SPETTACOLI- Pagina 141

Note di classica: Marta Argerich, il Quartetto Emerson e Viktoria Mullova le “stelle” di ottobre

Mercoledì 4 alle 18 al Teatro Regio, debutto di “Un mari à la porte”. Operetta in 1 atto di Offenbach. L’Orchestra del teatro Regio sarà diretta da Riccardo Bisatti. Repliche fino a sabato 14.

Lunedì 9 alle  20.30 per lingottomusica all’Auditorium Agnelli, l’Orchestra De Sono diretta da Antonello Manacorda e con Viktoria Mullova al violino, eseguirà musiche di Mendelssohn e Beethoven. Mercoledì 11 alle 20.30 al Conservatorio per l’Unione Musicale, il Quartetto Emerson eseguirà musiche di Purcell-Britten, Ravel e Beethoven. Sabato 14 alle 20.30 all’Auditorium Toscanini concerto straordinario con l’Orchestra Rai diretta da Andrès Orozco-Estrada impegnata ad eseguire musiche di Mozart e Musorgskij. Sempre sabato 14 alle 18 al teatro Vittoria, Francesco Bergamini violino, Lucia Sacerdoni violoncello, Matteo Cotti virginale  con Antonio Valentino, presentano “Costellazioni”. Martedì 17 alle 20 al teatro Vittoria, Raiz & Radicanto eseguono “Neshama” . Il concerto sarà preceduto alle 19.30 da un aperitivo.

Mercoledì 18 alle 20.30 al Conservatorio per l’Unione Musicale, il Quartetto Arod eseguirà musiche di Haydn, Attahir e Debussy. Mercoledì 25 alle 20.30 al Conservatorio sempre per l’Unione Musicale, Igor Levit al pianoforte eseguirà musiche di Liszt, Mahler, Wagner, Giovedì 26 alle 20.30 e venerdì 27 alle 20 , all’Auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Fabio Luisi e con Martha Argerich al pianoforte, eseguirà musiche di Beethoven e Cajkovskij.

Pier Luigi Fuggetta

A Torino nasce il festival delle arti popolari di Casa Fools


VANCHIGLIA DIVENTA UN TEATRO A CIELO APERTO

Il 1° ottobre via Bava verrà chiusa al traffico per tutto il giorno: in strada un susseguirsi di performance artistiche, laboratori, concerti e mostre per celebrare il teatro nella forma più popolare. Protagonisti del Festival, oltre agli artisti, anche commercianti, artigiani e associazioni di Vanchiglia, insieme per consolidare l’identità culturale del quartiere

Torino, settembre 2023 – Torino ha un nuovo festival teatrale: domenica 1° ottobre lungo via Bava andrà in scena la prima edizione del “Festival delle Arti Popolari”, una manifestazione gratuita organizzata da Casa Fools per diffondere l’arte e il teatro tra le persone.

Tantissimi attori e attrici, circensi, acrobati, musicist* e ballerin* si esibiranno in strada con performance poetiche e sfavillanti per tutto il giorno. La sera la festa si sposterà presso il palco, allestito per l’occasione in collaborazione con Parade78, dove andrà in scena una serrata line up con incursioni di teatro, stand up comedy, musica e opera lirica. Tra gli artisti coinvolti: Bandaradan, Dom Urban Drummer, Alberto Cipolla, Tom Newton e tanti altri. Nel corso della giornata anche un ricco palinsesto di laboratori, giochi teatrali per bambini, mostre e talk. Dalla mattina sarà attivo anche l’angolo food&drink con i food truck di Rafiky, La Panzerotteria e La Locanda Leggera.

Una giornata di festa in strada possibile grazie alla rete con il quartiere: protagonisti del Festival, insieme agli artisti, saranno gli artigiani, le associazioni e i commercianti di Vanchiglia, presenti lungo la via con postazioni per l’esposizione e la vendita. Sono tante le attività della zona che hanno risposto alla chiamata di Casa Fools aderendo all’iniziativa. La manifestazione, infatti, è un punto di partenza per innescare un rinnovamento nel volto del quartiere partendo dal teatro e dalla cultura.

Da anni Casa Fools, teatro indipendente codiretto da Roberta Calia, Luigi Orfeo e Stefano Sartore, lavora per ricostruire la comunità attraverso l’arte, abbattendo le barriere e i pregiudizi legati a certi luoghi della cultura. Non solo attraverso una politica dei prezzi contenuta, ma anche facendo partecipare attivamente il pubblico alla vita del teatro, coinvolto fin dall’inizio nella direzione artistica.

