnesco misurato dai sorrisi sul red carpet della Mostra veneziana, è impegnato nel montaggio del suo ultimo film, “Il ritorno di Casanova”, come Gabriele Salvatores in un riflettente gioco di specchi, ancora Schnitzel a proporre precise parole e azioni. Leo è stanco, disamorato, solitario, assillato da un modernismo che respinge.

L’inizio del film è pronto ma non c’è nient’altro, il montatore di sempre, l’eterno Gianni (un eccellente Natalino Balasso) che lo guida e lo spinge, può fare ben poco. Anche il produttore preme, sogna il film in concorso a Venezia. C’è anche dell’altro, in Leo: l’imbattersi in una ragazza lontana dal suo mondo (Silvia, Sara Serraiocco), fieramente indipendente, una ragazza che ama i campi e gli animali, l’innamoramento e la passione, non ultima certo la consapevolezza del trascorrere degli anni, il disfacimento fisico e sentimentale, il respingimento di una paternità per cui non sa offrire sicurezze.

Respinge il proprio mondo, quel mondo fino a ieri cercato, quei paparazzi che gli piombano in albergo sono da allontanare, potesse da annientare con un fioretto in mano. E Giacomo? Grottescamente schizzato in questa sua ricerca amorosa senza fine, incontra sulla strada che lo riporta a Venezia il suo vecchio amico Olivo, la cui casa (e la moglie) lui frequentò un tempo: oggi tra quelle stesse stanze si mette alla ricerca della più giovane Marcolina, quasi una scommessa per lui, un corteggiamento rifiutato, visto che la ragazza ha occhi e sensi per il giovane tenente Lorenzi. Un corteggiamento da cercare nel suo termine finale anche con l’inganno; ma non sarà altro per Casanova che ancora una conferma delle sembianze della vecchiaia mentre Lorenzi reclama giustizia con un duello, entrambi emblematicamente spogli di ogni abito, guardando lo spettatore ai vecchi “Duellanti” di Ridley Scott o alla lotta delle figure maschili del Ken Russell di “Donne in amore”, duello in cui Lorenzi perirà. Le ultime scene sono affidate ai momenti del cinema dei nostri giorni, sulla spiaggia del Lido, Leo e Silvia si ritrovano, forse in un futuro di maggiore serenità.

Ironico, illusorio, per certi versi commovente, tanta malinconia negli occhi e qualche attimo di rilassatezza, a tratti troppa leggerezza d’intenti, spavaldo nella ricerca del corpo (altrui, maschile o femminile che sia), chiuso nella contrapposizione senza tempo tra Arte e Vita, scuro nella sottolineatura della vecchiaia che non risparmia, costruito su un montaggio che non lascia respiro allo spettatore, emozionalmente refrattario, il “Casanova” di Salvatores, tante cose troppe cose, dovrebbe crescere nello spirito del pubblico, dovrebbe catturarlo, le parti “antiche” dovrebbero via via acquistare nel disegno dell’autore e ottenere nel loro svolgersi maggior peso: al contrario finiscono con l’essere le più debolmente narrate, e semplicemente, seppure l’amara consapevolezza di un ammirevole Fabrizio Bentivoglio riempia la narrazione. La parte “moderna”, dove Toni Servillo comincia ad accusare la stanchezza di una qualche ripetitività – i movimenti, le pause, gli sguardi -, appare con il peccato del già visto, già conosciuto (non facciamo neppure il richiamo all’”8 1/2” felliniano), il gioco di specchi tra i doppi tripli personaggi, davanti e dietro la macchina da presa, nel passato e nel presente, finiscono con l’essere macchinosi, al di fuori di ogni più limpido sguardo.

Un omaggio lungo un mese per i cinquant’anni del teatro Regio di Torino

Quattro settimane di opere tutte le mattine, uno speciale e un grande teatro progettato da Carlo Mollino

 

Il teatro Regio di Torino festeggia i cinquanta anni dalla sua riapertura, quando fu realizzato da Carlo  Mollino e inaugurato il 10 aprile 1973, dopo che un incendio lo distrusse nel 1936.

La Cultura omaggia la prestigiosa istituzione musicale torinesecon uno speciale che durerà quattro settimane, ricco di spettacoli in onda su RAI 5 tutti i giorni dal lunedì  al venerdì  alle 10 del mattino, dal 3 al 28 aprile.

