SPETTACOLI- Pagina 151

Un pretesto di nome Shakespeare

Riccardo III” al Carignano, sino al 26 marzo, per la regia di Kriszta Székely

Sembrano passati secoli, e non soltanto decenni, da quando Vittorio Gassman nell’altro “Riccardo III” proposto dallo Stabile torinese nel 1967 per la regia di Ronconi rimaneva imprigionato tra le sagome lignee di Ceroli e barattava il proprio regno per un cavallo, da quando i responsabili dell’allestimento si rendevano conto a pochI giorni dal debutto d’aver inciuccato le misure e il peso dell’armatura del protagonista ed erano costretti a rivedere la data della prima. Secoli se si confronta lo stesso titolo che abbiamo visto poche sere fa sul palcoscenico del Carignano, ancora lo Stabile di Torino – Teatro Nazionale a produrlo con lo Stabile di Bolzano e con Emilia Romagna Teatro, nell’adattamento di Ármin Szabò-Székely (una riscrittura vera e propria) e per la regia di Kriszta Székely, da un pugno di stagioni artista associata.

La regista, già lo avevamo capito a malincuore con lo sguardo moderno che buttò sullo “Zio Vania” cecoviano, non ha proprio in animo di “rispettare” il tracciato che la storia teatrale ha segnato da sempre, le piace uscirne, saggiare nuovi sentieri e nuovi approdi, l’attualizzazione pare che sia un abito da indossare ogni giorno, senza se e senza ma. Padronissima. Raccontarci delle case di York e di Lancaster e della Guerra delle Due Rose come se fosse un conflitto di oggi, di cui giorno dopo giorno leggiamo nei giornali e vediamo le immagini sanguinose e inimmaginabili sullo schermo di casa, padronissima. Tratteggiare con colori sulfurei la resistibile ascesa di Riccardo, centrare il dramma sulla sua volontà ad essere “malvagio”, il suo disegno condotto tra un sottile ragionamento e una perfida follia al fine di cancellare attorno a sé quanti lo hanno a parole e a gesti appoggiato nella salita al trono, “loro sanno cosa stanno facendo e io mi sono sollevato dalla responsabilità”, facendo piazza pulita di fratelli e nipoti, di cortigiani e di consorti (una corte dove eccellono le prove di Francesco Bolo Rossino, marionettistico Edoardo, Nicola Pannelli che è Stanley, un campione a metà di moralità e giustizia, Elisabetta Mazzullo che è la regina Elisabetta, chiamata a sostituire Richmond nella tirata finale, pronta ad “arricchire l’avvenire con la pace dal volto sereno”, non foss’altro che per dare un nuovo spazio all’altra metà del cielo) – in obbedienza alla protezione e alla committenza di Elisabetta I Shakespeare quasi si sentiva in obbligo di rendere al futuro un ritratto quantomai ingrato del sovrano, casa Tudor doveva farci la sua bella figura se messa a confronto con un simile mostro: e sarebbe ora che la Storia e gli studi, più di quanto non si sia già fatto, prendessero le redini per rendere maggiore giustizia a quelle povere ossa ritrovate una decina di anni fa sotto lo spazio di un parcheggio nella città di Leicester e sepolte prontamente in chiesa -, padronissima.

La sfida (e/o il vezzo) è quella di seguire strade nuove e non appena seduto in poltrona, sbirciando nella scena di Botond Devich che mostra uno chalet di montagna (che è anche, oltre una sala riunioni, forse un luogo di religione e il lungo tavolo l’altare del sacrificio), tra anonime appliques e caminetto, tra televisori che rimandano le breaking news e una vetrata che lascia immaginare uno splendido panorama, tra sacchi di plastica neri che conterranno di lì a poco i tanti cadaveri, uno sopra l’altro, trasportati in scena dalle segrete della Torre dalle braccia robuste del giovane Catesby (Nicola Lorusso), che ha saggiato le dinamiche del potere, che ne è stato usato, che come un cane segue il suo padrone e che sarà l’ultimo ad abbandonarlo, tra spot che illuminano e telecamere che riprendono facce e fatti, con ricostruzioni filmate come di rado si sono viste, sai già cosa aspettarti. Come sai già che trasportati dalle parole del Bardo a quelle di oggi, si dovrà inevitabilmente cambiare musica, si dovranno ascoltare dialoghi dove inciampare in termini come pistola e conferenza stampa, in inflazione, in sciare e piste da sci, in stronzo e merda e vaffanculo, in pc e cellulari; entrerà in scena mamma Cecilia (Manuela Kustermann, con cui si respira una rispettata aria di saggezza e antica teatralità) in tuta rossa e moon boot di ritorno dalle piste, avremo un nudo integrale maschile che è per noi tutti acqua fresca: ma avremo anche Riccardo che lascia scivolar via “l’inverno del nostro scontento è mutato in splendida estate” com se fosse al bar davanti ad un caffè e butta al niente la tragicità del “mio regno per un cavallo” con un isterico zompettio di un bambinetto cui in un segnale di precoce bullismo qualcuno nell’ora di ricreazione ha rubato la merenda.