Anche il Festival delle Arti Popolari è stato voluto e sostenuto dal pubblico: grazie al crowdfunding organizzato nei mesi scorsi, è stata portata a termine la raccolta fondi che ha permesso di coprire una consistente parte dei costi. “Vogliamo trasformare via Bava in un teatro a cielo aperto – esordisce Luigi Orfeovogliamo che il teatro occupi la strada e la restituisca ai cittadini per condividere arte, poesia e umanità. Il Festival delle Arti Popolari è una festa per rendere la cultura il collante per la comunità”. “Per noi popolari sono le forme d’arte che nascono e vivono per le persone – prosegue Roberta Caliache fioriscono tra le fasce della popolazione, lungo le vie e le piazze. Espressioni artistiche che uniscono e sperimentano i generi senza tabù, con l’obiettivo principale di far interagire spettatori e artisti”.

Il Festival sarà anche l’occasione per inaugurare la nuova stagione teatrale 23/24 “Lympha”: da ottobre a dicembre la stagione darà spazio a spettacoli e concerti in collaborazione con le compagnie e gli artisti del territorio, per supportare i professionisti che decidono di restare ed essere una risorsa per la città. Da gennaio a maggio 2024, invece, andrà in scena la programmazione scelta insieme agli abitanti del quartiere tramite il Collettivo Cartellone Condiviso, con produzioni nazionali e internazionali.

Il Festival delle Arti Popolari ha ricevuto il patrocinio della Città di Torino e della Circoscrizione 7. Il Festival è realizzato con il contributo di +Risorse della Fondazione Sviluppo e crescita CRT, di Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando “Linee Guida in ambito culturale”, del Comune di Torino e del MiC nell’ambito del bando ‘Circoscrizioni, che spettacolo… dal vivo!’ della Città di Torino con il progetto “KILOMETROZERO – Teatro Circo e Musica per il territorio”. Il Festival delle Arti Popolari è sostenuto da Iren.


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“E non mi importa se non mi ami più…”

Music Tales, la rubrica musicale

“E non mi importa se non mi ami più

E non mi importa se non mi vuoi bene

Dovrò soltanto reimparare a camminare”

Vi ho già parlato non troppo tempo fa di Edoardo D’Erme, in arte Calcutta.

Classe 1989, cantautore, può piacere o meno ma io adoro i suoi videoclip inveterati e alquanto bizzarri.

Trovo ci sia del gran genio dietro questa penna che probabilmente non incontrerà il gusto di tutti voi.

Calcutta improvvisò alla tastiera il ritornello, registrandolo per caso in un video, poi se ne dimenticò. Anni dopo ritrovò il video e completò la canzone. Decise di chiamare Pesaro la donna protagonista del testo (tenendo in conto il precedente di Roma nun fa’ la stupida stasera), come la città nella quale aveva vissuto per un periodo durante i suoi viaggi solitari.

 Riguardo a questo il cantautore ha affermato:

«Diciamo che non era un periodo felice. Davvero mi ero dimenticato, era un’improvvisazione fatta con la tastiera su cui avevo scritto il ritornello, la strofa l’ho scritta più avanti. L’idea di fondo era che Pesaro, nonostante, la nebbia o il tempo grigio, è una che non si fa fregare. Non che le ragazze non siano intelligenti, ovvio, una volta è pure venuta a lamentarsi dopo un concerto.»

Il testo parla di una persona che deve ricominciare ad andare con le sue gambe dopo la fine di una relazione.

Trovo i “modi” descrittivi di Calcutta dei “modi” geniali e oltremodo particolari.

Sarebbe un Mondo migliore se “Ti amo” e “Addio” si potessero dire una sola volta nella vita. E mai alla stessa persona.

