IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
La questione della Messa in latino sembrava un argomento su cui non fosse più il caso di discutere. Appariva un tema non più divisivo all’interno del mondo cattolico, invece, all’improvviso, è intervenuto con fermezza Papa Francesco, ritenendo la celebrazione della Messa di Pio V motivo di scontro conflittuale all’interno della Chiesa.
Il Pontefice ha revocato con il Motu proprio “ Traditionis costodes “le concessioni dei suoi due predecessori relative ad una certa “liberalizzazione“ nella celebrazione della Messa in Latino secondo il Messale del 1962 ,precedente al Concilio Vaticano II. Tra le principali novità – scrive” Avvenire”, voce della CEI- viene affermato il ruolo esclusivo del vescovo nell’autorizzare l’uso del Messale precedente alla riforma liturgica voluta da Paolo VI.
I docenti italiani non erano pronti per la Dad e una parte di studenti – va detto – ha preso sottogamba una scuola senza reali contatti con i docenti e senza verifiche periodiche adeguate. Poche scuole hanno superato l’ostacolo che era oggettivamente quasi insuperabile, malgrado l’impegno di presidi, docenti e personale non docente che, si spera, siano stati tutti vaccinati, ma neppure su questo ci sono certezze.
fine drammatica del regime di Gheddafi ,era stato costruito dagli Italiani, quando Italo Balbo fu Governatore. La figura di Balbo in Libia è molto diversa da quella del Quadrumviro della Marcia su Roma e del capo dello squadrismo di Ferrara. Sia reso onore al giornalista del Boca per la coerenza della sua opera . A volte si e’ permesso persino di polemizzare con uno storico come Renzo De Felice che era oggettivamente a lui molto superiore. Si è accusato De Felice di essersi via via “innamorato” di Mussolini nel corso dei suoi studi trentennali sul duce, sarebbe facile dire che anche Del Boca che dedicò due libri al Negus e a Gheddafi, si fosse “ innamorato“ di un certo mondo africano. Io ho conosciuto ex combattenti delle guerre coloniali e profughi d’Africa penso agli Italiani cacciati brutalmente da Gheddafi dalla Libia) che non stimarono (uso un eufemismo) Del Boca, che non ha considerato l’altera pars ,come dovrebbero fare sempre gli storici. Ma di fronte alla sua morte provo grande rispetto perché credo nella buona fede delle sue battaglie, un concetto che però non coincide con quello degli storici che non debbono intraprendere battaglie, ma limitarsi a raccontare e valutare i fatti con animo sgombro da pregiudizi. Gheddafi, ad esempio, fu un ferocissimo dittatore, direi indifendibile, se non ricorrendo al machiavellismo che vede in lui chi seppe trattenere le tribù sanguinarie che si contesero la Libia dopo la sua morte. Anche il periodo coloniale italiano, che certo non intendo esaltare, ebbe a che fare con tribù libiche ancora più feroci. Il senso della storia ci impone di ricordarlo . Del Boca però ha svelato verità scomode che gli storici accademici prima di lui ci avevano nascosto o avevano omesso di indagare .Appare incredibile che Giorgio Rochat abbia dovuto attendere le ricerche di Del Boca che lascia un vuoto difficilmente colmabile. Non fu certamente uno storico nel senso della storiografia di Chabod, ma fu sicuramente un uomo intellettualmente onesto che merita considerazione anche da parte di chi è lontano dalle sue idee.
