politica- Pagina 7

Sanità, Ruffino (Az): “Bene volontari per il trasporto, ma servono servizi”

“La nascita del Corpo Logistico Sanitario a sostegno degli over 65 del Piemonte che rinunciano a curarsi per difficoltà logistiche è sicuramente una notizia positiva. Oltre il 7 per cento di queste persone, infatti, trova difficoltà nel raggiungere ospedali e case di cura. Ben venga quindi la rete di volontariato e l’impulso della Regione. Sono questi servizi che soprattutto nelle aree interne di cui mi occupo da tempo e che sono maggiormente penalizzate.
Sanità efficiente e collegamenti adeguati devono viaggiare di pari passo. Occorre eliminare gli ostacoli nei confronti di coloro che vivono nei territori e nelle zone periferiche: è quindi doveroso investire sulle infrastrutture logistiche e sanitarie. All’assessore della Sanità Riboldi e all’assessore delle Politiche Sociali Marrone, rivolgo un plauso per l’iniziativa, e chiedo attenzione nei confronti delle associazioni del Terzo Settore (ne cito una per tutte, l’Auser) impegnate in un lavoro straordinario di volontariato in tutte le aree della nostra Regione”.
Lo dichiara la deputata Daniela Ruffino, segretaria di Azione in Piemonte.

Europa Radicale: 5 agosto veglia notturna davanti al carcere di Torino

 Mercoledì 6 proposta di numero chiuso per le carceri italiane.

Martedì 5 agosto, a partire dalle ore 23:00, Europa Radicale trasmetterà in diretta social una veglia notturna di fronte al carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino.

“A un anno esatto dalla veglia che organizzammo nello stesso luogo — afferma Igor Boni — durante la quale esponemmo i nomi delle persone che si sono tolte la vita in carcere, la situazione è peggiorata. Ribadiremo la cecità del duo Delmastro-Nordio, responsabile di continue violazioni dei diritti sia dei detenuti che degli agenti penitenziari. Daremo anche i numeri aggiornati del sovraffollamento carcerario.”

L’iniziativa proseguirà mercoledì 6 agosto alle ore 12:00, con una conferenza stampa presso la sede dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta (Via San Dalmazzo 9/bis, Torino). In tale occasione, Europa Radicale presenterà la proposta di introdurre un numero chiuso per le carceri italiane.

“Nel Regno Unito — spiega Boni — se la capienza di una struttura è di 100 posti, non è consentito ospitare 101 detenuti. In caso di nuovi ingressi, è obbligatorio liberare posti tramite pene alternative o provvedimenti straordinari. Lo stesso principio potrebbe essere adottato anche in Italia, evitando il sovraffollamento e spingendo lo Stato a utilizzare soluzioni alternative come gli arresti domiciliari, la liberazione anticipata o l’inserimento in comunità di accoglienza.”

📌 Diretta social:

https://share.google/RH5J0NWMMtSS5ihgW

Lega: “rinvio blocco ai diesel Euro 5 è realtà anche in Piemonte”

Torino, 2 Ago – “Oggi abbiamo concretizzato un grande risultato per i piemontesi. Grazie all’emendamento presentato a Roma dal capogruppo alla Camera Riccardo Molinari e al lavoro portato avanti a livello regionale dal gruppo Lega, abbiamo garantito il rinvio dello stop alle auto diesel Euro 5. Una scelta di buon senso che darà più tempo ai cittadini di adeguarsi alla transizione e una soluzione concreta che consentirà ai circa 200mila proprietari di questi veicoli di continuare a utilizzarli per spostarsi. Con questo passo anche il Piemonte entra ufficialmente tra le regioni che hanno deciso di affrontare il cambiamento con pragmatismo e senza ideologia, ponendosi l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria senza per questo penalizzare famiglie e imprese”. Così in una nota i consiglieri regionali del Gruppo Lega del Consiglio regionale del Piemonte.

