SALUTE- Pagina 3

Il medico e la psicoanalisi

Lunedì 16 maggio 2022 ore 19.00 via Guastalla 13 bis – Torino

Secondo incontro di

 PRATICHE DI PSICOANALISI LACANIANA “IL MEDICO E LA PSICOANALISI”

A cura dell’Istituto di Specializzazione in Psicoterapia IPOL di Torino

 

 Riceviamo e pubblichiamo

In che modo la formazione in psicoterapia psicoanalitica lacaniana può orientare il lavoro dello psicologo e del medico nel campo di applicazione del Diritto e della Legge alle questioni inerenti il disagio psichico?

 

Prosegue il ciclo di incontri dal titolo “Pratiche Lacaniane” organizzato dallIstituto IPOL di Torino per incontrare giovani psicologi e medici interessati all’applicazione della teoria e della pratica clinica psicoanalitica in relazione ad alcuni ambiti di lavoro di grande rilievo e attualità sociale.

L’incontro ad ingresso libero e gratuito sarà presieduto da Maria Laura Tkach psicologa, psicoterapeuta, psicoanalista, socia e docente di IPOL, membro della SLP e dell’AMP, socia del Centro Psicoanalitico di trattamento dei malesseri contemporanei.

 

INTERVERRANNO:

Maria Bolgiani: psicoanalista, psichiatra presso ASL Città di Torino, membro della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi e dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi, docente dell’Istituto IPOL, socia fondatrice del Centro Psicoanalitico di trattamento dei malesseri contemporanei onlus.
Carla Olivetti: Laurea in Medicina e Chirurgia, specialista in Medicina Interna, specializzata in psicoterapia all’Istituto IPOL e iscritta nell’elenco degli psicoterapeuti del Piemonte, partecipante alle attività della SLP, socia e collaboratrice alla docenza di IPOL.
Vanessa Leone: Laurea in Medicina e Chirurgia, specialista in Psichiatria, lavora presso il Servizio per le dipendenze dell’ASL Città di Torino, partecipante alle attività della SLP, collaboratrice alla docenza e socia di IPOL.
Sabrina Guidi: Medico chirurgo, specialista in Scienze dell’alimentazione, SS dietetica e nutrizione clinica ASL TO4, psicoterapeuta,  collaboratrice alla docenza e socia IPOL, partecipante alle attività della SLP.

 

Per info e iscrizioni: info@istitutoipol; altreattività@istitutoipol.it

 

Al convegno di Humanitas “Prevenzione e stile di vita

La salute, il cibo e il buon vivere” partecipa Antonio Chiodi Latini, il “cuoco delle terre”

 

