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Le quattro donne del primo Consiglio regionale del Piemonte

STORIA

Furono quattro le donne che condivisero la comune esperienza nel primo Consiglio regionale del Piemonte, negli anni “fondativi” che segnarono l’avvio dell’esperienza regionalista della regione subalpina. Due democristiane e due comuniste che seppero, pur nella distinzione dei ruoli e delle fedi politiche, contribuire ai primi passi del nuovo ente nella prima metà degli anni ‘70. La più anziana tra loro fu Albertina Soldano che, all’epoca, aveva cinquant’anni essendo nata a Torino il 19 settembre del 1920. Eletta nella circoscrizione di Cuneo per la Democrazia Cristiana, restò in Consiglio per dieci anni, dal 1970 al 1980, ricoprendo diversi incarichi istituzionali. La Soldano, scomparsa il 6 gennaio del 2020 a 93 anni dopo aver passato gli ultimi anni ospite delle suore missionarie di Villavecchia, fu la prima e unica donna monregalese a ricoprire il prestigioso incarico regionale. Militante nelle file dello scudocrociato fin da giovanissima, venne eletta nel Consiglio comunale di Mondovì e in quello di Frabosa Sottana, località della quale fu sindaca per 14 anni. Nel suo impegno pubblico Albertina Soldano ricevette un sostegno prezioso dalla sorella Rosalba, anche lei professoressa, che dedicò la sua vita all’insegnamento e alla famiglia. A entrambe è stato dedicato un libro, “Le sorelle Soldano”, edito da Araba Fenice. Anna Maria Vietti , anch’essa eletta per la DC nella circoscrizione di Torino, classe 1923 ( era nata il 23 febbraio di quell’anno a Lanzo Torinese) in Consiglio regionale rimase per nove anni, dalla prima alla seconda legislatura che interruppe ai primi di aprile del 1979, dimettendosi e lasciando il posto al collega di partito Domenico Conti per candidarsi alla Camera dei Deputati. Nell’arco temporale della prima legislatura regionale la Vietti, protagonista della Resistenza, ricoprì gli incarichi di assessore supplente nella prima Giunta regionale (Calleri) e di assessore ai Servizi Sociali e ai problemi dell’immigrazione – dal 29 luglio 1971 a fine legislatura nel 1975 – nelle Giunte guidate da Calleri e Oberto Tarena. A Montecitorio, dal 1979 al 1983, è stata segretario della giunta delle Autorizzazioni a procedere e componente della Commissione Permanente Sanità. Dagli esordi con l’Azione Cattolica ai tanti impegni nella sua lunga vita ( fu anche sindaca di Lanzo  e rappresentante del ministro della Pubblica Istruzione, dal 1981 al 1988, nel CdA dell’Università di Torino) Anna Maria Vietti – deceduta il 19 novembre 2016, anch’essa a 93 anni – si dedicò con “rettitudine e passione” come disse l’allora Presidente dell’Assemblea di Palazzo Lascaris Mauro Laus commemorandone la figura. Le sue orme furono seguite dal nipote, Michele Vietti, più volte parlamentare e vice presidente del Csm. Fu consigliera solo per 21 giorni Nella Bar Griffa, dal 9 al 30 marzo del 1972. Nata l’8 giugno 1927 a Bussoleno in Val di Susa e deceduta nel 2003, venne eletta nella lista del PCI della circoscrizione di Torino. In Consiglio era subentrata al biellese Giovanni Furia e lasciò quasi subito il posto a Mario Vecchione. L’altra esponente del Pci, Carmen Pierina Fabbris Dazzi, nata  il 17 settembre del ’29 a Palestro nella Lomellina pavese ( scomparsa a 92 anni l’11 novembre 2021 a Biella) venne eletta nelle liste comuniste in provincia di Vercelli e restò in carica per le prime due legislature. Con la famiglia – i genitori erano immigrati dal Veneto – si trasferì giovanissima nella capitale del riso dove lavorò dal 1945 al 1950 come operaia maglierista alla ditta Faini. Nel 1950 lasciò la fabbrica per impegnarsi prima nella Federazione giovanile comunista di Vercelli  e poi, dopo il trasferimento a Biella, nella Fgci biellese e nell’Unione donne italiane. Dirigente del sindacato tessile della Camera del lavoro dal 1962,prestò sempre grande attenzione ai temi del lavoro e dei diritti, dell’orario di lavoro, tutela della maternità e della parità salariale tra donne e uomini. Nella legislatura costituente  fu Vicepresidente  della IV Commissione permanente (problemi della salute, Sanità, Igiene e Sicurezza sociale) oltre ad interessarsi dei temi del lavoro, ambiente e territorio. Eletta nell’Ufficio di Presidenza come consigliere segretario dal  21 luglio 1975, Carmen Fabbris prese parte attivamente ai lavori di numerose commissioni nel primo periodo di quella che viene ricordata come la stagione della prima “giunta rossa” in Regione. Quattro storie diverse riunite in una, più o meno lunga, esperienza comune che contribuì a far decollare anche il Piemonte che, come le altre Regioni a Statuto ordinario, vedeva la luce con vent’anni di ritardo rispetto alla previsione della Costituzione.

