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Lucianina la saggia

Arrivato al suo diciannovesimo appuntamento, “Il bosco dei saggi”, per la penna di Paolo Griseri, continua ad annoverare nelle colonne domenicali de La Stampa – quotidiano torinese dalla lunga vita, sono ormai centocinquantasette anni, e oggi alla ricerca continua degli antichi allori, strada forse senza ritorno, solo a guardare ai tempi più recenti passata l’elefantiaca egemonia del Massimo Giannini e reimpostandosi con un impercettibile, davvero impercettibile, raddrizzamento il nuovo corso di Andrea Malaguti – “i grandi personaggi della nostra terra”.

Va bene, un ricordo che era davvero giusto rispolverare, si dice uno, un povero scombussolato lettore che tenga alle proprie radici. Tra quei sentieri che ai loro bordi hanno fronde e alberi, magari uno di quei ruscelletti che hanno tanto profumo di favola, sono passati, solo a citarne alcuni, Luciano Bonaria, “signore dei chip che salva gli aerei e il cuore”, Enrico Salza che spiega (umanamente) che cos’è il potere, Polina Bosca che vende spumante al mondo e Baldassarre Monge che da sempre riempie la bocca degli animali con la sua carne in scatola, Eugenio Borgna e l’antipsichiatria, l’incommensurabile Giorgetto Giugiaro che issa il proprio prezioso vessillo della Panda, Fulvia Quagliotti che promette di portarci su Marte, Don Ciotti a narrare come un clochard gli abbia cambiato la vita. Mica persone da poco, dico, di quelle che lasciano il segno. A lungo. Incancellabile. Poi, come un cavallo al galoppo che s’impenna all’improvviso prima di precipitarsi nel burrone, il povero lettore si ritrova a dover scoprire, domenica scorsa, che tra i saggi Malaguti &Co hanno inserito Luciana Littizzetto.

Sì, la Lucianina di fratello Fazio. Lei. Che ci educa sin dagli albori. Da quando osservava con i suoi occhioni grandi grandi quanti passavano davanti alla latteria di papà e mamma, in quel di via San Donato, seduta pensiamo ore su quel freddo gradino di pietra. Una scuola di vita per la intrattenitrice di domani. “Li scrutavo proprio, mi piaceva capire chi erano dai loro movimenti, dai loro sguardi… ho cominciato lì, su quel gradino, a capire che l’importante nella vita è accorgersi degli altri, entrare nel loro stato d’animo, nelle loro gioie e nelle loro sofferenze. Una lezione che cerco anche oggi di portare con me”. Com’è umana lei, villaggiamente. La lodevole percezione del mondo e dell’umanità. Un trattatello di filosofia quotidiana di fronte al quale la caverna di Platone o la monade di Leibnitz impallidiscono: aggiungendosi qui un’atmosfera che ti porta dritto dritto dalle parti di Madre Teresa di Calcutta. In formato rione, però. Poi inizia il viadoro del misonofattadasola, a poco a poco. Formazione e ascesa. Le prime frequentazioni dell’oratorio, la figura del prete operaio che le fa sentire un profumo che non è quello democristiano che circola in casa, la scuola delle Vallette a insegnare musica a diciott’anni con la scommessa di tener calmi degli allievi di poco più giovani, la scoperta salvavita dell’autorevolezza, l’apparizione di Minchia Sabbry e il primo cabaret, “tante sere passate a farsi le ossa”. Poi il successo, condito inevitabilmente di valter e di jolande che ammiccano ad un pubblico tivù in vena di aree sfacciate e un tantinello pruriginose, la diversità tra la platea di Fazio e quella dell’impero della De Filippi (ossequiosa, con gli occhi rivolti in basso: “sono molto grata a tutti e due perché mi aiutano a completarmi”), zigzagando su e giù lungo le angolature di “Che tempo che fa” (che la foraggiano ogni puntata di ventimila euro) e il festival di Sanremo (qui saliamo a quota 350 mila) e “Tu sì que vales” (leggi 800 mila per l’intero ciclo). Strada lunga ma tutto sommato, studiate ben bene le pietre che la lastricheranno, parecchio facile.

