RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO- Pagina 42

TAV, MONTARULI (FDI): “CARO SALVINI QUANDO LO SGOMBERO DI ASKATASUNA?

“Caro Ministro Salvini a quando lo sgombero del centro sociale Askatasuna di Torino? In una sola settimana gli autonomi del centro sociale hanno collezionato misure cautelari per gli scontri del 1 marzo e oggi sono i protagonisti degli attacchi no tav  alle forze dell’ordine. Cosa aspetta il Ministro? Rifissi la sua visita a Torino e visto che di certo non sarà la pentastellata Appendino a chiedertelo te lo ricorderemo noi: Torino non può più tollerare che gli stabili pubblici siano il covo logistico da cui partono vere e proprie azioni di guerriglia. Con un’interrogazione parlamentare sollecitiamo Salvini ad occuparsi dello sfogo vero dello stabile. Se è davvero dalla parte delle forze dell’ordine questa e’ l’unica soluzione” afferma Augusta Montaruli, parlamentare di Fratelli d’Italia. Maurizio Marrone, dirigente nazionale FDI, aggiunge “Il movimento no tav stava progressivamente scomparendo, ora torna ad alzare la testa aggredendo le forze dell’ordine perché sente di avere copertura politica dal M5S al governo. Il ministro Salvini deve dimostrare con i fatti che lui sta con chi indossa la divisa e non con chi si travisa il volto con le bandane no tav”

“TAV: OCCORRE METTERE UN PUNTO DEFINITIVO, NE VA’ DELLA CREDIBILITA’ DEL NOSTRO STATO”

Il Governo deve pronunciarsi in modo chiaro e definitivo sulla TAV e se la scelta fosse a favore, lo Stato deve passare alla controffensiva e frenare una volta per tutte le azioni eversive di alcuni gruppi NO TAV violenti e intolleranti. Questi antagonisti, continua Eugenio Bravo, è probabile che vogliano esercitare pressioni politiche per fermare la TAV, tuttavia per gli operatori di polizia, l’unico colore in cui si identificano è quello dell’antistato e dell’odio verso le forze dell’ordine. Certo, il tentativo di affermare la loro volontà anti TAV con la violenza, credo imponga una seria riflessione anche per alcuni, (si auspica ex loro compagni di viaggio) oggi al Governo, i quali bene farebbero a “scomunicarli” e denunciare pubblicamente le azioni aggressive intraprese da questi facinorosi. E’ giunto il momento di rimuovere campeggi limitrofi all’area interessata, organizzati in funzione anti-forze di polizia, e men che meno consentire ulteriori azioni bellicose dirette all’esclusivo scopo di ritagliarsi pubblicità gratuite e mandare all’ospedale qualche appartenente alle forze dell’ordine. E’ inconcepibile sperperare risorse economiche, uomini e mezzi, per continuare a presidiare come un Fortino i lavori della TAV. La volontà del legislatore regolarmente eletto deve mettersi in pratica senza richiedere una battaglia corpo a corpo tra forze dell’ordine e antagonisti, per guadagnare metri di costruzione di questa grande opera. Lo stesso identico ragionamento varrebbe se vi fossero antagonisti pro TAV che con azioni violente volessero imporre la loro contrarietà.

Il Segretario Generale Provinciale Siulp Torino

Eugenio Bravo

DISEGNO DI LEGGE SULLA REVISIONE DELLA LEGITTIMA DIFESA, LA PAROLA A SIULP E SIAP

 Le dichiarazioni Eugenio Bravo e Pietro Di Lorenzo, segretari Siulp e Siap, sindacati di polizia

“Premesso che il nostro lavoro di poliziotti non può non incidere sul nostro punto di vista (troppe volte assistiamo alla disperazione, alla rabbia, alla paura di chi ha subito un furto, una rapina, una truffa, un’aggressione nella propria casa o negozio e molto spesso sono persone anziane) tuttavia con la più assoluta obiettività riteniamo, pur con qualche perplessità, che il disegno di legge di revisione della legittima difesa, vada nella giusta direzione.

 

A Torino, in particolar modo non si registrano negli ultimi anni aumenti di richieste di porto o detenzione armi ma la situazione si va stabilizzando. Urlare sul rischio “Far West” ci sembra obiettivamente fuori luogo, atteso che per modalità “Far West” si intenda girare per le città armati di tutto punto e pronti a sparare; questa situazione non era prevista e non sarà prevista nemmeno con l’avvento della nuova legge. Giustificare l’uso dell’arma per difendere il proprio domicilio o abitazione di fronte ad un’aggressione per quanto possa essere spiacevole, diventa inevitabile se per difendere i propri beni o famigliari significa passare dalla ragione al torto, come spesso accade oggi, trasformando la vittima in carnefice e sottoponendola a processi lunghi, esosi e disarmanti che guardano favorevolmente più all’aggressore che all’aggredito. Questo disegno di legge quanto meno chiarisce in modo inequivocabile da che parte si pone la legge. 

