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Tre amare riflessioni sullo sbando italiano

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / L’appello del ministro degli interni Lamorgese che certo non ha brillato con i migranti, lascia sconcertati. Dovrebbero essere i cittadini a fermare i violenti. Devono essere loro a prendere le distanze da chi saccheggia le città. Noi credevamo che ci fossero reparti antisommossa a ciò delegati che comunque hanno fallito clamorosamente nel loro compito

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Adesso il ministro si rivolge ai cittadini che protestano, perché isolino i violenti. Cosa essi debbano fare resta un mistero. Salvare i negozi devastati era compito delle Forze dell’Ordine e si è vista evidente l’incapacità e la non volontà a farlo. L’unica preoccupazione – per evitare sanzioni disciplinari romane  – dei vertici locali è evitare feriti e morti. Pertanto il gioco viene svolto sulla difensiva. Era già capitato a Milano qualche anno fa con il sindaco Pisapia. La proprietà privata va tutelata e non  va abbandonata ai teppisti. Questo a Torino e in altre città non è accaduto.
La solita circolare del prefetto Gabrielli con le istruzioni ai Prefetti e ai Questori andava fatta prima e non dopo, ispirata all’insegna dell’ignavia, così cara ai vertici politici. Sia chiaro non andava bene Salvini dedito alle chiacchiere demagogiche, ma non va  neppure  bene la signora Lamorgese digiuna di politica, prefetto in pensione. Occorre un politico con gli attributi capace di  affrontare i tempi terribili che viviamo. Un Scelba redivivo, ammesso che esista.
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La cosa che appare più incomprensibile tra le norme anti corona – virus , pasticciate , confuse , intempestive , e’ quella relativa alla chiusura alle 18 dei ristoranti. Se pranzare a cena è pericoloso, non si capisce perché non lo sia a mezzogiorno. Non tutti i locali hanno rispettato il distanziamenti tra i tavoli. Questa è una verità incontrovertibile, ma pochissimi sono stati controllati e sanzionati. La chiusura alle 18 appare insensata e vessatoria e colpisce anche  chi si è adeguato alle norme di sicurezza. Siamo in preda ad improvvisatori: i grillini hanno fatto presto scuola al Pd .
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Tra i devastatori dei nostri centri urbani ci sono anche immigrati di seconda e terza generazione. Così scrivono i giornali.  Sarà il caso di bloccare ogni discussione sul Ius culturae perché l’evidenza di questi giorni deve indurre a riflessioni adeguate. Integrare queste persone appare impossibile e controproducente. Una vera follia. Demagogia pura. Una forma di auto- dissoluzione dell’ Italia.
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scrivere a quaglieni@gmail.com

Come cambiano i legami sociali?

Conversazione sul tema

“ANNODAMENTI FRA INDIVIDUALE E COLLETTIVO. COSA RESTA DEL CORPO PARLANTE?’”

Torino, 31 ottobre 2020 ore 8:45 – 13:00

Organizzato da Segreteria Torino SLP, IPOL, ALETOSFERA, Ce.Psi Onlus,

Accademia Torinese dell’inatteso della Movida Zadig

ACCESSO DA PIATTAFORMA

Psicoanalisti ed esponenti di diversi campi del sapere e della cultura e con un pubblico vario, dialogheranno sui cambiamenti dei legami sociali e i loro effetti. Il tema scelto per questa Conversazione affonda le sue radici nella teoria e nella pratica psicoanalitica fin dai suoi esordi, da quando Freud metteva in rilievo che “La psicologia individuale è anche, fin dall’inizio, psicologia sociale. Le nostre società, a livello globale, sono state profondamente scosse dall’emergenza sanitaria. Questi eventi hanno messo in rilievo la necessità di una riflessione sul modo con cui oggi sono intesi il bios, la vita e il corpo, che non si riduce a pura entità biologica, e sul rapporto del vivente con il linguaggio e la parola. La nostra contemporaneità ci spinge a interrogarci sul modo in cui, oggi, possiamo abitare la distanza e la prossimità, su cosa fa legame fra gli “esseri parlanti” che tutti noi siamo e su come l’ordine sociale contemporaneo incida sulle forme di questi legami. Come tessere legami che tengano conto della disparità dei soggetti nell’epoca del “distanziamento sociale”, degli algoritmi che dominano le nostre esistenze, del prevalere del virtuale, dei corpi massificati e spesso ridotti a “nuda vita”?