Se circolano follia e ragionamento, mancano la costruita regalità e la tragicità del sovrano. E se la seduzione s’incolla ancora addosso come una sanguisuga al corpo e alla mente della regina Anna, un brano di teatro che Lisa Lendaro rende al meglio, non mi pare che arrivi a simpatiche zaffate quella stessa seduzione che dovrebbe inebriare l’intero pubblico. Si avverte il “Grande Meccanismo” decifrato da Jan Kott, regge tragicamente bene l’equazione con i tanti dittatorelli di oggi, ma la seduzione sembra essere altra cosa. Sottolinea il responsabile della nuova drammaturgia: “Volevamo far capire che Riccardo non è una creatura rinascimentale di fantasia, che essere malvagio era ed è una questione di scelta, ergo dovremmo guardarci intorno con cautela, perché chiunque potrebbe fare quella scelta, sebbene inizialmente non sia aiutato da titoli nobiliari ed eserciti, ma dalla corruzione, dai media e dalle fake news. I mezzi possono essere cambiati, le intenzioni e le reazioni umane no, e la guerra e la morte sono ancora il risultato finale.” Uno sguardo sulla nuova umanità quindi, dove attorno al malvagio circolano i tradimenti, il sangue, le complicità, le paure, il desiderio che porta ad un comune punto finale.

Tutto questo per cercare di trasmettere la personale convinzione che dell’opera di Shakespeare sia rimasto ben poco. Anzi dimentichiamola. C’è un altro sguardo, un’altra preoccupazione. Se allora il pubblico vorrà pensare, cancellato il tratto della regalità, tabula rasa, ad un capitano d’industria della nostra epoca, ad un cinico signore che non bada ai mezzi e alle misure per raggiungere quella poltrona messa (troppo) in alto, a un politico, certo, ancora lui, che con le armi più strane raggiunge quei fini che si è prefisso, allora la riscrittura firmata da Szabò-Székely è una felicissima quanto intelligente parabola che non poggia tanto sul mantenimento dei nomi originali, Buckingham, Clarence, Rivers, Hastings, ma piuttosto su precisi “paradigmi della tragedia”, universali. Che allargano i limiti di un palazzo e di un regno per raggiungere tempi e spazi ben più ampi. E allora ogni tassello si ricompone con efficacia nel proprio spazio. Ma quel sovrano, no, per luinon c’è più posto. Fermo restando, in onor di onestà, che in locandina è correttamente stampato “da Shakespeare”: e con quel cambio di preposizione abbiamo il preteso per muoverci come vogliamo. Székely è inaspettata: “Non sarò mica io Riccardo III?” Quel capitano d’industria, quel cinico signore, quel politico, quell’io, Paolo Pierobon li rende con la perfezione che gli conosciamo da tempo, cranio rasato e pizzetto e mano sinistra guantata sempre in tasca in esterno, malvagità e calcolo, ferocia e finzione in petto, tratteggiati con grande bravura. Si replica sino a domenica 26 marzo.

Elio Rabbione

Le foto di scena sono di Luigi De Palma

Rock Jazz e dintorni a Torino: Max Pezzali e Tommy Emmanuel

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al Lambic è di scena Tricarico. Al Pala Alpitour  doppio “sold out” per Max Pezzali. Al Cafè Des Arts suona il sassofonista Gianni Denitto. All’Alfieri si esibisce il virtuoso chitarrista Tommy Emmanuel affiancato da Mike Dawes.

Martedì. Al Blah Blah suona il Trio Marciano. Al Teatro Concordia di Venaria si esibisce il rapper Shiva mentre al MAO è di scena Ana Roxanne.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana suonano i Manomanouche. Al Teatro Concordia si esibiscono, festeggiando il loro  decennale, gli Eugenio in Via di Gioia.

Giovedì. All’Open Factory di Nichelino è di scena il cantautore Setak. Al Pala Alpitour arriva Gianni Morandi. Al Jazz Club si esibisce la cantautrice Amanda Pascali. Al Teatro Colosseo è di scena Francesca Michielin.

Venerdì. Al Magazzino sul Po si esibiscono i Crema. Al Pala Alpitour arriva Salmo. Al Teatro Colosseo suonano I Musici di Francesco Guccini. Omaggio a Nina simone da parte della cantante americana Judi Jackson all’Off Topic. Al Blah Blah si esibiscono i MalClango. Al Folk Club è di scena Rhiannon Giddens in coppia con Francesco Turrisi. Al Bunker suonano i Cripple Bastards mentre allo Ziggy sono di scena gli Sewerheads.