 

Poi, continuano Bravo e Di Lorenzo, che le persone non attendano altro che sparare a qualcuno è fuorviante: a nessuno può far piacere sparare ad altri se non messo con le “spalle al muro” per difende se o i suoi famigliari. Troppe sono le vittime di questo subdolo reato che prevede la violazione del domicilio e l’aggressione delle persone e delle famiglie le quali, una volta subito questo delitto, trascorrono molti anni nell’incubo del ricordo, nelle ansie e nelle paure che possa ancora succedere.  

 

Certo l’ideale sarebbe, ribadiscono il SIULP ed il SIAP di Torino, stabilire un più alto minimo della pena edittale, ancora troppo basso, se si tiene conto che può sempre intervenire la riduzione di un terzo della pena grazie ai riti alternativi e pertanto l’autore del reato potrebbe ancora una volta riuscire a evitare il carcere, atteso che la condanna dovrebbe prevedere una pena superiore ai 4 anni. Analogamente occorrerebbe intensificare il controllo del territorio, ma non solo nelle città metropolitane, ma anche nelle piccole cittadine e paesi affinché chi subisse una intrusione indesiderata nella propria abitazione o negozio, possa contare in un intervento tempestivo di pattuglie delle forze dell’ordine, con il concorso anche della Polizia locale.

 

Non crediamo nella congettura di chi ritiene che con questa nuova legge l’aggressore si armerà anch’esso di tutto punto per fronteggiare e ingaggiare uno scontro a fuoco con l’aggredito; chi decide di perpetrare un furto o una rapina è convinto nella buona riuscita dell’operazione a prescindere se in casa il titolare sia armato. Tra l’altro, poiché già molti detengono regolarmente le armi, questa considerazione potrebbe valere anche adesso. Si spera, al contrario, che la paura di trovare persone armate e giustificate a difendersi, possa diventare un deterrente per chi ritiene di fare un repulisti nelle case altrui.

 

Inoltre, chiudono i Segretari, per detenere un arma occorre sempre un certificato medico e una abilitazione rilasciata dal poligono di tiro; se si ritiene troppo agevole, si può sempre prevedere un eventuale corso per l’uso e il maneggio dell’arma con periodiche esercitazioni al tiro, per quanto si debba tenere conto che l’arma, si auspichi, non sia necessario utilizzarla.”

                                                   

 

         

Rete Bianca Piemonte, costruire una rete civica per le regionali 2019

“Rete Bianca, il movimento politico e culturale nato a Roma dopo il voto del 4 marzo, ha l’obiettivo di ricomporre e rilanciare il cattolicesimo politico italiano dopo la sostanziale scomparsa in questi ultimi anni. Un obiettivo che raccoglie la vasta e diffusa domanda di partecipazione di molti settori dell’area cattolico democratica, popolare e sociale a livello nazionale. E questo anche perché le recenti elezioni politiche hanno decretato l’esaurimento dei ‘partiti plurali’ – Pd e Forza Italia in particolare – da un lato e la necessità di recuperare e valorizzare le identità politiche e culturali dall’altro. A cominciare, appunto, dalla cultura e dalla esperienza storica del cattolicesimo politico italiano. Al contempo, Rete Bianca a livello piemontese e’ impegnata a ricostruire e a rilanciare una ‘rete civica’, soprattutto in vista delle elezioni regionali del 2019. Cioè a riscoprire e valorizzare quel ‘civismo’ politico, culturale – cattolico e laico – amministrativo e territoriale lontano dai partiti tradizionali ma sensibile ad una rinnovata partecipazione politica. Una ‘rete civica’ che da un lato deve rilanciare la qualità della politica e, dall’altro, riscoprire una classe dirigente qualificata e diffusa nel territorio piemontese ma che nutre una profonda sfiducia nei confronti dei partiti attuali. Rete Bianca, con altre esperienze civiche, come ovvio, vuole contribuire a centrare questo obiettivo. A cominciare dalle prossime settimane con un documento appello a tutte le forze civiche della regione per poi aprire una seria e trasparente consultazione programmatica”.

 

Giorgio Merlo, Mauro Carmagnola, Giampiero Leo

“I 600mila euro non ci sono più: Vallette beffate”

O meglio: i soldi ci sono, ma non si possono utilizzare per trasformare il Centro Commerciale Le Verbene secondo il progetto del Politecnico. Prima le illusioni, poi le chiacchiere, poi il nulla: ennesima presa in giro nei confronti delle periferie da parte di questa Amministrazione.

