La prima volta di “dm” a Torino
La più grande catena di drugstore europea apre il 2020 nella città sabauda
È stato inaugurato oggi a Torino, in Piazza Derna 215, il quarto punto vendita dm del Piemonte e il primo nel capoluogo, che inaugura così l’ampio piano di espansione della catena per l’anno 2020.
È sempre più forte la presenza della più grande catena di drugstore europea in Piemonte. Il nuovo store del capoluogo si aggiunge infatti ai punti vendita già aperti nelle vicine Moncalieri e Vinovo e a Vercelli. “Dopo le aperture di Vinovo e di Moncalieri a sud del capoluogo, siamo felici di tornare nel torinese con un punto vendita tanto atteso nel quartiere nord della città – afferma Benjamin Schneider, Direttore Marketing e Acquisti di dm – Siamo nelle vicinanze del quartiere Regio Parco, ex zona industriale riqualificata oggi quartiere urban e di tendenza. Finalmente anche qui porteremo la nostra proposta completa e specializzata per la bellezza e il benessere della persona. L’offerta si differenzia per l’imbattibile rapporto qualità-prezzo e per l’esclusiva gamma di prodotti a marchio dm in continua evoluzione per rispondere alle esigenze del consumatore di oggi, anche in ottica green”.
Soddisfatta di questa prima apertura del 2020 anche Carlotta Salerno, Presidente della Circoscrizione 6, che durante il taglio del nastro ha dichiarato: “Siamo sempre soddisfatti quando una solida realtà commerciale, specializzata, sceglie il nostro territorio per un nuovo insediamento e apprezziamo l’intenzione di rafforzare la presenza e l’investimento nella città di Torino. Riteniamo che i posti di lavoro correlati alla nuova apertura rappresentino un’altra ottima notizia e speriamo di poter dialogare con il management, nel futuro, per collaborazioni specifiche sul fronte formativo e occupazionale. Auguriamo dunque a dm e a tutto il personale un buon inizio e un buon lavoro, ma soprattutto una proficua collaborazione col territorio e le istituzioni”.
In Piemonte la Giornata per la Pace
Il Piemonte, seconda regione in Italia, ha la sua giornata per la pace. L’ha deciso la Prima commissione, riunita in sede legislativa, che ha approvato all’unanimità la nuova legge che istituisce in modo permanente il Comitato regionale per i diritti umani.
Il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia, primo firmatario della Pdl approvata, ha voluto fortemente la giornata per la pace e la stabilizzazione del Comitato. Lo ha ricordato illustrando il provvedimento, che si pone l’obiettivo di ampliare e consolidare l’impegno del Comitato nella promozione e nella tutela dei diritti umani e civili, anche in considerazione dell’attuale periodo storico nel quale è sempre più sentita la necessità di far conoscere, rendere effettivi e garantire con maggior forza i diritti civili riconosciuti dalla Costituzione a tutte le persone fisiche. Questi principi sono richiamati nel preambolo dello Statuto della nostra Regione, che vede quale fonte d’ispirazione la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. La data della giornata regionale per la pace verrà stabilita dall’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale.
L’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, invita i politici a “moderare i toni” dopo le polemiche scaturite dalle parole dell’assessore regionale Chiara Caucino, promotrice della nuova legge ‘Allontanamenti zero’ sul tema degli affidi.
“L’unica priorità è il bene dei bambini, che si tutela con percorsi legislativi adeguati e una cultura dell’infanzia che si deve astenere dall’usare i bambini come braccio armato per imporre un’altra puntata del solito show mediatico”.
La generosità del benefattore torinese Cristiano Bilucaglia ha prodotto pasta e parmigiano artigianali per 1.600 poveri della città
I quattro grandi carnevali del Piemonte Orientale – Santhià, Borgosesia, Chivasso e Ivrea – hanno chiamato a raccolta le maschere tradizionali delle varie località piemontesi in una serata organizzata martedì 18 febbraio al “PalaCarvè La Stampa” di Santhià
Dopo l’esibizione della Banda musicale cittadina e delle Majorettes, della Banda musicale “I Giovani”, del Corpo dei pifferi e tamburi, che hanno accompagnato l’ingresso dei vertici del Carnevale storico di Santhià, un componente dell’Ufficio di presidenza ha portato il saluto del Consiglio regionale. Un segnale di attenzione per la storia, la cultura e le variegate tradizioni locali che hanno importanti riflessi economici sul territorio piemontese. Il saluto è stato introdotto da un breve ed emozionale video sui 50 anni della Regione Piemonte.
