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Nell’ex sede storica della Stampa un nuovo polo per tremila studenti di UniTo

Un’ampia area per la didattica rivolta a oltre 3 mila studenti e  un Museo della scienza e della tecnologia

 

L’Università di Torino presenta il nuovo Polo universitario che sorgerà nella ex sede del quotidiano La Stampa, tra via Marenco e via Correggio a Torino. Si tratta di un progetto di recupero funzionale dell’edificio che ha ospitato dal 1968 al 2012 la redazione e gli uffici dello storico quotidiano torinese.

 

Il Polo nascente ospiterà aule per la didattica per una capienza totale di 3.185 studenti e l’area espositiva e i laboratori dell’ASTUT, l’Archivio Scientifico e Tecnologico dell’Università di Torino, parte integrante del Sistema Museale di Ateneo, che trasferirà qui la sua sede, attualmente situata presso l’ex Manifattura Tabacchi in corso Regio Parco.

 

Il nuovo Polo universitario di UniTo è un ulteriore tassello in un’area già ad alta densità universitaria con i dipartimenti di Chimica, Fisica, Farmacia e Scienze della Terra, quello di Medicina-Città della Salute e, poco più distante, quello di Biotecnologie in via Nizza.

 

In una superficie di 3.255 metri quadrati, al piano terra si troveranno cinque aule con una capienza complessiva di 1.250 posti e un punto ristoro. Al primo piano, in una superficie di 3.175 metri quadrati, saranno ospitate altre 4 aule per una capienza di 1.120 posti. Al secondo piano, in una superficie di 2.787 metri quadrati, ci saranno cinque aule per una capienza di 815 posti, oltre a un’ampia area studio. Nei due piani interrati avrà, invece, sede l’ASTUT con i laboratori di grandi e piccole apparecchiature e un’ampia area espositiva.

 

Il cronoprogramma prevede la consegna dei diversi lotti da ottobre 2020 a luglio 2021. Il piano terra a fine ottobre 2020, il piano primo a fine gennaio 2021, il secondo piano a marzo 2021, l’area ASTUT (interrati) a luglio 2021.

 

«La nascita di un nuovo Polo universitario a Torino è una buona notizia da tanti punti di vista», dichiara il Rettore di UniTo Stefano Geuna. «Il Campus di via Marenco rafforzerà il radicamento dell’Università nel tessuto urbano complessivo della città. In questo senso, il Polo nascente negli ex spazi de “La Stampa” sarà complementare a quello costituito dal complesso “Aldo Moro” e dal Campus “Luigi Einaudi”. Via Marenco risolverà, principalmente, le complessità dei corsi di laurea scientifici: Medicina, Scienze della Natura, ma anche Scienze Motorie. Per una didattica di qualità occorrono spazi adeguati, nei quali la formazione non sia soltanto occasione per il trasferimento di conoscenze e competenze, ma anche una completa esperienza da vivere. Le sedi che abbiamo in mente per UniTo non sono semplicemente aule, ma spazi di socialità, luoghi di scambio culturale e di relazione, zone per la condivisione e l’immaginazione.  

Questo nuovo spazio rappresenta un passo avanti concreto verso il progetto di Torino Città Universitaria. Trovare finalmente una collocazione di prestigio alla straordinaria collezione dell’Archivio Scientifico e Tecnologico dell’Università di Torino (ASTUT) significa restituire alla collettività un inestimabile capitale culturale, aprendo le porte di un nuovo Museo che racconti quanto l’Ateneo torinese sia stato importante per la storia della scienza e della tecnologia del nostro Paese».

 