Il progetto c’è (firmato dal Politecnico) ed è bellissimo. La copertura finanziaria, in teoria, pure, almeno per i primi due lotti (copertura dell’area cosiddetta ex-muretto, costruzione del nuovo ingresso e creazione delle due piazzette). Peccato che i 600mila euro più volte indicati dalla stessa Giunta come disponibili non siano, in pratica, utilizzabili dalla Città di Torino, impastoiati nei vari capitoli della Ragioneria della Città. Chissà da quanto era chiaro, all’Amministrazione. A noi Consiglieri è stato reso noto soltanto oggi. Si è perso oltre un anno, da quel 13 giugno 2017, quando la Giunta dichiarava in Commissione: «Attualmente sono a disposizione del Comune 690mila euro per il Piano di Riqualificazione Urbana del quartiere Vallette». Dodici mesi fa ci era stato detto che i 600mila euro sarebbero potuti andare sul PQ, che è, per sua natura, un intervento strutturale. Oggi ci viene detto che i 600mila euro sono rubricati come spesa corrente e dunque non utilizzabili a questo scopo. Il dato politico è chiaro: per i prossimi tre anni non si metterà mano al progetto. I fondi non potranno neanche essere investiti in interventi circoscritti per mettere il Centro in sicurezza. Va in scena l’ennesima beffa, da parte dell’Amministrazione Cinque Stelle, ai danni di quelle periferie così coccolate, a parole, poco più di due anni fa.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Lega e Forza Italia: “Favorevoli alla fiaccolata civica pro olimpiadi”

Se, come ci hanno assicurato gli organizzatori, la fiaccolata di domani non sarà una strumentalizzazione utile a qualcuno per rivendicare improbabili paternità politiche, Forza Italia e Lega aderiscono alla manifestazione dell’Associazione Volontari Olimpici Volo 2006, al fine di manifestare al fianco di tutti quei cittadini certi che le Olimpiadi siano una importantissima opportunità da non lasciarsi scappare”. Lo affermano in una nota congiunta Fabrizio Ricca e Davide Balena coordinatori rispettivamente di Lega e Forza Italia a Torino. Questo è un momento in cui la politica deve serrare le fila, anche trasversalmente, per il bene di Torino” – concludono Balena e Ricca – “ci piacerebbe che questo senso di responsabilità animasse anche gli amministratori di questa città unitamente a quelle opposizioni che sperano in un fallimento di questa candidatura per un mero tornaconto elettorale”.

Nel ricordo di quel 19 luglio in via D’Amelio

Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani vuole ricordare la strage di Via D’Amelio, 19 luglio 1992, promuovendo piccole azioni di legalità in tutto il territorio nazionale; in particolare, chiediamo a tutti gli utenti dei social network di postare nella data della ricorrenza in oggetto una celebre frase di Paolo Borsellino, espressione autentica della tempra morale e della rettitudine di un uomo che ha vissuto la legalità come il principio ispiratore del proprio operato e non solo come l’esecuzione di un mero “dovere” da parte del cittadino nei confronti dello Stato: “A fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato”. Inoltre, a partire dalla riapertura delle scuole, si propone l’idea di realizzare una “rete sociale”, intitolata a Borsellino (“La rete di Paolo”), atta a permettere la condivisione di materiale multimediale selezionato e creato dagli studenti, incentrato sulle problematiche criminali relative al loro territorio e al contesto nazionale, ma anche sulle riflessioni – percezioni – eventuali soluzioni prospettate degli stessi in merito alle tematiche in oggetto. In caso di adesione, è possibile rivolgersi al seguente indirizzo mail: coordinamentodirittiumani@gmail.com. E’ necessario continuare a promuovere in modo capillare, pervasivo e strutturato l’idea che appartenere ad una comunità, una scuola, una famiglia, un paese, non ci esime, anzi dovrebbe essere tutto il contrario, dal sentirci inseriti in una realtà più ampia che è quella dello Stato; ancora oggi purtroppo tale concetto viene considerato come estraneo, se non in forte contrapposizione, specialmente negli ambienti malavitosi, agli interessi del singolo e della piccola propria cerchia di riferimento. Il campanilismo acritico, il familismo, il nepotismo, il clientelismo sono tutte varianti deviate e pericolose, in quanto foriere, spesso, di molteplici atti criminosi, che derivano da un unico aberrante concetto in base al quale, in Italia, l’individuo viene contrapposto rispetto all’entità astratta Stato. Solo quando si capirà che il cittadino non è “cliente” e che lo Stato non è un nemico, si riuscirà a contenere la criminalità. La scuola in passato ha contribuito a rendere più omogeneo l’assetto culturale dei nostri connazionali, promuovendo non solo la cultura, ma anche un’autentica possibilità di riscatto per tanti studenti; i docenti erano apprezzati per i loro sforzi ed erano considerati credibili nel loro ruolo educativo; attualmente ripristinarne il prestigio e la dignità significa costituire uno dei pochi argini alla “deriva” socio-culturale dei nostri tempi. Educare, comunicare e trasmettere valori diventa impraticabile, se la propria credibilità professionale viene sminuita in varie forme. Educatori “deboli” non incideranno sul tessuto sociale in cui operano e altri modelli, inappropriati o fuorvianti, prenderanno il sopravvento, specialmente nelle realtà più abbandonate e ad alto rischio malavitoso. Modelli per i quali lavorare onestamente, evitando scorciatoie, facilitazioni, compromessi, è da sciocchi o da miseri falliti. La legalità non deve essere una semplice parola da ripetere nelle occasioni pubbliche, ma costituire una forma mentis, un automatismo “consapevole”. La scuola diventa il banco di prova della società che decidiamo di scegliere per noi e per le generazioni che verranno.

