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Lavoro al femminile, storia e prospettive. Il convegno del Consiglio regionale

8 marzo:  un convegno, un film e uno spettacolo teatrale

Il 7 marzo viene organizzato un convegno dal Consiglio Regionale, in collaborazione con il Comitato Resistenza e Costituzione , la Consulta delle Elette e la Consulta femminile regionale sul tema “ Lavoro al femminile, dal Quarto Stato a oggi. Fra diritto acquisiti e prospettive future”. Questo il titolo dell’incontro che si terrà al Museo del Risorgimento a partire dalle 9.30.

Ad aprire i lavori saranno i saluti istituzionali del presidente del Consiglio Regionale, Davide Nicco, del vicepresidente Domenico Ravetti, della consigliera segretaria Valentina Cera e della presidente della Consulta femminile regionale Ornella Toselli. Seguiranno le relazioni della storica dell’arte Aurora Scotti, già ordinaria di Storia dell’Architettura al Politecnico di Milano, di Valeria Marcenò, ordinaria di diritto costituzionale all’Università di Torino e di Sonia Bertolini, ordinaria di Sociologia del Lavoro nel medesimo ateneo. A moderare il convegno sarà la giornalista Maria Teresa Martinengo.

Un convegno, un film e uno spettacolo teatrale per riflettere sul ruolo della donna oggi e sul modo in cui sia cambiata la partecipazione femminile al mondo del lavoro nell’ultimo secolo, a fronte del peso crescente dei suoi molteplici ruoli familiari, professionali e sociali. Dalle prime rivendicazioni di lavoratori e lavoratrici espresse magistralmente dal celebre dipinto del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, fino ad oggi, il convegno si chiede quali passi avanti siano stati compiuti nell’ambito del welfare lavorativo e quali siano le sfide all’orizzonte.

Sempre in occasione della Giornata internazionale della donna, che ricorre l’8 marzo, il Consiglio regionale, in collaborazione con Agis, il 5 e 6 marzo promuove la proiezione gratuita rivolta alle scuole secondarie di secondo grado del Piemonte del film dal titolo “C’è ancora domani” diretto e interpretato da Paola Cortellesi.

Infine l’8 marzo la Consulta femminile regionale promuove “Storie di donne di fuoco e di luce”, un one woman show che vedrà in scena l’artista Sara D’Amario e il musicista François Xavier Frantz. Lo spettacolo sarà allestito alle 18 presso il Polo Artistico Culturale Le Rosine di Torino, con ingresso da via Plana 8/C. Vuole essere un viaggio epico e divertente alla scoperta di quanto siano cambiati i modi di pensare, guardare e definire le donne nel corso del tempo. Un inno alla luce dell’intelligenza umana, capace di superare tutte le barriere di genere e le barriere di tutti i generi.

Ingresso gratuito, prenotazione a eventi@lerosine.it

 

Mara Martellotta

I dialoghi sugli investimenti: parliamo di cedole

Tornano i dialoghi sugli investimenti, sotto forma di vignette, del consulente finanziario Riccardo Ferrero. Parliamo di cedole questa volta, quella quota di interessi che viene corrisposta a chi detiene azioni o obbligazioni. Cedole che possono essere pagate con frequenza annuale o semestrale e anche ogni tre mesi. Un modo per integrare la pensione o la busta paga. Ma attenzione… avverte l’esperto.

“Peace, Love & be nerd”, dall’11 al 13 aprile la ventinovesima edizione di Torino Comics

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Dall’11 al 13 aprile tornerà al Lingotto Fiere Torino Comics, evento organizzato da GL Events Italia, in collaborazione con Just For Fun, giunto quest’anno alla sua ventinovesima edizione. Esso richiama ogni anno, nel capoluogo piemontese, decine di migliaia di appassionati del fumetto, manga, anime, cinema, games, esport, videogames e gli immancabili cosplayer, provenienti da tutta Italia. L’edizione 2025 di Torino Comics vuole essere un grande momento di festa in cui il pubblico possa vivere e condividere le proprie passioni in un clima di armonia e inclusività. Il tema scelto per quest’anno è, infatti, “Peace, Love & be nerd”, un invito a ritrovare lo spirito di comunità e il piacere di stare insieme, valori che da sempre caratterizzano la manifestazione. A interpretare questa visione è il manifesto ufficiale presentato in anteprima lo scorso dicembre, in occasione di XMas Comics, realizzato da Mirka Andolfo, una delle illustratrici italiane più famose a livello internazionale, con oltre 1 milione di copie vendute in tutto il mondo delle sue opere (Sacro/Profano, Contronatura, Mercy, Sweet Paprika). Nel 2020 è diventata la prima autrice italiana di sempre a scrivere una storia e disegnarla per DC Comics (Harley Queen, Black+White+Red). Oggi scrive anche per Marvel Comics, Dynamite e Walt Disney Company.

Il manifesto di Mirka Andolfo ritrae una figura femminile immersa in un universo onirico e vibrante, simbolo della creatività e dell’energia che Torino Comics vuole trasmettere. La protagonista, avvolta da una cascata di fiori colorati, emerge dall’acqua con un sorriso luminoso, evocando l’immaginario dei figli dei fiori e della cultura della pace degli anni Sessanta, reinterpretato in chiave moderna. I toni blu intensi dello sfondo, arricchiti da elementi grafici stilizzati, suggeriscono un senso di libertà e appartenenza, trasmettendo messaggi di un evento che celebra la passione, la condivisione e la cultura nerd in tutte le sue forme.