La Conversazione ha questa finalità: aprire un campo di elaborazione attraverso il confronto con persone appartenenti a campi del sapere e delle pratiche diversi, non senza lasciare, a chi vorrà prendervi parte, la possibilità di apportare il proprio contributo e rilanciare nuove domande.

La Conversazione è patrocinata da:

Università degli Studi di Torino; Ordine Provinciale dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri, Torino; Città Metropolitana Torino; Regione Piemonte

Interverranno fra gli altri:

Marco Bobbio (Medico, specialista in Cardiologia e Statistica medica, è stato ricercatore negli Stati Uniti, è stato responsabile dei trapianti di cuore a Torino, rappresentante del movimento “Slow medicine”), Norma De Piccoli (Professore Ordinario all’Università di Torino, Dipartimento di Psicologia), Paola Molina (Professore Ordinario all’Università di Torino, Dipartimento di Psicologia), Michele Roccato (Professore ordinario in Psicologia sociale presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino), Alessio Maria Romano (Pedagogo e coreografo, vincitore del Leone d’Argento alla Biennale di Venezia 2020), Jacopo Rosatelli (Dottore di ricerca in Studi politici, scrittore, insegnante).

Iscrizioni: accademiainatteso@gmail.com

Gratuita per gli studenti fino ai 26 anni

contributo spese partecipazione su piattaforma € 20,00

Torino, città dell’insicurezza e dell’illegalità

Sono trascorsi più di cinquant’anni dalla stesura del testo di Norberto Bobbio sulla democrazia, comparso nel decimo anniversario della Costituzione ed in cui il noto studioso affermava che “Quando parliamo di democrazia, non ci riferiamo soltanto a un insieme di istituzioni, ma indichiamo anche una generale concezione della vita.

 

Nella democrazia siamo impegnati non soltanto come cittadini aventi diritti e doveri, ma anche come uomini che debbono ispirarsi a un certo modo di vivere  e di comportarsi con se stessi e con gli altri”.

Queste parole, più che mai attuali, sono la conferma del fatto che la manifestazione tenutasi lunedì sera in centro a Torino per protesta contro il recente Dpcm del governo e sfociata in atti di teppismo e violenza rappresenta, purtroppo, la morte della democrazia. In mezzo a persone oneste, appartenenti a categorie di lavoratori che volevano esprimere il loro disagio per le recenti restrizioni decise dal governo, alla fine hanno prevalso i gesti violenti di coloro che sono stati definiti dalla sindaca di Torino “vandali” e “sciacalli”. Le moderne tecnologie oggi presenti e le videocamere dei negozi, sicuramente, riusciranno a individuare i colpevoli, ma mi domando sinceramente se non sarebbe stato possibile arginare questo gruppo di facinorosi in piazza Castello, dove la manifestazione ha preso avvio nel suo nucleo originario, prima che si infiltrasse nelle aree limitrofe, quali via Roma, via Accademia delle Scienze, dove hanno distrutto diverse vetrine di esercizi commerciali, tra cui anche quelle di bar, e scendesse verso piazza Carlo Alberto.  La seconda manifestazione di protesta, che ha avuto luogo in piazza Vittorio Veneto, e che ha visto la partecipazione di commercianti e persone appartenti a categorie con partite Iva, si è svolta, invece, in modo assai più pacifico.

In fondo, allora, tutto ciò mi porta a riflettere su una più generale mancanza di sicurezza nel nostro tessuto urbano, in cui se, da una parte, non vengono isolati facinorosi o giovani appartenenti ai centri sociali, infiltratisi in una manifestazione che aveva uno scopo ben diverso dalla violenza, dall’altra non rende possibile neanche al cittadino di sentirsi protetto nei suoi spostamenti. In tal caso, allora, lo stesso cittadino non si sentirà tutelato nell’esercizio primario della democrazia, che è imprescindibile dalla libertà di espressione del pensiero, unita alla tutela della propria sicurezza personale.