Venerdì  14 aprile, lo speciale intitolato “Regio 50, ci si mette molto tempo per diventare giovani” si concentrerà sulla storia delteatro Regio, raccontata  attraverso le voci dei più grandi e assidui protagonisti del suo palcoscenico, da Raina Kabaivanska, protagonista dei “Vespri siciliani”,  per la regia di Maria Callas che inaugurarono il teatro, a Gianandrea Noseda, che ne è  stato il direttore musicale per lunghi anni, passando a Davide Livermoore, Stefano Poda, Barbara  Frittoli, Michele Pertusi e molti altri.

Il fondatore del Museo Mollino di Torino, Fulvio Ferrari, e la fotografa Deka Mohamed Osman guideranno  gli spettatori alla scoperta del progetto affascinante e visionario che contraddistingue questo teatro. Verranno presentate immagini catturate da droni acrobatici che riescono a infilarsi negli spazi più  segreti.

Lo speciale, per la regia di Roberto Giannarelli, sarà replicato domenica 16 aprile alle 20.15.

La prima settimana di opere mattutine si apre lunedì 3 aprile, mentre sempre domenica 16 aprile, in occasione della giornata di porte aperte del teatro, dalle 10 alle 21.15, su RAI 5 andrà in onda una lunga maratona delle più importanti produzioni operistiche realizzate al Regio e trasmesse integralmente o attraverso il racconto dello storico programma RAI “Prima della prima”.

Lunedì 3 aprile viene  trasmesso il Boris Godunov di Musorgkij, grande affresco della Russia tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento. La regia è di Andrej Koncalovskij e la direzione musicale  di Gianandrea  Noseda.

Martedì 4 aprile si proseguirà  con il Don Carlo di Giuseppe Verdi, sul podio il maestro Gianandrea Noseda e la regia, le scene e i costumi sono firmati da Hugo de Ana.

Mercoledì 5 aprile si proseguirà con il Barbiere di Siviglia di Rossini nell’edizione firmata da Vittorio Borelli e diretta da Giampaolo Bisanti.

Giovedì 6 aprile prossimo sarà  la volta di un’opera di Vivaldi, l’Incoronazione di Dario. Direttore d’orchestra e clavicembalo Ottavio Dantone, la regia è  di Leo Muscato. La settimana si concluderà  venerdì 7 aprile con il Tancredi di Rossini  nella messinscena del 1985, per la regia teatrale  di Pier Luigi Pizzi e la direzione musicale di Bruno Bartoletti. Protagonista la grande voce di Lucia Valentini Terrani.

MARA MARTELLOTTA

Il torinese Gabriele Taurisano sbarca su Netflix

Un ragazzo pieno di talento il piemontese Gabriele Taurisano, classe 2006, che vive a Torino.

Non è nuovo nell’ambiente cinematografico; già da piccolissimo aveva partecipato a due puntate della fiction Rai “Non uccidere” a fianco di Miriam Leone. E poi, il suo ultimo successo: il film Al di là del mare, del regista Carlo Alberto Biazzi, che vedremo da settembre sulla piattaforma Chili e Chili UK, anche qui affiancato da grandi attori del calibro di Eros Pagni e Serena Grandi.

Ora, la sua nuova grande sfida sarà la seconda stagione di Diari (Di4ri, come scritto nel titolo originale), una serie tv targata Netflix.

La seconda stagione potrebbe seguire il gruppo di giovani protagonisti di Marina Piccola, un paesino su un’isola italiana, alle prese con le sfide della terza media, e le decisioni sul loro futuro mentre si accingono ad affrontare il cambiamento rappresentato dalla scuola superiore.

Considerato che la prima stagione di Di4ri è stata girata tra agosto e dicembre 2021, mentre le nuove puntate entrano in produzione a febbraio 2023, ci aspettiamo di vederle arrivare su Netflix entro la fine dell’anno

Sonia Schiavone in Come Eden! Il jazz e la poesia di Emily Dickinson

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Mercoledì 5 aprile, ore 21.30

 

 

“Come – Eden!” è uno spettacolo che esplora i suoni del jazz contemporaneo, con composizioni originali ispirate da intense poesie di Emily Dickinson e dalla musica di grandi autori come Horace Silver, Kenny Wheller, Wayne Shorter, Joni Mitchell, Michel Legrand. Nel repertorio anche alcune “My favorite things”, cioè le canzoni preferite di altri autori selezionate con cura per il suono che si poteva ottenere dal riarrangiamento. Il concerto prende il nome dal cd uscito per l’etichetta internazionale giapponese Da Vinci Jazz (2020).

