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Donne in rete Una carta di intenti contro il femminicidio

Il 4 e 5 settembre prossimi, su iniziativa dell’Associazione La Città delle Donne di Torino

in collaborazione con Maged ( MagistrateAvvocati Giuriste Europee Donne), diversi rappresentanti istituzionali dei Comuni di Vigarano Mainarda (Ferrara), di Torrile (Parma), di Castagnole Piemonte (Torino) ed altre realtà associative nazionali, sono state organizzate due giornate di incontri e dibattiti per attivare una rete di supporto di donne contro il femminicidio e far conoscere la Carta di intenti, promossa dall’Associazione contro questo terribile crimine,che sarà firmata nella Sala delle Colonne in Municipio, alla presenza dell’Assessore alle Politiche Sociali della Città, Marco Giusta.

Questo importante e meritevole progetto è nato nel novembre del 2019 tra Flavia Curti – Presidente di La Città delle Donne, e Lucia Panigalli di Vigarano Mainarda, scampatamiracolosamente ad un femminicidio. L’incontro nasce con la volontà di unire tante donne e realtà del Piemonte, dell’Emilia Romagna e di altre regioni d’Italia che svolgono attività a tutela del mondo femminile, contro la violenza di genere eda sostegno alle fasce più deboli, bambini e anziani. Qualche mese fa, Flavia Curti, promotrice dell’iniziativa, ha incontrato isostenitori dell’iniziativa ed il Sindaco di Vigarano Mainarda al fine di proporre la sottoscrizione della Carta d’Intenti anche ad altrestrutture istituzionali che intendono aderire ai principi di tutela delle figure deboli menzionate.

PROGRAMMA Presso Sala delle Colonne della Città di Torino

ore 12.20: Accoglienza da parte dell’Assessore alle Politiche Sociali Marco Giusta e del Vice Sindaco Sonia Schellino.

Firma della CARTA DI INTENTI presso “Sala delle Colonne” del Municipio di Torino.
ore 13.45: Incontro e saluto con l’Assessore Regionale per le Pari Opportunità Chiara Caucino presso Palazzo della Regione Piemonte in Piazza Castello.

Sabato 5 SETTEMBRE 2020

ore 10.00: Incontro con Donne imprenditrici provenienti dal continente Africano, Filippine, Brasile, Cina, Albania ed Ecuador con Autorità del Territorio (Hotel Diplomatic in Via Cernaia 42, Torino).

Maria La Barbera

 

 

E’ questione di competenza…

Ha scalato ogni classifica negli ultimi giorni: la competenza. Messa in prima piano nell’ultimo intervento di Mario Draghi, ha trovato subito eco nei commenti di molti e nei discorsi politici di entrambi gli schieramenti. Ma la competenza resta qualcosa di poco noto e comprensibile ai più.

Termine che proviene dal latino, dal verbo “competère”, indica l’idoneità a trattare, giudicare o risolvere le questioni: solitamente è molto usato in ambito giuridico-processuale, intendendosi l’autorità a emettere sentenze o a trattare un determinato caso; ma trova applicazione anche nella Pubblica Amministrazione, dove sta ad indicare il complesso delle attribuzioni di poteri e funzioni degli organi e delle persone giuridiche riconosciuti, ripartite per materia, per grado o per territorio; in questo ambito, si considera illegittimo un atto emesso da un organo incompetente, che è una delle cause tradizionali di invalidazione di un provvedimento; un’altra accezione del vocabolo riguarda la capacità, per cultura o esperienza, di parlare, discutere, esprimere opinioni/giudizi su un argomento di pubblico interesse; esiste poi la definizione internazionale inerente l’insieme delle “competence” linguistiche del parlante; e c’è anche il senso economico della competenza, ossia il “quanto spetta” per una prestazione (compenso/onorario), che in materia finanziaria sta a indicare le spese/entrate che appartengono a un dato periodo/esercizio, per cui ad esempio il bilancio dello stato di solito si redige con il criterio della competenza….

