Il Consiglio regionale è impegnato “ad attivarsi con urgenza presso i ministeri competenti affinché continui l’azione presso le autorità iraniane per chiedere l’immediata revoca della condanna a morte del dottor Djalali e si faccia promotrice di ogni forma di sensibilizzazione e mobilitazione per la scarcerazione del medico e ricercatore.”
Così dispone, proprio nella Giornata internazionale dei diritti umani, l’ordine del giorno 449 “Richiesta di un intervento urgente per il rilascio del ricercatore Ahmadreza Djalali, ingiustamente detenuto in Iran”, sottoscritto da tutti i gruppi, primo firmatario Domenico Rossi (Pd) e approvato all’unanimità dall’Assemblea di Palazzo Lascaris.
Poco prima, una delegazione consiliare – guidata dal presidente Stefano Allasia e composta dai membri dell’Udp, Gianluca Gavazza e Michele Mosca (Lega) e i consiglieri Silvio Magliano (Moderati) e Rossi – aveva incontrato un gruppo di attivisti pro Djalali, con una rappresentanza di Amnesty International e del Partito radicale, che manifestava davanti alla sede del Consiglio regionale .
“Nella giornata mondiale dei diritti umani, il voto unanime dell’assemblea legislativa a questo atto di indirizzo, assume un valore ancora più rilevante. Come già affermato nel mio appello della scorsa settimana, chiedo che venga annullata la pena capitale al ricercatore irano-svedese Ahmadreza Djalali – afferma Allasia – e che si disponga il suo rilascio. Nessuna ragione di Stato giustifica l’uccisione di un uomo, la pena di morte è un atto atroce che viola il diritto alla vita.”
Infatti, il presidente Allasia già la scorsa settimana, aveva pubblicato un appello a favore del ricercatore che aveva operato all’Università del Piemonte Orientale di Novara e che è recluso in isolamento presso la prigione iraniana di Raja’i Shahr a Karaj.

In nessun altro dei Paesi dell’Unione europea si assiste a una simile concentrazione di potere nella figura del presidente del Consiglio. Neppure Orban ha osato mortificare così il Parlamento ungherese. Dall’Europa arriveranno 196 miliardi di euro e nessuna delle istituzioni dello Stato, dal Parlamento alle Regioni e ai Comuni, avrà voce in capitolo per decidere le priorità dei programmi e quindi la destinazione di quelle risorse. Si aggiunga che per la sanità, comparto fra i più bisognosi di interventi su larga scala, si prevede nel PNRR lo stanziamento di appena 9 miliardi quando l’Unione europea aveva calcolato per il settore una cifra intorno ai 36 miliardi da erogare attraverso il Mes pandemico. Le decisioni di Conte, senza una marcia indietro, sono davvero scandalose e configurano un azzoppamento della democrazia parlamentare.