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Elaboriamo il lutto

Negli ultimi anni il termine “elaborare il lutto” è venuto di moda ogni qual volta si parli di depressione, tristezza, solitudine, ansia, stress successivi ad un evento luttuoso.

Ricordiamo tutti come, fino a non molti anni fa, nel sud Italia le vedove indossassero il nero per anni, per non dire per sempre, anziché girare pagina e rifarsi una vita; lo stesso dicasi per chi, pur non indossando elementi esteriori, non avrebbe mai potuto iniziare una nuova relazione perché temeva di fare un torto al de cuius.

È palese che il concetto di lutto, la reazione al decesso di un proprio congiunto e al dolore per la scomparsa di chi ci è caro,sono molto diversi alle varie latitudini del pianeta: pensiamo solamente a New Orleans, dove la banda accompagna il feretro al cimitero con una musica triste, di circostanza ma a feretro inumato la musica cambia immediatamente diventando allegra, veloce, potremmo dire inadatta alla situazione.

Anche la morte stessa ha cambiato la sua faccia nell’ultimo secolo: pensate solo alla tubercolosi che, prima dell’avvento degli antibiotici o del PAS, mieteva vittime dopo anni di sofferenza o alle patologie genetiche non diagnosticate o non diagnosticabili inconfronto al giorno d’oggi dove spesso la morte ti coglie improvvisa, forse a seguito di un vaccino, per l’uso errato di farmaci, uno shock anafilattico o un infarto dovuto all’azione simultanea di stress, sindrome metabolica e sovrappeso.

Nelle mie conferenze insegno sempre a non credersi eterni, a pensare che la morte può arrivare alla fine della mia frase o perché un meteorite aveva piacere di incontrarmi. Se solo imparassimo a non considerarci eterni, capiremmo come ogni nostro comportamento, ogni nostra azione debba essere finalizzata al presente o, quantomeno, proiettata al futuro ma unicamente per non lasciare problemi e debiti agli eredi.

L’accanimento con cui si accantonano soldi, si acquisiscono beni materiali e, soprattutto, si dà la priorità alle cose materiali anziché a quelle spirituali o emotive, dovrebbe farci capire che stiamo lavorando nella direzione sbagliata, se non altro perché probabilmente nell’aldilà porteremo lo spirito, l’anima; di sicuro non il conto in banca.

Io sono solito ripetere una battuta: quando ad un funerale intervengono molte persone, non significa necessariamente che siano tutti amici, parenti o conoscenti addolorati; è molto probabile che molti di essi siano persone che, a vario titolo, sono andate ad accertarsi che il tipo si sia finalmente tolto dai piedi.

Mio nonno ripeteva: “ricordati che non hanno ancora inventato le casse da morto con le tasche”, a significare che è inutileaccumulare ricchezze su ricchezze, modello Creso, perché poi non potremo portarle con noi.

Se noi imparassimo a considerare la morte, il momento del decesso, come un evento ineluttabile, normale, imprevedibile,ecco che potremmo finalmente accettare il ciclo della vita composto da una nascita, una vita ed una morte, dove i due estremi non li decidiamo noi.

Inoltre, se non vivessimo in un delirio di onnipotenza che ci porta a considerare statico tutto ciò che ci circonda, facendoci rifiutare ogni mutamento indesiderato e imprevisto, morte compresa, riusciremmo con buone probabilità ad tollerare ciò che succede, non dipendente da noi, che non comprendiamo, che non deve modificare la nostra vita più di tanto.

Dunque perché rovinare il rapporto tra consanguinei o tra eredi per la divisione di somme spesso banali?

Accettiamo le volontà del defunto senza salire in cattedra, giudicare, criticare e, soprattutto, pensare di avere ragione.

Henry Scott Holland, oltre un secolo fa, scriveva:

La morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu.

Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.

Prima di prendercela con gli altri, pensiamo che ancora non sappiamo cosa ci aspetta: forse sotto quest’ottica riusciremo ad avere pensierimeno bellicosi e più costruttivi.

Sergio Motta

Città più eque e attente alla parità: ecco “Women & the City”

Con questo “manifesto”, torna a Torino il Festival ideato da “Torino Città per le Donne”

Dal 9 al 13 ottobre

Le cifre, davvero ragguardevoli, raccontano alla perfezione tutto l’impegno, la passione e la professionalità degli organizzatori. 5 giorni di “Festival”, 3 altre giornate di pre e post “Festival”, 150 ospiti, 34 incontri tra panel ed eventi in 7 location.

Si terrà da mercoledì 9 a domenica 13 ottobrea Torino la seconda edizione del Festival “Women and the City” dal titolo “Un altro genere di idee”. Promossa e ideata dall’Associazione “TOxD – Torino Città per le Donne” (con il coordinamento affidato alla giornalista Elisa Forte), la manifestazione ha ricevuto da “Rai” e dalla “Rappresentanza in Italia della Commissione Ue” il logo “No Women No Panel” – il progetto europeo per l’equilibrio di genere nel dibattito pubblico – ed è nata dall’esperienza maturata nel tempo dall’Associazione “TOxD” presieduta da Antonella Parigi, assessora alla “Cultura” e alle “Pari opportunità” del Comune di Moncalieri, manager culturale, ex assessora alla “Cultura e al Turismo” della Regione Piemonte nonché fondatrice del torinese “Circolo dei Lettori”, della “Scuola Holden” (con Alessandro Baricco) e della stessa “TOxD”.

Tutti gli eventi saranno a ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti, occorre solo prenotare su Eventbrite la partecipazione all’inaugurazione di mercoledì 9  e agli eventi di venerdì 11 ottobre dedicati alle aziende.

“Women and the city – sottolinea Antonella Parigi vuole essere uno spazio per la città in cui tutti e tutte quelli che lavorano a diverso titolo sulla parità possano trovare voce e ambito di discussione per il nostro comune obiettivo: fare sistema attorno al tema dell’equità. La volontà è quella con cui l’Associazione ‘TOxD’ che organizza il Festival è nata nel 2020: quella di fare sistema, accogliere istituzioni, persone e chi lavora sulla parità di genere a parlare con tutta la città e la società per cambiare la cultura del Paese”.

Uno spazio di “dibattito” e “teoria”, sì. Ma non solo. Il “Festival” infatti è anche parte di un più ampio “ecosistema” che lavora in concretezza con diversi progetti, iniziative e organizzazioni attive sul territorio nel campo della “parità di genere” e delle “pari opportunità”. Esempio eclatante, il contest “Spark Innovation”progettato da “TOxD” e il “Politecnico di Torino” rivolto a startup per l’innovazione di genere, un’opportunità unica dedicata alle idee imprenditoriali “under 30” con leadershipfemminile o con un focus sull’innovazione di genere al fine di promuovere e supportare le giovani imprenditrici e i giovani imprenditori, le cui idee siano mirate a creare un impatto significativo nella “parità di genere”. La start up vincitrice sarà  premiata venerdì 11 ottobre al “PolTo”.