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È questione di competenza..

 

Tre anni di Ogr. Un mese di eventi nel segno del futuro

· Davide Dattoli (TAG) e Christian Greco (Museo Egizio) i primi due ospiti di OGR Public Program

· Per la prima volta il grande pubblico entrerà nell’area OGR Tech, il laboratorio del futuro

· Incontri gratuiti previa prenotazione dal 3 settembre sul sito www.ogrtorino.it

Le OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino compiono tre anni nel segno del futuro: dal 10 settembre si apre un mese di eventi per tutti, che culmineranno con il lungo weekend del 10 ottobre, con l’evento Continuum che proporrà, nell’area OGR Cult, mostre, musica, performance artistiche, visite guidate, dibattiti e attività didattiche.

LE OGR TORINO COMPIONO TRE ANNI: DAL 10 SETTEMBRE AL 10 OTTOBRE UN MESE DI EVENTI NEL SEGNO DEL FUTURO

Prendono il via, infatti, i primi quattro appuntamenti post estivi di OGR Public Program, il progetto di formazione gratuito messo in campo dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT per far incontrare il grande pubblico con personalità di fama nazionale e internazionale per delineare nuovi orizzonti possibili per la società e il pianeta nell’era post Covid su tematiche di estrema attualità quali le competenze digitali, la rinascita, la cura del pianeta e delle relazioni sociali, i cambiamenti climatici e ambientali. Per la prima volta le persone di ogni età potranno entrare negli spazi delle OGR Tech, il luogo dove startupper, innovatori e grandi aziende progettano ogni giorno il futuro in campo scientifico, tecnologico, industriale in settori d’eccellenza come Big Data, intelligenza artificiale, blockchain, gaming, smart mobility.

 

Davide Dattoli (CoFounder e CEO di Talent Garden) e Christian Greco (Direttore del Museo Egizio di Torino) saranno gli ospiti dei primi due incontri, giovedì 10 settembre (ore 18.30) e venerdì 18 settembre (ore 18.30), con focus rispettivamente sul coworking e sulla “Uhem mesut”, ossia la morte non come fine ma come nuovo inizio nell’Antico Egitto.

 

Il Public Program proseguirà lunedì 21 settembre (ore 18.30) con la rassegna dal titolo profetico “La cura del mondo”, dell’Associazione Doppiozero di Marco Belpoliti, che proporrà un intervento fortemente evocativo di Gabriella Caramore sul tempo ultimo della vita, mentre giovedì 24 settembre (ore 18.30) per l’Associazione CentroScienza Elisa Palazzi e Marco Ferrari racconteranno come il clima stia cambiando in montagna molto più rapidamente che altrove, con forti ricadute sull’intero ecosistema.

 

Sempre a settembre ripartirà anche OGR YOU, il progetto di formazione promosso dalla Fondazione per l’Arte CRT dedicato ai giovani tra i 18 e i 21 anni. Curato dal celebre gallerista torinese Guido Costa in collaborazione con il giovane curatore ucraino Sergey Kantsedal, il progetto si intitola NOVA CONVENTION e si configura come un esperimento di educazione alla complessità della cultura: 15 ragazzi selezionati tramite open call a inizio anno, si ritroveranno una volta al mese nella nuova Aula didattica delle OGR per confrontarsi su temi diversi con personalità illustri in diversi campi. Al termine del corso, ad ogni partecipante sarà riconosciuta una borsa di studio del valore di 500 euro.