Vi invito all’ascolto ed attendo le vostre impressioni sul brano:” ma cosa mi manchi a fare”

Buon ascolto

CHIARA DE CARLO

(49) Calcutta – Cosa mi manchi a fare – YouTube

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

Le incertezze narrative e registiche di una triste “Felicità”

Sugli schermi l’opera prima di Micaela Ramazzotti

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Gruppo di famiglia (sgangherata) in un interno. Che è uno di quelli infossati nei tanti serpentoni di pareti e balconi tutti eguali della periferia romana, la famiglia è quella di Desirè (“con l’accento”, ci tiene a precisare), ragazza dolce e “strana”, parrucchiera sui tanti set cinematografici della capitale, detta anche “la bicicletta” perché “tutti ci hanno fatto un giro”. Malinconica e per tutti rassicurante, volgarotta, dolce e perdente, non soltanto perché l’attore di turno, nel chiuso della roulotte, prima del ciak, riesce per l’ennesima volta ad approfittarsene: ma perché continua a essere vittima di una coppia di genitori che non fa altro che rinfacciarle fatti e misfatti di una vita, egoista, ricattatoria, con un padre che la sfrutta economicamente (“se non ci aiutiamo tra noialtri”) e una madre pronta a spiattellarle qualsiasi mancato appoggio, cieca come una talpa di quanto stia succedendo in casa sua. Vittima, Desirè, anche di quel professore universitario che l’ha scelta e che dice di amarla, che la porta alle cene chic tra colleghi dove la figuraccia è sempre servita tra tentativi di discorsi e storpiature di parole: una relazione che tra sorrisi e litigate resta in piedi con i continui rattoppi erotici, immediati, frustranti, assurdi ma per entrambi inevitabili. Il suo unico scopo di affetto e di protezione è il fratello Claudio – una pioggia di “Cla’” per il gran romanesco, a tratti incomprensibile, che circola doverosamente nella storia -, ragazzo problematico e depresso, vagonate di pasticche, senza un futuro, “strano”, sull’alterino della madre che continua a stirargli la camicia bianca, pronta per un lavoro che lui nemmeno riesce a fare.

Felicità” è l’opera prima (tristissima e incerta) di Micaela Ramazzotti, scritta con le amiche Isabella Cecchi e Alessandra Guidi, che a Venezia ha vinto il Premio Spettatori nella sezione Orizzonti. Se la è cucita addosso la sua Desirè, le vuole bene, la protegge, la compatisce, la comprende a differenza di quanto furbescamente e malvagiamente non facciano gli altri: ma siccome è tutta sua, una maschera che ormai conosciamo a menadito, altro non è, senza un briciolo di nuova invenzione, che l’ultima tappa – per ora, ne siamo sicuri – di un vecchio percorso, partito da “Tutta la vita davanti” sino a “Gli anni più belli”, passando attraverso piccoli capolavori come “La pazza gioia” e “Vivere” e “La tenerezza”. Le donne, soprattutto, di Paolo Virzì. Una donna squinternata, di animo buono ma strapazzata, sempre affannata, di corsa di qua e di là, sciupata, vicina alla disperazione e al baratro ma in qualche modo pronta a rialzarsi, qualsiasi sia il modo, semplice in quella vita che tira avanti a fatica. Prevedibili personaggio e attrice, senza equivoci, il che in non poche situazioni sminuisce quell’affetto e anche quell’autenticità che Ramazzotti ha fatto di tutto per infonderle.

Si sarebbe tentati di dire che ha pensato troppo a se stessa, mettendo in ombra gli altri, lasciandoli ai luoghi comuni e a certe caricature di troppo, a certi sopra le righe, come è il padre Max Tortora, nella sua sguaiataggine, in quella scena d’ospedale davanti al letto dell’immigrato, nel redde rationem nello studio della psicologa, nell’incontro burrascoso con il mancato genero, con lo sgambetto che il regista Veronesi gli tende tra le maestranze del film. Intenzioni di Ramazzotti, va bene, ma una briglia più serrata avrebbe giovato al racconto e al personaggio. Più a suo agio Sergio Rubini nelle frustrazioni del suo professore, nella ribellione che s’accende su altre scelte; da elogiare il fratello Matteo Olivetti, anche se il suo Claudio (rimaniamo di più di fronte allo svilupparsi dei rapporti con Desirè ma della malattia sappiamo in definitiva poco, con accenni sempre eguali) più di altri rientra nei difetti del film, le cose non dette, i personaggi non sviluppati abbastanza, e poi le volgarità disseminate troppo spesso, le scene interrotte di fretta. Di prim’ordine, al contrario, le persone di cui l’autrice ha saputo e voluto circondarsi, da Jacopo Quadri, per il montaggio, a Luca Bigazzi per la fotografia, a Carlo Virzì per le musiche.

