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Cronache della peste. La retorica

Quello che davvero non sopporto più è tutta questa enfasi retorica sull’Italia. Rialzati Italia! Ce la faremo! Uniti si vince! E giù con Fratelli d’Italia cantata da dietro alle finestre sbarrate, i proclami d’amor patrio, i tricolori esposti accanto a (chissà perché?) drappi arcobaleno…

Manco avessimo vinto il Mondiale di Calcio… E Flash Mob e altre manifestazioni di giubilo che suonano, tutte, false come moneta di legno….

İntendiamoci. Io non sono un nostalgico dei Borboni o degli Asburgo – che, pure, non erano poi così male – ne’ della gloriosa Repubblica di San Marco. Insegno, da sempre, ai miei studenti che l’unità d’Italia fu chiaroscurale certo, ma necessaria. E nel mio personale Pantheon degli eroi ci stanno Garibaldi e Mazzini, Crispi e Cavour… Accanto all’Alfiere di Alianello e pure al von Trotta di Roth… E ci sta Monaldo Leopardi con De Maistre… E magari anche il Principe di Canosa a fianco di Ippolito Nievo. Che ci volete fare? Ognuno ha il suo modo di vedere le cose. E per me la bellezza dell’Italia sta proprio nelle sue contraddizioni storiche. La sua gloria nei vinti, forse anche più che nei vincitori…

Ma questa retorica patriottarda no. Non la sopporto proprio…

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Cronache della peste. La retorica

Gli animali domestici non diffondono il coronavirus!

Di fronte al diffondersi di notizie concernenti il ruolo degli animali di famiglia nella diffusione del Sars-CoV-2, il Tavolo Animali & Ambiente, costituito dalle associazioni animaliste e ambientaliste ENPA, LAC, LAV, LEGAMBIENTE L’Aquilone, LIDA, OIPA, PRO Natura e SOS Gaia, ha chiesto delucidazioni in merito al Dr. Enrico Moriconi, medico veterinario e Garante dei Diritti degli animali della Regione Piemonte

Ecco la sua risposta:
“Si invitano tutte le persone che hanno accesso alla pubblica informazione a non dare adito ad interpretazioni punitive nei confronti degli animali e a valutare con la dovuta attenzione le affermazioni del Dr. Umberto Agrimi dell’Istituto Superiore della Sanità, la massima autorità nel campo in Italia, che invita alla protezione degli animali di casa sottolineando che ‘Non esiste alcuna evidenza che gli animali domestici giochino un ruolo nella diffusione di Coronavirus che riconosce, invece, nel contagio tra gli umani la via principale di trasmissione’. Aggiungendo di proteggere i nostri animali, raccomandando di adottare comportamenti utili a ridurre quanto più possibile la loro esposizione al contagio, evitando, ad esempio, i contatti ravvicinati con il paziente, così come si richiede agli altri membri del nucleo familiare’.

Il Garante aggiunge inoltre che “gli animali domestici contribuiscono alla nostra gioia e al nostro benessere, soprattutto in periodi di stress come quelli che stiamo vivendo. In assenza di sintomi riferibili a COVID-19 e se non si è in isolamento domiciliare, passare del tempo e accompagnare il proprio cane o il proprio gatto nell’uscita quotidiana (nel rispetto della normativa) contribuisce a mantenere in salute noi stessi e loro”. L’auspicio è che si mettano in atto comunicazioni che non lancino messaggi interpretabili erroneamente e che siano causa di abbandoni di animali di qualsiasi specie.Il Tavolo Animali & Ambiente appoggia le posizioni del Garante e chiede la massima diffusione di questo comunicato al fine di evitare una disinformazione che può nuocere ai nostri compagni animali.

