SPETTACOLI- Pagina 151

“La scuola dei gelosi” in scena al teatro Regio

Un’opera tra le più importanti di Salieri

 

Sarà una divertentissima commedia ricca di intrighi amorosi, tra giochi di seduzione, scommesse e scenate irrefrenabili, la protagonista del dramma giocoso in due atti su musica di Antonio Salieri, in scena al teatro Regio di Torino dal 15 al 21 maggio prossimo per cinque recite, nell’allestimento del teatro Regio. La produzione originale è del Theater an der Wien in der Kammeroper, per la regia di Jean Renshaw.
Sul podio dell’Orchestra del teatro Regio vi sarà Nicholas Nagele. Il conte di Bandiera è interpretato da Omar Mancini, Elisa Verzier, nei panni della contessa, Askar Lashkin, che debutta nel ruolo di Blasio, Carolina Lippo in quello di Ernestina, Adolfo Corrado in quello di Lumaca, Anna Mashania sarà Carlotta e Joan Folque’ il tenente.
L’edizione musicale dell’opera è curata da Ingrid Schraffl dell’Università di Vienna, nell’ambito di un progetto di ricerca sull’opera Buffa in Wien risalente agli anni 1763/82, con le arie sostitutive di Lorenzo da Ponte per l’edizione di Vienna del 1783.
Il ricavato della recita del 20 maggio alle ore 20 sarà devoluto all’Organizzazione Save the Children, un’organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare bambini e bambine a rischio per garantire loro un futuro.

“La Scuola dei gelosi” andò in scena per la prima volta il 28 dicembre 1778 a Venezia, per essere poi allestita per oltre cinquanta produzioni in tutta Europa fino all’inizio dell’Ottocento. Si trattò di un grande successo sancito da innumerevoli tradizioni e adattamenti, il più importante dei quali fu rappresentato dall’edizione viennese del 1783, con nuove arie scritte da Lorenzo da Ponte e un cast di assoluti interpreti per il Burgtheater.
“L’avevo commissionata – spiega il Direttore Artistico del Teatro Regio Sebastian F. Schwarz – che ha contribuito molto attivamente alla riscoperta dell’opera, nel 2017 quando ero direttore del Theater de Wien. All’epoca era presente un progetto di ricerca dell’Università di Vienna. Salieri, nella storia della musica, sembra essere conosciuto soprattutto per il suo presunto conflitto con Mozart, reso ben noto dal film Amadeus.
Salieri, in realtà, si trova nel Pantheon dei compositori operistici e la sua produzione è oggetto di riscoperta a livello internazionale, non soltanto a Torino o in Italia.
In questo dramma giocoso in due atti sono protagoniste tre coppie che riflettono tre modi diversi di vivere l’amore e fronteggiare la gelosia.
La struttura dell’opera di Salieri anticipa situazioni che saranno presenti nel Don Giovanni di Bertati-Gazzaniga, nelle Nozze di Figaro, nel Don Giovanni e in ‘Così fan tutte’ di Da Ponte- Mozart, e nel Barbiere di Siviglia di Serbini-Rossini.
L’allestimento è firmato da Jean Renshaw, regista e coreografa britannica che si è imposta definitivamente all’attenzione della critica per la prima, in epoca moderna, del Boris Goudenow di Johann Mattheson al Festival di musica antica di Innsbruck nell’estate del 2021.
La regia concentra l’attenzione del pubblico sui personaggi, che non smettono di girare. La scena è concentrata su una struttura fatta di porte che vengono sbattute, aperte, semichiuse e sbarrate, spesso usate per spiare.
La prova generale dell’Opera di Salieri è stata dedicata all’Associazione Senza Confini di Pinerolo e i fondi raccolti saranno destinati alla Casa di Eva, un luogo destinato all’incontro, alla formazione, al sostegno delle donne italiane e straniere.

Mara Martellotta

Ulteriori informazioni
www.teatroregio.it

“Ciak, si girerà!”…a Chieri

Presentato nei giorni scorsi il Protocollo d’Intesa siglato con “Film Commission Torino Piemonte”

Chieri (Torino)

Torino ha superato da tempo la prova, diventando uno dei “set cinematografici” più prestigiosi a livello nazionale. E non solo. Ora ci prova anche Chieri. E indubbiamente (per la sua antica storia  – le cui origini medievali restano a tutt’oggi ben presenti nel tessuto urbano – per le sue impronte culturali e le singolari suggestioni ambientali) la “Città delle Cento Torri” ha tutte le carte in regola per partecipare attivamente al “gioco” del cinema. A pensarlo evidentemente è anche Beatrice Borgia, presidente di “Film Commission Torino Piemonte” che, alcuni giorni fa, accompagnata dal sindaco di Chieri Alessandro Sicchiero e dall’“assessore alla Cultura” Antonella Giordano, ha effettuato un sopralluogo all’ “Istituto Scolastico Augusto Monti”, in via Maria Montessori 2. Il sopralluogo (ad accoglierli, la dirigente scolastica, Mariella Principiano) rientra nelle attività di collaborazione, in corso già da alcuni anni tra “Film Commission Torino Piemonte-FCTP” ed il Comune di Chieri per il reperimento di location per riprese cinematografiche e televisive sul territorio comunale. Nel gennaio scorso  questa collaborazione era già stata ufficializzata con la firma di un “Protocollo d’Intesa” per la realizzazione di “attività di sviluppo del territorio e delle sue risorse culturali, turistiche, folcloristiche, ambientali e della tradizione attraverso riprese cinematografiche, televisive ed audiovisive in genere”. Grande la soddisfazione per entrambe le parti.

