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FCA, Grimaldi (LUV): “Garanzia dello Stato? Solo con sede in Italia”

Conte conceda pure le garanzie a Fca, a patto che Torino torni a essere la sede fiscale e legale del gruppo e delle società della famiglia Agnelli.

Se iniziamo a garantire per chi batte bandiera nelle ‘isole del tesoro’ è finita. Ogni anno sei miliardi di euro di tasse italiane volano nei paradisi fiscali della UE” – dichiara Marco Grimaldi, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, commentando il prestito da 6,3 miliardi di euro chiesto a Fca a Intesa San Paolo con garanzia della pubblica Sace e controgaranzia in ultima istanza dello Stato. Lo strumento fa parte del pacchetto Garanzia Italia — inserito dal governo nel decreto Liquidità — ed è a disposizione delle grandi aziende per assorbire eventuali stress finanziari derivanti dall’impatto del Covid.

“Come ho già detto in più occasioni” – prosegue Grimaldi – “credo che le aziende che hanno spostato le sedi fiscali dall’Italia all’estero, in paradisi fiscali o in Paesi europei a fiscalità agevolata, non dovrebbero beneficiare della distribuzione di aiuti governativi e regionali. Se queste imprese vogliono dare una mano potranno fare una cosa molto semplice: fermare il ‘profit shifting’, tornare in Italia e versare l’importo totale delle proprie tasse dovute all’Agenzia delle Entrate. Andrà davvero tutto bene solo se saremo in grado di far funzionare al meglio la nostra sanità pubblica, la nostra scuola pubblica e i tutti i nostri servizi, e questo non può avvenire finché loro restano nei paradisi e la nostra economia all’inferno”.

Una classe politica non sempre all’altezza

Torino sta proprio male. Dopo la febbre altissima subentra la disperazione di chi non vede futuro o quel poco che intravede è un buco nero nero. Disperazione che cogli per strada, tra la gente

Una disperazione che trasuda dai muri e dalle camminate delle persone. Testa bassa e mascherina. I più previdenti anche guanti. Impressionante vedere i camion militari per le strade di Barriera di Milano. Impressionante ma necessario. Ordine pubblico e criminalità a volte sono fuori controllo.

Altra rissa davanti all’Inps di corso Giulio Cesare. Si sono affrontati Rom rumeni ed italiani
e magrebini. Si dice che gli spacciatori albanesi insediati nelle vie limitrofe a piazza Foroni
vogliano cacciare i senegalesi da via Montanaro estendendo il loro controllo. Prima o poi ci
scapperà il morto. Intanto molti esercizi commerciali non riapriranno. Il pastificio all’ingrosso
che non ha più commesse dai ristoranti. I ristoranti che non avranno più i turisti e dovranno
ridurre di un quinto i posti. Poi ci sono le palestre. Se ho capito bene da fine mese possono aprire ma
si devono organizzare. Garantire la distanza, contingentare le entrate, e vietare spogliatoi saune
e piscine. Metà all’incirca della attività. Prima c’erano circa 5000 persone che ci campavano
mediamente sopra. Da impiegati a istruttori. La vedo dura confermare il 50% degli addetti. Poi
c’è l’obbligo delle mascherine. Anche qui la vedo difficile. Come al solito le banche fanno melina
a centro campo per non pagare il dazio. Cassa integrazione erogata a singhiozzo. Ed arriva Fca
che vuole i finanziamenti. Difficile negarglieli. Anche se si sollevano molte critiche. Ma come,
quando c’è da pagare poche tasse andate all’estero e quando c’è da chiedere soldi a fondo
perduto li chiedete in Italia? Considerazione moralmente ineccepibile, poi? Alternative? Non
mi pare proprio. Come la vedo dura sul Tav dove non arrivano più bollettini. Mi sa che si sono spesi
tanti soldi, se ne spenderanno molti altri, l’opera non si terminerà,  gli inquinamenti ci sono stati
e continueranno ad esserci e saranno buttati via 40 anni. Riapre la Cuneo Asti e si accettano
scommesse sul decennio che ne sancirà la fine. Torino sta proprio male. E Torino non ha una
classe dirigente minimamente all’altezza. La sinistra si divide sull’accordo con Appendino per un
nuovo mandato.

