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Tecnologia o rispetto dei clienti?

Ho sempre sostenuto che la tecnologia possa, anzi debba, facilitare la nostra quotidianità, semplificare alcuni processi, ridurre i tempi e, ove possibile, i costi per migliorare complessivamente la qualità della vita.

Molte app installate sui nostri smartphone ci consentono, con un semplice comando vocale, di sapere che tempo farà, di accendere la stufa o la lavatrice a chilometri di distanza, segnalarci se un intruso sia entrato in casa nostra e molto altro.

Ma che dire dei call center totalmente automatizzati?

Ho spesso necessità di raggiungere il centralino di enti sia pubblici che privati, commerciali e no, ma non di rado ho dovuto aggiustarmi diversamente, magari recandomi in un negozio di quel brand per avere un contatto de visu che mi risolvesse, o almeno ci provasse, il problema.

Quante volte, appena raggiungiamo quel numero, sentiamo “Digitare 1 per X, 2 per Y, 3 per Z”, ma il “digitare X per parlare con un operatore” spesso manca.

Come spiego spesso nelle mie conferenze e come ho avuto modo di scrivere su queste colonne, moltissimi responsabili di azienda badano unicamente al ritorno economico (e spesso non ne sono capaci) anziché alla soddisfazione del cliente, che è la vera mission di un’impresa, assumendosi il rischio di impresa.

Chi ha impostato questi call center ha probabilmente considerato, tra le problematiche più frequenti, quelle sei, sette degne di essere risolte meccanicamente (guasto sulla linea telefonica, blackout, fuga di sostanze) non considerando che è quasi impossibile considerare ogni possibile disservizio all’utenza, che richiederebbe perciò una risposta (ed una soluzione) personalizzata.

Se io, utente, non ottengo una soluzione al mio problema posso essere tentato di cambiare gestore o fornitore o azienda che si occupa della manutenzione o, comunque, operatore economico; al di là del fattore rischio, però, c’è soprattutto la mancanza di rispetto verso i clienti, che sono quelli che permettono all’imprenditore, o agli azionisti, o ai soci, di dividersi gli utili a fine esercizio. Se vengo trattato bene è più probabile che accetti ulteriori servizi proposti da quell’operatore e possa anche accettare piccoli rincari nel costo dei servizi.

E che dire degli elimina coda nei quali puoi scegliere tra alcune voci, una delle quali è “Altro”? Inevitabile che quell’uno o quei due sportelli dedicati all’altro avranno una coda modello processionaria, mentre negli altri sportelli vi saranno una o due persone in coda.

Se, invece, la tecnologia ci viene erogata da un ente pubblico le cose si complicano, perché lo Stato (e gli enti locali) non devono perseguire finalità di lucro ma devono contenere i costi; non si capisce perciò perché investire migliaia (se non milioni di euro) in informatizzazione, con un servizio non soddisfacente, mentre alcune persone passano il tempo guardando il soffitto.

Il top lo raggiungono quei soggetti, pubblici o privati, ai quali invii una mail che, se verrà letta, non sarà mai oggetto di risposta generando nel mittente il dubbio “sarà arrivata a destinazione?”, “sarà stata letta?”, “staranno valutando cosa rispondere?”

Alla base di tutto ciò ci sono sostanzialmente due fattori: in primis la mancanza di rispetto verso gli utenti, chiunque essi siano, che meritano comunque attenzioni e la soluzione dei loro problemi. In secondo luogo, l’adibizione a compiti organizzativi anche complessi di persone inesperte o svogliate: per clientelismo, per motivi politici, per restituire un favore, alcune persone vengono adibite a ruoli per i quali non sono portate, affidando loro responsabilità che se non vengono onorate creano maggiori disagi di quelli che avrebbero dovuto risolvere.

Sergio Motta

A Torino si gioca (gratis) con la scienza

WINS SCIENCE&TECH DAY

Tanti laboratori gratuiti per bambini e ragazzi dai 4 ai 14 anni

Sabato 18 marzo dalle 15 alle 19|Via Traves 28, Torino

Prenotazione al seguente link: https://blog.worldinternationalschool.com/sciencetechday-1

Pilotare un aereo con un vero simulatore di volo, esplorare il corpo umano, scoprire la matematica, la fisica e la logica con i robottini E.DO, imparare giocando con i mattoncini DUPLO®, cimentarsi nella costruzione di una pala eolica funzionante e provare la realtà aumentata. Diventare fotografi per un giorno e scoprire tutte le forme di energia per vivere in un mondo sempre più green.

Sono solo alcuni dei laboratori gratuiti che WINS – World International School of Torino propone sabato 18 marzo in occasione di Wins Science&Tech Day. Un pomeriggio dicato a tutti i bambini e i ragazzi dai 4 ai 14 anni che vogliono divertirsi con la scienza, la matematica, la robotica, la tecnologia e la creatività digitale… Dalle 15 alle 19 il Campus della scuola internazionale di Via Traves 28 si trasformerà in un enorme playground della scienza e della tecnologia all’interno del quale i giovani partecipanti potranno spostarsi liberamente diventando piccoli scienziati per un giorno.

Tante le attività e gli esperimenti condotti dai numerosi partner esperti nel settore e dai docenti WINS che terranno i laboratori in inglese, per unire lingua e scienza in un pomeriggio di divertimento e apprendimento.

Alcuni dei laboratori di WINS SCIENCE & TECH DAY:

BRICKS 4 KIDZ® – ”Mi piace mangiare…bene”
Impara l’importanza di mangiare sano e divertiti con i mattoncini DUPLO®.

AERO CLUB TORINO – “Preparati al decollo!”

Allaccia le cinture e mettiti al comando di un jet con il simulatore di volo che ti farà diventare pilota per un giorno sotto la guida di piloti professionisti.

E.Do – Dimentica i libri per un istante e impara a programmare con i robot e.DO!” con i docenti WINS

Usa i robot e.DO per scoprire i segreti della programmazione e sviluppare la logica induttiva.

YGA ITALY – “La scienza per tutti”
Costruisci una pala eolica, realizza un’auto con sensori di movimento e rendi la tua casa più smart per un futuro più sostenibile.

VENCO Services Srl – “Esplora il mondo della cybersecurity”

Partecipa al laboratorio e scopri di più sulla sicurezza informatica!

LABORATORIO DI FOTOGRAFIA – “Ti svelo qualche trucco per le tue fotografie!”

Impara a padroneggiare al meglio la macchina fotografica grazie ai consigli del fotografo professionista Vincenzo Solano.

EICOM – “Prepara bombe di semi, sale aromatizzato e impara come risparmiare energia con la mascotte Poddy”

Sperimenta, crea e divertiti scoprendo la natura e tutte le forme di energia per un mondo più green.

REKORDATA – “Giochiamo con la realtà aumentata!”

Gioca con un personaggio 3D da te creato e proietta oggetti 3D muovendoti nello spazio circostante.

GRUPPO LARC – “Esplora il corpo umano!” 

Costruisci uno scheletro con tutte le sue ossa e impara a riconoscere gli organi.

WINS SCIENCE LABS: Tantissimi laboratori tenuti dagli insegnanti internazionali di WINS: scopriamo come la temperatura influenza il movimento, come il ghiaccio interagisce con altre sostanze, come scandagliare gli oceani con un sonar, addentriamoci nella fisica, nella chimica e nella biologia…e molto altro!