Con la sigla del Protocollo, Chieri – spiega l’assessore alla Cultura, Antonella Giordano – rafforza il proprio legame con il cinema. La realizzazione di film, fiction o spot televisivi certamente consentirà di dare maggiore visibilità al nostro territorio e di promuovere le nostre eccellenze paesaggistiche, artistiche e storiche. Inoltre, queste attività saranno in grado di generare una ricaduta economica positiva, per le attività di ristorazione ed il commercio, ma pensiamo anche all’impiego di maestranze locali (artigiani, elettricisti, macchinisti, falegnami e quant’altro) e all’utilizzo di cittadini chieresi per il ruolo di comparse e figurazione. Attualmente sono 11 le location scelte da ‘Film Commission’ ed il nostro auspicio è che possano aggiungersene di ulteriori, a cominciare dalla scuola Monti”.

E alla Giordano, fa eco la presidente di “Film Commission”, Beatrice Borgia: “Il Comune di Chieri ha mostrato entusiasmo e propositività e, in queste settimane, sta confermando di voler attivamente collaborare con ‘FCTP’ mettendo a disposizione luoghi, scorci e bellezze del territorio chierese. Un concreto strumento a favore delle produzioni audiovisive che scelgono il Piemonte per realizzare i loro progetti e che qualifica sempre più il nostro territorio, proprio grazie al contributo di tutte le realtà locali, come eccellenza dell’industria cinematografica. Inoltre, rappresentare la Fondazione proprio in un Istituto, che è stato parte significativa del mio percorso di studi, mi ha resa particolarmente felice ed entusiasta”.

g.m.

Nella foto:

–       La delegazione in visita all’“Istituto Monti”

Al Circolo “Jigeenyi” di Torino, il primo “Festival showcase” italiano dedicato a culture e voci d’Africa

“Afrovision”

Dal 19 maggio al 23 giugno

Nasce sotto la Mole un nuovo Festival. E lo fa in un effervescente spazio multiculturale, dedicato alla creatività e alle cucine africane, come il “Circolo Jigeenyi (donne, in lingua Wolof)”, gestito all’interno del “Bunker” di via Niccolò Paganini 0/200 da “Ricette d’Africa APS” e affiliato ad “Arci Torino”. Titolo  “Afrovision”, si tratta del primo “Festival showcase” (rivolto dunque anche al music business) italiano che vedrà protagonisti in assoluto artisti africani e afrodiscendenti italiani. In agenda, una ricca serie di concerti programmati  da giovedì 19 maggio a giovedì 23 giugno (sempre di giovedì, ore 20,30), organizzati da “Renken e Creativi Musicali booking, management and production”, sotto il patrocinio della “Circoscrizione 6” e in sinergia con professionisti dell’industria musicale come “The Black Artist Database”, “MapasMercado Cultural”, “CirculArt Colombia”, “Global Toronto Showcase”, “Italia Music Lab” e “Keeponlive”. “L’obiettivo – dicono gli organizzatori – è dare spazio e voce ai talenti delle nuove generazioni che si inseriscono e ispirano alla corrente dell’afrofuturismo e ai cosiddetti stili ‘contemporanei’ di creazione e performance”“Un ambito – proseguono – dove si registra molto fermento a livello artistico ma dove serve un mirato lavoro di ‘scouting’ e uno specifico spazio per far emergere nuove proposte”. Parola d’ordine non “integrazione”, quanto piuttosto “interazione”. “Afrovision” nasce infatti con lo scopo ben preciso di accompagnare soprattutto questi artisti, regalare loro, durante le serate, occasioni di confronto con professionisti indipendenti, programmatori e addetti del settore musicale. Quanto mai ampio, si diceva, il programma. Ospite internazionale di questa prima edizione sarà Kizaba. In arrivo da Montreal, origini congolesi, Kizaba è l’esempio di spicco della “cultura afrofuturista canadese” del momento. La sua carriera musicale lo ha portato a suonare, da adolescente, con “Jupiter and The Okwess”. Già presente in Italia in tour con il gruppo “AfrotroniX”, sarà a Torino giovedì 16 giugno con il suo nuovo progetto da solista. Da non perdere, anche Amal. Torinese di nascita, classe ’89, origini tunisine e grande voce, sarà proprio lei ad aprire il Festival, giovedì 19 maggio, presentando sette brani di sua creazione. Molto atteso, in chiusura di Festival, giovedì 23 giugno, anche il napoletano dj Jesa, origini eritree, messosi in luce per il lavoro di educazione alle “sonorità afro” che ha portato avanti nella sua città di adozione e lo ha reso, nel giro di pochi anni, il dj di punta delle serate a più alto spessore musicale di Napoli.