 

“I progetti OGR Public Program e OGR YOU sono nati con lo scopo di offrire specifiche occasioni di formazione, apprendimento e approfondimento per tutto il pubblico OGR, insieme a iniziative specifiche pensate anche per un audience più giovane; un terreno comune su cui potersi confrontare, imparare dal passato e guardare al futuro, in perfetta armonia con l’essenza stessa delle OGR – dichiarano Fulvio Gianaria e Massimo Lapucci, rispettivamente Presidente e Direttore Generale delle OGR – Ed è proprio dal pubblico e dalla formazione che le OGR sono pronte a riprendere in presenza un dialogo che è sempre proseguito grazie a una proposta digitale di contenuti: ripartiamo a settembre con una programmazione di incontri dal vivo per la prima volta in OGR Tech, il luogo in cui quotidianamente si progetta il futuro, con focus su temi molto attuali, come le competenze digitali, la rinascita, le relazioni sociali, la cura dell’ambiente. Un mese di appuntamenti che ci avvicineranno al week end del 10 ottobre, quando sarà possibile ritrovarsi anche negli spazi di OGR Cult per continuare a vivere, tutti insieme, l’arte e la cultura”.

Tutti gli incontri di OGR Public Program sono gratuiti previa prenotazione disponibile sul sito www.ogrtorino.it a partire dal 3 settembre 2020
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In viaggio con Contrera per le strade di Barriera di Milano

La trilogia di Contrera è una trilogia sulla saga di Barriera di Milano, scritta da Christian Frascella. Poche le speranze di tornare agli antichi splendori. Bel libro anche l’ultimo,  e soprattutto scritto in modo magistrale ed accattivante, come del resto i primi due della serie.