«Il continuo aumento del numero degli studenti, 10 mila in più negli ultimi 5 anni, ha comportato la necessità reperire sul territorio nuovi spazi didattici»aggiunge Sandro Petruzzi, Direttore per l’edilizia e la logistica dell’Università di Torino. «Per far fronte a questa crescita negli ultimi anni l’Ateneo ha ampliato il proprio patrimonio edilizio avviando la creazione di nuovi poli didattici al passo con i tempi e adeguati non solo allo studio ma anche allo sviluppo delle relazioni sociali. In questa ottica il centro “Aldo Moro” (il cui progetto originario non prevedeva spazi didattici) è stato riconvertito prevalentemente all’uso universitario insediando spazi didattici, aule studio, lunch rooms e servizi agli studenti. In attesa della realizzazione del campus scientifico di Grugliasco, per ovviare alle criticità per i corsi di laurea scientifici dell’asse di via Pietro Giuria e di Medicina, dove si riscontra una frammentazione eccessiva degli spazi, nasce il progetto del Campus di via Marenco, all’interno di un edificio le cui caratteristiche architettoniche si coniugano perfettamente con le esigenze della didattica, in considerazione dei grandi spazi interni originariamente destinati ad ospitare le attività della redazione giornalistica. Il campus sarà dotato di ambienti dove alla tradizionale didattica frontale si affiancano spazi per valorizzare le competenze relazionali dello studente e stimolare la sua socializzazione. Nel campus saranno presenti aule studio, lunch rooms, luoghi informali di incontro e socializzazione. La localizzazione del campus risulta, inoltre, strategica sotto il profilo della mobilità sostenibile, in quanto baricentrica rispetto alle sedi dei Dipartimenti scientifici dell’Ateneo, facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici e dalla metropolitana e con i collegamenti ciclopedonali dell’asse del Po».

Gli iconoclasti e gli oikofobi

Tutti parlano di iconoclasti. Termine improvvisamente entrato nel lessico comune, in questo strano Anno Zero della pandemia, il 2020 dell’era volgare, l’anno del virus sino ad oggi, e della quarantena…ora anche, però, della distruzione delle immagini… Perché proprio questo significa iconoclastia: distruzione delle icone. Ovvero delle immagini.

E fu un’eresia, bizantina. Una di quelle importanti. Sorta fra l’VIII e il IX secolo, in opposizione all’icondulia. Il culto delle icone. Tutt’ora fondamentale nelle Chiese Orientali. E che sino al Vaticano II ebbe un ruolo non secondario anche nella tradizione cattolica.

Gli iconoclasti le immagini le distruggevano. Considerandole forme di idolatria pagana. Consonando, in questo, con i musulmani. Tant’è che Dante, seguendo i padri orientali, considera Maometto il più grande scismatico di tutti i tempi. E quindi l’Islam una fattura del Cristianesimo… Ma questa è altra storia… E poi non mi va di finire sempre con il fare il professore…

… continua a leggere:

Anno Zero. Gli iconoclasti & gli oikofobi

 

Mai mischiare giudizi morali e giudizi penali

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Le giornate a tema ormai sono del tutto svalutate e inflazionate. Ne hanno create per tutte le occasioni anche le più strampalate, ma ieri 17  giugno era la giornata dedicata alle vittime degli errori giudiziari. E’ tornata alla mente naturaliter la figura di Enzo Tortora, condannato a dieci anni in base a pentiti indegni di essere creduti da magistrati che non pagarono mai per i propri errori, ma anzi fecero carriera 

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Francesca Scopelliti, la sua compagna, ci ha costantemente ricordato il martirio di Tortora che solo il coraggioso Pannella seppe denunciare con coraggio. Zanone che era segretario del PLI, il Partito di Tortora, ebbe paura e lo lasciò solo. Enzo lo definì non senza ragione “il farmacista di Pinerolo“ che guardò al tornaconto immediato senza comprendere la grande battaglia liberale che si doveva combattere per Tortora e la giustizia giusta.
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E ovviamente va ricordato Bruno  Contrada che fu una vittima della mala giustizia anche più di Tortora e che qualcuno vorrebbe illusoriamente senatore a vita, nominato da Mattarella che mai – credo- penserebbe di onorare un grande servitore dello Stato come Contrada. Ma oggi la giornata deve anche farci  ricordare Palamara e le correnti che hanno inquinato la magistratura, minandone l’ indipendenza che non è un diritto dei magistrati, ma un dovere dei magistrati  nei confronti dei cittadini. Il pm di Palermo Di Matteo che inquisì  Napolitano per una presunta trattativa Stato- Mafia e che ora è al CSM , ha parlato di clima mafioso nella spartizione delle cariche all’interno della Magistratura. Una dichiarazione che se fosse stata detta da altri, sarebbe apparsa  un oltraggio alla Magistratura, perseguibile penalmente. Anche il caso  di Carminati,  liberato dal carcere dopo cinque anni per i ritardi giudiziari, deve farci meditare. Lo accusarono di mafia, ma un tribunale ha dichiarato che non era mafioso. Oggi è libero perché le regole devono essere uguali per tutti, anche per Carminati. La legge dovrebbe essere uguale per tutti e non sarà certo Giletti o il ministro Bonafede a farmi cambiare idea. I giudizi morali sono importanti, ma nulla hanno a che fare con quelli giudiziari. Carminati lo detesto, ma i suoi diritti sono sacri e inviolabili. Un liberale la pensa così. Che piaccia o non piaccia. Guai a tradurre  sul piano penale dei giudizi morali. Saremmo all’ Inquisizione laica, la peggiore possibile. La Giustizia che piaceva a Calamandrei, a Leone, a Cossiga, a Denicola e a Carnelutti per non dire a Beccaria, ne uscirebbe violentata per sempre.
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Premio GiovedìScienza Futuro e Premio Industria 4.0 uniti per la ricerca