“Tra i motivi che mi hanno spinto – spiega Antonio Chiodi Latini, cuoco delle terre – verso l’alimentazione vegetale vi è sicuramente la necessità di preservare la mia salute. I risultati che ho visto sul fisico e sulla psiche sono stati straordinari e, per questo, continuo a sostenere che la cucina vegetale sia il futuro, non soltanto perché è buona, ma anche perché è sana”.
Avendo provato in prima persona i benefici di una dieta vegetale, oggi lo chef dell’omonimo ristorante torinese è orgoglioso di partecipare con i suoi piatti al convegno dal titolo “Prevenzione e stile di vita: la salute, il cibo e il buon vivere”, promosso dall’Ospedale Humanitas Gradenigo.
Il convegno si terrà il 30 aprile prossimo presso la Centrale di Nuvola Lavazza e vedrà impegnati i medici dell’ospedale torinese nell’analisi di quanto uno stile alimentare sano possa essere un alleato prezioso nel mantenimento della nostra salute.
Responsabile scientifico del convegno sarà il dottor Francesco Milone, direttore della Cardiologia Humanitas Gradenigo, da anni impegnato nella prevenzione in ambito cardiovascolare, anche attraverso un’attenzione specifica agli stili corretti di vita, a partire da quello a tavola.
Si calcola che la pandemia da Covid abbia causato fino ad oggi in Italia circa 150 mila morti, un numero molto grande e doloroso. Tra le cause principali del decesso in Italia, al primo posto, rimangono gli accidenti cardiovascolari, dell’infarto e dell’ictus, con 230 mila morti su un totale di 640 mila, seguiti dai tumori.
Si calcola inoltre che si potrebbe giungere alla prevenzione di ben l’80 per cento delle malattie cardiovascolari, quali infarto e ictus, seguiti dai tumori, che potrebbero essere prevenuti se si smettesse di fumare, si seguissero una dieta sana e si svolgesse un regolare esercizio fisico. Almeno il 70 per cento dei pazienti con fattori di rischio non sa di averli e non si cura in modo adeguato. La maggior parte dei pazienti colpiti da eventi cardiovascolari a distanza di tre anni non ha saputo correggere in modo efficace i propri fattori di rischio e il proprio stile di vita.
Il congresso vuol fare luce su questo tema e si articola in quattro sessioni. Il focus della prima è quello che riguarda la guida sull’utilizzo dei farmaci nella prevenzione, sulla base degli obiettivi indicati dalle nuove linee guida europee.
Nella seconda viene illustrato un nuovo metodo di cura, la cosiddetta “medicina d’insieme”, vale a dire la gestione del paziente nella sua totalità e il metodo educativo in luogo di quello prescrittivo. Vengono approfonditi i rapporti tra oncologia e alimenti, esaminando il ruolo della dieta, intesa non come privazione, ma come abitudine alimentare e possibile terapia.
La mattinata sarà chiusa dall’illustrazione dell’ultimo nato in Humanitas Gradenigo, l’Ambulatorio della Prevenzione e dello Stile di Vita. La terza sessione sarà incentrata sul modo in cui l’alimentazione possa condizionare non solo molti aspetti della salute, ma anche l’ambiente in cui si vive.
Il convegno sarà concluso con i rimedi per il trattamento dell’obesità, sia di natura farmacologica, sia chirurgica.
Il catering del convegno sarà a base vegetale, preparato personalmente dallo chef Antonio Chiodi Latini, che ha incontrato la cucina vegetale nel 2017. Dopo anni di esperienza nel campo della ristorazione Antonio Chiodi Latini ha compiuto una scelta personale, ripartendo dai vegetali, trattati nella maniera più naturale possibile. Oggi il “cuoco delle terre”, come si fa chiamare Antonio, ha ritrovato la passione di un tempo per il suo lavoro e ha potuto approfondire tecniche, materie prime e combinazioni di sapori, andando al cuore di ciò che cresce nell’orto, valorizzandolo con esperienza e creatività.

Mara Martellotta

Cardiologia interventistica: i massimi esperti mondiali per tre giorni a Torino

Congresso Turin CTO&CHIP Centro Congressi Lingotto – 4, 5, 6 maggio 2022

 

7 interventi live su 24 dal Maria Pia Hospital per il Turin CTO&CHIP confermano l’eccellenza della struttura nel più importante congresso europeo sulle occlusioni e patologie coronariche complesse

 

 Dal 4 al 6 maggio 2022 si svolgerà il Turin CTO&CHIP, congresso internazionale che vedrà la partecipazione dei massimi esperti mondiali della cardiologia interventistica. Dopo il successo delle precedenti edizioni, il summit della cardiologia interventistica torna quest’anno in veste rinnovata con una nuova prima edizione che combina CTO e CHIP: l’obiettivo del congresso è insegnare e imparare nuove tecniche e affinare le capacità degli specialisti sia nel trattamento delle occlusioni coronariche croniche (CTO), sia nella cura dei pazienti complessi ad alto rischio con indicazione clinica all’intervento coronarico (CHIP – Complex higher-risk and indicated patients).

Maria Pia Hospital di Torino, Ospedale di Alta Specialità di GVM Care & Research accreditato con il SSN, è capofila dell’edizione di quest’anno, a cui sono attesi circa 500 partecipanti in presenza al Lingotto e un elevato numero di specialisti collegati in diretta streaming da tutto il mondo.

