“Adesso anche in Piemonte si può ricostruire un luogo politico centrista. Ovvero, uno spazio di cui
si sente drammaticamente il bisogno e che è necessario per poter declinare una vera e propria
cultura di governo. Certo, non è uno spazio compatibile con le forze populiste, estremiste e
fondamentaliste. Detto in altre parole, la cultura politica di centro è semplicemente alternativo
rispetto al trio Fratoianni/Bonelli/Salis e al populismo anti politico e demagogico del partito di
Conte e di Grillo. Storicamente il centro non è solo distinto e distante da queste derive politiche
ma è, appunto, alternativo. Come, del resto, è lontano dal populismo leghista. E, per fermarsi al
Piemonte, l’esperienza concreta della recente lista Cirio per le elezioni regionali, è una buona base
di partenza per poter dispiegare, con coerenza ed efficacia, una cultura politica di centro e una
cultura di governo ispirati a quel patrimonio ideale e storico.
E, al riguardo, l’area cattolico popolare e cattolico sociale piemontese può, ancora una volta –
seppur con l’apporto di altre esperienze culturali – essere decisiva per far decollare un progetto
politico che si impone a livello nazionale ma che è necessario anche e soprattutto a livello
piemontese e locale”.
.
Giorgio Merlo, Dirigente nazionale Tempi Nuovi Popolari uniti
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Nei giorni scorsi si sono ricordati due anniversari storici. La scomparsa, 70 anni fa, di Alcide De
Gasperi e quella di Palmiro Togliatti avvenuta nell’agosto del 1964. Due date che hanno permesso
a molti commentatori ed opinionisti politici di ricordare e scandagliare il magistero politico,
culturale ed istituzionale di due esponenti che, comunque sia, hanno segnato il cammino concreto
della democrazia italiana. Certo, a molti anni di distanza a volte c’è la tentazione di confondere un
po’ le acque e di fornire interpretazioni e letture alquanto singolari sul concreto progetto politico di
due leader politici che sono stati, com’è evidente a quasi tutti, alternativi e contrapposti. Certo, se
ad esempio parlando di De Gasperi trascuriamo la data del 18 aprile 1948 e ci limitiamo, seppur
giustamente, a fare del leader storico della Dc solo un incallito anti fascista e nient’altro, facciamo
una operazione monca e del tutto anacronistica rispetto a ciò che De Gasperi è stato ed ha
rappresentato per il paese e anche, e soprattutto, per la storia della Democrazia Cristiana. E
allora, per non dilungarsi in discussioni un po’ virtuali od eccessivamente forzate, mi limito a tre
osservazioni di fondo.
Innanzitutto il progetto politico, culturale e programmatico della Dc e del Pci nel secondo
dopoguerra erano semplicemente alternativi. È inutile esercitarsi in dotte osservazioni o in
capziose interpretazioni. Non c’è nulla in comune e proprio il voto del 18 aprile 1948, uno degli
spartiacque storici della politica italiana, ha segnato la profonda ed irriducibile alterità tra la
visione della società della Dc e del Pci. E proprio quella data ha segnato l’irriducibile visione
politica alternativa tra i due partiti e, soprattutto, dei rispettivi leader riconosciuti: e cioè, appunto,
De Gasperi e Togliatti.
In secondo luogo, sarebbe scorretto e anche intellettualmente disonesto individuare dei punti di
collegamento tra due visioni politiche alternative piegandole alle logiche della politica
contemporanea. E questo perchè la convergenza di pezzi di quelle culture politiche – quella ex e
post comunista e quella della sinistra democristiana – nel progetto del Partito democratico è una
operazione radicalmente diversa rispetto alla stagione che ha visto contrapposti i due leader
storici dell’immediato secondo dopoguerra. Anche perchè, com’è evidente a tutti, non si può
confondere l’esperienza della sinistra democristiana con tutta la Democrazia Cristiana. Cioè con
l’elettorato di quel partito che, come tutti ben sappiamo, è confluito nella sua stragrande
maggioranza con lo schieramento di centro destra.
