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Quaglieni: “Il Giorno del Ricordo non cada nell’oblio”

Domani 10 febbraio è il giorno del ricordo delle foibe e dell’esodo Giuliano – Dalmata – Fiumano

Sono troppo pochi i comuni che, pur nel rispetto delle norme di sicurezza, hanno promosso anche solo un’iniziativa simbolica o da remoto. C’è in Italia un vento negazionista e giustificazionista che rischia di rimettere gli orologi della storia indietro di decenni. Il Centro Pannunzio che, seguendo Pannunzio, fu tra i primi in Italia a far conoscere il dramma delle foibe, protesta per questo interessato oblio o per la trascuratezza anche di amministrazioni di centro- destra. Protesta per il disinteresse  dimostrato da troppe scuole perché almeno da remoto potrebbero promuovere un’ora dedicata al 10 febbraio. La storia non si cancella con la trascuratezza o la faziosità. Oggi occorre unità nazionale, non divisioni vecchie di decine d’anni, animate da odio antiitaliano divisivo.
Pier Franco Quaglieni

Le offese a Meloni senza scuse e tanti silenzi

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni    La volgare battuta contro Giorgia  Meloni vista come una fattrice e contro sua figlia Ginevra scritta su “La Stampa” da Alberto Mattioli, giornalista amante dell’opera lirica, ma certo non dell’educazione e della deontologia professionale, non ha suscitato  le scuse dovute. Il giornale ha pubblicato ieri  un pezzo mascherato da un articolo  su Salvini e da una sua fotografia, in cui non si riporta la frase  per cui si chiede scusa, impedendo al lettore di capire di cosa si stia parlando e cioè che la Meloni ha “prodotto“ sua figlia con la collaborazione di un dipendente Mediaset.

Il concepimento di un figlio che avviene attraverso l’amore di un uomo e di una donna e’ uno degli atti più sublimi e più alti che possa avvenire, al di là del matrimonio di cui Mattioli diventa un improvvisato paladino  solo nel caso della Meloni. Mattioli ha mai scritto dei figli di coppie omosessuali ottenuti attraverso uteri in affitto che ne avviliscono il concepimento. Non ha mai scritto di coppie che hanno figli senza essere sposate o di figli nati al di fuori del matrimonio che oggi sono all’ordine del giorno. Il moralismo – invettiva del giornalista è davvero un vulnus alla correttezza informativa, una goliardata di pessimo gusto che rivela il suo odio politico verso chi non la pensa come lui, un’offesa ad una donna, anzi alle donne. Il suo non è stato un errore in buona fede, come ha sostenuto. Ma Mattioli doveva anche scusarsi con i lettori e gli abbonati al giornale che gli danno da vivere, per averli presi in giro con il suo articolo che smentisce la storia del giornale su cui scrive ,una grande storia che ebbe origine da una coscienza limpida come Alfredo Frassati. C’è’ da rabbrividire pensando a Frassati, a De Benedetti, a Ronchey, a Levi, a Fattori, Marcello Sorgi e Maurizio Molinari direttori de “La Stampa” . Un infortunio così alla “Stampa” non era mai capitato o forse solo durante il lungo periodo in cui il giornale fu asservito al fascismo, si possono registrare cadute così vistose. E poi appare davvero incredibile che il direttore del giornale, pur chiedendo scusa, definisca  l’articolo di Mattioli “ottimo”. Un articolo con quello scivolone e’ pessimo di per se’, non ottimo, egregio direttore Giannini. Basta quella frase a renderlo pessimo. In questo modo i signori della “ Stampa “ continueranno a perdere lettori costantemente come ormai avviene da tempo. Un’altra  osservazione : il silenzio delle femministe in servizio permanente effettivo, della presidente Boldrini e delle tante giornaliste vestali del femminismo più intransigente, nemiche  acerrime del sessismo,  rimaste in silenzio. Solo Cirinna’ e Concia hanno parlato, anche se Cirinna‘ prudentemente  ha anche  elogiato il direttore Giannini per le sue scuse. Troppo silenzio attorno ad una gaffe che anche gli uomini di qualsiasi orientamento dovrebbero condannare senza scusanti e opportunismi. Resta il silenzio dell’Ordine dei Giornalisti che in altre occasioni simili e’ andato giù con mano pesante contro giornalisti di altro orientamento. Il suo silenzio è allarmante, fa pensare ad un Ordine inutile che quasi ricorda quello voluto da Mussolini e che andrebbe sciolto, come sostenuto da tutte le coscienze democratiche più alte della storia del Paese .

