polizia- Pagina 21

Raggiunge in stampelle l’ex moglie e la minaccia

Nella serata di giovedì personale della Polizia di Stato del Commissariato di P.S. di Ivrea e Banchette ha arrestato in flagranza del reato di stalking ai danni dell’ex moglie, B.M.A. cittadino italiano classe 1954

L’uomo è stato denunciato per aver attestato, producendo l’apposita autodichiarazione, circostanze non vere in merito ai motivi per i quali si era recato presso il luogo di lavoro dell’ex coniuge e sanzionato amministrativamente per inosservanza dei Decreti emanati per contenere l’emergenza epidemiologica da COVID-19.

L’attività investigativa è partita a seguito delle denunce presentate, nei giorni scorsi, dalla ex moglie dell’indagato al personale specializzato in materia di reati di genere del Commissariato di Ivrea e Banchette per cui ora la Procura della Repubblica di Ivrea ha attivato la procedura prevista del “codice rosso”.

La donna aveva narrato che l’ex marito, che in quel momento aveva difficoltà di deambulazione poiché aveva una gamba fratturata ed ingessata, non si era rassegnato alla fine della loro relazione e continuava a tormentarla, anche in ore notturne, con numerosi messaggi vocali in cui venivano proferite gravi minacce nei suoi confronti. In particolare, l’uomo ingenerava nella donna un concreto timore per la sua incolumità e un crescente stato d’ansia, facendo una sorta di macabro countdown il cui termine era fissato per il giorno in cui avrebbe rimosso l’ingessatura. A causa delle predette minacce la donna era stata costretta ad abbandonare la sua abitazione sita in Bollengo (TO) e a rifugiarsi, insieme al figlio minorenne, in un alloggio preso in affitto nel centro di Ivrea.

In effetti, l’ingessatura veniva rimossa il 24 marzo scorso e, proprio la  notte del 25 marzo 2020, l’uomo si recava presso l’abitazione di Bollengo, ove credeva di trovare l’ex moglie, e inviava ulteriori messaggi minacciosi che aumentavano ulteriormente lo stato d’ansia e d’angoscia della vittima. Nella tardo pomeriggio di ieri la denunciante riferiva che l’ex marito si stava recando in Via Circonvallazione ad Ivrea per cercare di incontrarla entrando nello studio ove Lei svolge la sua attività professionale.  Il personale dell’Ufficio Investigativo, in effetti, intercettava B.M.A.  in Via Circonvallazione mentre, dopo essere uscito dalla sua abitazione e aver percorso con le stampelle un tragitto di circa quattro chilometri, stava cercando di introdursi dal retro nello stabile ove è ubicato lo studio dell’ex moglie per coglierla di sorpresa.

Il fermato dichiarava falsamente che si era recato in quel luogo per recuperare la sua auto pertanto veniva tratto in arresto per atti persecutori e denunciato per falsità ideologica in atto pubblico. Nel telefono cellulare dell’arrestato gli agenti della Polizia di Stato intervenuti accertavano la presenza dei messaggi minacciosi inviati all’ex coniuge con l’applicazione Telegram, alcuni dei quali risultavano trasmessi pochi secondi prima del fermo.

Topo d’auto immortalato dalle telecamere

Fermato dagli agenti del commissariato San Secondo
Nella notte di giovedì scorso, un uomo parzialmente travisato ruba in due auto in sosta parcheggiate in via
San Secondo e si dilegua. La scorribanda viene ripresa dalle immagini del sistema di video sorveglianza
installato sulla via. Grazie all’analisi delle immagini registrate da altri sistemi di video sorveglianza ubicati nel
quartiere che lo vedono transitare nelle immediatezze del reato, gli agenti identificano l’uomo.
Due giorni dopo, gli agenti individuano il reo, un cittadino marocchino di 23 anni con precedenti di polizia a
carico, in corso Unione Sovietica. Il ventitreenne viene trovato in possesso di alcuni oggetti provento di furto
nei giorni precedenti in un’auto ferma in un parcheggio di un supermercato cittadino. Lo straniero viene
anche trovato in possesso di un coltellino e di diverse compresse di Rivotril.
Alla luce dei fatti, il cittadino marocchino è stato fermato per ricettazione e furto e denunciato per la
violazione sugli stupefacenti e per il possesso del coltellino.

