SPETTACOLI- Pagina 11

Serata di introduzione alle danze celtiche con il Gruppo Triskel

Venerdì 31 gennaio il LabGraal e Ecospirituality Foundation organizzeranno al CLUB del Garage di Arte & Cultura una serata di introduzione alle DANZE CELTICHE.

Sarà occasione per conoscere belle persone e meravigliosi musicisti, incontrare ritmi e suoni, passi e movimenti non molto usuali per chi vive nella modernità disorientante di questo inizio XXI secolo.

Chi è alla ricerca di altri ritmi e dimenticate emozioni, grazie a Gruppo di danza Triskel non sarà deluso dalla serata.

Queste danze sono ancora in uso presso le ultime culture celtiche ‘operative’ del nostro continente, e principalmente in Galles, Bretagna e Scozia.

DANZE CELTICHE con il Gruppo di Danza Triskel
Workshop a cura di Mirella Zamboni Daniela Giraudo con coinvolgimento del pubblico.
Presenta Rosalba Nattero, vocalist LabGraal

Sanremo 2025, un grande festival: chi vincerà?

Prima che inizi il Festival di Sanremo 2025 vorrei raccontarvi come si svolgerà l’evento, prendete nota e verificate se veramente avverrà come prevedo…

Complimenti alla società organizzatrice dell’evento, una Società in Accomandita Semplice, la BRUNORI SAS.

La viglia, sfilata di tutti i cantanti lungo i CORSI della città fiancheggiati da alti alberi con iRAMA pieni di germogli di tutti i KOLORS. Il corteo sarà preceduto da una Rolls Royce con pneumatici MICHIELIN, elegante e raffinata, e sarà chiuso da un grande carro allegorico con l’Arca di NOEmi.

La serata comincerà con una cantante allegra e GAIA che canterà “Acqua azzurra, acqua CLARA”, una cover di Lucio Battisti (e sembra ranIERI che la cantava il grande Lucio…). Una canzone molto BELLA con romantiche mELODIE che farà scaldare subito l’Ariston.

Seguirà una cantante esordiente, assolutamente sconosciuta (anche Carlo Conti si è chiesto: “Ma KILLA conosce?”) che per l’emozione avrà le gambe mOLLY.

Intervallo nella gara con un ospite straniero dal nome importante, tal JOSHUA (in ebraico, Giosué!), che però, contrariamente al nome, è ateo, senza FEDEZ, e addirittura bestemmia spesso lanciando terribili CRISTIcchi.

Si riprenderà con un’altra giovane speranza, che si esibirà con uno splendido abito alla MODA’ ed un grosso mazzo di ROSE VILLAIN in braccio.

Piccolo intervallo con la proiezione di un cartone animato con Bipbip ed il suo inseguitore WILLIE PEYOTE che non lo acchiappa mai…

A seguire un gruppo sgangherato, guidato da un truzzo che fuma un puzzolente sigaro TOSCANO e con una vistosa macchia di HUNT sulla camicia.

Piccolo incidente in sala: salterà la luce, il pubblico BRANCALA nel buio, purtroppo un anziano sarà colpito da COMA (cose), e trasportato d’urgenza in ospedale.

Alla ripresa dello spettacolo, nuovo ospite straniero (conosciamo solo il suo codice fiscale, RKOMI), che canterà l’indimenticabile GIORGIA on my mind.

Il vincitore (conosco il nome, ma non posso rivelarlo) sarà premiato con una corona di LAURO; qualcuno per l’invidia masticherà fiele e THIELE. Inutile: passata la festa, GABBANI lo Santo…

Buona visione a tutti!

 Gianluigi De Marchi – demarketing2008@libero.it

Dentro il Museo Egizio non soltanto arte, ma anche musica con il Club Silencio

Sarà un’esperienza da ricordare quella organizzata dal Club Silencio al Museo Egizio, dove approda il 30 e 31 gennaio, in via Accademia delle Scienze, con due appuntamenti musicali dedicati all’apertura serale straordinaria. Le Notti Egizie, l’apertura serale del Museo a partire dalle 19.30, permetteranno di visitare la straordinaria collezione di uno dei musei più importanti al mondo in orario serale. Con il Club Silencio le Notti Egizie si prolungheranno e non si tratterà soltanto di una visita guidata tra mummie e reperti del gioiello torinese patrimonio internazionale, ma prevederà due appuntamenti musicali. Il primo con Foamnd, pugliese, in sala conferenze, e Chalanga nella Galleria dei Re. Foamnd, classe 1992, si avvicina alla musica a 8 anni, studia chitarra classica e compositori brasiliani, approdando sul palco con le sue canzoni ad appena 15 anni. Negli anni successivi organizza eventi technoambient con il Collettivo CTRLS Sound Academy a Shangai, cui seguono l’apertura a Nina Kravitz e la partecipazione a Great Wall Festival. Di recente si ricorda una sua residenza a Shangai.