Marco Travaglini

 

Università, Nallo (IV): “occupazioni negano diritto allo studio”

 

“Bloccare l’accesso a un luogo di sapere e conoscenza è una violenza ed è contrario ai principi democratici che l’università rappresenta. È sacrosanto il diritto al dissenso, finché questo non aliena proprio quella libertà che si dichiara di difendere. Diritto allo studio degli studenti e diritti dei docenti e personale universitario non possono essere negati dalle azioni violente di una minoranza”.
Lo dichiara Vittoria Nallo, candidata capolista alle elezioni regionali del Piemonte per la Lista “Stati Uniti d’Europa”, in merito all’occupazione di Palazzo Nuovo
“La richiesta di revocare gli accordi con le istituzioni Israeliane è pericolosa, così – spiega – rischia di indebolire la cooperazione internazionale, che è linfa vitale per l’università e per l’attività di ricerca accademica. La cultura è scambio di conoscenza e non irrigidimento. Per questo è auspicabile che torni il dialogo e vi sia una condanna unanime di ogni forma di violenza e di antisemitismo”, conclude.

Italia Lib – Pop: “A Torino erba alta più di un metro”

“Come ogni anno, anche se con qualche settimana di ritardo, è arrivata la Primavera e con essa quella che ormai da anni è considerata un’emergenza, cioè lo sfalcio dell’erba.

Già, perché nella nostra Città, ciò che dovrebbe essere considerato normale amministrazione nei mesi caldi, cioè la manutenzione del verde pubblico, secondo il centrosinistra locale necessita addirittura di cosiddette “task force” per essere affrontato”, così Claudio DesiròSegretario di Italia Liberale e Popolare, commenta la situazione legata alla gestione ed alla manutenzione del verde pubblico a Torino.

Basta fare un giro per i quartieri di Torino per rendersi conto che, come ogni anno in questo periodo, quelli che dovrebbero essere spazi pubblici verdi, a disposizione dei cittadini, si trasformano in vere e proprie giungle, dove le erbacce superano di molto l’altezza di un metro. Impossibile, in queste condizioni, usufruire del verde, passeggiare o anche solo raggiungere una delle tante panchine ormai sommerse dalla vegetazione selvaggia.

“Una situazione che, ancora una volta, la Giunta Lo Russo definisce “emergenza“, nell’evidente difficoltà di affrontare ciò che è normale in questo periodo dell’anno.

Un’emergenza, o presunta tale, che evidenzia unicamente la reale emergenza della nostra Città, ossia la mancanza di una classe dirigente politica di qualità, in grado di amministrare a dovere il territorio, almeno in quella che dovrebbe essere considerata amministrazione ordinaria e non emergenziale”, conclude Desirò.

Italia Liberale e Popolare

Coordinamento Regionale Piemonte

Piemonte: 5 candidati alla presidenza e 13 liste per le Regionali di giugno

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Sono 13 le liste provinciali per Torino presentate in vista delle prossime elezioni regionali del Piemonte. La Corte  d’appello le ha accettate tutte informando che la valutazione sui cosiddetti listini che accompagnano le candidature alla presidenza della Regione non è ancora stata completata. I candidati a un seggio di consigliere regionale sono in tutto 560

Gli esiti, compreso screening che verrà fatto nelle altre circoscrizioni piemontesi, verranno comunicati lunedì.

I candidati alla presidenza della Regione sono cinque:

il presidente uscente Alberto Cirio (centrodestra),

Gianna Pentenero (centrosinistra),

Sarah  disabato (Movimento 5 stelle),

Alberto Costanzo (Libertà) e

Francesca Frediani (Pieonte Popolare).