Wins Science & Tech Day è realizzato in collaborazione con: Aeroclub Torino, BRICKS 4 KIDZ®, E.DoEICOM, Gruppo Larc, Rekordata, Venco Services Srl, Vincenzo Solano Fotografo, YGA ITALY.

L’ingresso è gratuito previa prenotazione al seguente link: https://blog.worldinternationalschool.com/sciencetechday-1

WINS – World International School of Torino

Via Traves 28, Torino

Tel. 011 197 2111

www.worldinternationalschool.com

Il futuro delle Città passa da Torino con la quinta edizione del Cities Forum

Oltre 750 sindaci e delegati provenienti da 160 città d’Europa e di tutto il mondo arriveranno a Torino il 16 e 17 marzo per la quinta edizione del Cities Forum, il più importante evento dedicato alle politiche urbane che la Direzione Generale per la Politica Regionale e Urbana della Commissione Europea organizza a cadenza biennale. Alle Officine Grandi Riparazioni una due giorni di workshop e dibattiti vedrà i rappresentanti di città grandi e piccole confrontarsi sulle politiche europee che riguardano la dimensione urbana, con particolare attenzione per innovazione, transizione ecologica, cambiamento climatico, inclusione sociale.Dopo l’edizione di Porto nel 2020, l’ultima prima della pandemia, erano 19 le città in lizza: la scelta dei commissari europei è ricaduta su Torino, prima città italiana ad ospitare l’evento, che l’ha spuntata su Tallin e Lubiana superando, nel nostro paese, anche Milano e Genova. Merito di una candidatura che ha messo in luce i grandi investimenti in rigenerazione urbana e coesione sociale degli ultimi decenni: gli oltre 70 milioni dei progetti Urban a Mirafiori e Barriera di Milano, i 120 milioni dei fondi Pon Metro-React e i 140 ancora in fase di investimento di Pon Metro-Plus. Delegati e giornalisti stranieri avranno modo di vedere anche da vicino i luoghi delle trasformazioni urbane della città grazie alle sei visite di casi studio che, la mattina del 16 marzo, li porteranno a Cascina Roccafranca, Beeozanam, all’Energy Center al Lingotto, al Serming e all’area Open Incet, alla casa nel Parco e agli orti di Mirafiori, alle Ogr Tech, all’Environment Park, ai Bagni Pubblici di via Agliè e i laboratori di via Baltea.

Dichiara il sindaco Stefano Lo Russo: “La scelta di Torino come città ospite rappresenta un importante riconoscimento per le politiche di rigenerazione urbana e gli investimenti degli ultimi trent’anni ma anche l’occasione per presentare quelli che verranno, grazie ai 654 milioni stanziati dal Pnrr e dal Pnc che si tradurranno in numerosi progetti di riqualificazione in tante aree della città, proseguendo la sua trasformazione da città a vocazione unica manifatturiera a città dalle molte vocazioni a partire da quelle dei saperi, della cultura e dell’innovazione. Sarà inoltre una preziosa occasione di scambio e di confronto con altri primi cittadini e amministratori da altre nazioni, dai quali attingere le migliori pratiche e a cui rivolgo un caloroso benvenuto”.

Il forum vedrà la presenza del vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans e della commissaria per la Coesione e le Riforme Elisa Ferreira e punterà i riflettori sui recenti sviluppi delle politiche e delle iniziative chiave che coinvolgono le città, come l’Agenda Urbana dell’UE, la Missione dell’UE per le cento città climaticamente neutre ed il manifesto del Nuovo Bauhaus europeo, che verrà presentato in anteprima nel corso del panel dal titolo “La bellezza salverà il mondo?”, come modello di sviluppo inclusivo, sostenibile e bello.

Spiega l’assessora alle Politiche per l’ambiente, l’energia e lo sviluppo tecnologico, Chiara Foglietta: “Il New European Bauhaus, o Bauhaus europeo, rappresenta il collegamento tra il Green Deal e le nostre case, gli spazi che abitiamo e viviamo, arricchendoli di una dimensione culturale e creativa. Nei mesi scorsi la Città di Torino ha deciso di dotarsi di una declinazione locale dell’iniziativa europea, coinvolgendo in un percorso di ascolto e co-progettazione più di un centinaio di soggetti. Attraverso tre workshop che si sono svolti da giugno a ottobre 2022, all’interno del Centro di competenza per l’innovazione sociale, che ha sede a Incet, grazie al supporto del Comitato torinese NebTo e della Fondazione Brodolini, e con una successiva fase di condivisione e confronto online, sono stati definiti 6 principi ispiratori in cui la nostra Città si riconosce e che guideranno gli interventi NEB dei prossimi anni. I principi verranno presentati alla Commissione europea durante il Cities Forum, anche nella loro “versione fumetto” grazie all’opera dell’illustratore Cristiano Spadavecchia. Il Manifesto si pone 2 macro-obiettivi: integrare i principi e i valori del New European Bauhaus nelle future politiche urbane della Città di Torino; diffondere e condividere l’iniziativa europea e sensibilizzare il territorio sui principi cardine del NEB, che sono la sostenibilità, l’inclusione e la bellezza.”

Ai partecipanti in arrivo da Barcellona, Lione, Amsterdam, Riga, Tallinn, Praga, Goteborg, Vienna, Budapest, Roma Monaco di Baviera, Toronto, Helsinki e molte altre città si aggiungeranno, il 15 marzo, anche Sindaci e assessori di 39 città del Sud Italia che – come Torino- sono inserite nel Programma Nazionale Metro Plus 2021-2027 per un incontro organizzato dalla Città di Torino in collaborazione con l’Agenzia per la Coesione Territoriale nell’ambito del progetto SEED per la creazione del Centro di Competenza Italiano per l’Innovazione Sociale.

Qui il  programma del Cities Forum 2023

Tra Moncalieri e Torino nasce il progetto Dire, Fare, BuonAbitare

Generare Partecipazione Civica Collaborativa

In continuità e come sviluppo delle attività realizzate nel 2022 dalla Fondazione Dravelli nell’ambito dell’iniziativa Moncalieri Città dell’Abitare Collaborativo nasce, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, il progetto Dire, Fare, BuonAbitare – Generare Partecipazione Civica Collaborativa. Il Progetto è stato selezionato nell’ambito del Bando “Partecipazione civica attiva: linee guida per le pratiche collaborative”, uno strumento con cui la Fondazione intende contribuire al raggiungimento di più obiettivi, incardinati nel Documento di Programmazione Pluriennale 2021-2024 della Compagnia quali elementi di strategia della Missione Favorire Partecipazione Attiva.

Dire, Fare, BuonAbitare interviene sul territorio di Borgo San Pietro (Moncalieri) e nei quartieri Nizza/Millefonti e Lingotto/Filadelfia (Circoscrizione 8 di Torino) sviluppando interventi volti a promuovere e sostenere azioni di partecipazione civica e di empowerment di comunità, sui temi dell’abitare collaborativo.

Queste azioni si collocano nella prospettiva di costruire e sperimentare, in questo ambito urbano, la nuova Scuola di Quartiere Borgo San Pietro con la finalità di promuovere comunità educanti e solidali, tessendo relazioni di prossimità; richiamandosi alle esperienze delle Scuole di Quartiere realizzate dalla Città di Bologna, in collaborazione con Fondazione per l’Innovazione Urbana della Città stessa.