Fonte Istituto Superiore di Sanità: ISS http://www.iss.it/web/guest/primo-piano/-/asset_publisher/o4oGR9qmvUz9/content/id/5325554

Per il Tavolo Animali & Ambiente
Rosalba Nattero
Presidente SOS Gaia

I testimoni di Geova celebrano la morte di Gesù

Il  7 aprile, dopo il tramonto, i Testimoni di Geova celebrano la Commemorazione della morte di Gesù, il più importante evento dell’anno per la loro confessione

A causa del coronavirus e nel rispetto delle disposizioni governative,la celebrazione si tiene in via eccezionale nelle abitazioni, in streaming. Si tratta di mezzo milione di persone solo  in Italia e 21 milioni nel mondo che potranno partecipare virtualmente con le proprie comunità o collegandosi al sito ufficiale, jw.org.
La notte prima di morire Gesù ordinò ai suoi seguaci di commemorare la sua morte: “Fate questo in memoria di me” (Luca 22:19, CEI). Per rispondere a questo comando, seguendo l’usanza dei primi cristiani, i Testimoni di Geova si radunano dunque  una volta all’anno nella data corrispondente al giorno in cui Gesù morì: il 14nisan del calendario ebraico in uso nel I secolo, e  quest’anno corrisponde al 7 aprile, dopo il tramonto. Il collegamento  è gratuito e accessibile a tutti, anche a chi non appartiene ai Testimoni di Geova. Ecco i llink : https://www.jw.org/it/biblioteca-digitale/video/#it/mediaitems/L atestVideos/pub-mo-tk20r_1_VIDEO

Da Poli e Università un progetto per accelerare la ripartenza dopo Covid 19

Coordinati dal Politecnico e dagli altri Atenei Piemontesi, cinque gruppi di lavoro elaboreranno proposte su strumenti e procedure per una ripresa in sicurezza delle attività lavorative. Il primo rapporto tra pochi giorni

 

 Il tema della ripartenza delle attività produttive nella attuale emergenza COVID19 è sempre più all’ordine del giorno dell’agenda politica e dei media: un aspetto che presenta elementi di grande complessità proprio per l’eccezionalità della situazione che si troveranno a fronteggiare sia gli imprenditori che gli stessi lavoratori. La riapertura dovrà basarsi infatti su misure condivise tra lavoratori e imprese, che tutelino da una parte la piena sicurezza dei lavoratori nei termini di rischio di contrarre il virus nel loro posto di lavoro e nei necessari spostamenti dalle loro case a fabbriche e uffici, e dall’altra garantiscano agli imprenditori la fattibilità e sostenibilità economica di tali misure.

Il Politecnico di Torino ha dato il via, insieme ad esperti tecnico-scientifici delle università piemontesi e di altre università e centri di ricerca, anche indicati dalle parti sociali e dal sistema delle imprese, ad un progetto che possa fornire un quadro di riferimento scientifico e tecnologico volto a minimizzare le probabilità di contagio tra persone che non presentano sintomi, così da consentire un rientro controllato ma pronto sui luoghi di lavoro e di aggregazione sociale, non appena i dati epidemiologici lo consentiranno.

“Siamo convinti che la massima protezione delle persone nel loro luogo di lavoro sia tanto imprescindibile quanto una rapida riapertura delle attività economiche del Paese”, spiega il Rettore Guido Saracco: “La riapertura sarà un elemento chiave per la competitività delle aziende italiane, se non per la loro stessa sopravvivenza, specialmente nel caso delle piccole e medie imprese”. Proprio in quest’ultima prospettiva, le linee guida e prassi definite dovranno abbinare alla garanzia del conseguimento di un efficace controllo dei rischi di contagio, la praticabilità tecnica ed economica in tempi rapidi a qualsiasi stadio delle filiere produttive, dalle piccole alle grandi imprese.

L’obiettivo del progetto è, nel concreto, di delineare le indicazioni contenute nel Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro – sottoscritto dal Primo Ministro e dai Ministri competenti in materia in data 14 marzo 2020 – in prassi e metodologie applicative che possano favorire una rapida implementazione nei contesti di riferimento. Si parla quindi di luoghi di lavoro non aperti al pubblico (aziende manifatturiere, magazzini), teatri e altri luoghi di aggregazione sociale con biglietto nominativo ed esercizi commerciali, aeroporti, cinematografi e altri luoghi ad accesso libero o comunque non completamente tracciato.

La necessità di impostare rigorosamente tali procedure è data alla prospettiva temporale nella quale sarà necessario applicarle, che dipenderà dalla durata dell’emergenza sanitaria e che oggi alcuni esperti prevedono non sarà inferiore a un anno (cioè il tempo minimo necessario per la disponibilità di un eventuale vaccino).

