E’ di questi giorni la notizia della pagina social bloccata da parte di Facebook, della mamma che faceva “rivivere” sul web il proprio figlio morto in montagna. La donna, Cristina Giordana, aveva discusso la tesi del figlio Luca alcuni giorni dopo la morte. “Quella pagina – ha dichiarato – era la mia isola, un piccolo rifugio senza pretese“
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I CONSIGLI DEL NOTAIO
Pare che tra qualche anno il più noto social network al mondo avrà più utenti morti che vivi: gli account nuovi, infatti, non superano il numero di quelli che vengono “abbandonati” dai defunti e un po’ per volta e, a seconda degli studi e delle prospettive, ma comunque dopo il 2050, avverrà il “sorpasso”.
Mi domando quanti sono davvero a conoscenza di cosa succederà agli account dopo la morte del titolare e quali sono le opzioni a disposizione: potrebbe essere il momento di fare un po’ di chiarezza. In linea di principio se non si fa nulla, non si può sperare, oggi, che i gestori del social si premurino di verificare periodicamente l’esistenza in vita o meno dei titolari. Chi è in possesso delle credenziali potrà quindi continuare ad accedere al posto del defunto; ma illegittimamente: si ricorda infatti che l’uso delle credenziali altrui per l’accesso al social è espressamente vietato dalle condizioni contrattuali e si tratta pertanto di un comportamento decisamente abusivo; anche se poi si può discutere quali possano essere i controlli e le sanzioni al riguardo. E’ probabile che qualcuno si preoccupi comunque di segnalare il decesso. In tal caso, promettono i gestori, l’account verrà “reso commemorativo” e verranno quindi apposte alcune limitazioni, che si possono visionare su https://www.facebook.com/help/103897939701143?helpref=faq_content; in particolare è prevista l’impossibilità da parte di chiunque di leggere i messaggi privati: cosa che peraltro è come minimo poco educata in ogni caso e foriera, si dice, più di guai e di incomprensioni che altro.
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Se si ipotizza che con il decesso il proprio account venga reso commemorativo si può indicare anche, sin d’ora, una specie di “esecutore testamentario” per la specifica materia denominato ”contatto erede” che possa anche prendere alcune decisioni in merito, come ad esempio accettare nuove amicizie o dare risalto ad alcuni post lasciati sulla bacheca. Certo il “valore” dell’account facebook, visti i contenuti che normalmente si realizzano, non è magari quello di un account di criptovalute ma, almeno dal punto di vista morale, potrebbe aver senso che qualcuno se ne prenda cura dopo di noi “ereditandolo”. Se siete invece della corrente di pensiero opposta, che ritiene che la propria memoria debba essere perpetrata altrimenti che con un “tempietto digitale” su facebook, potreste pensare di richiedere sin da ora la cancellazione totale e definitiva dell’account in caso di morte, facendo click su www.facebook.com/settings?tab=account§ion=account_management&view Non è un pensiero troppo allegro ma, a tutela della propria memoria, è decisamente opportuno decidere espressamente e chiaramente quale soluzione adottare in anticipo, almeno nei termini semplicistici esposti. Poi, se la cosa sta particolarmente a cuore, si può anche nominare, magari per testamento, una persona competente e di fiducia che possa agire in caso di problemi o evoluzioni tecnologiche o contrattuali future: si può essere certi che le cose cambieranno – molto e rapidamente – ma non si sa in quale direzione.
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Anche di fronte alla morte, con la dovuta variabilità di interpretazione, ci sono regole di buona educazione da seguire: ad esempio, per quanto ci abbiano fatto tribolare in vita, non si dovrebbe proprio fare “defollowing” (cioè, in pratica, cancellare dagli “amici”) i defunti; sempre sull’argomento, poi la “netiquette” (l’insieme delle regole di prassi che governano informalmente la materia) prevede di non anticipare negli annunci sui social (come peraltro già sui giornali) i parenti più prossimi e partecipare invece con messaggi di cordoglio all’account commemorativo o al “gruppo” degli amici e conoscenti defunti: è un modo, forse anche più garbato, di ricordare coloro che ci hanno lasciato ma ci restano vicini, per così dire “digitalmente”.Se facebook si trasformerà lentamente in un “cimitero virtuale”, bisognerà allora preoccuparsi di mantenere in ordine le “tombe”, rispettare le volontà dei defunti e tenere un comportamento adeguato.
Remo Morone
Studio Notarile Morone, Torino
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