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Fare casa nei luoghi pensati come bene comune

Convivio, Esperienze di crescita e conoscenza

 

Evento di apertura del ciclo di incontri e presentazione della stagione per le scuole

giovedì 19 settembre 2024 ore 17.30

 

con la lectio di Andrea Staid

Casa del Teatro
(Corso Galileo Ferraris 266, Torino)

 

 

Dopo l’esperienza del primo ciclo di incontri di Convivio, con gli ospiti Ugo Morelli, Carlo Boccadoro e Carla Weber, Fondazione TRG propone un nuovo ciclo di incontri alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani rivolti prevalentemente alle e agli insegnanti, ma aperti alla collettività, per riflettere sui diversi linguaggi teatrali legati ad altrettanti spettacoli in stagione. La serata di presentazione di Convivio, progetto nato per creare momenti di approfondimento culturale dedicati alle e agli insegnanti in un’atmosfera rilassata e informale, sarà anche occasione per presentare la nuova stagione teatrale di Fondazione TRG, che proporrà più di 120 spettacoli per studentesse e studenti di ogni ordine e grado.

 

Da anni la Fondazione TRG, attraverso progetti legati al teatro e soprattutto a una ricca e variegata programmazione con spettacoli pensati per le famiglie, per i giovani e per le scuole, propone temi utili alla crescita delle nuove generazioni nella realtà contemporanea, dalla guerra all’etica, dalla giustizia alle nuove tecnologie, per coinvolgerle nel dibattito attuale e fornire loro strumenti utili per poter leggere e interpretare la realtà del presente. Continua il percorso legato alla valorizzazione del linguaggio nelle sue molteplici declinazioni – della letteratura, della filosofia, della scienza… – come strumento di comprensione e comunicazione, nella consapevolezza che i linguaggi teatrali possano dare un contributo alla crescita di tutte e tutti.

 

L’evento di presentazione si terrà giovedì 19 settembre e si aprirà alle 17.30 con i saluti istituzionali della Presidente della Fondazione TRG Anna Maria Poggi e dell’Assessora alla Cultura della Città di Torino Rosanna Purchia, al termine dei quali Emiliano Bronzino, Direttore Artistico della Fondazione TRG, presenterà Luogo in Comune – la stagione Teatrale 2024/25 di TRG dedicata alle scuole -, le attività di laboratorio Un teatro per il futuro, e il programma di Convivio, annunciando la collaborazione con in collaborazione con il progetto Democrazia Futura realizzato da Fondazione per la Cultura Torino, il Salone Internazionale del Libro e con Associazione CentroScienza Onlus. 

 

Alle 18.30 seguirà la lectio dell’antropologo Andrea Staid Fare casa nei luoghi pensati come bene comune. Staid rifletterà sull’esperienza dell’abitare, fondamentale dell’essere umano perché ci consente di costruire un senso di appartenenza e di radicamento, e sul concetto di spazi comuni, sottolineando la necessità di fondare un nuovo paradigma che pone al centro il saper fare comunità riconoscendosi nei luoghi che abitiamo e che ci abitano – senza dimenticare le altre vite animali, vegetali e minerali con cui li condividiamo.

 

L’evento si concluderà alle ore 20.00 con un aperitivo. L’ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria.

 

Andrea Staid è docente di Antropologia culturale e visuale presso la Naba, di antropologia culturale presso Università statale di Genova, e dirige per Meltemi la collana Biblioteca/Antropologia. Tra i suoi ultimi libri: Disintegrati (Nottetempo 2020), La casa vivente (ADD 2021), Essere natura (UTET 2022). I suoi libri sono tradotti in Grecia, Germania, Spagna, Cina, Portogallo, Cile. Collabora con diverse testate giornalistiche, tra le quali Il Tascabile e Left.

 

La Fondazione TRG onlus, presieduta da Anna Maria Poggi e diretta da Emiliano Bronzino, è riconosciuta dal Ministero della Cultura quale Centro di Produzione Teatrale per l’Infanzia e la Gioventù. È partecipata da Regione Piemonte, Città di Torino ed è sostenuta dalla Compagnia di San Paolo. Prosegue la missione individuata alla fine degli anni Sessanta dai fondatori del Teatro dell’Angolo, continuandone il quarantennale percorso storico-artistico, volto a diffondere la cultura teatrale tra i giovani e a favorirne l’incontro con altre espressioni artistiche. Tra le sue attività principali, l’intervento sul territorio, con progetti rivolti a insegnanti, educatori, oltre naturalmente a bambini, ragazzi, giovani e alle loro famiglie. Produce e distribuisce spettacoli in Italia e all’estero, per i quali ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Dal 2006 gestisce la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, dove programma, ogni anno, una ricca stagione di spettacoli per le scuole, per le famiglie e per i giovani, ospitando oltre 240 rappresentazioni e accogliendo oltre 40.000 spettatori. Organizza inoltre una significativa attività anche nel campo della formazione, offrendo a bambini, ragazzi, giovani e adulti la possibilità di divenire protagonisti della scena.

