IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / La morte di Mauro Mellini ci priva di una grande coscienza civile: un Principe del Foro e un parlamentare che seppe combattere grandi battaglie civili a fianco di Marco Pannella.

Firat Ak ha enumerato le numerosissime violazioni dei diritti umani e della legalità compiute in Turchia, dove un governo, eletto una prima volta democraticamente, si è trasformato in un regime. Un regime intollerante all’interno verso le minoranze, nonché spregiudicato, imperialista, aggressivo all’esterno, in quanto Erdogan ha la mentalità e una politica da “Califfo neo ottomano”. La repressione e l’aggressione condotta contro le varie minoranze e in particolare quella Kurda – sia presente in Turchia che allocata fuori dai confini nazionali – rappresentano un elemento destabilizzante per tutto il Medio Oriente, nonché una vergogna per l’Occidente, la NATO e le organizzazioni internazionali che gli permettono di agire in questo modo. Noi chiediamo appoggio a tutte le forze politiche e a tutte le Istituzioni perché venga costituita una commissione, o un osservatorio internazionale, sui crimini compiuti dal governo e dalle forze armate turche, tanto in patria quanto nei territori esterni aggrediti. Le osservazioni e le richieste di Firat Ak sono state sustanziate da una puntuale e documentata “cronaca” della giornalista Laura Schrader.
Paolo Candelari e Giampiero Leo hanno illustrato i motivi dell’appoggio incondizionato alla causa Kurda da parte dei movimenti da loro rappresentati. Leo in particolare, ha affermato che “la c.d. real politik non salva i popoli ma li uccide”. l’indifferenza e l’inazione dei nostri governi e dell’Unione Europea verso clamorose violazioni dei diritti umani, quali quelle compiute dal governo turco verso i Kurdi e le altre minoranze accolte generosamente in quei territori, è ingiustificabile. Così come è ingiustificabile la sostanziale acquiescenza verso il governo cinese, per il trattamento che sta riservando alla popolazione di Hong Kong. Oggi noi tutti siamo convintamente a fianco del movimento antirazzista sviluppatosi negli USA e troviamo sacrosanta l’affermazione che “la vita di un nero vale. Nel contempo siamo sconvolti dal fatto che per le nostre autorità, l’opinione pubblica occidentale, e anche gran parte dell’informazione, sembra invece non valere nulla la vita di tanti altri esseri umani, a partire da bambini, donne e uomini Kurdi, Armeni, Yazidi, Cristiani ecc., che ogni giorno cadono vittime dei bombardamenti o delle feroci milizia jadiste riorganizzate dalla Turchia!”
Osserva ancora Leo: “Per questo, anche se siamo pochi e poco ascoltati, dobbiamo mobilitarci per sviluppare un forte movimento di solidarietà a favore di quella parte dell’umanità, a partire da quella succitata, che subisce ogni forma di violenza e sopraffazione. Se non ci riusciremo, avremo tradito loro, ma anche, egualmente, noi stessi e la nostra dignità di esseri umani”.
Alla conferenza stampa hanno partecipato oltre ai 4 relatori – 22/23 ospiti (di più non era permesso a causa delle norme covid) – fra i quali la segretaria dei Radicali Italiani Patrizia De Grazia, il sen. Gian Giacomo Migone, ed altri esponenti e leaders di movimenti e associazioni pro diritti umani. Una adesione ufficiale ed un saluto sono giunti dal Presidente della Regione Alberto Cirio, dal ex Presidente del Consiglio Mauro Laus, dall’assessore regionale Maurizio Marrone, dai consiglieri regionali Silvio Magliano e Daniele Valle, dal segretario provinciale del PD Mimmo Carretta.