“Il tema di questa edizione rappresenta pienamente l’essenza di Torino Comics – afferma Gàbor Ganczer, AD di GL Events Italia – un evento che sa coniugare il divertimento con la creazione di un ambiente accogliente e inclusivo, dove ogni appassionato possa sentirsi parte di una grande comunità ‘nerd’. Siamo entusiasti di contribuire a questo straordinario viaggio nel cuore della cultura pop, consolidando il ruolo di Torino come riferimento per gli appassionati del settore”.

Tra le aree confermate quella comics con case editrici, fumetterie, tanti progetti italiani e non solo, del mondo del fumetto, presenti a Torino per sketch, disegni personalizzati, conferenze incontri; l’area cosplay, in collaborazione con la Cospa Family; in programma le tappe italiane dell’Europa Cosplay Cup e dell’ International Cosplay League, competizioni karaoke e workshop tematici; games, esport e videogames con tornei, giochi di ruolo, di carte e da tavolo, dimostrazioni dal vivo e la presenza dei maggiori editori italiani del settore. Novità del 2025 un’area con diverse postazioni di videogiochi inedite da provare in anteprima.

La zona Rossa sarà l’area riservata ad un pubblico over 18 e dedicata ai fumetti erotici, all’informazione e alla sensibilizzazione sulle tematiche inerenti la sessualità, l’Area Kpop, in collaborazione con Turin Korea Connection, vedrà il susseguirsi di esibizioni, giochi, workshop e Noraebang, il karaoke coreano. Sarà presente anche l’area Family, spazio di relax per le famiglie e i più piccoli, con giochi, costruzioni e colori per disegnare, animazione e truccabimbi. Musica & live sarà la sezione dedicata all’intrattenimento, alle esibizioni, alle battaglie delle band e dei concerti più amati dal pubblico. Sabato 12 aprile il protagonista sul main stage sarà Giorgio Vanni, mentre domenica 13 sarà la volta di Cristina d’Avena.

Nella sezione doppiaggio vi sarà la seconda edizione di Onda Sonora, il premio dedicato al doppiaggio dei videogiochi, presentato da Gianandrea Muià e Voci Animate. Nell’ambito del Content creator youtuber, tiktoker e streamer incontrano il pubblico di appassionati con eventi d’intrattenimento e talk tematici.

I biglietti per la XXIX edizione di Torino Comics sono in vendita online sul circuito Vivaticket. Fino al 12 marzo è possibile acquistarli in early bird a tariffa agevolata.

Previste riduzioni per i cosplayer e possibilità di abbonamento per tutti e tre i giorni dell’evento.

 

Da venerdì 11° domenica 13 aprile dalle 10 alle 19.30 al Lingotto Fiere, via Nizzz 280.

 

Mara Martellotta

L’abito fa il monaco?

Quante volte abbiamo sentito parlare di dress code, cioè quel codice spesso non scritto che impone un certo abbigliamento per accedere ad una festa, ad un evento?

Abito lungo per le dame, smoking per gli uomini, no jeans, no sneakers, ecc.

Ricordo ancora la prima volta in cui entrai alla Camera dei Deputati dove, nonostante il caldo torrido, era obbligatorio indossare giacca e cravatta: la giacca l’avevo con me, la cravatta la comprai lì vicino; lo stesso dicasi per il Casinò di San Vincent dove, in alternativa, era consentito indossare una maglia dolcevita (non so se ora sia ancora così).

Stesso discorso per le banche dove, fino ad alcuni anni fa, gli impiegati indossavano sempre giacca e cravatta.

Anche in questo caso l’abito indicava l’appartenenza ad un gruppo, esattamente come in pantaloni indossati sotto le natiche o negli anni ’70 le College o le Clarks, a seconda della fazione politica di riferimento.

Una multinazionale americana presente anche in Italia imponeva ai suoi commerciali la camicia bianca nelle ore antimeridiane mentre nel tardo pomeriggio era consigliato di indossarla azzurra.

Il primo testimonial della rivoluzione fu Sergio Marchionne, che si presentò da subito alle riunioni, anche in Confindustria (finché la Fiat ne fece parte), indossando un cachemire anziché la solita giacca ed il suo gesto fece scuola.

Ora il discrimine, se possiamo chiamarlo così, è costituito dai tatoo: se non li hai sei fuori, sei antiquato.

Un tempo, anche nell’Arma, non erano consentiti; poi sono stati ammessi solo se non visibili indossando la divisa.

Ad un colloquio di lavoro ho incontrato persone mediocri senza tatoo e veri geni con tatoo ovunque, come ho incontrato persone con i capelli cortissimi, puliti, che a malapena riuscivano a fare un cerchio usando un bicchiere, mentre ne ho viste altre con i dreadlocks comporre musica, scrivere libri o progettare palazzi.

Siamo portati a identificare come non pericolosi quanti somigliano a noi, almeno esteriormente, e di conseguenza classificare come negativi quanti da noi si distinguono; d’altronde, una delle motivazioni base del razzismo, della xenofobia è proprio non riconoscere come simili a noi quanti abbiano una pigmentazione diversa, parlino un idioma che non comprendiamo, preghino un Dio diverso dal nostro (abbiamo mai visto il nostro per giudicare il loro?) e così via.

Quindi ci basiamo su preconcetti, su stereotipi (i neri fanno così, gli arabi cosà, le filippine sanno fare solo le cameriere) che non ci permettono un’analisi obiettiva, una considerazione basata su fatti anziché ipotesi.