 

 

Per informazioni
Fondazione TRG – Casa del Teatro Ragazzi e Giovani
tel. 328/2291796
scuole@fondazionetrg.it
www.casateatroragazzi.it

 

Quando il sistema scolastico abbandona gli studenti

L’OPINIONE           Di Stefano Callà *

“Mio figlio ora non ha più la sua maestra per affrontare l’ultimo anno di elementare”

Studente#1 è un bambino come tanti altri. Sebbene sia affetto da autismo non verbale, aggravato da epilessia farmacoresistente e artrite idiopatica giovanile, queste condizioni non lo rendono diverso dagli altri. Ciò che accomuna Studente#1 e i suoi compagni di classe, infatti, è il modo in cui vengono trattati: ridotti a numeri, entità astratte prive di emozioni, sogni e aspirazioni per il futuro.

Proprio per questo motivo, l’ultimo anno di scuola elementare, un momento cruciale per Studente#1 che avrebbe dovuto segnare la fine di un percorso verso l’autonomia, si presenta più difficile del previsto. La sua maestra, che lo ha accompagnato con dedizione negli ultimi anni, non ci sarà più. Questo cambiamento, inatteso e doloroso, rende il ritorno in classe particolarmente impegnativo. Non è stato previsto alcun insegnante dedicato, capace non solo di fornire supporto professionale, ma anche di accompagnare Studente#1 con la sensibilità emotiva necessaria verso quell’autonomia che, giorno dopo giorno, la sua insegnante di sostegno ha cercato di costruire. «A inizio mese, quando la docente mi ha telefonato in lacrime, dicendo di essere stata trasferita, è stato impossibile preparare studente#1 a questo cambiamento imprevisto» afferma la madre del bambino.

Studente#1 è un alunno come tanti. E come tanti altri studenti, è vittima di un sistema scolastico che tratta i giovani come pedine, abbandonandoli a “percorsi formativi” che altro non sono che trovate di marketing, utili solo ad aumentare il prestigio dell’istituto e l’ego dei suoi dirigenti.

Tuttavia, la situazione di Studente#1 merita rispetto e attenzione. Chi ha lasciato questo bambino solo, alle prese con le sue difficoltà, dovrà assumersi la responsabilità delle conseguenze che tale mancanza di supporto avrà sul suo cammino di crescita e sviluppo.

* avvocato

Senior housing? Presenti!

Da anni siamo abituati a sentire parlare di RSA, di strutture per anziani non autosufficienti o, se sufficienti, comunque soli e bisognosi di cure.

In realtà la distinzione è netta, in funzione del grado di autonomia del paziente, ma proprio per questo la realtà va adattata al soggetto.

Già da alcuni anni, almeno per i più giovani, sono nate le cosiddette cohousing cioè abitazioni condivise sia per ridurre l’impatto economico (ma è l’aspetto minore) che per condividere spazio e tempo, cioè vivere insieme, pur senza alcun vincolo affettivo.

Se applichiamo lo stesso concetto agli anziani rimasti soli ecco che assistiamo al senior housing, cioè ad una forma di cohousing studiata per la terza età.

La Regione Piemonte è stata probabilmente la prima a formulare questa iniziativa, forte della consapevolezza che gli anziani sono in aumento ma che non tutti arrivano al traguardo con il coniuge o altre persone (familiari/amici) che possano tenere loro compagnia.

Ecco, pertanto, che le già conosciute RA, o Residenze per anziani, strutturate in camere singole dotate di toilette aventi in comune solo il refettorio, il cortile, la sala TV si trasformano in strutture dotate di due/tre camere più cucina e bagno per ogni nucleo; in molti casi gli ospiti sono liberi di uscire durante il giorno e, dunque, ridurre la percezione di abbandono o di inutilità che spesso accompagna il cambio di stile di vita.

Di fronte a società in cui la componente over 65 aumenta ogni anno, con nuclei familiari senza figli (e spesso senza altri familiari) il problema della solitudine, anche in assenza di patologie invalidanti, diventa prioritario se vogliamo definirci una società civile, in cui il welfare sia tenuto nella giusta considerazione, il capitolo della spesa pubblica contempli correttamente queste residenze, viste anche come supporto a situazioni di disagio e di solitudine che potrebbero essere prodromiche a patologie di natura psicologica.

Nei Paesi del nord Europa, da decenni la terza età è considerata con un occhio di riguardo sia per il ruolo svolto nella società durante l’età lavorativa sia come dovere sociale per chi ha contribuito alla spesa pubblica con il pagamento delle tasse.