Nei territori di Moncalieri e Torino coinvolti nel progetto Dire, Fare, BuonAbitare si intende contribuire a generare partecipazione civica collaborativa offrendo l’opportunità di “costruire saperi” in modo cooperativo: avvicinando generazioni e culture diverse, per valorizzare capacità e talenti presenti nei territori stessi; con l’obiettivo di contribuire a ridurre le diseguaglianze, supportando gli abitanti e le comunità locali con progetti e azioni concrete fondati sui principi d’inclusione e di pari opportunità, a sostegno di chi sui territori quotidianamente, si prende cura delle persone e dei luoghi di prossimità.

I due ambiti urbani in cui il Progetto interviene, distinti solo da un confine amministrativo, trovano geograficamente una intersezione significativa nella piazza Bengasi (ex-sede del Mercato rionale e oggi della stazione della Metropolitana): uno spazio pubblico in forte trasformazione, in qualche modo irrisolto, alla ricerca di una nuova identità e di nuove opportunità di sviluppo sociale, culturale ed economico. Una trasformazione che può essere positivamente sostenuta e accompagnata da nuove forme di partecipazione civica: considerata come risorsa per affrontare le criticità che si manifestano tra gli abitanti nella loro vita quotidianità, ma anche come opportunità per fare emergere e valorizzare le potenzialità e le capacità esistenti nei due ambiti e tra gli abitanti stessi.

Il Progetto prevede l’attivazione di due percorsi partecipati e formativi coinvolgendo spazi istituzionali come teatri, musei, biblioteche ma anche strade, piazze, parchi nella profonda convinzione che la cultura possa davvero creare comunità solidali, in cui nessuno è escluso.

Nel Borgo San Pietro di Moncalieri, presso la sede della Fondazione Dravelli (via Praciosa 11) è stato istituito in cooperazione con il Gruppo Moncalieri dell’associazione BuonAbitare ETS, il laboratorio permanente “IL CORTILE DEL BUONABITARE” che dal mese di gennaio 2023 ha attivato – a settimane alterne – il Tavolo del Dialogo (martedì pomeriggio/sera) e il Salotto del BuonAbitare (sabato mattina): luoghi aperti alla partecipazione dei cittadini e cittadine interessati, dove si pratica l’ascolto di comunità e si promuovono azioni di accompagnamento sociale e di “capacitazione” (di empowerment, personale e collettivo) attraverso la realizzazione con i cittadini stessi di buone pratiche sui temi dell’abitare collaborativo. I prossimi appuntamenti sono programmati per il Tavolo martedì 21 marzo (dalle ore 20.30 alle 22.30) e il per il Salotto sabato 18 marzo (dalle ore 10.00 alle ore 12.00).

A partire dal mese di marzo è inoltre prevista una fase di ingaggio per far conoscere e promuovere “IL CORTILE DEL BUONABITARE”, attraverso la realizzazione – in cooperazione con Tékhné APS – di diversi PRESIDI in piazze e giardini significativi di Borgo San Pietro (che sono stati scelti in modo condiviso con gli abitanti che partecipano al Tavolo del Dialogo). Il primo PRESIDIO è programmato presso il MERCATO di PIAZZA BRENNERO per lunedì 20 marzo (dalle ore 10.00 alle 12.00).

Nei quartieri Nizza/Millefonti e Lingotto/Filadelfia della Circoscrizione 8 di Torino (in parallelo) a partire dall’esperienza pilota del Workshop_73/61+61 promossa nel mese di giugno 2022, si intende realizzare nel periodo marzo/giugno 2023 – in cooperazione con il PAV – Parco Arte Vivente (Attività Educative e Formative) e Stalker/NoWorking (Roma) – l’azione “DOPO – IL LAVORO. TRACCE DEL NOVECENTO E SEGNI DEL FUTURO”, un percorso di attivazione artistica e narrazione corale dei luoghi attraverso un nuovo laboratorio gratuito e co-progettato con i cittadini e cittadine, insieme ai partner del Progetto e alle realtà locali. Questo nuovo Workshop sarà dedicato alla preparazione della “Circostanza”: l’azione artistica itinerante, con partecipazione attiva dei cittadini e delle cittadine e degli altri attori del territorio, che attraverserà i quartieri interessati. Il Workshop (aperto alla partecipazione degli interessati) si avvierà presso la sede del PAV a partire da mercoledì 22 marzo (dalle ore 15.00). Nell’appuntamento successivo, programmato per venerdì 31 marzo (ore 15.00 – 17.00) e sabato 1 aprile (ore 10.00 – 13.00), è prevista la partecipazione di Giulia Fiocca e Lorenzo Romito (di Stalker/NoWorking).

I due percorsi di attivazione civica vedranno un punto di incontro nell’azione di restituzione in piazza Bengasi (luogo di intersezione, contatto e cerniera tra i territori) e diffusa sui territori a giugno 2023, nelle Giornate europee dell’abitare collaborativo.

Dire, Fare, BuonAbitare, intende, inoltre, sviluppare le proprie azioni anche in forma ibrida, utilizzando a supporto della partecipazione civica sia strumenti di comunicazione cartacei sia digitali: attraverso l’avvio in via sperimentale di una prima cooperazione con il Gruppo di ricerca Social Computing del Dipartimento di Informatica, Università degli Studi di Torino, con la messa a disposizione della piattaforma First Life e dell’app CommonsHood da loro sviluppati.

 

APPROFONDIMENTI

SCUOLA DI QUARTIERE BORGO SAN PIETRO

Nella Scuola di QuartiereNon ci sono i banchi ma i quartieri e la loro identità. Non ci sono alunni, ma le comunità. Non ci sono docenti ma una rete di realtà, enti e associazioni caratterizzate da un approccio innovativo e sperimentale e unite da un obiettivo comune: mettere in campo progetti e attività che vogliono essere generatori di cambiamento, partendo dalle specificità di ogni territorio e intrecciandosi alle storie e alle persone che quei luoghi li abitano” (https://scuolediquartiere.bo.it/).

Una Scuola diffusa che si propone di attivare percorsi partecipativi e formativi, coinvolgendo spazi istituzionali (come teatri, musei, biblioteche, istituti scolastici, …) ma anche strade, piazze, parchi, … nella profonda convinzione che la cultura e l’educazione (nelle diverse forme dell’apprendimento) possano davvero contribuire a creare comunità solidali, in cui nessuno è escluso.

AZIONE LABORATORIO CIVICO “IL CORTILE DEL BUONABITARE”

AMBITO DI INTERVENTO BORGO SAN PIETRO – CITTÀ DI MONCALIERI

Nel Borgo San Pietro di Moncalieri, presso la sede della Fondazione Dravelli (via Praciosa 11) è stato istituito in cooperazione con il Gruppo Moncalieri di BuonAbitare ETS, il laboratorio permanente IL CORTILE DEL BUONABITARE” che dal mese di gennaio 2023 ha attivato – a settimane alterne – il Tavolo del Dialogo (martedì pomeriggio/sera) e il Salotto del BuonAbitare (sabato mattina): luoghi aperti alla partecipazione dei cittadini e cittadine interessati, dove si pratica l’ascolto di comunità e si promuovono azioni di accompagnamento sociale e di “capacitazione” (di empowerment, personale e collettivo) attraverso la realizzazione con i cittadini stessi di buone pratiche sui temi dell’abitare collaborativo. I prossimi appuntamenti sono programmati per il Tavolo martedì 21 marzo (dalle ore 20.30 alle 22.30) e il per il Salotto sabato 18 marzo (dalle ore 10.00 alle ore 12.00).