La Sganga pentastellata rincara la dose: accordo con il PD se il PD cambia? Non si è
resa conto che stavolta sono loro sul banco degli imputati. Non per quello che hanno fatto, ma
per quello che hanno promesso di fare e non hanno fatto.

L’Appendino e la sua giunta passeranno alla storia della repubblica come i peggiori incompetenti.
Appendino che tre anni fa diceva  ai mercatari che avrebbe abolito la legge Bolkestein, ed ora
l’unico percorso che fa in auto è quello da casa sua al Municipio. Con qualche capatina in piazza
Castello per interviste Rai. Anche per tutto questo mi sembra surreale questa discussione.
Magari un accordo con i pentastellati sarà  possibile se saranno altri i pentastellati. Da Saracco a Lapietra

incompetenza a go-go. E diventa impossibile parlare con chi non ha la minima coscienza
di sé stesso perché non sa che cosa ha fatto o non ha fatto. Ma anche a destra
non sono rose e fiori. Sei mesi fa sarebbe stata un’altra cosa. Avevano il vento in poppa. Ora la
tempesta li sta travolgendo. Cirio quasi sul tetto del mondo e oggi, appunto, nella bufera. Ed eccoli
gli antagonisti che gli mandano minacce. Non ci sono dubbi in proposito. Ci mancavano anche
loro.

In Barriera di Milano vedono negli spacciatori il nuovo soggetto rivoluzionario ed in Vanchiglia
li cacciano perché gli rovinano la piazza attirando la polizia. Quartiere che vai usanze che trovi.
Con, purtroppo, un altra convinzione: la criminalità organizzata non sta a guardare e fa proseliti
e acquisti a saldo. Un futuro nero come la pece. E noi che facciamo? Lottiamo contro la
criminalità in ordine sparso.

La politica e i politici continuano a bisticciare. La giustizia è bloccata.
Forse ci sono i soldi per la sanità ma come spenderli è un altra cosa.
Mamma mia, la vedo proprio dura .
Dovrebbe essere tutto all’opposto.
Contrastare unitariamente la criminalità organizzata. E soprattutto avere una classe politica che
non bisticcia.

So perfettamente che sto parlando del mondo dei sogni. Almeno in Piemonte e nel nostro
Paese. Mi sa che sono altre occasioni mancate. Incredibile no? Tanti soldi sono decenni che non li
vedevamo.

Spenderli è occasione irripetibile.
Ma, magari, sono io che mi sbaglio.
Magari sono io che sono troppo pessimista. Contentissimo di spargermi il capo di cenere se i
risultati saranno diversi. Non credo proprio, ma spero ardentemente di
avere torto.

Patrizio Tosetto

Chiorino attacca il Governo: “Senza lavoro non c’è dignità”

L’assessore regionale al Lavoro stronca i provvedimenti del governo: «Il decreto-legge “Rilancio”, un mostro burocratico, sembra già più pericoloso che utile: i diversi passaggi sui temi del lavoro rendono la vita impossibile alle imprese piemontesi e italiane, anziché semplificargliela. Sarebbe gravissima, per il Piemonte, la scelta di ignorare il comparto dell’automotive».

 

AMMORTIZZATORI SOCIALI.

 

«Sugli ammortizzatori sociali – spiega Chiorino – ho denunciato un’assurda burocrazia nelle procedure che sta portando ad un imperdonabile ritardo nei pagamenti ai lavoratori. Inutile lo scaricabarile a cui stiamo assistendo da parte del governo: le Regioni non hanno competenza in materia di ammortizzatori, tantomeno nel loro pagamento, e queste procedure assurde sono state decise, da un governo che ha imposto più burocrazia inutile di qualsiasi altro governo nella storia d’Italia».