Chalanga è un duo nato a Torino nel 2018 dal dj e produttore Patrick Di Stefano e dal polistrumentista Diego Grassedonio. L’idea di fonderie musica elettronica con sonorità acustiche nasce in uno storico locale dei Murazzi. Gli ingredienti miscelati da Chalanga durante le esibizioni live sono percussioni, flauto, sax e drum machine. Hanno suonato nei più importanti festival musicali in Svizzera, Portogallo e Malta, oltre che in Italia. Vi sarà anche uno spazio per l’arte contemporanea, che entra per la prima volta nel museo con le opere dell’ artista emergente Ali Cherri, classe 1976, regista, già vincitore nel 2022 del Leone d’Argento alla Biennale di Venezia e autore, nel 2024, di “Returning the Gaze”, il progetto artistico creato appositamente per il Museo Egizio, e della giovane Sara Sallam, 1991, nata in Egitto e residente in Olanda. Questa artista è caratterizzata da una ricerca a artistica multidisciplinare dove convergono diverse tecniche quali la fotografia, la scrittura e le videoinstallazioni. Una sua opera, dal titolo “The Sun Weeps for the Land and Calls fron the Garden of Stones” è collocata a chiusura del percorso della Galleria del Re. Un’altra novità sarà data dalle Pillole d’Egitto, lezioni brevi tenute da curatori e curatrici del Museo che ogni venti minuti forniranno al pubblico lezioni in formato di pillola.

 

Mara Martellotta

Se Yeong-hye non mangia più carne…

“La vegetariana”, in scena all’Astra sino a domenica 2 febbraio

“Prima che mia moglie diventasse vegetariana, l’avevo sempre considerata del tutto insignificante. Per essere franco, la prima volta che la vidi non mi piacque nemmeno: quella sua aria timida e giallognola mi disse tutto quello che mi occorreva sapere di lei”. Procede in questa sorta di narrazione dimessa e disillusa il signor Cheong (un dolente quanto ammirevole Gabriele Portoghese, decisamente convincente) nel romanzo “La vegetariana”, pubblicato nel 2007 e da noi per Adelphi nove anni dopo, autrice Han Kang, coreana del sud, recente premio Nobel per la letteratura, e nella trasposizione teatrale che Daria Deflorian (anche regista e coprotagonista) che fatto con la collaborazione di Francesca Marciano – sceneggiatrice di successo, un timido percorso come attrice e poi un repentino cambio di rotta per un procedere di tutto rispetto, suoi compagni di viaggio Salvatores e Verdone e Bernardo Bertolucci, Valeria Golino e Maria Sole Tognazzi e Cristina Comencini, tra gli altri. Narra il signor Cheong, impiegato dalla mediocre e ormai spenta esistenza, narra della moglie Yeong-hye, decisamente tradizionale ma ordinata, anonima e più o meno felice, dopo pochi anni d’unione pressoché invisibile.