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L’autore è nato in Barriera nel 1973 e probabilmente ha sentito, o gli e stato raccontato di una Barriera viva  e presente, direi (forse eccessivamente) identitaria. Prima ci nascevi,  ci vivevi e ci morivi. Ora puoi solo scappare. L’invenzione di Contrera, detective ed ex poliziotto che ha il suo ufficio in una lavanderia a gettoni gestita da un marocchino è assolutamente originale. Contrera è un campione nel fare ciò che non dovrebbe fare per raggiungere ciò che vorrebbe raggiungere. Fallisce in tutto meticolosamente, tranne capire chi è l’assassino.
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Ex poliziotto- perché corrotto – che ha deluso il padre, mitico poliziotto di Barriera che tutti stimavano, un poliziotto di strada che amava ed era amato da una intera collettività. Collettività che ora non esiste più. Negli anni 70 il commissariato di Zona era in via Malone. Tra corso Giulio Cesare e Corso Vercelli. Per gioco, noi ragazzi di Barriera, ci avvicinavamo ai muri scrivendo slogan politici. Il commissario sapeva. Ci faceva fare sapendo della nostra innocuità’. In via Feletto i bar dei calabresi: dalle sei di sera si riempivano di muratori che bevevano birra mangiando noccioline americane. E i pugliesi che inondavano piazza Foroni ed il suoi banchi del mercato. In via Crescentino si produceva ancora con una miriade di artigiani. Tanti falegnami nei cortili delle case. Come i materassai che al cambio di stagione venivano a riattare i materassi. Tra falegnami e materassai quanta polvere! Torniamo alla letteratura.
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Anche negli affetti Contrera è un disastro. Separato con figlia adolescente ha decisamente rapporti difficili improntati alla più totale rottura. Non ci fosse la sua amorevole sorella dormirebbe per strada. Adorato dai nipoti e disprezzato dal cognato direttore di banca. Vivono dalle parti di via Oxlia dopo piazza Rebaudengo. Mi ricordo che fino alla fine degli anni 60 era poco costruita, poi il boom delle case popolari. Minima la comunità Rom. Qualche piccolo furto, ma nel complesso la situazione era accettabile. In Piazza Rebaudengo c’è ancora la pesa pubblica,  ovviamente in disuso.
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Dalle basse di Stura partivano i carbonai che vendevano il carbone a Porta Palazzo. Dopo corso Vercelli si infilavano in via Renato Martorelli, pochissime auto con il solo rumore degli zoccoli. Il carretto si fermava. L’oste si chiamava Giacu e versava un quartino di vino rigorosamente rosso e poi via, verso l‘altra osteria. Si sa che il carbone asciuga e l’acqua era controindicata. Ora corso Giulio Cesare e corso Vercelli sono  tra i più grandi supermercati di droga. Tra i più convenienti. Contrera sguazza in questa melma tra improbabili giustizieri della notte, capi mafiosi e gang senegalesi. Non è una novità che in corso Novara angolo corso Giulio Cesare bande rivali si prendano ad accettate. Proprio davanti alla lapide di Elio Barontini, partigiano anarchico. E le case di ringhiera di via Cuneo e via Bra dove ora trovarci un italiano è pressoché impossibile, ma negli anni 60 ci abitavano mia nonna materna e gli zii sempre materni. Primo turno alle sei del mattino tra Grandi Motori e Facis in Corso Emilia. Ora Contrera indaga su omicidi e degrado. Una volta la Barriera era terra di operai ed artigiani, ora è terra di spacciatori ed emarginati. Un territorio in balia di se’ stesso ad un paio di chilometri dal centro e dal quadrilatero romano, dove ebbe i natali la nostra bella città.
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Confessiamo un un nostro personale debito verso l’autore. Riesce a descrivere questa disperazione con una certa leggerezza che rende la lettura gradevole e meno onerosa per chi ci è nato e vissuto, come il sottoscritto. Il suo racconto penetra nelle strade dandone una visione nitida. Contrera usa l’auto della sorella. La sua gli è stata bruciata perché ha pestato i piedi a chi non doveva pestarli. È un uomo capace schiacciato dal troppo peso del ricordo di suo padre. Piccoli viaggi in auto  che, concretamente ti fanno capire che cosa è diventata Barriera. Ad una cena tra vecchi amici mi sfottevano perché invocavo l’intervento dell’Esercito e  poi dicevano, giustamente , che Chistian Frascella era un grande per questi suoi romanzi. Nel terzo libro mi sembra che le conclusioni siano molto ma molto simili. A mali estremi estremi rimedi. Quando c’è cancrena bisogna amputare. Viceversa tutto il corpo si ammala. Francamente è dura sperare, ma è l’unica carta in mano che abbiamo da calare. Proprio il finale pessimismo dell’autore potrebbe essere un buon viatico affinché qualcosa cambi. Si diceva una volta che per ritornare in paradiso bisogna scendere negli inferi. Indubbiamente Barriera di Milano sta conoscendo qualcosa di molto simile all’inferno. Durissima la risalita,  ma è un nostro dovere impegnarci e sperare ancora.
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Patrizio Tosetto
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(Le foto di Barriera sono di Urban Lab Torino)

Assistenti sociali: «I have a dream»

«I have a dream». L’Ordine Assistenti sociali del Piemonte fa sue le parole pronunciate il 28 agosto del 1963 da Martin Luter King per porre l’attenzione sulle difficoltà del periodo storico attuale.

 

«I have a dream» («Io ho un sogno») è il titolo del discorso tenuto da Martin Luther King Jr. il 28 agosto 1963 davanti al Lincoln Memorial di Washington al termine di una marcia di protesta per i diritti civili nota come la marcia su Washington per il lavoro e la libertà. Nel suo discorso esprimeva la speranza che un giorno la popolazione di colore avrebbe goduto degli stessi diritti dei bianchi.

Si tratta di uno dei discorsi più famosi del ventesimo secolo ed è diventato simbolo della lotta contro il razzismo negli Stati Uniti.

Spiega Antonio Attinà, Vice Presidente dell’Ordine Piemontese: «è importante oggi ricordare e celebrare la ricorrenza del famoso discorso di King, centrato sui diritti e contro il razzismo perché, come è ribadito nel nostro Codice deontologico, la professione dell’assistente sociale è fondamentale per garantire i diritti umani e lo sviluppo sociale, a tutela della persona e delle comunità. Si tratta di valori che riflettono l’impulso morale di tutta una comunità professionale che si impegna a perseguire la giustizia sociale e a riconoscere la dignità intrinseca di ogni essere umano».