AVS: Commissione UE rallenta su Tav

“Il completamento delle opere si aggira intorno ai 20 miliardi di cui il 50% cofinanziato dall’Europa che in questo settennato (2021-2027) ha stanziato “solo” 700 milioni di euro. Nei sette anni successivi (2028-2035) dovrebbe stanziare la cifra rimanente, ma è la stessa Commissione a mettere nero su bianco che ciò difficilmente avverrà: anche nel caso inverosimile che raddoppiassero la cifra stanziata sinora,  saremmo ben lontani dal saldo complessivo, rimandando al bilancio ancora successivo (2036-2043). È chiaro che l’ipotesi di terminare l’opera nel 2033 sia una chimera” dichiara Marco Grimaldi vicecapogruppo AVS alla Camera, commentando la Decisione di Esecuzione della Commissione Europea che riguarda le modalità di applicazione sull’attuazione del progetto transfrontaliero Lione-Torino, in cui si legge che che “Il progetto è un impegno a lungo termine che richiede la pianificazione di investimenti in diversi cicli di bilancio”
“Abbiamo già detto più volte che UE e Francia stanno chiaramente disinvestendo da un progetto che è nato male e continuato peggio. L’unico che continua a crederci, per ragioni oramai ideologiche, è il Governo italiano, che ancora con l’ultima finanziaria ha impegnato 1 miliardo aggiuntivo di risorse sul TAV: lo ribadiamo, per noi quelle sono risorse sottratte a investimenti davvero utili, come quelli sul trasporto pubblico metropolitano in una delle province con l’aria più inquinata d’Europa. Non è possibile che non si trovino risorse per le metro 1 e 2 di Torino  (ad oggi mancano circa 800 milioni su progetti già in stato avanzato, senza nemmeno considerare il prolungamento della linea 2 a Rivoli) e poi si buttino fiumi di denaro pubblico in un progetto che è di fatto bloccato: dalla Regione continueremo a chiedere che si riveda l’ordine di priorità sugli investimenti” conclude Alice Ravinale capogruppo AVS in Regione Piemonte.

Fdi, Assestamento al bilancio: operazione verità

Noi interveniamo sulle aliquote IRPEF, questa è la verità, interveniamo sulle aliquote IRPEF per gestire al meglio una riforma fiscale epocale che la Nazione attende da 50 anni, che ha visto il Governo introdurre delle modifiche che erano attesissime, che porteranno nel breve, medio e ancora di più nel lungo periodo ad un sensibile abbattimento della pressione fiscale”

L’Assestamento al bilancio 2025 va in attuazione del programma elettorale del centro-destra, ed è in nome di questo che con questa manovra interveniamo in quello che il riteniamo sia necessario attenzionare.

Iniziamo dal tema di questo Assestamento, l’intervento sulle aliquote IRPEF.

Avremmo potuto evitarlo? Sì, se avessimo assunto la guida di una Regione senza 6 miliardi e 600 milioni di Euro di disavanzo e senza 10 miliardi di Euro di debiti.

Abbiamo condotto in questi sei anni un rigoroso percorso di risanamento dei conti della Regione, riducendo di un miliardo e mezzo il debito e di quasi due miliardi il disavanzo, migliorato gli equilibri di bilancio e, oggi, paghiamo più velocemente.

Questo importante sforzo è stato fatto continuando ad investire sullo sviluppo, come dimostra la buona capacità di spesa dei fondi europei e del Pnrr, riguardo i quali il Piemonte vanta il primato italiano, su cui siamo in linea con i tempi e gli obiettivi.

Se chi ci ha preceduto, il centrosinistra e la giunta Chiamparino, che ha portato aumenti IRPEF da 50 fino a 1.000 Euro accompagnati dall’aumento del bollo auto e dall’aumento di qualunque altra cosa fosse aumentabile, avesse fatto un decimo degli sforzi che stiamo facendo noi, e che abbiamo fatto noi in questi sei anni, oggi non parleremmo di IRPEF.