Ubriaco al volante, ma con l’autocertificazione

Denunciato dagli agenti della Polizia Stradale / Nei giorni scorsi, gli agenti della Sottosezione Autostradale della Polizia Stradale hanno fermato per un controllo presso il casello di Ivrea, nel comune di Pavone Canavese, un auto con una persona a bordo.

Ben presto gli agenti hanno notato che l’uomo manifestava i sintomi dovuti all’assunzione di sostanze alcoliche. L’uomo ha anche fornito l’autocertificazione per la giustificazione degli spostamenti in quanto impiegato nell’industria funebre. Tuttavia, l’alito vinoso, il ritmo del linguaggio e i suoi movimenti hanno fatto sì che venisse sottoposto alla prova etilometrica. L’accertamento, nelle due prove ha dato un esito pari a 2,50 g/l valore ben oltre il limite di 0,5g/l. Alla luce del risultato, l’uomo è stato denunciato per la guida in stato di ebbrezza con il contestuale ritiro della patente.

Ladri di biciclette

L’elemento comune tra un tentato furto ed una rapina: la bicicletta. Tra mercoledì e giovedì il veicolo a due ruote è stato protagonista di due interventi effettuati dagli operatori della Squadra Volanti
Il primo intervento porta gli agenti in via Perrone dove una donna dichiara di aver visto un uomo arrampicarsi al primo piano dello stabile, accedere all’interno di un’abitazione attraverso la finestra e fuggire poco dopo in bicicletta. Un condomino si pone all’inseguimento del soggetto, fornendo ai poliziotti in tempo reale indicazioni utili al rintraccio. Si tratta di un cittadino tunisino di 38 anni.
Una volta fermato, l’uomo viene perquisito. Il trentottenne viene trovato in possesso di un cellulare, provento di furto. Pochi istanti prima infatti il tunisino, approfittando della distrazione di un cittadino fermo ad una fontanella per bere, intravede un cellulare in terra quindi arresta la corsa della sua bicicletta, raccoglie il telefonino e si allontana velocemente. Il trentottenne, con numerosi precedenti di polizia e obbligo di firma, viene arrestato per tentato furto e denunciato per non aver ottemperato al DPCM dell’11 marzo 2020 in quanto circolava senza comprovato motivo e per aver fornito dichiarazioni mendaci a P.U. per le motivazioni asserite nell’autocertificazione: l’uomo era uscito di casa solo per andare a comprare il pane.
Giovedì sera viene richiesto l’intervento di una pattuglia in via San Secondo dove un uomo sta trattenendo un soggetto che pochi istanti prima aveva tentato di rubargli la bicicletta. La vittima si trova all’interno di un negozio quando un cittadino marocchino di 33 anni monta in sella alla sua bici e si allontana velocemente. L’uomo riuscirà a raggiungerlo e bloccarlo, così da assicurare il trentatreenne alle forze dell’ordine. Arrestato per rapina e denunciato in stato di libertà per violazione dell’art. 650.

Coronavirus, la polizia sul web a difesa degli utenti

L’emergenza relativa all’epidemia da Coronavirus (Covid-19) ha inciso in modo significativo  sul panorama della comunicazione determinando un incremento tangibile delle informazioni che affrontano la tematica, spesso con metodi divulgativi non corretti o peggio contenuti non veritieri.

Si è registrato un aumento notevole dei siti web e delle pagine presenti sui social network che riportano non solo aggiornamenti sull’espansione del contagio ma anche indicazioni, buone prassi, consigli di varia natura su come tutelare la propria salute. Una parte cospicua di tali notizie è divulgata tramite e-mail o attraverso chat di instant messaging di uso comune che disorientano il cittadino destinatario di un flusso di notizie massivo ed incontrollato.

Nel merito, la Questura di Torino ed il Compartimento Polizia Postale del Piemonte e Valle D’Aosta stanno svolgendo un lavoro intenso di monitoraggio e contenimento delle numerose fake news rilanciate in modo virale tra gli utenti cercando di isolare quei messaggi che risultano fuorvianti per la tutela della salute o ancora determinano un allarme ingiustificato per l’ordine e la sicurezza pubblica.  