Per info sull’intero programma:

“Circolo Jigeenyi”, via Niccolò Paganini 0/200, Torino; tel. 353/3113671 o sui profili Instagram e Fb del Circolo. Ingresso gratuito per i soci “Arci” (con possibilità di tesserarsi in loco).

g.m.

Nelle foto:

–       Amal

–       Kizaba

Leonardo Lidi riscrive Alceste e lo immerge nella solitudine di oggi

“Il misantropo” di Molière sino al 22 maggio al Carignano

 

Leonardo Lidi (classe 1988, anche attore che piace, dopo i successi di “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose” e del televisivo “Noi”) non è uno di quei tranquilli registi che s’affiancano buoni buoni alle indicazioni di un autore, alle strade percorse, mansueti, pazienti, educati, obbedienti: lui fa lo scavezzacollo, lui ribolle, lui ha necessità di afferrare quel testo e di pararglisi davanti, di affrontarlo, di lottare, di usare il bisturi come pochi, di tagliare e di mescolare, di scandagliarlo a fondo, pur anche di sovvertirlo (“o non vale la pena di metterci mano”). Con risultati a tratti discutibili (all’indomani della prima, avevo coltivato una profonda aria di sospetto con “La casa di Bernarda Alba”, ovvero l’originalità ad ogni costo, disordinata, sfacciata), o con una rilettura come si usa inevitabilmente oggi che – all’insegna dell’est modus in rebus – convince, che ti spinge ad abbracciare i salti mortali che Lidi ti mette davanti agli occhi. E dico rilettura, non (forzata) attualizzazione, tanto è il soppesato scavare con cui Lidi compie il proprio lavoro. Nel 400mo dalla nascita di Molière si mette a inventariare il corpus del Grande Francese, pensa e ripensa e scarta, per scegliere “Il misantropo” (per la stagione dello Stabile torinese che lo produce in solitaria, 80’ minuti tesi e avvincenti, grandi applausi finali, sino a domenica 22 maggio sul palcoscenico del Carignano), ne sbandiera tutta la vita pulsante e la modernità e butta in scena il protagonista, quell’Alceste che, con dolori e spirito autobiografici, don Chisciotte senza se e senza ma, intransigente sino allo spasimo, infaticabile raisonneur, rifugge dalle convenienze e dai falsi abbracci, dai fabbricanti di smancerie e dai collezionisti di parole inutili per innalzare inascoltato monumenti alla verità e alla rettitudine, all’amicizia senza tornaconto, alla franchezza e alla stima e alla sincerità. Un gioco di maschere che portate dinanzi alla corte di Versailles dovevano far inorridire più di un notabile. Accanto a lui, l’amico Filinte, la parte accomodante di ogni individuo, la “sua” più che ipotetica parte accomodante, colui che conosce il mondo e le sue leggi; accanto a lui Celimène, amata e di lui innamorata, ma ventenne allegra, con la civetteria nel sangue e certo non pronta a rifuggire dai tanti corteggiatori che le ronzano intorno, specchio di quella Armande Béjart che faceva sanguinare il cuore del povero Poquelin.

Queste le colonne portanti, o quasi. Diciamolo subito, con il piacevolissimo dubbio da parte di chi scrive queste note che il lavoro migliore di Lidi stia proprio nelle rinvenzioni, nella riscrittura, nei sovvertimenti, nei tratti e nei caratteri approfonditi, nel gioco calibrato di allontanamento che spreme i frutti migliori. Denunciando la parte più “fedele” del lavoro una certa sembianza sfocata, non tracciata a fondo, che finisce col coinvolgere anche il protagonista interpretato da Christian La Rosa, troppo perennemente itinerante, o l’oggetto dei suoi ardori, che è Giuliana Vigogna. Niente più sale sfarzose e candelabri e boiserie, luci cupe e una faticosa distesa di pietrisco a riempire il palcoscenico, un’alta e scura parete sullo sfondo, semicircolare, una stretta e bassa porticina da cui si accede nel mondo di Alceste (la scena è di Nicolas Bovey, allucinata prigione non solo fisica ma della mente), una distesa lunare attraverso cui s’arrabatta e fugge e fatica il protagonista, e soffre, come Lidi sottolinea, non soltanto con le parole che portano alla moderna depressione e alla solitudine, ma pure avanzando con l’aiuto di un bastone e con la gamba sinistra chiusa in un tutore ortopedico. In un tale mare (e male) oscuro, Lidi ci offre il suo “atrabiliare innamorato”. Proponendo a Orietta Notari, attrice come sempre appassionata ed emozionante, il ruolo di Filinte, ecco che il personaggio (al) femminile deve imboccare strade nuove e esplorare una omosessualità che in Molière nessuno caverebbe mai fuori: ma l’invenzione non è che ci trovi seduti in poltrona con il pollice verso, l’invenzione lavora appieno sull’intero terreno della commedia che ha contorni di dramma (l’eterna questione: Alceste è comico o drammatico? è un cammino lungo e graduale quello che il regista compie: “vero che Alceste cade in un baratro sempre più profondo di autocommiserazione: se nelle prime scene si sforza di combattere le mode malate del momento, battuta dopo battuta, si tappa sempre più le orecchie desiderando soltanto un eremo dove dettare le regole della propria società.”) e le profferte amorose tra “la” femminile Filinte e la dolcissima Eliante conducono senza fatica lo spettatore alla quotidianità che stiamo vivendo.