Non accettiamo lezioni da chi oggi ci attacca mentre nel 2014 quando la giunta Chiamparino aumentava l’IRPEF e il Bollo Auto difendeva convintamente quegli aumenti.

Noi interveniamo sulle aliquote IRPEF per gestire al meglio una riforma fiscale epocale che la Nazione attende da 50 anni, che ha visto il Governo introdurre delle modifiche che erano attesissime, che porteranno nel breve, medio e ancora di più nel lungo periodo ad un sensibile abbattimento della pressione fiscale e che anche per un tecnicismo nell’immediato avrebbero comportato un minor gettito per la Regione di circa 150 milioni di Euro.

Ci siamo mossi cercando di garantire un equilibrio tra gettito regionale ed equità sociale, fissando dei paletti e rinforzando il perimetro sociale identitario della manovra, se da un lato infatti non andiamo a toccare la fascia più debole della popolazione, quella fino a 15 mila Euro di reddito, dall’altro sosteniamo le famiglie numerose, ampliando enormemente la platea di chi ne ha diritto, saranno non più solo 7 mila le famiglie piemontesi che avranno diritto a una detrazione di 100 Euro a figlio, ma arriveranno a 43 mila queste famiglie, quelle con più di due figli. Portiamo a raddoppio da 250 a 500 Euro la detrazione per i figli con disabilità, una doverosa attenzione alla parte più debole della nostra società.

Con l’Assestamento 2025 interveniamo nel sostegno all’istruzione, stanziando altri 700 mila Euro per lo scorrimento delle graduatorie dei Voucher B e per l’esaurimento dei Voucher A. Interveniamo su un piano della sicurezza per il rifinanziamento del patto per una Torino abbandonata al degrado e alla criminalità dalla sua amministrazione di sinistra.

Interveniamo nel sostegno allo sport e al turismo, ormai volano dell’economia piemontese, ha superato ampiamente il 10% del valore sul PIL. Interveniamo sul sistema neve stanziando un milione di Euro per potenziare un’altra voce ai molti capitoli dell’economia della regione, interveniamo con quasi 3 milioni di Euro sui grandi eventi per sostenere il turismo.

Interveniamo sull’Università con 1 milione e 200 mila Euro per le residenze universitarie di Savigliano, interveniamo sulla cultura, per quanto molti vogliano considerarla ancora un patrimonio solo di una parte politica e non di tutta la comunità piemontese, con ben 5 milioni e 200 mila Euro per sostenere le partecipate in ambito culturale e le convenzioni con gli enti culturali.

Non dimentichiamo la nostra battaglia per l’ambiente, ma quella battaglia pragmatica, non quella che porta qualcuno a mettere a ferro e fuoco la valle di Susa per bloccare un’opera essenziale per lo sviluppo non solo del territorio piemontese, ma per lo sviluppo della nazione intera, per portare con 1.400.000 Euro ad esaurimento le graduatorie del bando caldaie di nuove generazioni.

Anche per l’Assestamento, come già per il Bilancio, si è conciliato sviluppo e attenzione sociale.

La Corte dei Conti ha certificato il miglioramento di tutti gli indicatori confermando che il Piemonte è sulla strada giusta. Questo importante atto politico rappresenta un ulteriore significativo passo per consolidare non solo la correttezza formale della gestione, ma anche una chiara, finalmente ritrovata, solidità finanziaria, elemento fondamentale per dare credibilità politica alla Regione.

Siamo certi che i piemontesi sapranno comprendere e respingere i tentativi della sinistra di mistificare la realtà al puro scopo di raccattare qualche consenso che non sa più come prendere”.

Lo afferma in una nota il gruppo consiliare di Fratelli dItalia – Regione Piemonte

Regione, la maggioranza vota la manovra Irpef

È stata votata a maggioranza la manovra sull’Irpef, che prevede per i periodi di imposta 2026 e 2027 l’applicazione di una maggiorazione all’aliquota dell’addizionale regionale dello 0,55 per cento per i redditi oltre i 15 mila e fino 28 mila euro, e dello 0,56 per cento per i redditi oltre i 28 mila e fino a 50 mila euro. 