Noi, che siamo probabilmente fanalino di coda almeno in Europa, solo ora ci accorgiamo di quanti siano gli anziani bisognosi (ma anche quelli desiderosi) di una sistemazione che non li penalizzi dal punto di vista emotivo, abitativo e relazionale.

Considerando che il costo medio di un posto in RSA si aggira sui 3000 euro a persona al mese, appare evidente come il fenomeno assuma rilevanza sociale, stante l’importo medio di una pensione, il numero di percipienti una c.d. pensione sociale, il numero sempre maggiore di invalidi e, dunque, come lo Stato attraverso le Regioni debba considerare forme alternative di ospitalità per quanti non possano restare in una famiglia tradizionale.

Nel Comune nel quale sono Sindaco stiamo valutando il fenomeno terza età nella sua interezza proprio per valutare con ampio anticipo l’evolversi del problema, di concerto con urbanisti, architetti, psicologi e medici al fine di farci trovare preparati quando il fenomeno, se non vi sarà un’inversione di tendenza, assumerà dimensioni socialmente importanti.

L’invito che mi sento di rivolgere a imprenditori, enti locali, associazioni è di orientarsi verso questa forma di socializzazione dove gli ospiti abili potranno contribuire manualmente al mantenimento della struttura sentendosi attivi, importanti e partecipando attivamente alla vita della loro microcomunità.

Come effetto secondario, non meno importante, avremmo una riduzione dei costi di gestione (e, quindi, di partecipazione) con ricaduta positiva sul costo effettivamente sostenuto dagli ospiti o, se la struttura è convenzionata, dalla Sanità regionale, a vantaggio della spesa pubblica.

Sergio Motta

Chiude lo storico pub Shamrock Inn, per lasciare il posto ad appartamenti di lusso

Lo storico pub irlandese di corso Vittorio Emanuele, Shamrock Inn, chiuderà i battenti, e l’ultima serata di apertura sarà il 2 novembre. Ha rappresentato un locale storico per la storia torinese perché era possibile mangiarvi fino a tarda notte e scegliere tra una selezione di oltre venti birre. Nei weekend dell’autunno e dell’inverno, era difficile trovare un tavolo, da cui poter guardare le partite di calcio e di rugby. Il locale otteneva il pienone quando in città vi erano eventi come Eurovision, e il mercoledì era la serata dedicata al cabaret. Da questo locale sono passati personaggi più e meno noti, dall’ex allenatore del Toro, Juric, a Cattelan, a calciatori della Juve, fino a influencer locali e lombardi. Alessandro Borghese, con il suo format “4 RistoPub” dedicò una puntata proprio a questo locale che, ben presto, fu contrassegnato dalle numerose feste erasmus. Dopo l’apertura del 1995, nel 2016il suo storico titolare, Giorgio Paganin, scomparso la scorsa primavera, aveva dovuto lasciare la gestione per motivi di salute. Rilevato da una società e successivamente chiuso nel 2019, è stato ripreso da Alessandro Carbonara e dalla sua società, i “Five Pints”. Purtroppo, sebbene il contratto del locale scada nell’aprile 2028, la proprietà dell’immobile ha venduto e verranno realizzate delle case lussuose che stridono con l’anima storica di un pub notturno. Lo Shamrock sarà attivo fino al 2 novembre, e promette che la serata di Halloween sarà indimenticabile. Può darsi che l’attuale gestore voglia trovare, nel prossimo futuro, un altro locale.

 

Mara Martellotta

Giunto alla seconda edizione il bando aulArte di Fondazione Crt

Giunto alla seconda edizione il bando aulArte, ideato e promosso dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT in collaborazione con la Direzione Scolastica Regionale del Piemonte, dedicherà un programma di formazione docenti gratuito a cura dei Dipartimenti Educazione delle istituzioni di arte contemporanea.

Dopo il successo della prima edizione, che ha coinvolto 8 istituti della scuola primaria per un totale di 16 classi e circa 400 studenti, il progetto rivolto alle scuole del Piemonte e finalizzato a favorire la conoscenza e la divulgazione dell’arte contemporanea nell’ambito dei programmi scolastici ha destinato un contributo per favorire l’accesso ai luoghi di cultura da parte degli studenti e delle studentesse dei 25 istituti piemontesi selezionati a giugno, a cui affiancherà un programma gratuito di formazione docenti a cura dei Dipartimenti Educazione delle istituzioni di arte contemporanea, con l’obiettivo di fornire strumenti utili a sviluppare autonomamente una didattica che utilizzi l’arte contemporanea all’interno della programmazione ministeriale.