Mara Martellotta

Dalla Regione 6 milioni per il Terzo Settore

Ammonta a 6 milioni di euro la dotazione messa a disposizione dalla Regione Piemonte per il Terzo Settore con la pubblicazione del nuovo bando.

“Un importo eccezionale rispetto alle precedenti annualità”, puntualizza l’assessore regionale al Welfare, Chiara Caucino, che mette in evidenza i diversi aspetti innovativi: “Per la prima volta, oltre ai destinatari consueti, si rivolge anche alle Fondazioni non di origine bancaria; inoltre, aspetto a cui tengo particolarmente, amplia la portata degli obiettivi a cui è finalizzato, ponendo accanto al contrasto alle povertà e alle ineguaglianze anche la promozione dell’agricoltura sostenibile e del benessere, il contrasto alla povertà educativa e il tema attuale delle città e degli insediamenti umani inclusivi e sostenibili”.

Per quanto riguarda la suddivisione delle risorse fra i diversi ambiti che costituiranno le tre distinte graduatorie, Caucino fa presente che “abbiamo concordato con il mondo del Terzo Settore che il 55% dei finanziamenti, oltre 3,25 milioni, sarà destinato alle 3.300 organizzazioni di volontariato, il 40%, circa 2,36 milioni, alle oltre 600 associazioni di promozione sociale con 2.000 articolazioni territoriali, e il restante 5%, 295.000 euro, alle 293 fondazioni non bancarie”.

Importante anche l’aspetto legato all’accessibilità al bando. “Per andare incontro anche alle piccole realtà territoriali – precisa l’assessore Caucino – una sezione delle tre graduatorie è previsto che sia dedicata ai progetti di dimensione contenuta, con importo tra 10.000 e 30.000 euro e un cofinanziamento del 10%. Gli altri progetti, che prevedono un finanziamento fra i 30.000 e i 100.000 euro, prevedono una quota di risorse proprie del 20%”.

“L’Amministrazione regionale – conclude Chiara Caucino – deve rivolgere un sincero ringraziamento allo straordinario mondo del volontariato per gli sforzi che ha profuso nel supportare i cittadini più vulnerabili, anche e soprattutto nel corso dell’epidemia. Senza il lavoro silenzioso e incessante che i volontari svolgono quotidianamente in ogni campo del sociale, con ammirevole passione e abnegazione, noi tutti, partendo dalle Istituzioni, saremmo più poveri. Il loro apporto inestimabile merita di essere sostenuto e incentivato sempre di più”.

Il testo del bando è pubblicato su https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/sostegno-progetti-rilevanza-locale-promossi-soggetti-terzo-settore

 

Dpcm, troppe le incertezze delle istituzioni

Grande incertezza decisionale da parte delle istituzioni nel mettere in atto strategie per fermare la seconda ondata del contagio. Ne parliamo con il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte Andrea Notari

Nelle ultime settimane – dichiara il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte, l’architetto Andrea Notari – leggiamo una grande incertezza decisionale nelle istituzioni: Palestre aperte/Palestre chiuse, DAD sì/DAD no, 6 persone in casa/4 persone al ristorante, mentre il Paese ha bisogno di certezze!

Purtroppo quando cè confusione, i cittadini non ripongono più fiducia nello Stato in quanto esso non si dimostra più autorevole;è in momenti come questi che, allinterno di proteste più che legittime, si infiltra la criminalità organizzata, cavalcando il malessere diffuso e trasformando in violente le manifestazioniche finiscono nello sfociare nel vandalismo, vedasi Napoli e Roma.

Ecco – prosegue il Presidente Andrea Notari – in questo scenario si inserisce il DPCM del 24 ottobre scorso, emanato a poco meno di una settimana da quello precedente e fortemente più restrittivo su alcune attività.