Tanti, si diceva, gli ospiti, nazionali ed internazionali, che interverranno a questa seconda edizione del “Festival”. Tutti di massimo rilievo nei campi della cultura, dell’impresa e della ricerca. Nomi che vanno, per ricordarne solo alcuni e scusandoci per i non citati, da Giulio Cecchettin ( il papà di Giulia, la giovane studentessa vittima l’11 novembre del 2023 dell’ennesimo femminicidio, che tanta indignazione ha suscitato, generando manifestazioni pubbliche e un vasto dibattito su un tema che non accenna a trovare fine) ad Annalena Benini (direttrice del “Salone Internazionale del Libro di Torino”), da Annalisa Cuzzocrea (vicedirettrice de “La Stampa) alla giornalista e scrittrice milanese Monica D’Ascenzo, alla giornalista e fotografa (particolarmente attenta alle “questioni di genere”) Stefania Prandi,  alle produttrici cinematografiche la molisana, Pilar Saavedra Perrotta e Valentina Castellani Quinn(moglie dell’attore Francesco Quinn, scomparso prematuramente a Malibù nel 2011, produttrice a Hollywood e “ambassador” di Taormina per tutte le iniziative della città in campo cinematografico e culturale) via via fino alla milanese attivista, scrittrice e podcasterIrene Facheris e all’economista (docente all’“Università Unitelma Sapienza “ di Roma, dove è anche direttrice della “School of Gender Economics”) Azzurra Rinaldi.

E l’elenco prosegue, per offrire il maggior spazio al confronto e a disquisizioni che vedranno le/i numerose/i ospiti al centro di cinque grandi temi, quali: “Condizione femminile e mondo del lavoro”, “Narrazioni collettive contro stereotipi e violenza di genere”, “La città che vorrei: come ripensare gli spazi in modo paritario”, “Istruzione, inclusività e stereotipi di genere in ambito scolastico”, “Parità di genere e inclusività nel mondo della settima arte”.

Tanta (non troppa!) “carne al fuoco”. Su cui ci sarà di che saziarsi.

 

Per info sul “Festival”, sul programma dettagliato e le varie location (“Circolo dei Lettori”, via Bogino 9, ma non solo): https://www.torinocittaperledonne.org/women-thecity-programma-2-edizione

 

g.m.

 

 

Al Politecnico assorbenti gratuiti per le studentesse

Installati i distributori automatici in ogni sede dell’Ateneo

 

In una risoluzione del 2021, il Parlamento Europeo ha invitato tutti gli Stati membri a eliminare l’imposta su assorbenti, coppette mestruali e altri prodotti mestruali. Un’indagine del 2020 dell’Unione Europea ha evidenziato che la povertà legata al ciclo mestruale è un problema costante nell’UE, dove si stima che una donna su dieci non possa permettersi prodotti sanitari adeguati.

Anche il Politecnico di Torino sceglie di sottolineare che “il ciclo non è un lusso e non è una scelta”, installando nelle sedi torinesi dell’Ateneo 5 distributori che metteranno a disposizione gratuitamente gli assorbenti. La strada per la parità di genere passa anche dall’attenzione e dal supporto alle studentesse durante il periodo mestruale, a tutela del diritto al benessere fisico e psicologico. Gli assorbenti mestruali che verranno distribuiti sono realizzati in Italia e secondo principi di sostenibilità ambientaledell’intero ciclo produttivo.

Nell’ambito dell’iniziativa “Period Equity” sono stati installati distributori automatici di assorbenti “di emergenza” gratuiti, in cotone organico, in tutte le seditorinesi dell’Ateneo: corso Duca degli Abruzzi, via Boggio, Mirafiori, Castello del Valentino e Lingotto.

L’azione è stata prevista dal Gender Equality Plan dell’Ateneo 2021-2024 “Obiettivo diversità”, in sintonia con la richiesta avanzata al Consiglio di Amministrazione da parte di alcune associazioni studentesche. L’iniziativa ha trovato rispondenza in quelle analoghe di altri atenei italiani e nella mobilitazione generale lanciata l’8 marzo da Rete della Conoscenza (network di associazioni studentesche), in concomitanza con lo sciopero globale delle donne – anche a seguito della tassazione di questi prodotti con l’aliquota ordinaria del 22%, che li equipara di fatto a beni ordinari e non di primaria necessità.

La Vice Rettrice per le Pari Opportunità, l’Inclusività e la Qualità della vita Claudia De Giorgi commenta: “Un segnale importante, soprattutto in un’università a prevalenza maschile: a dimostrare che il benessere di una parte della comunità – sebbene numericamente minoritaria – rappresenta un valore per la comunità intera”.

Patrizia Lombardi, Vice Rettrice per Campus sostenibile e Living Lab, aggiunge “Equità e intersezionalità sono elementi cruciali anche per perseguire una piena sostenibilità istituzionale, come ci ricorda l’Agenda 2030,riferimento delle nostre azioni di campus sostenibile”

Arianna Montorsi, Direttrice del Centro Studi di Genere dell’Ateneo, conclude: “Attraverso questi gesti di attenzione al benessere femminile nelle scuole e nelle istituzioni universitarie passa un messaggio educativo forte di empowerment delle donne nella società.”

L’inaugurazione dell’iniziativa “Period Equity” è avvenuta il 2 ottobre in aula 3S, in occasione del tradizionale appuntamento WeAreHERe Meets di inizio anno, in cui le studentesse del Poli incontrano le nuove immatricolate.

L’accattonaggio con i cani. Problema irrisolto

Continua il business della mendica con i cani, interviene la consigliera regionale Laura Pompeo.

Cani immobili, quasi svenuti, tenuti ore e ore per la strada in compagnia dei mendicanti.

E’ uno scenario che non si riesce a cambiare, ognuno di noi ha fatto segnalazioni, ha protestato per come venivano tenuti i cani, ma il problema non e’ stato ancora risolto.

Nel febbraio scorso, grazie ad una operazione dei Vigili Urbani, e’ stata sgominata una banda di 20 rumeni che gestiva i mendicanti e i malcapitati cani, maltrattati ed esausti. Il giro di affari scoperto era di circa 1000 euro a settimana per ogni questuante che “lavorava” per 15 giorni per poi ripartire per la Romania insieme al “suo” animale; nel frattempo arrivavano, dallo stesso paese, altri gruppi di persone con cani di piccola taglia per continuare la stessa pratica redditizia negli angoli delle strade torinesi. Certamente e’ iniziata una lotta concreta a questo fenomeno incivile che sfrutta e umilia gli animali, ma non basta perche’ questi tenaci “imprenditori” si riorganizzano in breve tempo.

E’ necessario cambiare quei regolamenti che permettono ancora di poter accattonare con gli animali, sono troppo pieno di attenuanti, di tratti interpretativi che lasciano troppa liberta’ di movimento e poco spazio per intervenire. Il problema e’, tuttavia, anche un altro e cioe’ che per strada, purtroppo, ci sono anche coloro che hanno perso tutto e per i quali l’animale diventa l’unico membro di famiglia, il compagno di vita, il solo rapporto affettivo. I cani di questi sfortunati senzatetto differiscono nel loro stato da quelli utilizzati per l’accattonaggio scellerato: sono curati, vigili e accuditi. In una ipotesi di una nuova o modificata norma, e’ necessario affrontare il problema tenendo conto delle motivazioni per cui si finisce per strada e lo stato dell’animale.