Scelte le corti giuste, il resto va da sé. Dove trovi il sommo della felicità – che spudoratamente ma colpevolmente io avrei detto di trovare in un area più luccicante: quando al mattino, aggirandosi come una qualsiasi massaia, avendo smesso dieci minuti prima di swifferare per casa (qui vai al capitolo introiti pubblicitari), incontra la signora rumena (leggi lapoveradiavola) che le dice “lo sa che ieri sera mi ha fatto davvero ridere?” e allora “queste sono anche le mie soddisfazioni”. Anche. Dove alla base, perché nasconderlo?, ci stanno le cento “fulairade” o le balengate che la Litti spara ogni domenica a ruota libera. Chiaramente a volte con la riequilibratura delle serietà ad incontrare l’apprezzamento generale. Sono apprezzamenti che ti ricaricano per la domenica successiva, sugli schermi della Nove (magari con qualche preoccupazione di fresca immissione: “ma se trasmigrano tutti qua, avranno poi i soldi ancora per pagarci?”, e questi potrebbero davvero essere problemi; ma lei continuerà afarsidasola e un pezzo di pane lo troverà sempre), dove magari ti attacchi alla foto della Wanda Nara dai mille appigli, a pelo o sporgenti, a cavallo d’un caval, con tanto di querela ma va bene così che tanto anche quelle oggi fanno curriculum e successo. “La bambina che stava seduta sul gradino della latteria è diventata adulta” con l’esperienza di madre a completare le righe di Paolo Griseri. Le ho scorse dall’inizio alla fine, magari anche con una buona manciata di rispetto: ma alla fine ancora mi sfugge quella ”saggezza” che dovrebbe far rientrare la Nostra di diritto tra “i grandi personaggi”. L’abitudine o la pretesa da parte di molti, oggi, di affibbiare ad un immeritevole qualcuno certe etichette di eccessivo prestigio, è uno dei mali della nostra epoca. Con il vociante seguito che ne consegue. E con la scala di valori che si dovrebbe sempre tener presente.

Con il classico modus in rebus in questi anni del tutto azzerato. Qui sono i termini “grandezza” e “personaggio” che fanno a pugni, che prendono a ceffoni quei signori citati sopra. “Capacità di seguire la ragione nel comportamento e nei giudizi; equilibrata prudenza nel distinguere il bene e il male, nel valutare le situazioni e nel decidere, nel parlare e nell’agire”, suona una definizione di “saggezza”: allora alzi la mano chi ci ritrova – ben radicata – la Litti in queste parole. Gliela avete mai vista cucita addosso una “equilibrata prudenza”? una buona dose di valutazione nel parlare? Forse il terreno delle pur svaganti balengate è per lei parecchio più fertile.

Elio Rabbione

“Onda Pazza”. Tutti i numeri degli studenti coinvolti a Torino

Un successo il progetto nazionale  e i lavori prodotti

 

Ospiti testimoni antimafia come Luisa Impastato, Arianna Mazzotti, Beatrice Federico, Celeste Costantino e Alessandro Gallo

Martedì  21 maggio 2024, nella sala dell’ex Oratorio del Palazzo dei Musei di Modena, si è svolto l’evento di chiusura del progetto nazionale di legalità nelle scuole “Onda Pazza – il filo della memoria”, finanziato dal ministero dell’Istruzione e del Merito.

I testimoni

Dopo il benvenuto dei responsabili di due dei diversi soggetti che hanno realizzato il progetto, attraverso i responsabili Alessandro Gallo (associazione Caracò), Caterina Gambetta, project manager, e Stefano Tè, direttore artistico, del Teatro dei Venti, c’è stato l’intervento dei testimoni della legalità che hanno partecipato all’avvio dei diversi programmi nelle scuole. Luisa Impastato, nipote di Peppino, assassinato dalla mafia in Sicilia, Arianna Mazzotti, nipote di Cristina, vittima innocente della ‘ndrangheta, Beatrice Federico, moglie di Raffaele Pastore, che nel 1996 venne ucciso dalla camorra dopo la denuncia per racket di due anni prima, Celeste Costantino, che si occupa da sempre di politiche culturali, tematiche di genere, comunicazione e mafie, e Alessandro Gallo, figlio e nipote di due esponenti importanti della camorra napoletana degli anni ’80 che, grazie al teatro, capì ben presto da che parte stare, decidendo di tenersi lontano dalla malavita, anzi combattendola attivamente.

La presentazione

A seguire, sono stati proiettati gli estratti del video finale prodotto da Caracò nelle sette regioni coinvolte e presentati i prodotti realizzati dagli studenti: graphic novelpodcast e video. Infine, è stato dato spazio alle letture di brani del libro “La giusta parte”, edito da Caracò. Questo lavoro racconta, in un continuum armonico di verità, emozioni e rabbia civile, la lotta quotidiana di una serie di persone, che hanno scelto, tra le tante alternative possibili, quella più impegnativa: stare dalla giusta parte.