In ultimo, il centrismo – innovativo, riformista, democratico e di governo – degasperiano ha
rappresentato un modello politico e di governo che ancora oggi contiene una straordinaria
modernità ed attualità a prescindere, com’è ovvio, dalla profonda diversità dei due contesti storici,
politici e culturali. Una visione politica che, ieri come oggi, non c’entra assolutamente nulla con la
storia, la cultura, la tradizione e la prassi del Pci e dei partiti che sono succeduti a quella storica
formazione politica. Certo, l’evoluzione politica è un fatto del tutto scontato e le stesse culture
politiche possono registrare nello scorrere del tempo elementi di convergenza. Come, del resto, è
avvenuto dopo la stagione di tangentopoli e l’avvio ella cosiddetta seconda repubblica. Ma
confondere il magistero, la lezione, l’esperienza politica e di governo di Alcide De Gasperi con
quella di Palmiro Togliatti oltre che scorretto sul terreno politico sarebbe anche ridicola e grottesca
sul versante storico.
Ecco perchè, anche quando si ricordano anniversari ormai lontani nel tempo, è sempre
consigliabile non esercitarsi in operazioni politiche, culturali e storiche di chiara impronta
trasformistica ed opportunistica. E questo non solo per il rispetto della storia ma anche, e
soprattutto, per non sfregiare il profilo e la statura di due grandi personalità come quelle di Alcide
De Gasperi e di Palmiro Togliatti.
Se i giudici di sinistra liberano i clandestini
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Di Adolfo Spezzaferro direttore de “L’identità”:
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Tajani si vuole blindare alla guida di Forza Italia
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PRIMA PAGINA-Tajani si vuole blindare alla guida di Forza Italia
“Sì, la difesa, la valorizzazione e la infrastrutturazione dei territori montani restano una delle
questioni politiche centrali della Regione Piemonte a guida Alberto Cirio. E proprio partendo dal
crescente turismo estivo nelle montagne piemontesi di questi mesi arriva la conferma che è
sempre più indispensabile rafforzare una politica e un progetto specifici per il futuro dei territori
montani. Prospettiva che passa non solo attraverso l’attivazione dei servizi essenziali per le
persone e le comunità locali ma anche, e soprattutto, con una specifica ed efficace politica di
sgravi fiscali, di aiuti per le pubbliche amministrazioni e di incentivi concreti per restare in questi
territori. E il problema, come ovvio, non riguarda soltanto il cosiddetto comparto della neve e il
suo relativo indotto ma, semmai, l’intero mosaico della montagna.
Per fortuna, il programma politico ed amministrativo della coalizione che ha vinto le recenti
elezioni regionali già prevede una forte e specifica attenzione al futuro della montagna. E dove
non esistono, e questo è un ulteriore elemento positivo, partiti che predicano la ‘decrescita felice’
da un lato o un fondamentalismo ed estremismo ambientalista dall’altro. Semmai, serve un
progetto amministrativo, e politico, che solo partiti responsabili e che puntano allo sviluppo e ad
una reale promozione del territorio, possono garantire”.
Giorgio Merlo, Dirigente nazionale Tempi Nuovi Popolari uniti, Assessore Pragelato. Già Sindaco.
«Ma quali destra e sinistra, con la decisione del Comune di Nichelino non c’entra niente l’orientamento politico: semplicemente posizioni omofobe e novax non possono avere cittadinanza nelle manifestazioni patrocinate da un Comune»: così commenta la scelta del comune di Nichelino Daniele Valle, consigliere regionale PD. “Stupisce che si arrivi alle interrogazioni parlamentari per una questione tanto semplice. Sarebbe interessante la stessa trasparenza sui finanziamenti della fondazione AN all’associazione neofascista Acca Larentia o ai novax dell’associazione “Sereni, vittime del Covid” dal quale sono partiti gli esposti, tra il 2020 e il 2021, contro Conte e Speranza».