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Le caserme baluardo di salute civica e patriottica

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni
Si sono tenute nei giorni scorsi a Vicenza le giornate dell’Adunata Nazionale degli Alpini 2024. Sono state un’occasione di festa autenticamente patriottica. Gli Alpini ben presto diventarono le truppe alpine e lo si vide sul Carso e sul fronte russo.
Sarebbero centinaia gli eroi da ricordare, dal Gen. Emilio Faldella a tanti altri che con la loro guida fecero scrivere pagine importanti.
È proprio vietato allora parlare di amor di Patria e di pace in uno spirito che affratelli gli uomini?
Dovunque sono stati, in Africa, nelle colonie, perfino in Cina, diedero un segno indelebile di chi è il soldato italiano. Ricordare gli Alpini affratellati è un segno importante di uno dei pochi elementi che possa dare speranza all’Italia.

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: I capponi di Renzo – Violenze settimanali – Lettere

I capponi di Renzo

Quello dei capponi di Renzo è un episodio notissimo descritto dal Manzoni nei “Promessi Sposi”. Portati da Renzo all’Azzeccagarbugli per ripagarlo del servizio che gli chiederà per risolvere il problema delle sue nozze con Lucia, non fanno che beccarsi l’un l’altro forsennatamente mentre sono tenuti per le zampe a testa in giù. Questa potrebbe essere la raffigurazione di certi candidati alle prossime elezioni di giugno: invece di fare fronte comune, si dividono trasformando una possibile vittoria in una più probabile disfatta… Penso, ad esempio, alle tre candidate alla Regione, tutte consigliere e assessore del Comune di Moncalieri. Anche in altri partiti la rivalità porta ad uno scadimento etico morale. Il microcosmo liberale, ma non troppo, continua la sua piccola battaglia di retroguardia. D’altra parte, i personaggi di tutti i partiti sono quelli che sono…

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Violenze settimanali
polizia bombe cartaL’incontro del G7 alla Venaria Reale mi è sembrato un buon meeting internazionale, ma non possiamo essere succubi delle violenze dei Palestinesi che sono venuti qua non per lavorare, ma per motivi politici e, a maggior ragione, di quelle di Askatasuna che hanno bloccato una città intera nella circolazione viaria e pedonale con danni ingenti. Non possiamo continuare con atti di violenza quasi settimanale. Se lo Stato c’è deve farsi sentire.
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Vi siete accorti che tutto è aumentato in una maniera spropositata, priva di senso e che il Governo non sa porvi rimedio, per tutelare soprattutto i più deboli?   Fulvia Pirri
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Non posso che concordare completamente e tristemente con lei.

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Nuovi storici – Matteotti, Buozzi, Berlinguer – Pichetto, “rasa nostrana” – Lettere

Nuovi storici

È spuntato un nuovo storico – scrittore nella persona di Carlo Greppi: scuola Holden, Rai storia, Giovanni De Luna.  Ha esordito con un discorsino il 24 aprile in piazza Castello che non merita attenzione rispetto ai famosi discorsi di Pajetta ed Amendola, che almeno erano stati in carcere durante il ventennio. Carlo  Greppi è anche prolifico scrittore a cui vorremmo consigliare di copiare Scurati che su M si è fatto una fortuna. In epoca passata alcuni grandi storici avevano una qualche esitazione a scrivere sui giornali per non minare la serietà accademica. Oggi tutto questo è passato remoto… sono i romanzieri e fare gli storici e viceversa  con dei risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Galli della Loggia e Dell’Erba hanno pubblicato i numerosi errori nei libri di Scurati.

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Matteotti, Buozzi, Berlinguer

La tessera del Pd della segretaria  Schlein con la faccia di  Berlinguer rivela una scelta  che non sa guardare  avanti ma all’amarcord del Pci e a non ai partiti nati  dopo o a qualche simbolo alto  e nobile come Matteotti o Buozzi.