Laura Pompeo, neo consigliera regionale del Pd e’ intervenuta sulla relazione del Garante per i diritti degli animali, Paolo Guiso, durante l’ultimo consiglio tenutosi il primo ottobre . “Ho segnalato il fenomeno dell’accattonaggio che nelle nostre citta’ sfrutta gli animali, in particolare i cani”. Questa pratica deve essere considerata reato. Occorre togliere i cani che vengono sfruttati, come quelli in mano al racket dell’est Europa, o quelli gestiti da persone che non hanno le caratteristiche per potersene occupare”. La Pompeo ha sottolineato anche che sono molti i casi in cui i cani finiscono in strada insieme ai loro sfortunati padroni per mancanza di mezzi economici, in questo caso serve una attenzione diversa e una maggiore tutela orientata al supporto.

MARIA LA BARBERA

L’Altra. Il libro di Raffella Borea e Laura Rivolta per affrontare le relazioni complicate

Il Turin Palace Hotel, con la sua eleganza, è stata la cornice ideale per la presentazione del libro “L’Altra. Tre, numero (im)perfetto” edito da Web and Magazine.

Le autrici sono Raffaella Borea e Laura Rivolta, una giornalista e l’altra psicologa, due voci che raccontano da due diversi punti di vista, chi, in una relazione, è l’Altra. Esiste, tuttavia, un lato positivo: le donne cercano di uscire dal circolo vizioso nel quale si sentono intrappolate, molto spesso con una psicoterapia che le aiuta a connettersi nuovamente con se stesse…

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L’Altra. Il libro di Raffaella Borea e Laura Rivolta per affrontare le relazioni complicate

Il Digitale è Popolare, festival a Torino 

 

Ridurre le distanze, superare le diseguaglianze è il filo conduttore della tre giorni di incontri e dibattiti organizzati per una terza edizione del Festival del Digitale Popolare che si presenta ancora più aperta alla città e desiderosa di alimentare il dibattito pubblico intorno ai temi del digitale, che ormai coinvolgono ogni ambito della nostra vita lavorativa e personale.

Il programma e gli ospiti dell’evento, atteso a Torino dal 4 al 6 ottobre 2024, sono stati illustrati  in conferenza stampa a Palazzo Civico: presenti Chiara Foglietta, assessora alla Transizione Digitale, Francesco Di Costanzo, presidente della Fondazione Italia Digitale, Alberto Anfossi, segretario generale della Fondazione Compagnia di San Paolo e Fabio Malagnino, coordinatore del programma.

Tanti gli ospiti attesi per questa edizione, tra i quali Giorgio Chiellini, il divulgatore di Geopop Alessandro Beloli, i giornalisti Giuseppe Cruciani, Karima Moual, Cecilia Sala e Andrea Pennacchioli, l’influencer e autrice Giorgia Soleri, lo scrittore Max Collini, la calciatrice della Juventus Women e della Nazionale Italiana Cecilia Salvai, la vincitrice di XFactor 2023 SaraFine, il torinese ‘comico dei quartieri’ Davide D’Urso e il food influencer Emanuele Ferrari.

Parteciperà con un video messaggio anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Alessio Butti, mentre la vicepresidente della Camera Anna Ascani interverrà sul tema della regolamentazione degli influencer.

Programma completo disponibile su https://festivaldigitalepopolare.it/

TORINO CLICK

Colpa del cliente o del negoziante?

In periodi di crisi, qual è il nostro attualmente, si assiste da più parti ad un rimbalzo di responsabilità per giustificare gli scarsi ricavi ed i negozi vuoti e, per contro, i prezzi alti e la qualità non sempre adeguata al prezzo.

In un sondaggio effettuato presso circa cento commercianti di tutta Italia, di quasi tutti i settori merceologici, è emerso come la causa principale sia stata addebitata all’e-commerce, cioè a quella moderna forma di commercio che ti permette, senza muoverti di casa e senza dover prelevare, di acquistare ormai ogni genere di articolo (dagli alimentari al vestiario, dalla tecnologia agli hobbies, agli attrezzi da lavoro) con la garanzia del rimborso (anche in caso di errato acquisto), avvalendosi di recensioni e sul confronto con altri siti.

Ma l’aspetto più determinante, specie in periodo di crisi, è il costo; sui siti di e-commerce, in particolare alcuni di provenienza cinese, il costo è decisamente ridotto rispetto al negozio tradizionale, a onore del vero spesso a scapito della qualità.

Subito dopo, in ordine di importanza, i commercianti attribuiscono la crisi del settore alla tendenza, da parte dei clienti, di spendere meno di un tempo, di andare nei supermercati anziché nei negozi di vicinato costringendo così i commercianti alla chiusura.

Ovviamente, perché un’indagine di mercato sia attendibile, è necessario ascoltare anche il rovescio della medaglia: i clienti, chi effettua gli acquisti, si sono espressi com’era prevedibile in modo diverso.

Cominciamo col dire che i quartieri moderni vengono progettati privi di esercizi commerciali, costringendo comunque i residenti a rivolgersi alla GDO per la spesa settimanale, rinunciando a quella quotidiana.

La mancanza di tempo, i ritmi stravolti rispetto a trent’anni fa, costringono a concentrare tutti gli acquisti in un unico luogo anziché rivolgersi al panettiere, al fruttivendolo, al macellaio, al negozio di casalinghi o alla drogheria come facevano i nostri nonni.

Ma una grossa parte della crisi dipende sicuramente dalla scarsa professionalità dei commercianti: per ammissione stessa di alcuni di loro, molti dipendenti decidono di fare il salto di qualità diventando imprenditori, decidendo che non vogliono più essere sfruttati, passando dall’altro lato della barricata.

Com’è intuibile, saper affettare bene il prosciutto o servire la cliente che vuole l’olio extravergine è molto diverso dal saperli acquistare, dall’amministrare correttamente un’impresa a cominciare dalla gestione del locale, dei dipendenti per passare agli acquisti, all’amministrazione fino agli adempimenti legislativi.

Ecco perché alcuni negozi, aperti da chi dopo vent’anni da dipendente voleva migliorare la propria vita, chiudono miseramente dopo due-tre anni (quando va bene) per i troppi debiti accumulati ed i pochi clienti.

Stamane ho parlato di questo argomento con un negozio di alimenti tipici in Trentino: prezzi folli (rapportati alla qualità), nessun cliente all’interno; ho domandato perché, in una località turistica ancora affollatissima, il suo negozio fosse vuoto. Per tutta risposta quello che suppongo fosse uno dei titolari mi dice che loro si basano sugli autobus di comitive, che i loro clienti acquistano molti oggetti (Pinocchio era un dilettante al confronto) e dunque il loro ricavo proviene da lì. Giusto per spiegargli cosa avevo percepito io, sottolineo che se lui abbassasse i prezzi (un fiasco da 1,5 litri di vino IGT a 10 euro è un furto) anche altri clienti, non in comitiva, si fermerebbero ad acquistare lì anziché andare a riempire i carrelli in un negozio poco distante.