Sono quindi al lavoro cinque gruppi operativi, composti da docenti e personale del Politecnico e degli altri Atenei piemontesi, insieme a decine di soggetti qualificati pubblici e privati che hanno voluto aderire all’iniziativa, con il compito di predisporre analisi e proporre strumenti e procedure in altrettanti campi di interesse: valutazione e mitigazione del rischio di contagio nei mezzi di trasporto e nei luoghi lavorativi; definizione di politiche di welfare e di gestione della privacy dei lavoratori, che per le caratteristiche del virus COVID19 dovranno con ogni probabilità essere trattati diversamente in base alla loro età e stato di salute; definizione di adeguati protocolli e strumenti di informazione e formazione dei lavoratori, ad ogni livello (operai, quadri, manager, ecc.); definizione di adeguate misure di supporto economico e logistico alle imprese per il loro adeguamento alle prescrizioni per il contenimento del rischio di contagio; convalida della resilienza delle misure, prescrizioni e protocolli definiti dai tavoli di lavoro sopra citati, nella loro applicazione rispetto ad alcune aziende esemplari di diversi settori produttivi, merceologici, commerciali selezionate anche in modo da coprire dimensioni di organico variabili da piccole a grandi imprese.

L’obiettivo è di fornire in tempi molto brevi, entro 10 giorni dal 3 aprile scorso, un rapporto che possa supportare i decisori politici e l’Istituto Superiore di Sanità, insieme all’analisi del quadro epidemiologico aggiornato, nella definizione di strumenti tecnologici e scientifici per accelerare la ripartenza del nostro sistema economico produttivo nel suo complesso: “In questo momento di grande difficoltà, ci siamo messi, con le altre università del territorio ,a disposizione del sistema produttivo del nostro Paese, che il nostro Ateneo ha contribuito storicamente a far crescere e a innovare, perché siamo convinti che la ripartenza debba essere progettata al più presto e nella piena sicurezza deli lavoratori, mettendo a sistema tutte le conoscenze disponibili”, conclude il Rettore Guido Saracco.

Lotta senza sosta per combattere il virus nei dormitori torinesi

Ieri in consiglio comunale è intervenuta su  richiesta delle consigliere Eleonora Artesio (Torino in Comune) e Federica Scanderebech (Rinascita Torino)   la vicesindaca e assessora al Welfare Sonia Schellino per fornire comunicazioni in merito alla situazione dei dormitori torinesi durante l’emergenza sanitaria Covid-19

L’assessora ha spiegato che negli ultimi giorni sono incrementati i casi di ospiti con sintomatologia da Covid-19 e si è quindi proceduto a valutare l’estensione dei servizi di accoglienza in nuovi spazi.

Lo scorso 3 aprile è stata allertata l’Unità di crisi regionale, che il giorno successivo ha poi effettuato un sopralluogo negli spazi di via Reiss Romoliconcordando l’installazione di un presidio esterno gestito dalla cooperativa, con l’assistenza della Croce Rossa e della Polizia Municipale. Tutto ciò in attesa di ulteriori direttive dell’Unità di crisi regionale, che poi ha stabilito l’acquisizione di 120 posti al Maria Adelaide e al Padiglione 5 di Torino Esposizioni.

I dormitori sono servizi pubblici essenziali – ha ricordato Schellino – e sin dall’inizio dell’emergenza sono rimasti aperti. Solo con la Circolare sui Servizi Sociali del 27 marzo 2020 (paragrafo 4) vengono però citati i servizi per persone senza fissa dimora, stabilendo che non devono essere interrotti, mentre l’assessora regionale Caucino – ha aggiunto – sta elaborando delle linee guida per il Piemonte.

Sono attive 19 strutture con 580 posti, oltre 100 posti disponibili in piazza d’Armi e ad alloggi d’autonomia (32 posti). Sono nove i dormitori gestiti dal terzo settore con il contributo della Città, dieci le strutture della Città date in appalto o concessione.