 

Formazione

Sonia Schiavone, voce

Fabio Gorlier, pianoforte

Stefano Profeta, contrabbasso

Gianni Virone, sax tenore

Ora di inizio: 21.30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

 

Studenti all’Opera

IL MIGLIOR PUBBLICO PER L’OPERA LIRICA SONO I RAGAZZI”

Circa 300 alunni dell’Istituto Gino Strada vedranno “Opera Pop – Il Barbiere di Siviglia”, l’ultimo spettacolo di Casa Fools nell’ambito del progetto che divulga in modo semplice e potente il melodramma.
Lunedì 3 e martedì 4 aprile dodici classi si recheranno nel teatro di via Bava 39 per scoprire l’opera buffa
di Rossini in cui non ci si annoia mai

Lunedì 3 e martedì 4 aprile andranno in scena due repliche speciali di “Opera Pop Live – Il Barbiere di Siviglia”: in platea ci saranno infatti 300 studenti dell’Istituto Gino Strada che per la prima volta si recheranno a Casa Fools per scoprire il capolavoro di Rossini. Le classi assisteranno a uno spettacolo che, sfruttando i principi del teatro di narrazione e del teatro di figura, crea un mix unico a metà tra lo stile della giullarata e quello del teatro musicale.

Lidea di portare Opera Pop nelle scuole è nata dall’incontro con l’Istituto Gino Strada (ex Ricasoli) che si distingue per l’attenzione alle attività teatrali e musicali. Nel 2021 le due realtà si sono conosciute all’interno del Comitato di quartiere Vanchiglia e da allora è nata la collaborazione che è proseguita negli anni con una serie di laboratori-spettacolo di divulgazione sui grandi classici dell’opera e della letteratura, realizzati nelle classi da Casa Fools e di cui Opera Pop Live – Il Barbiere di Siviglia è l’ultimo tassello.

I bambini e i ragazzi sono il pubblico migliore per l’Opera Lirica, perché non hanno pregiudizi su questo genere – esordisce Luigi Orfeo, autore e interprete di Opera Pop – “narrerò agli studenti la storia del Barbiere di Siviglia a partire dalla musica, perché è per la sua struttura musicale che continuiamo ad ascoltare quest’opera ancora oggi. È una commedia brillantissima dove gli incidenti e i travestimenti esplodono come dei fuochi d’artificio che abbagliano per un’ora il pubblico”.

Non appena Casa Fools ci ha proposto di realizzare spettacoli-didattici abbiamo subito aderitoprosegue Oscar Maroni, preside dell’Istituto Gino StradaInsegnare attraverso esperienze dirette è uno degli obiettivi dell’Istituto Gino Strada e in questo senso Opera Pop Live permette agli alunni di scoprire e approfondire conoscenze musicali e letterarie in modo appassionante e divertente. Crediamo molto nell’approfondimento dei linguaggi artistico-espressivi. Da diversi anni abbiamo integrato la proposta didattica con laboratori di canto, danza, teatro, cinema e fotografia”.

Lo spettacolo ricalca lo stile dell’omonimo podcast, un lavoro di contaminazione tra parola e musica in grado di far parlare questo genere in modo più attuale e comprensibile. Opera Pop Live rientra infatti nell’ambito di un progetto più ampio di Casa Fools di avvicinamento al melodramma che si compone del podcast Opera Pop che in due stagioni ha appassionato tantissime persone in tutta Italia che non avevano mai visto l’Opera e delle anteprime nei Teatri Lirici, brevi presentazioni in musica per introdurre il pubblico, soprattutto i più giovani, all’opera che sta per andare in scena, restituendo le chiavi di lettura per comprendere ciò che accadsul palco. Da quest’anno si aggiunge il percorso didattico per far nascere la passione per il melodramma tra i banchi di scuola.

Opera Pop è un progetto sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese e con il contributo di +Risorse e Fondazione Sviluppo e Crescita CRT.

I Fools in numeri:

Più di 150 gli allievi che partecipano ai 6 laboratori di Casa Fools: Bimbi, Original, Play, Sing, Ciak, Comunicare ad Arte;

Circa 200 i bambini coinvolti nei progetti dentro e fuori Casa Fools;

Un podcast “Opera Pop” per divulgare l’Opera Lirica in modo innovativo e coinvolgente;

Oltre 30 abitanti del quartiere compongono il Cartellone Condiviso: una giuria che seleziona gli spettacoli della nuova stagione, un gruppo eterogeneo che porta il dibattito teatrale fra chi non è professionista del settore

la newsletter di filosofia teatrale “La Lettera” per guardare e ragionare sul presente attraverso il teatro

2 appuntamenti per le famiglie: i “Sabati da favola”, lettura animate e laboratori creativi in collaborazione con la libreria “La Barchetta di Carta” e la “Locanda Leggera” e le “Domeniche Spettacolari”, le giornate dedicate al teatro per l’infanzia con magia, burattini e storie mirabolanti accompagnate da golose merende

“…le sorprese mi fanno capire che lei ci tiene tanto a me”

Music Tales, la rubrica musicale 

“A notte tarda vieni a casa

il lavoro e’ stressante, lo so

mi ha lasciato delle rose sulle scale

le sorprese mi fanno capire che lei ci tiene tanto a me”

Il rock vince sempre su tutto. Su tutto. Anche sulle donne, che pure sono una delle ragioni per cui si comincia a fare rock, per cui si mette su una band.