In questa nebbiosa quotidianità, l’uomo si sveglia un mattino per scoprire che lei è intenta a svuotare il frigorifero di casa – come lei anonima e vuota, tolti quegli oggetti che l’abiteranno poco a poco, un lercio materasso che è letto e divano, una tivù, due fogli di giornale che imiteranno un tavolo per il pranzo, un sacco di patate rovesciate a terra che la protagonista prenderà nervosamente a sbucciare, un water e una vasca da bagno – dei tanti sacchetti di carne. “Ho fatto un sogno”, è l’unica risposta della donna alla domanda di una spiegazione, e da oggi in poi di carne non ne mangerà assolutamente più. Nemmeno la famiglia di lei può farle cambiare idea, se il padre, che da sempre racconta ad ogni occasione della sua guerra in Vietnam, non trova altra soluzione che schiaffeggiarla e ficcarle dentro la bocca bocconi di maiale che Yeong-hye regolarmente sputa. Una ribellione, un rifiuto a uniformarsi e ad accettare quei codici che regolamentano la vita familiare e non soltanto che la donna è costretta a vivere. Un annientarsi definitivo, una voce femminile che caparbiamente e ferocemente, tentando anche il suicidio, s’oppone pure al cognato (Paolo Musio), imbarazzante videoartista che filma scene di sesso tra due persone a cui prima ha dipinto fiori su tutto il corpo e questo è quello che propone anche a Yeong-hye, in un avvicendarsi di violenze verbali e fisiche. Come s’oppone alla sorella, che sceglie per lei l’ospedale psichiatrico, mentre procede in un dimagrimento spaventoso, ossessivamente. La terza e ultima parte di un vedersi vivere che s’è fatto tragedia è scolpita nelle parole della sorella, separatasi ormai dal marito, che vede Yeong-hye prosciugarsi sempre più, rinunciare a ogni cosa per prendere a comportarsi come un albero, a poggiarsi come un albero, la testa in giù e le palme delle mani ben fisse al pavimento, un albero che ha soltanto bisogno di acqua e che lei va a cercare nel folto di un bosco, durante una fuga che nella sua mente è libertà. La natura e un nuovo rapporto, quello con la sorella che con le continue corse in autobus va a trovarla in ospedale, non più distruzione degli affetti o repressione, ma un legame che forse qualcosa saprà e potrà costruire. Non conoscevo le pagine scritte da Han Kang e questa trasposizione ha il merito di spingermi domani a sceglierle e a farmi iniziare la lettura: e non è poco.

Soggetto non facile e non tranquillo, che provoca imbarazzo e certo disturbante. Perché questa trasposizione, dove il racconto è esposto di volta in volta con il racconto in terza persona dei tre coprotagonisti, nella scena disadorna di Daniele Spanò, un solo quanto vistoso neon, con un serpeggiare di luci e ombre, posto lì da Giulia Pastore a rischiararla dall’alto, suddivisa da indicazioni di luogo e di tempo che danno svolgimento e concretezza all’azione e suddivise cromaticamente attraverso i colori del rosso, dell’azzurro chiaro, del verde, è portatrice di una poesia alta, tutta da ri-ascoltare, da assorbire, tutta in quel corpo rinsecchito, estremamente eloquente, di un linguaggio che nella propria crudezza mantiene quelle aree di ampia universalità che sanno parlare al sentimento. Dentro un mondo diverso, ricomposto. La regia di Deflorian – preferibile all’attrice – accompagna con precisione lo sguardo e la viva attenzione dello spettatore all’interno della vicenda, si carica di particolari, costruisce parole e azioni e minimi movimenti con rara bravura, scandisce con padronanza, ha in Monica Piseddu una protagonista tesa sino allo spasimo, fatta di intime vibrazioni, prosciugata, ammirevolmente disposta a esporsi nei profondi mutismi, entusiasmante in quel duro esempio di fredda carnalità. Serata di successo per un ragguardevole testo, frutto produttivo di Teatro Piemonte Europa con altre realtà italiane e significativamente estere Odéon-Théâtre de l’Europe, Festival d’Automne à Paris e Théâtre Garonne, scène européenne – Toulouse, testo che ben s’ambienta nella stagione “Fantasmi” “inventata” per la stagione odierna da TPE. Allorché il direttore Andrea De Rosa chiese ai vari responsabili come i loro spettacoli convogliassero in quel titolo, Daria Deflorian ebbe a scrivere: “Se per fantasma intendiamo qualcosa, qualcuno, che improvvisamente sfugge alle forme, alla comprensione, si dissolve, cambia, allora nel romanzo di Han Kang il fantasma è lei, è questa donna qualunque, normale, che improvvisamente prima smette di mangiare e poi, via via, rinuncia a tutto.” Un fantasma che abita le case in qualsiasi latitudine, oggi, sempre.

Elio Rabbione

Le immagini dello spettacolo sono di Andrea Pizzalis.

Dal giornalismo “che conta” agli spettacoli per bambini con “Fondazione Mirafiore”

Sarà un ricco fine settimana quello proposto dalla  creatura di Oscar Farinetti

Da venerdì 31 gennaio a domenica 2 febbraio

Serralunga d’Alba (Cuneo)

Nata nel 2010, nel cuore della Langa del Barolo per volontà di Oscar Farinetti, la “Fondazione Mirafiore” prosegue nei suoi incontri dedicati al cosiddetto “Laboratorio di Resistenza Permanente” e tenuti in quel “Teatro” (centro della vita culturale della “Fondazione”, all’interno del “Villaggio Narrante” in Fontanafredda) dove si dice, in maniera ironica ma neanche poi tanto, “essere sempre consigliabile entrare con un bicchiere di buon vino in mano”.