Blues, soul e funk, mercoledì 27 settembre in Osteria Rabezzana

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Mercoledì 27 settembre, ore 21.30

Martin Craig & The Black City

Blues, soul e funk, mercoledì 27 settembre in Osteria Rabezzana, con Martin Craig & The Black City. Il loro spettacolo è caratterizzato da un sound 100% funky basato sul groove e da un’energia coinvolgente.

Martin Craig è un chitarrista e compositore italo-americano nato a Rivoli nel 1984. La sua carriera di oltre vent’anni l’ha portato a suonare in diversi tour in Italia e all’estero, supportato dalle sue band Ossi Duri e The Black City; ha collaborato con artisti di calibro nazionale e internazionale quali Ike Willis (Frank Zappa), Elio, Lola Gulley, Bunna (Africa Unite) e molti altri.

Formazione

Martin Craig, chitarra

Juan Carlos Calderin, batteria

Tonino Chiodo, basso

Paolo Parpaglione, sax

Ora di inizio: 21.30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

Rock Jazz e dintorni a Torino: Martin Craig e Paolo Benvegnu.

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al Lambic Morgan replica per 2 sere consecutive.

Martedì. Al Blah Blah suonano gli svedesi Baby Jesus. Per il festival “To Listen To” a Villa della Regina è di scena Jèrome Noetinger.

Mercoledì. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce Paolo Benvegnu. All’Osteria Rabezzana suona Martin Craig & The Black City.

Giovedì. All’Hiroshima è di scena Giuliano Dottori. Per “To Listen To” al Conservatorio suona la The Orchestra Of Futurist Noise Intoners diretta da Luciano Chessa.

Venerdì. Al Circolo della Musica Rivoli si esibisce il cantautore Gnut. Al Museo Storico Reale Mutua suonano Giorgio Li Calzi e Paolo Dellapiana. All’Hiroshima è di scena la cantante Lidiya Koyccheva e la Balkan Orchestra. Al Cap 10100 per “La Postura del consenso” si esibiscono le Bambole di Pezza.  Al Conservatorio per “To Listen To”suonano: l’Ensemble Elettroacustico SMET, Tomoko Sauvage e i percussionisti Stanislas Pili, Nicholas Remondino, Sebastiano De Gennaro in duo con Andrew Quinn.

Sabato. Al teatro Colosseo sono di scena gli Scott Bradlee. Al Magazzino sul Po suonano i Xiu Xiu. Al Cap 10100 sono di scena Elasi e I’m Not a Blinde. All’Imbarchino si esibiscono Monopoly  Child Star Searchers con i Wow. Allo Ziggy suonano i The Foreign Resort. Al Conservatorio conclusione di “To Listen To” con James Dashow e il chitarrista Paolo Angeli. Al Blah Blah si esibiscono gli Hollywood Killerz.

Domenica. Alla bocciofila Rami Secchi è di scena Amantes Del Futuro. Al Bunker  “Krisma Tv Day” con Andy dei Bluvertigo, Johnson Righeira e Milano 84.

Pier Luigi Fuggetta

MITO SettembreMusica, un successo. Oltre 50 mila spettatori tra Milano e Torino 

Battistelli nuovo Direttore artistico

Il 5 ottobre alle 21.15 su Rai5 il documentario sulla diciassettesima edizione del Festival

 

50.030 presenze complessive tra Milano e Torino con 45 concerti sold out su 70: sono gli ottimi risultati della diciassettesima edizione del Festival MITO SettembreMusica, che si è conclusa venerdì 22 settembre. Ma non sono solo i numeri a decretare il successo del Festival 2023 dal tema “Città”: lo conferma l’accoglienza straordinaria che è arrivata fino alle zone più periferiche dei due capoluoghi del Nord Italia.

«In questi ultimi otto anni – dice Nicola Campogrande, giunto alla sua ultima edizione come Direttore artistico –, nei quasi 1000 concerti inventati per MITO SettembreMusica, quello che ho fatto è stato seminare curiosità. Perché di questo si è trattato: evitare programmi preconfezionati, superare le convenzioni, esplorare sentieri nascosti. E i frutti che in questa edizione si raccolgono, nell’esito così fuori dall’ordinario, nella lunghissima serie di tutto esaurito, a me sembra siano passione, desiderio, intensità. Lascio dunque un festival in forma eccellente e soprattutto due città nelle quali la musica classica, a settembre, ha imparato a risuonare in modo nuovo ed eccitante».