Grande attenzione va posta ad esempio ai messaggi vocali dai toni allarmistici che, senza validi riferimenti scientifici, informano sulle modalità di contagio, sulla durata della permanenza del virus sulle superfici o ancora su come utilizzare i dispositivi protettivi: spesso chi li riceve è indotto a credere di disporre di un patrimonio conoscitivo privilegiato che altre fonti vorrebbero occultare.

In alcune circostanze le fake news possono nascondere vere e proprie frodi come nel caso della falsa raccolta fondi denunciata dall’Ospedale San Raffaele di Milano oppure possono celare attacchi hacker come nel caso dei malware diffusi nelle recenti campagne di e-mail spam denunciate dalla Polizia Postale.

Frequenti comunicazioni sono state inoltrate ancora in merito alla cosiddetta “autocertificazione online” per giustificare gli spostamenti, formula ad oggi non conforme a quanto prescritto dalle norme vigenti che richiedono un documento firmato sia dal cittadino che dall’operatore che effettua il controllo.

Un grande contributo nel contenimento della cattiva informazione può essere dato dalla cittadinanza attraverso semplici regole ispirate dalla coscienza civica:

– Verificare sempre le fonti privilegiando quelle istituzionali quali ad esempio il Ministero della Sanità e la Protezione Civile.

– Approfondire con senso critico le notizie che non provengono da fonti istituzionali.

– Evitare il cosiddetto overload informativo o sovraccarico cognitivo: tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno sono divulgate dalle autorità competenti a farlo.

– Rompere le catene virali evitando di rendersi partecipi di false campagne informative.

– Segnalare alle autorità le notizie pericolose.

Come ribadito infine dal C.N.A.I.P.I.C della Polizia di Stato (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche) la rete è oggi una superficie iper-esposta all’azione di cyber-criminali che si servono della paura collettiva per realizzare gravi condotte delittuose a danno degli utenti.

Le giornate di solitudine possono indurre a navigare in modo inconsapevole tanto gli adulti quanto soprattutto i minori, i quali in questa delicata circostanza devono essere protetti con più attenzione dalle insidie della rete.

La Polizia di Stato è presente h24 sia sul territorio che nel web e mette a disposizione sul  Commissariato di PS Online tutte le risorse utili al cittadino per un’informazione adeguata e sicura.

Il Siulp scrive a Cirio: “Tamponi per le forze dell’ordine”

Pubblichiamo, di seguito, la lettera che il segretario del sindacato di Polizia Siulp, Eugenio Bravo, ha inviato al governatore del Piemonte

 

Ill.mo Sig. Presidente Regione Piemonte Alberto CIRIO,

      in questi giorni di grande emergenza Coronavirus apprendiamo dagli organi di stampa che Lei ha riposto una grande attenzione nei confronti del personale sanitario della Regione Piemonte ed ha accolto il grido d’allarme, disponendo l’esecuzione del tampone di verifica a tutti i dipendenti del settore, a prescindere dalla loro sintomatologia.

Il SIULP, Sindacato di riferimento dei Poliziotti, nell’esprimere la più sentita vicinanza al personale sanitario che in questi giorni è sottoposto ad uno sforzo più che lodevole, non può che apprezzare tale iniziativa.

Vorremmo altresì sottoporre alla Sua attenzione la delicata situazione nella quale si trovano ad operare le forze dell’ordine della provincia di Torino e della regione, impiegate costantemente nell’affrontare l’emergenza sotto l’aspetto contenitivo.

E’ di tutta evidenza che gli operatori si trovano a contatto, sul territorio, con una moltitudine di persone, verso le quali devono, non solo dimostrare, ma anche apparire rispettosi della profilassi disposta dalle Autorità sanitarie e dal Governo. Un senso di abnegazione e di appartenenza degli Operatori delle Forze dell’Ordine, che si può porre in parallelo, a quello del personale sanitario.