Trovo sia profondamente sbagliato addossare alla ristorazione e allindustria dello spettacolo lintera responsabilità del rialzo della curva epidemiologica; oltretutto non ci sono dati che lo confermino; la realtà è che ci siamo fatti cogliere ingiustificatamente impreparati dalla seconda ondata. Non siamo stati in grado questestate di attrezzarci, rivedere il sistema dei trasporti e riorganizzare il nostro sistema sanitario, affinchè potesse non andare in sofferenza con numeri che sommariamente erano facilmente ipotizzabili. A questo punto mi chiedo come mai ci sia ancora da discutere se sia neccessario o meno accedere ai fondi del MES; la risposta è semplice, maritengo che sia ostacolata da ideologie partitiche futili e inappropriate per un momento di crisi come quello che stiamo vivendo.

È anche per questo motivo – aggiunge il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte, Andrea Notari – che,quando sento il Presidente del Consiglio dire di non preoccuparsi perché sono già pronti i ristori e che verrano erogati rapidamente alle attività più colpite dalle restrizioni presenti nel Decreto, personalmente rimango un po’ scettico.Come già ricordato dal Presidente Bonomi, sono ancora in dodicimila ad attendere la CIG erogata nel mese di maggio, quindi come mai dovremmo fidarci questa volta della celerità dello Stato? Sono questi i fattori che determinano unincertezza generale, che affossa ancor di più la nostra fragile economia.Lunica certezza che abbiamo è che, alla perdita di Pil ipotizzata nei mesi scorsi, si aggiungerà un ulteriore perdita di 2 punti percentuali per la seconda ondata, portando purtroppo molte attività alla definitiva chiusura entro lanno.

Stiamo constatando che, alla continua e disordinata rincorsa dellabbattimento della curva epidemiologica tramite DPCM, non è affiancata alcuna strategia concreta per la ripartenza del Paese. Si continua a fare debito in modo insostenibile e con provvedimenti a pioggia, senza che vengano gettate le basi per una ripartenza solida e duratura. La paura, dunque, è quella che alla crisi economica in essere possa unirsi fra un po’ di tempo anche una crisi finanziaria stile 2008, dovuta allincapacità di rientro sui debiti contratti, anche perché voglio ricordare che, fra le tante anticipate manovre a favore delle aziende, pochissime erano a fondo perduto e quasi tutte, invece, erano sotto forma di debito agevolato, senza dimenticare che abbiamo, comunque,dovuto pagare le tasse, mentre il buon senso porterebbe a dire che, se il lavoro non è più un diritto (vedasi Lockdown), allora pagare le tasse non dovrebbe più essere stato un dovere.

E visto che di debito agevoltato si tratta, mi urge ricordare che i soldi in arrivo con il Recovery (ad oggi già slittati) devono essere utilizzati secondo una progettualità di rilancio, che sia davvero impattante sulleconomia del Paese: lasciamo indietro allora quei rivoli di spesa dal basso valore aggiunto che sappiamo già non fungere da volano per la ripresa.

Voglio dire una cosa forteconclude il Presidente Andrea Notari  – e me ne prendo la responsabilità: Se non siamo in grado di spendere bene i fondi in arrivo dall’Europa, allora non prendiamoli nemmeno! Perché non possiamo più permetterci di indebitare i nostri figli senza utilizzare quei soldi per riscrivere il futuro del Paese che gli lasceremo.

Mara Martellotta

Appello al senso nazionale

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Nei mesi scorsi si paventava un autunno caldo in termini di scontro sociale. Oggi si sta delineando una protesta contro i provvedimenti governativi volti a tenere sotto controllo il Covid. In realtà serpeggia anche un forte disagio sociale perché la crisi economica appare sempre più evidente.