«Ciò che viene ipotizzato ora è una anticipazione del 40%: ma che significa? Paghiamo una scarpa oggi e una più avanti? Significa forse che non ci sono i soldi o che si sta tentando di introdurre ulteriore confusione nelle procedure? – osserva ancora Chiorino,  – i lavoratori non meritano tutto questo. Non ci troviamo di fronte ad una qualsiasi crisi aziendale o di mercato: le aziende sono state chiuse con decreto. Sarebbe stato sufficiente proporre un unico ammortizzatore sociale con causale “Covid 19“, prevedendo l’anticipazione delle somme direttamente dall’Agenzia delle Entrate alle aziende».

 

INFEZIONE DA COVID-19 INFORTUNIO SUL LAVORO.

«Su questo punto – tuona Chiorino – non intendo mollare e riproporrò, nelle sedi opportune, nuovamente la modifica di questa fattispecie da infortunio a malattia. Un analogo emendamento era già stato presentato da alcuni parlamentari piemontesi di destra in occasione della conversione in legge del decreto “Liquidità”, ma il governo non lo ha accolto. Le imprese e tutti i datori di lavoro avranno una responsabilità oggettiva e saranno perseguibili penalmente a fronte di un contagio di un dipendente. Un’aberrazione giuridica ed un accanimento contro le imprese stesse.«E’ inaccettabile – aggiunge Chiorino – anche che in un momento come questo il governo, invece di sostenere gli imprenditori e i commercianti, massacrati dalle chiusure, pensi di mettere in pista migliaia di ispettori del lavoro a caccia di presunte irregolarità. Altro che rilancio: paradossalmente qui l’obiettivo sembra quello di dare il colpo di grazia al sistema Paese e alle nostre imprese».

 

DISOCCUPAZIONE

«Il bilancio dei posti di lavoro persi è già drammatico. In Italia siamo stati i primi a chiudere tutto e ora siamo gli ultimi ad apprestarci a riaprire: per oltre due mesi il mondo economico si è fermato, isolato entro i suoi confini nazionali, mentre all’estero le dinamiche sono state ben diverse. Questo governo tenta di ripulirsi la coscienza stanziando pochi spiccioli sotto forma di un assistenzialismo improduttivo che alle imprese piemontesi serve davvero a poco. Anche perché queste misure non saranno sufficienti neppure a far girare i consumi interni o a tenere buoni, come loro vorrebbero, i piemontesi e, in generale, gli italiani. Senza lavoro non c’è dignità: questo concetto l’ho espresso fin dall’inizio e non mi stancherò mai di ribadirlo».

 

AUTOMOTIVE

«Trovo infine inaccettabile – conclude Chiorino – che, almeno a giudicare dalle bozze a disposizione, il governo abbia pensato a incentivare la mobilità alternativa con il bonus per biciclette e monopattini, dimenticandosi però, a quanto pare, di uno dei settori trainanti del nostro Piemonte come l’automotive, che era già in difficoltà prima e ora rischia davvero il collasso. Mentre in Piemonte stiamo lavorando senza sosta, per far ripartire il comparto, investire in formazione e nuove tecnologie e attirare investimenti, a Roma pensano a far vendere monopattini. Dimenticandosi, forse, che intorno all’automotive gravano migliaia di posti di lavoro che erano già a forte rischio prima del coronavirus e che, se non partirà subito un piano strategico con una visione ben precisa, sono destinati a scomparire, nonostante tutti i nostri sforzi».