Nella riscrittura di Lidi il personaggio più bello e completo, spinto in certi momenti a ritagliarsi una singolarità e una eccellenza che credo abbia mai avuto, è quello di Arsinoè. Tratteggiata quasi con affetto dal regista. Non più l’amica pettegola di Celimène, attenta alla sua reputazione e pronta a riferire tutto quanto si dice nei salotti del suo disinvolto vivere: è innamorata di Alceste, è la donna che ama un uomo più giovane di lei, è la donna frustata, che il successo letterario non lo ha mai afferrato, dove ormai coabitano la nostalgia e il viale del tramonto e la bellezza che ogni giorno vede venire meno (“Dite che sono vecchia? Non dite quella parola, vi prego. Non vecchia, vi prego. Grande”). Ne dà un ritratto doloroso, tutto raccolto nelle più raccolte intimità, una eccellente Francesca Mazza. E poi ancora, l’invenzione di “Lui” (Riccardo Micheletti), l’alter ego, un volto magrittiano senza sembianze, ricoperto da una grigia calzamaglia, un altro se stesso in cui guardare, un confessore a cui affidarsi. E Oronte (Alfonso De Vreese), da poeta a stornellatore con doverosa chitarra, con l’ossessivo e straniante “Guarda che luna”. Li vedremo tutti allineati in proscenio, immobili a ripresentarsi al termine dello spettacolo al pubblico preso a testimone, inondati da una pioggia che è sinonimo di pulizia, di cancellazione di quelle maschere che sinora hanno indossato e che lasceranno il posto all’autenticità dei sentimenti. Al di fuori di ogni retorica, motore al centro di ogni cosa e di ogni soluzione, la ricerca dell’amore, quello che, taumaturgicamente, potrà mettere in salvo l’uomo, l’amore “che deve tornare al centro del nostro pensiero intellettuale”.

 

Elio Rabbione

 

Le immagini dello spettacolo sono di Luigi De Palma

L’ascesa musicale attraversata dai Beatles di Gianfranco Raffaldi

Dai Blue Star a Fausto Leali, da Peppino di Capri al San Bartolomeo Gospel Choir 

La documentazione fotografica della carriera a completamento dell’articolo pubblicato il 18-9-2021
Immagine storica dei favolosi anni ’60 con i Blue Star, primo gruppo del 1957 di Raffaldi (*1-1-1942 Fiume) al pianoforte con Emilio Evangelisti alla tromba, Zeno alla fisarmonica, Gianni Lepore al clarinetto, Ezio Cornalea alla batteria e al canto Wally Sirio.
Nel 1959 nasceva il gruppo dei Novelty con la collaborazione del fisarmonicista Giuseppe Cacciabue, educatore musicale e componente dell’Eiar di Torino, oggi Rai. Nel gruppo, rifondato nello stesso anno, si inseriva Fausto Denis, in arte Leali. Il lancio avvenne nel 1962 al Principe di Piemonte di Viareggio e nel 1964 parteciparono al mitico cantagiro di Ezio Radaelli presentato da Pippo Baudo.
Nel 1965 a Milano presentarono la  canzone “A chi” con il giornalista Giovanni Negri della Rizzoli e Iva Zanicchi. In quell’occasione venne presentato il libro “Dante e il suo secolo” di Indro Montanelli. Nel giugno dello stesso anno la grande occasione, furono scelti come supporters dei Beatles, unico tour in Italia. I concerti furono eseguiti il 24 al Velodromo Vigorelli di Milano, il 26 al palazzo dello sport di Genova, il 27-28 al teatro Adriano di Roma purtroppo snobbati dalla Rai.
Nel 1966 parteciparono al “Giro Festival” al seguito del 49° Giro d’Italia e furono ospiti della famosa trasmissione “Bandiera Gialla” di Arbore e Boncompagni. Nel 1967 ricevettero il primo disco d’oro per la canzone “A chi” sulla terrazza Martini di Milano e facevano parte del Clan Celentano Center. Nel 1968 furono ingaggiati da Peppo Vannini al Covo di nord est di S. Margherita Ligure, con il tutto esaurito in ogni serata. In quell’anno Leali lasciò i Novelty e Raffaldi entrò nel gruppo New Rockers di Peppino di Capri.
Partecipò alle tournée in Europa e negli Usa, dove si esibirono al Metropolitan di New York poi in Canada, Australia, Emirati Arabi, Venezuela e Brasile, ospitati dal musicista Roberto Carlos.
Nel 1977 Raffaldi rientrò a Vignale per motivi personali, dove attualmente risiede. Iniziò ad accompagnare con la tastiera il coro parrocchiale durante le funzioni religiose. Nel 2004 la grande idea, prese le redini del San Bartolomeo Gospel Choir eseguendo musica sacra e profana, proseguendo l’opera della fondatrice Millina Martinelli. Oggi l’ensemble esegue brani di gospel, funky, soul e blues a quattro voci, accompagnati da Andrea Rogato alle tastiere, Gigi Andreone al basso, Alberto Sempio alla chitarra e da Renato Tassiello alla batteria. Il recente tour natalizio ha visto il gruppo esibirsi a Cella Monte, Altavilla, Giarole, San Giorgio (Al), a Galliate (No), alle Torbiere di Franciacorta (BS) e a Portofino (Ge).
Armano Luigi Gozzano