I Sindaci Giuseppe Sala e Stefano Lo Russo esprimono grandissima soddisfazione per lo straordinario successo del Festival, giunto nel 2023 alla sua diciassettesima edizione e lo considerano «un bell’esempio di come due città possano lavorare insieme per costruire eventi di grande peso culturale e qualità, come il successo di pubblico ha dimostrato. Ringraziamo i musicisti provenienti da tutto il mondo che si sono esibiti nelle nostre città e tutte le persone che, sul palco come dietro le quinte, hanno lavorato anche quest’anno alla realizzazione di questo evento. Un omaggio doveroso va al Maestro Nicola Campogrande che conclude la sua esperienza dopo otto anni alla direzione di MITO mentre rivolgiamo un sincero benvenuto e un in bocca al lupo al Maestro Giorgio Battistelli che lo guiderà verso le prossime sfide».

Si unisce alle parole dei Sindaci anche la Presidente Anna Gastel, salutando e ringraziando Campogrande per il lavoro svolto in sinergia in questi anni, conclusosi con questa riuscita edizione: «Dall’energia positiva che ha fatto ballare il pubblico di “Wonderful Town” alla rarefatta luce spirituale del concerto “In volo” con orchestra e coro estone, fino alle atmosfere musicali dell’Europa dell’Est nell’appuntamento dal titolo “Praga”, il pubblico di MITO, numeroso e convinto, ha affollato ogni sera le sale centrali e decentrate di questo festival. Grande partecipazione ed interesse per un’offerta musicale varia e sempre di grande qualità: un vero successo!».

Il prossimo Festival MITO SettembreMusica 2024 sarà, quindi, firmato da Giorgio Battistelli: «Ringrazio i Sindaci Sala e Lo Russo e gli assessori alla Cultura Sacchi e Purchia per la fiducia – è il commento del neo Direttore artistico – e il mio predecessore, Nicola Campogrande, da cui raccolgo un testimone importante. È un’eredità molto forte, quella stratificazione di valore artistico, che negli anni, MITO SettembreMusica è riuscito a realizzare e che arriva a noi oggi. Il mio impegno sarà quello di rendere questo Festival nuovo, ma senza perderne l’anima e la tradizione. È un Festival che parla con le città e con la società e deve continuare a farlo».

Anche quest’anno si potranno rivivere alcuni dei momenti più significativi del Festival, raccolti nel documentario che verrà trasmesso da Rai Cultura giovedì 5 ottobre alle 21.15 in prima visione su Rai5 dal titolo “MITO 2023 – Le città della musica”. La Royal Philharmonic Orchestra con Vasily Petrenko e Julia Fischer, la Filarmonica della Scala con Andrés Orozco-Estrada e Mario Brunello, l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio di Torino con Wayne Marshall, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai con Juraj Valčuha e Stefano Bollani, e ancora Ivo Pogorelich, Katia e Marielle Labèque, Alexandre Tharaud, sono solo alcuni dei protagonisti che hanno fatto viaggiare il pubblico di MITO SettembreMusica 2023 con la grande musica del passato e del presente. Un giro intorno al mondo per questa diciassettesima edizione del Festival dal tema “Città”.

Sui social network di MITO SettembreMusica – Twitter, Facebook, Instagram, YouTube e Flickr – sono disponibili le immagini e i video dei concerti del Festival con le interviste a molti degli artisti coinvolti.

MITO SettembreMusica è un progetto delle Città di Milano e Torino, con il contributo del Ministero della Cultura, realizzato dalla Fondazione I Pomeriggi Musicali e dalla Fondazione per la Cultura Torino, con il sostegno – sin dalla prima edizione – del Partner Intesa Sanpaolo, e della Fondazione Compagnia di San Paolo, degli sponsor Iren, Pirelli e Fondazione Fiera Milano e con il contributo di Fondazione CRT.

 

Info: www.mitosettembremusica.it

Nanni Moretti firma la sua prima regia teatrale in scena al teatro Carignano

 Nella stagione 2023 / 2024 del Teatro Stabile di Torino dirige i Diari d’amore, dittico di Natalia Ginzburg

 

Per il suo esordio da regista nel teatro di prosa Nanni Moretti ha scelto due commedie di Natalia Ginzburg che esplorano intimità domestiche ormai rassegnate alle complessità della vita, dal titolo “Diari d’amore”, un dittico composto da due atti unici “Dialogo e “Fragola e panna”.