Lo scivolone inqualificabile sulla Meloni

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Sono un sostenitore convinto della prima ora di Draghi e sono stato un oppositore fermissimo dei due Governi Conte che ho visto come una grave minaccia alla democrazia

Ciò premesso, non ho mai apprezzato Giorgia Meloni, sostenitrice di Trump, politica sostenitrice di una sovranità rampante, troppo schematica e semplicistica per il mio modo di pensare. Posso giungere a consentire a volte con qualche ragionamento di Guido Crosetto, ex democristiano ed ex forzista, ma Fratelli d’ Italia mi sono indigesti nel loro complesso. L’Assessore Marrone che ho conosciuto lo ritengo persona intelligente con cui si può parlare e discutere. La Meloni e’ invece quasi totalmente priva di cultura politica, ricca di acredine polemica, incapace di discorsi articolati. Per un liberale come me non potrà mai essere convincente, per un moderato come sono io non potrà mai essere attrattiva. Tra Almirante e lei c’è un abisso, tra Fini (casa di Montecarlo a parte ) e lei c’è una differenza notevole, anche se di Fini non ho mai avuto stima. E potrei continuare ad elencare i limiti della Meloni, ma evito di farlo.
Ritengo però legittima la sua opposizione al Governo Draghi così come auspicherei il voto contrario dei paleo – comunisti di Leu . Ricordo bene il governo Andreotti di solidarietà nazionale senza una opposizione in Parlamento. L’opposizione e’ una parte vitale e insostituibile della democrazia parlamentare che solo chi ha vocazioni autoritarie vorrebbe abolire o criminalizzare. Si può certo discutere l’operato politico della Meloni , ma ci sono regole elementari e deontologiche che impongono ad un giornalista di fermarsi, evitando linguaggi volgari e o ffensivi nei confronti di una persona e ,nel caso specifico, di una donna.
La polemica non può scadere nell’insulto gratuito, pena il discredito di chi vi ricorre. Il
giornalista Alberto Mattioli su “La Stampa” di ieri ha varcato la soglia della critica, per imboccare la via dell’insulto, accanendosi con la figlia della Meloni Ginevra “prodotta con la collaborazione del compagno autore Mediaset di quattro anni più giovane”.
Quella parola “prodotta” e’ infame. E’ come definire la Meloni una giovenca e la figlia una vitella.
Adesso attendo delle scuse, attendo l’intervento dell’Ordine dei Giornalisti, attendo soprattutto l’intervento di chi ha fatto della difesa della dignità della donna la sua ragion d’essere, a partire dalla presidente Boldrini.
Questo tipo di offesa e’ davvero intollerabile tra gente civile e Mattioli deve rimangiarsi l’insulto che offende tutte le madri.
Uno scivolone così cospicuo coinvolge anche nel discredito chi ha “passato“ quella frase lasciandola pubblicare su quel giornale. Non mi piace la Meloni, ma la barbarie e’ molto peggio: e’ intollerabile.