L’attualità di questi giorni porta in evidenza il fatto che scienza e ricerca siano sempre di più risorse importanti per il futuro. Sostenerne gli sforzi e fornire ai ricercatori spazi, strumenti e risorse adeguate diventa molto importante per formare un solido e competitivo ecosistema innovativo per l’economia italiana. Forti di questa convinzione CentroScienza Onlus con Camera di commercio di Torino, Unicredit, gli Incubatori di impresa degli Atenei piemontesi 2i3T, I3P, Enne3, il Club degli Investitori e Cariplo Factory valuteranno i progetti presentati e decreteranno i vincitori dei due premi – Premio GiovedìScienza Futuro e Premio Industria 4.0.

 

Da 9 anni l’associazione torinese CentroScienza Onlus organizza il Premio GiovedìScienza, dedicato ai ricercatori under 35 di tutti gli enti di ricerca italiani. Il premio è nato nel 2011 per incoraggiare i protagonisti della ricerca alla comunicazione della scienza, per offrire loro risorse e strumenti per divulgare le proprie ricerche. Le 64 candidature giunte quest’anno sono state valutate da 101 referees in base al merito scientifico e tra loro il comitato di selezione individuerà il vincitore del Premio GiovedìScienza Futuro, dedicato ai ricercatori che hanno presentato – oltre al progetto scientifico – uno studio di fattibilità e il vincitore del Premio Industria 4.0, rivolto ai candidati che, oltre al progetto scientifico, abbiano sviluppato anche una proposta progettuale inserita in questo ambito.

“In momenti di grande cambiamento come quelli che stiamo vivendo la ricerca scientifica può essere la risposta ad alcuni bisogni della collettività. Il supporto dell’ecosistema dell’innovazione è molto importante – dichiara Silvio AimePresidente dell’Incubatore d’impresa dell’Università di Torino 2i3T – per aiutare i ricercatori ad approcciare una realtà che richiede, anche per chi ha solide basi scientifiche, di saper comunicare al fine di coinvolgere gli stakeholder sia pubblici che privati al fine di dotarsi delle risorse necessarie per l’avanzamento delle attività. Il trasferimento di conoscenza è ancora trainato da interventi pubblici ma sempre più il settore privato rivolge le proprie attenzioni ed interagisce con gli Enti Pubblici di Ricerca per garantirsi l’accesso all’innovazione, guardando anche all’opportunità di poter intercettare competenze ed interagire con i giovani.