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Pichetto, “rasa nostrana”

Gilberto Pichetto

Il governo ha fatto poco o nulla a causa delle figure poco rappresentative che ne fanno parte. Gilberto Pichetto Fratin è oggi l’ unico ministro di statura nazionale e internazionale. I grandi risultati dei lavori del G7 lo stanno a dimostrare. E’ uno che viene dal nostro migliore Piemonte, la “rasa nostrana” di Nino Costa.  Biellese è erede di quegli stastiti  che hanno fatto l’Italia e una delle figure importanti  dell’attuale  governo.

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Luxemburg
Ho letto che il deputato radicale Pezzana,  grande esponente dei diritti civili, intende dissociarsi dalla sua libreria, Luxemburg, rimanendo proprietario dei muri che intende affittare. I gestori della libreria  si trovano in mutande. È giusto?   Lotito Ferro
Libri BookdealerHo cercato una risposta ragionevole,  ma non l’ho trovata. Credo che i dipendenti della Luxemburg abbiano ragione,  ma ci sarà la Christillin,  stia certo, a salvare anche questa volta magari con Chiambretti. Certo che se il proprietario ricordasse le origini di  socialista rivoluzionaria di Rosa Luxemburg, forse terrebbe piu’ a conto quell’icona libraria sventagliata per decine di anni.

Torino blindata per il G7

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IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

C’è da augurarsi che il G 7 non crei i problemi del passato. Io non dimentico Genova letteralmente devastata. Mi auguro anzi che il G7 sia politicamente fruttuoso e non motivo di violenze, anche se le notizie che arrivano, mi inducono, molto allarmato, a scrivere a letto dove sono ammalato da giorni, vincendo il dolore perché la preoccupazione è superiore al dolore fisico. L’ ospitalità dei protagonisti con il loro seguito è prevista infatti in pieno centro della città,  mentre i lavori sono a Venaria Reale.

Via Maria Vittoria chiusa

L’ospitalità che è in tre hotel nel centro ha provocato il blocco della città con zone blindate ampie che di fatto intralciano pesantemente la vita e il lavoro dei torinesi. Si teme la guerriglia urbana devastante dei centri sociali e dei nuovi vandali, i Palestinesi. Questa gente andava preventivamente bloccata perché non è accettabile che una grande città venga trattata come una città mediorientale. Il ministro degli interni – un prefetto! – rivela dei deficit preoccupanti.  Gli ospiti andavano alloggiati diversamente. Così rischiamo molto. Non è questione politica, ma un dato di fatto. Auguro al Prefetto e al Questore un ottimo lavoro, anche se la violenza resta sempre violenza.

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

Violenza contro Israele – Pannella – Lettere

Violenza contro Israele
Non c’è da stupirsi se i Palestinesi manifestano con violenza contro Israele. Il gran mufti di Gerusalemme fu alleato di Mussolini e di Hitler durante la seconda guerra mondiale e  sostenne la Germania nazista.  Fu  successivamente sostenitore dell’esercito filo palestinese. Solo l’ignoranza storica di cosa accadde può portare i palestinesi a considerarsi  delle vittime, ma oggi la confusione regna sovrana e gli ebrei sono accusati  di  genocidio, un falso assurdo.
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Pannella
L’associazione Adelaide Aglietta, quattro gatti un po’ esaltati politicamente, ogni anno disturbano le manifestazioni del 25 aprile, imponendo temi divisivi come la Nato, nata in tutt’altro contesto storico successivo. Anche qui ignoranza di storia e speculazione politica prive di senno. E si ritengono anche gli eredi di Pannella senza che nessuno li  sconfessi. Pannella era una persona seria e non un  istrione. La Aglietta era una madamina  borghese dedita alla politica, senza averne le capacità e la cultura. Un po’ come apparve all’inizio Appendino.  Possibile che si debba sempre  guardare così  in basso?   E poi chi è ammiratore della Aglietta precipita con lei senza rendersi conto della realtà  un po’ ridicola di epoche tramontate. La leader radicale torinese fu la prof.  Giuliana Calabrino, prima dell’arrivo di Vattimo e dei suoi. Lei era docente al liceo d’Azeglio con il nome Cordero.
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Vannacci
Cosa pensa del Generale Vannacci deputato europeo leghista?   Ettore Minello
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Tutto il male possibile. I leghisti non fanno uomini formato esportazione. Devono a contenersi del formato lumbard  bossiano, di seconda scelta. In Europa giustamente, come  si diceva un tempo, non li cagano perché il dibattito ha toni alti quando c’erano i grandi  Gawronski e Pininfarina. Alcuni tra loro sono  rozzi e incolti, quasi sempre  oltre le righe, compreso il generale autore di due libri che hanno lasciato il tempo che trovano perché scrivere libri non è da tutti, come si crede. A sinistra sono dei Santoro che strillano. Omosessualità, persone con disabilità  e immigrati richiedono conoscenze che il generale non possiede. E anche altri credono di possedere, ma non è così.