Trasmessi dai laboratori di cateterizzazione specializzati italiani e internazionali, punto cardine del summit saranno i 24 interventi live7 interventi verranno eseguiti presso Maria Pia Hospital di Torino, dove opereranno anche specialisti dall’estero (da Olanda, Germania, Francia, Canada, USA e Giappone); 4 interventi verranno eseguiti all’Ospedale Maria Vittoria – ASL Città di Torino; altri 3 interventi in ospedali italiani (San Giovanni Bosco Hospital – ASL Città di Torino, Policlinico Tor Vergata di Roma e Ospedale Sant’Andrea di Vercelli); 10 interventi verranno infine eseguiti in ospedali esteri (Olanda, Francia, Spagna, Svizzera, Turchia, India, Giappone, Taiwan).

Alcuni degli interventi, realizzati su pazienti con patologia coronarica complessa, daranno inizio alla discussione sull’iter di trattamento più indicato del singolo caso, ovvero la scelta tra cardiochirurgia e interventistica coronarica.

“La malattia coronarica è la prima causa di morte nel mondo occidentale. Il nostro obiettivo è riuscire a trattare pazienti, una volta erano considerati inoperabili, con tecniche avanzate e in sicurezza – commenta il dott. Roberto Garbodirettore del programma CTO e Angioplastiche coronariche complesse presso Maria Pia Hospital e direttore del Turin CTO&CHIP insieme al dott. Andrea Gagnor –.  Si consideri che il paziente CHIP è un soggetto complesso ad alto rischio ma che deve essere trattato perché altrimenti la prognosi è infausta”.

Il dott. Roberto Garbo, oltre a essere direttore del Turin CTO Summit, è Responsabile del programma di Interventistica Coronarica Complessa e CTO a Maria Pia Hospital (centro di eccellenza a livello europeo nel trattamento di pazienti con patologia coronarica complessa e occlusioni coronariche, con pazienti provenienti da tutte le regioni d’Italia), è nel board dell’Euro CTO Club (2020-2023), membro della Faculty nei più importanti congressi internazionali. Ha eseguito 2500 procedure di CTO come primo operatore dal 2008 al 2022, di cui 1200 con approccio retrogrado.

Durante una delle sessioni live da Maria Pia Hospital verrà realizzato un intervento in assistenza ECMO (circolazione extracorporea che supporta la funzione di cuore e polmoni) su un paziente estremamente complesso che presenta un fallimento di duplice bypass con coronarie gravemente ostruite o chiuse. Inoltre il paziente ha impiantata una protesi meccanica aortica. L’équipe del dott. Garbo procederà con un intervento di disostruzione dell’arteria coronarica mediante tecnica retrograda: una svolta nel trattamento delle ostruzioni coronariche croniche che ha consentito di aumentare la percentuale di successo degli interventi dal 50% ad oltre il 90% (percentuale raggiunta in procedure eseguite da équipe di esperienza e con le tecniche più moderne e i materiali migliori).

Celebrata la Giornata mondiale della malattia di Chagas

Il 14 aprile

Giovedì  14 aprile. In questa data si è celebrata la Giornata mondiale della malattia di Chagas, che si stima colpisca in tutto il mondo da 6 a 7 milioni di persone, soprattutto nelle aree endemiche dei 22 Paesi dell’America Latina, estendendosi poi, in seguito ai movimenti migratori della popolazione latinoamericana,anche in aree non endemiche, quali il Canada, molti Paesi Europei e diversi del Pacifico Occidentale.

In Europa la malattia viene contratta soprattutto per vie quali trasfusioni, trapianti o per trasmissione verticale, da madre a figlio, e può rimanere a lungo latente, ragione per cui, a volte,risulta difficile da diagnosticare tempestivamente .

La Giornata mondiale della malattia di Chagas, malattia infettiva causata dal contatto umano con le feci o l’urina delle cimici triatomine, è stata dichiarata in occasione del 72esimo incontro dell’Assemblea OMS del 20 maggio 2019. Si è  scelta come data il 14 aprile, giorno in cui il medico e ricercatore brasiliano Carlos Chagas, nel lontano 1909, diagnostico’ il primo caso di questamalattia su una bambina di due anni.