Ricco e di notevole interesse il programma che la “Fondazione” ha messo in piedi per questo fine settimana, ad iniziare da venerdì 31 gennaio (ore 19) quando, ospite di Farinetti, si potrà incontrare Angela Frenda, uno dei nomi più importanti del “giornalismo gastronomico” in Italia. Nata a Napoli, dopo la laurea e il percorso nella “scuola di giornalismo”, nel 1997 Angela intraprende la sua carriera al “Corriere della Sera”, come cronista politica. Ruolo che dopo poco sente starle un po’ stretto, tanto da fondare nel 2014  una redazione del tutto innovativa. Nasce così “Cook”, prima come “sito” e successivamente evoluto in un “Magazine”, mensile del “Corriere” dedicato al cibo e “food editor” del quotidiano di via Solferino, un vero e proprio microcosmo di creatività e competenza, dove Angela e il suo gruppo di giornalisti ridisegnano con intelligenza e passione i confini del giornalismo gastronomico. Non solo. Frenda è anche autrice di numerosi “libri di ricette” ed è una presenza fissa nel programma di Alessandro Borghese “Celebrity Chef”. Recentemente ha pubblicato “Una torta per dirti addio”, opera che ispirerà il suo incontro alla “Fondazione”, dedicata alla figura straordinaria di Nora Ephron (New York, 1941 -2012). Come Angela, Ephron è stata molte cose: giornalista acuta, scrittrice brillante, regista visionaria, sceneggiatrice geniale e umorista con un tocco unico. Basti pensare al suo ruolo di sceneggiatrice di “Harry ti presento Sally”, dove una donna può parlare apertamente di sesso mangiando un panino al “pastrami”, per capire la sua capacità di rompere schemi con grazia e intelligenza.“Con il cibo – scrive Frenda – non raccontava solo storie, ma rispondeva alle crudeltà della vita. Una torta, infatti, non era mai, per lei, un semplice dolce, ma rappresentava un gesto, una risposta, un simbolo. Con una torta al ‘lime’, ha chiuso un matrimonio segnato da lacrime e tradimenti; con una torta alle mandorle, ha lasciato un segno anche dopo la sua morte, facendosi celebrare con dolcezza e ironia”. Ricette “emotive”, molte delle quali sono state incluse nel volume “Una torta per dirti addio” dove, capitolo dopo capitolo, le ricette diventano il filo conduttore di una narrazione che “intreccia vita, sentimenti e sapori”.

E in ambito giornalistico (sempre di alto profilo) si resta anche con Francesco Costa, ospite della “Fondazione” sabato 1° febbraioalle 18,30. Nuovo direttore designato de “Il Post”, Costa è una delle voci più influenti del panorama giornalistico italiano, nonché profondo esperto di politica statunitense. Negli ultimi mesi ha, anche, seguito sul posto, le elezioni presidenziali che hanno visto contrapporsi Donald Trump e Kamala Harris. Durante l’incontro presso la “Fondazione Mirafiore”, Costa approfondirà, quindi, i risultati delle elezioni di novembre, “analizzandone l’impatto sugli equilibri internazionali e offrendo al pubblico una chiave di lettura privilegiata su un momento cruciale della storia americana”. Il suo eclettismo, in campo giornalistico, lo ha portato anche alla ribalta degli schermi televisivi, come autore e volto della miniserie “The American Way” per “DAZN”, e come collaboratore di Giada Messetti alla conduzione di “CinAmerica”, programma di approfondimento politico e culturale andato in onda su “RaiTre”. Dal 2021 è il conduttore di “Morning”, il podcast giornaliero di rassegna stampa prodotto da “Il Post”, che commenta le principali notizie dell’attualità e che ha raccolto quattro premi agli “Italian Podcast Awards” del 2021. Scrittore di successo, ha inoltre pubblicato quattro libri con “Mondadori”: “Questa è l’America” (2020), “Una storia americana” (2021), “California” (2022) e il più recente “Frontiera” (2023).

E, infine, ricordiamo che Febbraio è anche il mese che la “Fondazione Mirafiore” dedica ai bambini e alle loro famiglie: così da domenica 2 a domenica 23 febbraio ogni domenica alle 16,30 si terrà una rassegna gratuita dedicata ai piccoli dai 4/5 anni in poi e che spazia dalla fiaba musicale allo spettacolo di narrazione passando per il circo contemporaneo.