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In un momento disperato come questo in cui la pandemia dilaga, occorrerebbe la massima disciplina da parte di tutti come nei momenti bui della storia nazionale. Invece l’incapacità del Governo a prevenire durante i mesi estivi la seconda  ondata, sta suscitando proteste che potrebbero esplodere in violenze e scontri di piazza. Questa ipotesi è la peggiore possibile perché può disgregare il tessuto stesso  della convivenza civile oltre che attentare alla salute pubblica a causa degli inevitabili assembramenti. Chi scrive ha più volte criticato il Governo ed ha denunciato il lassismo estivo di troppi. Il ritorno a scuola senza le debite garanzie ha creato altri problemi. Ma la via della piazza risulta essere un gravissimo errore e appare un  vero e proprio tradimento che mi fa pensare ai moti di piazza nel 1917 quando l’ Italia era in guerra. Nei momenti difficili occorre – al di là di tutto – il senso nazionale. Capisco che sia  molto difficile invocarlo quando per decenni si e’ parlato di Paese e si è derisa la storia nazionale che, bene o male, ha dimostrato che gli Italiani sanno essere un popolo non solo di pizzaioli e mandolinisti. Ma è proprio il senso nazionale che oggi andrebbe evocato e perseguito. Una sorta di Unione Sacrée di fronte alla pandemia , al di là della politica, sarebbe assolutamente  indispensabile. Occorre almeno un po’ di responsabilità, evitando di fomentare la piazza e creare disordini che distolgono dall’obiettivo prioritario che è quello di salvarci dal virus. Chi si sottrae alla responsabilità e’ un nemico dell’Italia e degli italiani.

Danza online per dire no al Covid

Il mondo della danza si organizza per proseguire le attività in questi momenti difficili


Lo studio di danza AD’A di Torino ha deciso di organizzare anche delle lezioni online.

Lo scopo è non rinunciare al benessere nonostante questo periodo eccezionale che stiamo vivendo!

Per le info ecco il sito dello studio:
www.ada-dancestudio.com

 

 

 

 

 

 

 

Monopattini e bici elettriche: per più di 1 torinese su 2 il futuro è l’uso “ibrido” con l’auto

Bici tradizionali, bici elettriche, monopattini e tanto altro. La mobilità dolce piace, e in misura crescente, agli abitanti di Torino. Guardando al prossimo futuro, infatti, più di uno su due (54%) pensa a un uso il più possibile ibrido con l’auto, alternando i due mezzi a seconda delle necessità e occasioni.

Lo evidenzia la ricerca dell’Osservatorio Sara Assicurazioni, la compagnia assicuratrice ufficiale dell’ACI.

Ambiente prima del portafoglio. Ma che cosa rende così speciali questi mezzi? L’aspetto più apprezzato è la sostenibilità (50%), segno di una crescente consapevolezza che spinge i torinesi a voler ridurre l’impatto ambientale negli spostamenti. Sostenibilità che viene prima delle chance di risparmio (26%) e persino della comodità e praticità di utilizzo (18%).

Tra i vantaggi green, a essere apprezzato è il taglio dei consumi (78%), insieme al miglioramento del contesto urbano con la riduzione del traffico (26%) e, per una quota analoga (26%), dell’inquinamento acustico. Ma c’è anche chi indica tra i vantaggi la possibilità di condurre stili di vita sostenibili e di fare attività fisica (18%).

E-bike e gadget al top. Il mezzo preferito sembra la bicicletta a pedalata assistita (40%), davanti ai monopattini elettrici (18%), mentre hanno al momento più strada da fare overboard e i monoruota (2%). Insieme a questi cresce la voglia di gadget: quasi un torinese su due (44%), infatti, si dice interessato all’acquisto di accessori per personalizzarli, a cominciare dai dispositivi per aumentarne la sicurezza, come frecce segnaletiche, specchietti e antifurti, fino a quelli più tecnologici, come le batterie di scorta, senza trascurare ganci e borse per trasportare oggetti.

Sicurezza al centro. A fronte di indubbi vantaggi però, le criticità non mancano, a cominciare dal tema della sicurezza. Qui a destare preoccupazione sono soprattutto i comportamenti pericolosi come circolare fuori dai percorsi dedicati, e in particolare sui marciapiedi, o trasportare passeggeri (50%), il mancato uso di elementi come casco e luci (34%) e le distrazioni (16%).

