“Ora la Regione prenda la situazione in mano e governi il ritorno alla normalità garantendo piena sicurezza”.
“Sono passati sei mesi da quando le RSA, in piena emergenza Covid, sono state giustamente chiuse senza dare la possibilità agli ospiti e ai pazienti di interagire con i propri affetti più cari se non, più recentemente, attraverso un vetro. Da ieri le linee guida dell’Istituto superiore di sanità dettano le condizioni per la riapertura delle visite in sicurezza pertanto – commenta Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione – ci aspettiamo che la Regione guidi al meglio questo delicato passaggio, contemperando l’esigenza di accelerare un progressivo ritorno alla normalità anche nelle RSA, con le necessità sanitarie e di sicurezza legate alla fragilità degli ospiti di quei luoghi”.
“La scorsa primavera abbiamo criticato aspramente la Giunta Cirio per la mala gestione dell’emergenza Covid nelle RSA, dallo scaricabarile di responsabilità verso le direzioni delle strutture residenziali, fino alle drammatiche settimane in cui, tra DGR in bozza e pubblicate dopo modifiche last minute, le RSA diventavano i focolai più grandi e pericolosi di Covid in Regione – prosegue Grimaldi. Oggi invitiamo la Giunta regionale a usare i propri poteri e le ampie competenze in materia sanitaria per governare questa delicata fase in cui, oltre alla riapertura delle visite per i parenti dei pazienti, c’è il via libera per la ripresa in sicurezza delle attività di gruppo all’interno delle strutture”.
“Sperando di non dover affrontare una nuova ondata di Covid virulenta come la prima, e che non ci sia bisogno di richiudere ermeticamente quei luoghi, è incredibile come, tra un’ondata e l’altra, non si siano trovate le soluzioni per ripristinate un po’ di normalità nelle RSA; ed è altrettanto inaccettabile – prosegue Grimaldi – che non siano ancora trovate soluzioni per gli eventuali pazienti Covid non autosufficienti che se sintomatici non possono stare nelle strutture residenziali ma che, una volta dimessi dagli ospedali, non possono rientrare immediatamente nelle RSA. Le persone anziane e gli individui più fragili che risiedono nelle RSA necessitano di cure, assistenza e soprattutto affetto – conclude Grimaldi – perciò riteniamo assolutamente fondamentale che la Regione faccia tutto ciò che è in suo potere per accelerare i tempi delle riaperture delle strutture verso l’esterno, garantendo agli ospiti di riabbracciare i propri cari”.
Il Prc-Se al presidio davanti al Tribunale di Torino
“libertà per le studentesse e gli studenti antifascisti “
Riceviamo e pubblichiamo / Venerdì una delegazione di Rifondazione Comunista ha partecipato al presidio davanti al Tribunale di Torino in solidarietà degli studenti antifascisti colpiti da misure cautelari. I fatti si riferiscono al 13 febbraio scorso.
“La polizia in assetto antisommossa carica studenti e studentesse accorsi a difendere un convegno al Campus Einaudi – titolo del convegno “fascismo, colonialismo, foibe” – cui partecipano Moni Ovadia e lo storico Stojan Spetic dalla provocazione di fascisti del Fuan inneggianti al ventennio. Dopo la carica 31 giovani antifascisti vengono denunciati, tre di questi vengono arrestati e altri 19 sottoposti a dure misure cautelari. Un vero e proprio capovolgimento della realtà: gli studenti puniti per aver fatto antifascismo, i fascisti lasciati liberi di provocare. Fascisti, sia detto, che godono dell’appoggio di talune forze e istituzioni locali, le stesse che dichiarano “fazioso” e “divisivo” il 25 aprile, che distribuiscono nelle scuole libri di storia (sic!) editi in ambienti vicino alla estrema destra. Fatti incresciosi che non possono e non devono più ripetersi, che vanno impediti con la mobilitazione popolare e antifascista. Intanto come Rifondazione Comunista chiediamo che sia restituita piena libertà a tutte e tutti gli studenti antifascisti “.
Agli Artigianelli l’appello per il “No”
“Tre ragioni per votare No”
E’ questo il titolo di un ‘appello’ per il No in vista del prossimo referendum sul taglio dei
parlamentari che sarà presentato in una Conferenza stampa lunedì 7 settembre alle 11,30
a Torino presso il Collegio Artigianelli, Corso Palestro 14.