Cos’è il progetto “Onda Pazza”

“Onda Pazza – il filo della memoria” è un progetto che si è proposto di creare momenti di riflessione e divulgazione sul tema della legalità e della memoria coinvolgendo le scuole di 7 regioni italiane (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania, Sicilia e Sardegna). Il programma ha previsto incontri con testimoni dell’antimafia che hanno promosso, negli istituti scolastici che hanno aderito al progetto, laboratori creativi con l’obiettivo di realizzare materiali originali da diffondere a livello nazionale.

I partner

Le realtà coinvolte, oltre Teatro dei Venti e Caracò sono: FNAS – Federazione Nazionale delle Arti in Strada, Stalker Teatro, CRAB Teatro (Piemonte), Teatro Invito, Pandemonium Teatro (Lombardia), Emiliano Valente, Emanuele Di Giacomo, Valentina Virgili (Lazio), ProPositivo (Sardegna), TeatrInGestAzione, Baracca dei Buffoni (Campania), Genìa Labart (Sicilia).

I lavori degli studenti del Piemonte

In Piemonte sono state prodotte 2 graphic novel, con la classe 4I dell’I.I.S. “C. Vittorini” di Grugliasco e la classe 4BS dell’ I.I.S.S. “O. Romero” Rivoli, entrambi in provincia di Torino. Partendo dalle riflessioni che sono emerse dall’incontro con la testimone, Arianna Mazzotti, si è analizzata insieme ai ragazzi la storia e la nascita della mafia, al fine di fornire gli strumenti per meglio comprendere il fenomeno. Laboratorio artistico a cura dell’Associazione Crab sotto la guida dell’esperto formatore e attore Pierpaolo Congiu e del fumettista Luca Ferrara, in collaborazione con Francesca Bonetto, referente di FNAS, che ha fornito ai ragazzi una panoramica sulla storia delle mafie come fenomeno globale.

Sono stati realizzati, poi, 3 video, tre storie di vittime innocenti di mafia, con la voce fuori campo di alcuni studenti e studentesse. Tale narrazione è arricchita dal linguaggio artistico del paper work, l’uso di creazioni di carta che, disegnate e poi composte, danno vita a quanto trattato nel racconto. Il Laboratorio creativo è stato condotto da Stefano Bosco, Gigi Piana e Giulia Morlino di Stalker Teatro, con la classe 4A dell’I.I.S. “J.C. Beccari” di Torino. In totale sono stati 61 gli studenti coinvolti.

“Il progetto Onda Pazza ha sensibilizzato le giovani generazioni sui temi della memoria e del contrasto alle mafie, attraverso lo sguardo dei testimoni dell’antimafia. Con questo progetto abbiamo esercitato la memoria delle vittime innocenti di mafia attraverso i linguaggi creativi dei ragazzi e delle ragazze delle 35 classi delle 7 regioni che hanno partecipato al percorso”, ha dichiarato Alessandro Gallo, direttore scientifico del progetto e presidente dell’associazione Caracò.

Alzati! E fai sedere chi ne ha bisogno (e diritto)

La buona pratica di cedere il posto ai piu’ fragili e’ decisamente in via di estinzione.

Una volta lasciare il posto a sedere a chi ne aveva bisogno perche’ anziano o piu’ fragile era un automatismo, un insegnamento legato al buon senso o all’educazione civica impartita perlopiu’ dalle famiglie che si trasformava in un precetto interiore e quando si presentava l’occasione era un gesto che avveniva in maniera quasi istintiva. Attualmente questa regola e’ decisamente in via di estinzione considerato che sempre piu’ si assiste a situazioni in cui, negli autobus, nella metropolitana e persino nelle sale d’aspetto degli ospedali bisogna intervenire affinche’ il furbo di turno, preso dal suo cellulare o impegnato in una scena teatrale in cui fa finta di non vedere, si alzi.

Evidentemente il fatto che un anziano barcolli o che qualcun altro faccia fatica a stare in piedi magari perche’ ha anche le buste della spesa non e’ un movente sufficiente per guizzare dalla sedia e cedere il posto. Personalmente combatto questa battaglia tutte le settimane nella metro e mi e’ capitato di dover fare la mia parte anche in un reparto cardiologia di un ospedale dove un giovane accompagnatore di circa 30 anni, in ottima salute, non voleva scollarsi dalla sua sedia. Adoperarsi per aiutare chi ha bisogno, e talvolta il diritto al posto come visibile dalle apposite targhe apposte, non ha sempre un riscontro positivo e immediato, a volte, infatti, si e’ costretti a intraprendere una vera e propria battaglia fatta, se ci va bene, di sbuffi o occhiatacce, se invece incontriamo un professionista della maleducazione scatta la discussione. Puo’ succedere anche che i posti vengano presi dagli zaini, dalle giacche oppure occupati in maniera impropria da ragazzini chiassosi che hanno la necessita’ di mettere i piedi sul sedile di fronte al loro. Che disastro!