Esattamente come è vietato discriminare per motivi razziali, religiosi o etnici, dovrebbe esserlo anche per il modo in cui ci si veste, ci si acconcia o per il piercing che si indossa; certo, gli eccessi possono essere sgradevoli, ed è lo stesso concetto secondo il quale una segretaria di direzione che incontra clienti ed investitori dev’essere gradevole e non un orso travestito da impiegata.

L’igiene non deve mai essere trascurata, anche per rispetto delle persone con le quali entriamo in contatto, ma cosa indossiamo è affare nostro; la società, ho avuto modo di scriverlo in altre occasioni, si è data delle regole di convivenza per conformare usanze, comportamenti, aspettative. E’ evidente come qualsiasi deviazione può turbare, può insospettire perché viene vista come una ribellione, anche se pacifica.

D’altronde, andreste da un medico che vi accoglie in bermuda o in un’agenzia immobiliare in cui la titolare si presenti con i bigodini in testa? Saranno anche bravissimi, ma sicuramente all’inizio qualche perplessità la destano.

Come fare quindi per non essere vittima dei nostri pregiudizi? Non giudicare, ma basarsi sui fatti. Se un professionista è famoso per aver tanti clienti ed ha tutte recensioni positive non facciamoci fuorviare da nostri parametri di valutazione, ma basiamoci sulla sua professionalità: chi siamo noi per giudicare se un architetto sia competente nel suo lavoro, se un avvocato stia preparando un’arringa vincente oppure no?

Ricordate che vi sono molte, troppe persone che si recano a messa tutti i giorni ma appena uscite dalla chiesa riprendono a criticare ora questo ora quello; e quanti si vantano di fare adozioni a distanza, beneficenza qua e là, ma se una vicina li chiama perché ha bisogno che qualcuno si rechi in farmacia per il bimbo piccolo malato la criticano perché è una rompiscatole?

Sergio Motta

Torna Biennale Democrazia, Guerre e Paci. Fino a domenica 30 marzo la IX edizione

 

Torna Biennale Democrazia, manifestazione culturale della Città di Torino, ideata e presieduta da Gustavo Zagrebelsky, che dal 2009 si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

L’appuntamento è a Torino da mercoledì 26 a domenica 30 marzo, con la IX edizione, Guerre e Paci, una riflessione sui conflitti, sulle violenze e sulle guerre, alla luce dell’attuale scenario di crescente tensione globale e della persistente minaccia di scontri interni alle società democratiche. L’idea è di esplorare, in dialogo con il pubblico, il complesso rapporto tra conflitto e democrazia, in un mondo dominato da guerre dove la pace deve essere la via. La manifestazione accoglierà oltre 100 incontri, eventi e spettacoli, con più di 220 ospiti italiani e internazionali.

«L’appuntamento con Biennale Democrazia sarà, ancora una volta, l’occasione per riflettere e confrontarsi su temi importanti, a partire dallo spunto di riflessione offerto dal titolo dell’edizione di quest’anno, Guerre e Paci. Non c’è futuro senza pace per tutte e tutti e una pace vera e duratura si crea partendo dalle “paci” che possiamo costruire ogni giorno nelle nostre comunità. Il nostro compito come istituzioni è quello di costruire legami e unioni per promuovere una vera cultura della pace. Le guerre non sono soltanto quelle combattute con le armi, più o meno vicine, sono anche le volontà di chiusura tra persone, il portare avanti idee di esclusione e non inclusione. La differenza tra guerra e pace la fa anche la nostra capacità di sanare i conflitti, mantenendo e valorizzando le identità» dichiara Stefano Lo Russo, Sindaco della Città di Torino.

IL TEMA: GUERRE E PACI

«Biennale Democrazia è pronta a tornare in città per discutere di guerra, violenza e conflitto temi ineludibili del nostro presente, perché non può esservi convivenza democratica senza pace. In un clima di crescente polarizzazione delle posizioni e delle opinioni è fondamentale ribadire il senso profondo di Biennale Democrazia: ritrovarsi assieme per discutere, dialogando per mettere a confronto posizioni anche molto distanti, prendersi il tempo per la comprensione reciproca come primo necessario passo per trovare soluzioni pacifiche, mai così agognate» afferma Gustavo Zagrebelsky, Presidente di Biennale Democrazia.

L’edizione 2025 di Biennale Democrazia sarà dedicata alle “paci possibili” che emergono da equilibri precari e dalla necessità di accordi per assicurare la sopravvivenza di individui, istituzioni, Stati e del pianeta stesso, perché in una società pluralistica il conflitto e il dissenso sono inevitabili, ma le istituzioni democratiche possono e devono garantire soluzioni pacifiche. La IX edizione di Biennale Democrazia esplorerà quindi il ruolo della democrazia e dei diritti fondamentali della persona nella prevenzione degli abusi di potere e nella gestione dei conflitti, facendo luce sulle dinamiche politiche e sociali dei nostri giorni. L’immagine guida di Biennale Democrazia di quest’anno è opera di Alessio Mamo, fotografo pluripremiato al World Press Photo nel 2018 e nel 2020 per i suoi reportage dalle zone di conflitto: Ucraina, Iraq, Siria e Palestina. La fotografia è stata scattata a Qaraqosh, la più grande città cristiana dell’Iraq, liberata dall’esercito iracheno nell’ottobre 2016, dopo due anni di occupazione dell’Isis, e mostra segni di devastazione totale. Nessuna delle case del villaggio è stata preservata. Il salotto testimonia l’impatto concreto della guerra, ma anche la possibilità di cambiamento, e l’inizio della pace.