 

Tra i rischi più temuti, i danni arrecati agli altri utenti della strada e a beni come le auto parcheggiate (68%), gli infortuni (62%), nonché noie e spese legali in caso di sinistro (18%).

Per questo motivo, più di un torinese su due (58%) ritiene utile una polizza assicurativa che possa offrire coperture per responsabilità civile, danni di vario tipo, assistenza, e tutele anche per lo sharing. E quasi una quota analoga (56%) ritiene importante una maggiore educazione stradale per stimolare comportamenti più responsabili.

Con la ricerca del nostro Osservatorio abbiamo voluto tracciare un quadro di come sia percepita la nuova mobilità dolce, dei vantaggi che offre ma anche dei rischi e delle preoccupazioni che possono riguardare tutti gli utenti della strada – commenta Marco Brachini, Direttore Marketing, Brand e Customer Relationship di Sara Assicurazioni – Tra i dati salienti, il tema della sicurezza e la consapevolezza dell’importanza di tutele specifiche. Per rispondere alle nuove esigenze di sicurezza, Sara Assicurazioni offre soluzioni all’avanguardia dedicate ai mezzi elettrici, allo sharing, al noleggio a breve termine e al trasporto pubblico, che mettono al riparo dai rischi specifici.”

 

*Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora su di un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, genere ed area geografica.

 

Life is Pink, la prevenzione è donna

LIFE IS PINK è la campagna di prevenzione, sensibilizzazione  e raccolta fondi per la ricerca sul cancro  a favore della lotta contro i tumori femminili, promossa dalla Fondazione Piemontese per la ricerca sul cancro Onlus, a cui anche il Consiglio regionale ha aderito nell’ambito del mese “rosa” di ottobre.

Il Consiglio regionale, da sempre impegnato attraverso le proprie articolazioni nelle iniziative a tutela della salute e del benessere dei cittadini, ha voluto assumere anche in questa occasione un doveroso ruolo attivo sostenendo l’attività della Fondazione di Candiolo in un anno in cui, a causa della pandemia, molte donne hanno rinviato screening e controlli preziosi.

I  consiglieri  regionali, presenti  alla consueta seduta d’aula,  hanno acquistato e indossato la maglietta  ufficiale di LIFE IS PINK con il cuore rosa,  che connota la campagna per il sostegno alla ricerca sul tumore al seno e  posteranno sulla loro immagine profilo di facebook, il “motivo LIFE IS PINK #SOSTIENICANDIOLO.  I fondi raccolti serviranno per finanziare una campagna di screening gratuiti all’Istituto di Candiolo per prevenire e combattere i principali tumori che colpiscono le donne.

“Quest’anno come Consiglio regionale – afferma il presidente del Consiglio Stefano Allasia – abbiamo deciso di aderire al mese “rosa” della prevenzione del tumore al seno, attraverso una campagna di sensibilizzazione rivolta ai cittadini per diffondere la cultura della tutela della salute. La pandemia ha certamente limitato l’attitudine alla prevenzione ed è proprio per questo che in un momento cosi difficile, l’iniziativa assume una valenza ancora più importante. L’augurio è che l’adesione di questa Istituzione alla campagna della Fondazione Candiolo possa ulteriormente rafforzare l’impatto e la diffusione della cultura della prevenzione e contribuire alla raccolta fondi. Una collaborazione, quella avviata oggi con la Fondazione Candiolo che il Consiglio regionale intende proseguire anche nei mesi a venire proprio sul tema della prevenzione.  A novembre – conclude il presidente – l’assemblea legislativa sarà infatti impegnata nella promozione e sensibilizzazione della prevenzione del tumore alla prostata.