Non so cosa stia succedendo, anzi forse si puo’ intuire: c’e’ un vuoto educativo sempre piu’ grande accompagnato dalla, sempre piu’ utilizzata, legge del piu’ forte che trasforma la vilta’ in eroismo, l’incivilta’ in un modello di riferimento. Evidentemente le lezioni che venivano impartite dalla famiglia sulle buona educazione tempo fa ora non fanno piu’ parte del piano pedagogico, forse i genitori hanno meno tempo oppure nella scala delle priorita’ alcune dottrine hanno perso posizioni, di fatto c’e’ una mancanza preoccupante di garbo e di galateo. La scuola non puo’ prendersi tutta la responsabilita’, sebbene reinserire l’educazione civica come materia d’insegnamento sarebbe molto utile, la famiglia ha un ruolo determinante nella trasmissione di molti saperi, consuetudini e azioni, e’ detentrice di quelle regole che rappresentano il patrimonio della civilta’ e della buona convivenza.

Si dice che bisogna andare avanti, guardare al futuro e creare nuovi scenari, ma credo che ci sia bisogno di una occhiata verso un passato che ci voleva piu’ educati e rispettosi, probabilmente abbiamo frainteso il concetto di liberta’ con quello di prepotenza e prevaricazione e questa non e’ modernita’ e’ solo un insuccesso sociale.

“Festa di Primavera” Cascina Roccafranca 

24 e 25 maggio 2024
Cascina Roccafranca – via Rubino 45

La Cascina Roccafranca propone anche quest’anno la Festa di Primavera, due giorni di attività ed
eventi, venerdì 24 e sabato 25 maggio, dedicati a sport e musica e pensati soprattutto per giovani
e famiglie.
Il venerdì 24 sarà caratterizzato dal tema sportivo, con sport points e attività per bambini e ragazzi
organizzate da alcune associazioni del territorio. Il sabato 25 invece sarà dedicato alla musica, con
la terza edizione del Roccavision Contest, la gara musicale in cui si sfidano le orchestre giovanili del
quartiere. Inoltre è previsto un momento dedicato ai più piccoli con un laboratorio di propedeutica
musicale. La giornata di sabato si concluderà in bellezza con la Festa dei vicini, una serata per
conoscersi, stare insieme e mangiare in compagnia. Tutti gli amici di Cascina sono invitati a
partecipare portando il cibo che vogliono, anche da condividere, piatti, posate e bicchieri. La
Cascina Roccafranca mette a disposizione il cortile, i tavoli, le sedie e il divertimento.
Tutti gli appuntamenti sono gratuiti e ad ingresso libero, ma per il laboratorio musicale del sabato
è necessaria la prenotazione.

Venerdì 24 maggio
> dalle ore 16.30 Sport Points
Nel cortile della Cascina, assaggi sportivi per bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni: longboard, skate,
basket, arti marziali e tante altre attività in collaborazione con Sportidea Caleidos Asd, Longboard
Crew Italia, Tam Tam Basket.
In caso di pioggia le attività sportive saranno annullate.
> dalle ore 17 Familiarmente in gioco
Per i più piccoli, nell’area verde della Rocca Incantata, laboratori di lettura ad alta voce degli Albi
Illustrati, manipolazione con l’argilla e travasi con materiali naturali. A cura della cooperativa
Educazione Progetto.
Le attività dello spazio infanzia si terranno anche in caso di pioggia.