Sabato. Alla Suoneria di Settimo Torinese si esibisce il duo Magoni-Spinetti in arte Musica Nuda. Al Teatro Colosseo recital di Nino D’Angelo. Al Folk Club è di scena Baba Sissoko in duo con il jazzista Antonello Salis. Al Pala Alpitour arriva Eros Ramazzotti. A El Paso suona Kent Nielsen.

Domenica. Al Jazz Club è di scena il pianista Emanuele Sartoris in duo con il trombettista Giampaolo Casati. All’Hiroshima Mon Amour rap con i Ketama 126.

Pier Luigi Fuggetta

Una targa in memoria del bassista dei Nomadi

Dante Pergreffi, bassista del gruppo I Nomadi fra il 1984 e il 1992, ha da oggi una targa in sua memoria in piazza Villari, nel cuore della Circoscrizione 5. Una collocazione significativa, avvenuta ieri, in quanto il fulcro della piazza è costituito dal giardino che già nel 2017 era stato intitolato al ricordo di Augusto Daolio, voce e leader carismatico del gruppo. I due artisti, peraltro, scomparvero a pochi mesi di distanza uno dall’altro.

Nel corso della cerimonia che ha preceduto lo scoprimento della targa, la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo ha evidenziato come “oggi si sia compiuta un’ideale reunion di amici veri a lungo attesa dai fans torinesi dei Nomadi”, sottolineando che l’impegno civile e cantato dei Nomadi sia stato nei decenni improntato a quegli stessi valori di tolleranza, pace e libertà che “la Città di Torino, da parte sua, cerca di mettere al centro del suo agire, in un momento storico di particolare difficoltà, dove al  solito sono gli ultimi a pagare il prezzo più alto”.

La presidente ha poi espresso l’apprezzamento per il fan club “I Vagabondi della Mole”, “a cui va il merito di avere mosso i primi passi verso lungo viaggio della memoria” nel segno di Dante Pergreffi e Augusto Daolio: “uniti nel cuore, nell’arte e nel destino”, ha concluso la presidente Grippo, i due artisti costituiscono “un modello ispiratore senza tempo per tanti giovani che attraverso la musica – e l’arte in generale – si riconoscono in un linguaggio espressivo per trovare un proprio posto nel mondo”.

La giornata odierna non ha però visto idealmente riuniti soltanto Augusto Daolio e Dante Pergreffi: a scoprire la targa in memoria del loro antico amico e collega, c’erano proprio I Nomadi, guidati da un commosso Beppe Carletti, il tastierista protagonista e testimone della continuità di una storia musicale e civili che prosegue da decenni. Nel corso della cerimonia sono intervenuti anche il presidente della Circoscrizione 5, Enrico Crescimanno, e il vicepresidente dei “Vagabondi della Mole”, Salvatore Sblando.

Dopo lo scoprimento della targa in memoria di Dante Pergreffi (il “Principe Desiderio”, come lo chiamavano affettuosamente nel gruppo), collocata a lato di quella che intitola il giardino ad Augusto Daolio, la cover band “Altri noi” ha eseguito alcuni brani del repertorio storico dei Nomadi, intonati ad alta voce anche da molti fra il centinaio di presenti.

Videomaker in erba, ecco i vincitori del progetto di storia

“Approfondire, conoscere, appassionarsi per i ragazzi è segno distintivo sempre e per ogni settore e argomento. Ma quando questo voler sapere ed entusiasmarsi si rivolge alla storia, ancor più a quella contemporanea, diventa vero elemento di crescita. Per ogni singolo ragazzo certo, ma di conseguenza per l’intera comunità in cui questi giovani crescono e vivono”, dichiara Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale. “Investire risorse su progetti come questo, che ha visto vincitori gli studenti della VBT del Bodoni-Paravia di Torino, vuol dire investire nella nostra società. Significa dedicarsi e spendersi per rendere migliore questo nostro tempo”.

“La Regione Piemonte è stata tra le prime realtà a promuovere un progetto di studio sulla storia contemporanea, che è arrivato alla sua 42° edizione, e che nel corso di questi decenni ha coinvolto decine di migliaia di studenti delle scuole secondarie e degli enti di formazione professionale, organizzando viaggi studio nei luoghi della memoria in Italia e Europa”, commenta Daniele Valle, vicepresidente del Consiglio regionale, delegato al Comitato Resistenza e Costituzione. “Tutto questo è stato possibile grazie al coinvolgimento dei docenti e al lavoro degli Istituti storici della Resistenza in Piemonte, che sono tra i partner più importanti del Comitato Resistenza e Costituzione. Il Comitato è nato a metà degli anni Settanta dalla convinzione che per fare Memoria e per difendere i valori della Resistenza e i principi della nostra Carta costituzionale è necessario un lavoro istituzionale ma soprattutto culturale ed educativo. Cercando di utilizzare linguaggi nuovi per riuscire a coinvolgere i più giovani. Per questo, quest’anno, accanto al tradizionale elaborato scritto, abbiamo voluto prevedere più forme di partecipazione, come la fotografia, il torneo di dibattito e il cortometraggio”.