«Gli assistenti sociali prosegue Antonio Attinà, attraverso la presenza del Presidente nazionale Gazzi agli Stati generali di giugno, hanno portato davanti al Governo, al presidente Conte, a ministri, vice ministri e sottosegretari i bisogni e le speranze di cittadini fragili che rischiano di restare dimenticati dal sistema, ai quali cerchiamo di dare risposte con il nostro lavoro quotidiano. Come ribadito in più sedi e riconosciuto anche al livello di stato centrale, gli assistenti sociali appartengono ad una professione sempre in prima linea, fondamentale per la tenuta del Paese, ancor più in questi mesi di emergenza sanitaria”».

 

«Siamo preoccupati di quanto sta accadendo in questo periodo, commenta Barbara Rosina (Presidente Ordine Assistenti Sociali del Piemonte), osserviamo un tentativo di riduzione dei diritti, una esacerbazione dei conflitti, del clima di violenza verbale e fisica. Siamo preoccupati per tutti gli Evan e i Gioele, le cui famiglie non hanno trovato soluzioni idonee per far fronte ai loro problemi forse perché, a causa di un’errata rappresentazione della nostra professione, hanno ritenuto di non potersi avvicinare al sistema dei servizi per trovare sostegno nelle difficoltà. E non si può negare la grande responsabilità mediatica e politica nel distruggere a priori la fiducia non solo negli assistenti sociali ma nell’intero sistema di protezione e tutela del nostro Paese: il rischio è che le persone si allontanino e che non si rivolgano agli assistenti sociali quando ne hanno bisogno. Ma come diceva King nel suo discorso non potremo mai essere soddisfatti neppure fino a quando a tanti colleghi, persone vere e non astratti bersagli da social network, saranno indirizzati, per motivi diversi, auguri di morte o insulti reiterati di varia gravità, crudeltà, intensità. E ancora, non potremo esserlo fino a quando esisteranno casi Blacke o Floyd chiare testimonianze del razzismo che ancora oggi è presente nei diversi continenti».

«Sarebbe un grave errore – conclude Barbara Rosina – smettere di utilizzare il concetto di sogno, usato da King nei suoi discorsi sin dal 1960, perché ora, nel nostro contesto, come allora in uno completamente diverso, il divario presente fra i principi affermati nella nostra Carta Costituzionale e la realtà è persistente. Il discorso di King fu accolto con favore dal governo Kennedy, impegnato nella campagna per i diritti civili. Fu considerato un successo di protesta organizzata, tanto che non venne eseguito neanche un arresto. Ci chiediamo come in nome dell’auspicata integrazione possa essere possibile continuare a lavorare in un clima di sfiducia, disinteresse, odio, scarsezza di risorse, precarietà lavorativa. King esortava gli americani ad agire affermando «adesso è il momento», ribadiamo a nome degli assistenti sociali piemontesi, perno del sistema dei servizi di sostegno alle situazioni di fragilità, che la rotta deve essere invertita. Se non siamo del tutto responsabili della situazione in cui siamo, lo saremo se non faremo nulla per cambiarla».

 

Torino, quando il bilancio è pop

Viene pubblicato sui canali ufficiali della Città il Popular Financial Reporting, o meglio ancora, il Bilancio POP, un documento che racconta con un linguaggio accessibile anche ai non addetti ai lavori il valore del gruppo consolidato della Città di Torino.

Il Bilancio POP descrive con semplicità: responsabilità, risultati e modo in cui i servizi pubblici sono stati realizzati nel corso del 2019 e identifica gli obiettivi che l’amministrazione intende raggiungere nel corso dell’anno.