Schlein con Pentenero e Lo Russo al Salone del Libro

Visita al Salone del Libro per la segretaria del Pd Elly Schlein (anche) per supportare  la candidata presidente del Piemonte del centrosinistra Gianna Pentenero. Ad accompagnare la segretaria anche il  sindaco Stefano Lo Russo e la vicepresidente dem Chiara Gribaudo. Schlein ha fatto dichiarazioni sui temi di politica interna ed estera e ha detto di tornare sempre con piacere al salone di Torino

Evviva le preferenze. Ovvero, evviva le liste bloccate

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo


Attorno alla selezione della classe dirigente persiste, e giustamente, un dibattito che non può
essere aggirato e, men che meno, strumentalizzato o dimenticato. E questo perchè la qualità,
l’autorevolezza e il prestigio della classe dirigente sono la condizione essenziale e decisiva per
ridare credibilità alla politica, alle istituzioni democratiche e alla stessa efficacia dell’azione di
governo. Certo, tutti sappiamo che senza i grandi partiti politici popolari, democratici e di massa
del passato e le concrete modalità organizzative che li caratterizzavano, la politica si è
progressivamente impoverita. I cartelli elettorali hanno sostituito i partiti e la classe dirigente
democraticamente eletta dal basso è stata soppiantata dalle nomine decise dai capi partiti
dall’alto. Almeno questo è capitato concretamente per il Parlamento italiano. E questo perchè c’è
un sistema elettorale che inibisce al cittadino di eleggere i propri rappresentanti.
E qui, però, arriviamo al cuore della questione. E cioè, detto in termini crudi, ma è ancora
possibile fare campagne elettorali nel nostro paese con lo strumento delle preferenze? Certo,
anche i sassi sanno che una delle regole basilari della democrazia è quella di garantire ai cittadini
di scegliere la classe dirigente politica ed amministrativa. A tutti i livelli istituzionali. Ma, detto
questo, c’è anche il risvolto della medaglia rappresentata dal ricorso alle preferenze. Perchè oggi
quello strumento, autenticamente e plasticamente democratico, si espone ad una miriade di
contraddizioni. E, soprattutto, di rischi per i candidati. E non solo nel Sud del paese dove, come
noto, c’è maggior dimestichezza nel ricorrere al voto di preferenza. Perchè è noto a tutti – parlo
ovviamente di tutti coloro, e sono la stragrande maggioranza, che credono nella trasparenza, nella
correttezza e nel profondo rispetto delle regole esistenti – che fare una campagna elettorale con le
preferenze ti espone ad una serie di rischi che prescindono anche dalla tua coerenza e dalla tua
correttezza. Sono tanti e tali le possibilità di incappare in qualche guaio giudiziario che,
paradossalmente, anche per uno come me che culturalmente crede nella democrazia dei partiti e,
soprattutto, nella selezione della classe dirigente dal basso, comincia a prendere in seria
considerazione il ricorso alle fatidiche “liste bloccate”. Cioè a strumenti elettorali dove non è
richiesta nessuna somma di denaro – anche se la legge prevede un tetto alle spese elettorali -,
dove il consenso è praticamente appaltato alla sola buona immagine del leader politico e dove,
infine, gli eletti sono già decisi di fatto al momento della presentazione delle liste. Liste bloccate
che, com’è altrettanto ovvio, sono la negazione della democrazia perchè quello che conta per
essere eletto è solo la fedeltà al capo partito di turno ma che, al contempo, non espone
chicchessia al rischio di qualche guaio post elezioni.
Ecco perchè, e paradossalmente, stiamo arrivando alla mesta e forse anche triste conclusione
che culturalmente e democraticamente diciamo “evviva le preferenze” e umanamente e forse
anche un po’ cinicamente, diciamo anche ad alta voce “evviva le liste bloccate”.
Giorgio Merlo

Conte a Collegno con Disabato e Appendino

Ieri l’ex premier Giuseppe Conte era al campo volo di Collegno per incontrare i militanti del Movimento 5 Stelle, con la candidata alla presidenza dellaRegione Sarah Disabato, l’ex sindaca Chiara Appendino e i candidati pentastellati  alle regionali. Il leader di M5S ha attaccato il governatore Cirio che vuole, ha detto “una sanità per ricchi” e ha incolpato il Pd di aver scelto di non allearsi quando “ha deciso di presentare la sua candidata” Pentenero. Conte ha ricordato poi l’impegno del movimento per la transizione ecologica e le battaglie per la legalità.  (foto Facebook)