In altre parole, questo negozio può essere paragonato alla Liguria che deve ringraziare la vicinanza con città come Milano e Torino, che preferisce prendere moltissimo a pochi clienti mentre esercizi commerciali condotti in modo più accurato si basano sulla quantità di clienti, accontentandosi di ricavi pro capite inferiori, come ad esempio l’Emilia-Romagna.

Il Salento, nell’estate appena trascorsa, ha dimostrato che la prima è la teoria dei perdenti; prezzi rincarati decine di volte rispetto a qualche anno fa, hanno ottenuto l’effetto di vedere ripartire i vacanzieri verso località meno esose.

D’altra parte, un semplicissimo calcolo aritmetico fa comprendere come lo stile Emilia-Romagna di cui sopra sia quello vincente; se un locale ha mille clienti, avrà mille portavoce che lo pubblicizzano; se i clienti sono diecimila ecco che la cassa di risonanza diventa dieci volte più potente. Inoltre, aumentando il numero di clienti è possibile che anche la composizione geografica si diversifichi, consentendo di farsi conoscere in zone finora non raggiunte.

In definitiva, questo (ma non è l’unico) criterio dovrebbe essere il primo a venir adottato quando il bilancio dell’impresa tende al rosso.

Chi di voi ricorda lo scandalo Parmalat? Con la crisi aziendale molti fornitori vantarono crediti immensi (ad esempio l’azienda che produceva i contenitori del latte). Il curatore fallimentare disse loro semplicemente che se avessero pazientato ancora qualche mese, proseguendo la produzione sarebbero entrati nuovi capitali che avrebbero, poco alla volta, ripianato i debiti; l’alternativa era aspettare chissà quanto, forse inutilmente; i creditori accettarono la proposta.

I negozianti in crisi dovrebbero agire in modo uguale: spennare i pochissimi che entrano mantenendo i prezzi invariati, o attirare capitali freschi abbassando i prezzi e/o praticando vendite promozionali?

Sergio Motta

Ozonoterapia: Innovazione e Vantaggi delle Terapie con Ozono

PENSIERI SPARSI  di Didia Bargnani

Le prime testimonianze dell’efficacia dell’ozono in medicina risalgono al 1870 e da allora le pubblicazioni  sull’argomento si sono sempre susseguite con grande interesse da parte della comunità scientifica fino ad arrivare al 1983 quando in Italia nasce la SIOOT ( Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia), che conta oggi
oltre 2500 medici iscritti.
L’Ossigeno Ozono Terapia, grazie al suo approccio olistico, agisce su tutto l’organismo, viene definita “terapia di lunga vita”, è infatti utilizzata in dermatologia, medicina interna, cardiologia, geriatria, oculistica, neurologia, fisiatria, chirurgia, malattie degenerative, neurochirurgia, disbiosi intestinale e possiede anche un’ottima azione antiage.
“ Ha presente l’odore che si sente nell’aria subito dopo un temporale ? – mi domanda il dr. Riccardo Aglietta,medico fisiatra e socio della SIOOT- Ecco, quell’odore pungente, di pulito è proprio ozono che è un gas formato da tre atomi di ossigeno. L’ozono e’ anche un efficace agente battericida, fungicida e inattivante dei virus ed è naturalmente presente all’interno del corpo umano”.
Il dr.Aglietta, che segue i suoi pazienti nel Centro di Fisioterapia Zenit a Torino e nel Centro Fisiorom di Rivarolo Canavese, mi parla dei diversi utilizzi dell’ozono in medicina e dei vari modi in cui viene somministrato.
“L’Ozono è una cura medica riconosciuta ed applicata in quasi tutto il mondo; si sfrutta la capacità dell’ozono, unito all’ossigeno, di stimolare i meccanismi di protezione dell’organismo nei confronti dei radicali liberi e di altre sostanze dannose per le cellule, favorendo il rilascio di ossigeno si attiva la circolazione nei tessuti e si apporta beneficio”.
Le principali applicazioni mediche dell’Ozono Terapia riguardano la cura delle ernie (discali e cervicali), il mal di schiena, lombo sciatalgie e dolori cronici di ogni tipo. L’ozono può essere somministrato in vari modi, i più comuni sono le iniezioni sottocutanee, intramuscolari ed intrarticolari oltre alla GAE ( Grande Auto Emoinfusione) che prevede il prelievo di circa 150 cc di sangue venoso dal paziente che viene depositato in apposite sacche sterili dove si immette una miscela di Ossigeno-Ozono e si reintroduce nel paziente attraverso lo stesso accesso venoso, il tutto ha la durata di circa 30 minuti.
Per alcune patologie può essere utile la Piccola Auto Emoinfusione che prevede il prelievo di una quantità ridotta di sangue, sempre arricchita dalla miscela gassosa di Ozono-Ossigeno, e poi iniettata per via intramuscolare anziché per via venosa.
“ La GAE permette di ossigenare tutti i tessuti fino a livello dei capillari – mi spiega il dr. Aglietta – e anche per questo è indicata nei periodi di riabilitazione post intervento, post ictus, si dimezzano i tempi di recupero dopo un infortunio; utile in campo dermatologico ed  estetico ( acne, cellulite), indispensabile nel coadiuvare le terapie farmacologiche nei casi di artrite reumatoide ed artrosi. Le applicazioni cliniche dell’ Ozono sono riconosciute essere valide anche per problemi intestinali, nel trattamento delle infezioni uro-genitali, nelle riniti allergiche, come prevenzione per Parkinson e demenze senili , nella maculopatia degenerativa, nelle cefalee, nelle cardiopatie ischemiche ed è un valido aiuto durante radio/chemioterapia”.
E le controindicazioni ? “Veramente poche: favismo, epilessia, gravidanza e gravissimi problemi cardiovascolari. Ovviamente il trattamento deve essere effettuato da un medico autorizzato e certificato SIOOT. Possiamo dunque considerare l’Ossigeno-Ozono Terapia come un potentissimo antiossidante per il nostro intero organismo, da qui il detto ‘ ciò che non può il farmaco può l’Ossigeno-Ozono’- conclude il dr. Aglietta.
L’Ossigeno-Ozono Terapia rappresenta dunque un approccio olistico che ci può aiutare a vivere meglio, rallentando i fenomeni d’invecchiamento cellulare.

Comitato diritti umani, Nicco: “Situazioni drammatiche nel mondo, meritano la nostra attenzione”

La situazione politica in Venezuela dopo le ultime elezioni è stata al centro della prima riunione della legislatura del Comitato Diritti Umani e Civili, condotta dal presidente del Consiglio regionale e presidente del Comitato Davide Nicco.

Dalla voce di Mariela Magallanes, già deputata del Venezuela, è arrivato forte “l’allarme per una situazione che mette a rischio la democrazia nel mondo. Chiediamo che il Piemonte sia protagonista nel riconoscere la vittoria di Gonzalez Urrutiacontro Maduro, che sta usando violenza, torture, arresti arbitrari per affermare una vittoria illegittima”.