La serata è stata animata, oltre che dai santhianesi Stevulin d’la Plisera e Majutin dal Pampardù, anche dalle maschere dei carnevali storici di Borgosesia, Chivasso e Ivrea. Vi è stato pure il passaggio di consegne tra la coppia uscente e quella entrante di interpreti delle maschere santhianesi.
Uno spazio è stato dedicato al saluto in diretta telefonica del presidente della Regione e ad un momento di riflessione per esprimere solidarietà a Marcello Segre, vittima di atti d’intolleranza.
La serata si è conclusa in un tripudio di colori e musica, con decine di maschere che hanno sfilato nei loro costumi originali e con il brindisi che ha accompagnato il taglio della torta dedicata ai 50 anni della Regione Piemonte (offerta da Pasqua Bistrò).
Quando c’era L’Unità
L’Unita’, il giornale dei lavoratori. Si urlava così per venderlo. L’Unità, organo del Partito comunista italiano fondato da Antonio Gramsci. Inscindibile il rapporto tra il quotidiano ed il partito. Di più. Come ameba e paramecio. Vivono solo se stanno insieme
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Precisamente erano i dirigenti che, elaborata la linea (già, si diceva cosi) scrivendo sul giornale comunicavano con tutti. Il Partito era il Re e la Regina l’ Unità. Regina in tutti i sensi. Redazioni in tutti i capoluoghi di regione ed al centro nord almeno dei corrispondenti in tutte le province. Per dirigenti ed attivisti non leggerlo quotidianamente era peccato mortale. 300 mila
copie giornaliere con punte massime il venerdì e la domenica. Venerdì lo speciale scuola. Per dare un ordine di grandezza nel mio liceo oltre 800 studenti con oltre 100 insegnanti e una cinquantina di corpo non docente: 300 copie vendute. Il massimo si raggiungeva la domenica con un milione di copie vendute dai militanti. Vendita casa per casa. Nel 1975 , alla Falchera le case erano occupate. Una signora precisava: sono già passati i vostri colleghi. Scusi? Impossibile, noi siamo i primi stamattina. Pronta la risposta; ecco qua, Lotta Comunista. Ma no, signora, si sbaglia lei! Noi siamo gli originali. Dopo in mio lungo sproloquio mi sono allontanato convintissimo di aver fatto il mio dovere di rivoluzionario…beata gioventù. Mitica la terza pagina di cultura. Persino il lunedì reggeva le vendite con lo Sport. Un giornale a tutto tondo ed un simbolo. Francesco Guccini… ed alcuni audaci in tasca l Unità…
E che dire dei funzionari. La loro importanza si capiva da quanti giornali leggevano. Tutti fascicolati con la copia dell Unità. Il top arrivava fino a otto Il minimo tre: a Torino Unità, Stampa e Gazzetta del Popolo. Ma una regina ha bisogno della Corte. Il
Calendario del Popolo fondato a Marzo 1945 da Teti Editori e patrocinato da Celeste Negarville, operaio e responsabile stampa e propaganda del PCI. Vie Nuove fondato da Luigi longo, che tra i suoi collaboratori annovera Pier Paolo Pasolini. Riviste mensili o settimanali dove un pezzo di cultura italiana è passata. RINASCITA, creatura di Palmiro Togliatti fondatore e fino alla sua morte direttore. Palestra delle idee della sinistra italiana. Non finisce qui. Critica Marxista e Studi Storici: il titolo dice tutto sugli argomenti trattati. Nel 1974 a Torino l’ Istituto Antonio Gramsci. Il massimo per questa storia. Non solo politica, non solo propaganda ma tanta cultura, filosofia sociologia e scienze. Un immenso tentativo di sintesi della summa dell’Uomo. Quasi un Rinascimento del Novecento europeo. Qualcosa che è andato oltre le stesse intenzioni dei protagonisti. Una storia che ora sembra lontana un millennio. Storia non priva di errori e di limiti, certo. Come la polemica tra Togliatti e Vittorini che non voleva essere il pifferaio della Rivoluzione. Storia di sapere e di studio non riscontrabile ai giorni nostri. Una storia oggi non riproponibile ma essenziale nel bagaglio del conoscere. Oggi solo troppa ignoranza ed approssimazione.