Mark Allan Hoppus è una specie di nomade, cambia continuamente casa per colpa del lavoro di suo padre, un ingegnere specializzato nella progettazione di armi da fuoco.

Forse è anche per questa mancanza di un centro di gravità che è alla ricerca di ragazzi simili a lui Per formare una band.

Sua sorella Ann è buona amica di Tom DeLonge, un tizio piuttosto irrequieto che si è fatto espellere dalla Poway High School per essersi presentato ubriaco ad una partita di basket.

I due si piacciono , cominciano a vedersi nel garage di Mark, dove ognuno fa ascoltare al nuovo amico le proprie canzoni, abbozzi che sono presto destinati ad essere trasformati da una band vera e propria: quella che sognano di metter su.

Assoldano Scott Raynor. Ora sono pronti. Il trio prima si chiama Duck Tape, poi Blink, poi Blink 182.

I tre suonano che è un piacere, hanno trovato una strada, la loro.

Tutto bene quindi? No perchè la fidanzata di Mark, stufa delle poche attenzioni che lui le riserva da quando è nato il gruppo, lo mette di fronte ad un bivio: “o me o la musica”.

Mark è indeciso, adora il rock, ma gli ormoni a quell’età impazziscono come la maionese e, spesso, hanno la meglio.

Mark decide di lasciare la band,

Scott e Tom sono disperati e tentano l’ultima carta.

Tom dice a Mark che ha appena comprato un registratore a quattro piste per registrare un demo.

Mark sorride a 56 denti.

Chiede semplicemente: ”Ok a che ora proviamo?”

E niente, il rock vince sempre.

“Le passioni fanno vivere l’uomo, la saggezza lo fa soltanto vivere a lungo.”

Buon ascolto

https://www.youtube.com/watch?v=9Ht5RZpzPqw&ab_channel=blink182VEVO

CHIARA DE CARLO

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

Rock jazz e dintorni a Torino: Max Manfredi e i Colla Zio

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA

Lunedì. Al Cafè Des Arts Le Voci del Tempo conducono un viaggio musicale sulle pagine di Grazia Deledda. All’Hiroshima Mon Amour si esibiscono i Colla Zio.

Martedì. Al Cap 10100 suonano i Fuera. Al Teatro Colosseo è di scena l’ensemble corale Perpetuum Jazzile.

Mercoledì. Al Jazz Club blues con Andrea Pastraro e Fast Frank. All’Osteria Rabezzana si celebra Emily DiCkinson a cura della vocalist Sonia Schiavone. Al Lambic si esibisce Max Manfredi.

Giovedì. Al Jazz Club suonano i Magazzino San Salvario. All’Archivio di Stato si inaugura la mostra fotografica “Queen Experience”, tributo al gruppo di Freddie Mercury. Al Museo d’Arte Orientale suona il duo sudcoreano Salamanda per la mostra “Buddha10”. Allo Spazio 211 si esibiscono i Pellerossa, Mutonia e Wood Gast. Al Blah Blah si esibiscono i Frenzenfiuks. All’Hiroshima Mpon Amour è di scena N.A.I.P

Venerdì. Allo Zac di Ivrea suonano gli Al Doum & The Faryds. Al Folk Club è di scena il quartetto Zirobop. Al Magazzino sul Po si esibisce Fonzie & La Massa Critica. Al Jazz Club suona il Nefertiti Trio. Al Blah Blah sono di scena gli The Sade e gli Alix. Allo Ziggy suonano gli Esperimento del Dr.K e gli Tear Me Down. Allo Spazio 211 sono di scena i Boschi Bruciano e i Botanici.

Sabato. Al Cap 10100 si esibisce il rapper Gènèral Valsèro. Al Jazz Club è di scena il trio della cantante Irene Robbins. Allo Ziggy si esibiscono i Bone Machine. All’Off Topic è di scena Nicolò Protto. Al Blah Blah suonano i Flatmates. Al Magazzino sul Po si esibiscono Le Tre Sorelle. Al Maffei è di scena Rossella Cangini.