Utilizzando i contributi del Piano di inclusione sociale, abbiamo rafforzato servizi e interventi, d’intesa con rete gestori e volontariato, abbiamo acquistato dpi adeguati e altri ne abbiamo chiesti alla Protezione Civile e non è mai stato mandato via alcun ospite – ha affermato la vicesindaca.

È stata chiuso il dormitorio gestito da Bartolomeo & C, i cui ospiti sono stati riassorbiti da altre strutture, mentre è stata prorogata per tutto il mese di aprile l’apertura del sito in piazza d’Armi e sono stati attivati ulteriori spazi in via Ghedini 6 e piazza Massaua 18 (per 33 posti aggiuntivi), così da permettere un maggiore distanziamento negli altri dormitori.

È stato inoltre chiesto ai gestori di prevedere una chiusura di sole 4 ore al giorno degli spazi, necessarie per la sanificazione quotidiana degli spazi.

Sono state attivata procedure di accesso di pre-triage per tutti gli ospiti e procedure da attuare in caso di positività.

Il dibattito in Consiglio comunale

Eleonora Artesio (Torino in Comune): Sono insoddisfatta per le modalità di intervento adottate. Si tratta di competenze socio-assistenziali della Città e non mi pare si sia proceduto con la tempestività necessaria. Già il 13 marzo in Conferenza dei Capigruppo avevo sottolineato criticità relative al distanziamento nei dormitori. Sono delusa dalla mancata tempestività della Città.

Francesco Tresso (Lista Civica per Torino): Le misure sono state prese con ritardo evidente e i numeri forniti dall’assessora non sono gli stessi forniti dai media. Ci si è mossi solo dopo disposizioni regionali. Bisognava partire prima per individuare nuove strutture ricettive! Si è preferito aspettare indicazioni di altri organi… Si è agito in ritardo, senza ascoltare i segnali, dati per tempo.

Federica Scanderebech (Rinascita Torino): Quanti casi di positività ci sono e quanti tamponi sono stati fatti a ospiti e personale? Quante persone sono ora in quarantena?

Elide Tisi (PD): Era evidente da subito come le strutture per persone senza fissa dimora fossero a forte rischio, ospitando persone fragili dal punto di vista sanitario. Il distanziamento è difficile nei dormitori. Occorreva pensare da subito a strutture aperte h24. Come le Rsa, anche i dormitori devono essere soggetti a monitoraggio sanitario tempestivo, per la sicurezza dei frequentatori e degli operatori che di loro si occupano.

Deborah Montalbano (DemA): Già da metà marzo, con la collega Artesio, avevo chiesto che si aprissero alcune nuove strutture per accogliere i senza fissa dimora, a tutela loro e degli operatori. Si poteva verificare la disponibilità di caserme o di strutture in dismissione, istituendo presidi sanitari permanenti. Non è stato fatto: sostenere che si aspettano linee guida da Ministero e Regione non esime dalle proprie responsabilità. Se chi non ha casa è abbandonato a se stesso, è una sconfitta per tutti.

Marina Pollicino (Con.Ci.): È vero che quattro persone senza fissa dimora portate in una struttura ospedaliera, sono poi ritornate in dormitorio in autobus? Si mette a rischio tutta la cittadinanza.

Al termine del dibattito, ha ripreso la parola la vicesindaca Schellino, che ha ringraziato la consigliera Pollicino per la domanda, confermando il caso avvenuto: “Si tratta di una popolazione di persone fragilicon difficoltà, da proteggere, che hanno bisogno di accompagnamento”. Per non farli uscire dagli spazi ci va un’ordinanza sanitaria di obbligo di dimora che stabilisce che una persona è infetta e deve dimorare in uno spazio chiuso, che non può essere un dormitorio – ha spiegato l’assessora. Per questo Prefettura e Unità di crisi regionale hanno aperto ulteriori strutture con spazi il più possibile isolati, così come chiesto dalla Città – ha aggiunto.

La competenza su sanità – ha poi precisato – e sulla tutela delle persone infette spetta alla sanità piemontese.

