Cirio, Pentenero Disabato, e ora la sinistra radicale piemontese presenta una propria lista Piemonte Popolare con candidata presidente Francesca Frediani, consigliera regionale ex pentastellta. La quarta candidatura a presidente in Piemonte oltre alle tre citate sara sostenuta da una coalizione composta da Potere al Popolo, Rifondazione Comunista, Sinistra Anticapitalista, ManifestA e una di indipendenti della società civile. La candidatura sarà ufficiale quando verranno raccolte le firme necessarie per la presentazione.
“Ieri sera (alla fiaccolata il 24 aprile, ndr) abbiamo assistito sgomenti a quanto avvenuto al consueto corteo della Liberazione a Torino, dove allo spezzone di esponenti radicali, ucraini, dei dissidenti iraniani e di diversi esponenti liberal democratici che si riconoscono nella lista Stati Uniti d’Europa gli è stata di fatto impedita la partecipazione al corteo al grido di “Fuori la Nato dal corteo”. Peccato perché non c’è stata nessuna bandiera dell’alleanza atlantica ma bandiere ucraine, della dissidenza iraniana al regime, dell’Unione Europea e della Brigata Ebraica”, così in una nota la Lista Stati Uniti d’Europa in Piemonte che correrà alle elezioni regionali del 8 e 9 giugno con Gianna Pentenero. Concludono: “a Gianna Pentenero ci rivolgiamo per chiederle di prendere le distanze da chi in Regione Piemonte porta solo violenza e squadrismo ad ogni manifestazione. La Resistenza appartiene a tutti e deve essere consentito a tutti di commemorare i morti di ieri e anche quelli di oggi dall’Asse delle autocrazie che minaccia la società liberale”.
L’aggressione perpetrata da alcuni militanti propal al grido di ‘fuori la Nato dal corteo nei confronti di attivisti dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta di Torino, colpevoli di aver marciato con le bandiere ucraine, rappresenta perfettamente gli atteggiamenti fascistoidi di chi non riconosce l’importanza non solo di ricordare chi ha lottato contro i regimi di ieri, ma anche di continuare a combattere contro i totalitarismi di oggi. Anche a Roma parteciperemo ai cortei con le bandiere ucraine ed europee, nella speranza che nel frattempo l’ANPI abbia condannato senza tentennamenti azioni che nulla hanno a che fare con il giorno della Liberazione e che, anzi, ci riportano a tempi molto bui.
Lo dichiarano in una nota Matteo Hallissey, Filippo Blengino e Patrizia De Grazia, Segretario, Tesoriere e Presidente di Radicali Italiani.
De Gasperi, il 25 aprile e i tabù ideologici
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Attorno alla Festa del 25 aprile nel corso degli anni sono nate molte narrazioni. Il recente
convegno organizzato da Tempi Nuovi a Roma sul magistero politico di Alcide De Gasperi in
merito alla costruzione della Europa e al valore dell’europeismo, ha evidenziato alcuni di questi
singolari aspetti. Ma forse vale la pena richiamare l’attenzione su alcuni tasselli che nel corso degli
anni si sono sedimentati e curiosamente consolidati.
Innanzitutto il 25 aprile è diventata la Festa della sinistra nelle due diverse e molteplici espressioni.
Una sorta di primogenitura e una auto investitura escludente che ha trasformato una delle date
fondanti e storiche della nostra democrazia in una giornata profondamente divisiva. E anche
quest’anno, come da copione, si è puntualmente verificata questa vulgata. Il “caso Scurati” non è
nient’altro che la ciliegina sulla torta che cambia ogni anno i protagonisti ma non modifica affatto
la sostanza.
In secondo luogo, e specularmente, per molti settori della destra italiana la data del 25 aprile è
certamente importante ma non affatto decisiva e, men che meno, unitiva. Anche su questo
versante si tratta di una prassi che si è venuta progressivamente affermando al punto che proprio
sul 25 aprile – la Festa più rappresentativa per il profilo e la natura della nostra democrazia
repubblicana – si registra una sorta di deriva degli “opposti estremismi” che resta uno degli
elementi più nefasti del nostro sistema politico.