“È molto importante che il Comitato sia tornato a riunirsi a pochi mesi dall’inizio della legislatura. Il mondo è scosso da diversi fronti di guerra e di tensione, per questo è ancora più fondamentale che questo organismo continui a essere crocevia di dialogo, confronto e azione pubblica. Il Comitato ha recepito una proposta di risoluzione sulla crisi in Venezuela che verrà trasformato in un documento da discutere in Aula su cui auspico la più ampia convergenza”, ha dichiarato Nicco.

“Ringraziamo il presidente Nicco per aver permesso al Comitato di proseguire la sua attività in attesa della nuova composizione – hannospiegato i vicepresidenti Sara Zambaia e Gianpiero Leoi temi trattati, dalla questione delle elezioni in Venezuela, alla drammatica situazione della Striscia di Gaza, richiedono la massima attenzione delle istituzioni. Il ruolo del Comitato è proprio quello di supportare il Consiglio regionale in simili questioni: il documento che abbiamo approvato sulla questione venezuelana e che sarà trattato in Aula va in questa direzione”.

Tutti i membri del Comitato e le associazioni hanno espresso grande favore per la scelta del presidente Nicco di convocare questa riunione perché la situazione nel mondo è drammatica e non potevamo permetterci una sosta lunga.

Sono stati affrontati anche temi che riguardano i territori di Mosul, del Kurdistan e della condizione delle donne afghane, iraniane e yazide, così come la proposta di una dichiarazione a sostegno della messa al bando delle armi nucleari.

Infine è stato preso l’impegno di organizzare un convegno internazionale sui diritti umani entro il mese di dicembre.

Al via Terra Madre Salone del Gusto, tutte le novità

Torino, Parco Dora, dal 26 al 30 settembre

Tutte le occasioni per mangiare, bere, incontrare, imparare, ballare…

Le architetture del Parco Dora di Torino, spazio industriale restituito alle persone, simbolo di rigenerazione cittadina, sono ormai pronte ad accogliere la 15esima edizione di Terra Madre Salone del Gusto, dal 26 al 30 settembre. Organizzata da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte, con il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, del Ministero del Turismo, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la manifestazione, anche quest’anno a ingresso libero, presenta centinaia di occasioni per gustare, bere, incontrare e sperimentare le migliori produzioni alimentari che rappresentano la cultura di popoli e territori, grazie agli oltre 3 mila delegati e 700 espositori da tutte le regioni italiane e da 120 Paesi. Il calendario di appuntamenti, tutti legati dal claim We are Nature, è in continuo aggiornamento e sempre più articolato. Così, per meglio organizzare la visita, tra una conferenza e un giro al Mercato, ecco una guida, mappa alla mano, per vivere Terra Madre, minuto per minuto!

Prima di tutto le informazioni essenziali: come raggiungere Parco Dora? Grazie alla collaborazione con GTT_Gruppo Torinese Trasporti, è possibile muoversi facilmente con bus e metropolitana, ma anche con bike, moto e car sharing. A incentivare la mobilità sostenibile anche i circuiti di comunicazione di Trenitalia regionali. E per la prima volta, quest’anno, è possibile incontrare i produttori e vedere la manifestazione in anteprima – insieme a operatori, buyer e giornalisti – basta essere soci Slow Food (o tesserarsi all’ingresso) e visitare Terra Madre il giovedì 26 settembre dalle 10, prima dell’apertura per il grande pubblico, giovedì 26 alle 15. Oltre a questa possibilità i soci Slow Food avranno moltissimi vantaggi, tra cui corsie dedicate all’ingresso per saltare la coda tutti i giorni.

 

Dall’ingresso Mortara, le tante declinazioni del vivere Slow: orti, città, libri e itinerari

 

Se si accede dall’ingresso Mortara, il viaggio di Terra Madre si apre con due grandi aree dedicate ai principali progetti associativi. L’Orto Slow Food, progettato e realizzato in collaborazione con Planet Smart City: un orto bello da vedere, che rappresenta i valori della socialità e del fare insieme, che propone un percorso sensoriale con grandi cassoni, posizionati in maniera tale da essere accessibili a tutti, ricchi di piante orticole e alberi da frutto, come antiche varietà di mele e pere piemontesi, per toccare e annusare foglie, frutti e terra. Il progetto degli orti Slow Food a Terra Madre festeggia 20 anni, e, grazie al contributo di UniCredit si rinnova, uscendo dalle aule scolastiche per coinvolgere anche le comunità che realizzano orti in quartieri periferici e carceri, ospedali e biblioteche. A disposizione di scuole e famiglie, l’aula didattica l’Orto in una stanza, per scoprire, insieme alla rete Slow Food italiana e ai rappresentanti degli Orti in Africa, la biodiversità delle produzioni autoctone, e scoprire le buone pratiche orticole che preservano suolo e acqua. A cura di Iren anche i suggerimenti pratici da riprodurre in ambito domestico sulla gestione del compost. Nello spazio famiglie, sostenuto da L’Erbolario che offre prodotti per la cura di bimbi e mamme, si può trovare un momento di pausa, sperimentando i giochi educativi di Quercetti ispirati al mondo della natura, e rilassarsi nell’area morbida realizzata in collaborazione con Giovani Genitori.

Adiacente all’orto, lo spazio Slow Food accoglie i soci e chi vuole saperne di più su progetti e campagne del mondo della Chiocciola, ma non solo: al suo interno si trovano l’area dedicata alle pubblicazioni di Slow Food Editore, tra grandi classici e ultime novità, e la sala incontri dove esplorare la sfera del gusto, della pizza e del vestire sostenibile grazie a ospiti d’eccezione come Giulia Zanni, campionessa del Mondo di Pizza 2024, e Dario Casalini, fondatore di Slow Fiber. Sempre nello stand Slow Food, le sarte di Slow Fiber sono protagoniste al telaio di dimostrazioni dal vivo di cucito e mettono in pratica la loro maestria realizzando scaldacollo in seta e lana proposti in vendita. Da non perdere la degustazione delle miasse, sottili e croccanti rettangoli di farina di granturco cotte su apposite piastre, presentata da Loris Caretto, coltivatore custode del Pignoletto Rosso e referente della rete Slow Mays, in abbinamento allo spettacolo teatrale della compagnia Lo Zodiaco di Caluso.

 

La tappa successiva è Nutrire le città, un palcoscenico dedicato all’ecosistema urbano, alle food policies e al tema dello spreco alimentare. Dalle degustazioni di etichette da vigneti urbani di città come Roma e Brescia, alle testimonianze di chi, a Trieste, Cagliari e in Piemonte, sta integrando l’educazione alimentare nel programma scolastico, per passare alle esperienze di acquisto diretto dai produttori, i Mercati della Terra di Slow Food in primis, ma anche le community supported agriculture (CSA) e i gruppi d’acquisto. Con Lentamente viaggiare si esplorano invece le proposte di viaggi sostenibili, in Italia e all’estero: visite guidate tra Carso e Trieste, laboratori di ravioles in Val Varaita, percorsi di gastronomic trekking lungo la Costiera Amalfitana, escursioni tra le terre della transumanza in Abruzzo e tour in bicicletta nella Riserva Naturale di Torre Guaceto: sono alcuni esempi delle attività raccontate dai referenti degli itinerari del progetto Slow Food Travel e non solo. Sempre in quest’area, Ismea propone laboratori di smielatura e degustazioni per ripercorrere la Penisola attraverso le varietà di mieli.

