Ho letto di un fiato le 111 pagine de “I socialisti e l’Italia. Conversazione con Giuseppe La Ganga, a cura di Salvatore Vullo”. Edizioni Rubettino.
Grazie alla amichevole solerzia di Salvatore Vullo ho ricevuto, appena disponibile “la Conversazione” che ho citato e che, ripeto, ho letto di un fiato; di un fiato perché non si può fare diversamente.
La lettura ti cattura, ti prende.
La Ganga, con Vullo, fa fatto una cavalcata, sul filo della memoria, sulla storia del PSI e sulla sua esperienza politica torinese e nazionale.
Avremo tempo ed occasioni per riflettere su quanto scritto, ma l’impatto, anche emotivo, nel ripercorrere gli anni nostri è forte; l’evocazione di episodi, nomi di tanti compagni con i quali si è percorso un lungo tratto di vita, è una evocazione che non lascia indifferenti.
Certo nel ricordare l’errore è possibile ed uno riguarda. Parlando del congresso socialista torinese degli anni ’60 si legge che “nel nuovo comitato direttivo provinciale, ci fu l’ingresso, per la corrente di sinistra, di Nerio Nesi, Giuseppe Muraro, Maria Magnani Noya e Filippo Fiandrotti.
Non è così i nomi furono Nesi, Muraro, Magnani Noya e Libertino Scicolone ( e NON Fiandrotti).
Com’è noto, ai pochi che ci conoscono, io e Filippo siamo stati sodali per “una vita” e, se ci fossa ancora, si sentirebbe un usurpatore nel leggere la sostituzione
Certo la per la Storia questa erronea sostituzione non significa nulla, ma per la piccola storia di ognuno di noi cambia molto ….. anche le formiche, nel loro piccolo, hanno diritto all’unicuique suum.
Certamente Curatore ed Editore provvederanno all’Errata Corrige, ma ho voluto segnalarlo perché scripta manent.
Non mi resta che ringraziare Giusi e Salvatore per il lavoro e fatto e a tutti la lettura.
Libertino Scicolone
Al paragrafo z dell’articolo 1 si legge che ”le attività dei centri di benessere, dei centri culturali, dei centri sociali ( assimilare i centri culturali con i centri di benessere appare decisamente fuorviante !) sono consentite a condizione che le Regioni abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività alla situazione epidemiologica nei propri territori e che individuino i protocolli e le linee guida applicabili, idonei a prevenire o il ridurre il contagio. Questo comma significa aver delegato alle Regioni le attività culturali del territorio, mentre per tante altre attività il Governo ha dettato comportamenti precisi, come, ad esempio, i commensali a cena fissati in 30 partecipanti. Non si comprende perché attività che riguardano la cultura siano assimilati a realtà che nulla hanno a vedere con essa.
“Ho presentato un Question Time in Consiglio Regionale del Piemonte per chiedere alla Giunta di fare chiarezza.