Pier Luigi Fuggetta

Lirica a Corte nella Palazzina di Caccia di Stupinigi con Turandot

Domenica 2 aprile, ore 19

Opera incompiuta di Giacomo Puccini, Turandot (Milano, Teatro alla Scala, 1926) rappresenta la trasformazione della favola di Carlo Gozzi, da cui è tratta, in un dramma psicologico di straordinaria modernità. La rabbiosa principessa Turandot – che vendica la violenza subita dalla sua antenata sui pretendenti alla sua mano, ai quali propone tre enigmi indecifrabili da risolvere, facendo tagliare la testa a quanti non riescono a farlo – è l’emblema di un Novecento turbato e disturbante che fa il suo ingresso nella società del secolo breve, sconvolgendo le convenzioni musicali e teatrali della più tradizionale delle forme del teatro musicale, l’opera lirica.

INTERPRETI

Dario Prola, Calaf

Raffaella Angeletti, Turandot

Eugenia Braynova, Liù

Achille Lampo, pianista

Roberto Tagliani, guida al concerto

 

PROGRAMMA

Signore, ascolta!… Non piangere Liù! (Liù, Calaf)

In questa reggia (Turandot)

Straniero, ascolta! (Turandot, Calaf)

Nessun dorma (Calaf)

Sia lasciata!… Parla!… No!… piuttosto morrò!… Tu che di gel sei cinta (Turandot, Liù)

Principessa di morte! Principessa di gelo!(versione Alfano 1926; Calaf, Turandot)

 

Lirica a Corte è organizzata dal Teatro Superga in collaborazione con STM e Fondazione Ordine Mauriziano.

INFO E BIGLIETTI

Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino

Posto unico: 35 euro.

Info e prenotazioni: 011.6279789biglietteria@teatrosuperga.it

www.teatrosuperga.itbiglietteria@teatrosuperga.it

IG + FB: teatrosuperga

Telegram: https://t.me/tsnteatrosuperga

Note di Classica: Ning Feng, Giovanni Sollima e Alexandre Kantorow, le “Stelle” di aprile

GLI EVENTI MUSICALI DEL MESE

Sabato primo aprile alle 20, al teatro Vittoria per l’Unione Musicale, il Trio Amatis eseguirà musiche di Schubert e Enescu. Lunedì 3 alle 20 sempre al teatro Vittoria, Alena Dantcheva soprano e Michele Pasotti liuto, eseguiranno musiche di Merula, Cavalli, Frescobaldi e D’India. Mercoledì 5 alle 20.30 all’Auditorium del Lingotto, l’Orchestra da Camera di Mantova con Carlo Fabiano violino concertatore e Giovanni Sollima violoncello, eseguirà musiche di Sollima, Haydn e Mozart.


Sempre mercoledì 5 alle 20.30, al Conservatorio per l’Unione Musicale, Pietro De Maria al pianoforte, prosegue nell’esecuzione delle sonate per pianoforte  di Beethoven. Giovedì 6 alle 20.30 presso l’Auditorium Toscanini, “Concerto di Pasqua” . L’Orchestra Rai  diretta da Fabio Luisi e con Gun-Brit Barkmin soprano, eseguirà musiche di Wagner. Martedì 18 alle 20.30 all’Auditorium del Lingotto, Alexandra Dovgan al pianoforte eseguirà musiche di Schubert, Schumann e Brahms. Sempre martedì 18 alle 20 al teatro Vittoria, per l’Unione Musicale, i Sentieri Selvaggi diretti da Carlo Boccadoro, eseguiranno musiche di Nyman, Ferrero, Boccadoro, Montalbetti, Bryars, Lang, Antonioni, Daugherty. Mercoledì 19 alle 20.30 al Conservatorio, il Quartetto E’bène eseguirà musiche di Mozart, Dubugnon e Bartòk. Giovedì 20 alle 20.30 e venerdì 21 alle 20, all’Auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Thomas Guggies e con Alexandre Kantorow al pianoforte, eseguirà musiche di Kodàly, Rachmaninov e Bèla Bartòk. Mercoledì 26 alle 20.30 al Conservatorio, per l’Unione Musicale, Ning Feng violino eseguirà i 24 capricci di Paganini. Giovedì 27 alle 20.30 e venerdì 28 alle 20, all’Auditorium Toscanini,  l’Orchestra Rai diretta da Robert Trevino e con Antoine Tamestit viola, eseguirà musiche di Stravinskij e Schnittke.

Pier Luigi Fuggetta