A partire dal mese di marzo è inoltre prevista nel Progetto una fase di ingaggio per far conoscere e promuovere “IL CORTILE DEL BUONABITARE”, attraverso la realizzazione – in cooperazione con Tékhné APS – di diversi PRESIDI in piazze e giardini significativi di Borgo San Pietro (che sono stati scelti in modo condiviso con gli abitanti che partecipano al Tavolo del Dialogo): un laboratorio artistico mobile pensato per far conoscere le azioni promosse dal Progetto stesso (attraverso la possibilità di assistere ad una mini performance) e come opportunità per incontrare, dialogare e coinvolgere i cittadini e le cittadine delle diverse generazioni; raccogliere idee, desideri, proposte, disponibilità, contatti, suggerimenti, suggestioni e testimonianze sul tema dell’abitare quotidiano nel Borgo, mettendo a confronto passato, presente e futuro. Il primo PRESIDIO è programmato presso il MERCATO di PIAZZA BRENNERO per lunedì 20 marzo (dalle ore 10.00 alle 12.00).

Attraverso la raccolta di INTERVISTE – a cura di Tékhné APS – e la realizzazione di un LABORATORIO TEATRALE – a cura Ars In Corde / Lo Scatolino APS, previsto nel mese di maggio e aperto alla partecipazione delle persone interessate – verrà costruita con i cittadine e cittadini delle diverse età una narrazione collettiva, che sarà la base documentale che verrà utilizzata per realizzare:

  • l’allestimento de LA CASA, installazione multimediale di restituzione del percorso fatto, con la riscoperta e valorizzazione di storie, persone e racconti su Borgo San Pietro;

  • la realizzazione di una MAPPA del territorio dove verranno segnalate tutte le esperienze di abitare collaborativo considerata nella prospettiva dei “saperi & talenti” attivate con la partecipazione dei cittadini e delle cittadine;

  • una restituzione TEATRALE.

Per Info: “SCUOLA DI QUARTIERE BORGO SAN PIETRO” e “IL CORTILE DEL BUONABITARE”

Fondazione Dravelli – Via Praciosa, 11 – Moncalieri

+39 011.606.85.09 / abitarecollaborativo.dravelli@gmail.com

AZIONE “DOPO – IL LAVORO. TRACCE DEL NOVECENTO E SEGNI DEL FUTURO”

QUARTIERI NIZZA, MILLEFONTI, LINGOTTO, FILADELFIA

(CIRCOSCRIZIONE 8 – CITTÀ DI TORINO)

In parallelo, nei quartieri Nizza/Millefonti e Lingotto/Filadelfia della Circoscrizione 8 di Torino – a partire dall’esperienza pilota del Workshop_73 / 61+61 (Dal lavoro al non lavoro. Ecosistemi urbani emergenti e fuoriuscita dalla contemporaneità, dopo 61 anni da Italia 61) promossa nel mese di giugno 2022, si intende realizzare – in cooperazione con il PAV – Parco Arte Vivente (Attività Educative e Formative) e Stalker/NoWorking (Roma) – l’azione DOPO – IL LAVORO. TRACCE DEL NOVECENTO E SEGNI DEL FUTURO, un percorso di attivazione artistica e narrazione corale dei luoghi attraverso un laboratorio gratuito e co-progettato con i cittadini e cittadine, insieme ai partner del Progetto e alle realtà locali. Il primo incontro stato programmato lo scorso martedì 7 marzo; le attività proseguiranno con il Workshop preparatorio della “Circostanza”(l’azione artistica itinerante, con partecipazione attiva dei cittadini e delle cittadine e degli altri attori del territorio, che attraverserà i quartieri interessati per concludersi in piazza Bengasi). Il Workshop (aperto alla partecipazione degli interessati) si avvierà presso la sede del PAV a partire da mercoledì 22 marzo (dalle ore 15.00). Nell’appuntamento successivo, programmato per venerdì 31 marzo (ore 15.00 – 17.00) e sabato 1 aprile (ore 10.00 – 13.00), è prevista la partecipazione di Giulia Fiocca e Lorenzo Romito (di Stalker/NoWorking).

Per Info: “DOPO – IL LAVORO. TRACCE DEL NOVECENTO E SEGNI DEL FUTURO”

PAV – Via Giordano Bruno, 31 – Torino

+39.011.318.22.35 / lab@parcoartevivente.it

I due percorsi di attivazione civica vedranno un punto di incontro delle azioni diffuse sui due ambiti urbani in un momento pubblico congiunto che verrà programmato nel mese di giugno 2023 in piazza Bengasi (luogo di intersezione, contatto e cerniera tra i due territori), nell’ambito delle Giornate europee dell’Abitare Collaborativo.

PROMUOVERE PARTECIPAZIONE CIVICA IN FORMA “IBRIDA”

Dire, Fare, BuonAbitare, intende sviluppare le proprie azioni anche in forma ibrida, utilizzando a supporto della partecipazione civica sia strumenti di comunicazione cartacei sia digitali: attraverso l’avvio in via sperimentale di una prima cooperazione con il Gruppo di ricerca Social Computing del Dipartimento di Informatica, Università degli Studi di Torino, attraverso la piattaforma First Life (il social network civico locale – vedi: https://www.firstlife.org/) e l’app CommonsHood (che mira a fornire alle comunità strumenti per l’inclusione finanziaria e sostenere la sostenibilità dell’economia locale, integrata al social network civico stesso – vedi: https://www.commonshood.eu/) da loro sviluppati.

Dire, Fare, BuonAbitare – Generare Partecipazione Civica Collaborativa è un progetto di Fondazione Dravelli, realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del Bando “Partecipazione civica attiva: linee guida per le pratiche collaborative” – in partenariato con: Città di Moncalieri, (con il patrocinio di) Circoscrizione 8 – Città di Torino, Gruppo di Ricerca Social Computing del Dipartimento di Informatica – Università degli Studi di Torino, Gruppo Moncalieri – BuonAbitare ETS, Tékhné APS, Ars In Corde – Lo Scatolino APS, PAV – Parco Arte Vivente (Attività Educative e Formative), Associazione Stalker/NoWorking (Roma), Casematte APS, Casa di Quartiere Barrito – Cooperativa Sociale Lancillotto, Associazione LABSUS, Associazione Maurilia, Cooperativa Progetto Tenda, Associazione TRA ME, SPI CGIL – Lega 9 NIZZA LINGOTTO – Lega 11 MONCALIERI.

La Città di Torino rinnova il Patto di Condivisione con le 26 comunità islamiche

Questa mattina, nella Sala Congregazioni di Palazzo Civico, il Sindaco Stefano Lo Russo, presente l’assessora al Coordinamento Politiche per la multiculturalità Gianna Pentenero, ha firmato il rinnovo del Patto di Condivisione con i rappresentanti delle 26 comunità islamiche.