Gli appuntamenti del programma verranno presentati sabato 14 settembre alle ore 10.00 nel Duomo delle OGR Torino, alla presenza del Segretario Generale di Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT Luigi Cerutti e del Dirigente tecnico del MIM – Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte Maria Cecilia Micheletti, insieme ai rappresentanti dei Dipartimenti Educazione delle istituzioni coinvolte nel progetto – Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Fondazione Ferrero, Fondazione Merz, PAV Parco Arte Vivente, Pinacoteca Agnelli – che illustreranno le loro proposte e le modalità per poter partecipare alle giornate di formazione, che si terranno tra ottobre 2024 e maggio 2025.

L’evento è gratuito e aperto alle e ai docenti del Piemonte di ogni ordine e grado, previa prenotazione su https://www.eventbrite.it/e/biglietti-aularte-943461457617

Ritorna per la quarta edizione il Festival dell’Accoglienza: “E mi avete accolto”

 

 

Verrà presentata venerdì 13 settembre 2024, alle 9.30, presso la Sala Colonne di Palazzo Civico in piazza Palazzo di Città 1, a Torino, la quarta edizione del Festival dell’Accoglienza “E mi avete accolto”. Il Festival è in programma dal 14 settembre al 31 ottobre 2024 e proporrà oltre cento eventi diffusi con più di 150 ospiti, per parlare di inclusione, accoglienza e mobilità umana. Alla conferenza interverranno Monsignor Roberto Repole, Arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa; Stefano Lo Russo, Sindaco di Torino; Pier Paolo Felicolo, Direttore Generale della Fondazione Migrantes; Anna Paola Venezia, Segretario Generale ad interim della Fondazione CRT; Marco Gilli, Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo e Sergio Durando, Responsabile del Festival dell’Accoglienza. A condurre sarà la giornalista Laura De Donato.

 

Mara Martellotta

“Fondazione Time2” Al via i Laboratori di “Open”

Nello spazio di corso Stati Uniti, a Torino, dedicato a persone “con” e “senza” disabilità

Iscrizioni dal 9 al 22 settembre

Dal doppiaggio alle tecniche teatrali, dalla fotografia all’illustrazione e al racconto in podcast: si sono riaperte lunedì 9 e proseguiranno fino a domenica 22 settembrele iscrizioni ai Laboratori di “Open”, lo spazio di diversità di “Fondazione Time2”, Fondazione filantropica famigliare nata di recente a Torino (corso Stati Uniti, 62/b) su iniziativa di Antonella e Manuela Lavazza, che anche quest’anno propone molte e nuove attività (consultabili sul sito di “Open”) per ragazzi dai 15 ai 29 anni “con” e “senza”disabilità.

Con la riapertura dei “Laboratori” – oltre alla “Sala Studio” con le sue 24 postazioni dotate di wi-fi gratuito e la “Caffetteria” diventata ormai un luogo di incontro, condivisione e tempo libero – prende nuovamente avvio anche lo “spazio di ascolto” di “Open”, con percorsi gratuiti di counseling a persone di età compresa tra i 18 e i 26 anni organizzato in collaborazione l’ “Istituto Change – Ecologia delle Comunicazioni nei Sistemi Umani” di via Valperga Caluso, a Torino.

Appuntamento particolarmente atteso, già moto seguito nella scorsa stagione laboratoriale, sarà sicuramente l’appuntamento con il “Teatro”, laboratorio tenuto in collaborazione con “Fondazione TRG – Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus”, che si propone di trasmettere le tecniche della recitazione, dall’espressione corporea, all’arte di stare in scena e all’improvvisazione (dal 10 ottobresino al 29 maggio 2025). A condurre le attività sarà Francesco Puleo e il corso si concluderà con la realizzazione di uno spettacolo che andrà in scena sul palco della “Casa del Teatro Ragazzi e Giovani” di Torino.

Quali le potenzialità della nostra voce? Come padroneggiare la nostra espressione e le nostre emozioni? Domande cui si propone di dare invece risposta il “Laboratorio di doppiaggio, consapevolezza corporea e tecniche di recitazione teatrale” (dal 7 ottobre al 25 gennaio 2025). Il corso, tenuto da Luisa Trompetto, mirerà a insegnare le principali tecniche del doppiaggio: dalla lettura del copione con le immagini a schermo alla padronanza dei tempi, volumi e intenzioni adeguate alle caratteristiche del personaggio da doppiare.

Con il “Laboratorio di scrittura, recitazione, montaggio e registrazione di un podcast” (dall’11 ottobre al 29 novembre) – realizzato in collaborazione con “Fondazione TRG” e tenuto dalla speaker radiofonica e podcaster Francesca Bacinotti e dal conduttore Matteo di Palma – si scoprirà come raccontare storie e comunicarle in maniera efficace per realizzare contenuti originali, mentre con “Fare fotografia” – condotto da Paola Mongelli (dall’8 ottobre al 28 gennaio 2025) – si punterà a immortalare le immagini in modo creativo e personale, oltre allo studio dei lavori di grandi fotografi contemporanei e non.