La stecca

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PAROLE ROSSE di Roberto Placido /  Naturalmente non è quella da biliardo, e nemmeno quella che lasciava chi aveva finito il servizio militare, altri tempi, ma quella che prende un’artista durante un’esecuzione. Dispiace che a prenderla, attraverso le sigle sindacali, siano i dipendenti e, sembra, principalmente i maestri, della più grande fabbrica di cultura della città di Torino e della regione Piemonte.

E sì, con i suoi quasi quattrocento dipendenti, oltre trecento a tempo indeterminato, più di cinquanta a tempo determinato e diversi collaboratori, sono numeri da grande azienda. Azienda speciale, culturale, una vera e propria fabbrica di cultura non solo artistica e musicale ma anche di scenografie e di sartoria. Meritorio, come tante altre realtà italiane, il lavoro delle sarte del Regio nel produrre mascherine, il bene di prima necessità di questo sciagurato momento che stiamo vivendo. Dopo la lunga parentesi alla sovrintendenza del Teatro Regio di Torino di Valter Vergnano e la breve, negativa e chiacchierata, di William Graziosi, è arrivato l’ex direttore artistico del teatro An der Wien di Vienna, Sebastian Schwarz. Sicuramente nel bando di selezione non c’era la situazione dei conti del nostro teatro lirico, ne’ di quelli passati e nemmeno di quelli recenti. A complicare la situazione, come si usa dire “piove sul bagnato” il blocco del cartellone e delle attività determinato dal Corona Virus. Così Schwarz, nell’assenza del Presidente del Consiglio d’indirizzo della Fondazione Teatro Regio di Torino, per statuto è il Sindaco della città, -che ancora una volta si segnala nel defilarsi da qualsiasi situazione difficile o impegnativa-, ha incominciato a cercare le risorse per evitare il tracollo, in attesa che si arrivi a sapere, intendo ufficialmente, l’ammontare esatto dei conti del Teatro, quei due milioni e mezzo di euro necessari.

Gli interlocutori naturali ed obbligati le fondazioni bancarie, la vera cassaforte, i veri padroni, e qualcuno ne è anche convinto comportandosi in tal senso, non solo dell’esangue se non moribonda cultura torinese ma anche di molto altro. Difficile districarsi nel contratto delle fondazioni liriche, che a detta dei bene informati è tra i migliori, in senso di garanzie per i lavoratori, del mondo dello spettacolo, e legittimo proporre in alternativa ferie non godute un po’ meno comprensibile proporre la realizzazione di una rassegna estiva in queste condizioni. Mi hanno spiegato anche la differenza tra stipendio base e i vari aspetti accessori del salario legato a spettacoli e rappresentazioni e ad altri aspetti ma onestamente, me ne dispiace, faccio fatica a capirli ed a condividerli. Vuol dire non capire lo stato di salute dell’ente lirico, il discorso sulle responsabilità lungo ed annoso, il momento che stiamo attraversando. In un paese che prova a garantire altri lavoratori, le partite iva, con seicento euro al mese, quelli in “nero”, che non hanno garanzie, con cifre simili, i senza reddito con buoni acquisto e di cittadini ed associazioni che si inventano i “panieri sospesi” per i disperati e si potrebbe continuare. La sinistra, i lavoratori, hanno sempre avuto tra i propri valori la solidarietà, l’attenzione verso gli ultimi ed io, a meno che non mi convincano con argomenti forti, nel rifiuto da parte dei lavoratori del Regio della richiesta di cassa integrazione, in questo momento attesa, sperata da milioni di altri lavoratori precari e non garantiti, non ritrovo più quei valori.

Cambiare per non morire

Sembra che continuiamo a vivere nel nostro egoismo, nel nostro individualismo, nella nostra psicosi.

Critichiamo se la gente esce di casa, ma non pensiamo di dare una mano al nostro prossimo…

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Cambiare per non morire

 

Un aiuto ai senzatetto, la sindaca: “Nuovi spazi per l’accoglienza”

“È in momenti di emergenza come questo che le persone più fragili non devono essere lasciate indietro”. Lo afferma su facebook la sindaca Chiara Appendino

“Se ciò che per la maggior parte di noi era normale diventa difficile, per chi è più debole, ciò che era già difficile diventa impossibile”, aggiunge la prima cittadina di Torino.