Si rinnova così il patto tra i Centri Islamici e la Città di Torino che si pone l’obiettivo di valorizzare e promuovere il lavoro fatto insieme per affermare i valori della convivenza, del rispetto reciproco, della comune conoscenza e del dialogo. È necessario e importante sottolineare come la costruzione di una cittadinanza condivisa sia elemento fondante per abbattere i muri della diffidenza, della paura e dello scontro.

Nel 2016 Torino è stata la prima città in Italia a dotarsi di un patto di condivisione con i rappresentanti delle Comunità Islamiche. Il patto, firmato da venti associazioni presenti sul territorio torinese, anticipava su base locale il ‘Patto Nazionale per un Islam italiano’, siglato nel 2017 dal Ministro dell’Interno e dai rappresentanti delle comunità islamiche.

Con il patto tra Città e Associazioni si è istituzionalizzato il reciproco riconoscimento e si è ufficializzato il ‘Tavolo di Coordinamento’; quest’ultimo rappresenta uno ‘spazio fisico e istituzionale’ utile a promuovere la conoscenza reciproca, il confronto, la prevenzione e la gestione di eventuali conflitti e problematiche. Continuando su queste basi, si intende ora proseguire in questo percorso di collaborazione, rinnovando l’accordo ed estendendo il Patto alla Città Metropolitana, che ha dichiarato la propria adesione all’iniziativa.

‘Torino è la nostra città e con lei condividiamo il presente ed il futuro’. Con questa prima frase il patto ribadisce come Torino voglia essere sempre più Città Plurale, dove le identità non diventano steccati, ma fonte di arricchimento degli uni per gli altri.

Dal 2006 in città è attivo il Comitato Interfedi che, avviato in occasione delle Olimpiadi invernali, raccoglie i rappresentanti delle principali fedi presenti a livello locale ed è una sede significativa di confronto.

Da oltre 20 anni nelle scuole pubbliche è riconosciuta la possibilità di avvalersi di regimi alimentari specifici per gli alunni di fedi diverse. Inoltre sono tante le opportunità offerte alle scuole sul tema dell’educazione interculturale e del pluralismo religioso.

Sono molte infatti le occasioni di dialogo interreligioso, iniziative comuni, momenti culturali legati alle particolari festività religiose, che coinvolgono le diverse fedi impegnate a diverso titolo nell’accompagnamento al dialogo interreligioso. Soprattutto nei quartieri e nei territori cittadini dove sono attivi i Centri Islamici sono numerose le occasioni di dialogo e confronto con le Istituzioni locali, le parrocchie, le scuole, i centri religiosi di altre comunità.

Tutto questo rappresenta un capitale sociale e culturale importante di cui ci si deve sentire orgogliosi e sul quale la Città vuole continuare a lavorare, attraverso questo ‘patto di condivisione’ che rende evidente, leggibile e strutturato il lavoro fin qui fatto.

Eliana Bert

I figli di coppie gay

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Lo stop del Prefetto al sindaco di Milano alla trascrizione dei figli di famiglie omogenitoriali  ha suscitato un vespaio di polemiche.
 Gli attacchi al governo che applica la vigente legge, sono stati roventi. Non si parla di famiglie gay, ma di coppie gay, non è una differenza di poco conto. Che il Senato abbia bocciato  il “certificato europeo di filiazione”non credo sia uno scandalo e non necessariamente quel voto ci fa identificare  con l’Ungheria illiberale. Qui non si tratta di non tutelare i figli delle coppie gay, ma di accertare se l’affitto dell’utero come e’ stato definito un po’ brutalmente, sia lecito o non lo sia.
Giustamente si parla di coppie gay e non di famiglie, come alcuni invece le definiscono del tutto impropriamente. Credo che sia ancora lecito dire che l’utero in affitto stravolge totalmente l’idea di famiglia. Due donne o due uomini come genitori a me non sembrano accettabili perché distorcono in partenza   l’educazione dei figli. La famiglia e’ quella formata da  un uomo e  una donna, come dice la laicissima Costituzione italiana.  I diritti dei figli vanno tutelati sempre, ma il problema sono i genitori e il non diritto di generarli attraverso l’utero in affitto che la legge italiana per ora  non consente . Per altri versi non esiste negli ordinamenti un matrimonio gay, ma esistono le unioni civili . Esse non contemplano la “nascita “ di figli. La strada potrebbe essere l’adozione ma anche qui avrei delle forti riserve.
La sola idea di andare contro la natura che stabilisce  senza margini di dubbio che la procreazione si realizza attraverso il rapporto sessuale tra un uomo e una donna, mi sembra degna di una riflessione  approfondita. Anche lo Stato più laico non può stravolgere la natura.
Non confondiamo i diritti con i desideri e non dimentichiamo anche i doveri imposti ai genitori. Sarò attardato e oscurantista, ma io non riesco ad unirmi al coro anche questa volta. Io scelgo sempre il libero pensiero, mai l’omologazione. Anche  in questa occasione dissento perché capisco il problema umano, ma non accetto lo stravolgimento dell’idea di famiglia che offende la dignità stessa della donna ridotta a fattrice che il femminismo, ma non solo, non potrà mai accettare.

Tempi difficili: guerra, pace. A Biennale Tecnologia

Biennale Tecnologia, un progetto del Politecnico di Torino, e l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani

 

presentano:

TEMPI DIFFICILI

“Guerra, pace”

Da marzo a giugno 2023, 9 incontri gratuiti e aperti a tutti.

Un percorso di approfondimento con esperti e docenti d’eccezione

per riflettere sul tema della guerra e della pace da prospettive inedite.

Tra gli ospiti Rosa Elena Manzetti, Matteo Nucci, Maria Luisa Boccia, Francesca Mannocchi, Riccardo Noury, Carola Frediani, Nathalie Tocci, Nicola Verola, Raul Caruso, Massimiliano Panarari. Concluderà il ciclo lo spettacolo “Antigone e i suoi fratelli” di Gabriele Vacis con PEM (Potenziali Evocati Multimediali)

Dopo il successo ottenuto con la prima edizione di “Tempi difficili”, una serie di lezioni online dedicate alla pandemia Covid-19 e seguite dal 2021 a oggi da oltre 40.000 persone, quest’anno Biennale Tecnologia – un progetto del Politecnico di Torino – e l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana propongono un nuovo percorso di approfondimento con l’obiettivo di offrire al pubblico un’opportunità unica per riflettere in maniera rigorosa su un altro tema di grande attualità: la guerra e la pace.

Viviamo infatti in un mondo segnato dai conflitti (non solo in Ucraina ma anche in molte altri parti del mondo), con prospettive che hanno indotto gli scienziati contrari alla guerra ad avvicinare il famoso “orologio dell’Apocalisse” ad appena 90 secondi alla metaforica mezzanotte, ovvero la catastrofe nucleare. In questo contesto, al Politecnico e a Treccani è sembrato importante ragionare sulla guerra e sulla pace da prospettive inedite, sganciate dalla contingenza quotidiana, ma proprio per questo forse più adatte a comprendere davvero che cosa stiamo vivendo e quali prospettive si delineano all’orizzonte.