In Italia, in Piemonte, l’associazione ‘PINTRE Percorsi Intrecciati’ è socia di Findechagas, Federazione Internazionale delle Associazioni delle Persone colpite dalla malattia di Chagas, cui afferiscono oltre 25 organizzazioni della società civile di Nord e Sud America, Europa e Pacifico Occidentale.

L’Associazione PINTRE ha l’obiettivo di far conoscere nella Regione Piemonte questa malattia, promuovendo campagne di sensibilizzazione e screening gratuito a favore della popolazione latinoamericana, al fine di individuare tempestivamente la comparsa della malattia e iniziarne il trattamento, prima dell’insorgere di eventuali complicazioni.

Mara Martellotta 

Liste d’attesa, la Regione prova a ridurle del 30 per cento entro giugno

Il presidente Cirio e l’assessore alla Sanità Icardi:  “Investiremo 50 milioni e monitoreremo gli obiettivi  ogni settimana come fatto con i vaccini”

Recupero del 30 per cento entro giugno delle liste d’attesa sulle prestazioni ambulatoriali di primo accesso, presa in carico attiva di tutte le prescrizioni di primo accesso previste dal piano nazionale entro settembre e a dicembre, prima della fine del 2022, recupero di tutte le visite, prestazioni ed interventi rispetto al 2019 e al periodo pre-Covid.
Sono gli obiettivi del Piano straordinario per il recupero delle liste d’attesa  in Piemonte presentato oggi dal presidente della Regione, Alberto Cirio, e dall’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, insieme al Direttore dell’Assessorato regionale alla Sanità Mario Minola e il consulente strategico Pietro Presti.
Per mettere in atto il cronoprogramma verrà investito un budget di 50 milioni di euro e si procederà con un monitoraggio settimanale degli obiettivi assegnati alle Aziende sanitarie del territorio, attraverso il metodo del “cruscotto” già sperimentato con efficacia per la campagna vaccinale contro il Covid, che vede ancora oggi il Piemonte in testa alle Regioni italiane per terze dosi già somministrate ai propri cittadini.
«Quello delle liste d’attesa non è un tema che nasce oggi, si trascina da quasi 10 anni, ma è fondamentale risolverlo ed è ciò che ci impegniamo a fare, consapevoli anche delle conseguenze provocate da due anni di pandemia – sottolinea il presidente della Regione Alberto Cirio –Lo faremo con un approccio innovativo che si basa sull’esperienza della nostra campagna vaccinale, attraverso il potenziamento dell’offerta pubblica e la collaborazione con il privato. Il tutto all’insegna della trasparenza e della condivisione dell’obiettivo fondamentale che è quello di garantire cure tempestive ed efficaci ai cittadini piemontesi, valorizzando i professionisti che lavorano nella nostra sanità».
«Sul recupero delle liste di attesa delle prestazioni di specialistica ambulatoriale, ricovero e screening oncologici, stiamo agendo con metodo e concretezza – aggiunge l’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi –Abbiamo un piano operativo messo a punto da una Commissione di specialisti costituita ad hoc, con un impegno aggiuntivo di spesa di 50 milioni di euro. I dati dimostrano che nei soli quattro mesi del 2021 “liberi” dal Covid, la Sanità regionale ha saputo tornare ai livelli degli screening oncologici pre-pandemia, così come è riuscita a contenere la forbice degli interventi programmati a meno del 20 per cento di quelli eseguiti nel 2019. Uno sforzo enorme, che dimostra la capacità di lavoro di tutto il personale sanitario regionale, trovatosi a passare dall’emergenza della pandemia a quella delle liste d’attesa, senza soluzione di continuità».
Rispetto ai ricoveri programmati in particolare il 2021 ha visto già un recupero sul 2020 del 13%L’obiettivo della Regione per il 2022 è di tornare ai numeri del 2019 e superarli. Lo stesso per quanto riguarda le visite e le prestazioni ambulatoriali, già recuperate del 10% rispetto al 2020, e gli screening oncologici dove il recupero è stato del 45% sul 2020 tornando quasi al livello pre-covid. In particolare gli screening per il tumore al seno nel 2021, nonostante la pandemia, hanno perfino superato del 5,2% quelli eseguiti nel 2019 prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria.
Il Piano per il recupero delle liste d’attesa messo in campo dalla Giunta regionale prevede numerose azioni, tra le quali l’efficientamento delle agende con una maggiore integrazione, anche informatica, tra quelle pubbliche e private, l’ottimizzazione del CUP e della presa in carico delle prescrizioni.
In particolare, entro settembre, l’obiettivo è fare in modo che chiunque chiami per prenotare venga preso in carico dal sistema, anche in assenza di una disponibilità immediata. Sarà il sistema stesso a ricontattare il cittadino a breve, ad esempio attraverso un sms, inviando data e luogo dell’appuntamento ed evitando che si debba telefonare più volte per ottenere la prenotazione.
Si inizierà da alcune delle prestazioni di primo accesso previste come prioritarie dal Piano nazionale di recupero delle liste d’attesa.
«Di fatto è una vera e propria rivoluzione nella gestione della nostra sanità – concludono il presidente Cirio e l’assessore Icardi –. Non può più accadere che il cittadino chiami il Sovracup regionale, non abbia un appuntamento e sia costretto a richiamare. Da settembre, l’impegno è di definire una data utilizzando lo stesso metodo dei vaccini che si è rivelato efficiente. Per evitare che le disdette creino problemi al sistema, introdurremo il meccanismo della “panchina”  già utilizzato nella campagna vaccinale, che consente di ottimizzare le risorse. Sulle liste d’attesa si dimostra l’attenzione verso i cittadini più deboli, le persone che hanno bisogno di essere curate. Abbiamo ereditato una situazione complicata che con il Covid sicuramente non è migliorata, ma oggi è l’occasione per farlo e all’origine. Chi ha il diritto alla salute deve averlo anche in fretta. Ed è l’obiettivo che già ora stiamo realizzando».