Il bando di concorso prevedeva tre tracce: la prima invitava ad approfondire il tema della violenza politica nella storia dell’Italia e dell’Europa nella prima metà del Novecento, in occasione del centenario della Marcia su Roma e della strage di Torino del 18 dicembre 1922, la seconda era incentrata sul racconto della guerra in corso in Ucraina e la terza sull’emergenza ambientale.

Gli studenti potevano partecipare presentando un elaborato scritto, una foto, un breve trailer video oppure prendendo parte a un torneo di dibattito.

La classe 5BT del Bodoni-Paravia ha proposto un breve video, interpretato dagli studenti stessi che, anche attraverso alcuni flashback fra passato e presente, hanno ricordato la strage del 18 dicembre 1922, perpetrata dai fascisti contro gli oppositori del regime e riflettuto sugli ideali che animavano antifascisti e liberali.

Come premio, i vincitori potranno sviluppare il soggetto proposto nel trailer realizzando un vero e proprio cortometraggio, grazie a un percorso formativo finalizzato a questo obiettivo, organizzato dall’Associazione Aiace Torino. Il film verrà poi proiettato in occasione della premiazione al Salone del libro e successivamente in una sala cinematografica con una proiezione dedicata alle famiglie e alle scuole.

Alla categoria video del concorso, che è una modalità proposta per la prima volta dal bando, hanno partecipato 10 istituti superiori per un totale di 188 allievi.

Italia-Brasile 3 a 2 Il ritorno. A teatro

TSN – Teatro Superga Nichelino (TO) 

Venerdì 17 marzo, ore 21

Nel 2022 si è festeggiato un doppio anniversario: il quarantennale dell’epica partita al Sarrià di Barcellona e il ventennale del debutto dello spettacolo Italia-Brasile 3 a 2.

La nuova messa in scena, al Teatro Superga venerdì 17 marzo, rivisita il testo originale anche in considerazione del fatto che nel frattempo il mondo è cambiato, diverse sono le urgenze, i vuoti urlano più dei pieni. Italia-Brasile 3 a 2 opera su un doppio binario: da un lato la coscienza collettiva per cui il ricordo della partita del mondiale del 1982 segna un atto identitario e comunitario, dall’altro la coscienza intima, ovvero l’operazione privata di scomposizione e ricomposizione dei temi e dei sentimenti affrontati e rapportati al proprio vissuto personale. La partita epica della nazionale contro il Brasile diventa uno strumento liberatorio, il suo ricordo è intriso di gioia e questo restituisce al dispositivo teatrale il suo ruolo di costituente della coscienza comunitaria.

Venerdì 17 marzo, ore 21

Italia Brasile 3 a 2 Il ritorno

Di e con Davide Enia

Musiche in scena Giulia Barocchieri, Fabio Finocchio

Luci Paolo Casati

Suoni Paolo Cillerai

Produzione Teatro Metastasio di Prato, Fondazione Sipario Toscana

Collaborazione alla produzione Fondazione Armunia Castello Pasquini Castiglioncello-Festival Inequilibrio

Biglietti: platea 20 euro, galleria 15 euro

Info

Teatro Superga, via Superga 44, Nichelino (TO)

www.teatrosuperga.itbiglietteria@teatrosuperga.it

IG + FB: teatrosuperga

Telegram: https://t.me/tsnteatrosuperga

 

So che stai ancora aspettando, chiedendoti dove sia il mio cuore

MUSIC TALES, LA RUBRICA MUSICALE 

“Quindi, anche se potessi, non tornerei al punto di partenza

So che stai ancora aspettando, chiedendoti dove sia il mio cuore

Preghi che le cose non cambino, ma la parte più difficile è che ti stai rendendo conto che forse io, forse non sono la stessa

e quello che stai aspettando non c’è più, comunque”

Non c’è troppo da dire ancora su Olivia Dean, classe 1999, giovanissima quindi ma molto molto brava a mio parere.

La cantante inglese ha iniziato la sua carriera lavorando in collaborazione con Rudimental .

È stata nominata artista rivoluzionaria dell’anno 2021 da Amazon Music ed ha registrato una versione esclusiva di ” The Christmas Song ” di Nat King Cole per la line-up di Christmas Originals 2021 di Amazon.

Dean è nata nel distretto londinese di Haringey da padre inglese e madre

giamaicano-guyanese ed è cresciuta a Walthamstow .

Ha preso lezioni di teatro musicale e ha partecipato a un coro gospel sin dalla giovane età.

Ha poi frequentato la BRIT School dove si è forgiata per regalarci quel che sentiamo.

Nulla di più di questa chioma meravigliosa dalla voce calda e profonda, almeno per ora, ma mi piace parlare di artisti magari non in vista come i “grandi” conosciuti agli occhi di tutti.