IL PROGRAMMA DELLA IX EDIZIONE

Il programma della manifestazione accompagnerà il pubblico in una riflessione a partire da quattro itinerari tematici, quattro diverse prospettive per discutere e ragionare attorno ai grandi temi che riguardano la democrazia: Conflitti globali, conflitti locali; Geopolitica della guerra e della pace; Immaginare la pace, tra utopia ed eresia; Tutti contro tutti. Il programma è consultabile integralmente su biennaledemocrazia.it. Come in ogni edizione, alcuni eventi saranno registrati e successivamente resi disponibili sul canale YouTube di Biennale Democrazia.

Anche nell’ambito della IX edizione di Biennale Democrazia, come nella precedente, oltre al programma principale, sono previste due sezioni ulteriori: Democrazia Futura, nell’ambito di Torino Futura – Generazione di cultura, programma dedicato alle scuole di ogni ordine e grado, ai giovani e alle famiglie, e Democrazia Diffusa, realizzata grazie alla collaborazione con Torino Social Impact, Arci Torino e la rete delle Biblioteche civiche torinesi, e che vede la partecipazione di oltre 30 realtà di tutto il territorio.

Tra gli ospiti internazionali, in dialogo con altri relatori dall’Italia e dal mondo, Fariba Adelkhah, antropologa francese di origine iraniana, che racconterà la sua esperienza di arresto e detenzione nel carcere di Evin, in Iran, in dialogo con Irene Bono, professoressa del Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università degli Studi di Torino, in occasione dell’incontro L’Iran dietro le sbarre. Detenzione e libertà scientifica; Mats Berdal, esperto in conflitti internazionali e professore al King’s College di Londra, parlerà del destino dei trattati di pace; Vincent Bevins, giornalista e autore americano, rifletterà sul periodo tra il 2010 e il 2020, dieci anni in cui il numero di persone che hanno partecipato alle proteste è stato più alto che in qualsiasi altro momento della storia umana (nell’ambito delle azioni di  #VersoTorino2033); Asmae Dachan, giornalista professionista, fotografa, poeta e scrittrice italo-siriana, dialogherà con Annalisa Camilli, giornalista, e Gabriele Del Grande, scrittore e regista, sul futuro della Siria post-Assad durante l’evento La terra dei gelsomini. Che cosa succede in Siria?; Cédric Durand, professore presso l’Università di Ginevra e membro del Centre d’Économie Paris Nord, introdurrà al pubblico il concetto di tecnofeudalesimo, di fronte al quale è urgente immaginare un internazionalismo digitale non allineato; Elgas, giornalista, scrittore e sociologo, terrà una lectio sul tema dei conflitti locali e globali, dal titolo L’eredità dei conflitti coloniali; Élise Féron, docente e senior research fellow presso il Tampere Peace Research Institute (Università di Tampere, Finlandia), terrà la lectio Il femminismo di fronte alla guerra; Maaza Mengiste, scrittrice etiope e autrice del libro Sotto lo sguardo del leone (Einaudi, 2025), tradotto da Anna Nadotti, sarà presente in dialogo con la traduttrice in occasione dell’incontro “La memoria è raccogliere le ossa”. Come si racconta la violenza (la presentazione del libro avverrà in un’unica data italiana, sabato 29 marzo alle ore 20.30 nell’ambito di Biennale Democrazia, quando si affronterà il tema di come la guerra segni i corpi delle donne e di come la violenza su di esse diventi una forma di dominio che compromette il futuro); Asma Mhalla, politologa franco-tunisina esperta di geopolitica, terrà la lectio In your head. La nostra rabbia ai tempi dell’AI; Atef Abu Saif, docente all’Istituto Europeo di Fiesole ed ex Ministro della Cultura palestinese, rimasto bloccato nella Striscia di Gaza per i primi sessanta giorni di guerra, sarà in dialogo con Francesca Mannocchi, giornalista, a partire dall’evento Democrazia e conflitto. Uno sguardo da Gaza; Barbara Stiegler docente all’Università di Bordeaux, terrà la lectio Una lotta disperata, ma con molto fair play. Società e politica ai tempi del neoliberismo.