Primo appuntamento, domenica 2 febbraio con lo spettacolo ispirato al racconto di Carlo Collodi “Pipì e lo scimmiottino color di rosa”Sul palco, Simone Migliavacca in “Buon viaggio Pipì” porterà in scena la sua storia raccontando le avventure dello scimmiottino che vive, con la sua famiglia, nella famosissima foresta di “Vattel’a pesca”.

Tutto il programma su: www.fondazionemirafiore.it

g.m.

Nelle foto: Angela Frenda, Francesco Costa e Simone Migliavacca

Verso Sanremo, il Festival degli italiani

Mancano due settimane all’inizio del Festival di Sanremo, giunto quest’anno alla settantacinquesima edizione e per la quarta volta capitanato da Carlo Conti. Saranno ben 12 i co- conduttori che saliranno con lui sul palco dell’Ariston: Antonella Clerici e Gerry Scotti martedì 11 febbraio; la sera dopo Bianca Balti con Cristiano Malgioglio e Nino Frassica, e ci sarà da ridere; il giovedì un terzetto tutto al femminile composto da Miriam Leone, Elettra Lamborghini e Katia Follesa. Per la serata delle Cover e dei duetti del venerdì con Mahmood e Geppi Cucciari tornerà a Sanremo con i Coma_Cose il torinese Jhonson Righeira sulle note del famosissimo brano “L’estate sta finendo”, hit che ha appena compiuto 40 anni e si esibirà anche  l’unico torinese in gara quest’anno, Willie Peyote il quale insieme a Tiromancino e Ditonellapiaga interpreterà il brano “Un tempo piccolo” del grande Franco Califano. Mentre sabato 15 febbraio per la finale Conti avrà al suo fianco Alessia Marcuzzi e Alessandro Cattelan, presentatore anche del Dopofestival. Sempre di più, forse troppi? E chissà se ne si aggiungeranno ancora… Ma torniamo indietro nel tempo per toglierci qualche curiosità sulle conduzioni di Sanremo e fare un po’ di storia di questo evento nazionale tanto amato e nello stesso tempo tanto detestato dagli italiani.

Numerosi i piemontesi: quando il Festival si svolgeva ancora nel Salone delle feste del Casinò municipale di Sanremo la prima presentatrice del Festival, il primo ad andare in onda anche in televisione nel 1955, dopo quattro edizioni condotte dal torinese Nunzio Filogamo, trasmesse naturalmente solo alla radio fu la cantante e poi prima annunciatrice della sede Rai di Torino Maria Teresa Ruta Rivoira, zia dell’omonima Maria Teresa Ruta, in questi giorni rientrata nella casa del “Grande Fratello”. Nel 1960 un’altra torinese,  Enza Sampò che allora ventiquattrenne abitava ancora in corso Giulio Cesare 10, conduce il decimo Festival insieme all’attore Paolo Ferrari, quello vinto dal famosissimo brano “Romantica” cantato da Tony Dallara e da Renato Rascel che lo scrisse.

Si dice e si ricorda sempre che la prima a condurre da sola il Festival sia stata Loretta Goggi nel 1986. Non è però così  perché nel 1961 il primo Sanremo venne presentato da ben due donne: dall’annunciatrice della sede Rai di Roma Lilli Lembo e dalla moncalierese  Giuliana Calandra, attrice di teatro, tv e cinema, anche nel cast del film di Dario Argento girato a Torino “Profondo rosso” e che tanti inoltre ricorderanno di certo nel ruolo di Mara Canà, la moglie di Oronzo Canà, interpretato da Lino Banfi,  in un’altra pellicola sempre realizzata nel capoluogo, “L’allenatore del pallone”.

Nel 2004 invece troviamo sul palco dell’Ariston la chivassese Simona Ventura con Gene Gnocchi e Paola Cortellesi per l’unico Festival diretto da Tony Renis. La presentatrice invece ad aver condotto più Festival di Sanremo, ben 3, nel 1969 con Nuccio Costa, con Mike Bongiorno nel 1973 e con Corrado nel 1974, è un’altra l’annunciatrice, “il viso d’angelo” della televisione italiana Gabriella Farinon che per anni affiancò Corrado in numerosi “Un disco per l’estate”.