Patrizio Tosetto
Le parole dell’assessore regionale leghista alle Politiche per la Famiglia, Chiara Caucino in tema di affidi hanno suscitato polemiche da parte delle minoranze in Consiglio regionale
“C’è chi parla e non è nemmeno madre, forse prima di parlare dovrebbe passare per quel sacro vincolo. Accetto qualunque critica, ma non da donne che non hanno figli”, ha detto l’assessore intervenendo a un convegno del Comitato Cittadini per i Diritti Umani, dedicato alla nuova legge regionale ”Allontanamenti zero” proposta dalla maggioranza di centrodestra. Il presidente della Regione, Alberto Cirio, sostiene che le parole dell’assessore sono state fraintese. Caucino ha espresso “il proprio rammarico verso il prevalere di strumentalizzazioni politiche su temi per i quali dovrebbe invece vincere il confronto costruttivo”.
L’attacco della minoranza
“Nel gruppo del Pd – commenta il capogruppo in Regione, Domenico Ravetti – c’è una sola donna, non ha figli e si sta battendo per tutelare bambini vittime di situazioni tremende. Ci dica Caucino se è lei che vilmente sta tirando in ballo”. Il capogruppo di Luv, Marco Grimaldi, chiede al governatore Cirio di ottenere “pubbliche scuse”, mentre la capogruppo di M5s, Francesca Frediani, condanna le “parole indegne” dell’assessore che “offendono migliaia di donne”
Scelte di fine vita, cure e diritti
L’incontro, organizzato nell’ambito del progetto MaRiposa della Città di Collegno, sarà un’occasione per confrontarsi con degli esperti sul fine vita, per promuovere tra i cittadini la conoscenza dei propri diritti e per fare chiarezza su questioni come le Disposizioni Anticipate di Trattamento (note anche come testamento biologico), le cure palliative, l’accompagnamento al fine vita, la cremazione e la donazione degli organi.
Interverrano Ana Cristina Vargas (Antropologa, direttore scientifico Fondazione Fabretti), Caterina Di Chio (Psicoterapeuta e psicodrammatista), Elisabetta Pulice (Università di Trento, Laboratorio dei Diritti Fondamentali, Torino) e Silvia Cornetto (Responsabile Stato Civile, Comune di Collegno).
L’incontro è organizzato dalla Fondazione Fabretti con SOCREM Torino, in collaborazione con la Città di Collegno e con il sostegno di UNITRE.
Ingresso libero e gratuito
Martedì 25 febbraio 2020
Ore 17 – 19
Città di Collegno
Centro Civico “Bortolo Centeleghe”
Sala G
Via Gobetti 2
Scelte di fine vita
Aula Magna del Liceo Classico Massimo d’Azeglio – Via Parini 8, Torino
Mercoledì 19 Febbraio 2020 ore 15.30
Cosa sono le fake news e quando sono nate? Sono un fenomeno moderno o venivano usate anche in passato? A questi e molti altri quesiti si risponderà durante l’incontro “Fake News tra passato e futuro” organizzato dall’Unitre Torino per i suoi soci e previsto per mercoledì 19 Febbraio alle ore 15.30 presso l’Aula Magna del Liceo Classico Massimo d’Azeglio (Via Parini 8, Torino).
Durante il pomeriggio si parlerà di quelle notizie con informazioni ingannevoli o distorte che creano disinformazione ma la cui diffusione è invece molto rapida attraverso internet e social media. Non tutti forse sanno, però, che le fake news non sono un fenomeno esclusivamente moderno perché anche in passato si usava ricorrere a queste notizie sensazionali. Ne parleranno, citando diversi esempi di fake news, Giuseppe Ardito Docente Unitre di “Antropologia e Biologia Umana”; Ivo Maistrelli, Docente Unitre del corso “Ci credo non ci credo”; Floriana Giuganino, Responsabile Gruppo locale del Cicap Cuneo. L’incontro, ad ingresso libero fino ad esaurimento posti, è coordinato da Piero Galeotti, Docente Unitre di “L’Uomo ed il Cosmo”.