Dall’Assessorato comunale al Bilancio evidenziano che il bilancio POP serve a spiegare in modo trasparente e accessibile come vengono reperite e utilizzate le risorse, che sono di tutti i cittadini e le cittadine, e quali sono gli obiettivi dell’amministrazione, rendendo più facile la partecipazione. Vuole essere, infatti, uno strumento godibile volto a interessare alla cosa pubblica tramite l’accessibilità delle informazioni.

Per la prima volta è disponibile, oltre alla versione online, anche un video che permette di ascoltare direttamente dagli assessori il risultato del loro operato.

Conclude il prof. Biancone, professore ordinario di Economia Aziendale del Dipartimento di Management dell’Università di Torino: “Quest’anno, l’adozione di indicatori di confronto de Il Sole 24 Ore rispetto agli altri capoluoghi di provincia italiani, insieme alle priorità individuate sui social media attraverso strumenti di Sensitive Analysis in collaborazione con il Nucleo Investigativo della Polizia Municipale, ci hanno permesso di rendere il documento attuale e i risultati confrontabili con le altre amministrazioni italiane”.

Tutta la popolazione è invitata a consultare il documento al link: http://www.comune.torino.it/bilancio/pop/2019/ suggerendo sulla pagina social dedicata al progetto https://www.facebook.com/Bilanciopop: priorità sui contenuti e preferenza di struttura utili a garantire, nella futura edizione, un maggior dialogo e una maggiore trasparenza tra l’amministrazione e il lettore.

UniTo abbassa le tasse agli studenti

Estensione della No Tax area fino a 20 mila euro di Isee, rimodulazione vantaggiosa delle fasce di contribuzione. L’Università di Torino organizza l’A.A. 2020-2021 con lezioni quanto più possibili in presenza e quando necessarie a distanza. Per guardare avanti e non lasciare indietro nessuno. “Assicurare il massimo di inclusività possibile è un obiettivo prioritario per il nostro Ateneo”, dichiara il Rettore Geuna

 

L’Università di Torino ha messo in campo, per la contribuzione relativa al nuovo anno accademico 2020/2021, diverse forme di sostegno del diritto allo studio. Ha esteso la No tax area fino ad ISEE inferiore a 20.000 euro e ha rimodulato in modo più vantaggioso le fasce di contribuzione. Inoltre, l’impegno part-time costerà meno e la contribuzione sarà più sostenibile perché rateizzata su quattro rate. Gli studenti care leavers sono esonerati dalla contribuzione. Sono, poi, previste facilitazioni del calcolo delle tasse per gli studenti internazionali. Inoltre, l’Ateneo ha realizzato e messo a disposizione degli studenti un Simulatore Tasse e Contributidisponibile su unito.it, che consente di calcolare l’importo totale della contribuzione per l’A.A 2020/2021.

 

DIDATTICA IN PRESENZA E A DISTANZA. UniTo offrirà alle studentesse e agli studenti una parte di lezioni in presenza e garantirà l’intera l’offerta didattica a distanza. Chi si iscrive troverà condizioni di studio sicure, nel pieno rispetto delle misure anti-Covid. La qualità delle lezioni sarà assicurata, grazie a soluzioni didattiche integrate: in presenza, in diretta streaming con registrazioni sempre disponibili e attività per piccoli gruppi. Le attività pratiche (laboratori e tirocini) sono organizzate in modalità full immersion, anche per facilitare la partecipazione di chi è fuori sede.

Lo studio a distanza è sostenuto da una squadra di tutor specializzatiDa settembre, gli esami si potranno sostenere in presenza. Le studentesse e gli studenti residenti fuori regione, o all’estero, potranno comunque sostenere le prove a distanza.

