Anche la senatrice Casolati ha preso un bonus
Questa volta è un altro bonus, quello della Regione Piemonte . Ma pur sempre di bonus (da 1500 euro) si tratta.
Lo ha incassato, ma poi restituito, la senatrice e pasionaria torinese della Lega, Marzia Casolati, titolare di una gioielleria a Porta Palazzo.
I vertici del Carroccio hanno già annunciato che sarà sospesa dal partito.
Intanto il suo nome si aggiunge alla lista dei furbetti – politici di destra e sinistra – che hanno tentato di beneficiare degli aiuti per le aziende in difficoltà per il Covid.
Non c’è il due senza tre. Anche quest anno si sale a Villadossola. Festa alla Lucciola di antica memoria comunista. Tutto in barba al coronavirus. Ridimensionata, solo due giorni, ma è già una scommessa, e sembra vinta. Verbano Cusio Ossola zona di frontiera e di forti contrasti politici.
Ora la fa da padrona la Lega anche se, sembra che una certa trasmissione verso
Fratelli d’Italia ci sia. Alice De Ambrogi (segretaria Provinciale PD locale) accoglie Anna
Rossomando per l’immancabile dibattito. Poco più in là, il Patron è Pippo Calandra . Un
po’ tutto. Presidente della Fondazione Ds locale e Presidente dell’Associazione la Lucciola. Il
ricavato andrà nelle esigue casse del PD del posto. Conosciuto più di trent’anni fa. Presidente della
coop Edificatrice Tre lacerata da divisioni interne. I soci bisticciavano alla grande.
Ovviamente un questione di soldi. Lui piano piano, con la grande arte della mediazione salvò la
coop. Operaio, sindacalista e comunista indefesso.
Alla festa le bandiere tricolore del PD mischiate con le falci e martello del partito comunista. Comunisti
per sempre. Anche qui quel che rimane della classe operaia vota lega.
Nel dibattito Anna Rossomando indomita ripete: ce la stiamo mettendo tutta senza
risparmiarci. Dura, molto dura e non solo perché governiamo con i pentastellati. Siamo un paese
restio al cambiamento. Basta pensare al Consiglio Superiore della Magistratura.
Giusto per non parlare sempre solo di politici. E poi …. dobbiamo realizzare delle politiche
industriali . Da trent’anni che lo sento, magari è la volta buona. A volte la disperazione fa fare
i miracoli. A volte… indubbiamente. Poi al referendum si vota no se non si fa la riforma elettorale.
Fatti due conti la maggioranza di quelli del PD voteranno no. Anzi, preciserei che quasi tutti quelli
del PD voteranno no. Dopo il dibattito tutti gli atti di rito. Anna Rossomando circondata da chi
vuole capire che cosa succederà a Torino come a Roma. Foto di gruppo e immancabile cena a
base di costine. La vicepresidente del Senato sempre disponibile. Due “spettri” si aggirano per
la Festa. Il caso di Diego Sarno consigliere (autosospeso) del PD.
Pupillo di Don Ciotti e del Procuratore Giancarlo Caselli. Sull’etica che deve avere un politico
non gli hanno spiegato tutto. E, secondo spettro, l’accordo con i cinquestelle che più che un accordo sembra
decisamente un inciucio. Ora il segretario Furia si inventa che il candidato del centro sinistra
deve dialogare con i pentastellati. Il doroteismo avanza (ammesso e non concesso che i grillini
sappiano cos’è stato il doroteismo).
Tra autosospensione ed accordi contro natura continuo a vedere un PD febbricitante. Magari non
piu i 40 gradi di un anno fa. Ma il 38 e mezzo ci sta. Con questo ultimo capolavoro di Diego Sarno.
Tranne lui e il pentastellato sono tutti leghisti.
Personalmente avrei perso la pazienza già da
mo’. Ma non sono fatto per la politica, almeno per questi politici. Anna è soprattutto una cara
amica. Gli chiedo: tu laureata a pieni voti, avvocato, come riesci ad interloquire con chi mette
Beirut in Libia? Sorride e stancamente risponde: è mio dovere fin tanto che faccio politica. Lo
stesso senso del dovere che porta tanti volontari ancora nel girare costine e far friggere il pesce.
Da Alice De Ambrogi il grido di dolore: il territorio non conta più niente. E se il PD non torna sul
territorio è politicamente finito.
Chi ha l’ambizione di cambiare il mondo lo deve conoscere non attraverso il web, ma andandoci.