“Istituzioni come il Politecnico e Treccani nascono con la vocazione di dare risposte alla società che le circonda e di cui sono parte integrante – sottolinea Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino – L’iniziativa Tempi difficili è stata concepita con lo scopo di approfondire, con una doppia prospettiva umanistica e scientifica, i temi legati ai grandi cambiamenti del mondo di oggi. Dopo la prima serie dedicata alla pandemia di Covid-19, con ‘Tempi difficili: Guerra, pace’ vogliamo trovare una chiave di lettura al dramma della guerra, tornata improvvisamente in Europa dopo decenni.”

 

“La collaborazione con Biennale Tecnologia prosegue con un ciclo di incontri sul tema guerra e pace – spiega Massimo Bray, Direttore Generale dell’Istituto Treccani – che rimanda all’attualità ma la proietta in un orizzonte storico più ampio, e prova a offrire al pubblico voci, prospettive e punti di vista non scontati.”

“Comprendere i grandi temi che riguardano l’umanità e il pianeta è possibile solo col contributo di molti saperi in dialogo tra loro – affermano Juan Carlos De Martin e Luca De Biase, curatori scientifici di Biennale Tecnologia – “È la formula che caratterizza Biennale Tecnologia fin dalla prima edizione del 2019 e che caratterizza anche “Tempi difficili”.

 

“Tempi difficili: Guerra, pace” si struttura come un ciclo di nove incontri che tra il 15 marzo e il 7 giugno vedrà intellettuali, esperti e artisti di chiara fama gettare luce su nove aspetti distinti – importanti ma spesso trascurati – della guerra e della pace, viste e indagate di volta in volta attraverso le lenti della psicologia, della letteratura, delle donne, dell’infanzia, del digitale, della diplomazia, dell’economia, della propaganda e, infine, del teatro. Tra gli ospiti di un programma che è fin da ora disponibile online sulle rispettive pagine dedicate all’iniziativa – www.polito.it/tempidifficili e www.treccani.it –, Rosa Elena Manzetti, psicoanalista e membro dell’Istituto Psicoanalitico di Orientamento Lacaniano (che dà il via alla serie di incontri il 15 marzo alle ore 18.00 al Politecnico di Torino); lo scrittore e studioso di pensiero antico Matteo Nucci (Roma, 31 marzo); Maria Luisa Boccia, scrittrice e presidente del Centro per la Riforma dello Stato (Torino, 13 aprile); la giornalista e scrittrice Francesca Mannocchi e il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury (Roma, 17 aprile); Carola Frediani, giornalista, saggista, responsabile del progetto d’informazione indipendente guerredirete.it (Torino, 26 aprile); la politologa e direttrice dell’Istituto Affari Internazionali di Roma Nathalie Tocci e Nicola Verola, diplomatico e docente di Modelli e tecniche di negoziazione nell’Unione Europea all’Università LUISS “Guido Carli” di Roma (Roma, 4 maggio); l’economista Raul Caruso, docente di Economia politica all’Università Cattolica di Milano (Torino, 23 maggio); il sociologo Massimiliano Panarari, docente di Comunicazione politica all’Università LUISS “Guido Carli” di Roma (Roma, 30 maggio). Concluderà il ciclo di incontri lo spettacolo “Antigone e i suoi fratelli” di Gabriele Vacis, regista teatrale e drammaturgo, con Potenziali Evocati Multimediali (Torino, 7 giugno).

Tutti gli incontri di “Tempi difficili: Guerra, pace”, ciascuno della durata di circa un’ora, si svolgeranno in presenza in parte a Torino, presso il Politecnico, e in parte a Roma, nella sede dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, e saranno contemporaneamente trasmessi in diretta streaming sui canali YouTube del Politecnico e di Treccani, per poi rimanere disponibili gratuitamente online per una loro visione in differita.

“Secondo Costituzione”, incontro sulla pena carceraria

Il Gruppo Consiliare Torino Libero Pensiero e

l’Associazione Culturale Libero Pensiero organizzano:

 

SECONDO COSTITUZIONE

La pena carceraria

Mercoledì 15 Marzo ore 18.00

 

Sala delle Colonne

Palazzo Civico

Piazza Palazzo di Città 1, Torino 10122

 

L’associazione culturale Libero Pensiero, è attiva in ambito culturale e politico e promuove incontri ed iniziative, per offrire occasioni di riflessione, partecipazione, esprimendo attenzione e interesse nel cogliere i temi sociali più significativi dell’attualità e le dinamiche che li sovrintendono. Da poco ha  rinnovato le sue cariche, confermando Pino Iannò, come Presidente che porterà il proprio saluto e ha organizzato un incontro dal titolo:

 

“SECONDO COSTITUZIONE”

La pena carceraria

 

La scelta del tema e del titolo è stata fatta per divulgare e conoscere i contenuti ed i valori della Costituzione italiana e parallelamente affrontare un tema molto delicato come la pena carceraria.

Per l’occasione sono stati chiamati relatori esperti, che sapranno mettere in luce le problematiche, le criticità cogenti come le soluzioni e le proposte per offrire un quadro articolato da cui trarre una maggiore comprensione del fenomeno.

L’obiettivo specifico della tavola sarà quello di fare chiarezza sulla funzione e la dimensione reale del sistema carcere.

 

Parteciperanno alla tavola rotonda professionisti di comprovata esperienza sul tema:

 

il Direttore del carcere milanese di Bollate Giorgio Leggieri,

 

la scrittrice Sybil von der Schulenburg,

fondatrice dell’associazione “Artisti dentro Onlus”

 

l’Architetto Cesare Burdese, esperto in edilizia penitenziaria

 

Davide Mosso, Avvocato della Camera Penale Vittorio Chiusano

 

Modera l’incontro

Edmondo Bertaina, Direttore GazzettaTorino

 

L’incontro è libero e aperto a tutti.

 

La molteplicità delle tematiche sociali richiamate dagli articoli delle norme costituzionali saranno oggetto di interviste rivolte a figure professionali che quotidianamente le affrontano. Le interviste verranno pubblicate su GazzettaTorino, testata online cittadina con cui è stata avviata una collaborazione.

I contenuti delle interviste e delle tavole rotonde andranno a costituire la collana SECONDO COSTITUZIONE con la pubblicazione dei “Quaderni di Libero Pensiero”.

Lovers Film Festival, inizia il conto alla rovescia

La più antica rassegna cinematografica sui temi LGBTQI+ d’Europa e terza nel mondo

(Torino, 18 – 23 aprile 2023, Cinema Massimo – Museo Nazionale del Cinema)

 

Il 18 marzo anticipazione del festival con l’anteprima nazionale di

Stranizza d’amuri di Giuseppe Fiorello presente in sala con Vladimir Luxuria

 

Omaggio a Maurizio Costanzo con la proiezione di Una giornata particolare

il film di Ettore Scola di cui ha firmato la sceneggiatura

 

Presidenti delle tre sezioni competitive i rappresentati di alcuni dei principali festival LGBTQI+ d’Europa

(Gran Bretagna, Ucraina e Estonia)

Inizia ufficialmente il conto alla rovescia del Lovers Film Festival, il più antico festival italiano sui temi LGBTQI+ (lesbici, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali) diretto da Vladimir Luxuria e fondato da Giovanni Minerba e Ottavio Mai che si svolgerà dal 18 al 23 aprile 2023 presso il Cinema Massimo, la multisala del Museo Nazionale del Cinema di Torino.