Manca il personale sanitario per le donazioni di sangue

Quali soluzioni la Giunta regionale intende mettere in atto per risolvere le carenze di personale sanitario per la raccolta e trasfusione di sangue? Questo l’interrogativo che il consigliere Pd, Mauro Salizzoni ha rivolto, nell’ambito dei question time in Consiglio regionale, all’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi.

“Il problema è noto –  ha dichiarato Icardi –   e riguarda non soltanto la rete di raccolta associativa ma anche quella trasfusionale pubblica. È in fase di attivazione un Progetto pilota, al quale ha aderito la totalità delle Aziende sanitarie piemontesi. Il Piano prevede diverse soluzioni al problema: coinvolgere medici e infermieri dipendenti di ASL, AO e AOU in attività aggiuntiva a tariffe orarie predefinite; avviare il reclutamento di medici laureati non specializzati nell’ambito dei Servizi trasfusionali; sensibilizzare i direttori delle scuole di specializzazione affinché favoriscano la disponibilità degli specializzandi a partecipare alle attività di selezione del donatore; supportare – da parte delle Università – il percorso formativo per medici da dedicare alla Medicina trasfusionale incrementando i posti a disposizione nelle scuole di specializzazione in ematologia e in patologia clinica e biochimica clinica. E ancora – conclude –  ridisegnare l’organizzazione della Rete trasfusionale e delle UdR”.

“Durante la pandemia l’afflusso di sangue è diminuito drasticamente – ha esordito Salizzoni –   ma non per la sola riduzione delle donazioni, bensì per la minore disponibilità di personale. L’emergenza sanitaria prima e l’attività vaccinale successivamente, meglio retribuita e prestata in sedi fisse, hanno, infatti, sottratto medici e infermieri alla raccolta e alla trasfusione di sangue. Sarebbe forse opportuno – ha proposto il consigliere Pd – retribuire meglio gli operatori del sangue, equiparandone il trattamento a quello dei vaccinatori. Un loro miglior trattamento economico costituirebbe un investimento lungimirante dal momento che l’alternativa è acquistare il sangue dall’estero a prezzi più elevati. Tuttavia – ha concluso –  non è solo una questione di migliore retribuzione: per i medici, ad esempio, l’attività di raccolta di sangue è incompatibile con la specializzazione”.