Eppure è difficile dare torto ad Eddie Wilson, l’amministratore delegato della compagnia aerea, quando critica il colpo di genio delle autorità italiane che hanno vietato l’utilizzo delle cappelliere, dove sistemare il bagaglio a mano, sui voli italiani. Un branco di incompetenti, è il giudizio di Wilson…
… continua a leggere:
Niente bagaglio a mano in aereo? Una idiozia assoluta, secondo Ryanair (ed il buon senso)
Secondo Gavazza, “il pericolo di ‘avvicinamenti’ e di ‘pressioni’ da parte della criminalità nei confronti di semplici cittadini, ma soprattutto di imprenditori che si trovano in difficoltà è molto elevato, specie in questo momento di emergenza socio-economica post pandemia. Lo conferma anche l’indagine condotta da Ascom Confcommercio dalla quale si evince una forte dose di rassegnazione e sfiducia sulle 800 aziende intervistate. La crisi economica ha già rilevato una vasta zona d’ombra, dove rischia di insediarsi e rafforzarsi la criminalità attraverso l’usura, le estorsioni o le acquisizioni illecite in danno di aziende in difficoltà. Riponiamo piena fiducia nell’operato della magistratura e delle Forze dell’ordine, che dimostrano concreta vicinanza con il quotidiano impegno nella repressione dei fenomeni criminali. Mai come ora, l’Osservatorio regionale continuerà a favorire lo sviluppo di attività educative responsabili, ispirate alla conoscenza e al rispetto della legalità, pianificando proprio ‘percorsi di legalità’, ovvero di educazione economica, finanziaria e di cultura d’impresa, rivolta anche e soprattutto ai giovani con il sostegno delle Forze dell’ordine, psicologi e criminologi per condividere un percorso di conoscenza didattica. Sono convinto che, mai come in questo momento, vadano individuate ulteriori attività formative rivolte agli studenti delle scuole a tutti i livelli, iniziando da quelle più vicine alle famiglie, per generare consapevolezza economica su temi quali il denaro, la finanza, il sovra-indebitamento, l’usura e la cultura d’impresa, ricorrendo anche a dei format specifici affiancati a seminari formativi con visite presso le terre confiscate alla mafia. Per quanto riguarda il sistema di supporto alle vittime di estorsione e di usura – reso possibile grazie alle associazioni che fanno parte dell’Osservatorio – deve continuare ad essere in grado di fornire una risposta tempestiva, che possa tradursi anche nell’incoraggiamento a percorrere fino in fondo la strada della legalità, nella consapevolezza che ‘chi conosce denuncia e sceglie di vivere’”.
Sul territorio regionale operano diversi enti che si occupano di aiutare chi vuole sfuggire alla morsa dell’usura sotto ogni punto di vista. Viene dato supporto psicologico, giudiziario e finanziario, anche a soggetti che non sono nelle normali condizioni di poter ottenere dei prestiti in banca.
In particolare, assicurando la tutela della privacy, si possono aiutare:
Questo l’elenco degli enti ai quali rivolgersi.
Fondazione Don Mario Operti Onlus
Via S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, 22, 10152 Torino TO
Telefono: 011 563 6910
Email: segreteria@fondazioneoperti.it
La Scialuppa CRT onlus – Fondazione Anti USURA
via Nizza, 150, 10126 Torino
Telefono 011.19410104, Fax 011.0208903
Email lascialuppacrtonlus@unicredit.eu
(sedi anche ad Alessandria, Aosta, Asti, Biella, Cuneo, Ivrea, Novara, Verbania e Vercelli)
Fondazione San Matteo – Insieme contro l’usura ONLUS
Via delle Rosine, 11 – 10123 Torino
Tel. 011.8390846 – 011.8390820 Fax: 011/812.94.71
email: segreteria@fondazionesanmatteo.it
Fondazione San Martino Antiusura
Via Lorenzo Preosi, 3 – Tortona (Al)
Tel. 0131 867350 Fax 0131 822963
Fondazione San Gaudenzio Onlus
presso Caritas Diocesana – Via San Gaudenzio, 11 Novara
Tel. 0321 661685 Cell. 346 5213344
Nella giornata del primo luglio presso il ristorante Piazza dei Mestieri a Torino vi è stata la consueta cerimonia del passaggio di consegne e della campana tra il presidente uscente e presidente eletto dell’associazione di volontariato e beneficenza attiva sul territorio Torinese
Alberto Sangalli andrà a guidare il club con un ottica di un grande rinnovamento sia dal punto di vista dei soci, grazie all’ingresso di nuove capaci leve, che nella continua ricerca di service al servizio della comunità.
Nel corso della serata inoltre, alla presenza del presidente del Distretto Lions 108 IA 1 Giancarlo Somà e la Presidente del Distretto Leo 108 IA1 Giulia Marengo, ha visto un cambio ai vertici anche del club padrino, Lions Club Torino Host Regio, infatti il nuovo presidente per l’anno sociale 2020/21 sarà Massimiliano Molino oltre che all’ingresso di 2 nuovi soci Leo e Lions
Immediate da parte dei Leo le felicitazioni al nuovo presidente Lions ed al suo direttivo con l’augurio di confermare sempre la preziosa e proficua collaborazione sul solco degli scorsi anni sociali.
La mascherina ci accompagna ormai in molte delle nostre attività quotidiane, ma risulta sicuramente scomoda in alcuni contesti e, soprattutto, quando si svolge attività sportiva; se poi stiamo parlando di sport che richiedono picchi di sforzo e conseguentemente la necessità di aumentare la capacità dei polmoni di far entrare aria, le mascherine attualmente sul mercato sono certamente inadeguate.