Gli Incubatori d’ impresa supportano i ricercatori che si affacciano in questo scenario sempre più competitivo fornendo loro gli strumenti necessari per realizzare e sviluppare i loro progetti; sempre più lo spirito di iniziativa e l’imprenditorialità sono elementi imprescindibile per chi si trova a pianificare un progetto di ricerca, che richiede anche le capacità di: valorizzare e tutelare la conoscenza generata, valutare i costi, gestire il capitale umano, negoziare, relazionarsi e comunicare, con un sistema economico dinamico che richiede il presidio anche di queste abilità per traguardare ad un futuro in cui la collaborazione tra Ricerca ed Impresa sia sempre più diffusa.” La 34a edizione di GiovedìScienza è ideata e organizzata dall’Associazione CentroScienza Onlus, promossa dalla Città di Torino e dalla Regione Piemonte, con il patrocinio della Città metropolitana di Torino. Sostenuta dalla Compagnia di San Paolo. Con il contributo di: Fondazione CRT, Banca d’Alba, Camera di commercio di Torino, UniCredit.  GiovedìScienza è realizzato in collaborazione con: Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Accademia delle Scienze di Torino e Ce.Se.Di della Città metropolitana di Torino. Il Premio GiovedìScienza si svolge in collaborazione con gli Incubatori di impresa degli Atenei piemontesi 2i3T, I3P, Enne3 e con il Club degli Investitori e Cariplo Factory. L’iniziativa si svolge nell’ambito del Sistema Scienza Piemonte

“Consegnalaspesa”, il negozio di quartiere è online

E’ nata una web app che vuole valorizzare le attività commerciali (macellerie, gastronomie, supermercati, gelaterie …) e il rapporto di fiducia che si crea con il cliente.

L’idea è della torinese  Cean Design & Food Retail e intende permettere a chi ha un’attività di creare una  vetrina online per promuovere i prodotti in maniera facile, veloce (e soprattutto gratuita).
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E al cliente di non rinunciare alle buone abitudini. Si potranno infatti  acquistare i prodotti dal commerciante di fiducia, in pochi click.
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Per saperne di più: www.consegnalaspesa.it

Quel che resta dell’esame di maturità e della scuola

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Gli esami di Maturità, o meglio gli Esami di Stato conclusivi del ciclo della scuola superiore, stanno prendendo una piega che forse non ebbero neppure durante la Seconda Guerra Mondiale che provocò veri e propri disastri anche nel mondo della scuola

Sono  ancora in affanno per trovare i presidenti delle commissioni d’esame . Stanno reclutando pensionati, professori di educazione fisica che si lasciano andare ad esilaranti interviste in cui esprimono l’idea di promuovere tutti e dimostrano a priori di non saper presiedere una commissione d’esame. Hanno anche riscoperto i docenti universitari che possono, da quest’anno, riprendere a presiedere le commissioni.
Per avere un’idea del degrado della scuola italiana, pensate che quando io sostenni il mio esame di maturità la presidente della commissione era una illustre docente universitaria. Allora i presidenti erano professori di università, poi dalla riforma Sullo che nel 1969 semplificò e facilitò molto l’esame, riducendo le materie orali  a due soltanto – di cui una scelta dallo studente –  e le prove scritte anch’esse  a due, i docenti universitari, salvo casi rarissimi, preferirono disertare  e allora vennero nominati dei presidi e poi dei semplici professori con una certa anzianità di servizio come presidenti . Come commissari vennero anche reclutati dei semplici supplenti. L’esame di Stato con commissari provenienti da altre zone del Paese sono un ricordo del passato perché i commissari esterni, quando previsti,  provengono  dalla stessa città. Sullo appare storicamente responsabile di aver risposto alla contestazione con il facilismo: invece di riformare la scuola come fece De Gaulle in Francia dopo il maggio parigino  della contestazione, si limitò a cambiare l’esame di maturità, partendo dal tetto invece che dalle fondamenta. Da Sullo in poi la scuola finì di sgretolarsi perché i docenti furono lasciati soli, mentre  i sindacati confederali della scuola sostenevano la più becera demagogia di marca sessantottina e non sostennero il ruolo primario della funzione docente. Ho appreso con sconcerto che ai docenti universitari la presidenza delle commissioni fosse stata preclusa,magari da uno dei tanti ministri che misero mano agli esami: Berlinguer, Moratti ( che ideò  Incredibilmente le commissioni interne fatte dagli stessi professori della classe ), Gelmini  che cercò inutilmente di portare un minimo di serietà negli esami e per questo fu duramente contestata.
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Conobbi Moratti agli inizi del suo mandato ministeriale e rimasi colpito dalla sua totale ignoranza dei problemi della scuola, da lei  considerata al pari di un’azienda con i presidi trasformati in manager. Oggi, dopo quattro mesi di chiusura delle scuole, un po’ di didattica a distanza da parte di professori impreparati a praticare quell’insegnamento e le conferenze  televisive dei grandi luminari sul tipo di Barbero e a Odifreddi, gli studenti devono affrontare una prova orale (gli scritti sono stati eliminati) che diventa ridicola. Ovviamente si parte da un argomento scelto dal candidato, essendo state abolite le tesine e il sistema ideato dal ministro Marco Bussetti, il professore di ginnastica che aveva inventato  il sorteggio delle buste per evitare favoritismi. La ministra attuale si rivela la più inadeguata della storia italiana, paragonabile solo a Sullo, Ferrari Aggradi, Misasi  e Malfatti che distrussero la scuola in tempi non di pandemia. Questi ministri Dc che il mio amico Giuseppe Tramarollo, presidente della Federazione dei Docenti fondata da Salvemini, definiva la banda dei quattro, operarono scientemente per dare un colpo mortale alla scuola di Stato, privandola della serietà e del rigore necessario, senza  i quali la scuola diventa inutile  culturalmente e ingannevole sul piano sociale perché non è più quell’ ascensore che permette “ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi” – come recita la costituzione – di ascendere. La Signora Azzolina, del tutto impreparata, sta dando forse involontarie picconate, per inadeguatezza. Stenta a far partire gli esami pro -forma  che promuoveranno tutti, salvo chi, per caso, dovesse essere assente alla prova. C’è da immaginarsi cosa sarà la ripresa della scuola in settembre. Non si deve tuttavia  essere ingenerosi perché anche Benedetto Croce che esattamente cent’anni fa fu ministro della Pubblica istruzione nell’ultimo governo Giolitti,di fronte al  Covid 19, si sarebbe trovato in serie difficoltà. Sta di fatto che in Europa le scuole hanno riaperto e in Francia Macron intende prolungarle in giugno. Sono tutti imprudenti o è la scuola italiana a non aver saputo reagire? Ovviamente anche le Università chiuse con lezioni ed esami a distanza destano qualche perplessità, ma è soprattutto la scuola, da quella dell’obbligo in su a generare dubbi. I genitori che spesso giustificano i propri figli anche quando non dovrebbero, sono oggi seriamente molto preoccupati per una scuola che di fatto ha abdicato alla sua funzione.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Maturità internazionale, 5 borse a Torino