Sabato 25 maggio
> dalle ore 15.30 Roccavision Contest
I.C. Alvaro-Gobetti VS I.C. Ezio Bosso
Terza edizione della grande sfida tra le orchestre scolastiche degli istituti comprensivi a indirizzo
musicale del quartiere
> dalle ore 16.30 Musicando
Laboratorio di propedeutica musicale a cura dell’Associazione Musicare per bambini 3-6 anni. Su
prenotazione alla mail scuolapopolaremusica@gmail.com
> dalle ore 20 Festa dei Vicini
Le attività si terranno anche in caso di pioggia.
Caffetteria Andirivieni aperta
Per informazioni:
Cascina Roccafranca, via Rubino 45 – tel. 011/01136250 – www.cascinaroccafranca.it

Attenti alle “beige flags”

Quando si parla di relazione la violenza, le offese e alcune intimidazioni sono soltanto alcuni dei segnali d’allarme più frequenti dei quali occorre tenere conto, soprattutto all’inizio della love story. Grazie alle campagne, anche mediatiche, sempre più frequenti e le notizie di cronaca dovremmo essere in grado di accorgerci per tempo se siamo di fronte ad una relazione tossica (o che potrebbe diventare tale). Qualcuno ha la capacità, dopo pochi messaggi in chat, di percepire se la relazione abbia sia o possa diventare tossica. Questi segnali, chiamati “red flags” (o bandiere rosse) come nella tradizione balneare, non sono però gli unici ai quali prestare attenzione.

Infida quanto una red flag, la beige flag apparentemente non allarma quanto la rossa: infatti la red flag è legata ad un pericolo o un fastidio immediato: love bombing e gelosia, per esempio, sono indicatori di un rapporto tossico o che può diventare tale. La beige flag, invece, indica un qualcosa di nascosto, di non palesato, e riguarda in particolare i siti di incontri ed i profili social.

Ma di cosa si tratta? Questo nome fu coniato dalla TikTokerCaitlin MacPhail. Immaginate di iscrivervi ad un sito di incontri e, tra i molti profili, ne scegliamo alcuni di vostro interesse. Il primo passo dopo il match è quello di avviare una conversazione, ma ecco che si palesa un SOS a cui non sappiamo dare un nome, ma che ci pare tale, un qualcosa che ci fa alzare le antenne. Meno apparente delle red flags, la beige flag non va sottostimata perché consente, anch’essa, di prevenire i comportamenti deviati dell’interlocutore.

Quando ci si iscrive ad un sito di incontri si ha un obiettivopreciso: conoscere una persona per instaurare un’amicizia o una relazione.

Per molte, troppe, persone i siti di incontri sono l’unicaopportunità che hanno per conoscere persone, considerato che figli, lavoro, incombenze varie lasciano poco tempo alla socializzazione.

Molti iscritti, tuttavia, al momento di compilare il proprio profilo e, quindi, impostare i criteri di scelta del partner scrivono pochissimi dati, cominciando con il non pubblicare la foto (spesso sono sposati e non possono mostrarsi a chiunque). Inserire, nei vari campi, la TV come hobby e non indicare fisico, fumatore o no, bevitore o no, rivelano, da un lato, la paura di mostrarsi e di mettersi in gioco e, dall’altro, dovrebbero far suonare il campanello d’allarme perché si sta dicendo qualcosa di noi ad un perfetto sconosciuto. E’ evidente che, in tal modo, ogni possibilità di incontrare qualcuno di interessante è preclusa.

Partiamo da un assunto: un profilo rispecchia la personalità di chi vi sta dietro; se è vuoto, poco interessante, privo di informazioniche attirino un visitatore a chiedere ulteriori informazioni significa che, nella vita, il soggetto di quel profilo sarà altrettanto vuoto, poco interessante e banale.

Ho ripetuto più volte che moltissimi soggetti temono il confronto ritenendosi inadeguati, inadatti e nel profilo lo dimostrano pienamente, con l’unico risultato di allontanare a priori qualsiasi persona interessata ad un incontro.

Allo stesso modo un profilo dove si inizia con descrizioni filosofiche o dove il sesso è l’unico argomento proposto fanno presagire che non ci troveremo di fronte né ad un asceta né ad un candidato al premio Nobel per il romanticismo.

E che dire quando, dopo il primo contatto, l’interlocutore è così preso da mille impegni da rimandare per almeno tre volte l’incontro o, peggio, da dare buca all’appuntamento? Qualcuno avrebbe il coraggio di riprovarci? Se non avete la sindrome della crocerossina consiglio di cancellarlo virtualmente dalla faccia del pianeta.

Senza voler demonizzare i siti di incontri e le moderne modalità di contatto, perché non provare a conoscere nuove persone in biblioteca, ad una festa, ad un evento fieristico o, comunque, dal vivo? Mal che vada avremo respirato un po’ di aria, fatto due passi e mantenuto i contatti col mondo esterno; soprattutto, vedremo se Brad Pitt fosse davvero seduto al pc a rispondere al nostro annuncio.