 

L’anteprima nazionale di Stranizza d’amuri

Il 18 marzo, alle 19.30, al Cinema Nazionale (biglietti: https://cctorino.18tickets.it/film/16135 – https://nazionale.cctorino.18tickets.it/) – in anteprima nazionale – verrà proiettato Stranizza d’amuri, il nuovo film di Giuseppe Fiorello presente in sala con la direttrice di Lovers Vladimir Luxuria. La pellicola sarà poi nei cinema italiani dal 23 marzo.

Dedicato a Giorgio e Antonio, vittime del delitto di Giarre, avvenuto nel 1980 in provincia di Catania il film è diretto da Giuseppe Fiorello: attore, regista, sceneggiatore e produttore. Stranizza d’amuri è il suo primo lungometraggio da regista per il cinema.

Sicilia 1982. Mentre le televisioni trasmettono i mondiali di calcio e gli italiani sperano nella coppa del mondo, due adolescenti sognano di vivere il loro amore senza paura.

Gianni e Nino si incontrano per caso e poi si amano per scelta.

Il loro amore sarà puro e sincero, ma non può sottrarsi al pregiudizio del paese che non comprende e non accetta. Il loro amore non sarà compreso nemmeno dalle rispettive famiglie, generando così un conflitto interno forte e doloroso.

Stranizza d’amuri racconta il sogno di amarsi senza paura.Nel cast del film, prodotto da Eleonora Pratelli e Riccardo Di Pasquale e distribuito da Bim Distribuzione, Gabriele Pizzurro, Samuele Segreto, Fabrizia Sacchi e Simona Malato.

Una produzione Iblafilm, Fenix Entertainment con Rai Cinema e in associazione con Silvio Campara, Golden Goose e Generalife.

L’omaggio a Maurizio Costanzo

Lovers, quest’anno, renderà omaggio a Maurizio Costanzo, a pochi mesi dalla sua scomparsa, con la proiezione di un capolavoro di cui firmò la sceneggiatura: Una giornata particolare (1977) diretto da Ettore Scola e interpretato da Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Il film, che ha ottenuto 2 candidature agli Oscar e ha vinto 3 Nastri d’Argento, 2 David di Donatello e vinto un premio ai Golden Globes, è ambientato nella Roma fascista del 1938. La città è in festa per l’arrivo del Führer in visita al duce e, in un edificio popolare Antonietta, distrutta dalle gravidanze e dalle fatiche, apre la gabbietta del merlo che va a posarsi sul davanzale di un appartamento di fronte al suo. Quello di Gabriele, ex annunciatore dell’EIAR che sta preparando la valigia in attesa di andare al confino perché omosessuale. Mentre la radio continua a trasmettere la radiocronaca dell’incontro tra Hitler e Mussolini, Antonietta e Gabriele si rispecchieranno l’una nell’altro.

A Maurizio Costanzo devo molto, anzi moltissimo – commenta Vladimir Luxuria – e vorrei usare il plurale. Dobbiamo moltissimo. Perché è stato il primo a sdoganare in tempi non sospetti, in Tv nelle trasmissioni di massa, temi ostici come la lotta all’omofobia, l’omosessualità e l’identità di genere come nel mio caso. Invitandomi spesso ai suoi talk show a cui sono stata anche con mia madre. Ma gli dobbiamo anche riconoscenza e gratitudine per aver scritto la sceneggiatura di uno dei film più belli della storia del cinema italiano: Una giornata particolare, una pellicola ancora molto attuale che tratta il tema della censura e che racconta poeticamente due solitudini che si incontrano”.

 

I presidenti di giuria, i film e le sezioni competitive

Il programma comprenderà circa 60 titoli tra lungometraggi, documentari e cortometraggi provenienti da tutto il mondo. Tre le sezioni competitive principali: All The Lovers, concorso internazionale lungometraggi; Real Lovers, concorso internazionale documentari e Future Lovers, concorso internazionale cortometraggi.

Le tre giurie, per la prima volta nella storia del festival, saranno presiedute dai rappresentati di alcuni dei principali festival LGBTQI+ d’Europa.

 

“L’anno scorso la scelta dei presidenti di giuria era legata alla militanza e alla storia del movimento omosessuale italiano, quest’anno invece abbiamo deciso di chiamare i rappresentanti di festival cinematografici internazionali a tematica LGBTQI+ per rimarcare il ruolo del cinema e della cultura in generale nella lotta per i diritti” afferma Vladimir Luxuria.

Per il concorso internazionale lungometraggi: Brian Robinson, programmer del BFI Flare, LGBTQIA+ Film Festival di Londra.

Per il concorso internazionale documentari: Bohdan Zhuk che lavora al Kyiv International Film Festival Molodist, il più importane festival cinematografico ucraino, per cui cura anche la selezione di Sunny Bunny, il programma a tema LGBTQI+ della manifestazione.

Per il concorso internazionale cortometraggi: Tiina Teras responsabile della programmazione di Festheart, il primo festival a tematica LGBTQI+ estone.

 

Gli altri premi

Una giuria di giovani studenti assegnerà poi il premio Young Lovers – Matthew Shepard scegliendo un film del concorso internazionale lungometraggi.  Verrà assegnato un premio speciale dedicato a Giò Stajano che Lovers, da un’idea dello scrittore Willy Vaira e di Claudio Carossa, dedica alla memoria di Giò Stajano, una delle figure più importanti e significative della cultura LGBTQI italiana. Il premio Torino Pride, verrà assegnato dal Coordinamento Torino Pride, in collaborazione con l’associazione Amiche e amici della cultura e del Festival del Cinema LGBT, a un film che rappresenti al meglio la lotta e la militanza della comunità LGBTQI+.

Infine il premio Riflessi nel Buio, dedicato a un film realizzato in un Paese dove la condizione omosessuale è un pericolo e un rischio a volte per la vita.

Vauro Senesi per il Lovers Film Festival

È Vauro a firmare l’immagine 2023.

“Stiamo vivendo un periodo di immobilismo rispetto ai diritti della comunità LGBTQI+. Come se tutti fossimo attaccati a una fune. L’immagine che ha pensato per noi Vauro e che ci ha donato porta invece con sé una speranza: che un giorno la fune si possa spezzare e che finalmente le nostre vite e la nostra dignità possano prendere il volo.

 

Noi, con il cinema, cerchiamo di volare e di far volare il nostro pubblico con la fantasia ma speriamo anche che a questa nostra battaglia culturale possa seguire presto una battaglia politica: confido che potremo non solo festeggiare presto il quarantennale del festival ma anche il raggiungimento di nuovi traguardi sociali con la conquista di nuovi diritti” commenta la direttrice Vladimir Luxuria.

Dicono. Dicono che l’aquilone sia simbolo di libertà. Vola, volteggia nel vento. Ma. Ma è legato ad un filo. Quel filo può essere duro come il pregiudizio, può essere resistente quanto l’odio, freddo come l’insofferenza. Quel filo può essere una catena. Libertà è che la catena, il filo si spezzi. È il vento la libertà, non l’aquilone, pur con tutti i suoi nastri e colori. Il vento non ha colore ma soffia o sussurra dove vuole. Il vento può liberare l’aquilone se il filo si rompe” afferma Vauro.