Dal periodo di imposta 2026 saranno inoltre applicate detrazioni di 100 euro per i contribuenti con più di due figli a carico, per ciascun figlio, e di 500 euro per i contribuenti con figli a carico portatori di handicap, sempre per ciascun figlio. Dal 2028 l’aliquota dell’addizionale regionale sarà rimodulata con il passaggio da quattro a tre scaglioni di reddito.
Ma l’approvazione sarà definitiva con la votazione finale, ormai in dirittura d’arrivo, del Disegno di legge “Assestamento al bilancio di previsione finanziario 2025 – 2027”. Nella seduta di oggi sono stati votati quasi tutti i 1367 emendamenti presentati e lunedì l’Aula dovrebbe chiudere l’esame del provvedimento, esaminando poi i 32 atti di indirizzo collegati.

L’Aula ha inoltre approvato: un emendamento a firma Marina Bordese (Fdi) in materia di contributi ai comuni per l’adeguamento degli strumenti urbanistici alle scelte della pianificazione regionale; due emendamenti presentati da Nadia Conticelli (Pd) che prevedono l’istituzione di un fondo per favorire l’indipendenza economica delle donne vittime di violenza, con l’obiettivo di integrare la dotazione statale del reddito di libertà, garantendo la copertura delle domande ammissibili ma non soddisfatte per esaurimento delle risorse nazionali. Infine, l’emendamento a firma Domenico Rossi (Pd) in materia di cave che rivede gli oneri per i diritti di escavazione a decorrere dal 1° gennaio 2026. Gli oneri saranno poi aggiornati ogni due anni sulla base dell’indice Istat.

Nel corso della mattina si è svolta la discussione generale sul provvedimento, con gli interventi dei relatori, Debora Biglia (Fi) per la maggioranza, Sarah Disabato (M5s), Fabio Isnardi (Pd) e Alice Ravinale (Avs) per l’opposizione.
Sull’Irpef, i consiglieri di maggioranza hanno rimarcato la necessità di introdurre l’aumento per evitare la diminuzione dei successivi trasferimenti da parte dello Stato, mentre i consiglieri di opposizione hanno obiettato che creerà disagi in particolare ai cittadini del ceto medio, soprattutto dipendenti e pensionati con redditi da 15 a 28 mila euro. Hanno sostenuto che sarebbe stato meglio reperire i fondi necessari recuperando le tasse non pagate, per esempio quelle sul bollo auto.
In base al contingentamento dei tempi di discussione sono intervenuti i consiglieri di opposizione: Gianna PenteneroDomenico RavettiDomenico RossiDaniele ValleAlberto AvettaMonica CanalisNadia ConticelliMauro SalizzoniLaura PompeoEmanuela Verzella (Pd), Alice RavinaleGiulia MarroValentina Cera, (Avs), Sarah Disabato (M5s). I consiglieri di maggioranza: Fabrizio RiccaMarco ProtopapaGianna Gancia (Lega), Silvio Magliano (Lista Cirio), Roberto Ravello (Fdi).

Ufficio stampa CRP

Laura e Carlo Bravi (PdF): “Quattro bambini privati del diritto ad avere un padre”

«A Torino quattro bambini sono stati privati del diritto ad avere un padre  esclama Laura Ramilli Bravi, del Popolo della Famiglia[PdF] di Torino – lo scorso 29 luglio 2025, quando per la prima volta nella nostra città per tali quattro bimbi è stata riconosciuta all’anagrafe anche la madre “intenzionale”, oltre a quella naturale. Per lo Stato quindi tali bambini hanno ora due “genitori” dello stesso sesso. Ma essi NON hanno ottenuto gli stessi diritti degli altri bambini (come avrebbe invece affermato il sindaco Lo Russo), in quanto è stato sancito legalmente che non hanno diritto ad avere un padre! Quindi è stato tolto loro un diritto fondamentale e fondante di ogni persona: quello di avere una madre ed un padre, come nella verità della natura realmente accade, con grave distorsione della realtà ontologica della vita umana, che viene così trasmessa alle nuove generazioni alterata e contraffatta».