Draghi va lasciato lavorare in pace

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Il prof. Mario Draghi si sottopone, come è giusto che sia perché così prescrive la prassi, alla consultazioni con personaggi che non sono nessuno rispetto a lui.
Così vuole la prassi perché la democrazia è pazienza ed apostolato e si fonda sulla eguaglianza, una eguaglianza che è accettabile nei princìpi ,ma non sempre nella realtà. Draghi è come Michelangelo che si consulta con chi dipinge le strisce pedonali, mi ha scritto acutamente  una lettrice. I diversi bibitari, le sore Maria con la terza media conseguita alle 150 ore, il diplomato alle scuole serali, l’ex tronista o l’ex velina che occupano oggi la politica condannandola all’impotenza dovrebbero solo stare ad ascoltare Draghi, prendendo appunti, con la certezza però di non essere in grado di comprendere i suoi discorsi. Questa è l’Italietta di Conte che deve uscire di scena definitivamente per la salvezza d’Italia, per lasciare le redini ai capaci. Finalmente dovrebbe essere finita l’era dei presuntuosi che ostentano come una virtù l’ ignoranza, generando solo confusione.  Nel vecchio PCI gli operai studiavano per prepararsi a ricoprire cariche pubbliche,  qui siamo caduti in mano ai ragionieri e ai geometri disoccupati, a voler essere ottimisti. Un Paese moderno si governa con le competenze, non con i dilettanti rancorosi dei 5 Stelle che hanno appena chiuso il loro penoso ciclo politico che passerà alla storia come una caduta grave del Paese, una sorta di ubriacatura collettiva indotta da un comico cinico che non fa più ridere e da un personaggio obliquo ed oscuro come Casaleggio che osò persino pronunciare il nome di Adriano Olivetti.
Bobbio, una volta, parlò della ”boria degli indotti”, quando i sindacalisti della CGIL pretendevano di pontificare all’ Accademia delle scienze di Torino di cui Bobbio era presidente negli Anni di piombo. In questi anni la “boria degli indotti” e’ diventata regola di Governo con il ventriloquo avvocato pugliese che adesso si è montato la testa e fa anche i comizietti di commiato davanti a Palazzo Chigi, creando assembramenti. Il ventriloquo che conosce la coniugazione dei verbi, ma ha dato voce alle incompetenze più incredibili, deve tornare al paesello ed affidarsi a Padre Pio che lo protegga dall’ira popolare che potrebbe suscitare. Il Paese sta precipitando,  devono lasciar lavorare Draghi e limitarsi al ruolo di pulire i pennelli del novello Michelangelo.
Potranno rimettersi nel ciclo politico, candidandosi a consiglieri comunali di qualche sperduto paesino disabitato.
Anche gran parte del PD e il suo piccolo leader si sono rivelati inadeguati alla storia passata. La DC era un grande partito con politici veri come il PCI. Qui appaiono come protagonisti personaggini come Franceschini o Del Rio. Tutti insieme si sono fatti mettere nel sacco da Matteo Renzi che, se non è uno statista, è certo un politico capace, non comparabile con i suoi oppositori. Renzi ha il merito storico di aver mandato a casa Conte. La stessa figura di Fico, incaricato di un mandato esplorativo, è emersa in tutta la sua insignificanza politica di ex esponente dei centri sociali napoletani.
Quasi tutti i politici di questa Terza Repubblica meritano di andare a casa e, con il taglio dei parlamentari che loro stessi hanno voluto, torneranno o andranno per la prima volta a lavorare  in ambiti modesti, gli unici a loro adeguati. L’Italia non può più tollerare imbonitori, ciarlatani,  demagoghi. Anche la categoria dei sindacalisti deve abbassare la cresta e la voce perché sono corresponsabili del disastro economico italiano. Gli agitatori della piazza di destra, con i loro slogan infantili e semplicisti che rivelano di non aver mai aperto un libro in vita loro, devono tacere e lasciarlo  lavorare nel momento più drammatico della storia repubblicana. Lascino che il medico operi tranquillo  e si tolgano di torno con le loro chiacchiere inutili e controproducenti e le loro pretese di poltrone e strapuntini. Draghi e’ come Vittorio Emanuele Orlando dopo Caporetto, il presidente della Vittoria del 4 novembre 1918. Anzi, e’ molto di più di Orlando che era un grande  professore e avvocato, ma non molto di più ,come si vide  purtroppo alla conferenza di pace di Versailles nel 1919. Il momento è drammatico e Draghi e’ il solo che possa salvarci. Poi la politica risorgerà più viva di prima, ma con altri uomini e altre donne.

Clochards, umanità e decoro

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Il blitz del Conune di Torino per “eliminare” i senza tetto dal centro, privandoli perfino delle loro coperte deve sollevare un dibattito e non può  passare nell’indifferenza