“La Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro vive e progredisce grazie al sostegno di privati, imprese, associazioni e istituzioni. Per questo l’adesione  alla nostra campagna Life Is Pink da parte di una istituzione importante come il Consiglio regionale del Piemonte – dichiara  Gianmarco Sala –  direttore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus – assume un significativo valore ed è un ulteriore stimolo per continuare a portare avanti la nostra missione. Life  is Pink, giunta alla sua terza edizione, negli scorsi anni ha permesso di raccogliere importanti  fondi  che abbiamo destinato all’Istituto di Candiolo IRCCS per l’acquisto di moderni macchinari, il finanziamento di progetti di ricerca e  la promozione di  visite gratuite  per  prevenire e combattere il tumore alla mammella”.

Nei primi sei mesi del 2020 rispetto ai primi sei mesi del 2019 gli interventi chirurgici per tumori della mammella sono passati in regime day surgery da 833 a 622 e in regime di ricovero ordinario da 1343 a 1199, complessivamente da 2176 a 1821, con una riduzione del 16,4% (- 25,3% day surgery;- 10,7% ricovero). Nel mese di maggio la riduzione è però stata del 45,7% per gli interventi in day surgery e dal 18,2% per quelli in ricovero ordinario, e nel mese di giugno del 51,5% in day surgery e del 36,1% in regime di ricovero. Tali riduzioni sono attribuibili alla chiusura dello screening che è stata effettuata in tutte le regioni italiane durante il periodo epidemico. (dati di Rete Oncologica Piemonte Valle d’Aosta)

 

Ascoltiamo l’appello dei cento uomini di scienza

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / L’appello del presidente dell’Accademia dei Lincei e di un centinaio di uomini di scienza che invitano il Governo ad assumere provvedimenti immediati e più stringenti per evitare il dilagare del contagio assume un valore molto particolare in un momento di sbando e di incertezza 

Chi scrive è stato bene attento negli scorsi mesi alla difesa dei diritti e delle garanzie costituzionali dei cittadini durante la clausura imposta dal Governo, ma la gravissima situazione in cui ci dibattiamo rende prioritaria la tutela del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione.
C’è chi in modo improvvido ha ironizzato sui cento “vecchietti”  che dovrebbero essere rinchiusi in una RSA, sottovalutando il valore di una denuncia tanto grave e del tutto inedita . Benedetto Croce diceva che  l’onestà degli uomini di scienza è una risorsa paragonabile alla pudicizia delle donne. Comprendo che oggi parlare di pudicizia faccia sorridere perché siamo in una società desertificata priva di ogni riferimento morale, ma l’appello di cento scienziati non può cadere nel vuoto. Non si tratta di persone che vogliono approfittare della pandemia per apparire in Tv a pontificare. Si tratta di persone serie che possono essere considerate, come diceva Luigi Firpo, dei monaci del sapere. Occorrono provvedimenti drastici subito, per salvare la vita degli italiani. Gli appetiti  delle corporazioni economiche passano in secondo piano. Anche la riapertura delle scuole che ha portato alla decuplicazione dei contagi va rivista e ripensata in modo rapido perché essa segna il netto fallimento del Governo sul piano della sicurezza. Il gravissimo problema dei trasporti non affrontato nei mesi scorsi è un altro elemento che provoca l’innalzamento dei contagi.   Quei cento scienziati che si rivolgono al Presidente della Repubblica non devono essere una voce nel deserto di una politica che non sa o non vuole decidere. Quando la casa brucia, le mezze misure non servono e sono necessari interventi adeguati al caso. I tempi degli assessori che vanno in viaggio di nozze durante la pandemia sono davvero finiti. Occorre severità, coraggio e decisione, abbandonando le incertezze di questi giorni che hanno già provocato troppi contagi e troppe morti. L’Accademia dei lincei, che è il più alto consesso scientifico italiano, va ascoltata e va ascoltata subito e non derisa. Scrivere che essa è la “terza età della scienza“ appare un’affermazione tanto offensiva quanto infondata. Se io penso al livello di alcuni miei amici  accademici come il microbiologo di fama internazionale  Giorgio Cavallo o il giurista sommo Giovanni Conso che fu presidente dell’Accademia, mi sorge spontaneo un moto di indignazione per i livelli bassissimi a cui siamo  giunti.