In terzo luogo si registrano alcune singolari ed anacronistiche rimozioni. Tra queste ve n’è una di
straordinaria gravità che non possiamo banalmente archiviare. E cioè, la Festa del 25 aprile è nata
con Alcide de Gasperi. Il leader democristiano è stato un sincero, vero ed autentico antifascista
ma il suo straordinario ed unico magistero politico con riferimento proprio all’antifascismo è stato
semplicemente rimosso dal “politicamente corretto” nonchè del tutto dimenticato. Un elemento,
questo, che rientra nei misteri della politica Italia e, soprattutto, della cultura politica democratica
e antifascista del nostro paese.
In ultimo, ma non per ordine di importanza, non possiamo continuare a parlare dell’unità del
paese quando persiste una virulenta divisione attorno al significato, alla pregnanza e alla natura
della Festa della Liberazione. Non è lontanamente immaginabile sanare antiche e vecchie divisioni
politiche, culturali e storiche quando permane una frattura quasi verticale sulla natura del 25
aprile.
Ecco perchè, forse – e proprio cogliendo l’occasione della Festa della Liberazione del 2024 – è
giunto anche il momento affinchè la cultura politica della sinistra e la cultura politica della destra
prendano atto che senza un superamento definitivo dei rispettivi tic ideologici difficilmente si
arriverà ad una vera e credibile condivisione sulle fondamenta civili ed ideali della nostra
repubblica. E la Festa del 25 aprile è proprio una di quelle date attorno alle quali, adesso, non si
può più tergiversare. Nè per pigrizia culturale, nè per rigidità ideologica e nè, tantomeno, per
arroganza politica.
Giorgio Merlo
Siamo stati “la meglio gioventù”
Siamo stati “la meglio gioventù”. Non eravamo i migliori, ci tentavamo, questo sì. Con tutti i nostri difetti, ci mancherebbe altro.
Avevamo, sicuramente quelle certezze giovanili che molte volte si trasformavano in arroganza. Un nostro pregio era l’antifascismo. Pregio del resto condiviso dalla stragrande maggioranza degli italiani, visto che la nostra costituzione è basata sull’antifascismo. Non mi riferisco solo alla sinistra. Anzi, c’erano provincie come Cuneo che votando in massa Dc erano profondamente e radicalmente antifasciste. Forte la resistenza partigiana nelle Langhe. Ma le cose cambiano non essendo immutabili. Oggi abbiamo Fratelli d’Italia primo partito. Partito che affonda le sue radici , anche nell’allora Msi. Da Giorgio Almirante a Gianfranco Fini hanno professato e praticato idee fasciste, o se volete neofasciste. Poco è valso il congresso di Fiuggi dove la trasformazione in Alleanza Nazionale non ha evitato il perdurare di politici di destra che si autodefiniscono (o almeno non negano di esserli) orgogliosamente ispirati a quelle idee. Magari non lo dicono pubblicamente ma a casa continuano a tenersi il Busto di Mussolini. Insomma il fascismo non è morto sopravvivendo come un fiume carsico. Oramai sono più di trenta anni che avvicinandosi al 25 Aprile ci sono quotidiane polemiche sul suo valore.
Eppure anche questo governo ha giurato sulla nostra costituzione antifascista. Ma si sa che Parigi val bene una messa ed il potere legittima qualche incoerenza … per loro “marginale”. Capita anche nelle migliori famiglie. Del resto l’essere antifascista sembra che non paghi elettoralmente. Il centro destra vince e la Sardegna è stata una parentesi. Ovviamente il Pd è e continua ad essere in forte difficoltà. Lo spostamento a sinistra voluto dalla Schlein per ora è al palo. E sempre per ora il rapporto con Conte e i pentastellati è fallimentare. Il tutto “condito” con la costante diminuzione del numero dei votanti. Ora è la maggioranza che non vota. Non bisogna essere dei geni per arguire che chi non ha più fiducia, per la sua maggioranza ha votato in passato a sinistra.