Riceviamo e pubblichiamo / L’incertezza globale sull’evoluzione della pandemia da coronavirus rende qualsiasi previsione a lungo termine particolarmente ardua. Qualcuno ha dovuto rinunciare ai summer camp all’estero, molti stanno rivalutando il loro trasferimento fuori Italia. Complessivamente però la determinazione a creare un curriculum internazionale sembra non aver abbandonato la “generazione lockdown”, come qualcuno ha già ribattezzato gli studenti che, in tutto il mondo, hanno vissuto l’esperienza della DAD

La voglia di studiare all’estero è ancora tanta e mentre le università italiane e straniere  si attrezzano con misure per rendere il distance learning efficace anche la WINS – World International School of Torino offre una concreta possibilità gli studenti italiani che vogliono ottenere la maturità internazionale come trampolino di lancio per i propri studi all’estero: 5 borse di studio a copertura totale e parziale della retta per gli anni scolastici 2020-2021 e 2021-2022 che permetteranno a 5 studenti meritevoli di frequentare a Torino gli ultimi due anni della scuola superiore seguendo il programma internazionale International Baccalaureate®.

Le candidature, aperte a tutti gli studenti italiani, devono pervenire entro il 15 giugno. Possono presentare domanda per le borse di studio per l’anno scolastico 2020-2021 gli studenti, italiani e stranieri, nati tra il 1 gennaio 2002 e il 31 dicembre 2005. Gli studenti frequentanti una scuola secondaria di secondo grado italiana devono aver superato il terzo anno al 30 giugno 2020. Sono ammessi gli studenti provenienti dai seguenti percorsi di scuola italiana: Liceo Scientifico, Liceo Linguistico, Liceo di Scienze Umane, Liceo Classico Liceo Economico Sociale, con una buona media scolastica. E’ titolo essenziale la conoscenza dell’inglese.

Tutte le informazioni per partecipare al banco sono sul sito www.worldinternationalschool.com

 

WINS – World International School of Torino.

