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“Giardinetto di via Giulio di nuovo chiuso ai bambini”

“Disagio e rabbia per gli abitanti del quartiere”

 

Mamme arrabbiate che scrivono mail al Comune,  perché hanno trovato il cancello chiuso, senza ottenere risposta, signore che telefonano ai vigili urbani per un intervento di riapertura del giardinetto, residenti e suore insonni per la musica serale e notturna che si organizzano per vedere le autorizzazioni del Comune, questa la situazione a settembre presso il giardinetto di via Giulio davanti all’Anagrafe Centrale.

 

Il Comune infatti ha concesso per il mese di settembre che un’associazione culturale privata della zona organizzasse eventi musicali e teatrali all’aperto per fruire dei maggiori spazi per il distanziamento per il coronavirus. Non un Punto Verde, allestito a spese della Città, ma uno spazio pubblico concesso provvisoriamente, ma per un intero mese, a privati e con deroga al superamento dei limiti di decibell previsti per questa zona acustica comunale. I giardinetti infatti erano permanentemente chiusi il lunedi e il martedi, avrebbero dovuto essere aperti dal mercoledi dalle 10, ma spesso, racconta una mamma, il cancello, che l’associazione si è impegnata meritoriamente e gratuitamente ad aprire e chiudere tutti i giorni dell’anno,  al mattino era chiuso. Il giardinetto si può idealmente dividere in quattro parti, una alla sinistra del cancello di via Giulio, lasciata interamente libera ma con pochissimi giochi, un’altra in posizione simmetrica a destra del cancello occupata dal bancone della biglietteria e per il tecnico del suono, con alcuni gazebo per la somministrazione serale di birra, panini e carne arrostita. Quindi in questa seconda area i giochi non erano più facilmente fruibili, nemmeno di giorno, perché vi erano installati dei tavolini con spigoli pericolosi per i bimbi e con le sedie appoggiate diagonalmente ai tavoli.In questa zona sono stati allestiti delle specie di tavolate da picnic, fruibili per lo studio agli studenti universitari, a causa della chiusura delle aule di studio e delle biblioteche. La terza zona è quella davanti all’entrata dell’Anagrafe Centrale in via della Consolata, occupata dalle sedie e dal palco, situato a ridosso della via a ca 15 metri da due comunità religiose, le Suore di S. Anna, che gestiscono una scuola paritaria per bambini e le suore salesiane Figlie di Maria Ausiliatrice, che ospitano studentesse universitarie fuori sede nel pensionato “Casa della Giovane”. Infine la quarta zona è l’area verde prospicente c.so Regina Margherita, dove non ci sono giochi né panchine e che non è fruibile mai da nessuno.

 

Queste mamme arrabbiate vanno capite, spiegando un breve antefatto. I giardinetti sono stati chiusi per molti mesi dal 14 maggio 2019 a giugno 2020! per i lavori di risistemazione dei tappeti antitrauma sotto i giochi, ormai ammalorati o in procinto a breve di essere sostituiti e per l’aggiunta di nuovi giochi. Il Comune non ha pensato di lasciare aperta alternativamente la zona destra o sinistra in attesa della fine dei lavori nell’altra, come abitualmente si fa nelle strade a due corsie; inoltre, secondo fonte sicura, nel caso di un nuovo scivolo a due corsie, i calcoli sono stati fatti male, teorici, senza visione preventiva dello stato dei luoghi per la carenza di personale, cioè non tenendo conto della presenza degli alberi, utilizzando delle carte vecchie di decenni. Così la ditta ha dovuto sospendere i lavori, far presente l’inconveniente e riprenderli poco dopo. La lunga chiusura è stata determinata ovviamente anche dal freddo invernale, che sotto i 14° C non consente i lavori edili, poi dalla clausura ordinata dal Governo Conte per tutte le imprese, finché poco prima del principio dell’estate il giardinetto è stato finalmente accessibile.

 

Adesso il nuovo problema: chiusura parziale del giardinetto e disturbo al riposo e alle occupazioni per gli spettacoli che cominciavano alle 22 e terminavano alle 24, da mercoledi a domenica.