Tanti i fattori di sfiducia anche determinata dalla non fiducia verso la classe dirigente delle opposizioni. Inoltre qualche problema alla democrazia lo determina. Purtroppo la parola magica è distanza tra il popolo e la politica e lo Stato. Come dargli torto.
Ma ora bando alle tristezze e alle polemiche un buon 25 Aprile a tutti, anche a chi si professa fascista. La libertà riconquistata è anche per loro.
In Parlamento si trovarono Vittorio Foa ebreo ed antifascista con Giorgio Pisano’ della repubblica sociale e senatore del Msi.
Foa disse: caro Pisano’ sai quale è la diversità tra noi? Quando avete vinto voi io ho passato la mia gioventù in galera. Quando abbiamo vinto noi tu sei potuto diventare un senatore della Repubblica. Dunque buon 25 Aprile a tutti.
PATRIZIO TOSETTO
(Foto Film Commission Torino Piemonte)
“Con la cabina di regia regionale che si è svolta ieri abbiamo dato un ulteriore impulso a proseguire il percorso già tracciato dalla lista Stati Uniti d’Europa in vista delle prossime elezioni in Piemonte”. E’ quanto emerso dall’incontro di ieri tra la presidente regionale di Italia Viva Sen. Silvia Fregolent, il Coordinatore Regionale di Più Europa Flavio Martino, Cristina Peddis per Libdem ( Liberali e Democratici Europei) e Roberto Goghero per il Partito Socialista Italiano. La lista Stati Uniti d’Europa per il Piemonte appoggia la candidata Presidente Gianna Pentenero e la sua coalizione di Centro-Sinistra nelle prossime consultazioni dell’8 e 9 giugno.
Il “caso Agenda” e le ombre sui dem
L’ANALISI
Leggi l’articolo di Angelo Vitale su “L’identità”:
POLITICA
Leggi l’articolo di Giuseppe Ariola su “L’identità”:
Presentata la lista Avs Piemonte per Pentenero
Ieri e’ stata presentata ufficialmente la lista di AVS Piemonte a sostegno di Gianna Pentenero.
“Una squadra fatta di uomini e donne ricchi di passione, entusiasmo e competenze. Ingredienti necessari per portare avanti le istanze che ci vengono richieste dai cittadini e dalle cittadine per un Piemonte più giusto, produttivo, verde e solidale”, commentano i promotori. In lista Tricarico e Ravinale.
Pino Iannò segretario provinciale di Noi Moderati
Sarà Pino Iannò Consigliere comunale a guidare la segreteria provinciale di Noi Moderati, il partito a livello nazionale di Maurizio Lupi.
La presentazione ufficiale è avvenuta ieri pomeriggio in occasione della presentazione dei candidati alle Regionali.
Sono intervenuti il responsabile organizzativo nazionale, l’onorevole Alessandro Colucci e il segretario regionale Massimo Berutti.
“E’ stato fatto un grande lavoro, anche se il partito è piccolo – ha sottolineato Iannò. Ci siamo dati un’organizzazione e deciso di dividere in tre aree la segreteria nord, centro e sud e strutturare in dipartimenti con gruppi di lavoro. Bisogna credere nel progetto politico, che si può configurare come una roulette”
Commenta Berutti “Per le elezioni Europee ci siamo federati con Forza Italia e siamo sotto il cappello del PPE. Il lavoro dei vertici nazionali è certificato dai risultati ottenuti in Molise, Sardegna, Abruzzo e in Basilicata”
Alessandro Colucci ha evidenziato il valore politico di Iannò e Berutti “Puntiamo alla qualità e competenza. Siamo a livello nazionale uno dei quattro soggetti che sostiene l’attuale Governo Meloni e la struttura capillare si gioca con la credibilità. Punteremo al sostegno al lavoro, alla centralità della persona, alla sostenibilità e alla formazione”