«Come Popolo della Famiglia  chiarisce Laura Ramilli Bravi  uniti ai tanti che vedono in questo uno svilimento della dignità della persona, ci dichiariamo contrari a tale riconoscimento, che tra il resto contribuisce ad incoraggiare, per le coppie omosessuali, il ricorso alla pratica dell’utero in affitto, disumana mercificazione sia del corpo della donna nel suo ruolo di madre, sia della stessa vita umana».

«Siamo contrari a tale riconoscimento anche perché – soggiunge Carlo Bravi, referente del Popolo della Famiglia di Torino – esso viene percepito come tappa in un percorso di disarticolazione e quindi di distruzione della Famiglia naturale, come ha chiaramente dichiarato anche lo stesso Sindaco Lo Russo, secondo il quale “prossimo passo dovrà essere quello del vedere riconosciuto il matrimonio egualitario”».

«Il Popolo della Famiglia – conclude Bravi – continua ad impegnarsi ad ogni livello per difendere la Verità sull’Uomo e sulla Famiglia, cellula fondamentale della società e scrigno fecondo di vita; la quale Famiglia non è in alcun modo equiparabile ad aggregazioni socialipur rilevanti quali possono essere, tra le altre, le Unioni Civili, per le quali è falso ed inopportuno ogni accostamento anche rituale al Matrimonio».

«Cari Cecilia, Elia, Lorenzo e Rebecca: perdonateci per avervi negato la possibilità di avere un padre!»

Torino 02 agosto 2025

Carlo Bravi
 e Laura Ramilli Bravi

Pompeo (Pd): “Regione monitori situazione”

 “Prima le voci di una possibile cessione, totale o parziale, di Iveco Group e il 30 luglio scorso l’ufficializzazione dell’accordo che vede il passaggio del gruppo a Tata Motors per 3,8 miliardi di euro e la cessione della divisione Iveco Defence a Leonardo per 1,7 miliardi, hanno generato forte preoccupazione tra i lavoratori e le loro famiglie. Per questo motivo ho interrogato l’Assessore regionale al Lavoro per chiedere che cosa intenda fare per avere informazioni dettagliate, tempestive e trasparenti da Iveco Group e dal gruppo Exor sul futuro dei dipendenti” dichiara la Consigliera regionale del Partito Democratico Laura Pompeo.

“Iveco è un patrimonio industriale e occupazionale di grande valore per il Piemonte e per l’intero Paese, con stabilimenti strategici a Torino e San Mauro che impiegano circa 6.000 addetti, oltre a un indotto stimato tra 1.500 e 2.000 lavoratori. È fondamentale che tutti i passaggi di questa operazione vengano condotti nel massimo rispetto della trasparenza, coinvolgendo le istituzioni e le rappresentanze sindacali. Infatti, nonostante le rassicurazioni contenute nella nota congiunta Tata-Iveco – che garantisce il mantenimento della sede a Torino e l’assenza di tagli al personale – le reazioni dei sindacati sono state molto critiche. Fiom-Cgil ha parlato di “smantellamento industriale”, mentre Fim-Cisl ha definito l’operazione “di natura finanziaria” e non strategica. La Regione Piemonte deve attivarsi immediatamente per ottenere informazioni chiare e dettagliate dai vertici di Iveco Group e di Exor, e farsi promotrice di un dialogo aperto e continuo con le parti sociali. Solo così si potranno evitare decisioni che compromettano il futuro industriale e occupazionale del nostro territorio” prosegue la Consigliera Laura Pompeo.

“Nella sua risposta l’Assessore al Lavoro ha affermato che, in merito alla cessione di Iveco la Giunta ribadisce che la Giunta “sta lavorando per difendere l’eccellenza industriale” e che accoglie “con attenzione la nota congiunta Tata-Iveco che garantisce la tutela degli impianti, la tutela dei posti di lavoro e il mantenimento della sede a Torino”. Viene aggiunto, inoltre, che si vigilerà “con fermezza affinchè ogni impegno venga rispettato”. Auspico da parte della Giunta un monitoraggio costante della situazione e un intervento rapido e puntuale qualora le aspettative vengano disattese. Da parte mia continuerò a confrontarmi con organizzazioni sindacali e lavoratori e a battermi per la salvaguardia dei posti di lavoro, la tutela delle competenze acquisite e la valorizzazione del know-how tecnico e ingegneristico, priorità irrinunciabili” conclude Laura Pompeo.

Il trasformismo dei populisti

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

Diciamocelo con franchezza. Il trasformismo dei populisti sta diventando sempre più simpatico e
divertente. Certo, non c’entra nulla con la politica, con la cultura politica e men che meno, con
qualsivoglia cultura di governo. Perchè attiene rigorosamente ai disvalori più profondi della
politica. Ovvero, il trasformismo, l’opportunismo e a tutto ciò che è riconducibile solo e soltanto
alla logica del potere più spietato. Sono considerazioni, queste, che emergono in modo quasi
naturale dopo avere appreso l’assoluzione da parte del tribunale morale dei 5 stelle del candidato
dello schieramento di sinistra Ricci a Presidente della Regione Marche.
Ora, al di là e al di fuori delle vicende che attengono al candidato della coalizione della sinistra
marchigiana – un fatto che riguarda esclusivamente Ricci – quello che merita di essere rilevato ed
approfondito sotto il versante politico sono le motivazioni che spingono il partito populista per
eccellenza, i 5 stelle appunto, a fare queste valutazioni di merito sulle singole questioni giudiziarie
che attengono le persone che si devono candidare nei vari livelli istituzionali. E l’assoluzione
preventiva del capo dei 5 stelle è destinata a fare scuola, come si suol dire, perchè si applicano
risposte diverse ed alternative a seconda delle convenienze del partito, dei candidati e della
situazione concreta che si prospetta di volta in volta. Certo, è un ginepraio dove è difficile
districarsi per un normale e disinteressato osservatore politico. Ma la regola di fondo, ricorrendo
ad un antico adagio, si potrebbe riassumere così: è il trasformismo bellezza. E cioè, quello che
vale per te non può valere per l’altro. E quello che vale per l’altro non può valere per te. Contano,
cioè, le convenienze, le situazioni, i candidati e il contesto. I principi? I valori? I solenni
pronunciamenti? Le dichiarazioni di fede? I proclami pubblici? Le invettive violente e dissacranti
nei confronti dei nemici? Ma quando mai. Sono tutte stupidaggini utili per i gonzi ma che poi
vanno utilizzate a seconda dei casi, a seconda delle opportunità e delle concrete utilità di partito.
Ora, e al di là del caso marchigiano, questo fatto evidenzia e per l’ennesima volta – per chi non
l’avesse ancora compreso – che il vero rischio per la qualità della nostra democrazia, per la
credibilità delle nostre istituzioni democratiche e per la stessa efficacia della nostra azione di
governo risiede, ieri come oggi, in una sola prassi: il populismo. Perchè è proprio nel populismo
che si racchiudono i rischi mortali per la nostra democrazia repubblicana: e cioè, il trasformismo,
l’opportunismo, il giustizialismo e l’incoerenza come fatto sistematico e strutturale. Ovvero, i
disvalori più profondi e più nefasti che attraversano una società democratica. Ed è per queste
ragioni che chi stringe alleanze con i partiti populisti accetta, di fatto, quella visione e, soprattutto,
quei disvalori. Al di là delle chiacchiere e della propaganda ridicola e grottesca sul “ritorno della
dittatura, sulle torsioni illiberali e sulla compressione delle libertà democratiche e costituzionali”. Il
populismo è l’antitesi della democrazia. Lo era ieri e lo è oggi. Chi lo sposa semplicemente lo
condivide. Punto.