Cosa che ha fatto Anna Rossomando, il 14 Agosto, cosa non da poco. Ma mi sa, oramai,
che sono mosche bianche. Prossimo appuntamento il 20 e 21 settembre. I cinquestelle
spariranno. Vediamo se il pd li seguirà a ruota.
Patrizio Tosetto
“Nonostante il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali abbia precisato in una nota che anche nel dl agosto resta attiva la possibilità per le aziende di richiedere l’anticipo del 40% della cassa integrazione all’Inps, resta il fatto che i soldi continuano ad arrivare ai lavoratori in grave ritardo.
Per molte famiglie la cassa integrazione rappresenta l’unica entrata. Mi aspetto che il governo e il ministro Catalfo in particolare prendano immediatamente una posizione chiara a tutela dei lavoratori. Non è possibile continuare a nascondere e a difendere le gravi mancanze dell’Inps solo per difendere il suo presidente, voluto ai vertici dell’ente dal Movimento 5 Stelle.
Non si può essere dalla parte di chi si è dimostrato ampiamente incapace di garantire la cassa integrazione invece che da quella dei tanti lavoratori che con quell’assegno vivono e sfamano le proprie famiglie. Io sto dalla parte dei lavoratori, vedremo quanti al governo si schiereranno nuovamente dalla parte di Tridico”. Così, in una nota, la deputata di Forza Italia Daniela Ruffino.
Pulizia e mense scolastiche, urge sostegno economico
“La Regione Piemonte garantisca un bonus a questi lavoratori: gli esempi di Liguria e Lazio dimostrano che si può fare”
Liguria (che utilizzerà le risorse del Fondo Sociale Europeo) e Lazio si sono già mosse: ritengo urgente che anche la Regione Piemonte si attivi affinché sia erogato un bonus ai lavoratori dei servizi scolastici di ristorazione e pulizia. Un sostegno al reddito di questa categoria professionale è necessario e non ulteriormente rinviabile: in molti sono in cassa integrazione dal 25 febbraio e la politica ha una responsabilità nei loro confronti. Le addette di questo settore garantiscono lo svolgimento di un servizio necessario e utile per la formazione di bambini e ragazzi e rappresentano una categoria particolarmente colpita dalla crisi legata all’emergenza da COVID-19, non potendo contare a differenza di altri, per esempio, su alcuna fonte di reddito per tutti i mesi estivi. Alla ripresa dell’attività del Consiglio Regionale dopo la pausa estiva riprenderò la mia battaglia sul tema.
Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino
Da quasi un anno sono intervenuto più volte in Consiglio comunale per denunciare le polemiche, tanto più stucchevoli quanto più feroci, fra Pd e M5s. Ammonivo entrambi a evitare una contrapposizione ideologica che poteva produrre, e in effetti ha prodotto, danni notevoli a Torino. Per tutta risposta dal Pd sono venute polemiche sterili nei miei confronti, al punto di accusarmi di fare da stampella ai Cinquestelle … chissà, forse era una malcelata gelosia da parte di chi stava già coltivando dietro le quinte la prospettiva di un matrimonio politico.
E la svolta dei Cinquestelle è una bella scossa al Pd, a Roma come a Torino. Non si trovano testimoni per celebrare le nozze politiche più annunciate degli ultimi anni. Pd e M5s sono a dir poco lacerati al loro interno, e la ricerca di un candidato sindaco è quanti meno affannosa. Proprio questa evoluzione del quadro politico, mi spinge a rilanciare il mio appello a coloro che non condividono quest’alleanza per dar vita a una coalizione di moderati attorno a una figura civica capace di interpretare le istanze e dare risposte alle attese della società torinese ansiosa di riprendere la via dello sviluppo e della crescita.
Osvaldo Napoli, capogruppo Forza Italia Comune di Torino
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / L’alleanza tra Pd e 5 stelle nella prospettiva delle regionali non deve preoccupare più di tanto perché i candidati governatori proposti sono tutti assimilabili dalla mediocrità, se si esclude Zaia


Grimaldi (Luv): “Parità di genere per le elezioni”
“Altro che modificare il regolamento del Consiglio regionale, l’unica modifica assolutamente necessaria è l’introduzione della parità di genere per le elezioni in Piemonte”.
“Abbiamo depositato una proposta di legge che modifica l’attuale legge elettorale, inserendo nel testo la doppia preferenza di genere, con l’obiettivo di certificare chiaramente che anche nell’accesso alle cariche pubbliche la parità tra uomini e donne deve essere raggiunta attraverso tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione” – dichiara Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione, riprendendo la proposta di legge di Liberi Uguali depositata nel 2018, la cui prima firmataria fu la consigliera regionale Silvana Accossato.