Come prestabilito, anche agli operatori delle Forze dell’Ordine, così come avviene per la comune cittadinanza, il tampone viene eseguito solo se gli stessi manifestano evidenti sintomatologie o sia accertato il contatto con soggetti contagiati. Tuttavia la mission istituzionale delle forze dell’ordine  sovraespone necessariamente i propri operatori al contatto quotidiano con la cittadinanza e, pur operando con le  precauzioni necessarie, l’elevata possibilità di trasmettere o ricevere il coronavirus è innegabile. Al riguardo si aggiunga come la carenza di DPI e mascherine in particolar modo, non consentendo agli operatori di agire perseguendo adeguatamente le esigenze di profilassi richieste, aumentano l’indice di pericolosità per tutti.

  Il triste paradosso di questa tragica condizione si evince soprattutto durante la fase dei controlli operati dalle forze dell’ordine dirette al contenimento del contagio e, nella quale, si è soliti ravvisare cittadini premuniti di mascherine, che vengono in contatto con gli operatori sprovvisti delle stesse.  Il sospetto o il timore che si posa trasmettere il contagio non è purtroppo solo teorico.

E’ oltretutto chiaro che diverrebbe molto difficile risalire al tutore dell’ordine, nel caso in cui un cittadino venisse contagiato, così come sarebbe difficile risalire al possibile utente positivo, nel caso opposto.

Sappiamo quanto abbia a cuore lo spirito con il quale le forze dell’ordine stanno affrontando questa pandemia. Siamo consapevoli come questa sia una lotta contro il tempo e con l’adozione di misure stringenti che comportano disagi e sofferenza per tutti. Proprio in virtù di queste esigenze di profilassi, Le chiedo di considerare la necessità di ricorrere al “tampone”  per tutti gli operatori delle forze dell’ordine, quand’anche asintomatici, atteso l’alto rischio di contagio e di trasmissibilità derivante dal loro lavoro.

I  poliziotti seguono il protocollo, uscendo di casa solamente per necessità e per svolgere il loro servizio e sperano, al loro rientro, di non essere veicolo di contagio per chi sta loro vicino.

Ecco quindi che, ringraziandoLa per la Sua consueta attenzione verso le forze di polizia, Le chiedo di attivarsi nel dare la possibilità a tutti gli operatori delle forze dell’ordine di Torino e del Piemonte, di poter eseguire, il prima possibile, il “tampone”,  limitando l’epidemia e salvaguardando la salute dei nostri  famigliari e dei nostri concittadini.

In giro senza motivo distrugge un distributore di alimenti

Arrestato dagli agenti del commissariato Centro

Martedì mattina, intorno alle 6, gli agenti del Commissariato Centro sono intervenuti in corso Regina Margherita angolo via Rossini per la segnalazione di un uomo che stava scassinando alcuni distributori automatici. Ricevute le descrizioni del reo, gli agenti si sono diretti sul posto e hanno intercettato l’uomo, un cittadino marocchino di 33 anni il quale, quando si è visto raggiunto, per guadagnarsi la fuga, ha gettato per terra i prodotti asportati.

I poliziotti hanno poi riscontrato il danneggiamento del distributore che presentava anche la presenza di tracce ematiche. Macchie di sangue trovate anche sugli indumenti del trentatreenneil quale presentava ferite alle mani. Il vetro del distributore era stato infranto con dei sassi trovati sul posto.

Alla luce dei fatti, lo straniero, con precedenti di polizia a carico, è stato arrestato per furto aggravato e denunciato in stato di libertà poiché circolava a piedi  senza comprovati motivi come previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri

La polizia trova cinque scatoloni di mascherine dimenticate durante un trasloco

Nei giorni scorsi , un cittadino in transito in via Aosta ode delle grida d’aiuto di una donna che non riesce ad uscire dallo stabile abbandonato con il portone in ferro sigillato

Giunti sul posto, gli agenti della Squadra Volante riscontrano la presenza della donna la quale, però, anche in virtù del suo stato di alterazione psicofisica non ricorda come abbia potuto fare ingresso nello stabile il giorno prima. Svegliatasi, non trovando l’uscita, aveva chiesto aiuto ai passanti. Grazie all’ausilio dei Vigili del Fuoco la donna viene poi liberata.

Durante il controllo del magazzino in stato di abbandono, gli agenti trovano in un locale 5 scatoloni sigillati contenenti 12 confezioni, da 10 unità ciascuna, di mascherine modello FFP2. Gli agenti appurano che gli apparati sanitari erano di proprietà del Sermig che aveva la disponibilità dell’immobile fino al 2018. Con ogni probabilità, nel corso del trasloco avvenuto in quell’anno, per dimenticanza le scatole erano rimaste nel magazzino.