Dare spazio a nuove sonorità, a nuove idee ed ad artisti giovani ed onesti nella rappresentazione dell’arte.

“La fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità.”

CHIARA DE CARLO

Buon ascolto di “The hardest part”

https://www.youtube.com/watch?v=72p1VhZhlMU&ab_channel=OliviaDeanVEVO

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

Storie non ordinarie a teatro

STAGIONE SGUARDI

II edizione

Pianezza (TO)

27 ottobre 2022 – 1 giugno 2023

Prosegue giovedì 16 marzo, alle ore 21, nel comune di Pianezza, in provincia di Torino, la seconda edizione della stagione Sguardi, con la direzione artistica di Silvia Mercuriati, che quest’anno è dedicata a Storie non ordinarie. La stagione, organizzata con il contributo di Regione Piemonte, Fondazione CRT, Comune di Pianezza, in collaborazione con Fondazione Piemonte dal vivo, Villa Lascaris e Barrocco, è un “Progetto selezionato dal bando Corto Circuito 2022 – Piemonte dal Vivo”.

Lo spettacolo in scena al BARROCCO, la Chiesa di San Rocco, dismessa ad usi profani dal 1982, per la quale nel 2002 venne avviato un grande progetto di ristrutturazione con fondi europei che la riqualifica come centro di cultura e spettacolo, gestito dall’associazione Il Coro Onlus è QUESTA È CASA MIA. Dolor hic tibi proderit olim, scritto, diretto e interpretato da Alessandro Blasioli. Questa è casa mia è il racconto delle peripezie vissute dalla famiglia Solfanelli a seguito del terremoto d’Abruzzo del 2009, ma è anche la storia di un’amicizia, quella tra Paolo e il suo inseparabile compagno Marco, travolta anch’essa dalla potenza della natura e dall’iniquità umana. Un one man show, un monologo di teatro civile vincitore di sedici riconoscimenti nazionali in cui, mediante i principi della Commedia dell’Arte e con una scenografia minimale, Blasioli, giovane attore e drammaturgo abruzzese, alterna serio e faceto, folklore e denuncia, evidenziando la realtà di tutti i paesi che versano nella stessa condizione de L’Aquila, vittime dell’inefficienza statale prima che della natura, in uno dei Paesi europei a più alto rischio sismico. Blasioli è “uno, nessuno e centomila” nel tentativo di portare sul palcoscenico un dramma collettivo fatto di mille voci e mille nomi che si condensano tutti nell’unica figura dell’attore in scena e nel monito che appare luminoso su una rete metallica “Dolor hic tibi proderit olim”: “Un giorno questo dolore ti sarà utile”.

Questa è Casa Mia” è uno spettacolo intenso e complesso, in cui i freddi dati della cronaca, i numeri e le lettere della burocrazia si intrecciano con le emozioni e la forza viscerale della materia umana che narra la propria storia.

Alessandro Blasioli, classe 1992, dopo aver conseguito il diploma e il Bachelor in Acting presso l’Università del Galles, studia Commedia dell’Arte a Parigi, presso l’Accademia A.I.D.A.S., con i maestri Carlo Boso, Nelly Quette, Elena Serra e Florence Leguy. Di ritorno dall’esperienza francese fonda, insieme ad altri colleghi, la Compagnia Sasiski! con la quale consegue diversi premi. Nel 2015 prende parte alla VI edizione del Festival Internazionale di Scherma Scenica Silver Sword di Mosca, ottenendo la Menzione d’Onore del Presidente di Giuria. “Questa è casa mia”, monologo di Teatro Civile sul post-sisma aquilano; la sua messa in scena al teatro India in occasione del festival Dominio Pubblico gli permette di essere insignito del premio Miglior Interprete maschile, bandito dal NUOVOImaie.

INFO E PRENOTAZIONI

telefono +39 3278183448

sguardi@progettozoran.com

www.sguardi.art

BIGLIETTERIA:

INTERO: 18€

RIDOTTO: 15€ (under 25, over 60, associazioni convenzionate con la Stagione)

È possibile utilizzare il bonus docente o 18APP

LOCATION 

Barrocco – Piazza SS.Pietro e Paolo, 3, 10044 Pianezza TO

Foto Manuela Giusto

Il “Premio Gianmaria Testa 2023” al cantautore pescarese Domenico Imperato

 

Moncalieri (Torino)

Cantautore e produttore musicale pescarese (già “Premio Fabrizio De André nel 2014”, due dischi pubblicati, “Postura Libera” nel 2014 e “Bellavista” nel 2018) è il giovane Domenico Imperato il vincitore del moncalierese “Premio Gianmaria Testa 2023”. Dopo aver superato la selezione di oltre 170 brani provenienti da tutt’Italia, Imperato si è imposto sugli altri cinque finalisti, con il brano inedito “Sorridi”, nella cerimonia di premiazione tenutasi al “Teatro Superga” di Nichelino, grazie al giudizio della giuria presieduta da Eugenio Bennato e ottenendo una targa e un premio di 1.500 euro oltre a un’esibizione che si terrà a settembre durante il Festival “Ritmika 2023” al “Pala Expo” di Moncalieri. Al duo folk – rock di origini siciliane “Corimè” ( i fratelli Roberto e Maurizio Giannone) è andato invece il “Premio speciale per la migliore esibizione dal vivo”, per la loro interpretazione di “Extra Muros” di Gianmaria Testa.