Tra gli ospiti italiani, parteciperanno a Biennale Democrazia: Edoardo Albinati, autore, e Daria Bignardi, giornalista, dialogheranno a partire dall’incontro Vagli a spiegare che è primavera. Il carcere tra giustizia e vendetta, una riflessione su colpevoli e vittime, sicurezza e giustizia (l’evento è in collaborazione con le Giornate della Legalità – Spazi aperti in luoghi chiusi); Alessandro Barbero, storico e divulgatore, e Manuela Ceretta, rettrice dell’Università della Valle d’Aosta, discuteranno di Come finiscono le guerre; Raffaella Baritono, storica, dialogherà con Mattia Diletti, del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale alla Sapienza Università di Roma, per indagare la situazione di un’America spaccata lungo confini profondi, economici, politici, culturali, in occasione del loro incontro Furore. Gli Stati Uniti verso la guerra civile; Annalena Benini, direttrice editoriale del Salone Internazionale del Libro, proporrà una lectio su Natalia e Leone Ginzburg; Franco Cardini, storico, cercherà di chiarire che tipo di conflitto intercorre tra Oriente e Occidente nella sua lectio Guerra all’occidente, guerra dell’occidente; Francesca Coin, sociologa, e Raffaele Alberto Ventura, autore, indagheranno il tema dell’autorealizzazione sul lavoro e sul perché non ci abbia resi liberi; Gabriele Del Grande porterà in scena Il secolo mobile. Una storia delle migrazioni in Europa vista dal futuro; Adriano Favole, professore di Antropologia Culturale all’Università degli Studi di Torino, sarà presente in occasione della lectio Fare la pace con la natura, dove proporrà idee e prospettive per recuperare una visione relazionale dei terrestri; Alberto Grandi, professore di Storia Economica e Storia del Cibo all’Università di Parma, e Nicola Perullo, filosofo e rettore dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo dialogheranno a partire dall’incontro La tradizione è un campo di battaglia. Il food italiano tra eccellenza e retoricaLa resistenza italiana tra guerra e pace. A ottant’anni dalla liberazione è il titolo del dialogo tra Carlo Greppi, storico e scrittore, e Chiara Colombini, responsabile scientifica dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea Giorgio Agosti; Gad Lerner, giornalista, sarà presente in occasione dell’incontro Mosaico libanese. Che cosa cambia dopo la guerra? in dialogo con Rosita Di Peri, professoressa di Scienza Politica all’Università degli Studi di Torino; Chantal Meloni, giurista, e Nathalie Tocci, direttrice dell’Istituto Affari Internazionali di Roma, parleranno di guerra e democrazia in relazione alla situazione ucraina in occasione del loro dialogo Le democrazie e la guerra; Luca Misculin, giornalista, terrà la lectio Archeologia della guerra; Paolo Nori, scrittore e traduttore, terrà la lectio Cosa mi dice la letteratura russa della guerra e della pace; Matteo Nucci, scrittore, sarà in dialogo con Francesca Mannocchi, giornalista, in occasione dell’incontro L’occidente allo specchio. Costruzione del nemico e identità; Laura Pepe, storica latinista e grecista, terrà la lectio Le guerre persiane e l’invenzione dell’identità; Stefano Rapone e Daniele Tinti terranno una puntata live del podcast Tintoria; continueranno a riflettere sul tema del femminismo, dell’emigrazione all’estero e dei social, Giulia Mei e Sabina Reghellin, note al mondo dei social media; per ampliare il dibattito su società e social accogliendo anche lo sguardo della Gen-Z, ci saranno Edoardo Prati, esperto di cultura classica e noto per i suoi contenuti divulgativi su TikTok, e Matteo Saudino, insegnante di filosofia e storia, ideatore del canale YouTube BarbaSophia e podcaster; Tamar Pitch, giurista, e Giulia Siviero, giornalista, dialogheranno nell’incontro Una rabbia dorata. Femminismo e strumenti di lotta; Younis Tawfik, scrittore e poeta iracheno naturalizzato italiano, sarà in dialogo con Roberto Repole, cardinale e arcivescovo di Torino, Ariel Finzi, rabbino capo di Torino e Lama Rinpoche Paljin, monaco buddhista, in occasione dell’incontro Fedeli alla pace, in collaborazione con il Comitato Interfedi della Città di Torino; Benedetta Tobagi, scrittrice, farà un’analisi tra ieri e oggi sulla memoria e sul conflitto politico nell’Italia repubblicana (evento in collaborazione con Deina APS); Alessandro Vanoli, scrittore, terrà la lectio Tra Oriente e Occidente. Conflitti e prospettive dello spazio Mediterraneo; Gustavo Zagrebelsky terrà la tradizionale lectio di apertura dell’edizione: il titolo di quest’anno sarà Su tre cose si regge il mondo.

GLI EVENTI SPECIALI

Per stimolare il dibattito sul contemporaneo e sul tema di questa edizione, Biennale Democrazia porta in scena diversi eventi e spettacoli che mirano a suscitare riflessioni stimolanti e mai scontate. Venerdì 28 marzo, dalle 16 alle 24, sarà la volta di FLASHOVER. Subculture giovanili a Torino tra gli anni Ottanta e Novanta, a cura di Vox Creola, OGR Torino e Biennale Democrazia. Un progetto di Alessandro Castelletto, Maurizio Cilli, Luca Morino che si configura come un happening in cui, dal pomeriggio fino a notte fonda, si susseguirà un programma fitto di incontri, testimonianze e sonorizzazioni da quel mondo “sotterraneo” e brulicante che è stata Torino verso la fine del secolo scorso. Giovedì 27 marzo alle 21, al Teatro Carignano, andrà in scena Il secolo mobile. Una storia delle migrazioni in Europa vista dal futuro di e con Gabriele Del Grande, un monologo multimediale prodotto e distribuito da ZaLab, un viaggio tra immagini e parole per parlare del futuro del fenomeno migratorio europeo e provocare il pubblico con una proposta visionaria. Non mancherà nella serata di venerdì 28, dalle ore 22, anche un momento di festa al Magazzino sul Po, con un dj set a cura del circolo, in collaborazione con Arci Torino: Secchiate sulla guerra, una serata con Olha, maestra nella fusione di trance e techno del collettivo ucraino DRIFT Kyiv, e Bakisa, artista libanese. Spazio anche al mondo dei podcast: Biennale Democrazia ospiterà una puntata di TintoriaPodcast – Live con i conduttori Stefano Rapone e Daniele Tinti. L’appuntamento sarà sabato 29 marzo alle 21.30 alle OGR Torino (Sala Fucine), e i biglietti saranno disponibili a partire da venerdì 14 marzo su www.thecomedyclub.it.

EVENTI INFO E PRENOTAZIONI

Salvo diverse indicazioni, gli incontri saranno a ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili, con accesso a partire da un’ora prima dell’inizio dell’evento. Per assicurarsi il posto è consigliata la prenotazione, sempre possibile a 5 euro in biglietteria oppure sul circuito Vivaticket (più prevendita) fino alle ore 12 del giorno precedente l’evento.