Dopo il rinvenimento, il responsabile del Sermig, trattandosi di dispositivi di protezione individuale salvavita, ha consegnato le mascherine alla Polizia di Stato con il desiderio che venissero date agli operatori sanitari che, in questo periodo, stanno affrontando una situazione di forte criticità, essendo più esposti al rischio.

Nella mattinata di ieri, gli agenti della Squadra Volante hanno consegnato le 600 mascherine a personale dell’ospedale “Giovanni Bosco” di Torino.

Perseguita la ex e viola il divieto di uscire di casa

A nulla sono valsi i provvedimenti emessi nei suoi confronti, quali l’allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento alla ex compagna; nemmeno l’obbligo di rimanere a casa previsto dal DPCM del 9 Marzo scorso lo ha distolto dai suoi intenti.

L’uomo, un cittadino albanese di 29 anni, infatti, nei giorni scorsi si è recato presso la tabaccheria dove la ex lavora e con dei gesti le ha intimato di uscire. La donna,
impaurita, è sgattaiolata fuori dal retro della tabaccheria per rifugiarsi a casa, ma è stata seguita dall’ex compagno. Ha dunque contattato il 112 NUE per chiedere soccorso e una pattuglia della Squadra Volante giunta sul luogo ha individuato e fermato lo stalker ad appena 3 metri dalla residenza della ex. Gli agenti hanno appurato che l’uomo era stato denunciato varie volte nel recente passato per episodi del tutto simili, nel contesto dei quali aveva minacciato di morte la donna; era stato arrestato per atti persecutori nei suoi confronti lo scorso febbraio; dopo la scarcerazione, erano stati disposti nei suoi confronti l’allontanamento dalla casa familiare ed il divieto di avvicinamento alla famiglia. Per l’uomo sono scattate nuovamente le manette per atti persecutori e la denuncia per la violazione dei provvedimenti a suo carico.

Il virus non scoraggia lo spaccio di droga: due arresti

Nemmeno il Covid-19 scoraggia gli spacciatori e per questo continua incessante l’attività di contrasto allo spaccio, dalle piazze fino a risalire la filiera della distribuzione

In tale contesto, negli ultimi giorni personale della Squadra Mobile ha proceduto all’arresto di due cittadini albanesi dediti allo smercio di sostanze stupefacenti.

In particolare, lo scorso venerdì poco prima della mezzanotte, gli operatori dei “Falchi” hanno fatto irruzione in un alloggio in Via Rubiana ed hanno tratto in arresto:
⦁ K.J. cittadino albanese di 19 anni.
La perquisizione domiciliare ha infatti portato al ritrovamento di un sacchetto con 350 grammi di marijuana. La sostanza stupefacente era nascosta tra i capi di abbigliamento, ripiegati con cura in una valigia nella camera da letto.
Inoltre, nel cassetto del comodino della stessa camera, gli agenti hanno trovato un bilancino elettronico di precisione con evidenti tracce di polvere di cocaina.

Il weekend precedente, a Carmagnola, gli operatori della Narcotici hanno invece tratto in arresto un trafficante di cocaina, identificato per:
⦁ K.L. cittadino albanese di 36 anni.
L’uomo è stato trovato in possesso di un panetto “pressato” a forma di mattonella del peso di circa 1,2 kg di cocaina. Ulteriori 2 etti della stessa sostanza, già suddivisa in singoli involucri pronti per essere smerciati al dettaglio, erano stati occultati in alcuni pacchetti di caramelle trovati nascosti in un vano creato ad hoc nella sua autovettura.
Non è mancato all’appello il bilancino elettronico di precisione, sequestrato unitamente alla somma in contanti di 12370 euro, 560 sterline e 2.000 corone svedesi trovata in suo possesso. Il rinvenimento di valute straniere lascia presumere che l’attività dello spacciatore si estendesse oltre i confini nazionali. Sul punto prosegue l’attività investigativa.

Entrambi i cittadini albanesi dovranno rispondere di detenzione finalizzata allo spaccio di stupefacenti.