Sergio Motta

Silvia Caroline: L’Imprenditrice Digitale Torinese che Trasforma la Visione in Realtà

Silvia Caroline, torinese di nascita e cuore, è una rinomata content creator e imprenditrice nel settore della moda e del lusso. Il suo blog “The Blue Light Eyes” e il suo seguito su Instagram le hanno permesso di raggiungere una posizione di rilievo a livello nazionale.

È anche autrice del libro “Dall’Alto Verso Il Cielo“, nel quale condivide la sua visione e il suo percorso come influencer digitale, questa talentuosa imprenditrice inoltre, ha attivamente collaborazioni con marchi, riviste ed eventi importanti come Vogue, Pandora, Chanel Beauty, Bulgari e molti altri rinomati brand.

Con una carriera che spazia dalla moda al lusso, Silvia non solo crea contenuti, ma modella l’evoluzione stessa del digital marketing attraverso un approccio unico e personale, dimostrando che la sua generazione è assolutamente sul “pezzo” nel mondo dell’impresa lavorativa e c’è tanta voglia di crescere professionalmente alfine di costruire con le proprie forze e competenze il proprio avvenire.

Di recente, ha partecipato come relatrice al corso di Digital Marketing & Big Data Management presso la Facoltà di Economia di Torino, offrendo preziosi insight sulla sua esperienza e condividendo la sua ispirazione con gli studenti.

Un Ritorno Stimolante nel Mondo della Facoltà di Economia di Torino come Mentore

Silvia racconta alla nostra redazione:

Tornare a parlare agli studenti dopo due anni è stato un vero piacere. Invitata dal professor Mosca, ho sottolineato quanto il confronto e lo scambio di idee siano importanti per la crescita personale e professionale degli studenti, permettendo loro di comprendere meglio il mondo lavorativo in cui si inseriranno una volta conclusi gli studi.

Parlando dell’evoluzione del settore digitale, Silvia osserva come questo ambito “corra veloce”, spesso anticipando le necessità umane. Iniziando la sua avventura digitale 14 anni fa con il suo blog, ha testimoniato cambiamenti radicali e continua a sottolineare il ruolo essenziale dell’umanità in un’era dominata dalla tecnologia.

La sua visione pone l’accento sulla necessità di rimanere umani pur in un contesto altamente tecnologico.

Il viaggio di Silvia su Instagram come piattaforma principale per le sue iniziative di digital marketing è un esempio di come personalità e coerenza possano giocare un ruolo decisivo nel creare una fanbase leale.

Ho sempre voluto puntare su una fanbase che si potesse fidelizzare al 100% attraverso contenuti che riflettessero i miei gusti personali,” afferma. Questo approccio personale è ulteriormente arricchito dal suo impegno verso l’empowerment femminile e le carriere delle donne, temi che considera ancora sottovalutati.

Cristina Taverniti

Lush Torino Garibaldi presenta: Lush X Bridgerton Tea Party Experience

Torino si prepara ad accogliere il Tea Party Lush X Bridgerton, un evento di raffinata eleganza e stile. Questa esperienza unica, ispirata alle opulente atmosfere dell’alta società inglese dell’epoca della Reggenza, promette di essere un appuntamento imperdibile per gli amanti della serie Netflix e della cura personale.

Il 18 maggio, dalle 20:30 alle 21:30, Lush Torino Garibaldiaprirà le sue porte per un’ora di puro piacere sensoriale.

Gli ospiti saranno accolti con una tazza di tè fumante, simbolo di ospitalità e raffinatezza, per poi immergersi nell’arte del product making, creando la propria maschera viso fresca, un gesto di bellezza che unisce tradizione e innovazione.

La collezione LUSH Bridgerton, attesissima novità dell’anno, sarà il fulcro dell’evento. I partecipanti avranno l’opportunità di esplorare e provare i prodotti più scintillanti e sofisticati, pensati per coccolare la pelle e l’anima. Ogni dettaglio è stato curato per garantire un’esperienza degna della nobiltà, con creazioni che promettono di stupire e incantare.

Il costo dell’esperienza è di €25 a persona, un prezzo che include non solo l’ingresso a questo esclusivo tea party ma anche una serie di omaggi pensati per prolungare il benessere anche a casa: una Rosy Cheeks Face Mask dal valore di €13,50, un prodotto in edizione limitata della collezione Lush Bridgerton del valore di €6,50, e un campioncino della celebre crema corpo Sleepy.

Per chi desidera un ricordo tangibile di questa giornata, sarà possibile ottenere un rimborso fino a un giorno prima dell’evento, una politica flessibile che rispecchia l’attenzione di Lush verso i propri clienti.