“Il pensiero va alle persone senza fissa dimora: è necessaria la ricerca di nuovi spazi straordinari per i servizi di accoglienza a loro riservati. Per questo motivo domenica, come Città di Torino, abbiamo partecipato a una riunione con l’Unità di Crisi e la Prefettura per fare il punto sulla problematica dei dormitori e coordinare un percorso di intervento condiviso.

Nell’immediato sono state individuate due strutture, dove sono già iniziati i necessari sopralluoghi tecnici, per l’allestimento di due ulteriori punti di accoglienza rispettivamente, nel V° Padiglione di Torino Esposizioni e, per i casi con maggiori criticità, nell’ex Ospedale Maria Adelaide”.

Conclude la sindaca: “Per l’ulteriore messa a punto del progetto saranno coinvolte nei prossimi giorni anche le associazioni Confcooperative e Legacoop che hanno già offerto la loro collaborazione. Parallelamente la Regione Piemonte sta predisponendo delle linee guida su come proseguire e garantire, in questa fase di emergenza, il regolare servizio di accoglienza delle persone senza dimora. Andremo avanti con ogni sforzo condiviso possibile affinché la nostra comunità rimanga unita e nessuno rimanga escluso”.

Poesie e racconti dei soci Unitre ai tempi del coronavirus

Tenere in esercizio mente e fisico, stando a casa. Questo è l’obiettivo che si è data l’Unitre Torino, invitando i suoi soci a tenersi attivi e mantenere i rapporti coi docenti degli oltre 180 corsi di quest’anno

L’Unitre Torino ha inoltre lanciato la proposta di condividere emozioni, difficoltà e impressioni sull’attuale periodo delicato. Sensazioni, stati d’animo e suggestioni su quello che sta accadendo e sugli effetti che potrà avere sulla nostra vita e sulla collettività potranno essere descritte attraverso racconti o poesie, fotografie, disegni o dipinti.

Verrà istituito un Concorso-Premio per opere espressione di arti grafico-figurative e letterarie sul tema “La vita ai tempi del coronavirus”, cui verrà dedicata anche una giornata celebrativa una volta tornati alla normalità. Tutte le informazioni per prendere parte al concorso verranno pubblicate sul sito dell’Unitre Torino. La partecipazione è riservata ai soci ed è a titolo gratuito.

 

(foto archivio)

Coronavirus: ora e sempre Resistenza!

Appello alle italiane e agli italiani, di ogni origine etnica, religione, età ed orientamento sessuale. E’ l’ora della Resistenza!

Abbiamo superato la fase di Shock, quella di Panico, e la Luna di Miele con i Flashmob. Adesso siamo in piena fase di Lutto.

Il Lutto è un meccanismo complesso fatto di varie fasi in questo ordine: Negazione, Rabbia, Frustrazione, Contrattazione, Depressione, Tristezza, Accettazione, Perdono, Ricerca di nuovo senso, Serenità.

In che fase siete?

Il Lutto durerà probabilmente dai 2 ai 6 mesi e non possiamo evitarlo, ma potrebbe essere complicato da altri fenomeni.

Adesso siamo, ad esempio, nella fase in cui sentiamo lo Stress patologico per la Quarantena.

Lo Stress patologico è un meccanismo complesso che implica l’attivazione di Ormoni come il Cortisolo, il cui picco notturno causa insonnia dopo circa tre ore di sonno.

L’insonnia a cascata può aumentare irritabilità, condizioni psicotiche, violenza domestica, azioni autolesioniste, distrazione, senso di vuoto, ansia-depressione.

Possono comparire anche attacchi di Panico durante il giorno come effetto dello Stress.

Lo Stress continuativo e la radicale modifica dello Stile di Vita, senza prospettive oggettive di miglioramento, hanno bisogno di una forte Resistenza, che in psicologia chiamiamo “Resilienza”, ossia della capacità di opporsi ai sintomi negativi, trovando soluzioni emotive e razionali creative e pragmatiche, in modo da adattarsi alle nuove condizioni di vita.