 

Dall’ingresso Borgaro: un viaggio gastronomico tra reti tematiche e regioni italiane

 

Se si cambia il punto di partenza, dall’ingresso di via Borgaro Alta, a inaugurare la visita è l’area dedicata alle reti Slow Food, dove produttori e artigiani condividono la loro storia e i tanti modi di salvaguardare varietà, territori e tradizioni attraverso il progetto dei Presìdi Slow Food e non solo. Slow Grains, supportata da Pastificio Di Martino, riunisce a Parco Dora le realtà che dal Nord al Sud Italia valorizzano i grani tradizionali, come il Mulino Papavero Rosso di Cuneo, la Cooperativa Grani Antichi del Reatino e il Montefrumentario in Campania, mentre Slow Mays presenta alcuni esempi di biodiversità: il pan de Sorc, un pane dolce e speziato nato nelle terre di Gemona in Friuli, il mais Quarantino, antica varietà di granoturco marchigiana, e il mais Piadera, coltivato da oltre tre generazioni a Fregona (Tv). Grande rappresentanza anche dei componenti della rete Slow Beans, che attraverso i legumi raccontano culture agricole e sapori autentici, dalla Comunità della Valbelluna con il gialet, alla Comunità di Favalanciata nelle Marche, fino alla cicerchia degli Iblei e la sua farina, da cui nasce una polenta speciale. Infine, nello spazio Slow Olive, realizzato grazie al contributo del Gruppo ASA e la partecipazione di Ricrea, si ascoltano le testimonianze dei produttori del Presidio degli olivi secolari, tra cui Sergio Spada della Cab di Brisighella, menzione speciale nella Guida agli Extravergini 2024, e Vincenzo Signorelli, che nell’omonima azienda propone visite e degustazioni, arricchendo le esperienze dell’itinerario Slow Food Travel Etna e Catania. Sempre aperto anche l’Oil Bar, per degustare oli extravergini di alta qualità e imparare a riconoscerne le caratteristiche.

 

Il percorso prosegue con gli espositori del Mercato italiano e gli spazi delle Regioni, alla scoperta di tutta la Penisola e della sua biodiversità paesaggistica, culturale e gastronomica. Dal Friuli-Venezia Giulia alla Puglia, dal Trentino-Alto Adige alla Liguria, tutti gli stand propongono degustazioni, workshop e incontri con produttori, docenti, cuochi e referenti territoriali. Punta su un programma di showcooking anche la Cia-Agricoltori italiani, in collaborazione con produttori e cuochi da Nord a Sud. Non mancano i padroni di casa: all’area Piemonte, rappresentata da molti espositori, si aggiungono gli spazi di Regione PiemonteCittà di Torino, Turismo Torino e Provincia e della Camera di Commercio di Torino, main partner dell’evento, che nel proprio stand ospita appuntamenti che vedono protagonisti i Maestri del Gusto di Torino e Provincia e numerose associazioni di artigiani, dal Vermouth di Torino ai grandi classici di Torino e delle sue vallate, fino alla formazione delle nuove generazioni grazie a progetti che hanno visto la collaborazione di Slow Food, insieme alla Camera di Commercio e ai Maestri del Gusto, con gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.

Animano gli spazi espositivi con le loro attività laboratoriali Borghi più belli d’Italia e Borsa merci telematica italiana, che mette a disposizione materiali informativi per favorire acquisti consapevoli da parte dei consumatori, e Invitalia, presente nella buyer lounge della manifestazione.

 

Il cuore di Parco Dora: riscoprirsi Natura, tra i banchi del Mercato e gli incontri in Arena

 

Tappa obbligatoria delle visite a Terra Madre è la grande tettoia di Parco Dora, dove converge l’anima più cosmopolita di Terra Madre. Il Mercato internazionale riunisce Presìdi Slow Food e prodotti provenienti dai cinque continenti: cacao e cioccolato da Ecuador e Colombia, cereali e salse dal Giappone, formaggi a latte crudo di Irlanda e Svizzera, ma anche specialità dei Mercati della Terra, come quello di Karva in Slovacchia e di Yunlin a Taiwan. Agli espositori si aggiungono gli eventi degli spazi internazionali, come la lezione di cucina sul borsch guidata dall’Alleanza Slow Food dei cuochi in Ucraina, la passeggiata tra le erbe commestibili e medicinali di Parco Dora insieme agli esperti di Slow Food North America, e le degustazioni targate Slow Food France che vedono i formaggi Presìdi Slow Food in abbinamento ai vini della Slow Wine Coalition. Segue l’area dedicata alle Slow Food Farms, dove è possibile scoprire tutti i segreti del modello agroecologico in un percorso di visita che ne approfondisce le parole chiave: conoscenza, comunità, diversità, giustizia e sinergia. Ancora pochi posti disponibili per gli eventi nell’Area Knowledge come l’appuntamento sulle storie di resistenza del Quilombo de Palmares in Brasile, delle comunità nere rurali del Sud degli Stati Uniti e del continente africano, e il workshop sul ruolo svolto dal giornalismo investigativo nella creazione di un sistema alimentare sostenibile. Restano invece gratuiti e aperti a tutti gli incontri dell’Area Biodiversity, dove i produttori delle comunità internazionali Slow Food raccontano i frutti del loro lavoro: il mondo della frutta secca, la coltivazione del té, il potere di legumi e cereali ancestrali e la biodiversità dei mieli indigeni. Strettamente connessa è l’esposizione artistica che Slow Food realizza insieme a Paratissima e con il sostegno della Compagnia di San Paolo. Le opere, create da artisti e performer italiani e internazionali, sono state selezionate per far immergere i visitatori nelle complesse sfide ambientali e sociali legate all’attuale sistema alimentare.

 

Per chi ha voglia di cimentarsi in un gioco partecipativo, il posto ideale è la Escape Room diffusa realizzata nell’ambito del progetto BEAUTIFOOD. Pensata per far divertire e allo stesso tempo riflettere su temi di grande attualità, questa esperienza interattiva coinvolge gruppi composti da 2 a 5 giocatori e propone tanti enigmi da risolvere: che impatto hanno gli allevamenti intensivi sulle risorse naturali e sulla sostenibilità? Quanto cibo sprechiamo? Come ottimizzare la filiera del cibo con alcuni semplici accorgimenti? Un’occasione per scoprire insieme come diventare più consapevoli delle proprie azioni quotidiane.