 

Riprende l’attività in presenza con il 3° Congresso di Oncologia Dermatologica

 “Non solo melanoma: terapie innovative in dermo-oncologia” a Torino il 18 ed il 19 febbraio 2022

 

Riprende l’attività congressuale in presenza con il 3° Congresso di Oncologia Dermatologica dal titolo “Non solo melanoma: terapie innovative in dermo-oncologia”, in programma a Torino venerdì 18 (dalle ore 10) e sabato 19 febbraio 2022 (dalle ore 8,30), presso lo StarHotels Majestic (corso Vittorio Emanuele II, 54 – Torino).

Ad organizzarlo è la Dermatologia chirurgica della Città della Salute di Torino (responsabile dottoressa Virginia Caliendo) ed il dottor Franco Picciotto del Dipartimento di Chirurgia della Città della Salute di Torino (diretto dal professor Mario Morino).

Il melanoma in Italia ed in modo particolare a Torino continua a mostrare un significativo incremento di incidenza, che rende cruciale il corretto management di tale patologia sia come diagnosi precoce sia come gestione integrata multidisciplinare.

Il Congresso si propone di sviluppare le tematiche emergenti in ambito oncologico, non solo concernenti il melanoma, ma anche le altre neoplasie cutanee, non ultimo alla luce degli effetti pandemici.

La pandemia da COVID 19 ha avuto un impatto significativo sulla cura del cancro. Alcuni studi hanno previsto un aumento fino al 10% della mortalità per tumori maligni, dovuta ai ritardi nei percorsi assistenziali causati dalla pandemia.

Ad oggi l’impatto della pandemia sul melanoma deve essere ancora completamente definito. È noto tuttavia che l’effetto COVID ha provocato una riduzione dell’attività di screening. Di fatto ad oggi non è facile valutare l’impatto effettivo della pandemia sulla stadiazione, sopravvivenza e mortalità.

Oggi assistiamo a casi clinici più invasivi e metodi di ricostruzione più complessi. Vi è la necessità, pertanto di ripartire e di recuperare il tempo perduto. Lo sviluppo e l’impiego di metodiche di diagnostica non invasiva più sensibili e specifiche, l’implementazione di terapie skin-directed e lo sviluppo di nuovi farmaci sono solo una parte dei temi che verranno affrontati durante i lavori congressuali. L’evento si propone di affrontare tematiche emergenti relative al melanoma ed ai non melanoma skin cancer, coniugandole con le rispettive implicazioni di carattere clinico-terapeutico e, soprattutto, filtrandole attraverso il lavoro integrato e multidisciplinare della Rete Oncologica del Piemonte e Valle d’Aosta.

Prosegue la Giornata di raccolta del farmaco

 


SI SVOLGERÀ DA MARTEDÌ 8 A LUNEDÌ 14 FEBBRAIO 2022

 

Si va in una delle 5.000 farmacie che aderiscono in tutta Italia, e si donano uno o più medicinali da banco che saranno consegnati a 1.800 realtà assistenziali. La Raccolta dura una settimana per consentire di aiutare il maggior numero possibile di famiglie e persone indigenti. Nel 2021, 600.000 persone non hanno potuto acquistare medicinali per ragioni economiche. Il loro numero, rispetto al 2020, è cresciuto del 37% (+163.000 persone) a causa della crisi economica provocata dalla pandemia

 

 

Anche quest’anno, si svolgerà la GRF – Giornata di Raccolta del Farmaco. Durerà una settimana, da martedì 8 a lunedì 14 febbraio. In 5.000 farmacie che aderiscono in tutta Italia (espongono la locandina dell’iniziativa e l’elenco è consultabile su www.bancofarmaceutico.org), sarà chiesto ai cittadini di donare uno o più medicinali da banco per i bisognosi. I farmaci raccolti (465.019 confezioni, pari a un valore di 3.640.286 €) saranno consegnati a 1.800 realtà assistenziali che si prendono cura delle persone indigenti, offrendo gratuitamente cure e medicine. Si invitano i cittadini ad andare apposta in farmacia per donare un farmaco.