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Giù le mani da Tortora – Il Salone del libro di Benini – Lettere

Giù le mani da Tortora
Ilaria  S a l i s   accusata  di violenza  politica  in  Ungheria  con precedenti penali in materia, si candida in Europa in Alleanza Verdi e Sinistra per uscire dal carcere prima della sentenza o addirittura ottenere l’immunità parlamentare dopo la condanna. Giustamente il Pd con responsabilità non l’ha accolta tra le sue liste. C’è qualche stupido fazioso che non conosce la storia, che accosta l’attivista – parola sempre più odiosa – con Enzo Tortora che si presentò anche lui in Europa con il partito radicale di Marco Pannella, in presenza di un clamoroso caso giudiziario montato contro di lui e rivelatosi totalmente falso. Ma Enzo, appena condannato a 10 anni, si dimise subito da parlamentare. È un  alto esempio di dignità  etica, umana e civile da non accostare per nessun motivo a quello della maestra dai modi esuberanti, si spera non in classe quando insegnava ai bambini.
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Il Salone del libro di Benini
Speravo che l’era Lagioia del Salone del libro fosse stata archiviata all’arrivo di Annalena Benini che leggo e stimo da tanti anni, moglie di quel Mattia Feltri di cui mi reputo amico anche se non sempre condivido la sua rubrica quotidiana. Da quello che vedo, Benini sta andando verso un Salone molto vicino a quello di Lagioia. Chi la voleva direttrice, auspicava un’inversione di tendenza e un maggiore pluralismo. Salvo per un breve firmacopia per l’amico Pedrini, ho disdetto gli impegni al Salone che non è cambiato. Sono convinto che molte cose siano eredità di  Lagioia che ha ipotecato in modo non adeguato  anche il futuro del Salone. Occorrerà  una netta discontinuità con i Saloni precedenti,  anche quelli del buon Ferrero, persona molto in gamba, ma sempre piuttosto  di parte. Il meglio fu Picchioni, ma oggi la sua idea di Salone non sarebbe più adeguata. Quella dei  fondatori sarebbe addirittura antidiluviana. L’inventiva e la creatività di Benini sono certo di ritrovarla nel Salone 2025, con la speranza che si liberi totalmente dalle remore  negative del  Circolo dei Lettori che va ridimensionato come già è avvenuto nella realtà: ci  sono  stato di recente per assistere ad  una inadeguata presentazione  di un ottimo libro di Gianni Oliva – condotta in modo pessimo da persona non adatta-  e per partecipare in prima persona ad  un evento a favore di Israele, ho notato un Circolo ripiegato su se stesso che alle 22,30 doveva chiudere i battenti e che non aveva frequentatori come in passato. Forse la direzione  un po’ “napoleonica” di Antonella Parigi ha ceduto il passo ad una gestione non casualmente un po’ troppo notarile.
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Lettere scrivere a quaglieni@gmail.com
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quaglieni penna scritturaCanfora querelato
Il professore dell’Università di Bari Canfora adesso fa il vecchietto che non si regge neppure in piedi dopo aver accusato la premier di essere “nazista nell’intimo”. Lei ne ha già scritto magistralmente, ma questa sceneggiata del professore che ha anche riempito di famigliari la sua Università forse per sentirsi meno solo, che si fa fotografare piegato in due e sorretto dal bastone è davvero pietosa.    Ulrico de Battista
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 Si potrebbe dire che Canfora è a sua volta uno  “stalinista non solo nell’intimo” perché violare la sfera intima di una persona e pretendere di giudicarla è cosa che Canfora non dovrebbe permettersi neppure con sua moglie nell’ intimità. Così egli dimostra di essere illiberale. È un vedovo del marxismo feroce, di Stalin, di Togliatti, della guerra fredda, dell’invasione dell’Ungheria e dei carri armati a Praga. Il discorso in cui ha offeso Meloni lo tenne agli studenti di una scuola pubblica, violando la regola elementare per un professore, che sconsiglia per ragioni di stile la propaganda in edifici scolastici perché va rispettato il pubblico giovanile. Certe cose deve riservarle quando, gagliardo vecchietto in camicia rossa e con il pugno chiuso, fa comizi per il Primo Maggio ai pochi operai sopravvissuti perché oggi i sindacati appaiono essenzialmente e purtroppo formati da pensionati. Ad applaudirlo ci sarà sempre Landini che non è più fazioso come qualche tempo fa pur se anche lui nostalgico dell’egemonia gramsciana, che voleva imporre non solo agli intellettuali, come fa Canfora.
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Israele
Israele è indifendibile e lei insiste nel farlo. Sembra un disco rotto molto fastidioso. Luigina Gelli
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Da sempre sono un liberale sionista e filo israeliano e tale resto. Tante volte ne ho spiegato le ragioni in articoli e discorsi. È anche una posizione ereditata da Pannunzio che tengo alta da decenni con coerenza e anche con difficoltà. Odio le interferenze di +Europa, mentre ho  amato Pannella sostenitore coraggioso di Israele. Mi piace anche Fassino fermissimo amico di Israele. L’idea di accusarla  di genocidio è pura follia, come pura demagogia è sostenere l’idea irrealizzabile dei due Stati. La faziosità ha perfino travolto a Siena David Parenzo, cacciato dal rettore Montanari dall’Università per stranieri di Siena  perché ebreo coerente. Forse Montanari non doveva ammettere ad insegnare Parenzo per carenza di requisiti scientifici, ma il discorso si farebbe lungo. Montanari è  forse anche peggio di Canfora con l’ aggravante che è giovane ed ha  ancora una carriera davanti a sè.