L’evento si terrà in Via Giuseppe Garibaldi, 13/N, nel cuore di Torino, una location che si addice perfettamente allo spirito dell’iniziativa: elegante, centrale e facilmente accessibile.

Per ulteriori informazioni o richieste, Lush Torino è disponibile via email all’indirizzo torino2@lush.it o telefonicamente al numero 011.4546106. Non perdete l’occasione di partecipare a un pomeriggio di bellezza e lusso, un’esperienza che promette di lasciare un segno indelebile nel cuore e nella memoria di ogni ospite.

CRISTINA TAVERNITI

 

Festa a Oulx per i primi due anni di “Casa Mistral”

Spazio aperto alla collettività e attento alle “diversità”, la “casa colorata” di piazza Mistral ha visto finora il passaggio di quasi cento giovani

Sabato 18 maggio

Oulx (Torino)

“Spazio di comunità” (inteso nel senso più ampio della definizione) gestito dalla “Fondazione Time2” – creata nel 2019 a Torino da Antonella e Manuela Lavazza, con l’obiettivo favorire i diritti dei giovani con e senza disabilità e permettere loro di costruire un proprio progetto di vita indipendente – in  partenariato  con gli enti del “Terzo Settore” locali, con il patrocinio del “Comune di Oulx”, la collaborazione del “Consorzio Intercomunale Socio-Assistenziale Valle di Susa e Val Sangone (Con.I.S.A.)” e gli istituti scolastici del territorio, “Casa Mistral” festeggia alla grande, il prossimo sabato 18 maggio, i suoi pienissimi primi due anni di vita. Nota come la “casa colorata” situata, dal 20 maggio 2022, al centro dell’omonima piazza (nel cuore del Borgo Vecchio di Oulx), “Casa Mistral” è da sempre uno “spazio aperto alla collettività” e “attento alle diversità”, con programmi rivolti a giovani e famiglie del territorio; uno spazio dove chiunque, giovane o anziano, può presentare proposte di attività e realizzarle sia individualmente che in rete con gli altri.

 

Luogo di aggregazione per eccellenza, dalla sua apertura, ha visto l’alternarsi di 96 giovani – nell’87% dei casi residenti in Alta Val Susa – che hanno preso parte ad attività ricreative e di sostegno extra scolastico.  Dal 2022 ad oggi, sono invece 81 gli adulti che hanno partecipato e partecipano alle attività di comunità che si svolgono al suo interno,

Per festeggiare questo importante traguardo, le porte di “Casa Mistral” saranno dunque ancora più aperte sabato 18 maggio (a partire dalle ore 15,30) per una festa di compleanno alla quale prenderanno parte i giovani “di casa”, gli educatori, le famiglie e tutti i curiosi che vorranno partecipare ai festeggiamenti.

“Siamo da sempre legate alla Val di Susa – dichiarano Antonella e Manuela Lavazzae quando abbiamo percepito la possibilità di sviluppare un progetto a Oulx abbiamo pensato che sarebbe stato naturale iniziare proprio da lì. ‘Casa Mistral’ è stata infatti la prima sede di ‘Fondazione Time2’ e attraverso il confronto con i giovani, con o senza disabilità, che partecipano alle attività e con la cittadinanza abbiamo imparato molte cose su quanto sia importante l’ascolto, la costruzione di progetti partecipativi e l’attenzione alle caratteristiche individuali. In fondo questa è la ‘mission’ di ‘Fondazione Time2’: promuovere una cultura e una cittadinanza che siano capaci di sostenere le caratteristiche di ogni persona”.

Breve storia. Un tempo storica sede del “Consorzio Forestale Alta Val di Susa”, l’edificio di piazza Mistral ad Oulx ha cambiato più volte destinazione d’uso fino all’assegnazione due anni fa, tramite un bando del Comune di Oulx, alla “Fondazione Time2”. Due anni di forte impegno in cui “Casa Mistral” è diventata un punto di riferimento per la “comunità locale” grazie all’ampia offerta dei suoi progetti: dal supporto alle donne mamme con inserimenti lavorativi, allo spazio di ascolto per genitori offerto dal “Centro per le Famiglie Diffuso”, fino aitanti progetti di impegno civico per “giovani con disabilità”, così come alle attività della “Cooperativa Sociale P. G. Frassati” e alla creazione della “Società Sportiva Dilettantistica Sport Time2”, aperta a persone “con e senza” disabilità.  In più, a “Casa Mistral”, ogni settimana, un gruppo di adolescenti Valsusini si ritrova per seguire programmi educativi e formativi, per fare i compiti e intraprendere i primi percorsi di volontariato. Insieme a un’equipe di counselored educatori, è anche possibile partecipare, ad attività di gruppo rivolte ai giovani fra i 14 e i 25 anni, per guidarli nel complicato passaggio dall’adolescenza all’età adulta e permettere loro di vivere con più serenità le sfide della crescita.