Vauro Senesi, noto semplicemente come Vauro, è giornalista, scrittore, vignettista satirico, ha effettuato come inviato diversi reportage dall’Iraq, dalla Palestina, dall’Afghanistan, dalla Sierra Leone, dal Sudan, dall’Ucraina. Ha firmato vari libri e collaborato con varie testate giornalistiche fra cui Il Manifesto e, oggi, Il Fatto Quotidiano.

Molte anche le collaborazioni con la televisione: con la trasmissione di informazione Annozero, condotta da Michele Santoro; dal 2011 con Servizio Pubblico su La7. Per L’aria che tira ha curato la rubrica Il Vauro che tira.

Il Lovers Film Festival è realizzato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e si svolge con il contributo del MiC, della Regione Piemonte e del Comune di Torino.

Le immagini sono scaricabili a questo link:

https://drive.google.com/drive/folders/1GoJ-Qmfp1BoW3ZCcC_B1hgOgPT5NiUvg?usp=share_link

Quarant’anni fa, a Vallette… I “migliori anni” della mia scuola

COSA SUCCEDE(VA) IN CITTÀ 

“Born to run”: da Bruce Springsteen, 1975 / “Facce da scuola” 1

Ricordati che sei a Vallette! Qui siamo in trincea! L’avvertimento, scaraventatomi addosso in sincera amitié, mi giunse forte e chiaro. Senza alternative. Come dire adesso sei in barca insieme a noi e vedi di remare nella giusta direzione. Se mai ci fosse stato bisogno – e ce n’era, eccome! – di darmi un minimo di rassicurante energia, forse (pensai in prima battuta) non ero proprio incappato, al mio primo giorno di scuola, nella persona giusta.

Gianni Milani

Ma quelle parole – lo capii ben presto – erano un mix perfetto di innata ironia e di profonda verità che mi rendeva decisamente complice la risonante parlata romagnola e il dinoccolato gesticolare, fra una tirata di “cicca” e l’altra (in quegli anni in Sala Docenti si poteva ancora fumare) di quello che era allora il vicepreside della “Carlo Levi”, l’indimenticabile Roberto Ghinelli. Ad anno scolastico 1975-’76 già avviato, arrivavo al civico 9 di via delle Magnolie, con il mio carico di perplessità ed emozioni (dicasi pure: paure), dopo avere insegnato per un paio d’anni agli adulti delle serali e perfino- nell’ambito dei cosiddetti corsi Cracis- ai militari, in quella scuola media di corso Matteotti che allora era titolata a “Lorenzo il Magnifico” e che oggi credo essere la succursale della “Meucci”. In precedenza, durante gli ultimi anni universitari, avevo avuto anche la fortuna (purtroppo oggi merce assai rara per i nostri giovani) di fare un po’ di supplenze in alcune scuole medie di Torino e provincia e in due Istituti Superiori della città: uno per Geometri dalle parti di corso Belgio e l’altro in via della Rocca, quel grandioso “Istituto Statale d’Arte per il Disegno di Moda e Costume” (dal ’78 “Aldo Passoni”), fondato nel 1955 dal mitico Italo Cremona, pittore scenografo costumista e arredatore cinematografico, scomparso a Torino nel dicembre del ‘79. Varie e molteplici esperienze. Tutte fortemente pregnanti sotto l’aspetto della crescita professionale. Ma alle Vallette di quegli anni mi attendevano un mondo ed esperienze completamente nuove. Ora il gioco si faceva duro. Volevi fare il professore? – mi dicevo – Accomodati e dimostra adesso di esserne capace. In via Coazze sede allora del Provveditorato e davanti a solerti – pur di esaurire il fastidioso compito di accasare tutti i “questuanti”- funzionari, avevo firmato giorni prima, in un alto scrosciare di liberatori applausi da parte dei tanti “cari” colleghi, il mio “connubio” con la scuola che portava il nome del grande pittore e scrittore torinese del Cristo si è fermato a Eboli. Scuola di cui non conoscevo nulla, se non la collocazione. E la fama, non proprio idilliaca. Così con questo entusiasmante (?) background alle spalle, m’imbattevo una bella mattina d’autunno, in una luminosa Sala Docenti occupata quasi per intero da un lungo tavolo ligneo attorno al quale sedevano alcuni prof. con pile di compiti da correggere e registri da compilare, accolto dal pacioso avvertimento del buon vicepreside riminese Ghinelli, seguito da una di quelle sue caratteristiche e larghe risate che riempivano di fragorose cascate d’allegria “alla Casadei” i corridoi e le aule e la presidenza e la segreteria e ogni più piccolo meandro o anfratto della scuola.
A quel primo incontro con Roberto (braccia rubate alle spiagge riminesi) si accompagnò il bonario sorriso di un altro collega con cui avrei stretto fin da subito una profonda amicizia, quel Franco Molinaro calabrese di Paola che insegnava Educazione Tecnica e che addosso sembrava portarsi in modo assolutamente garbato e discreto una silenziosa e tenera malinconia, legata forse alla memoria della sua terra e dei famigliari che aveva da poco lasciato. Ben arrivato, mi disse Franco mostrandomi i cassetti personali degli insegnanti. Avanti tutta, fratello!Mi rincuorò, porgendomi la mano con un gesto pontificale, il tonante a valanga – jeans, una piccola croce sul maglione a girocollo blu e ciuffo ribelle catapultato in fronte – don Ruggero Marini, vicentino di Thiene e collega di Religione che quattro anni dopo celebrerà le mie nozze con Patrizia. In fondo il Bronx è tutta un’altra cosa, gli fece eco Rodolfo D’Elia, saggio collega di Inglese che, in ricercato look english riattato alle esigenze del luogo, mi spinse sottobraccio in corridoio ( il braccio della morte mi “rassicurò” un’altra avvenente collega di Lettere che sembrava per caso appena piombata lì da Marte) verso l’aula a me destinata. Una Terza: sezione F. Una ventina di facce incuriosite. Neppure un accenno ad alzarsi in piedi. Comodi, comodi!Voce tremula e battutaccia da “splendido” che non arrivò, manco di sghimbescio, com’era prevedibile, ai mittenti. Così tanto per conoscerci, io mi chiamo Gianni Milani…  Embé e a noi?! La muta risposta che mi parve di intuire sulle facce dei più. Alzai lo sguardo e – chissà perché – fu allora che in testa, mi risuonò come pura energia la voce rabbiosa e arrugginita del “Boss”, in quel pezzo memorabile che ogni mattina facevo risuonare, volume a palla, nella raffazzonata autoradio  della mia vecchia Carolina: We gotta get out while we’re young/ Cause tramps like us, baby we were born to run /Dobbiamo fuggire finché siamo giovani … o finché siamo in tempo?mi veniva da correggere e interpretare, se non fosse che subito dopo mi sentivo patentato dallo stesso “Boss” ad essere nato per correre.

Restai dunque ancorato a quei giovani occhi – una quarantina – che mi sfidavano, chi più chi meno, con grintosa strafottenza. Ce l’avrei fatta? Dovevo. Dovevo correre. Correre e non fuggire! Ricacciare e spernacchiare quell’ intrigante voglia di vil fuga. Davanti a me, una corsa che più a ostacoli non si poteva. Ma uno per uno, quegli ostacoli me li sarei pappati tutti. A quel punto ne ero fortissimamente e – forse con una buona dose di presuntuosa incoscienza –  più che mai certo e convinto.

Perché i vagabondi come noi, baby, sono nati per correre.

Gianni Milani