Per finire il “Laboratorio di illustrazione”, diviso in due moduli: quello “grafico”, curato da Roberto Blefari (dal 9 ottobre al 29 gennaio 2025) e quello dedicato alla “creatività manuale”, tenuto da Francesca Tabasso (dal 4 febbraio al 27 maggio 2025).

Ai vari laboratori si potrà accedere tramite l’iscrizione sul sito di “Open Time2”. Il costo dei laboratori è di 20 Euro, eccetto il “Laboratorio di Teatro” che ha un costo di 35 Euro.

Per maggiori informazioni sulle modalità di partecipazione e sui posti disponibili ci si può rivolgere a open@fondazionetime2.it

g.m.

Nelle foto: Open Teatro, Open Podcast, Open Illustrazione

Settembre torinese nelle circoscrizioni sotto il segno di sport e cultura

Un programma congiunto che, negli ultimi tre fine settimana di settembre, porterà su tutto il territorio cittadino una grande festa all’insegna dello sport e della cultura. Circoscrizioni in Mostra e Festa dello Sport, due iniziative degli assessorati alla Cultura e allo Sport della Città di Torino, daranno vita, per la prima volta, ad un unico palinsesto ricco di attività sportive e culturali, organizzate all’aperto nei parchi cittadini e rivolte a persone di ogni età.

“Le cittadine e i cittadini avranno l’opportunità – dichiarano gli assessori alla Cultura e allo Sport Rosanna Purchia e Domenico Carretta – di assistere a spettacoli, partecipare a talk e laboratori e provare gratuitamente, con l’aiuto di istruttori qualificati, tante discipline sportive, mettendosi in gioco e divertendosi. Sarà un modo per celebrare la ricchezza dell’offerta sportiva e culturale presente sul nostro territorio e di farla conoscere agli abitanti dei diversi quartieri. Un sentito ringraziamento va ai presidenti e ai coordinatori delle Circoscrizioni, il cui impegno è stato davvero essenziale, e a tutte le associazioni sportive e culturali che rendono possibili queste due iniziative e che ogni giorno lavorano con passione, cura e professionalità”.

IL PROGRAMMA

Le attività sportive e culturali, organizzate con la collaborazione di oltre 150 realtà operative nella nostra città, si svolgeranno nei giorni 14, 15, 21, 22 e 28 settembre, dalle ore 10 alle ore 18 circa e saranno a partecipazione libera e gratuita.

Sabato 14 settembre

La Festa dello Sport porterà al parco della Clessidra (Circoscrizione 1) dimostrazioni e prove gratuite di ginnastica ritmica, ginnastica artistica, yoga, tennis tavolo, arti marziali, danza, oltre a twirling, attività di fitness, orienteering e giochi popolari. Saranno inoltre allestiti laboratori, concorsi a premi e un dibattito sul legame tra sport e salute a cura di ASL, LILT (Lega italiana per la lotta contro i tumori) e Special Olympics. Nel programma di Circoscrizioni in Mostra, tante iniziative tra cui laboratori di teatro e di direzione d’orchestra.

Sempre sabato 14, al parco Peccei(Circoscrizione 6), si potranno invece provare gratuitamente tante discipline sportive, tra cui minibasket, pallavolo, arti marziali, danza hip hop, pilates, calcetto a 5 under 15 e tennis tavolo. Tra le attività del programma culturale, uno spettacolo di danze tradizionali, uno spettacolo di musica e recitazione, una mostra, giochi e animazioni teatrali e un laboratorio di calligrafia.

Domenica 15 settembre

Al parco Carrara (Circoscrizione 4) saranno numerose le proposte sportive: pallavolo, yoga, pilates, calcio, tennis, padel, ginnastica artistica, ginnastica ritmica, acrobatica, atletica leggera, bocce, nordic walking, nuoto, fitness in acqua, pickleball, ballo, sci, skateboard, arti marziali, yoga, pilates, ciclismo, rugby, scherma, scherma storica, gruppi di cammino, ginnastica dolce e ginnastica posturale. Al pomeriggio uno spettacolo  di burattini per bambini darà il via al programma culturale, che proseguirà con un concerto, uno spettacolo teatrale e un laboratorio.

Sarà una domenica all’insegna dello sport e della cultura anche nella Circoscrizione 5. In piazza della Vittoria la Festa dello sport organizzerà dimostrazioni di pallacanestro, tennis tavolo, ginnastica e yoga e danza, oltre a dibattiti sui temi della nutrizione per gli sportivi e del rapporto tra giovani e sport. Nell’adiacente piazza Chiesa della Salute, invece, a partire dalle ore 10 si terranno talk, laboratori e spettacoli di danza e teatro.