Due o tre anni fa ci furono sindaci leghisti a fare questi “sfratti” considerati inumani, sollevando polemiche e condanne quasi unanimi e molto aspre. I modi usati in questi giorni a Torino non sono diversi , ma ricalcano certi sistemi leghisti che forse neppure molti seguaci di Salvini oggi condividerebbero. Indubbiamente il problema dei senza fissa dimora crea delle forti criticità in rapporto alla pandemia perché  determina una parte di popolazione che viola le regole della prevenzione anti- COVID. Ma il problema non è nato ieri , ma da circa un anno, senza interventi tempestivi per risolvere il problema. I modi di rapportarsi verso una parte fragile della società non sono condivisibili perché hanno toni che ricordano quelli delle ronde squadristiche ai tempi di Borghezio. A nessuno piace vedere piazza san Carlo, via Roma, il centro aulico con accattoni disseminati ad ogni angolo per 24 ore al giorno. Il decoro della città imporrebbe il rispetto di certe regole , ma questo è un problema che tocca tutte le città italiane e straniere e si inserisce in una dinamica sociale che non si risolve con la polizia urbana . Il fenomeno drammatico dei senza tetto e‘ purtroppo una realtà sempre più frequente ed è destinata a crescere con la crisi economica in atto. Il nuovo governo dovrebbe affrontarlo con serietà ed umanità. Va rilevato che ci sono persone che scelgono quel tipo di vita randagia non per necessità, ma come un modo per sbarcare il lunario senza lavorare.  Ma non va neppure mai dimenticato il fatto dell’emarginazione dovuta alle tragedie della vita che hanno condotto a vivere per strada non certo per scelta . Una società civile non può delegare alla forza pubblica la soluzione apparente del problema o delegarla alla buona volontà dei volontari della solidarietà che si dedicano ad alleviare la vita difficile dei clochards. Il togliere gli animali da compagnia ai senza tetto appare in molti casi un vero atto di crudeltà e non di tutela dei cani che vivono accanto a gente spesso sola. Bisogna distinguere tra chi ha scelto come “lavoro”stare con quattro stracci agli angoli delle strade, vivendo di questua, rispetto a casi umani che vanno
affrontati con la cultura della solidarietà. Non sono mai stato tenero con i professionisti del solidarismo demagogico e con le anime candide che non comprendono che certe regole devono valere per tutti, ma in particolare in questi tempi di pandemia vanno messi in atto provvedimenti eccezionali che tutelino i cittadini, anche quelli che vivono nel disagio. Per molti vivere per strada non è un’opportunità volontaria, ma la conseguenza di fallimenti esistenziali che vanno compresi. Ho letto dichiarazioni che rivelano insensibilità umana non degna delle tradizioni di Torino. Non sono per l’accoglienza ad ogni costo, anzi sono per il
suo contenimento, ma non c’è neppure bisogno di essere cristiani per sentire disagio, stando al caldo davanti al caminetto, leggendo i giornali su certi atti che non esito a definire contrari a valori umani irrinunciabili. Una città civile ha il dovere di farsi carico di questi problemi. I sistemi alla Trump vanno condannati come barbari e incivili. E gli americani li hanno condannati ed archiviati.

Mattarella per salvare l’Italia

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Il discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di ieri sera è destinato a passare alla storia perché ha posto le basi per salvare la Nazione.

Era molto tempo che non mi sentivo più’ orgoglioso di essere italiano. Da stasera il pessimismo totale che il governo Conte aveva provocato in tanti Italiani, non ha più le giustificazioni di prima. Certo, ci troviamo in condizioni drammatiche perché la pandemia non affrontata adeguatamente e la crisi economica devastante rischiano di mandarci a fondo. Ma il richiamo del Quirinale di ieri sera è oggi l’unica ancora di salvezza. Mattarella ha preso atto del fallimento di Conte ed ha spiegato dettagliatamente e in modo inoppugnabile i gravi motivi per cui non si può in queste condizioni andare al voto. In altre condizioni la strada del voto sarebbe stata la più naturale, ma oggi non è materialmente praticabile. Chi afferma il contrario è in malafede. Solo un governo autorevole, espressione del Presidente, può salvare l’Italia.
Tutti i parlamentari che vogliano davvero esprimere la volontà dei cittadini, devono in coscienza votare il nuovo governo che sarà un nuovo governo Ciampi.
Non esistono uomini della Provvidenza, non sono certo riproponibili Monti e i suoi ministri che hanno aggravato i problemi, senza risolvere nulla.  Ma la drammaticità dell’ora ci impone di accantonare le divisioni di parte e di riscoprire i valori nazionali, anzi, senza retorica, direi il valore della Patria, incarnato dalla figura del Presidente della Repubblica super partes. Nessuna polemica strumentale è accettabile, occorre disciplina da parte di tutti i cittadini, i casinisti di professione, gli amanti delle urla in piazza devono tacere. La politica ha fallito. Il Pd ha legato le sue sorti a Conte e ai responsabili: un suicidio. Pochi hanno capito che Renzi poneva dei problemi reali che erano stati trascurati ed erano incancreniti. La politica deve rifondarsi per salvare la democrazia. Una certa politica e’ morta e il presidente Mattarella ieri ha firmato ne ha firmato l’atto di morte.
Quell’atto di morte può segnare la rinascita dell’Italia e una nuova primavera della democrazia .Io continuo a credere nei partiti, ma non in questi partiti guidati da persone di bassissimo rango.
I politici che si mettessero di traverso, sarebbero dei traditori della Patria. Le polemiche vanno accantonate. L’obiettivo oggi è uno solo: impedire che la barca coli a picco.