Torna il celebre musical Jesus Christ Superstar con l’interprete originale Ted Neeley

Martedì 17 e mercoledì 18 maggio ore 21

JESUS CHRIST SUPERSTAR
poltronissima € 43,00 | poltrona e galleria €36,80 | galleria B € 23,50

ll 17 e 18 maggio al Teatro Colosseo torna il celebre musical Jesus Christ Superstar con l’interprete originale del film Ted Neeley. Accanto a lui, nel ruolo di Erode, Frankie Hi-Nrg.

La storia di un mito che travolge con la sua passione gli spettatori di tutte le età, un uomo-simbolo che fa della spiritualità la sua bandiera rivoluzionaria, un personaggio unico nella storia del teatro musicale: il celebre lavoro di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice non subisce i segni del tempo, anzi a ogni rappresentazione rinnova il proprio mito contagiando con entusiasmo sempre maggiore le centinaia di migliaia di spettatori che, in Europa e in Italia, hanno scelto di andarlo a vedere.

E se dopo ormai quasi 3 decenni di successi questo spettacolo continua ad emozionare gli spettatori di tutte le età, passando di generazione in generazione, il merito va tutto a un mix di fattori vincenti: innanzitutto il grande lavoro artistico e produttivo di Massimo Romeo Piparo e della sua squadra, che hanno saputo rendere al meglio sulla scena la forza trascinante di una storia universale, dai valori positivi e dai forti sentimenti, in cui la musica diviene protagonista, in uno spettacolo in lingua originale e interpretato interamente dal vivo, con l’indiscutibile eccellenza artistica del cast.

Eurovision, il bilancio di un successo annunciato

Questa mattina nel gran Salone dei Ricevimenti di Palazzo Madama sono intervenuti il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte, Stefano Coletta, Direttore di Rai 1 e Simona Martorelli, Executive producer dell’Eurovision Song Contest per tirare le somme di un successo annunciato, che i dati alla mano confermano in modo inequivocabile.

Interviene per primo Lo Russo per raccontare la fatica e l’impegno di tutte le maestranze coinvolte e per i ringraziamenti: “Tutto quello che è capitato in questa settimana non sarebbe stato possibile se le istituzioni e la Rai non avessero avuto una grande unità di intenti che la città non ricordava da tantissimi anni.” I primi ringraziamenti vanno ai volontari che hanno colto lo spirito dell’evento e hanno contagiato tutti con il loro entusiasmo, subito special thanks vanno alla questura, alla prefettura e alle forze dell’ordine, senza il cui supporto non sarebbe stato possibile gestire la sicurezza di un evento di tale portata. Prosegue Lo Russo: “Il mio ringraziamento va a tutti i miei dirigenti e funzionari, a tutti quelli che hanno lavorato, credetemi, in condizioni davvero complesse e senza mai guardare l’orologio, riuscendo a costruire una vera e propria squadra coesa; alla Fondazione per la Cultura Torino che ha avuto l’onere di mettere a segno la scommessa che ha fatto la nostra amministrazione, quella dell’Eurovision Village al Valentino, che con una nuova stagione di eventi gratuiti ha coinvolto 220.000 persone in 8 giorni in uno dei luoghi più simbolici di Torino.” E poi ancora i partner istituzionali come Turismo Torino e il social program di VisitPiemonte, in generale la parte di comunicazione e gestione delle delegazioni e dei giornalisti; il Media Centre di Palazzo Madama, location attrezzata a disposizione dei giornalisti, che ha presentato un ricco calendario di incontri per parlare di musica, tecnologia e imprese, grazie alla Camera di commercio di Torino, ha avuto un successo rilevante e un ruolo chiave per comunicare le eccellenze turistiche del Piemonte.
Lo Russo conclude dicendo che “è nostra responsabilità adesso non disperdere questo enorme patrimonio di visibilità che ci ha regalato l’Eurovision e puntare d’ora in avanti ad un’efficace progettazione di grandi eventi con una solida music commission.” Aggiunge Cirio che questo evento è la prova concreta che le cose fatte bene vanno fatte insieme e per scherzare fa una buttade: “siamo passati dai maniscalchi ai Maneskin.”
Coletta è intervenuto in rappresentanza dei vertici Rai per manifestare tutto il suo apprezzamento al lavoro totalizzante della Rai. Ringrazia i due executive producer Simona Martorelli e Claudio Fasulo, in collegamento telefonico poco dopo per ringraziare personalmente in viva voce e Guido Rossi, direttore del centro di produzione Rai, per il lavoro eccellente. “Penso che Torino abbia accolto anche un percorso di bellezza, perché quando parliamo di TV e divulgazione del territorio dobbiamo ricordarci che sono anche degli involucri attraverso cui veicolare dei valori e la Rai lo fa ogni giorno con il servizio pubblico.”