Sabato 21 settembre

Il fine settimana successivo, protagoniste saranno le Circoscrizioni 3, 2 e 7. Sabato 21, al parco Ruffini (Circoscrizione 3) si susseguiranno, dalle ore 15 alle 19, dimostrazioni e prove gratuite di pallavolo, basket, rugby, scherma, calcetto, flag football, hit ball, floorball, palla tamburello, mini tennis, roller, atletica leggera, nuoto e attività fitness in acqua, bici, tandem, jumping, yoga, pilates, ginnastica dolce, karate, difesa personale, hip hop, bowling, laser tag e attività aerobiche. Il programma culturale prevederà invece, alle ore 15, la proiezione del reportage Spettacolo tra storia e attualità e alle 16 uno spettacolo di musica e teatro.

Domenica 22 settembre

Al parco Rignon (Circoscrizione 2) si potranno sperimentare scherma medievale, badminton, twirling, ginnastica ritmica, danza moderna e contemporanea, danza orientale e pilates. Molto variegato il programma culturale al parco Rignon, tra concerti, laboratori, performance di teatro e danza, letture e talk.

Al parco Colonnetti, sempre nella Circoscrizione 2, le attività sportive inizieranno alle ore 12, con dimostrazioni di boxe, ginnastica ritmica, ginnastica artistica, beach wrestling, spike ball e ultimate frisbee, per proseguire con basket, beach volley, padel, scherma, yoga, pilates, circuit training, parkour, varie discipline dal mondo delle arti marziali, del circo e del fitness, danza e balli per adulti e ragazzi e gioco danza per i bambini dai 3 ai 6 anni.

Al parco della Colletta (Circoscrizione 7), sin dal mattino si potranno sperimentare numerose discipline sportive tra cui pattinaggio, calcio, basket, disc golf, ciclismo, arti marziali e atletica e assistere, nel pomeriggio, a due spettacoli teatrali.

Sabato 28 settembre

L’ultimo appuntamento con la festa della Sport e Circoscrizioni in mostra sarà al parco Di Vittorio, in Circoscrizione 8, con dimostrazioni e prove gratuite di skate, hitball e danza e un programma culturale che a partire dalle ore 10 proporrà laboratori, talk e spettacoli dal vivo.

E sempre lo sport sarà protagonista giovedì 3 ottobre alle ore 11.00 in strada del Villaretto 182, quando si terrà la cerimonia di intitolazione di strade e piazze a grandi nomi del mondo sportivo da parte della Presidenza del Consiglio comunale. Nasceranno così piazza Luca Colosimo, via Giampiero Boniperti, via Andreina Sacco Gotta, via Alfonsina Strada e via Giorgio Ferrini.

Inoltre, nelle sedi di Circoscrizioni in Mostra, saranno proposte attività di ascolto, coinvolgimento e presentazione di progetti della Città di Torino. Saranno presenti la cargo bike di Voci di Quartiere, iniziativa curata da Urban Lab che da settembre tornerà a raccogliere il punto di vista di chi vive, lavora e studia a Torino; il servizio di accompagnamento al Piano Integrato Urbano offrirà letture per tutte le età in collaborazione con la rete delle  Biblioteche civiche torinesi e fornirti informazioni sui cantieri e i progetti nell’ambito di TorinoCambia – Le Biblioteche; e i presidi territoriali de La cultura dietro l’angolo, si presenteranno ai cittadini e racconteranno il calendario delle loro attività, realizzato insieme agli enti culturali che partecipano al progetto.

Festa dello Sport e Circoscrizioni in Mostra sono progetti della Città di Torino, sviluppati in collaborazione con le Circoscrizioni cittadine e il coinvolgimento delle associazioni del territorio. Circoscrizioni in Mostra è realizzato da Fondazione per la Cultura Torino, partner Intesa Sanpaolo.

Il programma completo delle iniziative è disponibile sul sito www.comune.torino.it/eventi

La Torre, psicologa psicoterapeuta: “riconoscere e comprendere le persone attraverso l’ascolto”

Intervista alla psicologa psicoterapeuta Elena La Torre

 

Elena La Torre è psicologa e psicoterapeuta. Dopo aver conseguito la laurea triennale in Scienze Tecniche Psicologiche, ha ottenuto una laurea magistrale in Psicologia Criminologica e Forense, sue grandi passioni. Dopo essersi iscritta all’albo degli psicologi, ha iniziato a frequentare la Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica all’Università degli Studi di Torino, che ha terminato nel gennaio del 2022 e, in seguito alla quale, ha potuto iscriversi all’albo degli psicoterapeuti. La scelta di una tale scuola di specializzazione è nata dall’esigenza di conoscere il mondo della clinica pura, oltre alla criminologia. Durante il percorso di studi, e il successivo inserimento nel mondo del lavoro, ha avuto modo di incontrare diverso contesti in cui si affaccia la figura dello psicologo clinico, partendo dalle comunità psichiatriche per approdare all’ambito ospedaliero. Il suo percorso formativo le ha permesso di conoscere ambienti che oggi sono diventati il suo lavoro.