Quagliotti, il coraggioso

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

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Avevo una qualche ragione a risentirmi quando, sbagliando  numero, il compianto Genio Bozzello, il sindaco che cancellò da Castellamonte la piazza intitolata alle foibe, chiamava me, credendo di parlare con Giancarlo  Quagliotti con cui aveva molta famigliarità. La mia risposta imbarazzata -dato l’inizio della chiamata che entrava subito in medias res – troncava  il discorso di Bozzello che poi evitò di telefonarmi, avendo colto che io non ero Quagliotti che oggi  ha rilasciato una coraggiosa intervista  in  quasi totale difesa del suo “sodale autostradale” Sasà  Gallo nel corso della quale banalizza un po’ troppo il clientelismo, considerato dagli  inquirenti, corruttivo del quasi suo  coetaneo che si sarebbe limitato a telefonare agli elettori per convincerli a votare Pd sull’esempio citato da Quagliotti: Giancarlo  Pajetta. Il voto di scambio, verrebbe da dire, è altra cosa dal fanatismo propagandistico  di Pajetta e di Novelli che incitava addirittura ad andare a suonare i “ciuchin” delle case per indurre al voto comunista: senza saperlo Salvini è  stato un allievo di San Diego, il sindaco forse  più discutibile  della Torino post bellica  perché bloccò per dieci anni la metro, ritenendola non necessaria. Ma certo Sasà non può essere considerato un allievo di Pajetta, il ragazzo rosso che non era mai cresciuto e, facendosi tanti anni di carcere durante il fascismo, si era conquistato un fascino unico e forse irripetibile. Quagliotti fu travolto dallo scandalo Zampini nel 1983, dal quale però  uscì assolto, ma poi  venne condannato a  soli sei mesi per un’altra vicenda poco limpida insieme al famoso “compagno G” quel Primo Greganti che salvò il pci con il suo ostinato silenzio dalle grinfie di Tangentopoli. Conobbi anche Greganti che appariva persona simpatica anche se molto disinvolta negli affari di partito.
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Oggi Quagliotti rivendica il diritto alle correnti  in un partito  plurale, giungendo a dire che anche nel PCI  c’era dibattito, cosa della quale dubito. Soprattutto dice che Sasà diventa l’occasione