Il Centro Pannunzio chiede il rinvio del Festival di Sanremo

Il Centro Pannunzio chiede il rinvio del Festival di Sanremo “perché una sua versione dimezzata guasterebbe la bella tradizione sanremasca.

Sia perché potrebbe creare assembramenti pericolosi in città , sia perché tutti gli eventi musicali in Italia sono bloccati” , osserva il responsabile del Centro, professor Pier Franco Quaglieni (nella foto).  “L’esperienza della Fenice a Capodanno – aggiunge – non va ripetuta, con il Coro in mascherina. Deve prevalere il buon senso e la buona musica”.

Dopo piazza San Carlo è ora che Torino volti pagina

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

E’ sceso in campo anche l’ottantenne ex ministro Bassanini a sostenere la Appendino, oltre a sua sorella che le ha preparato una colazione speciale per affrontare il nuovo giorno dopo la condanna con rinnovata energia

Ricordo che Bassanini ha sconquassato la pubblica amministrazione per parare il culo ai politici, senza grandi successi, se i politici continuano ad essere condannati per le loro malefatte. Salvo una lineare dichiarazione di Enzo Ghigo che ha ricordato il giustizialismo feroce dei grillini i quali dopo aver seminato vento per anni non possono che raccogliere tempesta, ho solo letto reazioni scomposte e stupide alla sentenza di condanna di Appendino a 18 mesi per fatti gravissimi, con due morti e un numero altissimo dei feriti. La casta dei politicanti fa quadrato con frasi prive di significato giuridico. Consiglieri comunali, deputati, aspiranti sindaci si sono lasciati andare ad osservazioni che rivelano ignoranza giuridica e ignoranza tout – court. Lor signori pretendono di fare i sindaci, scaricando sui sottoposti le responsabilità, affidando a capi di gabinetto strampalati poteri incredibili. I cittadini hanno eletto i sindaci che devono quindi anche rispondere penalmente dei loro errori. Ricordate cosa accadde alla sindaca Vincenzi di Genova e nessuno si mosse? Appendino si è servita persino dell’avvocato della Fiat e della Juventus. Questo argomento meriterebbe un approfondimento, considerando che il sindaco e’ volata in Inghilterra a vedersi la partita della Juve, invece di rimanere a Torino a lavorare. Ciò che è accaduto non lo avrebbero fatto neppure i peggiori sindaci del passato. Vogliamo ricordare le cose non fatte ? I mancati controlli agli ingressi, le bottiglie di vetro, la troppa gente in piazza, il non sgombero del sotterraneo della piazza, le transenne che hanno impedito la fuga Ripeto, i teppisti hanno
fatto la loro parte e sono stati condannati , ma le omissioni e gli errori di sindaco e questore ed altri andavano sanzionati. Hanno scelto il rito abbreviato per evitare pene più dure. Chi è innocente non lo fa.
Mentre apprezzo la dignità del Questore, non posso non condannare i piagnistei del Sindaco sui social. Dicevano che era tanto meglio di Raggi, i fatti le hanno dato torto. Applichi le norme grilline e faccia le valigie. Fassino ha voluto generosamente difenderla, ma anche lui ha sbagliato. Torino deve davvero voltare pagina. Questo e’ un episodio che resterà nella storia  più buia della città .