Non credo assolutamente che uno faccia musica – ha dichiarato Imperato – con la missione di vincere gare e concorsi, ma questo riconoscimento, in questo momento, fa tanto bene. Ringrazio tutte le persone che mi seguono ai concerti e che hanno speso delle buone parole per me e la mia musica. Ringrazio, nonostante tutto, anche chi non mi ha capito e chi non mi ha voluto: piano piano riusciremo a capirci“.

Durante l’evento, inserito all’interno della 43esima edizione del Premio Letterario“Città di Moncalieri”, organizzato dall’Associazione Culturale “Saturnio”, ha avuto luogo anche la premiazione dei poeti vincitori della “Sezione Silloge Edita”, ovvero della friulana (oggi residente fra Torino e Milano) Mary Barbara Tolusso con “Apolide” (Mondadori) e il milanese Marco Balzano con “Nature Umane” (Einaudi).

Sono contrario alle giurie – ha sottolineato Bennato prima di chiudere la serata con la sua esibizione dal vivo – e questa sera a maggior ragione, perché ci sono cinque finalisti che hanno fatto cinque esecuzioni splendide sia nell’inedito che nel brano di Gianmaria Testa. Ho sentito tanta arte, tanta musicalità, tanta bravura per cui vorrei in questo momento vigliaccamente tirarmi fuori e dire: hanno vinto tutti”.

L’evento più intenso e suggestivo della serata, nata per ricordare il cantautore-ferroviere, “il più francese dei cantautori italiani” (nativo di Cavallermaggiore e scomparso ad Alba proprio sette anni fa), è stato l’esibizione dal vivo di Neri Marcorè che, attraverso le sue canzoni ha reso omaggio alla poetica di Gianmaria Testa, accompagnato da Domenico Mariorenzi(pianoforte e chitarra) e Stefano Chiabrera(violoncello). Infine, nella stessa serata, è stato annunciato che grazie a “Egea Music” e “Produzioni Fuorivia” si realizzerà un cd con le canzoni inedite dei cinque finalisti e la loro interpretazione del brano di Gianmaria Testa, scelto da ognuno di loro per l’interpretazione live, che sarà distribuito in tutta Italia e diventerà una sorta di importante biglietto da visita del “Premio”.

g. m.

 

Nelle foto:

–       Gianmaria Testa

–       Domenico Imperato

–       Mary Barbara Tolusso

Lovers Film Festival, inizia il conto alla rovescia

La più antica rassegna cinematografica sui temi LGBTQI+ d’Europa e terza nel mondo

(Torino, 18 – 23 aprile 2023, Cinema Massimo – Museo Nazionale del Cinema)

 

Il 18 marzo anticipazione del festival con l’anteprima nazionale di

Stranizza d’amuri di Giuseppe Fiorello presente in sala con Vladimir Luxuria

 

Omaggio a Maurizio Costanzo con la proiezione di Una giornata particolare

il film di Ettore Scola di cui ha firmato la sceneggiatura

 

Presidenti delle tre sezioni competitive i rappresentati di alcuni dei principali festival LGBTQI+ d’Europa

(Gran Bretagna, Ucraina e Estonia)

Inizia ufficialmente il conto alla rovescia del Lovers Film Festival, il più antico festival italiano sui temi LGBTQI+ (lesbici, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali) diretto da Vladimir Luxuria e fondato da Giovanni Minerba e Ottavio Mai che si svolgerà dal 18 al 23 aprile 2023 presso il Cinema Massimo, la multisala del Museo Nazionale del Cinema di Torino.

 

L’anteprima nazionale di Stranizza d’amuri

Il 18 marzo, alle 19.30, al Cinema Nazionale (biglietti: https://cctorino.18tickets.it/film/16135 – https://nazionale.cctorino.18tickets.it/) – in anteprima nazionale – verrà proiettato Stranizza d’amuri, il nuovo film di Giuseppe Fiorello presente in sala con la direttrice di Lovers Vladimir Luxuria. La pellicola sarà poi nei cinema italiani dal 23 marzo.

Dedicato a Giorgio e Antonio, vittime del delitto di Giarre, avvenuto nel 1980 in provincia di Catania il film è diretto da Giuseppe Fiorello: attore, regista, sceneggiatore e produttore. Stranizza d’amuri è il suo primo lungometraggio da regista per il cinema.