 

RISORSE ONLINE PER LO STUDIO. UniTo mette a disposizione svariate risorse elettroniche per lo studio. È disponibile un ampio catalogo di manuali e testi in formato e-book per preparare gli esami. Oltre al grande patrimonio già disponibile, ha acquisito ulteriori 700 titoli per soddisfare le esigenze delle iscritte e degli iscritti a tutti i Corsi di Studio. MyTest si rivolge, invece, agli studenti e ai futuri studenti per fare il punto sui loro interessi, sulle motivazioni e strategie di studio e sulle competenze rispetto alla lingua italiana e alla matematica. La piattaforma Start@unito rende fruibili i corsi on line, gratuiti e aperti, in tutte le discipline, che si possono seguire anche se non si è ancora iscritti.

 

AULE STUDIO ALL’APERTO E MOBILITÀ. Un impegno costante dell’Università di Torino è quello di garantire luoghi di studio e di socialità nel rispetto delle norme di sicurezza. La sperimentazione del Campus Universitario Diffuso – in collaborazione con Città di Torino ed EDISU – mette a disposizione fino al 30 settembre 900 posti all’aperto e in sicurezza presso sette Punti Verdi da nord a sud della città dove condividere l’esperienza dello studio.

Anche sulla mobilità chi studia a UniTo potrà contare su riduzioni sul trasporto in città a seconda delle fasce ISEE. Infine, l’Ateneo ha attivato una convenzione per i propri studenti con Trenitalia che offre il 10% di sconto sui tutti biglietti di viaggio. Altre convenzioni con i principali gestori di trasporto ferroviario potrebbero essere firmate a breve.

Covid ed etica della responsabilità

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni/

Marco Revelli che con gli anni migliora sempre rispetto agli anni ruggenti della sua giovinezza, ha scritto un magistrale articolo su “La Stampa“, denunciando come a Cuneo si facciano ordinanze per impedire certi spazi della città ai clochard, citando persino un passo di Baudelaire che si commuove di fronte ad un padre con due figlioletti che vedono, sgranando gli occhi, un bel caffè parigino. 
Certo è inumano essere così insensibili da non vedere certe realtà e volerle respingere sotto il tappeto. Non è solo il marxista Revelli a sentire così, ma anche chi è credente e anche chi possegga un’etica laica e solidale. Solo l’egoismo edonista può chiudere gli occhi e voler allontanare da sè certi spettacoli poco edificanti e poco piacevoli. Il sindaco di Cuneo Borgna ha replicato, elencando le iniziative messe in atto dal Comune  per affrontare il problema dei senza tetto. Ma ha anche aggiunto che ci sono dei limiti invalicabili oltre i quali non si può andare. E‘ la famosa etica della responsabilità che deve animare i pubblici amministratori, mentre l’etica dei principi è quella che anima i poeti come Baudelaire o comunque le singole persone. Anch’io provo grande pena per queste persone indigenti che si sono trovate senza casa. Ma cosa può fare un Comune oltre un certo limite? Eppure bisognerebbe fare di più per un fatto che Revelli ignora: il Covid 19. Il virus espone queste persone al contagio ed esse possono esserne veicolo. Siamo un Paese dai mille problemi irrisolti perché in epoche normali abbiamo fatto troppo poco ed oggi ci troviamo montagne di realtà irrisolte che il povero Sindaco di Cuneo non può certo risolvere da solo. Appendino lascia invadere via Roma dai senza tetto, ma non mi risulta che  Revelli ne abbia mai scritto.

Arrigo Levi, addio all’ultimo grande direttore

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / La morte di Arrigo Levi priva il giornalismo dell’ ultimo grande direttore e di uno degli ultimi giornalisti di alta professionalità e di sicura onestà intellettuale. Ci siamo conosciuti e frequentati durante tutto il suo periodo di direzione alla  “Stampa”, un periodo funestato dal terrorismo e dalla morte di Carlo Casalegno, vicedirettore del giornale e vittima delle Br.