Gli eventi a pagamento sono indicati sul programma cartaceo e online. Per la sera di mercoledì 26 alle OGR Torino e giovedì 27 marzo al Teatro Carignano è possibile acquistare il titolo di accesso in biglietteria, su Vivaticket o in loco a partire da un’ora prima.

Tutti i dettagli di accesso ai singoli eventi sono riportati sul sito della manifestazione, in concomitanza di ciascun appuntamento.

BIGLIETTERIA

Torino Urban Lab
Piazza Palazzo di Città 8/F, Torino

Orari: dal martedì al sabato, dalle ore 10:30 alle 18 Telefono: +39 011 011 24777
Email: bdtickets@comune.torino.it

Maggiori informazioni e programma completo sono disponibili su Biennale Democrazia

TORINO CLICK

Servizio Civile, domande entro il 27 febbraio. Oltre 200 i giovani impegnati anche a Torino

 

C’è ancora tempo fino al 27 febbraio per presentare domanda per il Servizio Civile Universale promosso dal Dipartimento per le Politiche Giovanili.

Possono partecipare al bando ragazze e ragazzi tra 18 e 29 anni, con una riserva di posti per chi si trovi in condizioni di disabilità, bassa scolarizzazione e difficoltà economiche o sociali.
Nei 12 mesi in cui si svolgerà il progetto, a partire da settembre 2025, il Servizio Civile offrirà loro l’opportunità di fare esperienza all’interno di un ente o associazione del territorio, con un monte ore garantito di formazione specifica e un rimborso economico di 507 euro mensili.

Sono oltre 2.324 i progetti in Italia disponibili per i giovani che vogliono diventare operatori volontari. Di questi, 29 sono proposti dalla Città di Torino e dagli enti partner sul territorio che permetteranno di accogliere 276 candidati che saranno impegnati nei settori dell’assistenza, della valorizzazione del patrimonio e della promozione culturale.
Tra le esperienze consolidate negli ultimi anni, ci sono i progetti della Rete delle Biblioteche Civiche, dei servizi sociali che si occupano di persone straniere e minori, di ITER e di UniTo, insieme alle molte proposte da parte di associazioni del territorio che si occupano di inclusione sociale per persone con fragilità.

Tra le ragazze e i ragazzi che in questo momento stanno svolgendo il Servizio Civile all’interno degli uffici della Città di Torino ci sono Ilaria e Asia che collaborano con l’attività del PIU, il Punto Informativo Unificato di via Palazzo di Città.

“Questa esperienza – racconta Ilaria – permette di vivere serenamente il periodo di transizione tra la fine dell’università e l’ingresso nel mondo del lavoro. Se scelto con attenzione, il progetto cui ci si candida può diventare anche un’opportunità valida per farsi un’idea di quale lavoro può appassionarci. E poi il rimborso spese, anche se non è come un vero e proprio stipendio, è comunque un aiuto per chi, come me, vive da ‘fuori sede’”.

“Il Servizio Civile – aggiunge Asia – ci dà l’opportunità di muovere una prima esperienza all’interno di un ambiente di lavoro in cui bisogna rispettare gli orari di ufficio, svolgere al meglio i propri compiti, rispettare i ruoli e sapersi relazionare al meglio con i colleghi e, nel nostro caso, con il pubblico che si rivolge al PIU”.

Le informazioni sui progetti proposti dalla Città di Torino ed enti partner si trovano sulle pagine del portale TorinoGiovani mentre al Centro InformaGiovani di via Garibaldi 25 è possibile ottenere informazioni e aiuto per la compilazione della candidatura online.

Flavia Gotta – TORINO CLICK

Ma mi faccia il piacere!

Chi non ricorda questa frase che Totò, il Principe della risata, ripeteva spesso ai suoi interlocutori?

Quante volte abbiamo usato (anche abbinato al confidenziale “tu”) questa frase per comunicare all’interlocutore che stava dicendo un’eresia, esprimendo un concetto totalmente errato, sostenendo una tesi confutabile da chiunque.

Fino ad un paio di decenni orsono la litigiosità nel nostro Paeseera limitata alle liti tra confinanti, alle dispute tra sindacalisti e padroni e, in casi semi-romantici, alle diatribe tra suoceri e futuri generi.

La convinzione di essere meglio di altri (non mi stancherò mai di citare il Marchese del Grillo: “Io sono io e voi non siete un c…”) ha portato la nostra società a separare gli eletti dai reietti più di quanto Manzoni non abbia saputo esprimere, a distinguere i cittadini di serie A da quelli di serie B (o inferiore) e a dirimere ogni questione inerente differenze di vedute con la forza fisica, con il ricordo ad azioni legali e con il famoso “lei non sa chi sono io”, e quasi sempre non si perde nulla a non saperlo.

I social sono la dimostrazione che spesso si perdono ottime occasioni per fare bella figura commentando fatti cui non abbiamo assistito, scelte politiche delle quali non conosciamo i presupposti, materie delle quali ignoriamo anche gli elementi basilari. Un tempo, quando le discussioni avvenivano al bar, nelle piole, era sufficiente togliere il vino per spegnere i commenti.

Ora, in un’epoca in cui nel giro di cinque minuti pensi di aver assimilato le nozioni importanti di quasi tutte le materie (dalla sismologia all’ecologia, dalla medicina all’architettura) è evidente che anche le discussioni assumono mille sfaccettature, per alcuni aspetti comiche, per altri deludenti.

Come ebbi modo di scrivere anni addietro, la sindrome di Dunning-Kruger è sempre in agguato; chi non conosce una materia si sente esperto nella medesima, chi la conosce bene sente di avere alcune lacune.