Sembra proprio che l’autorizzazione acustica sia stata concessa dal dirigente comunale senza prima effettuare un sopralluogo, senza neanche inviare un fattorino a controllare e non solo senza coinvolgere nella decisione le persone giuridiche, facilmente individuabili. Infatti non ci sono sole le suore di S. Anna e salesiane davanti al palco, ma altre due comunità religiose: i preti del Santuario della Consolata a 50 metri e le suore del Cottolengo a 150 m. La zona inoltre è densamente abitata perché gli uffici presenti nelle vie limitrofe sono davvero pochissimi. Allora perché i residenti devono adeguarsi alle abitudini dei soci privati, gli spettacoli cominciavano alle 22,  e non piuttosto i musicisti alle necessità delle persone che si alzano alle sei?  Perché tutti questi giorni feriali? Non si poteva concedere un’area all’interno di un parco molto grande, sì da rivitalizzarlo e prevenire spaccio e abbandono, come ad es. al Valentino? Perché l’associazione non ha organizzato qualcosa anche per mamme e bimbi?

 

I residenti e i bambini temono che la concessione per il Covid, fatta all’associazione culturale, possa diventare definitiva o perlomeno rinnovarsi la prossima estate e si stanno organizzando per tutelare le proprie ragioni. Riusciranno a far sentire la propria voce con l’aiuto del movimento politico “Il Popolo della Famiglia”, che ha preso a cuore la situazione, o il personale professionale dell’associazione, che fa parte di una rete, da decenni abituato a rapportarsi alle amministrazioni comunali anteriori all’attuale agonizzante, la spunterà un’altra volta?

 

   Marcello Protto (Il Popolo della Famiglia-Torino)

Costanzo (M5S) interviene sulla “plastificazione” della stazione Chivasso-Asti

La proposta di plastificazione della stazione ferroviaria Chivasso-Asti, da utilizzare temporaneamente come pista ciclabile, è stata avanzata dall’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi insieme ad alcuni sindaci della collina chivassese negli ultimi giorni.

Sul tema verrà sottoposto un ordine del giorno ai consigli comunali coinvolti dalla proposta e si è aperto un dibattito che al momento vede contrario il sindaco di Chivasso e favorevoli altri sindaci della collina. 
Sull’idea è intervenuta la deputata Jessica Costanzo (M5S).
“La ferrovia Chivasso-Asti è in preda al degrado, la sua sede e i binari sono invasi da erbacce e arbusti. Una soluzione va trovata, questo è innegabile – afferma Costanzo – ma non sono convinta che sia opportuno far stendere un manto di plastica sui cinquanta chilometri di binario da Chivasso ad Asti. Credo che invece si dovrebbe ragionare su altre soluzioni: penso ad esempio alla possibilità di far curare la pulizia e la manutenzione del verde dei binari e delle aree circostanti ai percettori del reddito di cittadinanza delle zone coinvolte. Proprio in questi giorni – continua Costanzo – si discute molto del reddito di cittadinanza e di come migliorare la sua applicazione, specie in riferimento alle carenze emerse nella cosiddetta “fase 2”, in cui i PUC, progetti utili alla collettività, non sono partiti o vanno a rilento.
Mi farò promotrice di contattare RFI, a cui parte spetta la manutenzione del tratto ferroviario, le istituzioni locali e regionali coinvolte per arrivare ad un protocollo di intesa che possa dare il via a questo progetto. Coinvolgere i percettori del reddito per la manutenzione della linea ferroviaria darebbe un segnale importante e dimostrerebbe come il reddito di cittadinanza possa essere davvero un’occasione di concreta utilità per la collettività, aderendo alle esigenze dei territori in maniera flessibile ed efficiente” conclude Costanzo.

Voucher scuola, Grimaldi (LUV): “discriminazioni inaccettabili”

AGGIORNAMENTO Voucher Scuola; Per le paritarie graduatoria esaurita, per le statali ancora esclusi la metà degli studenti. Grimaldi (LUV): “discriminazioni inaccettabili, si trovino le risorse o si superi la doppia graduatoria”.