 

L’esperienza di Terra Madre continua nello spazio Noi custodiamo natura, dedicato alle terre alte e ai loro custodi. Qui si può conoscere la  rete Slow Food dei castanicoltori, annusare i fieni dei pascoli alpini, scoprire le attività del nuovo Presidio dei prati stabili e dei pascoli, divertirsi con i  giochi in legno di PEFC Italia, che – con Sinergie Outdoor – permettono anche ai più piccoli di comprendere l’importanza del rispetto del bosco. Nell’area conferenze, realizzata con il supporto di FSC Italia, si condividono idee sul futuro delle terre alte, con l’obiettivo di costruire – insieme ad alcuni dei maggiori esperti d’Italia – una strategia per rimettere la montagna al centro, come luogo privilegiato del vivere e dell’abitare.

Al centro dell’attenzione, la pastorizia, la biodiversità dei pascoli, i formaggi, le lane, le erbe selvatiche, i frutti del bosco, come funghi e tartufi, le api e gli impollinatori e i mieli millefiori e monovarietali, proposti per l’assaggio nell’area Slow Bees, realizzata con il contributo di Ricola. E sempre a proposito di erbe, mieli e impollinatori, passeggiando per lo spazio, il pubblico può incontrare anche il caramellaio Ricola arrivato direttamente dalla Svizzera per far assaggiare le iconiche caramelle d’Oltralpe appena formate.

 

Conferenze e incontri, da sempre il fil rouge per approfondire i grandi temi, grazie agli interventi di ricercatori, esperti e produttori, si svolgono in moltissimi spazi e, in particolare, in tre arene. Quella dedicata a Joannah Stutchbury, ambientalista e attivista, impegnata da anni per difendere le foreste del Kenya, uccisa nel 2021 proprio per il suo lavoro, ospita un programma di incontri focalizzati sulla relazione tra natura e differenti ambiti – clima, coscienza, educazione, donne, biodiversità – e tocca temi di attualità – come la giustizia lungo la filiera del cibo – affrontati da personaggi noti in Italia e all’estero. Tra questi, Michele Serra, giornalista, scrittore e autore che, dopo il suo monologo, dialoga con il pubblico presente; il drammaturgo e compositore, Moni OvadiaMiguel Altieri, dal Cile, coordinatore generale del programma dell’agricoltura sostenibile delle Nazioni Unite; Federico Faggin, uno dei padri della Silicon Valley che sarà a Terra Madre per parlare di rapporto fra natura e coscienza, insieme al teologo Vito MancusoLella Costa, che ci accompagnerà alla scoperta delle lezioni di meraviglia di Rachel Carson, Morgan Ody, dalla Francia, coordinatrice generale di La Via Campesina International; Larissa Mies Bombardi, ricercatrice brasiliana oggi costretta all’esilio per i suoi studi sui pesticidi, Elena Granata, una della maggiori urbaniste italiane, che approfondirà il rapporto fra le città e lo sguardo delle donne, e Filippo Giorgi, esperto internazionale nel campo della modellistica del clima, dello studio dei cambiamenti climatici e dei loro impatti sulla società, unico scienziato  italiano nell’esecutivo dell’IPPC, Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici, premiato con il Nobel per la Pace nel 2007. Qui trovate la lista completa di relatrici e relatori. 

 

L’Arena in ricordo di Sergio Staino, disegnatore, fumettista, giornalista e attento osservatore del nostro tempo, apre il suo programma con l’omaggio a Staino di Paolo Hendel e continua con Francesca Santolini, autrice di Ecofascisti, con Giorgio Vacchiano, nominato dalla rivista Nature tra gli 11 migliori scienziati emergenti nel mondo che stanno lasciando il segno nella scienza, e molti altri. L’Arena Staino guarda alla natura attraverso il racconto delle reti tematiche di Slow Food, gli esempi virtuosi di allevatori che hanno aderito alla campagna  Allevare rispettando gli animali e la terra si può, e l’impatto di pratiche intensive e cambiamento climatico sulla pesca e sulle Comunità di Slow Fish. Non solo, si racconta anche il percorso dei progetti di Slow Food a tutela della biodiversità: l’evoluzione dei Presìdi Slow Food;  le storie di cuoche e cuochi che fanno parte dell’Alleanza Slow Food, come Laho Lengos, da Taiwan, e Jennifer Rodriguez Rojas, dalla Colombia, e la crescita dell‘Arca del Gusto, che dal 1999 ha catalogato patrimonio di 6350 prodotti a rischio di estinzione.

 

Chiudono il cerchio i due spazi realizzati con il sostegno di Reale Mutua: la Your Next Arena e la Wellness Area. Il primo è uno spazio in cui si approfondisce il legame tra cibo e salute, con incontri dedicati ad alimentazione e falsi miti, educazione al gusto e diete sostenibili. Moltissime le figure interessanti che sarà possibile conoscere in quest’area, dall’etnobotanico americano Danny Childs a Sandor Ellis Katz, uno dei maggiori esperti di fermentazione al mondo, da Fulvio Marino, panificatore fra i più apprezzati in Italia e volto televisivo, alla cuoca, scrittrice e influencer Irene Volpe.

La Your Next Arena dà spazio e voce ai giovani dello Slow Food Youth Network, ma non solo: ospita la delegazione di ragazze e ragazzi che, dopo l’esperienza dell’Anteprima di Terra Madre, tenutasi a Roma a maggio, hanno raccolto in tutta Italia buone pratiche e idee per rigenerare gli ecosistemi del Paese. All’interno della Wellness Area, non distante dalla Your Next Arena, Reale Mutua ospita momenti dedicati allo sport e al benessere personale con il supporto di Technogym e la partecipazione di ospiti esclusivi. Un nome fra tutti, l’ex ginnasta Yuri Chechi.

 

Sempre i giovani sono i protagonisti nello stand dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, che ospita colazioni con i prodotti degli alumni Unisg; degustazioni dedicate a prodotti unici e rari, come il formaggio affinato nel tufo di Monteu Roero e il garum artigianale prodotto da funghi, scarti di verdure e pesce; dibattiti su temi di attualità come insicurezza alimentare, crisi climatica e intelligenza artificiale; laboratori di analisi sensoriale, e aperitivi a base di vermouth e bevande botaniche fermentate.

 

Le tappe per gustare, sorseggiare e… ballare 

 

Il piacere e la consapevolezza convergono in due spazi d’eccezione. Torna l’Enoteca della Slow Wine Coalition, dove rilassarsi degustando un bicchiere di vino, ma non solo! Più di 500 delle migliori etichette italiane selezionate dalla redazione della guida Slow Wine e dalla Banca del Vino, suddivise per regioni, e tipologie – bollicine, vini bianchi, vini rossi, vini rosa, vini dolci. Tra le curiosità, un’ampia selezione di Vermouth di Torino, uno spazio dedicato al Sidro con prodotti dall’Italia, Francia, Belgio, Georgia, Olanda e Danimarca, una sezione con i vini delle aziende certificate Demeter, e alcune etichette dei membri internazionali della Slow Wine Coalition. Tutti serviti nei calici Bormioli Luigi, proposti e raccontati dai Sommelier della FISAR e dai Pommelier APAS, e serviti a temperatura perfetta grazie a Liebherr. Una mostra, ospitata in Enoteca, racconta le azioni di sostenibilità (ambientale, economica e sociale) per Terra Madre realizzate nell’ambito del progetto Circular SEeD da Slow Food Italia in collaborazione con circulareconomyforfood.eu, Hellobarrio e la partecipazione di 17 realtà partner della manifestazione. Nato con l’edizione 2006 del Salone del Gusto, il percorso di sostenibilità in questi 20 anni ha toccato i principali punti dell’organizzazione dell’evento: dai materiali di allestimento all’energia, dai trasporti alla gestione dell’acqua. Per quanto riguarda invece i rifiuti, Terra Madre è ancora oggi l’unico evento al mondo con 35 isole di raccolta gestite da operatori, formati con il sostegno di numerosi partner, per aiutare i visitatori a differenziare correttamente ogni singola frazione. Sempre a proposito di azioni ambientali, passeggiando per Parco Dora il pubblico può acquisire i principali consigli antispreco proposti da Cuki in una serie di paline.