Via Traves 28. Torino

Call4women, selezionate 5 start up al femminile

Il 31 marzo 2020  Endeavor Italia, l’organizzazione internazionale non-profit che supporta le imprese ad alto potenziale, e   B Heroes, l’ecosistema di iniziative per startup innovative, hanno lanciato   Call4Women, un’iniziativa rivolta alle imprenditrici di tutta Italia.

 

Tra le   150 candidature pervenute  alla call, 70 si sono rivelate idonee al percorso   Endeavor, realizzato in partnership con   Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, rivolto a realtà strutturate e che hanno già una buona presenza sul mercato.   Cinque aziende  sono state selezionate per accedere a due giornate di workshop tenute dal business coach Ed Capaldi sui temi di Business Canvas, definizione OKR (Obbiettivi e Risultati Chiave) e preparazione del pitch, oltre a mentorship dedicata, potenziale introduzione a investitori e accesso alle convenzioni attive per le aziende Endeavor. In preparazione al workshop, che avrà luogo nei prossimi mesi presso le OGR Tech di Torino, le imprenditrici prenderanno parte anche ad alcuni webinar formativi online.

 

Le cinque aziende selezionate da   Endeavor Italia

 

Chitè Lingerie, fondata da Chiara Marconi, è il primo brand di lingerie di lusso a offrire una piattaforma di personalizzazione online che consente alle clienti di creare il proprio capo su misura, scegliendo colori, tessuti, componenti e taglia perfetta. Tutti i capi sono realizzati dalle mani esperte di artigiani indipendenti seguendo l’idea di una filosofia “Slow Couture”.

 

Flority Fair, fondata da   Giulia Giontella, è il primo portale di delivery di fiori coltivati a chilometro zero e disponibili con formule di abbonamento, oltre che uno dei pochi riferimenti e-commerce del settore nel nostro paese.

 

Ghostwriter Ai, fondata da   Ester Liquori, è la piattaforma di content marketing che suggerisce i contenuti più adatti per aumentare le vendite, i profitti e il coinvolgimento. Grazie a Ghostwriter Ai è possibile risparmiare otto ore di lavoro a persona ogni settimana e circa il 30% del budget destinato al marketing.

 

LEB World, fondata da   Manuela delli Carri, è la startup innovativa nel campo del beauty con sede in Puglia. LEB vuole evolvere il settore della cura delle unghie sostituendo le tradizionali boccette di smalto, che favoriscono il deposito di pelle umana e altri microrganismi nocivi sul pennello, con nuovi packaging sostenibili, igienici, rapidi e intelligenti.

 

M2TEST srl, fondata da   Alessandra Nicolosi, lavora come SAAS ed è nata con l’obiettivo di migliorare la vita delle persone attraverso la valutazione del rischio di frattura fragile. Questo avviene grazie a BES TEST, un test per la valutazione della qualità della struttura ossea utile non solo al momento della diagnosi, ma anche nel monitoraggio e nella prevenzione delle alterazioni a livello della struttura ossea.

 

Si aggiunge alla rosa anche   Aileens Pharma, la startup che sviluppa trattamenti per chi soffre di malattie dermatologiche guidata da   Sonia Longo, selezionata per il   Premio Speciale di SheTech, la community che supporta le donne nel mondo della tecnologia.
Partecipano al programma anche quattro aziende a conduzione femminile del network europeo di Endeavor: Melis Abacıoğlu (Wellbees), Alison Stroh (Dr Coys), Karla Klincheva e Sandra Klincheva (More Noir).

 

“Oggi più che mai è necessario valorizzare il potenziale dell’imprenditoria femminile. Viviamo in un contesto dove sono ancora presenti numerose barriere, sia materiali che culturali, che sono di ostacolano alla sua piena espressione e, come Endeavor, riteniamo prioritario dare il nostro contributo per affrontarle e rimuoverle” afferma il Managing Director di Endeavor Italia,  Raffaele Mauro. “Affrontare la crisi epidemica ed economica non riduce l’urgenza, anzi rafforza la necessità di riconoscere e sostenere le donne che assumono il rischio imprenditoriale e contribuiscono a creare le basi dello sviluppo futuro”.