Con quale fascia d’età lavori maggiormente e con quale senti di riuscire a esprimerti al meglio nella tua professione di psicologa ?

Sia nel privato sia nel pubblico ho sempre lavorato con adolescenti e adulti. Non ho una reale preferenza rispetto al tipo di utenza trattata. Ogni sofferenza psichica e le relative cause sono per me interessanti da perlustrare e curare nella loro specificità. Posso però dire essermi riconosciuta maggiormente capace nell’ascolto in due settori particolari: mi riferisco al lavoro con le donne vittime di reati di maltrattamento, tematica a me cara e che ho potuto sperimentare durante i tirocini di formazione presso il corso di laurea magistrale. Il lavoro con questa utenza è stato per me fonte di crescita umana e lavorativa. Grazie a una docente, per me tuttora punto di riferimento, ho successivamente fatto esperienza nel mondo dell’oncologia durante la Scuola di Specializzazione. Inizialmente non pensavo che tale settore avrebbe rappresentato il mio futuro, considerato il corso di studi da cui sono partita, ma questa esperienza mi ha dato così tanto da trasformarla nel mio lavoro. Attualmente, infatti, lavoro a stretto contatto con la malattia. Questo può far paura perché ci si rende conto che potrebbe far parte del proprio percorso di vita. Il lavoro in oncologia permette di osservare da vicino i limiti e le fragilità dell’essere umano e provare impotenza di fronte a una situazione al di là del nostro controllo. Per lavorare in modo funzionale sto imparando a non farmi sopraffare dalla paura dell’incertezza del futuro, quanto piuttosto cerco di percorrere un processo di accettazione di quello che è realmente l’essere umano, e di godere dei momenti di normalità che spesso diamo per scontati. Credo che, dal punto di vista professionale, nei momenti di difficoltà sia necessario affidarsi a supervisori o terapie personali, così da poter consapevolizzare meccanismi di difesa che possono ostacolare un buon lavoro clinico. Poi ho la mia attività nel privato…ciò che mi sento di dire è che ogni storia di vita è per me preziosa.

Ti sarà capitato di sentire che i giovani tendono ad essere e a rimanere fragili proprio perché non sanno affrontare i problemi e gli ostacoli della vita, e preferiscono spendere migliaia di euro da uno psicologo che poi non risolve i loro problemi. Che ne pensi ?

È diffusa l’idea che lo psicologo costi milioni di euro e non serva poi a molto. Ho sentito la frase, milioni di volte, “Ma tanto ascolti e basta, mica ti stanchi”. Stare in silenzio durante una seduta non vuol dire non lavorare. Per il professionista è importante far sentire l’altro riconosciuto e compreso attraverso l’ascolto e aiutarlo a riconoscere parti di sé autentiche. Durante la seduta il grande lavoro è fatto dal paziente che decide di mettersi in gioco e la ragione e di un fallimento del percorso potrebbe essere ricercata nella reale disponibilità del paziente a risolversi e comprendere i motivi che lo hanno spinto a chiedere aiuto. È più facile concepire l’utilità del lavoro di un fisioterapista piuttosto che del lavoro psichico: il contatto è  reale, il risultato è oggettivo. L’astrattezza con cui si lavora con la mente non è sempre compresa, ma questo non vuol dire che il nostro intervento sia meno utile.

Quali sono i temi ricorrenti di disagio ?

Rispetto a tale domanda devo far riferimento al lavoro nel privato, dove le richieste sono eterogenee rispetto al contesto ospedaliero, che tratta una tematica specifica. Per quanto riguarda la mia esperienza, le problematiche relazionali sono le più frequenti, per lo più con il partner. Ho avuto modo di comprendere che questo potrebbe essere sintomo di dinamiche disfunzionali nel nucleo famigliare originario. Non vuol dire che la famiglia sia stata una cattiva famiglia, ma che il soggetto si sia trovato inconsapevolmente ad assimilare e rendere propri strumenti relazionali che in età adulta generano disagi, che potrebbero essere risolti con una motivata ricerca di strumenti più consoni alla propria persona.

Queste difficoltà sono sempre le stesse nelle persone o pensi che la società e il nostro modus vivendi generi di volta in volta problematiche diverse ?