 

A Torino e provincia, la Raccolta si svolgerà in 256 farmacie. I farmaci raccolti sosterranno 56 realtà del territorio che si prendono cura dei bisognosi. Durante l’edizione del 2021, sono state raccolte 28.145 confezioni di farmaci (pari a un valore di 210.242 euro) che hanno aiutato 20.162 assistiti di 56 enti.

In Piemonte, nel 2021, sono state raccolte 49.286 confezioni di farmaci in 523 farmacie, pari a un valore di 375.723 euro. I medicinali raccolti hanno contribuito a curare 36.030 persone aiutate da 147 realtà caritative del territorio regionale.

La GRF si volge con il patrocinio di AIFA e in collaborazione con Cdo Opere Sociali, Federfarma, Fofi, Federchimica Assosalute, Egualia – Industrie Farmaci Accessibili e BFResearch. La GRF è realizzata grazie all’importante contributo incondizionato di IBSA Farmaceutici e Teva Italia e al sostegno di EG Stada Group, DOC Generici, DHL Supply Chain, Bausch&Lomb, Unico – La Farmacia dei Farmacisti S.p.A. e Gruppo Comifar, Unifarma Distribuzione.

La Raccolta è supportata da Responsabilità Sociale Rai, Mediafriends, La7, Sky per il sociale, e Pubblicità Progresso.

L’iniziativa è possibile grazie al sostegno di oltre 17.000 farmacisti (titolari e non) che oltre a ospitare la GRF la sostengono con erogazioni liberali. Anche quest’anno, sarà supportata da più di 14.000 volontari, nel rispetto delle norme a tutela della salute di tutti.

 

C’è un’emergenza che, con o senza Covid, si protrae da anni, ma con la pandemia si è aggravata: si tratta delle persone in condizione di povertà sanitaria. Nel 2021, erano 597.560, 163.387 in più rispetto alle 434.173 del 2020. Si è registrato, quindi, un incremento del 37,63% delle persone indigenti che hanno chiesto aiuto a 1.790 realtà assistenziali convenzionate con Banco Farmaceutico per farsi curare. Per dar loro sostegno, tali realtà hanno chiesto al Banco 980.562 confezioni di medicinali. Attraverso la GRF, è stato possibile coprire il 47,4% del loro fabbisogno.

 

«La speranza per il nostro Paese è anche responsabilità di ognuno di noi, e si alimenta anche con piccoli gesti di gratuità. Invitiamo chiunque può permetterselo a donare uno o più medicinali per chi ha bisogno. Perché c’è l’esigenza delle persone indigenti, a cui possiamo rispondere in maniera concreta partecipando alla GRF. E perché compiere un semplice atto di altruismo come questo, andando apposta in farmacia per donare un farmaco, è un modo per farci carico ciascuno di una parte della speranza di tutti», ha dichiarato Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus.

 

“Mai come quest’anno – commenta Gerardo Gatto, presidente del Banco Farmaceutico Torino – le persone e le famiglie in difficoltà sanitaria hanno bisogno di farmaci, visto il perdurare della pandemia e l’aggravarsi della crisi economica e sociale che ne consegue. Mai come quest’anno c’è bisogno dell’aiuto di tutti, di un piccolo gesto concreto come la donazione di un farmaco che, grazie ai volontari del Banco Farmaceutico e delle associazioni che operano sul territorio, andrà ad aiutare una persona che non può permettersi quella spesa. Un farmaco cura il corpo, ma il gesto di solidarietà che c’è dietro la donazione cura la mente, il cuore e l’anima delle persone, di chi riceve e anche di chi dona. Donare un farmaco è  un gesto di gratuità che dona speranza.

 

 

Sangue e plasma, la Regione rilancia l’appello per le donazioni

La Regione Piemonte sottoscrive e rilancia con forza l’appello delle associazioni che invitano la popolazione a donare il sangue e il plasma.

Il significativo calo degli ultimi tempi è dovuto alla nuova ondata di contagi che costringe i donatori e, in alcuni casi, il personale addetto alla raccolta a rispettare i periodi di quarantena o per aver contratto il virus o per aver avuto contatti con persone positive.