Un corso di cucina di beneficenza con La Cuoca Insolita per aiutare la piccola Olivia

Qualche settimana fa (https://iltorinese.it/2020/06/02/un-aiuto-alla-piccola-olivia-affetta-da-una-malattia-rarissima/) avevamo già parlato della Help Olly Onlus (https://helpolly.it/), nata per aiutare la piccola Olly. Olivia, ma tutti la chiamano Olly, è una bimba di due anni, di Torino, che soffre di una malattia genetica rara: la paraparesi spastica ascendente ad esordio infantile.

Si contano solo 30 casi al mondo e si conosce ancora poco di questa malattia. Per questo i suoi genitori, Sara e Simone Aversa, hanno già intrapreso moltissime iniziative, tra le quali la promozione del progetto Seed Grant di Telethon (un bando di ricerca su questa patologia aperto a tutti) e il contatto con la dott.ssa Ozdinler del laboratorio omonimo di Chicago (esperta delle malattie del primo motoneurone).

A Torino invece partecipano allo studio sulla malattia il Dipartimento di Ingegneria Biomedica del Politecnico di Torino e il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino, per tentare di percorrere più strade nell’ambito della ricerca scientifica, volta a identificare la giusta terapia. La piccola Olivia intanto è seguita dalla Fondazione Stella Maris di Pisa e dall’equipe medica dell’ASL 1 di Torino per l’attività di fisioterapia e logopedia.
In tanti si danno da fare per dare un aiuto, anche piccolo. Perché, come dice un proverbio, “tante gocce fanno un mare”. E così, con il desiderio di aiutare la famiglia, è stata promossa un’iniziativa di beneficenza anche da parte de La Cuoca Insolita. Anche lei di Torino, amica di gioventù di Simone Aversa, il papà di Olivia, ora che il Coronavirus le ha impedito di svolgere i suoi corsi di cucina “dal vivo”, non si ferma. E decide di organizzare un corso di cucina online. “Con le mani in pasta per Olly” è il titolo (https://www.lacuocainsolita.it/con-le-mani-in-pasta-per-olly-la-cuoca-insolita/). Il 100% della quota di iscrizione andrà direttamente alla Onlus. Chi si iscrive quindi sa di aiutare Olivia e sa con certezza dove andrà il denaro.

Ognuno da casa propria, preparerà in due ore, con il supporto continuo de La Cuoca Insolita che mostrerà tutto passo per passo, due ricette: le trofie al pesto e i cuori di pasta frolla al cioccolato. Con il solito approccio volto al pensiero di mangiare con gusto, ma in modo salutare (perché questa è la sua rotta in tutto quello che propone), saranno due ricette della tradizione, ma con alcuni accorgimenti più leggere e più ricche di fibre, ma altrettanto buone. Così anche i bambini (e non solo, potete crederci), saranno soddisfatti. Questa sarà quindi un’iniziativa dedicata ad aiutare Olivia, ma anche un modo per dedicare a sé stessi un poco di divertimento e di evasione (e di questi tempi ne abbiamo tutti tanto bisogno…) e per preparare la cena!
Per iscriversi al corso di cucina basta cliccare su questo link (https://www.lacuocainsolita.it/con-le-mani-in-pasta-per-olly-la-cuoca-insolita/). E… se proprio la cucina non interessa… è possibile aiutare Olivia anche andando direttamente sul sito della Help Olly Onlus (https://helpolly.it/dona/) e versare un contributo tramite bonifico bancario alla Banca Reale di Torino, IBAN IT24D0313801000000013289426, intestato ad Associazione Help Olly Onlus, C.F. 97855900011 o tramite Paypal o carta di credito.

“Afraid of Destiny”, un video denuncia la tratta della prostituzione

Un documentario racconta la lotta alla tratta di ragazze nigeriane finalizzata alla prostituzione sui territori di Alessandria ed Asti

Foto Siccardi

Il progetto “Frame,voice,report”, promosso e finanziato dall’Unione Europea e dalla Regione Piemonte, racconta la lotta alla tratta di ragazze nigeriane finalizzata alla prostituzione sui territori di Alessandria ed Asti. L’idea nata dalla necessità di non raccontare solo un fenomeno legato alla tratta di esseri umani ma di spiegarlo attraverso i volti e le storie delle giovani donne chi ne sono vittime ha coinvolto i fotoreporter torinesi del Collettivo X di Torino insieme a Cultura e Sviluppo Alessandria, alla Comunità San Benedetto al Porto e all’Associazione Argo di Asti.