La RESISTENZA non significa in nessun caso la NEGAZIONE del problema emotivo-comportamentale, che anzi è un sintomo grave, e neanche la CONTRATTAZIONE della soluzione in autonomia eroica (ce la farò a fare tutto se.), ma neanche la PROIEZIONE del problema (Non dipende da me ma da. Non è colpa mia).

La RESILIENZA è la capacità di CHIEDERE e DARE AIUTO in uno SCAMBIO CONTINUO tra il dare e avere, di emozioni, comportamenti, azioni pragmatiche, fatti, strutture ecc.

Bisogna capire a quali emozioni e azioni positive legarsi per fare RESISTENZA ed ottenere la RESILIENZA; bisogna capire che bisogna CHIEDERE AIUTO, senza vergognarsi, telefonicamente o in videochat con psicologi, psicoterapeuti o psichiatri.

Noi sappiamo anche dagli studi di Neuropsicologia che possiamo fare riferimento a sette sistemi emotivi/cognitivi di base:

1) il sistema della RICERCA, del desiderio e dell’euforia, legato alla dopamina.
2) il sistema della RABBIA e della dominanza, legato al testosterone e alla serotonina.
3) il sistema della PAURA e dell’ansia, legato al cortisolo.
4) il sistema della SESSUALITÀ e della brama, legato agli ormoni sessuali.
5) il sistema della CURA e dell’amorevolezza, legato all’ossitocina.
6) il sistema della TRISTEZZA, del panico e della solitudine affettiva, legati all’assenza di CURA.
7) il sistema del GIOCO, della fantasia e della gioia, legati alla dopamina e all’endorfina.

Voi a quale di queste emozioni vi agganciate quando scrivete un post online, fate una videochiamata o parlate con qualcuno con cui convivete?

Vivete in solitudine? La casa è grande abbastanza? Avete almeno una finestra che guardi il sole?

Ci sono molti elementi strutturali, alcuni dei quali non possiamo cambiare, ma che dobbiamo capire come modificare lentamente per ottenere ad esempio più ore di sole.

Il Sole è il principale anti-depressivo naturale.

Fare attività fisica a casa è il secondo elemento strutturale contro lo Stress.

Per condizioni di eccesso di ognuna delle emozioni gravi, quali irritabilità, insonnia, attacchi di panico, depressione, idee fisse contro se stessi, aggressione ad altri, bisogna saper chiedere AIUTO.

E’ importante anche ACCETTARE AIUTO su segnalazione di un/una convivente o da una persona online o in videochiamata, quando non si hanno altre possibilità.

Non siamo sempre in grado a causa dello Stress di valutare noi stessi/stesse.

Sarebbe utile un investimento del Governo o delle Regioni per ottenere un sistema di software con algoritmi passivi e fenotipizzazione emotiva, per poter trovare da segnali indiretti tutte le persone a rischio di suicidio o violenza domestica e attivare in automatico il 112 e il 118. Le Università hanno la possibilità di collaborare, ma occorrono investimenti economici, strutturali e di personale specializzato, come la Polizia Postale ed Informatica.

Come psichiatra vi consiglio di usare MELATONINA se avete il risveglio dopo tre ore di sonno, ma soprattutto di SOSPENDERE Caffè, Tè, Coca Cola, Red Bull, Sigarette, perché tutte queste sono sostanze eccitanti che aumentano il Cortisolo e peggiorano lo Stress. Questo consiglio lo possono seguire tutti i lettori e le lettrici.

Vi ricordo di NON PRENDERE FARMACI di testa vostra, ma solo su indicazione medica.

EVITATE soprattutto Psicofarmaci, Antidolorifici, Antinfiammatori, Antibiotici, di testa vostra.
Prendeteli SOLO su indicazione medica.

L’insonnia iniziale, cioè l’incapacità di prendere sonno del tutto, è completamente diversa dall’insonnia da Cortisolo. Neanche questa si cura con le benzodiazepine, che possono produrre tossicomania, ma con Triazolam o Zolpidem, purché sempre e solo su indicazione medica.

Se state già assumendo psicofarmaci, dovete parlare subito col vostro psichiatra, telefonicamente o in videochat.

La Resilienza è anche fare leggere ad altri questi consigli.

CE LA FAREMO

Manlio Converti
Psichiatra