Andranno in scena al teatro Carignano , debuttando in prima nazionale il 9 ottobre prossimo. Tra gli interpreti Valerio Binasco, Daria Deflorian, Alessia Giuliani, Arianna Pozzoli e Giorgia Senesi.

Il “teatro delle chiacchiere” della Ginzburg per Nanni Moretti riesce a metterci davanti ad uno specchio limpido, che ancora oggi riflette la nostra inadeguatezza e l’apatia che troppo spesso ci rende inerti spettatori della complessità e delle tragedie della vita.

I personaggi di Diari d’amore giocano con sarcasmo con i valori e i costumi cari alla società borghese e si troveranno a parlare di matrimonio, fedeltà, maternità e amicizia, denunciando le proprie inettitudini e mutando in commedia il lato più tragico della loro esistenza.

“Natalia Ginzburg – dichiara Valerio Binasco, direttore artistico del teatro Stabile – per me è tra i più importanti autori italiani. Anche se la sua immaginazione poetica non è attratta dall’eccezionalità e dell’assurdo, il suo stile semplice e musicale, l’umorismo dolce e le partiture sofisticate delle chiacchiere che riempiono le sue opere arrivano a toccare corde emotive molto forti, restituendo grandezza e profondità a personaggi che solo apparentemente paiono piccoli. Si tratta di un viaggio tra i toni malinconici di una poesia fatta di quotidianità e di aspetti domestici e si resta affascinati dalla musicalità dei suoi dialoghi. La Ginzburg ha una penna leggera, ma capace di scavare negli animi e i suoi personaggi sono ritratti con un’incredibile maestria psicologica, degna di autori come Cechov”.

Mara Martellotta

 

Teatro Carignano

Dal 9 al 29 ottobre prossimo

“Pierino e il lupo”, con testi e voce di Dario Fo al Teatro Concordia

Teatro Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO)

Pierino e il lupo 

Domenica 24 settembre, ore 16

 

 

“Pierino e il lupo”, liberamente ispirato alla favola musicale di Sergej Prokofiev, con testi e voce di Dario Fo e scene di Emanuele Luzzati, è il primo appuntamento di “Favole a merenda”, il programma delle domeniche pomeriggio a teatro con le proposte teatrali dedicate ai più piccoli a prezzi popolari.

Tre attori pasticcioni mettono in scena, o per meglio dire cercano di farlo, la ben nota favola musicale “Pierino e il lupo” di Sergej Prokofiev. Già dal nome complicato iniziano i primi problemi, perché i tre non hanno proprio studiato e sono costretti a improvvisare ed inventare idee strampalate, cercando la complicità del pubblico, per orientarsi fra gatti, papere, lupi, corni e clarinetti. Per fortuna su di loro regna indiscussa la figura del Grande Narratore che, con la sua voce, li guida sicuro lungo il percorso della fiaba. Ma i tre attori, un po’ clown un po’ comici dell’arte, sono talmente distratti e confusionari che non seguono bene il racconto, provano a fare previsioni azzardate sui destini dei protagonisti della fiaba e spesso dovranno chiedere aiuto ai bambini per capire meglio la storia e permettere al Grande Narratore di proseguire. Come bimbi curiosi, i tre attori, proveranno a reinventare i personaggi: “Come cambierà il carattere del lupo se invece di affidarlo ai corni lo facciamo suonare agli archi?” e giocando insieme con il pubblico in una orchestra immaginaria, in un libero gioco di associazioni, scopriranno che in “Pierino e il lupo” la cosa importante è che la storia inventata faccia i conti con la musica e con i suoi vari momenti espressivi. Prokofiev ha scritto la sua fiaba musicale con un preciso scopo educativo: far conoscere ai bambini (e ai grandi) i principali strumenti dell’orchestra, il loro suono, il loro carattere espressivo. Per questo ha associato ad ogni strumento un personaggio e un particolare motivo musicale.

La voce narrante dello spettacolo, “il Grande Narratore “, è la voce di Dario Fo che, con il suo genio teatrale, rivisita la fiaba originale ridonandole una nuova giovinezza.