Foto Max Ferrero

Il progetto è ancora in corso di svolgimento ma  è disponibile la pagina che consente di visionare il documentario “Afraid of Destiny”( www.culturaesviluppo.it/afraidofdestiny)  girato sulle strade di Alessandria e Asti e nei centri che accolgono le ragazze ex vittima di tratta. “L’obiettivo del progetto – racconta Fabio Scaltritti, presidente dell’Associazione Comunità San Benedetto al Porto – è quello di produrre il desiderio di cambiamento nei possibili “consumatori” di prostituzione di domani, aiutandoli a considerare il legame inscindibile fra domanda di prostituzione e violenza della tratta, contribuendo a far riconoscere le donne vittime di tratta come soggetti e non oggetti, con diritti uguali a quelli di tutti gli esseri umani”.

Questo lavoro – sottolinea Alessio Del Sarto, direttore dell’Associazione Cultura e Sviluppo Alessandria – nasce con l’obiettivo di avviare riflessioni e attivare atteggiamenti proattivi nei confronti del fenomeno della prostituzione locale, lavorando su più livelli. Oltre al documentario “Afraid of Destiny, realizzato  insieme ai reporter del Collettivo X di Torino (Mauro Donato, Max Ferrero, Stefano Stranges e Paolo Siccardi) e alle altre due associazioni abbiamo organizzato alcuni incontri per stimolare il confronto e il dialogo tra le donne vittime di tratta, gli operatori che le seguono e i giovani della provincia, al fine di far ascoltare direttamente le loro testimonianze e aiutare i ragazzi a superare eventuali pregiudizi e informazioni sbagliate, prendendo consapevolezza dei diversi aspetti, delle conseguenze e della complessità che il fenomeno porta con sé”.

Foto Stefano Stranges
Foto Siccardi

Un gruppo di circa quindici “peer educators” (ragazze e ragazzi della provincia di Alessandria di età compresa fra i 17 e i 26 anni) ha avuto infatti la possibilità di incontrare direttamente le ragazze ex vittime di tratta che hanno avuto il coraggio e la forza di cambiare vita, per raccogliere le loro storie, dalla scelta (spesso in realtà obbligata) di partire dalla Nigeria, passando per le atrocità che il viaggio lungo il deserto e la permanenza in Libia porta con sé, fatto di torture e stupri, fino all’arrivo in Italia, nuovo punto di partenza per vessazioni e ricatti, alla luce del fatto che le ragazze si trovano costrette a dover ripagare un debito che mediamente varia dai 30 mila fino ai 50 mila euro e più.

Il video documentaristico prodotto con i miei colleghi del CollettivoX – afferma Paolo Siccardi, giornalista e fotoreporter –  raccoglie i racconti delle ragazze coinvolte nella tratta sessuale. Questi racconti sono diventati il nucleo centrale del video partendo proprio dai loro paesi di origine, dal viaggio affrontato attraverso il deserto (a volte può durare anche dei mesi) per poi dalla Libia attraversare il mediterraneo sulle carrette marine ed entrare illegalmente in Italia.

Foto Siccardi

 

Foto Siccardi

Vengono vendute come merce dai clan locali ad altre organizzazioni criminali allo scopo dello sfruttamento sessuale fino quando non hanno estinto il loro debito di partenza contratto per affrontare il viaggio. Sono testimonianze toccanti, tutte diverse tra di loro e le accomuna solo la crudeltà con cui tutte hanno subito le stesse violenze. Il poter ascoltare quei racconti e rubare per pochi minuti la loro intimità è stato come poter respirare emotivamente le loro stesse  paure”.

Un progetto importante che opera per accrescere  il senso di responsabilità dei cittadini, che possono scegliere se essere clienti, alimentando tale fenomeno, indifferenti al tema, senza preoccuparsi della violenza e della disparità che si perpetua nelle strade intorno a loro, o parti attive di un cambiamento collettivo, volto a instaurare nelle nuove generazioni più consapevolezza sulle conseguenze che le azioni di tutti producono.

Marco Travaglini