“Dopo le esternazioni del presidente del Consiglio regionale – prosegue Grimaldi –, martedì scorso in Aula abbiamo ricordato che l’introduzione della doppia preferenza e della parità di genere nella legge elettorale del Piemonte è l’unica modifica davvero necessaria al nostro ordinamento regionale”.
“Inoltre – dichiara Marco Grimaldi –, la nostra proposta mira a sanare un primato che non ci fa onore, il Piemonte è infatti l’unica Regione, insieme alla Puglia, nella quale la legge elettorale non preveda ancora la parità di genere, nonostante una legge dello Stato (la n. 165/2004, come modificata dalla legge 15 febbraio 2016, n. 20) lo imponga e il nostro Statuto, all’articolo 13, assicuri ‘uguali condizioni di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive’; il Consiglio – secondo Silvana Accossato – non può continuare a restare sordo alle numerose e pressante sollecitazioni che arrivano dalle associazioni delle donne e dalle elettrici in generale, che non comprendono una posizione assurda che è del tutto fuori dal nostro tempo”.
“Sappiamo per esperienza che la modifica della legge elettorale è un tema complesso e che in passato, in più di un’occasione, a fronte di molte buone intenzioni teoriche nella pratica l’iter ha incontrato molti ostacoli. Con la scusa di una revisione complessiva della legge la semplice modifica e l’introduzione della parità di genere è sempre stata rimandata a data da destinarsi: per questo motivo – concludono Grimaldi e Accossato – chiediamo che il Consiglio a settembre discuta e approvi velocemente la nostra proposta di legge, in modo da fissare un punto di non ritorno: se poi il Consiglio vorrà apportare nuove modifiche all’architettura della legge elettorale piemontese, noi ad esempio auspicheremmo anche il superamento del cd. listino, potrà sempre farlo, prendendosi tutto il tempo necessario. Per raggiungere la parità uomo-donna in Piemonte invece di tempo non ce n’è più”.
Non si è ancora spenta l’eco rimbombante del “no” pronunciato dal PD alle ricandidature di Chiara Appendino, a Torino, e di Virginia Raggi, a Roma.
Allora, che cosa significa il via libera degli iscritti alla fine del limite dei mandati e a tessere alleanze politiche sul piano locale? Viene da pensare che gli iscritti al M5s siano più furbi di Nicola Zingaretti. Anzi, hanno così bene assimilato la capacità manovriera dei vecchi partiti da mettere in contraddizione il PD con se stesso.
Come dovrà regolarsi Zingaretti con il M5s, pronto a trasformarsi da alleato riottoso e scomodo in alleato strategico? Di Maio è pronto a siglare alleanze, e il PD che cosa deve fare a Roma dove Raggi ha già annunciato la sua ricandidatura? E se a Torino Chiara Appendino ci ripensa, e si candida? Il Pd continuerà sempre a dire no oppure deve assumersi la responsabilità di concedere la vittoria al centrodestra?
Sono domande alle quali il PD non può sfuggire. L’alleanza “strategica” con il M5s non potrà che essere asimmetrica, nel senso che uno dei due – Di Maio o Zingaretti – deve perdere la faccia con il proprio elettorato: o Zingaretti accetta di sostenere Raggi, oppure Di Maio accetta un candidato terzo e abbandona al suo destino la sindaca uscente. Per essere alleati, non c’è male: si fanno sgambetti e mettono trappole a ogni angolo.
on. Osvaldo Napoli, del direttivo di Forza Italia alla Camera
Il commento del senatore Pd Mauro Laus alle dichiarazioni della sindaca di Torino
La sindaca Appendino, come già altri suoi compagni di partito prima di lei, si è accorta che per amministrare la cosa pubblica in posizioni apicali ci vuole una buona dose di esperienza.
Sua dichiarazione: “abbiamo fatto esperienza.Tanta, tantissima esperienza” Brava.
Peccato che a Torino il M5s si sia fatto la sua “esperienza” sulla pelle della gente e del tessuto economico locale e benché apprezzi la nuova consapevolezza politica conquistata dalla sindaca mi chiedo come intenda risarcire gli inevitabili danni causati da 5 anni (CINQUE) di improvvisazione.
Saper misurare i propri risultati e le proprie forze è il segno più concreto di una raggiunta esperienza e su questo il ragionamento di Appendino è ancora ben lungi dall’aver acquisito la giusta maturazione. Perció occhio a perseverare nell’errore! E questo vale per tutti i partiti. Se a qualcosa è servita l’esperienza fatta dal governo Cinquestelle torinese è proprio a dirci di evitare gli azzardi.