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Levi era andato volontario nella prima guerra – arabo israeliana nel 1948 in difesa dello Stato di Israele, un’ idea che mantenne coerente per tutta la sua vita, cantando, in fin di vita, in ospedale, l’Inno di Israele. Era un uomo di respiro  internazionale e credo che il clima torinese un po’ provinciale gli stesse stretto anche se cercò di dialogare con la città.
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 Volle continuare l’opera di Alberto Ronchey  di cui fu successore, nell’aprire il giornale a contributi e idee diverse, rispetto ad un principio liberale che egli sentiva profondamente. Tra i nuovi collaboratori ci furono Manlio Brosio e Aldo Garosci. Chiese delle vignette al grande Mino Maccari, creando una speciale terza pagina della domenica.  A presentarmelo durante un pranzo al “Cambio” fu il direttore uscente Ronchey  che volle raccomandargli il <<suo Pannunzio >> che durante la direzione di Levi  divenne luogo prediletto degli incontri fantasiosi del Conte di Cavour immaginati da Stefano Reggiani su idea Ferruccio Borio. Credo che gli stesse stretta una parte di redazione e un’altra parte che fiancheggiava i terroristi rappresentasse una vera spina nel fianco. Fu lui a non volere la direzione di “Stampa sera“ , covo di estrema sinistra, che fino ad allora aveva per direttore lo stesso giornalista che dirigeva l’edizione del mattino. Aveva tra i suoi redattori uno dei più grandi giornalisti, Vittorio Messori, che forse non poté valorizzare come avrebbe meritato. Stiamo già sentendo con fastidio  le voci dei giornalistini egocentrici e narcisisti che si autodefiniscono  il  braccio destro” del direttore e ne tessono le lodi post mortem.  Ricordo che quando Gheddafi chiese la sua testa per un elzeviro scherzoso di Fruttero e Lucentini, il Centro “Pannunzio” fece affiggere un manifesto in tutta Torino di solidarietà a Levi. Conservo una sua lettera molto affettuosa di ringraziamento. Poi il  rapporto continuò durante il settennato di Ciampi alla presidenza della Repubblica. Ebbi più consuetudine con Gaetano Gifuni, segretario generale, ma spesso mi sentii anche con Levi che una volta venne su mio invito a ricordare Casalegno insieme al direttore Marcello Sorgi al liceo d’Azeglio durante la presidenza di Giovanni Ramella.  Mi permisi nel mio intervento di definire Casalegno un moderato, considerando che altri lo ritenevano impropriamente uomo di destra. Moderato, dissi, in opposizione ad estremista. Levi non accettò questa tesi e sostenne che Carlo era un <<estremista della democrazia >>, una tesi  che lasciò perplessa  la vedova di Carlo Dedy  che condivideva le mie idee. Poi alla cena al “Cambio” che seguì nacque un confronto molto affettuoso ma vivace tra Dedi e Levi su Casalegno. In seguito parlammo noi due a lungo di Ciampi di cui era Consigliere: mi disse di lui delle cose molto affettuose e intime che rivelano la grandezza umana ed intellettuale del Presidente di cui ho scritto in un mio libro. Poteva apparire strano che una grande penna del giornalismo internazionale rinunciasse alla scrittura per servire un Capo dello Stato, ma capii che Levi lo fece, sentendolo come una missione civile. Prima di tutto è stato un grande italiano fedele alle Istituzioni della Repubblica. E  anche come tale gli va reso grazie.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

MODO mobilità dolce: avete già visto il video?

E’ online lo spot video proposto da UrbanLab per raccontare la città che cambia. Il titolo della campagna, “MODO”, composto utilizzando le iniziali delle parole centrali del progetto, è da interpretarsi nel significato di “maniera, abitudine, atteggiamento, condotta”, in riferimento a una nuova modalità di approccio alla mobilità quotidiana.

Ricorrente è il concetto di “scelta”: la scelta di una modalità di trasporto alternativa comporta una forte assunzione di responsabilità personale, segno della volontà di contribuire al cambiamento positivo attraverso le nuove “buone abitudini”.

Il video è raccontato dagli Eugenio in Via Di Gioia.