Il documento è stato promosso da un gruppo di cattolici democratici e popolari torinesi, e
ha subito trovato adesioni in altri ambiti politico-culturali della Città e della Regione. E’
aperto alla sottoscrizione da parte di tutti coloro che ne condividono il contenuto, in difesa
della nostra Costituzione, della democrazia rappresentativa, della centralità e
autorevolezza del Parlamento.
Alla conferenza stampa saranno presenti alcuni tra i promotori e sottoscrittori del
documento per illustrarne e discutere i contenuti”.
Giampiero Leo
Giorgio Merlo
Alessandro Risso
Scuola, gli “invisibili” addetti mensa
Daniela Ruffino, Deputata di Forza Italia, interviene sulla ripresa della scuola
Con la ripartenza dell’anno scolastico i problemi da risolvere oltre al distanziamento sociale, sono ancora molti a partire dalle incertezze sul servizio di refezione.
Per le famiglie che lavorano, la scuola a tempo pieno è spesso l’unica soluzione per la gestione dei figli ma senza le mense avranno un onere in più, non indifferente. Non è pensabile che tutti abbiano la possibilità di portare sempre il pasto da casa.
Le mense e il momento del pasto, specie per i bambini sono anche socialità e condivisione ma non si sa ancora se il pasto sarà consumato nei locali appositi o al banco. C’è un intero settore e migliaia di lavoratori che attendono risposte, gli operatori delle mense scolastiche lasciati indietro rispetto all’emergenza e senza risposte per quanto riguarda la ripartenza.
“Gli invisibili del Covid”, così sono stati definiti, in molti senza lavoro da febbraio. Cosa è previsto per loro, quale futuro lavorativo, quale sostegno economico da parte del governo? Il dramma degli addetti alla refezione scolastica non ha avuto ancora né risposte né attenzione da parte dell’esecutivo.
Quando a settembre tornava la Politica
Tradizionalmente il mese di settembre, quando la politica era protagonista e non solo un orpello, era ricordato anche per convegni di alcune correnti della Democrazia Cristiana.
“Le correnti di idee”, però, per citare Donat-Cattin che, con una battuta sarcastica, l divideva dalla “correnti di potere”. Certo, quando c’era la Dc, quando c’erano le correnti e, soprattutto, quando c’era la Politica. Perchè la politica oggi risiede al di fuori dei partiti e, purtroppo, in zone sempre più difficili da intercettare e da individuare.
Ma, al di là della memoria e del ricordo che accompagnano ancora la militanza politica
contemporanea di tutti quelli che hanno vissuto altre stagioni e altre esperienze politiche
ed organizzative, non c’è alcun dubbio che ancora oggi quei convegni continuano ad
essere commentati e narrati come momenti di alta politica e di grande confronto
democratico. Convegni che avevano addirittura l’ambizione di dettare l’agenda politica
nazionale. Partendo, appunto dalla singola esperienza di una corrente all’interno della Dc.
Che era il partito di governo per eccellenza ma che, al contempo, era anche e comunque
un soggetto politico articolato e composito. Se penso che la sinistra sociale della Dc di
Forze Nuove, quella guidata da Carlo Donat-Cattin, con appena il 6-7% dei consensi del
partito riusciva ad imporsi all’attenzione del dibattito politico nazionale con i convegni
settembrini di Saint- Vincent, c’è da restare quasi basiti. Ma la ragione di questa specificità
non risiedeva solo nella capacità politica ed organizzativa dei protagonisti del tempo, ma in
due tasselli decisivi e qualificanti. L’uno era la passione della politica e per la politica. Una
vocazione che rendeva quasi nascosta e secondaria lo scontato e naturale interesse per il
potere. Perchè la politica era passione, ma anche militanza, radicamento sociale e
territoriale, rappresentanza territoriale e soprattutto capacità di elaborazione politica,
culturale ed ideale. E l’altro tassello è semplice a descriverlo ma decisivo se si vuole
ambire a dettare l’agenda senza accampare solo ragioni di potere e di organigrammi. E
cioè, la qualità e l’autorevolezza di quella classe dirigente. Una autorevolezza che faceva
di quei politici non solo dei leader ma statisti e uomini di governo. Certo, non trascorrevano
il tempo a discettare su come ridurre gli spazi democratici, su come tagliare la
rappresentanza democratica e parlamentare e, soprattutto, su come declinare il verbo
populista o demagogico o qualunquista nella politica italiana.