Piazza San Carlo, le responsabilità

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni  Sono stato tra i primi a scrivere nella notte del 3 giugno 2017 delle responsabilità della signora Appendino per il disastro in piazza San Carlo, ancor prima di sapere degli spray urticanti che hanno creato panico. Ero in zona ed ho visto con i miei occhi.  E non parlo solo della Appendino, sindaco con la delega al turismo, ,ma di tutto lo staff dei suoi collaboratori, dal capo di Gabinetto all’ineffabile portavoce, campioni di cattiva amministrazione anche successivamente e cacciati forzatamente con ignominia dai loro uffici per altri motivi
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Una equa  e forse troppo mite condanna a 18 mesi, meno di quanto richiesto dal PM, per tutti questi signori, compreso il questore pro tempore di allora, dimostra che c’è un giudice equilibrato non solo a Berlino. La Magistratura si è mossa con cautela, in silenzio, senza passi avventati in termini mediatici, ma alla fine le responsabilità sono apparse nettissime. Un Sindaco non può lavarsene le mani, andando a vedere la partita in Inghilterra, disinteressandosi dell’evento torinese. Chi organizza deve prevedere l’imprevedibile, altrimenti si deve  mettere  a fare un altro mestiere. Le vie di fuga dalla piazza erano insufficienti, le persone lasciate affluire erano in numero non ragionevole, la vendita di bibite in bottiglie di vetro che  erano una minaccia grave alla incolumità delle persone non è stata interdetta. Ci sono due persone morte e un numero altissimo di feriti .Qualcuno doveva rispondere e la difesa degli avvocati è  apparsa davvero quella di chi non sa dove appigliarsi. Non avevano neppure bloccato il garage sotterraneo di piazza San Carlo, pensando alla possibilità di un attentato dinamitardo che la signora Appendino e i suoi solerti collaboratori non hanno neppure ipotizzato in tempi di terrorismo. Questa è la macchia più vistosa del grillismo in assoluto, ma anche un segno della inefficienza degli apparati statali e comunali.
Una persona seria avrebbe dovuto dare subito le dimissioni. Il questore, ad esempio, venne subito rimosso. La leggerezza dimostrata non ha scusanti e rivela incompetenza assoluta  anche nella scelta dei collaboratori. In questa Italia dilaniata dal Covid e distrutta dalla crisi economica non ci può essere spazio per i piagnistei del sindaco via social.  Occorrono scuse e occorre silenzio contrito, senza giutificazionismi ridicoli. Gli unici titolati a parlare sono i cittadini, le vittime, i loro parenti. E i primi doversi rammaricare sono quegli elettori di destra che da veri stupidi autolesionisti votarono al ballottaggio Appendino ,senza neppure porsi il problema che una grande città non va affidata in mani insicure di persone del tutto impreparate ad esercitare un ruolo pubblico di quel genere. Non tirino fuori gli spray per difendersi, perché tutta la manifestazione in piazza San Carlo era una minaccia foriera di disastri e di morte ,come poi si è tristemente rivelata. La Appendino non aspetti la fine del mandato: se ha ancora un po’ di dignità, torni a casa sua. Quanta gente dovrebbe tornare a casa!  I Torinesi vi sono reclusi senza aver fatto nulla per creare il disastro di piazza San Carlo.
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La paranoia della politica che ha distrutto l’Italia

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni Finalmente Conte, che sintetizza nel suo volto il dramma della pandemia e del governo più a sinistra della storia italiana, ha dato le dimissioni.

Ma la crisi diventa un altro problema altrettanto irrisolvibile: si evidenzia un clima di sfascio che solo
Marco Pannella avrebbe la forza di denunciare con un digiuno. Gli ascari, i venduti diventano protagonisti di un governo che si rivelerà comunque inadeguato. L’Italia non garantita si trova allo stremo e nessuno si muove. E vengono fuori  vere e proprie follie come Berlusconi futuro presidente della Repubblica ad 85 anni,
con un mandato settennale. Una boutade che rivela la non serietà di Salvini, un demagogo politicamente squallido e cinico che non sarebbe mai in grado di essere un premier. In questa crisi gli ex comunisti (in effetti sono rimasti comunisti) esaltano in modo sfacciato, anzi a volte osceno il Centenario del PCI  che, dopo la sventura del fascismo, fu l’esperienza politica più nefasta della storia italiana. Noi cittadini sopportiamo tutto, anche i cretini che sono tornati protagonisti. Abbiamo un’informazione indecente e falsa che, combinata ad una tv pubblica e privata spregevole, incrina la stessa democrazia.  E’ significativo che Travaglio e Ferrrara siano gli sponsor più accaniti di Conte. Siamo reclusi in casa come dei vecchi imbecilli che vengono considerati un problema da “risolvere” con sistemi che fanno pensare ai campi di sterminio, come dimostra un gravissimo episodio in un ospedale lombardo in cui sono stati ammazzati dei degenti per liberarne i letti. C’è gente che continua a circolare senza mascherine o le tiene abbassate, attentando alla vita altrui oltre che alla loro. Di fronte a questo sfascio dobbiamo trovare la forza morale e civile per ribellarci. Pensare che Casini sia un possibile  salvatore della Patria , fa piangere . Farebbe sghignazzare se fossimo a Carnevale. L’Italia del COVID e del governo Conte  sta  andando  a sbattere . Bisogna reagire e reagire subito. Per la salvezza d’Italia !