Questa opinione è puramente personale. Credo che le dinamiche intrapsichiche sottostanti i disagi siano per lo più uguali. Fosse il contrario non sarebbero per me comprensibili studi effettuati nei primi anni del Novecento, e che invece risultano profondamente attuali. Penso che sia la società in cui viviamo, o il modus vivendi, a dare un diverso significato al disagio in sé. I periodi storici hanno dato più o meno attenzione ad alcuni tipi di disturbi piuttosto che ad altri, in base alle mode, ai ritmi e alle abitudini. Oggi chi è iperattivo lavora, si impegna ed è considerato integrato in questa società, ma sarebbe da chiedersi se queste dinamiche siano in realtà anche sane. Pochi si chiedono fino a che punto l’iperattività di un soggetto porti a un pensiero produttivo.

 

Gian Giacomo Della Porta

Tanto ci pensano loro

Da molti anni più nessuno parla di impegno politico, di partecipazione attiva alla vita della comunità alla quale appartiene, di impegnarsi in prima persona per i propri ideali.

Giorgi Gaber cantava

La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche il volo di un moscone
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione

Ma parliamo, appunto, di oltre cinquanta anni fa.

Ora, assistiamo ad un esercito di leoni da tastiera, prevalentemente ignoranti anche scolasticamente parlando (non basta la laurea per essere colti, al massimo si è eruditi), che vogliono lasciare nella storia una piccola traccia del loro insignificante passaggio su questo pianeta e scrivono, sui social, volendo dimostrare che loro sanno come andrebbe fatto quello, che ti dimostrano perché non sia stato fatto bene se non fosse che, così facendo, dimostrano soltanto di non conoscere assolutamente la materia del contendere e, in aggiunta, si inimicano chi, al contrario, sa di cosa parla diventando così sempre più soli, sempre più isolati.

Come non bastasse, alcuni sprovveduti usano i social per diffamare o calunniare qualcuno, non consapevoli che aver usato un social costituisce un aggravante per il numero di persone potenzialmente raggiunte dal messaggio.

Sarebbe molto meglio per tutta la società, ed in particolare per questi casi pietosi, che in primis si contattasse chi davvero può agire per risolvere il problema o fornire informazioni attendibili (Ente pubblico, azienda fornitrice, Autorità di P.S., ecc) e, soprattutto, che non si fornissero informazioni fuorvianti che, nella migliore delle ipotesi, sviano le azioni opportune e ritardano la soluzione.

Appare palese che i social hanno solo dato il colpo di grazia ad un sistema già moribondo da anni, dove si delega lo Stato (nelle sue varie emanazioni) a provvedere a tutto, salvo poi lamentarsi che lo Stato non fa nulla (chi ha avvisato lo Stato che quel “qualcosa” non va)?

Nella loro ignoranza questi soggetti si lamentano che “paghiamo le tasse quindi pretendiamo dei servizi” ma non conoscono assolutamente cosa sia un “patto di stabilità”, una “legge di bilancio” o una “spending review”; al contempo, però, si vantano di far parte del volontariato magari proprio nei settori della sanitào della protezione civile che sono alcuni dei settori ai quali è destinato il gettito fiscale maggiore.

E’ evidente che sia più che mai importante, per loro, apparire anziché essere, mostrare anziché fare, lamentarsi anziché provvedere; ovvio che da un tale comportamento, per imprinting, le nuove generazioni non possano crescere meglio dei genitori (il frutto non cade mai lontano dall’albero).

Abbiamo, quindi, ottime probabilità di peggiorare non soltanto la comunicazione ma anche, e soprattutto, la partecipazione attiva alla res publica; va da sé che se per noncuranza, disinteresse o pregiudizio verso la politica, deleghiamo le persone sbagliate otterremo  risultati disastrosi, che andranno a sommarsi a risultati precedenti altrettanto disastrosi, e così via.

Siamo passati nel giro di poco più di 40 anni dalle lotte femministe, i cortei studenteschi, gli scioperi operai e le stragi terroriste (definirle politica è dura, ma era un loro modo di intendere la politica), le manifestazioni contro la guerra in Vietnam al disinteresse più totale.

Se chiediamo ad un diciottenne quali siano i principali ministeri, da quanti membri siano composte le due camere parlamentari credo che poco più del 5% sappia rispondere correttamente; il ritorno dell’insegnamento dell’educazione civica, volutamente rimossa da governanti che avrebbero dovuto fare tutt’altro nella vita, fa ben sperare ma è in casa che deve nascere tutto.

Se siete ignoranti e non ve ne vergognate, affare vostro; se non vi interessa che il mondo peggiori ulteriormente, pensate almeno alle figuracce che faranno i vostri figli.

Sergio Motta