Dice Chiara Garberoglio, responsabile attività educative di “Casa Mistral”: “In questi due anni, ogni giorno trascorso qui è stato un passo avanti verso una comunità più unita, aperta ed empatica. Molto c’è ancora da fare, ma siamo certi di essere sulla giusta strada”.

Imperdibile dunque la “Festa di Compleanno”, sabato 18 maggio, a partire dalle 15,30, nel “Borgo Vecchio” di Oulx, dove, dopo gli interventi istituzionali, si terrà anche uno spettacolo a cura dei giovani del Progetto “C’entro”. Nell’occasione verranno altresì presentate le attività dello “Sportello Valeria”, il progetto nato per supportare, accompagnare e consigliare le donne della “Valle di Susa” e della “Val Sangone” ed il “LudoBus” della “Cooperativa C.S.D.A.”, piccola ludoteca itinerante in grado di raggiungere tutti i comuni della Valle.

Per info: “Casa Mistral”, piazza Mistral 7, Oulx (Torino); tel. 011/786545 o www.casamistral.it

g.m.

Nelle foto (credits Erika Orlandi): “Casa Mistral”, immagini di repertorio

Il 17 maggio anche a Torino la Giornata contro l’Omofobia e la discriminazione

Il 17 maggio ricorre la ventesima Giornata Internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la transfobia e la bifobia, indicata nella sigla IDAHOTB (International Day against homophobia, transphobia and biphobia), finalizzata a promuovere e coordinare eventi di sensibilizzazione e prevenzione per contrastare tali fenomeni di discriminazione in tutte le loro forme e in tutti i Paesi del mondo.

Anche quest’anno la Città di Torino aderisce alla Giornata Internazionale lanciando la  campagna “Dov’è la differenza?”, una campagna di comunicazione per portare all’attenzione della cittadinanza la necessità del riconoscimento dei diritti per le famiglie omogenitoriali.
La campagna è stata inoltre messa a disposizione di tutti gli Enti della Rete READY (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere), della quale la Città è Segreteria Nazionale, che ogni anno in occasione del 17 maggio realizzano una iniziativa congiunta.

“Dov’è la differenza?” è la domanda che vuole  evidenziare come, pur apparentemente uguali, le famiglie omogenitoriali attualmente non abbiano gli stessi diritti delle famiglie eterogenitoriali. I manifesti includono un QR code che reindirizza a un testo esplicativo sui diritti delle famiglie omogenitoriali in Italia.

La campagna prevede l’affissione di 760 manifesti e la stampa di locandine, che saranno distribuite presso le Biblioteche Civiche, i Centri del protagonismo giovanile, le Case del Quartiere e gli uffici della Città aperti al pubblico; il medesimo messaggio sarà inoltre veicolato sui canali social della Città e attraverso le locandine elettroniche sui mezzi GTT.

La prima Giornata internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia ha avuto luogo il 17 maggio 2004, a 14 anni esatti dalla storica data del 17 maggio 1990 in cui l’omosessualità venne rimossa dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dalla World Health Organisation, l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

TORINO CLICK

Ciao Salone

È tornato il silenzio. il brusio, il vocio  sono un ricordo, solo rumore tecnico, e operai al lavoro per lo smontaggio.
Il ritmo di macchine, trapani, martelli  prende il posto ad un sovrapporsi di voci, schiamazzi, musica.
È finito, si tirano le somme, numeri da capogiro, tutti concentrate nei soliti cinque giorni, ma anche  quest’ anno tutti felici.
Stanchi, ma contenti di aver fatto km infiniti, code estenuanti, mangiato banali panini con il costo da piatti stellati, ma soddisfatti per aver assistito al firma copie dell’autore preferito, incontrato personaggi della TV, fatto un selfie con l’attore dell’ ultimo film visto, assistito a conferenze improponibili, acquistato libri che raccoglieranno della nuova polvere sul nostro comodino… ma tutti felici in attesa della prossima edizione già annunciata: tutto di nuovo a Torino dal 19 al 26 maggio 2025 con paese ospite i Paesi Bassi e  la regione Campania.

Gabriella Daghero