Giuliana Prestipino

(nella foto, con Damiano dei Maneskin)

Eurovision, tutti i numeri di un grande successo

Ieri sera, durante la finale di Eurovision in diretta da Torino, lo avete visto prendere la parola quando le giurie nazionali non riuscivano a collegarsi in fase di votazione. Martin Österdhal, supervisore esecutivo dell’Eurovision Song Contest tira le somme di un’edizione straordinaria che solo in Italia ha fatto il 46% di share.

Tra la stanchezza e la commozione ha dichiarato: “Vorrei fare un grosso ringraziamento perché probabilmente è l’ultima possibilità che ho di farlo a tutti coloro che sono qui a Torino, alla Rai che ha lavorato duramente e a lungo per fare l’incredibile spettacolo che avete visto questa sera.
Siamo stati qui per 8, 9 settimane e ci sono cosi tante persone straordinarie qui. A partire dalla città, dal comune, dalla Rai, l’emittente che ha fatto un lavoro incredibile. Facciamo loro un applauso perché è stata una serata meravigliosa.  Grazie mille.”
Cala il sipario sullo spettacolo musicale più seguito al mondo ma di certo non sulla nostra città che si è mostrata in tutto il suo splendore.
(traduzione di Loredana Barozzino)

“Torino, che spettacolo!”. Eurovision Song Contest ha portato in città e nell’intero Piemonte entusiasmo e tante emozioni. Flash mob, concerti improvvisati ed esibizioni di artisti locali e internazionali seguiti da numerosi fan e turisti, hanno riempito le strade e le piazze, trasformando Torino in un palco a cielo aperto. Eugenio in via di Gioia, Bandakadabra, Citi Zēni (Lettonia), Subwoolfer (Norvegia), The Rasmus (Finlandia) e il corpo di ballo della cantante spagnola Chanel Terrero Martínez, per citarne alcuni, sono tra gli artisti che hanno “usato” le strade di Torino per esibirsi e far divertire il pubblico. Le ricadute positive sul turismo in città sono confermate dalle elaborazioni dei primi dati forniti da un campione di strutture all’Osservatorio Turistico Regionale per il periodo dal 1° al 14 maggio a Torino: rispetto allo stesso periodo del 2019, i pernottamenti dall’inizio del mese hanno infatti registrato un incremento del 68%. Molti gli stranieri: oltre il 40% dei movimenti del periodo.

Chi è venuto a Torino?

In occasione di Eurovision Song Contest, l’Osservatorio di Turismo Torino e Provincia (in collaborazione con il Dipartimento di Lingue, Letterature Straniere e Culture Moderne e Dipartimento Management) ha somministrato un questionario qualitativo (6 – 13 maggio) ai turisti in visita a Torino. Dagli oltre 750 questionari raccolti è emerso che: i turisti che sono venuti a Torino per la prima volta sono il 56%; questi visitatori hanno viaggiato  in coppia (30%) o con amici/colleghi (27%) utilizzando l’aereo (37%) e il treno (32%) per raggiungere la destinazione. Gli interessi sono principalmente focalizzati sulla musica (20%), sull’enogastronomia (16%) e sulle mostre (15%). La motivazione principale che li ha spinti a venire in città è l’evento Eurovision Song Contest (57%). A livello di provenienza ottimo è il riscontro da parte dei visitatori esteri che rappresentano il 49% in particolare da Gran Bretagna e Francia (12%), Spagna (9%) e Olanda (6%). Per ciò che concerne il soggiorno, la permanenza media si attesta su 3 notti o più (61%). La città è stata percepita in modo molto positivo: emergono aggettivi che la ritraggono come «bella, elegante» e dagli stranieri come «warm, friendly, surprising, amazing». Da evidenziare altresì che oltre il 70% dei turisti ha visitato almeno un museo; emergono ai primi posti in particolare Museo Egizio, Musei Reali, Museo Nazionale del Cinema, Reggia di Venaria e Palazzo Madama. Per concludere, il livello di soddisfazione della vacanza torinese è stato decisamente molto buono, infatti l’88% ha dichiarato di aver avuto un’esperienza positiva e di voler ritornare una seconda volta (90%).