Allasia: “Con l’Ansa per la pluralità dell’informazione”

Il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia, interviene a proposito dello sciopero in corso all’agenzia Ansa: 

“Sono vicino ai giornalisti e a tutti coloro che lavorano all’Agenzia Ansa che stanno vivendo ore difficili e combattono per il loro posto di lavoro.
Personalmente sostengo  da sempre la pluralità dell’informazione e l’importanza delle reti locali e dei singoli settori.  I tagli annunciati dall’azienda pregiudicherebbero in maniera gravissima la qualita’ dell’informazione, che in alcuni territori rimarrebbe addirittura scoperta, e penalizzerebbero i lavoratori piu’ deboli, i collaboratori, gia’ privi di molte tutele. La Lega, come sempre, sarà in prima linea per garantire la continuità e la sopravvivenza di tutte le voci”.

+Europa: “Appendino non è il futuro”

Torino merita una nuova e migliore amministrazione, che abbia al centro del suo programma il rilancio di una città già gravemente colpita dalla crisi prima del Covid19 e che oggi vede messa a rischio la qualità della vita e il futuro dei propri cittadini.

L’attuale amministrazione ha evidenziato in questi anni limiti gravi, ha impedito alla città di essere inserita con un ruolo da protagonista all’interno di opportunità importanti, come le Olimpiadi Invernali di Milano e Cortina del 2026, che avrebbero rappresentato un volano per il rinnovamento, come lo furono quelle del 2006. L’attuale amministrazione ha avversato, oltre ogni limite, il proseguimento dei lavori della TAV, invece di cercare di avere un ruolo attivo e positivo, che garantisca a quest’opera strategica le necessarie ricadute sullo sviluppo logistico dell’area contermine e sul flusso dei passeggeri, indispensabile per le attività produttive e il consolidamento della nuova vocazione turistica. L’attuale amministrazione ha dimenticato, più ancora delle precedenti, il ruolo delle periferie, la qualità della vita dei residenti e la loro sicurezza. L’attuale amministrazione è stata del tutto assente e latitante durante la Fase 1 dell’emergenza sanitaria, celandosi dietro le inefficienze della Regione Piemonte e del Governo e mai rappresentando per i cittadini, le associazioni, le organizzazioni sociali un riferimento capace di condizionare scelte utili a migliorare le attività di prevenzione e contenimento. L’attuale amministrazione ha gestito negli anni scorsi con ritardi e confusione i temi relativi alla infrastrutturazione e ai trasporti. L’attuale amministrazione ha completamente abdicato al ruolo fondamentale per lo sviluppo di protagonista dell’Area Metropolitana, che è l’ambito territoriale, economico e sociale sul quale di gioca la partita economica e la competizione con altre realtà più dinamiche e capaci di candidarsi a nuovi ruoli a livello nazionale, europeo ed internazionale. L’attuale amministrazione ambiva a rinnovare la classe dirigente in modo diffuso, ma ha totalmente fallito anche in questo compito, chiudendosi a riccio in logiche di solo apparente ricambio, spesso più simile ad una riverniciatura dell’esistente e promozione di ‘inesperienze’ premiate dall’appartenenza più che dalla competenza. Per noi di +Europa Torino, Azione e Associazione Aglietta deve quindi essere escluso dal campo qualsiasi accordo, diretto o indiretto, con l’attuale amministrazione, il M5S e la sindaca Appendino. Chiunque proporrà una simile prospettiva si scontrerà con il nostro NO, con la nostra volontà di dare vita ad una coalizione che sia veramente in grado di riscrivere un piano di sviluppo della città, un vero progetto di sviluppo economico e sociale, alla cui guida ci sia un candidato (scelto attraverso primarie) veramente capace di rappresentarlo insieme ad una squadra di amministratori capaci, con esperienza politica e professionale, che rappresentino un vero rinnovamento della classe dirigente di questa città.  Ci auguriamo che tutto il PD voglia essere con noi in questo percorso, che altrimenti intraprenderemo e proseguiremo da soli.

Marco Cavaletto, coordinatore +Europa Torino

Claudio Lubatti, consigliere comunale di Torino per Azione

Alberto Nigra, +Europa Piemonte

Patrizia De Grazia, coordinatrice Associazione Radicale Adelaide Aglietta

Davide Dellarole, +Europa Piemonte

Moderati: “Decreto Rilancio, Governo cieco”

L’Esecutivo si conferma incapace di aprire gli occhi sull’importanza di famiglie e Paritarie, per le quali restano le briciole.