Ecco, ho voluto fare qualche sporadico esempio per ricordare come settembre era il mese
della ripresa della politica. Perchè accanto a Saint-Vincent c’erano Lavarone, Sirmione,
Chianciano per ricordare solo i principali appuntamenti della Dc. Appuntamentgi presenti
anche in altri partiti, tranne il Pci perchè all’epoca era dominato dal cosiddetto “centralismo
democratico” e quindi il pubblico confronto interno al partito era bandito alla radice, quasi
per ragioni statutarie.
Ma la ragione essenziale di questo semplice richiamo a settembre per la politica del
passato, e per non sfuggire dai canoni contemporanei, è che non possiamo rassegnarci a
contemplare oggi un decadimento qualitativo progressivo della politica. Una caduta
sempre più squallida, arida ed insignificante. O si ha il coraggio di reagire alla deriva
populista, demagogica e qualunquista interpretata e rappresentata in Italia dall’esperienza
dei 5 stelle oppure la crisi della politica e dei partiti sarà sempre più profonda e senza
ritorno. Altrochè i convegni settembrini delle correnti della Dc….
Giorgio Merlo
Certo che l’Italia è un paese ben strano!
Fino a qualche mese fa eravamo tutti convinti che al Referendum costituzionale per confermare la riduzione dei parlamentari da 945 a 600 eletti il “Sì” avrebbe vinto a mani basse.D’altra parte la riforma era passata attraverso quattro votazioni parlamentari, ben distanziate tra di loro, e tutte le volte era stata approvata a larga maggioranza. Il motivo era semplice: nessuno, almeno tra i partiti maggiori, voleva passare come difensore della cosiddetta Casta.
Così la riforma, inizialmente sostenuto dal Movimento Cinque Stelle, era stata appoggiata da tutti. Persino dal Pd che, nelle prime tre votazioni era all’opposizione, ma votò la quarta perché era al governo.
Poi, però, c’è stata la quarantena, il rinvio al 20 settembre (la data più laica della storia italiana) e la fase due. Resta il fatto che all’improvviso moltissimi esponenti di spicco dei maggiori partiti hanno cominciato ad avere dei dubbi.
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Anche il referendum si trasforma in farsa. È l’Italia, bellezza
Il Pd tra referendum e psicanalisi
Comunque vada il referendum c’è già uno sconfitto: il PD. Zingaretti è nel marasma più totale. Tutti, ma proprio tutti i dem voteranno convintamente No. Vero, qualche eccezione c’è, come Martina o Del Rio. Mosche bianche.
La deputata piemontese del Movimento 5 Stelle Jessica Costanzo si schiera al fianco di chi manifesterà il 4 settembre al Palazzo di Giustizia di Torino contro le misure comminate ai 31 giovani “antifascisti” che il 13 Febbraio 2020 in un’aula del Campus Luigi Einaudi furono denunciati dopo esser stati coinvolti in alcuni scontri da un gruppo di “neofascisti”, mentre cercavano di portare avanti un convegno autorizzato.
“I dati Istat danno un quadro desolante della situazione del Paese. La portata eccezionale della diminuzione del pil conferma più che mai la situazione di emergenza da cui l’Italia non riesce a risollevarsi.
Sarebbe necessario un colpo d’ala da parte di questo governo, da queste percentuali bisognerebbe ripartire costruendo una strategia politica per industria, lavoro e consumi mentre sembra voler perseverare nella sua politica assistenzialista. L’errore più grande dell’esecutivo è quello di non avere la capacità di comprendere che con i bonus senza sostenere adeguatamente la filiera produttiva ed imprenditoriale queste percentuali da incubo non diminuiranno. Se nel Dl Rilancio non saranno previste adeguate risorse per gli investimenti ma soltanto bonus e liquidità a pioggia utili per un consenso immediato, la ripresa rimarrà una chimera.” Lo dichiara in una nota Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia.