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Giachino: “Parte zoppo il programma della Lista civica di Lo Russo” 

Caro Direttore, 
Lo Russo , che è più intelligente di quanto lo valutino molti, avendo capito che i risultati insufficienti dei primi 42 mesi della sua Amministrazione lo mettono a rischio, da alcuni mesi sta pensando di più a vincere di nuovo le prossime elezioni che a risolvere i problemi di Torino. Consapevole di non esser riuscito a  rilanciare Torino ,che da 25 anni ha una crescita economica inferiore non solo alle altre Città ma anche alla media nazionale, il Sindaco ha messo su un team di esperti per preparare un nuovo programma a conferma che la squadra che aveva vinto nel 2021 malgrado l’appoggio del direttore de la Stampa , che l’aveva definito il più preparato , ha fallito il suo compito. La sinistra che governa Torino dal 1993 , che ha presentato 3 piani decennali che non sono riusciti a rilanciare  mai la Citta’,  non ha mai presentato il Bilancio consuntivo come fanno normalmente  i bravi manager privati. Così non si è accorta del Declino. Eppure bastava guardare come feci io i dati del PIL del 2006 l’anno delle Olimpiadi per accorgersi che la Città cresceva meno della media nazionale e che Turismo e cultura non bastavano per darle una nuova prospettiva.  Ma la sinistra a partire da Castellani , sbagliando, aveva già deciso di non puntare più sulla industria e la Città da allora cresce molto poco. Per trovare trent’anni di bassa crescita come questi bisogna andare all’800. Ma le giunte di sinistra oltre a non dire nulla sulla vendita della FIAT alla Peugeot, hanno fatto di peggio puntando solo sul Centro della Città dimenticando e abbandonando la periferia a partire da Barriera di Milano, difesa solo da qualcuno di noi del Centro Destra e da due grandi Parroci della Madonna della Pace poi spostati  chissà perché, a S.Mauro. Lo Russo ha fatto però un grave errore appoggiando in Europa la scellerata decisione che puntando tutto sull’auto elettrica ha affossato l’industria dell’auto europea ora sta cercando i fondi arabi per rilanciare il Palazzo del Lavoro che gli ultimi sindaci vergognosamente hanno lasciato andare in rovina. In questi anni abbiamo rischiato di perdere la TAV, l’opera di gran lunga più importante che ci rimetterà nel mercato europeo del futuro , per fortuna che io con la collaborazione delle madamin abbiamo avuto il coraggio di organizzare quella grande manifestazione di piazza Castello che convinse Salvini a votare contro la Mozione NOTAV dei cinque stelle.  Ora il Sindaco punta tutto su una squadra nuova per studiare il futuro di Torino senza chiedere scusa di aver sbagliato programma e squadra come vediamo dal disastro dei trasporti, dal grande ritardo a risolvere piazza Baldissera , dal grave ritardo a costruire la linea 2 della Metropolitana, dai gravi problemi della sicurezza e dall’aumento impressionante di gente che dorme sotto i portici. Leggo gli strilli dei partitini di centro esclusi dalla nuova lista ma in questi 42 mesi chi li ha sentiti sui problemi di Torino? L’intervista domenicale a La Stampa del prof.Garibaldi sul programma di lavoro del nuovo gruppo che studierà cosa possono dare Università e Terziario, forse pensando ai commercianti che sono stati i più penalizzati dalla bassa crescita economica della Città, dimostra che si parte col piede sbagliato.  La priorità oggi per Torino è quella di difendere l’industria che tra l’altro genera il terziario più avanzato,  il settore automotive e in particolare l’indotto che a causa del taglio degli ordini e’ in grave difficoltà.  La politica torinese che non si era accorta che nell’ultima finanziaria di Draghi non c’era una lira per il settore dovrebbe chiedere a Roma e alle Banche non i posti inutili nelle Fondazioni ma un Fondo di garanzia al credito alle aziende dell’indotto . Si ripete l’errore di Castellani che invece di difendere la FIAT quando era possibile negli anni 90, punto’ tutto sul turismo che non riesce a sostituire l’apporto che ci dava l’industria. Ecco perché Torino dopo trent’anni di declino deve cambiare squadra in Comune. Questa volta però i torinesi, a partire dalle periferie , dovranno andare tutti a votare e votare politici competenti e combattivi. Una battuta scherzosa. Garibaldi fu importantissimo per unire l’Italia ma dietro di lui c’era Cavour, il grande statista-stratega , colui che vide in anticipo le scelte infrastrutturali e produttive da fare ma Lo Russo, non me ne voglia, di Cavour non ha proprio le sembianze.
Mino Giachino
SITAV SILAVORO

Eurodeputati a Torino per occupazione e politiche educative

Una delegazione di deputati del Parlamento europeo, membri della commissione Occupazione e affari sociali, ha  concluso una serie di incontri presso la Fondazione europea per la formazione (ETF) e Piazza dei Mestieri sui temi dell’impiego, dell’istruzione e della competitività.

Il gruppo, composto da Dennis Radtke (PPE, Germania), Letizia Moratti (PPE, IT), Vivien Costanzo (S&D, DE), Pierfrancesco Maran (S&D, IT) e Benedetta Scuderi (Verdi/ALE, IT), ha incontrato martedì 15 aprile la direttrice dell’ETF, Pilvi Torsti, e la sua squadra per discutere i servizi principali dell’agenzia e le sue attività nei diversi Paesi partner, dall’Ucraina ai Balcani, dal Mediterraneo all’Asia Centrale.

Mercoledì 16 aprile, la delegazione ha visitato la fondazione Piazza dei Mestieri. Guidati dal Presidente Dario Odifreddi, gli eurodeputati hanno incontrato autorità locali, docenti e studenti, e partecipato a un dibattito sulle politiche educative e sociali. Nel corso della mattinata sono intervenuti: la sottosegretaria alla Presidenza della Regione Piemonte Claudia Porchietto, l’assessore per le politiche sociali del Comune di Torino Jacopo Rosatelli, il rettore del Politecnico di Torino Stefano Paolo Corgnati, la vicerettrice Maria Chiara Zanetti, il presidente della fondazione Compagnia di San Paolo Marco Gilli e la presidente della fondazione Cassa di risparmio di Torino Anna Maria Poggi.

Al termine della missione, Dennis Radtke, che ha guidato la delegazione, ha commentato: “La formazione e il lavoro sono elementi chiave per la vita delle persone e insieme la costruzione democratica, soprattutto in questa delicata fase storica. In queste giornate presso ETF e Piazza dei Mestieri a Torino, abbiamo potuto approfondire i bisogni dei cittadini della porta accanto e sono bisogni a cui l’Europa deve rispondere, come la penuria di manodopera, il mismatch del mercato del lavoro, il miglioramento della competitività. Argomenti su cui il Parlamento europeo lavorerà con attenzione in questa legislatura.”

Ucraina, Ruffino: “Italia e Ue non saino spettatori della resa”

È di tutta evidenza, tranne a chi non vuol vedere o sentire, che le proposte americane, giustamente rifiutate da Volodymyr Zelensky, prevedono la resa incondizionata dell’Ucraina all’aggressione del dittatore russo. Non esiste un piano di pace americano, dal momento che Donald Trump è il semplice portavoce delle richieste di Putin che prevedono la rinuncia ucraina a ogni sovranità sulla Crimea e la cessione delle quattro province occupate dall’esercito russo.
Trump e Putin agiscono sull’Ucraina esattamente come, nel 1939, Ribbentrop e Molotov agirono nei confronti della Polonia, dividendo il Paese. La presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri si presentino urgentemente in Parlamento per illustrare la posizione del governo nell’ambito dell’Unione europea e quindi la linea che l’Italia intende sostenere in riferimento alla proposta dell’amministrazione Trump. Nessuno può desiderare che un giorno venga rimproverato alla nostra generazione di essere rimasta vilmente spettatrice quando la democrazia veniva umiliata a Kiev.
Così l’on. Daniela Ruffino di Azione.

Italia Lib – Pop: “Lo Russo sia sindaco e non giustifichi Askatasuna”

“In occasione dei soliti, immancabili, disordini creati dalle frange estreme della sinistra, dagli anarco-insurrezionalisti e dai Centri Sociali, leggere la dichiarazione del Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, che derubrica quanto avvenuto a Torino il 24 ed il 25 Aprile, a semplici ‘episodi spiacevoli’, lascia interdetti, trattandosi, invece, di aggressione a manifestanti pacifici ed europeisti, attacco alle Forze dell’Ordine, occupazione del palco e assedio ad una sede di un partito politico parlamentare. Forse, il leader della Giunta che ha dichiarato Askatasuna ‘bene comune’, è in uno stato confusionale ed invece di ritenersi Sindaco della Città, ritiene di essere Sindaco dei Centri Sociali”, così Claudio DesiròSegretario di Italia Liberale e Popolare, commenta le parole di Stefano Lo Russo, riguardo gli scontri in occasione della Festa della Liberazione.
“Davanti ad una due giorni di celebrazioni che viene ancora una volta violentata e derubata del valore intrinseco della giornata, a maggior ragione nell’80 anniversario della Liberazione stessa, le parole del Sindaco lasciano intravedere quelle stesse connivenze e complicità con i sedicenti antagonisti, ormai già sottolineate da tempo, non solo in occasione dell’impropria regalia di un edificio pubblico ai propri occupanti, dediti agli scontri”, aggiunge Desirò.
“Manifestazioni e manifestanti che parlano indebitamente di libertà e democrazia, che sfociano per l’ennesima volta in atti di violenza politica e violenza urbana, che meriterebbero parole di ferma condanna da parte di chi ricopre il ruolo più alto dell’amministrazione locale. Forse, per non infastidire troppo alleati e sostenitori, il Primo Cittadino ha ritenuto opportuno il derubricare quanto avvenuto ad eventi ‘spiacevoli e circoscritti’“, continua Desirò.
“Viene da chiedersi fino a che punto il centrosinistra che si ammanta di dichiarazioni democratiche ricche di valori e diritti vorrà proseguire questa strada contigua e parallela con i sobillatori delle piazze e fino a che punto un’Amministrazione Comunale che dovrebbe rappresentare tutti i cittadini avrà il coraggio di spingersi al fine unico di tutelare i delinquenti violenti”, conclude Desirò.
Italia Liberale e Popolare

Centro, necessario nella Chiesa come nella politica

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

Facciamo subito una premessa d’obbligo per non ingenerare equivoci e fraintendimenti vari. Non
esiste affatto una correlazione tra un Centro – meglio definirlo come un ipotetico ed ancora
indefinito Centro – nella politica italiana e un centro di governo nella Chiesa cattolica. Ma questo
tema, piaccia o non piaccia, ha iniziato a far breccia in questi giorni su molti organi di
informazione del nostro paese, per non dire su tutti, parlando dell’eredità di Papa Francesco. E, di
conseguenza, della individuazione della nuova guida spirituale della Chiesa cattolica a livello
mondiale. Certo, parliamo prevalentemente di quello che comunemente viene definito come
“fantapapa” ma che, tuttavia, interessa non solo i cattolici ed i credenti di tutto il mondo ma
anche, e soprattutto, i credenti e i non credenti del nostro paese.
Ora, se è vero com’è vero che in Italia, anche in una fase caratterizzata da una forte
polarizzazione ideologica e radicalizzazione della lotta politica, si continua a sostenere – e
giustamente – che si può e si deve governare “dal centro e al centro”, comincia a farsi largo,
almeno stando alle più diverse interpretazioni, che anche nella individuazione del successore di
Francesco è sempre più necessaria una figura che sappia rappresentare le diverse e molteplici
anime presenti oggi nella Chiesa cattolica universale e che, probabilmente, si può tranquillamente
definire come una figura “che si colloca al centro” nel panorama composito e articolato della
Chiesa stessa. Centro, in questo caso, che non coincide affatto con le categorie politiche a noi
consuete ma che, semmai, individua nel futuro Pontefice una guida che sia in grado di farsi carico
di tutte le diverse sensibilità che compongono l’arcipelago cattolico mondiale. Una complessità
che, come tutti ben sappiamo e non solo i cattolici e i credenti, richiede una figura apicale
fortemente carismatica e, al contempo, in grado di rappresentare le varie anime nella concreta
declinazione del messaggio evangelico e nella predicazione teologica e pastorale.
Certo, le dinamiche che precedono l’elezione di un Papa non sono minimamente paragonabili
rispetto a quelle che vengono scelte per la guida politica di un partito o di una coalizione. Ma è
pur vero che, seppur in assenza dello Spirito Santo per quanto riguarda le concrete scelte della
politica, ci sono delle modalità organizzative che non appaiono poi così distanti. Mi riferisco,
almeno sotto il profilo del metodo, al dibattito, al confronto e agli accordi che necessariamente
precedono l’elezione del Pontefice e alle dinamiche concrete che sono sotto gli occhi di tutto il
mondo e di cui ci deliziano propio le cronache giornalistiche quotidiane.
Ecco perchè, tanto nella politica quanto nella Chiesa cattolica, le categorie che appaiono così
desuete, antiche o addirittura fuori moda, a volte ritornano protagoniste e di grande attualità. E,
nel caso specifico, la ricchezza, la mission e il ruolo specifico che possono rivestire il centro o la
politica di centro o una figura di centro nella capacità di sciogliere nodi che apparentemente
appaiono insolubili. Ieri come oggi e come sempre.

Villa Genero, Scanderebech (Fi): “Solo una vetrina mediatica”

Duro affondo della Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale, Federica SCANDEREBECH, contro l’Amministrazione comunale, dopo l’inaugurazione dei lavori di riqualificazione di Villa Genero. La Capogruppo ha presentato un’interpellanza per chiedere conto dello stato reale del parco, definendo l’intervento appena concluso “una vetrina mediatica che nasconde un quadro di degrado tutt’altro che risolto”.

 “Mi sono recata personalmente a Villa Genero e ciò che ho trovato è sconfortante. Oltre l’area appena sistemata, il parco resta in condizioni gravemente compromesse. Cestini divelti, tronchi d’albero abbandonati, pavimentazioni sconnesse, panchine imbrattate, statue danneggiate e tombini otturati. L’inaugurazione è sembrata più una passerella politica che un vero atto di riqualificazione”.

Prosegue SCANDEREBECH (FI): “Non basta ricostruire un muro per parlare di riqualificazione. Villa Genero è un luogo di straordinaria bellezza, con terrazze che offrono viste mozzafiato sulla città, ma viene trattata come una periferia dimenticata. Anche l’area verde è lasciata all’incuria, con erba alta e materiali abbandonati. E poi c’è il caso emblematico del tempietto, ancora murato e pericolante, lasciato in stato di abbandono nonostante il suo valore storico e simbolico”.

 “Già nel 2021 avevo sollevato il tema con un’interpellanza analoga sollecitando interventi di sicurezza e decoro. Sono passati tre anni e i problemi sono esattamente gli stessi. Paradossalmente, l’attuale Assessore – che all’epoca sedeva tra i banchi dell’opposizione durante il mandato Appendino –  aveva presentato proprio su questo tema un atto per sollecitare interventi straordinari e urgenti (mecc. 0099/2021)”.

SCANDEREBECH (FI) conclude con un appello all’Amministrazione “Villa Genero dovrebbe essere inserita nei circuiti turistici ufficiali della città e all’interno dei tour “le terrazze panoramiche“, come già accade in tutti i più famosi capoluoghi europei, rispetto ai quali la nostra città non è certo da meno. È uno dei luoghi più affascinanti di Torino, eppure viene lasciato ai margini, senza una visione, senza una strategia, senza un piano strutturato di valorizzazione. Non servono spot, servono interventi seri e duraturi. Villa Genero ha un potenziale enorme, ma servono risorse, manutenzione programmata e un progetto serio per restituire dignità a questo spazio pubblico.”

Azione: “Limitare la libertà di espressione è in contrasto con la democrazia”

“Giovedì  sera a Torino i nostri militanti di Azione e degli altri partiti liberali, tra cui Drin Drin e Più Europa, Italia Viva, il Partito Liberal-democratico insieme all’associazione Radicale Aglietta, sono stati tenuti fuori dalle celebrazioni del 25 aprile con la forza, rei di aver sventolato con orgoglio la bandiera europea e quella ucraina, simboli di libertà e democrazia per ogni popolo.
Alcuni facinorosi dei centri sociali e dello staff della manifestazione hanno spintonato e aggredito i nostri militanti, che hanno dovuto rinunciare a sfilare per la tradizionale fiaccolata del 24 aprile.
Il partito di Azione in Piemonte auspica che l’amministrazione comunale prenda immediatamente le distanze da quanto si è consumato ieri sera: limitare la libertà di espressione e di manifestazione è in totale contrasto con i principi base della partecipazione democratica per la quale hanno pagato con la vita migliaia di civili e le armate partigiane. Coloro i quali calpestano i principi costituzionali di partecipazione si collocano fuori dal contesto democratico”.
Lo dichiarano la deputata e Segretaria regionale Daniela Ruffino, con il Presidente regionale Giovanni Barosini, il Responsabile regionale Under 30 Stefano Giuliano, la Presidentessa provinciale Rachele Sacco assieme alla Segretaria provinciale Torino città metropolitana Cristina Peddis e tutti i Segretari delle province del Piemonte
“Quanto accaduto è grave, soprattutto se avviene in un appuntamento così importante che dovrebbe unire, anziché dividere, per la difesa dei valori della democrazia e della libertà. Azione continuerà a ribadire il proprio sostegno all’Ucraina, portando avanti con decisione gli ideali di giusta pace rappresentati dalla nostra Europa. Esprimiamo, inoltre, piena solidarietà a chi pacificamente è sceso in piazza, ringraziando le forze dell’ordine che sono intervenute a difesa dei nostri ragazzi – concludono”.

Nallo (Iv): “No al fascismo degli antifascisti”

IERI ALLA FIACCOLATA DELLA VIGILIA DEL 25 APRILE LA CONSIGLIERA, CHE ASPETTA UN BIMBO, SI È DOVUTA ALLONTANARE PER TIMORE DEI VIOLENTI

“Sono una cittadina antifascista, una consigliera regionale, ma sono anche una mamma. E ieri non ho potuto partecipare al corteo del 25 aprile come avrei voluto per colpa di un gruppo di violenti – spiega la consigliera regionale di Italia Viva Vittoria Nallo in un video su Instagram – Ho dovuto allontanarmi per proteggere me stessa e il mio bambino. Un gruppo del cordone di sicurezza ha impedito la partecipazione alla nostra delegazione. Sapete per quale colpa? Per quella di aver portato le bandiere dell’Europa e dell’Ucraina. Un popolo in lotta per la libertà.Il 25 aprile dovrebbe essere la festa di tutti. Donne, uomini, bambini, giovani di chi ama la libertà. Eppure a Torino questo ieri non è stato possibile.Per quanto ancora si continuerà a tollerare e giustificare la violenza di pochi che sporcano la festa di tutti, questo, come diceva Pasolini, è il fascismo degli antifascisti”.

25 Aprile, Fdi: “Assedio alla nostra sede”

IN BARRIERA. MONTARULI (FDI): GRAVISSIMO ASSALTO PER INTIMORIRE LE PERSONE PRESENTI ALL’INTERNO.

“Gravissimo quanto sta accadendo alla sede di Fratelli d’Italia a Torino, sita a Barriera, assediata all’esterno da estremisti di sinistra con cartelli inneggianti “ai fascisti fuori dai quartieri” e che ha costretto chi era all’interno a barricarsi per evitare di essere travolto dalle violenze – a dichiararlo è la vicecapogruppo di Fdi alla Camera Augusta Montaruli, che prosegue -. E’ l’ennesima dimostrazione che aveva ragione il Governo ad invitare alla sobrietà in questa giornata, ben consapevole che ormai le manifestazioni organizzate dalla sinistra si accompagnano ad eccessi e provocazioni. In particolare, preoccupa Torino dove siamo in presenza di una deriva che non conosce sosta e che non risparmia nessuno, nemmeno le Forze dell’Ordine come confermano le violenze di stanotte. E’ già grave l’assalto ad una sede di partito ma è inqualificabile che ciò avvenga nella consapevolezza di persone all’interno con l’unico intento di intimorirle. Mi auguro che arrivi una pronta e decisa censura da parte di tutte le forze politiche, in particolare dalla sinistra che troppo spesso si è caratterizzata per i propri ambigui silenzi anche a fronte della rivendicazione dei facinorosi che si sono permessi di esaltare il gesto affermando esplicitamente come questo episodio sia una “sanzione” verso Fdi. Ciò aggiunge alla gravità inquietudine ma chi si è reso responsabile non sa che quel luogo non solo rimarrà aperto e vivo ogni giorno ma ci motiva ulteriormente a non lasciare la città in mano a simili soggetti che troppo spesso attirano la simpatia della sinistra che amministra, per ora, Torino.

GRUPPO FDI CIRCOSCRIZIONE 7: SCONTRI DEL 24/04 e 25/04 SIANO MONITO PER L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
Ci troviamo come consiglieri di Fratelli d’Italia  Circoscrizione 7 a dover ribadire per l’ennesima volta la nostra solidarietà alle forze dell’ordine per i fatti accaduti durante la manifestazione del 24/04 e a condannare l’aggressione alla nostra sede di Barriera di Milano del 25/04. La presenza sempre costante dei collettivi si è scagliata, utilizzando come palco la manifestazione del 25 aprile, per colpire il Sindaco della Città di Torino e una sede del primo partito al Governo della Nazione in un momento in cui si richiedeva sobrietà per il lutto nazionale al seguito della improvvisa scomparsa del Santo Padre. La presenza dei collettivi di sinistra non si è sconfessata, noi lo diciamo sempre, e ieri il loro atteggiamento prepotente e facinoroso si è scagliato contro le forze progressiste e democratiche che spesso durante le discussioni e le votazioni istituzionali sembrano tendere la mano a questi soggetti. Oggi invece si sono scagliati contro la sede di Fratelli d’Italia di Barriera di Milano, sede sempre aperta che rappresenta il primo partito nazionale, democraticamente eletto dal popolo italiano. Questa è la dimostrazione che non c’è mediazione possibile con chi non accetta il diritto di tribuna, queste manifestazioni devono essere un monito di ciò che si rischia continuando per esempio la strada del patto di collaborazione con Askatasuna.
Oltre ad esprimere la solidarietà a chi si è dovuto rifugiare nella nostra sede di Barriera di Milano, esprimiamo solidarietà anche per i gruppi a cui è stato impedito di partecipare e di poter esprimere i propri concetti sul palco, chiediamo all’amministrazione comunale ed in particolare al Sindaco Lo Russo di fermare ogni dialogo con questi soggetti ed impedirne la partecipazione alle future manifestazioni a chi anziché manifestare con le parole agisce con atti violenti. La manifestazione annuale del 25 aprile rischia di radicalizzarsi e di perdere così ogni significato di commemorativo e storico. Così commentano i fatti di ieri sera e di oggi i consiglieri della Circoscrizione 7 Alessi, Giovannini e Caria.