E poi l’area della Slow Food Coffee Coalitionil punto di riferimento per fare un’esperienza di caffè differente, realizzato insieme ai due main partner del progetto, Fondazione Lavazza e De’ Longhi. Numerosi gli appuntamenti in programma, tutti gratuiti e su prenotazione, tra cui le home barista masterclass, per approfondire conoscenze teoriche e aspetti pratici, e gli incontri con i produttori, per scoprire le storie di giovani coltivatori provenienti da Filippine, Messico e Thailandia.

 

Tra gli spazi dei partner sono presenti Acqua S.Bernardo, sostenitore ufficiale di Slow Food Italia e dell’Alleanza Slow Food dei Cuochi, che nel proprio stand invita a partecipare alla sfida dell’impatto zero con il gioco Ogni goccia contaParmigiano Reggiano, in kind partner dell’evento, che presenta le diverse stagionature in un ricco programma di degustazioni; Pastificio Di Martino, che celebra la Pasta di Gragnano Igp insieme a ospiti d’eccezione: Gianluca Pisacane, executive chef del Sea Front Pasta Bar di Napoli e Peppe Guida, chef stellato di Antica Osteria Nonna Rosa a Vico Equense, e QBA – Quality Beer Academy, che oltre a proporre incontri con mastro birrai internazionali e molti appuntamenti di Beer&Food pairing, presenta in anteprima mondiale la Duivelsbier Wild, l’ultima etichetta dello storico birrificio belga Boon di Lembeek.
Scopri tutti gli spazi e gli eventi dei partner.

 

Meritano una visita lo stand di BBBell, che come di consueto, oltre a curare la connettività dell’evento, anima il programma di Terra Madre by Night con dj set, bollicine e sfiziosi panini, e quello di UniCredit, dove ogni giorno il torneo buddy challenge permette di sfidarsi a ping pong per vincere una selezione di prodotti regionali dal Mercato di Terra Madre. Bormioli, nel proprio spazio propone otto masterclass dedicate a vini provenienti da diversi territori d’Italia  in collaborazione con Vigneron.Wine. Sotto la tettoia si trova anche Demeter, main partner dell’evento, con una nutrita rappresentanza di aziende biodinamiche certificate e tanti seminari e workshop che spaziano dalla fertilità del suolo all’orto terapico, dagli infusi e le essenze fino al rapporto con gli animali.

Non mancano i grandi classici delle manifestazioni Slow Food, come i Laboratori del Gusto, ospitati da Eataly Lingotto, nelle Aule vino e Cibo e nella Cucina dell’Alleanza, allestiti con gli arredi di Grandsoleil, come anche l’Enoteca e lo stand Slow Food: viaggi culinari nel sud della Turchia, degustazioni che esaltano i vegetali in tutte le loro forme e consistenze, abbinamenti che uniscono vitigni e produzioni casearie di territori unici e ricette capaci di valorizzare culture africane, latinoamericane e asiatiche. Tante occasioni in cui mettere alla prova i nostri sensi, scoprire nuove culture, profumi e sapori, ascoltare il racconto diretto di chi si prende cura della terra, imparare nuove tecniche in cucina.

 

Terra Madre è un evento che si vive anche di sera! 

 

Sabato 28 settembre alle 21, presso il Centro Congressi del Santo Volto, con lo spettacolo “Da qui alla luna”Andrea Pennacchi Giorgio Gobbo ricordano la tempesta Vaia e riflettono sulla fragilità del pianeta. L’opera, scritta da Matteo Righetto, ripercorre la tempesta attraverso lo sguardo degli abitanti delle vallate bellunesi, e si inserisce nel programma del Forest Stewardship Council (FSC) Italia, che porta a Terra Madre le sue riflessioni sul presente e sul futuro delle foreste.

 

Dalla mattina e fino alla chiusura alle 23.30, completano l’offerta gastronomica le Cucine di Strada e i Food Truck, con le loro specialità italiane e regionali. Tra le novità BStradi, bottega contemporanea che diffonde l’emilianità, che a Terra Madre ospita i laboratori di buone pratiche antispreco promosse da Cuki, sostenitore ufficiale di Slow Food Italia e green partner dell’evento; lo Slow Truck di Paolo Betti, cuoco dell’Alleanza del Trentino-Alto Adige che ha creato una casa della biodiversità su ruote per raccontare i territori valorizzando piccoli produttori locali; TuttoFaBrodo, realtà specializzata in Xiao Long Bao, i mitici ravioli asiatici realizzati a mano e cotti al vapore, e, dalla Lombardia, Ca’ Dal Saggia, piccola e giovane azienda agricola sita in Oltrepò Pavese, che propone la sua cucina dalla terra al piatto. Come di consueto, alle loro proposte si possono abbinare quelle dei birrifici artigianali, tutti segnalati sulla Guida alle birre d’Italia 2025: dal Piemonte, Filodilana, con le selezioni “birre da bere e basta”, “italian grape ale” e le “birre da meditazione”; dalla Toscana, il Birrificio del Forte, che quest’anno ha ottenuto il Premio speciale costanza, e dal Veneto Ofelia, Chiocciola sulla guida alle Birre, che a Parco Dora porta le sue produzioni pure, giuste e senza compromessi.

Ma Terra Madre non è solo Parco Dora. Quest’anno gli Appuntamenti a Tavola e le Cene Off si svolgono in diverse location della città. Tra quelle ancora disponibili, la cena a buffet presso le Fonderie Ozanam, dove l’Alleanza Slow Food piemontese alterna piatti della tradizione a rivisitazioni creative, e la cena dei cuochi dell’Alleanza Slow Food in Albania, in programma da Eataly Lingotto. Numerose le iniziative della Nuvola Lavazzache ospita degustazioni, lezioni in compagnia di pastry chef e laboratori sulle mille sfumature del caffè. Si riconferma anche il programma di Terra Madre Off, con tanti eventi in giro per Torino: i Welcome Tour di Turismo Torino e Provincia in città e dentro Parco Dora, l’itinerario in bus alla scoperta dei Maestri del Gusto di Torino, la cena conviviale proposta da Mirafood – Comunità Slow Food, il mercato della biodiversità Gogreen in Piazza San Felice e i test di assaggio dei nuovi prodotti FiorFiore Coop in Galleria San Federico.