Ecco, dunque, che molti si sentono autorizzati a dispensare informazioni, a pontificare su questo o quell’argomento e difendono con veemenza la loro (falsa) convinzione.

Così abbiamo disoccupati che diventano coach in grado di farti rinascere, studentesse che con un massaggio ti fanno passare anche i dolori che non sapevi di avere, e così via, tutti convinti davvero di valere, di essere “qualcuno”, il più delle volte unicamente per il dio denaro.

Personalmente credo che tutti noi siamo qualcuno e, facendo le debite eccezioni, tutti abbiamo qualcosa di particolare; non dico sia qualcosa di cui vantarci ma di sicuro qualcosa che altri non hanno o posseggono in misura minore.

Quello che sicuramente infastidisce tutti è l’ostentazione di meriti autoreferenziali, di nozioni di dubbia provenienza tra quanti, fino al giorno prima, faticavano a distinguere un’automobile da un telefono.

Se è fastidioso quando riguarda il pinco pallino qualsiasi, quando proviene da un professionista della materia può sortire effetti anche peggiori.

La pandemia ci ha fornito esempi illustri; professionisti della comunicazione che, prima di ogni evidenza scientifica e senza alcuna sperimentazione, sapevano dire tutto ed il contrario di tutto su evoluzione del virus, assenza di effetti collaterali dei vaccini, diagnosi, prognosi e terapie più efficaci.

Esprimere un parere è legittimo, fornire informazione è doveroso, illudere o ingannare il pubblico è esecrabile.

Sicuramente, la modestia e l’umiltà, sarebbero gli ingredienti migliori per dirimere tante questioni e per coniugare, in modo proficuo, curiosità, autorevolezza, diritto all’informazione e diritto al dissenso.

Questa due doti, però, non rendono famosi, non ci rendono appetibili nelle comparsate in TV  e, dunque, non arricchiscono il patrimonio: ecco perché sono tenute sotto il tappeto.

Sergio Motta

Dsa, incontro online con Paideia

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ne certificava ben 326.548 già nel 2021 ma il numero è in costante aumento: si tratta degli alunni italiani di ogni ordine e grado a cui è stato diagnosticato un DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), ossia un disturbo del neuro-sviluppo che riguarda la capacità di leggere, scrivere o calcolare in modo corretto e fluente.

Come fa un genitore a individuare precocemente una problematica di questo tipo nel suo bambino? Quali sono i campanelli d’allarme a cui fare attenzione e come è opportuno intervenire?

A queste e a molte atre domande risponderanno gli specialisti di Fondazione Paideia – ente nato a Torino e da oltre 30 anni impegnato nel sostegno a bambini con disabilità e alle loro famiglie – in un incontro online gratuito e aperto a tutti.

La data da segnare in agenda è giovedì 27 febbraio: insieme ad Arianna Viotti, logopedista, Arianna Aquaro, psicologa, Alessia Scala, neuropsicomotricista, Francesco Petriglia, logopedista, ed Elena Girelli, neuropsicomotricista, si scoprirà cosa sono i DSA e la loro incidenza nel panorama italiano.

La serata informativa si terrà online dalle 18.30 alle 20.30 sulla piattaforma Zoom e la partecipazione è aperta a tutti i genitori e caregiver interessati, previa iscrizione tramite form al link:

https://us06web.zoom.us/meeting/register/tZApcuyqrDwjGNOWHQ2pXcCO4ZMilSscFVkU

“Parlami di Spreco: la cucina sostenibile tra conservazione, riuso e creatività”

Parlami di Spreco torna con una puntata speciale per affrontare il tema dello spreco alimentare e offrire soluzioni concrete per una cucina più sostenibile. L’evento, che si terrà giovedì 20 febbraio 2025 dalle 18:00 alle 19:00 in diretta sui canali social, vedrà la partecipazione di due ospiti d’eccezione.

 

Paola Bortolani, food blogger esperta di cucina antispreco, e Franco Aliberti, cuoco sostenibile, che condivideranno consigli e strategie per ridurre gli sprechi alimentari nelle nostre case e nei ristoranti.

 

Ogni anno in Italia si buttano circa 4,5 milioni di tonnellate di cibo, ma con le giuste pratiche possiamo fare la differenza.

 

Durante la diretta, gli ospiti risponderanno a domande fondamentali come:

 

Come organizzare una spesa intelligente per evitare sprechi?
Quali tecniche di conservazione prolungano la vita degli alimenti?
Come trasformare gli avanzi in piatti creativi e gustosi?
Perché la cucina circolare è il futuro della ristorazione e della sostenibilità domestica?
Quali piccoli accorgimenti possiamo adottare ogni giorno per ridurre lo spreco alimentare?

Una diretta imperdibile per chi desidera cambiare il proprio approccio alla cucina e contribuire attivamente alla lotta contro lo spreco alimentare.