“Tutti i voucher alle scuole private sono stati finanziati, mentre per la metà degli aiuti agli studenti della scuola pubblica statale non si è trovato un euro in più. Di fatto, se hai 10.000 euro di ISEE e frequenti una scuola pubblica hai diritto al Voucher scuola ma non avrai il finanziamento; se hai più di 20.000 euro di ISEE e sei iscritto ad una scuola paritaria, invece, non solo risulti vincitore ma l’importo del tuo voucher varrà 10 volte quello delle graduatorie statali. Questa situazione è inaccettabile e vessatoria per le scuole statali, frequentate dal 95% circa degli studenti in Piemonte” – commenta Marco Grimaldi, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Piemonte, da sempre impegnato sul tema e a rendere obbligatorie per la regione le spese per il diritto allo studio.

“I voucher scuola alle paritarie valgono 1.400 euro mentre per le statali solo 300 euro, ma le vere diseguaglianze di trattamento – prosegue Grimaldi – sono nei dettagli numerici degli stanziamenti. Se da un lato i voucher alle scuole paritarie aiutano le famiglie che hanno un ISEE di oltre 24 mila euro (3379 domande finanziate con 4 milioni di euro), dall’altro le graduatorie dei voucher per le scuole pubbliche servono a contribuire alle spese solo delle famiglie che arrivano fino a un ISEE di 6mila 500euro; stiamo parlando di un reddito davvero molto basso. Per le graduatorie libri, trasporti e POF delle scuole pubbliche – continua Grimaldi – solo 39.659 delle 87.206 domande sono state finanziate, tagliando fuori ben 47.547 idonei: mancano 13 milioni 572 mila euro per esaurire la graduatoria.

“L’assessora Chiorino trova le risorse per far scorrere solo una delle due graduatorie? Ora basta! – attacca Grimaldi – o si trovano le risorse per tutti o chiediamo che venga superato immediatamente il meccanismo della doppia graduatoria vigente, che ha dimostrato di poter essere facilmente usato da chi ha preferito, oggi come nel recente passato, di finanziare in modo non proporzionale la graduatoria di coloro che frequentano le scuole paritarie private”.

“Una sentenza del Consiglio di Stato – ricorda Grimaldi – ha rilevato alla Regione Lombardia che l’aver utilizzato due pesi e due misure nell’assegnare i contributi per gli studenti meno abbienti (rimborsi più alti per i ragazzi delle scuole private, meno per quelli degli istituti pubblici) è una ‘disparità di trattamento, illogica e ingiustificata’. Quella sentenza, relativa ai casi di due giovani liceali lombardi, – conclude Grimaldi – costituisce un precedente per tutte le Regioni per questo chiedo: Assessore Chiorino come ha fatto a integrare le risorse solo per una graduatoria? Perché la metà delle famiglie delle scuole statali sono escluse, mentre si è adoperata per esaurire la seconda graduatoria?”.

Magliano (Moderati): “Subito un Piano Marshall per il Terzo Settore”


“Serve un immediato cambio di rotta e un impegno reale dal punto di vista dei regolamenti e degli investimenti per supportare le Associazioni del territorio. Totale sostegno ai Volontari dei Buffoni di Corte Onlus che, in via Rubino 82, si sono simbolicamente incatenati per esprimere la propria richiesta di spazi nei quali operare: è necessario e urgente rivedere nella loro interezza il sistema delle convenzioni e le modalità di assegnazioni degli spazi. Chi di fatto sta mantenendo in piedi il welfare della nostra città non può continuare a essere ignorato”. 

Un Piano Marshall per il Terzo Settore: questa la mia proposta e questo il mio appello per dare finalmente un sostegno adeguato alle Associazioni del territorio. Associazioni che raramente sono ascoltate nelle loro richieste, pur ragionevoli: avere spazi adeguati per portare avanti la propria attività. Un’attività che spesso consente loro di arrivare dove le Istituzioni non sono in grado di giungere.