Sulla scena i tre attori utilizzano lazzi e gags per costruire un ponte fra la storia e il pubblico. La loro confusione diviene pretesto per puntualizzare e sottolineare passaggi didattici importanti. Il meccanismo di complicità con il pubblico fa in modo che, a volte, siano i bambini stessi a spiegare, impersonificando il ruolo di insegnante per questi tre alunni poco studiosi. Ogni piccolo spettatore può quindi, nei momenti di interazione, dare aiuto, chiarificazioni e suggerimenti, divenendo così protagonista di un percorso di apprendimento.

 

Domenica 24 settembre, ore 16

Pierino e il lupo

Età consigliata: 4-10 anni

Produzione: Fondazione Aida ets

Adattamento teatrale e regia: Nicoletta Vicentini

Con: Enrico Ferrari, Rossella Terragnoli e Annachiara Zanoli

Musiche: Sergej Prokofiev registrate dall’Orchestra Verdi di Milano per gentile concessione della rivista Amadeus

Scene: Emanuele Luzzati

Costumi: Maria Bellesini

Illustrazioni: Emanuele Luzzati

Tecnico audio e luci: Riccardo Carbone

Biglietti: adulto 10 euro – bambino 7 euro

Incantevole, il melodramma italiano. “Memorabili pagine” a Chieri

Nella Chiesa settecentesca dei Santi Bernardino e Rocco, in piazza Cavour

Venerdì 22 settembre, ore 20,30

Chieri (Torino)

Gli artisti sono di notevole levatura e la location fra gli splendori storici e architettonici del Settecento chierese. “Memorabili pagine del Melodramma italiano” si inserisce nell’ambito della rassegna, ad ingresso gratuito, “Musica e Architettura”, un progetto della Toret Artist Management, direttore artistico il musicista Francesco Ronco.

Vedrà esibirsi nella splendida cornice della Chiesa dei “Santi Bernardino e Rocco” (appartenente alla Confraternita del SS. Nome di Gesù in San Bernardino, ultima ricostruzione fra il 1740 ed il 1744, realizzata su disegno dell’architetto Bernardo Antonio Vittone, con facciata a opera di Mario Ludovico Quarini) il soprano astigiano Erika Grimaldi con il tenore gigliese Gianni Mongiardino, accompagnati al pianoforte dal cuneese Giulio Laguzzi, direttore musicale del Palcoscenico al “Teatro Regio” di Torino.

“Musica e Architettura” prosegue dunque, con successo, nel suo intento di valorizzare, insieme alla grande musica, anche il patrimonio artistico ed architettonico di Chieri. Per questo, dopo il “Battistero del Duomo” che a giugno ha ospitato il concerto della violinista Clarissa Bevilacqua, è stata scelta per questa occasione la “Chiesa dei Santi Bernardino e Rocco”, che custodisce, fra le varie opere, tre tele di Guglielmo Caccia, detto “il Moncalvo”, un “San Nicola da Tolentino” del Cinquecento e un Organo del XVIII secolo, il più antico della Città, oltre all’altare in stile barocco in legno e cartapesta con la statua di “San Benedetto Martire”, patrono dei tintori. La presentazione della chiesa sarà a cura del Presidente della “Confraternita” Lorenzo Musso.

“È sicuramente un motivo di orgoglio per tutta l’amministrazione comunale ospitare il concerto ‘Memorabili pagine del Melodramma Italiano’ – afferma l’assessora alla Cultura di Chieri Antonella Giordano – La presenza di artisti internazionali riconosciuti in tutto il mondo arricchisce ulteriormente l’ampio programma di appuntamenti di musica classica proposto quest’anno dalla Città. Così come avvenuto per la straordinaria Clarissa Bevilacqua, ci auguriamo di entusiasmare e incuriosire i cittadini e i turisti con musica e cultura sempre di alto livello”.

Il programma della serata prevede brani tratti da “Un ballo in maschera”, “La Traviata”“La Forza del Destino” e  “Aida” di Giuseppe Verdi; a seguire, brani da “La Gioconda” di Amilcare Ponchielli, dall’“Andrea Chènier” di Umberto Giordano e dalla “Turandot” di Giacomo Puccini.

Per info: “Chiesa dei Santi Bernardino e Rocco”, piazza Cavour, Chieri (Torino); tel. 338/2350795 o www.comune.chieri.to.it

g.m.

Nelle foto:

–       Erika Grimaldi (soprano), Gianni Mongiardino (tenore) e Giulio Laguzzi (pianista)

–       Esterno della Chiesa dei “Santi Bernardino e Rocco”