“La mafia teme la scuola più della giustizia. L’istruzione taglia l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa” (Antonino Caponnetto)

Prof. Romano Pesavento

Presidente Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani

TAV, BOETI: “INACCETTABILE ESSERE AGGREDITI PER UN’OPERA E UN’IDEA”

“Desidero esprimere la mia personale solidarietà ai consiglieri regionali Domenico Ravetti e Antonio Ferrentino per l’aggressione subita a Susa”: con queste parole il presidente del Consiglio regionale, Nino Boeti, ha aperto la seduta dell’Aula di Palazzo Lascaris. “Si può essere d’accordo o meno su un’opera, un progetto, un’idea – ha proseguito il presidente Boeti – ma non è accettabile che si possa venire aggrediti e insultati per quell’opera, quel progetto e quell’idea. Calci, sputi e offese nulla hanno a che vedere con la libertà di pensiero e costituiscono un affronto alla democrazia e alle istituzioni”.

Chieri: il sindaco Martano incontra gli ipovedenti

Nei giorni scorsi  il sindaco di Chieri dott. Claudio Martano ha ricevuto in Municipio una delegazione ufficiale di cittadini disabili visivi aderenti all’Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti (A.P.R.I.-onlus). I non vedenti erano rappresentati dal presidente APRI-onlus Marco Bongi.

Nel corso del cordiale colloquio si sono affrontate, col primo cittadino, una serie di problematiche vissute dalla categoria sul territorio: dall’abbattimento delle barriere sensoriali ai servizi di trasporto, dalle questioni socio-assistenziali alla possibile collaborazione in progetti comuni.    L’associazione si è inoltre messa a disposizione dei tecnici comunali per valutare insieme le soluzioni di accessibilità nei futuri progetti relativi al rifacimento di viabilità ed arredo urbano.

Ha partecipato all’incontro anche il dott. Claudio Campagnolo in rappresentanza dei LIONS CLUB chieresi. Questa benemerita organizzazione si occupa infatti, in tutto il mondo, di aiutare i non vedenti e di prevenire le malattie oculari.

“Abbiamo trovato una persona molto sensibile e disponibile” – ha commentato il presidente di APRI-onlus Marco Bongi – “Claudio Martano è infatti anche un medico e comprende molto bene le problematiche legate alla disabilità. il primo cittadino ci ha assicurato il suo interessamento su tutta una serie di problemi vissuti dalla categoria sul territorio chierese.

L’associazione ha infine chiesto ufficialmente al primo cittadino, così come sta facendo in molti comuni piemontesi, l’intitolazione di una via o giardino pubblico al grande educatore Louis Braille (1809 – 1852), l’inventore dell’alfabeto tattile utilizzato dai non vedenti in tutto il mondo. Sarebbe un gesto di attenzione che non costa nulla economicamente ma avrebbe un alto valore morale.

Sistema Gioco Italia (Confindustria): “Solidarietà ai lavoratori piemontesi del gioco lecito”

“Manifestano per difendere i propri posti di lavoro”

Sistema Gioco Italia, la Federazione dell’industria del Gioco di Confindustria, esprime la propria solidarietà ai lavoratori piemontesi del comparto del gioco lecito che si sono riuniti oggi davanti alla sede del Consiglio regionale del Piemonte per manifestare la propria preoccupazione in merito alla legge regionale piemontese sul gioco. Tale legge, infatti, ha effetti chiaramente espulsivi del gioco legale nella Regione e per questo ha aperto una gravissima crisi che mette a rischio i posti di lavoro di migliaia di persone. Purtroppo, la medesima situazione rischia di presentarsi in molte altre regioni italiane che hanno adottato o stanno per adottare leggi che andranno a espellere de facto il gioco legale dai territori, lasciando senza lavoro migliaia di persone e aprendo le porte al gioco illegale.

Matteo Martone
Associate Director