 

Come tre sono stati i Festival vinti da Iva Zanicchi, nel ’67, nel ’69 e nel 1974, la quale riceverà giovedì 13 febbraio il Premio alla Carriera come lo riceverà quest’anno anche Antonello Venditti. La prima cantautrice ad aver vinto il Festival è la torinese Gilda con “Ragazza del sud” nel 1975, cinquanta anni fa. Ancora qualche dato sul Festival numero 75: i Big in gara sono 29, dopo il ritiro di Emis Killa, più le quattro “Nuove proposte”. Sempre in quattro sono gli artisti che hanno già vinto il Festival: Ranieri, Giorgia, Cristicchi e Gabbani. La più giovane in gara è la diciottenne Sarah Toscano che arriva direttamente dall’ultima edizione di “Amici”,  mentre il più anziano è Massimo Ranieri, 73 anni.

 

Igino Macagno

Sanremo Unlimited, in arrivo nuovi artisti e talenti

Anche quest’anno il format prodotto dalla Westitaliaeventi proporrà interpreti canori a
operatori della musica leggera, tutti presenti con il preciso scopo di valutare e
individuare qualche nuovo artista con il quale dare inizio a progetti che poterebbero
sfociare in concrete opportunità di successo.

Con noi Christian Cambareri, responsabile dell’etichetta discografica milanese
Orangle Records insieme al suo stato maggiore, formato da Martina Colavitti,
Veronica Castellani, Gianluca Buonamassa, Maria Pia Frosina e Gianmaria Porchia.

Andrea Amati

Poi Norma Benetti, una delle vocal coach top nel panorama nazionale. Tra i suoi
allievi c’è anche Blanco. Anche Andrea Amati, già in forza con le major Sony Music
e Warner Chappell fa parte del parterre. Andrea ha scritto per Elodie, Annalisa, Nek,
Alessandra Amoroso, Francesco Renga, Emma Marrone, Marco Masini, Valerio
Scanu, Lorenzo Fragola, Michele Bravi. Ancora Antonino Viola, autore e insegnante
di tecnica vocale, artista che può vantare il Master in Musicoterapia presso Divulgacion
Dinamica di Siviglia, master in Music Production, Technology and Innovation presso
il campus del Berklee College of Music di Valencia e il ruolo di docente al Centro
Europeo Tuscolano, il CET di Mogol. Infine Cristian Gallana, manager degli
emergenti che collabora fattivamente con i talent più importanti e con le etichette
discografiche e il produttore discografico Roberto Travaini.

Christian Cambareri

Nel corso dell’evento in veste di Ospite d’Onore interverrà Cristina Lizzul (foto in copertina), attrice con
partecipazione nel film “Distant Vision” diretto da un regista del calibro di Francis
Ford Coppola e “La solitudine della Luna” presentato al Festival del Cinema di Cannes.
Cristina Lizzul, artista della Orangle Records, è una straordinaria songwritter il cui
valore a livello internazionale è dimostrato dal numero di sample packs, che vantano
ben 20 milioni di streams.

 

Durante le esibizioni, con una cerimonia speciale, verranno consegnati i National
Voice Awards, premio al Talento.

Westitaliaeventi per la preziosa collaborazione ringrazia La Vetrina dei Talenti
(Daniele Morelli), Luna Spettacoli (Paolo Formia), Marche in Canto (Claudio
Starnone), Big Stone (Massimo Curzio). A Sanremo a supporto del format non
mancano mai Vietri sul Mare, la stupenda località della Costiera Amalfitana, e l’amico
fraterno Antonio Amoroso, stilista titolare dell’omonimo atelier. Una menzione
speciale a La Source, grandi vini della Valle d’Aosta, e al suo titolare Stefano Celi.

La musica da guardare di Seeyousound: 65 i film in programma, 40 gli ospiti

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Torna Seeyousound dal 21 al 28 febbraio, alla sua undicesima edizione. Il festival di cinema dedicato alla musica attraverso film ,videoclip, corti, documentari, dj set, che compongono le 5 categorie in concorso. Sono 65 i film in programma, 40 gli ospiti. Tutte le proiezioni saranno al cinema Massimo. Vi saranno anche iniziative distribuite fra Off Topic, Magazzino sul Po, Capodoglio, Recontemporary e Circolo del Design. Inaugurazione venerdì 21 alle 21 già sold out con “Blur : To The End”, il documentario sulla reunion della band britannica (alla presenza del regista Toby L. con la performance dei bolognesi Sleap-E).