Sicilia 1982. Mentre le televisioni trasmettono i mondiali di calcio e gli italiani sperano nella coppa del mondo, due adolescenti sognano di vivere il loro amore senza paura.

Gianni e Nino si incontrano per caso e poi si amano per scelta.

Il loro amore sarà puro e sincero, ma non può sottrarsi al pregiudizio del paese che non comprende e non accetta. Il loro amore non sarà compreso nemmeno dalle rispettive famiglie, generando così un conflitto interno forte e doloroso.

Stranizza d’amuri racconta il sogno di amarsi senza paura.Nel cast del film, prodotto da Eleonora Pratelli e Riccardo Di Pasquale e distribuito da Bim Distribuzione, Gabriele Pizzurro, Samuele Segreto, Fabrizia Sacchi e Simona Malato.

Una produzione Iblafilm, Fenix Entertainment con Rai Cinema e in associazione con Silvio Campara, Golden Goose e Generalife.

L’omaggio a Maurizio Costanzo

Lovers, quest’anno, renderà omaggio a Maurizio Costanzo, a pochi mesi dalla sua scomparsa, con la proiezione di un capolavoro di cui firmò la sceneggiatura: Una giornata particolare (1977) diretto da Ettore Scola e interpretato da Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Il film, che ha ottenuto 2 candidature agli Oscar e ha vinto 3 Nastri d’Argento, 2 David di Donatello e vinto un premio ai Golden Globes, è ambientato nella Roma fascista del 1938. La città è in festa per l’arrivo del Führer in visita al duce e, in un edificio popolare Antonietta, distrutta dalle gravidanze e dalle fatiche, apre la gabbietta del merlo che va a posarsi sul davanzale di un appartamento di fronte al suo. Quello di Gabriele, ex annunciatore dell’EIAR che sta preparando la valigia in attesa di andare al confino perché omosessuale. Mentre la radio continua a trasmettere la radiocronaca dell’incontro tra Hitler e Mussolini, Antonietta e Gabriele si rispecchieranno l’una nell’altro.

A Maurizio Costanzo devo molto, anzi moltissimo – commenta Vladimir Luxuria – e vorrei usare il plurale. Dobbiamo moltissimo. Perché è stato il primo a sdoganare in tempi non sospetti, in Tv nelle trasmissioni di massa, temi ostici come la lotta all’omofobia, l’omosessualità e l’identità di genere come nel mio caso. Invitandomi spesso ai suoi talk show a cui sono stata anche con mia madre. Ma gli dobbiamo anche riconoscenza e gratitudine per aver scritto la sceneggiatura di uno dei film più belli della storia del cinema italiano: Una giornata particolare, una pellicola ancora molto attuale che tratta il tema della censura e che racconta poeticamente due solitudini che si incontrano”.

 

I presidenti di giuria, i film e le sezioni competitive

Il programma comprenderà circa 60 titoli tra lungometraggi, documentari e cortometraggi provenienti da tutto il mondo. Tre le sezioni competitive principali: All The Lovers, concorso internazionale lungometraggi; Real Lovers, concorso internazionale documentari e Future Lovers, concorso internazionale cortometraggi.

Le tre giurie, per la prima volta nella storia del festival, saranno presiedute dai rappresentati di alcuni dei principali festival LGBTQI+ d’Europa.

 

“L’anno scorso la scelta dei presidenti di giuria era legata alla militanza e alla storia del movimento omosessuale italiano, quest’anno invece abbiamo deciso di chiamare i rappresentanti di festival cinematografici internazionali a tematica LGBTQI+ per rimarcare il ruolo del cinema e della cultura in generale nella lotta per i diritti” afferma Vladimir Luxuria.

Per il concorso internazionale lungometraggi: Brian Robinson, programmer del BFI Flare, LGBTQIA+ Film Festival di Londra.

Per il concorso internazionale documentari: Bohdan Zhuk che lavora al Kyiv International Film Festival Molodist, il più importane festival cinematografico ucraino, per cui cura anche la selezione di Sunny Bunny, il programma a tema LGBTQI+ della manifestazione.

Per il concorso internazionale cortometraggi: Tiina Teras responsabile della programmazione di Festheart, il primo festival a tematica LGBTQI+ estone.

 

Gli altri premi

Una giuria di giovani studenti assegnerà poi il premio Young Lovers – Matthew Shepard scegliendo un film del concorso internazionale lungometraggi.  Verrà assegnato un premio speciale dedicato a Giò Stajano che Lovers, da un’idea dello scrittore Willy Vaira e di Claudio Carossa, dedica alla memoria di Giò Stajano, una delle figure più importanti e significative della cultura LGBTQI italiana. Il premio Torino Pride, verrà assegnato dal Coordinamento Torino Pride, in collaborazione con l’associazione Amiche e amici della cultura e del Festival del Cinema LGBT, a un film che rappresenti al meglio la lotta e la militanza della comunità LGBTQI+.