Giancarlo Quagliotti (foto CittAgorà)

buona per egemonizzare il Pd torinese sotto  il controllo della nuova segretaria nazionale  dal cognome impronunciabile  e dalle origini radical- chic -Lgbt, a danno della maggioranza bonacciniana che si fonda sull’apporto determinante dell’ on. Laus.  Quagliotti mette in  evidenza come gran parte dei parlamentari piemontesi siano già passati con la segretaria e mette in guardia dalle moraliste con il seggio sicuro in eterno che si atteggiano ad arcigne Cassandre, non sapendo cosa significhi fare una campagna elettorale volta a prendere voti dai cittadini.

Non fosse altro che per questa verità Quagliotti suscita la mia simpatia perché egli rivela una non ipocrisia encomiabile e ricorda la serietà del PCI in cui i personalismi non valevano, almeno in campagna elettorale.
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Forse si è dimenticato lo “scandalo” di tre candidate donne in Regione a Moncalieri per ostacolare l’assessora alle pari opportunità Pompeo. Ma la sua indipendenza mi piace e apprezzai molto il fatto che Fassino sindaco lo liberò dal gulag in cui i comunisti torinesi lo avevano relegato. Fu Giancarlo a convincere Novelli che il Comune governato dai comunisti non poteva non dare a Sacharov, premio Nobel per la pace  e scienziato russo perseguitato,  la cittadinanza onoraria di Torino  che chi scrive aveva proposto al Sindaco, già oggetto di critiche astiose da  parte di Luigi Firpo e di Tullio Regge , su suggestione del PCI.   Quagliotti resta il comunista dal volto umano, mentre molti ex comunisti del Pd continuano ad avere volti assai poco rassicuranti. O almeno così appare ai molti che ritengono che la “fusione a freddo” non si sia mai scaldata. Perché il clientelismo è anche un aspetto di un matrimonio mai realmente consumato e  politicamente prolifico, come mi disse una volta Guido Ceronetti.

 

Nuovi Gobetti un po’ attempati

IL COMMENTO Di Pier Franco Quaglieni

Un manifesto di circa cento persone, in verità non tutti intellettuali (evito di citarne i nomi), merita sempre attenzione.  Se poi a ispirarlo e illustrarlo è un avvocato di lungo corso come Fulvio Gianaria, esso merita di essere letto e meditato. A due mesi dal voto, appare strumentalizzabile e anche un po’ fuori tempo perché il manifesto di Croce del 1926 ebbe ben altre firme e guardava al fascismo con una profondità di pensiero che qui non si coglie anche perché oggettivamente non ci sono le condizioni per scriverlo. Manca anche l’interlocutore Giovanni Gentile e il delitto Matteotti. Fa sorridere Elena Caffarena, figlia del più noto Mino, funzionario e dirigente del PLI , quando scrive: “ Ci unisce il desiderio di vedere un nuovo Risorgimento. Vogliamo ispirare chi la pensa come noi”. L’idea sarebbe buona,  ma mancano gli ispiratori. Neanche una parola diretta a sostegno di Israele, ma solo giri di frase. I liberali, i liberal-democratici sono stati sempre dichiaratamente filoisraeliani. Stupisce la conversione al liberalismo di Massimo Negarville, figura oggettivamente lontana da vecchi e nuovi risorgimenti, anche lui autorevole firmatario. Gobetti nel suo slancio non sempre rigoroso aveva un’attenuante: era giovane ed immaturo. Un‘attenuante che non si può concedere a molti dei firmatari. Sempre cento o quasi,  come quelli che ebbero bisogno dell’Ungheria invasa per dimettersi dal PCI togliattiano che difendeva i carri armati di Mosca.  I liberali non si agitano per l’eguaglianza sociale ma per libertà che consente ai più capaci e meritevoli di liberarsi dal soffocante egualitarismo livellatore. Farmacisti, politicanti vari della I repubblica e improvvisati saggisti provenienti dal pci, si sono dimenticati anche di denunciare la corruzione correntizia in particolare del  Pd odierno  che allontana dal voto i cittadini e dà il potere ai capi bastone, fomentando il populismo di ogni colore, anch’esso incompatibile con il liberalismo. Non sono dimenticanze da poco. Ma molti il liberalismo l’hanno conosciuto in un corso al Cepu, come dice Dino Cofrancesco.