 

La puntata sarà trasmessa in diretta dalle ore 18.00 alle ore 19.00 sui seguenti canali:

LinkedIn Top Voice di Simona Riccio
Facebook di Simona Riccio
Canale YouTube di ParlaConMe® urly.it/3144rz

 

Per ulteriori informazioni e approfondimenti:redazione.pcm@gmail.com

La Scienza sale in cattedra alla “Fondazione Mirafiore”

Nel “Villaggio Narrante in Fontanafredda”, fine settimana con il prof. “viral-fisico” Vincenzo Schettini e l’astro-fisica italiana Simonetta Di Pippo

Giovedì 20 e venerdì 21 febbraio, ore 19

Serralunga d’Alba (Cuneo)

Di sé stesso dice “Sono un fisico, un musicista, un curioso e un amante della vita”. Classe ’77, nato a Como ma residente nella barese Monopoli (dove si trasferisce fin da bambino con la famiglia), prossimo ospite, giovedì 20 febbraio (ore 19), della “Fondazione Mirafiore” di Serralunga d’Alba sarà Vincenzo Schettini, il prof. dai “capelli ribelli” che è riuscito a trasformare l’insegnamento della “Fisica” in “un’avventura affascinante e accessibile a tutti”. Creatore del fenomeno digitale “La Fisica Che Ci Piace” (titolo del suo primo libro, edito da Mondadori e “Premio Elsa Morante 2023”) Schettini è diventato un punto di riferimento per milioni di studenti e appassionati grazie alla sua capacità di spiegare concetti complessi con la più banale semplicità, attraverso i suoi “video virali” sui social, il suo best-seller, le conferenze e gli spettacoli, dimostrando che la “Fisica” non è solo teoria, ma uno strumento per comprendere la realtà che ci circonda. Accanto alla “Fisica”, è la “Musica” l’altra sua grande appassionata “compagna di strada”. Nel 2000 si diploma infati in “Violino e Didattica della Musica” al Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli e fonda un affermato Gruppo Gospel, gli “Wanted Chorus”; nel 2004, si laurea in “Fisica” presso l’Ateneo di Bari e inizia ad insegnare in vari Istituti locali fino all’attuale Istituto Tecnico “Dell’Erba” a Castellana Grotte. Ed è proprio nell’insegnamento che le sue due anime, arte e scienza, si fondono sotto l’idea di “trasformare la fisica da pura lezione a vero e proprio intrattenimento”. Un’idea che ha contribuito a farne non solo un “personaggio virale”, presente su tutti i social, ma anche un ormai noto volto televisivo su “RAI 2”, dove presenta dall’aprile dell’anno scorso, in seconda serata, il programma “La Fisica dell’Amore”. Il suo incontro alla “Fondazione Mirafiore” si inserisce perfettamente nel tema della stagione del “Laboratorio di Resistenza Permanente”, dedicata al #tempo, uno dei concetti più misteriosi e affascinanti della Fisica. Con il suo stile unico e coinvolgente, Schettini accompagnerà il pubblico in un viaggio tra “scienza e curiosità”, dimostrando come il “tempo” sia molto più di una semplice sequenza di istanti, ma una dimensione da esplorare e comprendere. E forse, per restare in tema, troverà anche il tempo per presentare il suo secondo libro, sempre edito da Mondadori, dal titolo “Ci vuole un fisico bestiale”, dove “mi diverto a raccontare – dice – i fisici più pop della storia”.

E sarà ancora dedicato alla “Scienza” l’appuntamento di venerdì 21 febbraio (sempre alle 19) dal titolo “Space economy – The dark side of the Moon”, che vedrà “salire in cattedra”, l’astrofisica romana Simonetta Di Pippo, vero e proprio orgoglio italiano, Direttrice dell’ “Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico” con sede a Vienna, Professor of Practice di Space Economy e Direttore dello “Space Economy Evolution Lab (SEE Lab)”, in “SDA Bocconi”, nonché visiting professor of practice presso la “New York University” di Abu Dhabi. Di grande attualità e interesse, il tema prescelto. È innegabile, infatti, che negli ultimi anni i confini della nostra economia si sono di molto allargati, muovendosi dalla terra allo spazio. Il nostro pianeta è più che mai bisognoso di nuove forme di sviluppo sostenibili a livello ambientale e sociale e proprio l’“Economia dello Spazio” (attenzione: Elon Musk & Company docent) può darci una mano in questa direzione. “Oggi – si legge – la ‘space economy’ vale circa 470 miliardi di dollari a livello globale con previsioni di crescita percentuale a due cifre per i prossimi decenni, ma il suo valore non può essere misurato solo in cifre. Ciò che più conta, infatti, è che offrirà opportunità anche ai Paesi meno sviluppati e contribuirà al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati nell’Agenda 2030 dell’Onu. E tuttavia questa Luna, questo spazio affollato di attori – Cina, India, Stati Uniti, Russia, Europa -, divenendo di fatto nuovo terreno di confronto geopolitico ed economico per le potenze del pianeta Terra, ha bisogno senz’altro di regolamentazione e di cooperazione. Affrontare il futuro dell’esplorazione spaziale e la creazione dei mercati ad essa associati richiede oggi un approccio realmente cooperativo e inclusivo perché, quando la sfida è globale, anche la risposta deve essere globale”. Nel 2006, a Simonetta Di Pippo è stato conferito dall’allora Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, il titolo di “Cavaliere Ufficiale al Merito” per l’impegno nello sviluppo di ricerche scientifiche, di tecnologie e applicazioni spaziali.

Il ricco cartellone della “Fondazione Mirafiore” si completa domenica 23 febbraio, alle 16,30con l’ultimo appuntamento della “Rassegna teatrale per bambini” con lo spettacolo “Il carnevale degli animali” di e con Federico Pieri di Terzostudio, Spettacolo Vincitore della “Giuria dei Ragazzi” al “Premio Otello Sarzi 2018” di Osimo.

Per info programma: “Fondazione Mirafiore”, via Alba 15, Serralunga d’Alba (Cn); tel. 0173/646424 o www.fondazionemirafiore.it

g.m.

Nelle foto: Vincenzo Schettini, Simonetta Di Pippo e Federico Pieri