Ma quale “Rilancio”. Famiglie e Scuole Paritarie restano ferme al palo, quasi del tutto dimenticate da un Governo che si dimostra ancora una volta incapace di capirne l’importanza e il ruolo. Quasi non rappresentassero – le prime – il primo ambito di welfare del nostro Paese e quasi non fossero – le seconde – fondamentali per tenere in piedi l’intero sistema scolastico nazionale. 

Ci aspettavamo, solo per citare alcune misure, l’assegno straordinario per figlio, il congedo parentale al 75% e politiche coraggiose di conciliazione lavoro-famiglia. Nulla di tutto questo: non ci sarà alcun assegno straordinario, il congedo parentale resta fermo al 50%, carichi familiari e figli a carico restano parametri ignorati.

Anche per le Paritarie restano le briciole: per ora 80 milioni in tutto per Nidi e Scuole per l’Infanzia, nessun intervento specifico per il segmento Elementari-Superiori, nessun segnale per le famiglie che hanno sostenuto il costo delle rette anche in questi mesi di chiusura delle scuole.

Temiamo una moria di Scuole Paritarie, realtà senza le quali l’intero sistema pubblico di istruzione non sarebbe più in grado di reggersi. Ci resta la conferma che questo non è un Paese per famiglie.

On. Giacomo Portas – Leader dei Moderati, Deputato.
Silvio Magliano – Capogruppo Moderati in Sala Rossa e a Palazzo Lascaris

Giorgia Meloni, doppio sex symbol

Successo confermato dai sondaggi elettorali che, pur offuscati dalla preponderanza di notizie sulla pandemia, confermano che il suo movimento veleggia stabilmente intorno al 14% dei consensi, mentre la sua leader è tra le più ammirate e seguite nel panorama politico italiano…

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Giorgia Meloni, doppio sex simbol

Ravetti – Gallo (PD): “Bonus Piemonte: Una soluzione temporanea”

“Solo per alcuni, ma troppi esclusi e troppe differenze”

 

“Il Bonus Piemonte della Giunta Cirio è un provvedimento che contiene troppe criticità e che più che includere esclude! Troppe sono le attività produttive fuori da questo perimetro per le quali, fin da subito, abbiamo chiesto di trovare le risorse, e continuiamo a chiederlo!” affermano il Presidente e il Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Ravetti e Raffaele Gallo.

“Rileviamo, inoltre – affermano gli esponenti dem – che per le categorie incluse sono previsti bonus differenziati, mentre con i nostri emendamenti abbiamo chiesto che il bonus fosse uguale per tutti i soggetti beneficiari, senza differenze! Questo è il primo intervento per economia e sanità della giunta Cirio ed è arrivato con ritardo e con tante, troppe storture! Anche lo stanziamento e la proposta di incentivo economico per gli operatori sanitari è copiato dalla proposta di legge del Pd!”

“La debolezza del “Bonus Piemonte” – concludono Ravetti Gallo – è dimostrata anche dalla reazione di protesta dei commercianti che lamentano la fragilità dell’azione del Governo regionale: riaprire, infatti, non significa ripartire. La Giunta Cirio è in ritardo di almeno due mesi nel fornire risposte che non sono certo quelle contenute nel “Riparti Piemonte””.

Leone (Lega): “Con «Impresa sicura» rimborso spese per i DPI”

La Regione Piemonte promuove il bando  «Impresa sicura» emesso da Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, di proprietà del ministero dell’Economia.

“Un contributo importante per gli imprenditori piemontesi, – sottolinea il Presidente della Terza Commissione di Palazzo Lascaris Claudio Leone – questa iniziativa consente alle aziende di chiedere il rimborso  delle spese sostenute dalle aziende per l’acquisto di dispositivi ed altri strumenti di protezione individuale, finalizzati al contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica. Nelle prossime settimane tutti i settori e i comparti ripartiranno nella nostra Regione e farlo in sicurezza è un dovere a cui ottemperare”.