“E’ fondamentale – l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi – che chi è già donatore si attivi a prenotare la propria donazione e chi non hai mai donato risponda all’appello per dare il proprio prezioso contributo contattando il centro di raccolta più vicino. È possibile farlo nella massima sicurezza e nel rigoroso rispetto delle norme”.

Come già avviene dai primi momenti della pandemia, tutte le strutture di raccolta sangue, sia ospedali che unità gestite dalle associazioni, hanno attivato regole di accesso basate su linee guida diramate dal Centro nazionale sangue che garantiscono la sicurezza dei donatori e il rispetto delle norme di distanziamento e di igiene (a partire dalla prenotazione della donazione che consente accessi contingentati ai punti di raccolta).

Curare e guarire con la diagnostica molecolare personalizzata

Giovedì 3 febbraio alle ore 17:45 su www.giovediscienza.it

in diretta dallo studio di Taxi 1729 e in collaborazione con la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus

con la Prof.ssa Anna Sapino, Direttore Scientifico dell’Istituto di Candiolo IRCCS e

il Prof. Livio Trusolino, Laboratorio di Oncologia Traslazionale – Istituto di Candiolo e Professore ordinario di Istologia, Dipartimento di Oncologia, dell’ Università di Torino.

Modera l’incontro Alberto Agliotti

 

GiovedìScienza incontra uno dei centri di ricerca d’eccellenza del territorio.

Il 3 febbraio alle 17.45 su www.giovediscienza.it, in diretta streaming dallo studio di Taxi 1729, un nuovo incontro su un tema di grandissima attualità: Oncologia di precisione, come curare e guarire con la diagnostica molecolare personalizzata.

La conferenza anticipa la Giornata Mondiale Contro il Cancro in programma il 4 febbraio e coinvolge un centro d’eccellenza italiano specializzato nella ricerca e nella cura del cancro, l’Istituto di Candiolo – IRCCS.

Nel febbraio 2020 è stato annunciato il completamento della mappatura genetica del cancro: migliaia di scienziate e scienziati in tutto il mondo, tra cui il gruppo di Candiolo, sono riusciti a leggere l’intera sequenza dei geni alterati che contribuiscono all’insorgenza e alla progressione dei tumori. Ma questa informazione non basta: identificare un gene che causa un tumore non significa trovare una cura o capire perché quello stesso tumore è o diventa resistente alle terapie oggi disponibili.

L’obiettivo dell’Istituto di Candiolo è sfruttare queste conoscenze a livello molecolare, non solo a fini diagnostici ma anche per associare un’opportunità terapeutica specifica a ciascun gene mutato. Questa sfida rappresenta oggi la base della medicina di precisione in ambito oncologico, un approccio che permetterà di progettare un trattamento di ultima generazione personalizzato su ogni paziente e calibrato sulla base delle caratteristiche biologiche di ciascun tumore.

Interverranno la Professoressa Anna Sapino, Direttore Scientifico dell’Istituto di Candiolo IRCCS e il Prof. Livio Trusolino, del Laboratorio di Oncologia Traslazionale dell’Istituto di Candiolo e Professore ordinario di Istologia, Dipartimento di Oncologia, dell’ Università di Torino, per fare il punto su un tema di grandissima attualità e importanza come quello della ricerca. L’incontro sarà moderato da Alberto Agliotti.

Istituto di Candiolo – IRCCS in collaborazione con la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus

Il cancro è una malattia proteiforme: i tumori evolvono, si diversificano, si adattano alle terapie assumendo nuove sembianze. Le ricercatrici e i ricercatori dell’Istituto di Candiolo, distribuiti in decine di laboratori ad alta tecnologia, studiano come stanare le cellule neoplastiche che resistono ai trattamenti antitumorali e, dopo averle catturate, identificano i loro “talloni d’Achille” per distruggerle. Questo sforzo impone approcci multidisciplinari che spaziano dalla genetica all’analisi dei big data. Soltanto una comprensione a tutto tondo dei circuiti di regolazione del cancro, in tutto simili alle reti complesse dell’intelligenza artificiale, permetterà di svelarne i punti di debolezza.

www.giovediscienza.it