L’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente (IPLA SpA) che gestisce da oltre 10 anni una rete di centraline meteorologiche che rilevano umidità e temperatura del suolo a diverse profondità, rilevano attualmente condizioni di siccità e di elevate temperature nel suolo che non hanno paragoni con gli ultimi 10 anni.
Fabio Petrella, pedologo esperto dell’Istituto sottolinea che:
“La rete pedoclimatica della Regione Piemonte che l’IPLA gestisce, formata da centraline meteo provviste di sensori che misurano umidità e temperatura del suolo in molte aree del Piemonte, dal Vercellese all’Astigiano, dal Torinese all’Alessandrino e al Cuneese, indicano una situazione di eccezionale siccità: La sezione idrica di controllo di tutti i suoli monitorati risulta abbondantemente sotto i valori medi stagionali: ad esempio nell’Astigiano, nel periodo delle piogge autunnali, vi sono mediamente 100-120 mm di acqua disponibile nei primi 30 cm di suolo mentre attualmente lo strato di terreno e completamente secco se si escludono i pochi millimetri di acqua che sono trattenuti dalle particelle di suolo così tenacemente da non essere disponibili per le radici delle piante. Anche nel Torinese si passa dai massimi autunnali del 2015 e 2016 con una riserva idrica utile di circa 80-100 mm a valori attuali prossimi allo zero, con solo 25 mm di acqua presenti ma di fatto non utilizzabili dalle piante.
Nell’Astigiano la media delle temperature del suolo (tre sensori posizionati a 10, 30 e 60 cm di profondità) negli anni scorsi era di 12° mentre ad oggi siamo a 16°. In altre aree della Regione, come nell’Alessandrino, il divario è meno pronunciato in quanto si passa da una media di 14/15° degli anni passati alla temperatura attuale che raggiunge la media di 16,5°.
Igor Boni, Amministratore Unico della Società:
“Il suolo può essere visto come un enorme contenitore d’acqua che riesce gradualmente a fornire sostentamento alle colture, ai prati e alle foreste. Oggi il contenitore è ormai completamente vuoto, dopo un’estate siccitosa e un autunno che non ha ancora visto precipitazioni rilevanti e in concomitanza di temperature ben al di sopra della media del periodo. Le temperature elevate inoltre favoriscono l’evapotraspirazione e l’ulteriore peggioramento della situazione, malgrado la stagione autunnale ormai avanzata. E’ la grande capacità di ritenuta idrica dei suoli regionali che ha permesso di ridurre gli effetti del prolungato periodo secco anche se sono ormai evidenti i danni alla vegetazione in ambito agrario e forestale, soprattutto nelle aree dove i suoli hanno caratteristiche meno adeguate a trattenere grossi quantitativi d’acqua: presenza di ghiaie, tessiture ricche di sabbia e povere di limo e argilla, profondità ridotta. Nei prossimi mesi c’è da augurarsi che il contenitore-suolo riesca gradualmente a riempirsi, grazie alle precipitazioni, altrimenti affronteremo la nuova stagione agraria del 2018 e il risveglio vegetativo primaverile in condizioni assai più preoccupanti di quelle che abbiamo vissuto nel 2017”.