Social Programme Delegazioni – Press

Turismo Torino e Provincia ha realizzato il social programme delegazioni (da sabato 30 aprile a sabato 14 maggio per le 40 delegazioni dei 40 Paesi in gara, 20 esperienze a Torino e 6 in Piemonte, declinate nei temi eccellenza, verde, insolito, contemporaneo, multi senso, paesaggi) che ha visto l’adesione di oltre 1.100 persone di 37 delegazioni, di cui 12 che hanno scelto di scoprire anche il Piemonte. Ha ideato inoltre con il contributo della Camera di commercio di Torino il SOCIAL PROGRAMME PRESS (6 proposte dalle Associazioni di Categoria GIA/Federagit e Maestri del Gusto di Torino e provincia, 12 musei, 2 degustazioni, 6 escursioni in regione, 5 escursioni in provincia da sabato 7 a sabato 14 maggio) che ha registrato oltre 140 prenotazioni, tra cui si segnalano le visite presso le Residenze Reali e le esperienze enogastronomiche come Merenda Reale ed Extra Vermouth.

Canali Social

I canali social utilizzati dagli Enti coinvolti nella promozione dell’evento (Facebook, Twitter ed Instagram) hanno raggiunto un totale di oltre 2.400.000 persone.

Il sito turismotorino.org ha registrato più di 27 mila utenti (+ 135,96% rispetto allo stesso periodo anno precedente) e totalizzato più di 35 mila visite (+146,89% rispetto allo stesso periodo anno precedente). Ottimi i risultati della campagna digital PR, realizzata dall’ATL, con 7 creators nazionali presenti su tutti i social network con un forte seguito su TikTok l’Official Entertainment Partner di Eurovision Song Contest tra cui ad esempio Pietro Morello, già Ambasciatore della Città di Torino.  Le stories hanno totalizzato una media di visualizzazioni pari a 151.844, account raggiunti 145.126; i reel hanno totalizzato 751.739 visualizzazioni, 54.612 like, 790 commenti e 110 salvataggi. La campagna drive-to-event (attraverso SMS marketing, invio di messaggi a database profilato di Torino e provincia, Native Advertising, sui principali siti e magazine che consentono la geolocalizzazione degli utenti e DEM, invio di email a database di utenti profilato) ha registrato: 94500 sms letti su 95000 inviati19000 dem lette su 200000 recapitate e più di 750000 visualizzazioni dei banner.

 

Eurovision Village – Parco del Valentino

Con quasi 350 artisti coinvolti, Eurovision Village ha proposto oltre 55 ore di spettacolo in 8 intensissime giornate spaziando tra vari generi e coinvolgendo 20 delegazioni ufficiali di Eurovision Song Contest. Con una platea di artisti provenienti da 24 diverse nazioni, band che si sono formate o riunite per questa occasione, al Village del Valentino ha visto il passaggio di oltre 220mila persone.

Un format del tutto inedito ha caratterizzato il palinsesto coinvolgendo la ricchissima comunità artistica del territorio in un grande evento di portata internazionale dando vita a un palco “glocale”, immerso nel parco del Valentino nel centro città che ha visto oltre 20 tra produzioni e collaborazioni inedite, unendo così realtà locali a grandi interpreti nazionali ed esteri. Proposte inedite, di alta qualità, che hanno permesso al vasto pubblico del Village di conoscere nuovi artisti e poter vedere star internazionali suonare con musicisti torinesi e non solo. Altri numeri: volontari coinvolti 24 al giorno per 8 giorni, totale 192; personale di produzione, tecnici di spettacolo e maestranze 80 persone. In totale oltre 150 persone.

Lonely Planet

La nuovissima guida Torino Pocket Lonely Planet dal 4 al 14 maggio è stata scaricata in free download da 25.000 utenti. “Torino regala Torino” è stato l’omaggio della Città di Torino a tutti i visitatori grazie alla collaborazione tra Città di Torino, Lonely Planet e Turismo Torino e Provincia. Oltre 30.000 visitatori hanno inoltre ricevuto materiale turistico promozionale della città, mappa e cartoline.

 

Media Centre Casa Italia

Oltre 300 i giornalisti nazionali e internazionali accreditati al Media Centre Casa Italia a Palazzo Madama; 25 gli artisti presenti agli appuntamenti giornalieri a lori loro dedicati; 45 le degustazioni guidate che hanno coinvolto 25 aziende piemontesi tra Consorzi vitivinicoli e turistici ed Enoteche regionali e 125 aziende torinesi coinvolte dalla Camera di commercio di Torino di cui 30 Maestri del Gusto di Torino  e  Provincia, 25 aziende vitivinicole Torino DOC, 10 Associazioni di categoria.

In totale sono state oltre 1100 le degustazioni servite.

(N.B. Il presente comunicato è mancante di nomi e virgolettati secondo quanto disposto dall’art.9 c.1 della legge 22 febbraio 2000 n.28 in tema di par condicio nei periodi pre-elettorali e pre-referendari.)

L’Ucraina trionfa all’Eurovision di Torino

Hanno vinto i Kalush, con il brano Stefania.  

Davanti a 200 milioni di spettatori all’Eurovision Song Contest il televoto li ha portati dal quarto posto delle giurie fino alla vittoria, anche sull’onda emozionale della guerra. “Questa vittoria è per tutti gli ucraini. Slava Ukraini!”, così il cantante Oleh Psjuk dopo l’annuncio dell’esito della gara. “Per favore aiutate l’Ucraina e Mariupol, aiutate Azovstal, ora”, aveva detto dopo l’esibizione. Il presidente ucraino Zelensky ha proposto su Facebook di organizzare la prossima Eurovision a Mariupol.