Il direttore Carlo Griseri a tenuto a precisare che “non è un periodo facile per gli eventi culturali”. “Siamo preoccupati per i tagli alla cultura della Regione”. “Il Festival va’ avanti perché abbiamo un pubblico meraviglioso che ci sostiene”. Delle cinque sezioni in concorso spiccano i lungometraggi come “Rock Bottom”, musical d’animazione ispirato all’album di Robert Wyatt, l’horror-rock giapponese “The, Gesuidouz.” I documentari su Errol Garner, Steppenwolf, Gasnevada (seguito da un dj set al Capodoglio), Mars Volta, Peaches. Vi sono poi le sezioni fuori concorso: “ Rising Sound” e “Into the Groove”. Il film “Soundtrack to a Coup d’Etat” del regista belga Johan Gilmonprez su decolonizzazione , Guerra Fredda e tanto jazz per “Rising Sound”, sarà in corsa per l’Oscar come miglior documentario. Per “Into the Groove” tanti ospiti : Guido Harari e Shel Shapiro per “Guido Harari Sguardi randagi”, I Bluebeaters per “My Way”, Mauro Giovanardi per “Jesus Loves the fools” e tanti altri.

Pier Luigi Fuggetta

Magici tamburi al Laboratorio del Graal

 

Il 24 gennaio sera, presso la consueta sede di Piazza Statuto 15, il LABORATORIO DEL GRAAL ha organizzato il secondo appuntamento dell’anno in corso intitolato Drumming Ensemble Session di tamburi. L’anima del Gruppo Rosalba Nattero ha presentato per un pubblico – da subito ‘caldissimo’ (e dotato di tamburo personale) – l’originale spirito della serata.

Per una volta il noto gruppo torinese di musica celtica non sarebbe salito sul palco (anche se succederà nuovamente in tempi brevi) ma avrebbe creato una compartecipata forma di non ortodossa jam session di tamburi rullanti, cioè musicisti incarnati nel pubblico riunito l’altra sera nel salone ritrovi de Il Club Garage di Arte & Cultura.

Tutti sono stati per una sera musicisti, gestiti dal batterista del Gruppo Gianluca Roggero, coadiuvato da Luca Colarelli, chitarrista e pipe-player ad ogni concerto (il quarto musicista, Andrea Lesmo, si è goduto lo spettacolo senza attivare le sue meravigliose tastiere e il sitar).

Come precisato dai coadiutori, il tamburo è strumento particolare, antichissimo, non complicato nell’uso, a patto che si possieda almeno un discreto senso ritmico.

Immaginabile il risultato sonoro di decine di ritmati tamburi che suonano all’unisono, con cadenza sincopata e senza altri accompagnamenti strumentali.

Gianluca Roggero ha saputo prendere per mano decine di entusiasti ‘tamburini’ (termine per altro non esaustivo) portandoli nel giro di una ventina di minuti a saper creare tutti insieme melodie e ritmi caldi, istintuali, esicasmici, se non tribali. Le distinte masse sonore create da due gruppi rimbalzavano da una parte all’altra della sala come anarchiche reminiscenze in grado di scuotere anche il più disincantato spirito.

E’ questo d’altronde il segreto-madre del LABORATORIO.

Grazie ai suoi profondi, antichi, lontanissimi ritmi, è da sempre in grado di trasformare tranquille persone alle prese con i problemi di tutti i giorni… in antichi druidi, masse guerriere provenienti da ogni dove, adoratori del sole e chissà quante altre figure archetipiche sonnolenti nel nostro inconscio ma che, se ben sollecitate, erompono potentemente ad ogni concerto..

E domani?

Con le stesse logiche compartecipative, alle 21 del 31 gennaio, è prevista un’Introduzione alle Danze Celtiche con il gruppo di danza Triskel, a cura di Mirella Zamboni e Daniela Giraudo. Presenterà naturalmente la serata la vocalist del Labgraal Rosalba Nattero.

Come sempre, ingresso gratuito, indirizzo ancora in Piazza Statuto 15, Torino.