L’inno di Mameli affidato agli studenti

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni
A Carcare dopo il  convegno di ieri, tenuto nei  locali della  scuola media,   su chi scrisse per  davvero l’Inno nazionale (Mameli o padre Cannata)  il Comune corre ai ripari e affida ad una borsa di studio offerta agli studenti dell’Università di Genova la ricerca relativa all’autore dell’inno nazionale. Il relatore unico  del convegno, l’ottuagenario e prestigioso  prof. Aldo Alessandro Mola di Torre San Giorgio,   accademico e senatore del regno,  non deve aver molto  convinto con la sua tesi, vecchia di trent’anni, su padre Cannata, lo scolopo  che sarebbe  stato il vero autore dei versi (per altro orribili) dell’inno musicato da Novar . Si tratta di una tesi  senza  reali prove,  fondata  sul pettegolezzo di paese, che non ha mai trovato riscontri e che offende la memoria di Mameli morto eroicamente  nella disperata difesa della Repubblica romana. L’esito della tesi esposta a Carcare ha portato il Comune  ad affidarsi a degli studenti. Un esito incredibile, anche se  forse abbastanza  prevedibile. Per evitare di infierire non riporto cosa mi disse il pro . Umberto Levra  ordinario di Storia del Risorgimento a Torino e presidente del Museo nazionale del Risorgimento  su quella tesi bizzarra.
La decisione del  Comune di Carcare rende  un po’ ridicolo il convegno organizzato dallo stesso Comune, anche perché un convegno con un solo relatore, sia pure del livello del Mola di Torre San Giorgio, è cosa davvero insolita se non unica.  Affidare agli studenti di accertare la verità appare una dolorosa  smentita al celebre, anziano Maestro che non meritava  un affronto così  duro il giorno stesso del convegno che avrebbe dovuto celebrarlo insieme all’amato padre scolopo. Questa è una storia incredibile di cui mai avrei voluto scrivere, che però merita di essere conosciuta per come la storia  oggi è a volte considerata. Le vulgate non muoiono mai purtroppo. Quelle di sinistra e quelle di destra. Meriterà comunque  leggere la ricerca affidata agli studenti di Genova. A volte affidarsi ai giovani risulta essere la scelta migliore.

La prof. 54 enne circuisce l’allieva 14 enne

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni
Non c’è più limite alla decenza e al buon senso. Una professoressa 54 enne circuisce una allieva 14 enne, corteggiandola con baci, chat, regali.
Questo è un segno del disfacimento morale della nostra società e la dimostrazione di una scuola che ha perso la sua stessa dignità dopo aver smarrito il suo ruolo educativo. Impazzire d’amore magari può capitare, ma a scuola non è lecito: ci sono regole da rispettare. I minorenni in particolare un docente deve rispettarli. Se poi l’amore è anche lesbico ancora di più perché si tenta di corrompere un minorenne portandolo  su strade non scelte dal minore. Un tempo questa si chiamava vita viziosa, mentre oggi viene considerata da molti cosa normalissima. L’edonismo eretto a sistema forse sarebbe  piaciuto  solo  alla  scrittrice  M u r g i a ,   le persone normali  non posseggono,  per fortuna  loro,  le  “qualità”  della   M u r g i a.  Neppure Pasolini giunse a tanto in modo così sfacciato. La prof. è  accusata  di atti sessuali a casa sua e anche nei cessi della scuola  con la 14 enne, non solo di avances  cretine fatte  di kiss e di regalini. La magistratura dovrà fare il suo corso, ma qui il problema è il libertinaggio da basso impero a cui siamo giunti. Il vizio eretto a regola di vita come derivato del totale  sfacelo  di ogni etica individuale e famigliare.  Ancora  una  volta  il  nichilismo  sessuale  alla  V a t t i m o  come  modello  di vita.