Concerto omaggio a Ezio Bosso Al Regio dirige il maestro Michele Gamba

CONCERTO OMAGGIO A EZIO BOSSO

Ezio Bosso, Symphony No.2 “Under the Trees’ Voices”

Ludwig van Beethoven, Sinfonia No.8 in fa maggiore Op.89

Dirige il maestro Michele Gamba

Lunedì 16 maggio 2022 ore 20.30 | Teatro Regio Torino

A due anni dalla scomparsa di Ezio Bosso, Torino e la Filarmonica TRT ricordano il grande artista con un concerto commemorativo.

Lunedì 16 maggio al Teatro Regio di Torino il maestro Michele Gamba dirigerà l’orchestra in una serata omaggio al grande compositore, pianista e direttore d’orchestra, legato alla Filarmonica TRT da un lungo e profondo rapporto di amicizia e collaborazione artistica. 

Il programma della serata prevederà non solo composizioni di Ezio Bosso ma anche opere che il Maestro amava portare al pubblico nel suo grande impegno di divulgazione della musica classica.

Oltre al concerto – l’ultimo della Stagione 2021-2022 – nel mese di maggio la Filarmonica TRT, insieme alla famiglia Bosso, promuoverà una serie di iniziative in ricordo del grande Maestro torinese, articolate sui molteplici e differenti livelli di espressione artistica con cui Ezio si è confrontato negli anni.

 

“A due anni dalla scomparsa di Ezio Bosso la Filarmonica TRT è onorata di omaggiare un grande artista e amico – dichiara Giuseppe Lavazza, Presidente della Filarmonica TRT – con la sua musica e il suo valore umano Ezio ha coinvolto, affascinato ed emozionato un vastissimo pubblico internazionale e la sua anima rivive ogni giorno nella sua musica”.

 

Una collaborazione importante, quella tra Ezio Bosso e la Filamonica TRT, culminata con le prime esecuzioni assolute della Symphony No.1 “Oceans” con il violoncello solista di Relja Lukic (Torino, 2010) e della Symphony No. 2 “Under the Trees’ Voices” presso il Festival “I Suoni delle Dolomiti” (Trento, 2010).

Questo sodalizio ha portato inoltre all’incisione della colonna sonora scritta da Ezio Bosso per i film di Andrea Porporati “Il dolce e l’amaro” e “Le ali”. Sempre sotto la direzione di Ezio Bosso nell’ottobre 2010, è stata eseguita la prima italiana dell’opera multimediale di Philipp Glass “Icarus at the edge of time”, nell’ambito del Festival della Scienza di Genova.

Si ringrazia la EY Foundation per il contributo alla realizzazione del concerto.

 

Anche per questo appuntamento si potrà sperimentare la formula Vivi il Concerto, un’esperienza unica in Italia ideata dalla Filarmonica TRT per avvicinare il pubblico alla musica, consentendogli di viverla in una maniera inedita e coinvolgente, a stretto contatto con l’orchestra.

Acquistando – o regalando – Vivi il Concerto si offrirà a un ospite la possibilità di conoscere uno degli artisti della Filarmonica TRT durante un incontro dedicato, in uno dei luoghi simbolo di Torino, la Farmacia del Cambio. Il giorno della prova l’ospite avrà la possibilità unica di sedere nel cuore dell’orchestra, potendo vivere da vicino l’emozione del profondo e affascinante lavoro di backstage, per poi assistere al concerto in un posto riservato in sala.

 

Prosegue altresì il programma Esperienza Orchestra che, grazie anche al rinnovato contributo di Intesa Sanpaolo, assegnerà 11 borse di studio a giovani musicisti. A questi artisti emergenti, selezionati tramite audizione, verrà infatti data l’occasione di partecipare ai concerti della Filarmonica TRT all’interno della Stagione dei Concerti 2021-2022.

Esperienza Orchestra è un progetto unico nel suo genere in Italia, che non si è fermato neanche durante la pandemia. Ogni giovane borsista ha la possibilità di sperimentare i ritmi serrati delle prove e gli alti standard competitivi richiesti. Una possibilità di crescere sul campo confrontandosi con un professore d’orchestra della Filarmonica TRT (affiancatogli in qualità di tutor), esibendosi sotto la direzione di direttori d’orchestra di fama internazionale.

TARIFFE

BIGLIETTO INTERO: € 15 – BIGLIETTO UNDER 30: € 10 – CARD 4 INGRESSI VALIDA PER LA STAGIONE DEI CONCERTI 2021-2022: € 40

 

BIGLIETTERIA

Le Card e i biglietti per la Stagione dei Concerti 2021-2022 si possono acquistare presso la biglietteria del Teatro Regio di Torino in Piazza Castello 215 – Torino, orari lun-sab 13-18.30, dom 10-14, Tel. 011.8815241 – 011.8815242, e, in alternativa, su Vivaticket.com

www.filarmonicatrt.it