Tutti invitati

IL LABORATORIO DEL GRAAL, info@eco-spirituality.org, www.eco-spirituality.org, 011-530.846

FERRUCCIO CAPRA QUARELLI

La “Risata Intelligente”

Al torinese “Spazio Kairòs – Circolo Arci”, fine settimana teatrale dedicato alla “Stand Up Comedy”

Da giovedì 30 gennaio a domenica 2 febbraio

Per chi non lo sapesse. Dicesi “Stand Up Comedy” o “Stand Up Show” o “Live Comedy”“Una forma di comicità che si svolge in un teatro, in cui un comico si esibisce da solo sul palco, senza l’aiuto di musiche o altri effetti … Uno degli obiettivi principali della ‘Stand Up Comedy’ è quello di creare un legame con il pubblico facendolo ridere e divertire” (Google: “Messinscena – Associazione Culturale e Teatrale”). E ancora, tanto per fare un po’ di storia teatrale: si ritiene che la prima manifestazione di “Stand Up Comedy” siano stati gli spettacoli di “vaudeville” tenuti dall’attore americano Charlie Case, fra il 1880 ed il 1890. Da allora, tant’acqua è passata sotto i ponti e oggi quel genere di esibizione teatrale (un attore “solo al comando” in piedi sul palco) è indubbiamente fra i più gettonati dai comici nostrani e particolarmente gradito al grande pubblico.

Parte di qui, l’iniziativa di “Spazio Kairòs”, Circolo Arci e Casa Teatrale della torinese compagnia “Onda Larsen”, con sede in via Mottalciata 7 (al confine fra Barriera di Milano, Regio Parco e Aurora), di tornare a proporre dopo le prime edizioni andate in scena lo scorso anno, quattro date di “Stand Up Comedy” che sicuramente scalderanno a dovere, per gli appassionati del genere, il fine settimana in “Zona Cesarini” del mese di gennaio. Ad organizzarle è “Onda Larsen” che, in questi anni, sta lavorando molto per avvicinare nuovo pubblico, soprattutto giovane, al teatro. E, in quest’ottica, la “Stand Up Comedy” è proprio il “genere ideale” un “genere moderno”, strumento di “satira forte sulla società”, che permette ancora di ironizzare su argomenti ormai intoccabili, attraverso la trasgressione del buon costume e del politically correct”.

“Per il terzo anno consecutivo – spiega Riccardo De Leo, vicepresidente di ‘Onda Larsen’ – diamo spazio a questo genere che ha preso molto piede in Italia e anche nel nostro teatro riscuote grande successo, attirando pubblico di tutte le età. Nella nostra epoca c’è bisogno di ridere del presente e ridere di noi. La ‘stand up comedy’ è perfetta per questo scopo. Così, aggiunge: “Abbiamo selezionato artisti diversi, da Roma, Torino e Livorno, per spettacoli che non siano mai volgari e che non abbiano solo lo scopo di far ridere: vogliamo un intrattenimento di qualità che faccia riflettere e sia critico rispetto al presente. La Risata che vogliamo e che ci piace deve essere sempre una ‘Risata Intelligente. “Risata” che, in questo caso, durerà per quattro giorni, con quattro spettacoli diversi, proposti nel teatro di “Spazio Kairòs”, con inizio sempre alle ore 21.

Ad aprire i giochi (giovedì 30 gennaio) sarà il torinese Giordano Follacon un monologo irriverente (“Come tanta gente”) su ansie e contraddizioni che si celano nella vita quotidiana di un giovane.

A seguire (venerdì 31 gennaio), un altro enfant prodige torinese, Francesco Giorda, che torna in via Mottalciata con un nuovo one-man-show (“Alcune cose da dire”) firmato “Teatro Della Caduta” e dialogo aperto col pubblico che affronta l’attualità tra provocazioni e comicità tagliente in equilibrio tra fake news, allarmismi e finte paure del nostro tempo.

Quindi, sabato 1 febbraio sbaraglia il pubblico la comicità del livornese Stefano Santomauro con “God save the sex”, spettacolo che parte da una ricerca mondiale del “Censis”, che sostiene che noi “uomini dell’oggi” facciamo meno sesso della generazione precedente. Sarà un monologo al vetriolo.

Chiude (domenica 2 febbraio), da Roma, Davide Grillo con “Come se niente fosse”, una produzione “Teatro Metastasio” di Prato, dove si affronta con ironia il tema del “precariato”, del “post-fordismo” e il continuo “senso di inadeguatezza” che attanaglia il presente.

“Onda Larsen” scommette con sicurezza sul progetto e ci crede così tanto da organizzare nei suoi spazi, fra i numerosi corsi di teatro, anche un percorso dai 18 ai 99 anni (?) di “Stand Up Comedy” tenuto dall’attore, regista ed improvvisatore valenzano Dario Benedetto.

Per info: “Spazio Kairòs”, via Mottalciata 7, Torino; tel. 351/4607575 o www.ondalarsen.org

Gianni Milani

 Nelle foto: immagini spettacoli di Giordano Folla, Francesco Giorda e Davide Grillo