“Vogliamo aiutare gli operatori economici con ogni strumento possibile – conclude il Consigliere della Lega Salvini Piemonte Claudio Leone – e ricordiamo che  la domanda va presentata entro il 18 maggio in modalità telematica. Le imprese interessate possono inviare la prenotazione del rimborso dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18 attraverso lo sportello informatico dedicato all’indirizzo  /prenotazione.dpi.invitalia.it/ le attività per l’erogazione dei rimborsi saranno avviate subito dopo la conclusione della fase di compilazione e i versamenti arriveranno entro il mese di giugno”.

Classe dirigente, adesso uno scatto di qualità

IL COMMENTO  di Giorgio Merlo / Il capitolo della selezione della classe dirigente continua ad essere uno dei temi irrisolti della politica italiana. Ed è una spia sintomatica della crisi profonda della politica contemporanea e del suo quasi nullo appeal tra la pubblica opinione.

È di questi giorni la riflessione di Alessandra Ghisleri che individua in uno striminzito 4,6% il tasso di fiducia dei cittadini nei confronti dei politici. Altrochè i sondaggi che snocciolano popolarità alle stelle per alcuni uomini di potere. Come si suol dire, sono tutti dati farlocchi e poco attendibili. Quello che conta , come dice giustamente la Ghisleri, è l’inconsistenza e non credibilità della attuale politica italiana riconducibile, prevalentemente, alla mediocrità e alla scarsa qualità della sua classe dirigente. Del resto, quando un partito vince le elezioni politiche e incassa un risultato eclatante all’insegna della distruzione di tutto ciò che trasuda passato e tradizione, che esalta l’improvvisazione, l’inesperienza e la incompetenza della sua classe dirigente, c’è poco da stare allegri. Ma le mode passano, come tutti sanno. E dopo la lotta furiosa contro la casta, contro la politica tradizionale, contro i partiti, contro il Parlamento e la democrazia rappresentativa, resta poco da salvare. Soprattutto quando scoppia una emergenza, una grave emergenza come quella che stiamo attualmente vivendo. E dove sono richiesti proprio quelle qualità e quegli ingredienti che sono stati violentemente respinti e delegittimati per anni. E cioè, competenza, esperienza, rigore professionale e, un pizzico di cultura politica. Ma, al di là di ciò che capita oggi sotto i nostri occhi, è del tutto evidente che la selezione della classe dirigente politica resta un tema sul tappeto. Di fatto irrisolto. Si tratta, in sostanza, di far sì che senza rimpiangere il passato o, peggio ancora, vivere di sola nostalgia, si inverta la rotta. Ovvero, che riemerga come un fiume carsico una classe dirigente che sappia coniugare competenza specifica con capacità politica; cultura politica con rigore morale; professionalità politica con rispetto degli avversari. In sintesi, una rivoluzione quasi copernicana rispetto alle dinamiche della politica contemporanea. Ed è proprio su questo versante che l’area cattolico democratica, cattolico popolare e cattolico sociale può essere nuovamente protagonista nella storia democratica di questo paese. Come lo è stata per molti anni dal secondo dopoguerra in poi. Perchè si tratta, nello specifico, di una classe dirigente che esiste, corre sotto traccia, è dispersa in mille rivoli ma è viva e vitale e contribuisce, su più versanti, a seminare valori, progetti, competenza, dirittura morale e anche e soprattutto cultura politica. Ecco, forse è arrivato il momento per farsi sentire di più. E meglio, senza riproporre le solite litanie che interessano a malapena ai diretti interessati ma investendo su una classe dirigente che mai come oggi è richiesta ed invocata. E, guarda caso, forse più dai nostri avversari e detrattori storici che non dai nostri simpatizzanti e amici di sempre.