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Cronache della peste. Il ristorante

Stanno ammazzando tutti i ristoranti. I ristorantini, le taverne, le trattorie che frequentavo e amavo…

Scrive Amerino… Ma tu, mi si potrebbe dire, prendi sempre spunto da qualcosa che qualcuno scrive o ti scrive? Inevitabile. Queste vorrebbero essere cronache. Ma quali cronache mai si possono redigere di un mondo ove, in apparenza, non accade nulla?

Non puoi entrare in un bar. Non puoi vedere un vecchio amico. Un parente di sesto grado sì, però. Ovvero qualcuno con cui hai un antenato comune nella prima metà dell’800… Questo per dire l’intelligenza dei famosi esperti delle Task Force di Conte…

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Cronache della peste. Il ristorante

Stop alla movida nel primo weekend di riapertura di bar e ristoranti

Movida vietata a Torino e divieto di vendita degli alcolici a partire dalle 19

E i locali dovranno chiudere all’una di notte. Saranno rafforzati i controlli da parte delle forze dell’ordine.  Le nuove misure anti-assembramento a Torino e in Piemonte riguardano la riapertura di bar, ristoranti e locali della movida  sabato 23 maggio. 

Riaprono anche i bar e si trovano alle prese con le nuove norme. Prime colazioni nei dehors facendo i conti con distanziamenti, amuchina e mascherine. Nelle zone “calde” di  Vanchiglia, San Salvario, Quadrilatero Romano e piazza Vittorio sarà consentito bere nei dehors mantenendo il distanziamento.

Su tutto il territorio piemontese, invece,  tutti i locali dovranno chiudere entro l’una del mattino.

Nei centri commerciali obbligatorio l’uso della mascherina.

La solidarietà non si ferma

Riceviamo e pubblichiamo / Non si ferma la solidarietà, propulsore più che mai fondamentale in un momento terribile per la nostra città, per l’Italia e per il mondo intero.

 

Mentre crescono polemiche e sospetti sulle responsabilità di un disastro umano, sociale, culturale ed economico senza precedenti, i volontari non interrompono gli aiuti.

 

Tra i numerosi esempi sul territorio di Torino, città da sempre all’avanguardia nel terzo settore, non manca quello delle realtà religiose che in vari modi stanno contribuendo ad alleviare le difficoltà di persone e istituzioni in questa particolare contingenza.

 

I Ministri Volontari di Scientology in forze alla PRO.CIVI.CO.S., associazione operante dal 2001 nella Protezione Civile, rientrano in quest’ambito: un gruppo laico che ha indubbiamente le sue radici nell’impulso etico della religione fondata da L. Ron Hubbard negli anni ’50.

 

“Qualcosa si può fare”: questo potrebbe essere ed è il motto di un insieme eterogeneo di persone unite dal desiderio di agire piuttosto che lamentarsi, di collocare una goccia di speranza in un mare di difficoltà, con la consapevolezza che qualsiasi gesto piccolo o grande in direzione del bene comune, possa fare tutta la differenza a favore del bene.

 

C’è da fare la spesa per persone impossibilitate a muoversi? Serve aiuto per collocare i cartelli informativi nei parchi pubblici e assistere gli utenti al rispetto del buon senso e delle precauzioni? Bisogna consegnare i computer a studenti affinché possano continuare in qualche modo gli studi? Distribuire pasti a persone senza fissa dimora? Portare le mascherine o le uova di Pasqua agli anziani nelle case di cura?

 

A partire dai primi giorni dell’emergenza COVID-19  PRO.CIVI.CO.S. ha risposto “presente”.  Totalizzando centinaia di servizi e migliaia di ore di volontariato ha collaborato con le altre associazioni della Sezione Comunale e del Centro Operativo Misto della Protezione Civile, con la Caritas, con la Croce Rossa, con il Progetto Leonardo, con le Forze dell’Ordine, con il Comitato Interconfessionale, con il Tavolo di Borgo Vittoria e altre associazioni e singoli cittadini: un numero importante di persone unite dallo scopo comune di rendere meno gravoso il dramma e uscire il più in fretta possibile dall’emergenza.

 

Domenica scorsa, 16 maggio, un’altra bella pagina nel diario della solidarietà è stata scritta quando PRO.CIVI.CO.S. ha realizzato la completa sanificazione delle due chiese, della palestra e degli esterni della parrocchia San Giuseppe Cafasso di C.so Grosseto 72 affinché i fedeli possano riprendere a frequentare in sicurezza.

 

Se l’unione fa la forza, agire insieme fa il maggior bene.

Amnesty International Italia sostiene Arci Torino

Supporto alle organizzazioni che aiutano le fasce vulnerabili a fronteggiare l’emergenza Covid-19

 

Beneficiari il Comitato Territoriale Arci Torino in Piemonte,
Binario 95 a Roma e Medu per Toscana, Lazio e Calabria

 

Amnesty International Italia, nell’ambito della campagna #nessunoescluso, ha selezionato tramite un bando alcune associazioni che hanno varato iniziative a favore di persone e gruppi vulnerabili che vivono in strutture non adeguate a fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid-19. Sosterrà il Comitato Territoriale Arci Torino, il centro di accoglienza Binario 95 e l’organizzazione umanitaria Medici per i Diritti Umani (MEDU).

Le attività di Arci Torino si basano sul recupero delle eccedenze alimentari per offrire gratuitamente 65 pasti caldi al giorno in alcune strutture di Torino, Moncalieri e Carmagnola con modalità asporto, garantendo così il distanziamento sociale previsto dalla legge italiana per l’emergenza Covid.

Binario 95 ha invece richiesto un contributo per continuare a garantire accoglienza, orientamento ed ascolto all’interno dei servizi offerti alle persone senza dimora, nei locali alla stazione Termini di Roma. A causa dell’emergenza Covid-19, infatti, la cooperativa Europe Consulting Onlus, che gestisce il centro, ha dovuto fronteggiare un incremento notevole di costi per garantire la pulizia e la sanificazione della struttura e la fornitura di beni primari, come dispositivi di protezione individuale, kit igienico-sanitari, biancheria intima, disinfettanti e prodotti per la cura e l’igiene di chi vive in strada.

Medu, infine, intende migliorare le condizioni sanitarie della popolazione senza dimora o che vive presso insediamenti informali a Roma, Firenze, Prato, Pistoia e nella Piana di Gioia Tauro. L’obiettivo è l’implementazione di misure di screening sanitario, prevenzione del Covid-19 e individuazione precoce dei casi sintomatici tra queste comunità attraverso una campagna di informazione e assistenza.

«Amnesty International Italia, che si finanzia grazie a donazioni da privati cittadini, vuole sostenere concretamente le organizzazioni che lavorano con i gruppi vulnerabili maggiormente esposti alle conseguenze dell’epidemia e garantire che siano messe in pratica le misure di prevenzione introdotte per fermare la diffusione del virus.La salute è un diritto universale e non devono esserci discriminazioni di alcun genere nella gestione dell’emergenza sanitaria in corso» dichiarao Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia. 

 

Leggi l’appello di Amnesty International Italia al governo

Giovedì 21 maggio, a partire dalle 18, sulla pagina Facebook di Amnesty International Italia nell’ambito della campagna #nessunoescluso, Ilaria Masinara (Amnesty International Italia) insieme ad Alice Graziano (Arci Torino), Alessandro Radicchi (Binario 95) e Alberto Barbieri (Medu) discuteranno de La tutela dei soggetti più fragili ai tempi del Covid19.

Patriottismo cercasi

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Non sono certo un sostenitore di questo governo che giudico inadeguato e politicamente orientato verso impostazioni ideologiche che mi sono  estranee e  lontane. E rivendico anche  il diritto  a manifestare perché senza libertà di manifestare la democrazia muore e il passo tra assembramento e adunata sediziosa può sembrare ad  alcuni forcaioli  non così distante 

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Certo è importante manifestare nel rispetto delle regole fissate per la pandemia. Ma il diritto costituzionale va difeso con le unghie e con i denti, comunque è sempre. Premesso questo, ho dei forti dubbi sulle manifestazioni promosse da partiti il 2 giugno, quasi in alternativa alla parata militare che era un momento unitario per tutti gli Italiani.
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Il Tricolore non va mai usato per scopi di parte e Zingaretti  che all’ improvviso si sente patriota ed invita ad esporre il  Tricolore  fa un’operazione politica per spiazzare il centro- destra che porterà, per la festa della Repubblica,  in piazza il Tricolore. Zingaretti e’ così  lontano dalla conoscenza della  storia  patria da definire il 2 giugno festa dell’Unita’ nazionale. Il 2 giugno è  invece storicamente già di per sè una data divisiva perché la Repubblica nacque  da  un referendum carico di ombre e con uno scarto di voti inadeguato rispetto agli oltre dieci milioni di Italiani che votarono per la Monarchia. Non facciamo  del 2 giugno occasione e pretesto  di altre divisioni e riserviamo il tricolore a manifestazioni che non siano di parte. Inno nazionale e Tricolore vanno rispettati perché sono ciò che resta di un’ Italia a pezzi  e di una storia dimenticata che i giovani non conoscono affatto e che quindi non rispettano. Molti sono figli di una scuola che non insegna neppure il civismo, figurarsi il patriottismo che molti insegnanti giudicano  una fastidiosa retorica. Leggiamo o rileggiamo il “Cuore” di De Amicis, patriota e socialista umanitario, per capire cosa debba essere il  vero patriottismo di cui avremmo tanto bisogno e che nessuno oggi in Italia e’ in grado di generare. Ci riuscì o almeno tentò di suscitarlo il presidente Ciampi, ma anche il suo esempio è oggi molto lontano. Amare la Patria significa identificarsi nella sua storia, guardando a ciò che ci unisce e non a ciò che ci divide. E’ il grande esempio che ci viene dal nostro Risorgimento: da Cavour a Vittorio Emanuele, da Garibaldi a Mazzini. Discorsi vecchi che però andrebbero ricoperti proprio in questi drammatici frangenti. Gli Italiani dopo Caporetto seppero comportarsi in altra maniera, anche quelli contrari alla guerra.  Un altro esempio di come si debba essere italiani. Sventolando quel Tricolore sono morti nelle guerre di indipendenza e nelle due guerre mondiali tanti italiani che meritano rispetto e  nel silenzio solenne e misterioso della morte ci giudicano. Non dobbiamo mai dimenticarlo.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Cronache della peste. Consiglio di classe

Consigli di classe online. Didattica a distanza la chiamano. Non dico come la definisco io perché, tra i miei pochi lettori, vi sono delle gentili Signore. Comunque credo che si sia capito.

Le riunioni online sterilizzano i rapporti fra docenti. Li rendono tristi. Non impersonali, che potrebbe pure essere cosa buona sotto certi profili. Così, invece, sono solo squallore. I volti si intravvedono appena. Sorrisi forzati. La battuta, il cicaleccio vengono ingoiati dal mostro elettronico. Stai solo assolvendo ad un onere formale. Non hai possibilità di scambiare due parole. Tanto meno quella di sbirciare le gambe di una collega. Che, nell’usuale noia, era comunque una divagazione. E talvolta un piacere estetico…

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Cronache della peste. Consiglio di classe

 

Sfumatura alta?

Le code e prenotazioni nei negozi di parrucchiere e barbiere, che si sono create in questa prima fase di riapertura dopo il lockdown di due mesi, mi hanno portato a riflettere

Durante la cosiddetta “quarantena” diverse persone hanno apprezzato il rallentamento dei ritmi quotidiani e lavorativi, accanto alla possibilità di stare con i propri cari; altre, magari, invece, si sono trovate a dover vivere, in uno spazio chiuso ed in un tempo dilatato, relazioni affettive che già presentavano, in precedenza, delle problematiche. Altre persone ancora, magari affettivamente felici, si sono trovate a dover affrontare problemi pratici di gestione dei figli (magari pure piccini), lasciati a casa da scuola o dall’asilo. Davvero ogni soggetto ed ogni nucleo familiare è diventato una piccola imbarcazione, da traghettare in acque non calme. La riapertura è stata essenzialmente rivolta al settore commerciale, escludendo, ovviamente, ancora per precauzione i settori ludici e dell’intrattenimento (quali teatri e cinema). In fondo ha messo a nudo, al di là della giusta necessità di far girare il motore dell’ economia, un po’ le tendenze della società contemporanea. Ogni adattamento ad una situazione nuova, hanno ben spiegato gli psicologi, necessita sempre di un periodo di tempo più o meno lungo. Anche nel caso dell’adattamento al periodo di lockdown, questo ha finito con il produrre, in molte persone, affaticamento, calo dell’attenzione e, in alcuni casi, anche stati quali ansia e stress. Se così è, anche il ritorno alla normalità (al di là dell’importanza della cautela e prevenzione sanitaria) avverrà, secondo me, per gradi e a piccoli passi. Ma non potrà passare soltanto attraverso segnali esteriori (pur considerando la cura della persona essenziale, anche in tempi di lockdown). Se non verrà ad includere anche processi di solidarietà e condivisione con il prossimo, sono convinta allora che questa epidemia da Covid 19 ci avrà insegnato ben poco.

Mara Martellotta

In collaborazione con: http://www.pannunziomagazine.it/

Oggi torna il PA Social Day

Maratona live con 18 città coinvolte. Il Piemonte affronterà il tema dell’antropologia digitale.

Mercoledì 20 maggio dalle 9.00 alle 19.00 torna il PA Social Day, la terza edizione dell’evento nazionale dedicato alla comunicazione e informazione digitale via web, social, chat, intelligenza artificiale.
L’evento, come ogni anno, coinvolgerà in contemporanea 18 città in tutto il Paese: Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Campobasso, Cava dè Tirreni, Cosenza, Firenze, Genova, Lanciano, Milano, Monfalcone, Padova, Palermo, Perugia, Roma, Rovereto, Torino.
A causa dell’emergenza per la diffusione del Coronavirus l’evento, solitamente organizzato con eventi in presenza, quest’anno si svolgerà con un format interamente online.
Un live per l’intera giornata che coinvolgerà tanti ospiti, relatori e partecipanti, in diretta sulla pagina dedicata all’evento (https://www.pasocial.info/pa-social-day-2020/) sui canali facebook e Youtube di Pa Social e sulla nostra pagina Facebook (https://www.facebook.com/crpiemonte) con l’hashtag #pasocial.

Il coordinamento piemontese e valdostano di PA Social ha scelto il tema “Antropologia digitale: nuove relazioni e linguaggi al banco di prova della PA”.

L’evento ha il patrocinio del Consiglio regionale del Piemonte, di Unioncamere Piemonte, della Città metropolitana di Torino e di Atc Piemonte centrale, media partner Corriere della Sera Torino.

Dalle ore 12 circa gli interventi di:

– Annalisa D’errico, coordinatrice PA Social Piemonte-Valle d’Aosta

– Alice Avallone, antropologa digitale e docente Scuola Holden

– Bruno Mastroianni, filosofo e social media manager

– Marco Castelnuovo, direttore Corriere della Sera – Torino

– Alessandro De Cillis, coordinatore dei presidenti dei Corecom italiani e presidente Corecom Piemonte

– Daniela Converso, Dipartimento Psicologia Clinica Università di Torino

– Maurizio Gomboli, responsabile Comunicazione Csi Piemonte

Arte e solidarietà made in Torino

SOLIDO, quando la solidarietà si coniuga perfettamente con lespressione artistica, in un’iniziativa nata a Torino

SOLIDO. In questo termine sono racchiusi due significati complementari, il primo dei quali allude alla solidità, robustezza e resistenza ( che include anche la sicurezza ) ed il secondo a quello della solidarietà, di cui il nome ne rappresenta la radice.

E SOLIDO è, infatti, proprio la denominazione del progetto di solidarietà nato a Torino dalla collaborazione  di alcuni artisti a sostegno degli ospedali torinesi impegnati nel combattere l‘emergenza Covid 19.

Gli artisti partecipano al progetto con le loro opere d’arte, mettendole gratuitamente a disposizione. Coloro i quali desiderano acquistarle devolvono l’intera cifra corrispendente all’opera all’Associazione CMID-ONLUS per le Malattie Rare dell’Ospedale Giovanni Bosco di Torino, senza alcuna intermediazione da parte di SOLIDO, che costituisce soltanto una vetrina per le stesse opere d’arte. L’Iban per il pagamento delle opere d’arte è, infatti, quello diretto dell’Associazione CMID-ONLUS.

L’associazione CMID-ONLUS è una Onlus per le Malattie Rare e Malattie Immunoreumatologiche e Nefrologiche complesse e senza diagnosi, con sede legale in via Cernaia 24, a Torino.

Nel contesto dell’emergenza Covid 19, l’Associazione CMIDOnlus utilizza lasciti e donazioni per acquisire i presidi necessari a garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori coinvolti nel loro trattamento presso le strutture assistenziali di Nefrologia e Dialisi e di Reumatologia dell’Ospedale Hub San Giovanni Bosco a Torino. Questa struttura è localizzata in particolare nei piani quarto, sesto e settimo del nosocomio torinese, ed ospita ambulatori specializzati e spazi dedicati a terapie specifiche.

Il CMID si occupa, infatti, della gestione ambulatoriale di pazienti affetti da patologie immunologiche e reumatologiche e da patologie rare, della gestione della Rete Interregionale per le malattie rare delPiemonte e della Valle dAosta, e di attività epidemiologiche, digestione dei registri e di analisi farmaco-economica relative alle malattie rare.

Gli artisti che non fanno parte di un circuito riconosciuto, ma che vantano un background artistico, possono, attraverso SOLIDO, godere di un’interessante vetrina, in un contesto di totale trasparenza, non a fine di lucro, e proporre le loro opere ad unpubblico sensibile non soltanto alla bellezza artistica, ma anche alla solidarietà, più che mai preziosa nei momenti difficili di emergenza sanitaria che stiamo ancora attraversando.

Mara Martellotta 

Email unaiutosolido@gmail.com

Fase 2, un aiuto agli oratori e ai Comuni per Estate ragazzi

Due milioni di euro saranno destinati a tutti i Comuni e gli oratori di Torino e del Piemonte per anticipare l’Estate Ragazzi”

Lo stanziamento da parte della Regione Piemonte è stato reso noto dal governatore Alberto Cirio, ospite della trasmissione Storie italiane su Rai Uno.

“Dobbiamo  preoccuparci di far tornare a lavorare le persone – ha detto il presidente – ma non bisogna dimenticarsi mai di poter lasciare i figli quando si lavora. Non tutti hanno la possibilità di pagare una baby sitter, o la fortuna di avere dei nonni, così noi ci siamo posti il problema per primi e abbiamo anche stanziato i fondi per Estate Ragazzi”.