Un team multidisciplinare del Politecnico di Torino sta lavorando per cercare in tempi brevi una soluzione a questo problema, sviluppando un prototipo di mascherina espressamente pensata per lo sport, che sarà reso disponibile in modalità open source, cioè disponibile gratuitamente per tutte le aziende interessate alla produzione: “Sarà un modo anche per sostenere la ripartenza e l’economia”, commenta il professor Marco Barla, referente del Rettore per lo Sport, che sta lavorando al progetto con i colleghi docenti dell’Ateneo, Ada Ferri (coordinatrice del progetto), Claudia De Giorgi e Cristian Campagnaro (designer), Paolo Tronville (che compie i test sui materiali filtranti) e l’ingegner Alice Ravizza (che si occupa degli aspetti di usabilità). Completano il gruppo la designer Martina Dugoni e gli ingegneri Federico Sternini, Matteo Genitrini e Francesca Dotti, giovani progettisti che supportano le attività di sviluppo prodotto, test e valutazione dello stesso, anche con il supporto della materioteca MATto del Politecnico di Torino.
“L’idea nasce dalla stesura del Rapporto per la ripartenza in sicurezza delle attività sportive, al quale il Politecnico ha lavorato con il Coni e con diverse Federazioni”, spiega Barla. Aggiunge Ada Ferri, che ha coordinato lo sviluppo tecnico del progetto: “Dal rapporto emerge la necessità di adottare dispositivi di protezione, soprattutto nel caso di attività di contatto e in tutte le altre in cui sia impossibile mantenere la distanza di sicurezza; la mascherina deve essere adeguata alle particolari condizioni della pratica sportiva, deve garantire cioè due caratteristiche in contrasto tra loro: respirabilità e filtrazione”. I produttori di mascherine si sono attivati per avviare produzioni dedicate allo sport, ma si tratta di dispositivi che non sembrano né all’altezza dei requisiti respiratori ed ergonomici né espressamente certificati per questo genere di attività.
Scopo dello studio del Politecnico, sostenuto anche dai fondi del Rotary Club Distretto 2031, è proprio fornire degli standard replicabili. La prima questione da affrontare è di comfort: uno sportivo ha bisogno di mascherine che consentano il passaggio di almeno 200 litri di aria al minuto, mentre le mascherine chirurgiche garantiscono 95 litri al minuto; una soluzione sarebbe avere una superficie più grande di tessuto filtrante, ma questo sarebbe ergonomicamente poco praticabile perché ridurrebbe la visuale e le prestazioni dell’atleta. La sfida, quindi, è quella di individuare materiali con caratteristiche adeguate e soluzioni di prodotto che massimizzino la capacità di filtraggio e la respirabilità, garantendo, anche, un’indossabilità stabile e che non influenzi il gesto atletico.
L’idea è stata quella di pensare a diverse tipologie di mascherine differenti, adeguate ai livelli di intensità dello sport. Ad esempio, nel basket non si raggiunge il massimo sforzo con continuità, quindi potrebbero essere sufficienti superfici filtranti/traspiranti più contenute. Proprio sul basket si stanno concentrando i primi test di prodotto: le mascherine sono state confezionate nei laboratori della Stamperia Alicese di Cavaglià (BI) con una struttura portante in tessuto 3D della Panatex di Montemurlo (PO) e con filtri intercambiabili prodotti dal Centro di Ricerca della multinazionale UFI Filters di Mantova (MN), leader nella filtrazione automotive e recentemente impegnata nello sviluppo di materiali per applicazioni biomedicali. I materiali sono stati valutati presso i laboratori del Politecnico e i modelli sono stati indossati dagli atleti della squadra di basket Tam Tam ASD per sottoporli a una serie di test di indossabilità che hanno consentito di ottimizzare il design della mascherina e verificare, in via preliminare, l’efficacia dei materiali scelti. Seguiranno ulteriori test realizzati in collaborazione con l’Istituto di Medicina dello Sport di Torino per valutare da un punto di vista fisiologico, l’impatto del dispositivo sulle prestazioni degli atleti che le indossano e proseguire, dunque, nella direzione più opportuna lo sviluppo progettuale.
L’obiettivo è di arrivare alla definizione di standard replicabili e adottabili, appunto, dai produttori entro l’autunno, per avere in commercio prodotti a prezzi accessibili e che garantiscano la pratica delle attività sportive in piena sicurezza.
“Si tratta di un contributo che abbiamo voluto dare ad un settore estremamente penalizzato nel periodo dell’emergenza sanitaria, importante non solo per gli atleti professionisti, ma anche per chi pratica sport come attività ricreativa. Non dimentichiamo, poi, che tutto l’indotto rappresenta anche un settore economico importante, che può essere sostenuto se si riprenderà ad effettuare attività sportiva a tutti i livelli”, commenta il Rettore Guido Saracco: “Credo che l’aspetto più interessante di questa iniziativa sia poi il fatto che gli standard proposti saranno replicabili e disponibili gratuitamente per tutti i produttori interessati: anche in questo modo un’università come la nostra può contribuire alla ripresa del nostro Paese e soprattutto alla salute e al benessere di tanti sportivi”.