Infine il premio Riflessi nel Buio, dedicato a un film realizzato in un Paese dove la condizione omosessuale è un pericolo e un rischio a volte per la vita.

Vauro Senesi per il Lovers Film Festival

È Vauro a firmare l’immagine 2023.

“Stiamo vivendo un periodo di immobilismo rispetto ai diritti della comunità LGBTQI+. Come se tutti fossimo attaccati a una fune. L’immagine che ha pensato per noi Vauro e che ci ha donato porta invece con sé una speranza: che un giorno la fune si possa spezzare e che finalmente le nostre vite e la nostra dignità possano prendere il volo.

 

Noi, con il cinema, cerchiamo di volare e di far volare il nostro pubblico con la fantasia ma speriamo anche che a questa nostra battaglia culturale possa seguire presto una battaglia politica: confido che potremo non solo festeggiare presto il quarantennale del festival ma anche il raggiungimento di nuovi traguardi sociali con la conquista di nuovi diritti” commenta la direttrice Vladimir Luxuria.

Dicono. Dicono che l’aquilone sia simbolo di libertà. Vola, volteggia nel vento. Ma. Ma è legato ad un filo. Quel filo può essere duro come il pregiudizio, può essere resistente quanto l’odio, freddo come l’insofferenza. Quel filo può essere una catena. Libertà è che la catena, il filo si spezzi. È il vento la libertà, non l’aquilone, pur con tutti i suoi nastri e colori. Il vento non ha colore ma soffia o sussurra dove vuole. Il vento può liberare l’aquilone se il filo si rompe” afferma Vauro.

Vauro Senesi, noto semplicemente come Vauro, è giornalista, scrittore, vignettista satirico, ha effettuato come inviato diversi reportage dall’Iraq, dalla Palestina, dall’Afghanistan, dalla Sierra Leone, dal Sudan, dall’Ucraina. Ha firmato vari libri e collaborato con varie testate giornalistiche fra cui Il Manifesto e, oggi, Il Fatto Quotidiano.

Molte anche le collaborazioni con la televisione: con la trasmissione di informazione Annozero, condotta da Michele Santoro; dal 2011 con Servizio Pubblico su La7. Per L’aria che tira ha curato la rubrica Il Vauro che tira.

Il Lovers Film Festival è realizzato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e si svolge con il contributo del MiC, della Regione Piemonte e del Comune di Torino.

Le immagini sono scaricabili a questo link:

https://drive.google.com/drive/folders/1GoJ-Qmfp1BoW3ZCcC_B1hgOgPT5NiUvg?usp=share_link

Rock Jazz e dintorni a Torino: Renato Zero e i Lou Dalfin

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al Cafè Des Arts suona il gruppo  del sassofonista Gianni Denitto.

Martedì. Al Green Pea per “Jazz On The Roof”, concerto di Lil Darling.

Mercoledì. Al Blah Blah si esibisce Steve Rawles. Al teatro Colosseo Massimo Ranieri presenta lo spettacolo “Tutti i sogni ancora in volo”. Allo Spazio 211 è di scena il cantautore Adam Green insieme all’attore Francesco Mandelli.

Giovedì. Al teatro Giacosa di Ivrea Alice rende omaggio a Franco Battiato. Al Cafè Neruda il trio di Luigi Tessarollo suona con il sassofonista Renato D’Aiello. Al Jazz Club si esibiscono i Nandha Blues. Allo Ziggy performance di Alessandra Zerbinati dal nome “Waiting”, alchimia tra danza , teatro e rumorismo.

Venerdì. Alla Suoneria di Settimo suonano gli occitani Lou Dalfin. Al Pala Alpitour primo di 2 concerti consecutivi per Renato Zero. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce Tonino Carotone. Allo Spazio 211 sono di scena i BRX!T con i Lamecca. Al Folk Club si esibisce la cantante e violinista Carrie Rodriguez. Al Blah Blah suonano i Nightstalker. Al Magazzino di Gilgamesh è di scena il bluesman Harry Hmura. Al Maffei per la rassegna “Aut Aut”, sono di scena Danilo Battocchio e Iznad_o.

Sabato. Al Bunker per “A Feast For Equinox” suonano Propaganda 1904, Agghiastru, Void Cvlt e altri. Alla Suoneria di Settimo si esibisce la Bandabardò e Cisco. Al Magazzino sul Po è di scena Protto. Al Teatro Colosseo arrivano i Nomadi. Allo Ziggy suonano i Marrano e i Moise. Al Blah Blah sono di scena i Meganoidi. Concerto teatrale al Gabrio con Elio D’Alessandro Marta Bevilacqua e Giorgio Canali. Allo Spazio 211 è di scena Cmqmartina. Nell’aula magna del Politecnico suona il quartetto del chitarrista Moreno D’Onofrio.

Pier Luigi Fuggetta