Il Volontariato sta mantenendo in piedi il sistema di welfare della nostra Torino: questo è un fatto e di fronte a questo fatto l’Amministrazione non può limitarsi a stare a guardare. Ma finora l’attenzione dei Cinque Stelle è stata scarsa: è stata appena bocciata in Consiglio Comunale la mia proposta di esenzione dall’IMU per i privati che concedono a titolo gratuito un proprio immobile a realtà non profit. Oggi stesso, solo dopo lunghe richieste la Sindaca ha accettato di incontrare i manifestanti che si sono simbolicamente incatenati davanti alla ex sede della Scuola Materna Centro Europa. Al Terzo Settore della nostra città serve molto di più.

Nel caso specifico de I Buffoni di Corte Onlus, i cui Volontari stanno manifestando da questa mattina, non si può non riconoscere di aver continuato, anche durante i mesi più difficili della pandemia, a garantire servizi e assistenza a 150 ragazzi con disabilità e alle loro famiglie. Senza l’impegno dell’Associazione, le famiglie sarebbero rimaste sole e senza alcun aiuto. Questa Giunta riconoscerà come innegabile almeno questo dato di fatto?

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Locatelli (Prc-Se): “indignati per le inadempienze di governo e Regione”

“In tema di salute e di reddito giusto e necessario protestare”

“Basta gride manzoniane, proclami contorti, misure tardive quando i buoi sono scappati dalla stalla”. Dichiarta Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc-Se di Torino. “In Piemonte – continua Locatelli – dopo non aver fatto nulla per mesi, in tema di adeguamento dei trasporti, dei servizi scolastici, del personale sanitario, delle misure di precauzione sanitaria ci si trova, peggio che in altre parti d’Italia, di nuovo precipitati in una situazione a dir poco allarmante visto l’alto indice R.T, il fattore di replicazione del contagio.  Precipitati in questa situazione con l’inverosimile assessore regionale alla sanità  che ne approfitta per dare la stura alla sanità privata. Quel che è peggio è che  in mancanza di misure pertinenti al quadro complessivo  è  ancora una volta gioco dello scaricabarile. Il governo naviga a vista e rinvia alle regioni con più alto rischio l’innalzamento delle misure di contenimento del contagio. A sua volta la regione Piemonte, dopo  scelte controproducenti dei mesi scorsi – il ritorno al pieno carico sui mezzi di trasporto, la dismissione di personale sanitario – ritorna al minimo indispensabile, demanda ai sindaci la possibilità di intervenire con misure ulteriori sulla base dei diversi livelli di allerta. Hanno tutti paura di non entrare in rotta di collisione con le richieste perentorie di Confindustria di non intralciare la macchina per fare soldi. Tutto viene scaricato in basso, alla fin fine sulle spalle dei comportamenti singoli. Fa niente se le scuole tornano alla didattica a distanza. Fa niente se andare al lavoro è uno dei primi fattori di rischio sanitario. Fa niente se le fasce sociali più deboli sono quelle che ancora una volta pagano il conto di un sistema colpevolmente inadempiente. Fa niente se ci saranno altri malati e morti. Nel rigettare fermamente le manifestazioni violente della destra fascistoide e negazionista riteniamo legittima e giusta l’indignazione di chi, in una condizione di precarietà lavorativa e incertezza per il proprio futuro, chiede a gran voce,  e noi con loro , la salvaguardia della salute e di un reddito dignitoso per tutte e tutti”.

 

Musica e cultura; Grimaldi (LUV): “persi centinaia di posti di lavoro”

“Cirio sia coraggioso e si adegui a quanto fatto dalle altre Regioni, al Governo chiediamo un Recovery Music”.

“Cirio deve rivedere la sua ordinanza che, ad oggi, prevedrebbe una distanza nei teatri di un metro e mezzo tra bocca e bocca” – commenta Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione – “e adeguarsi a quanto fatto dagli altri Governatori regionali. Mentre in altre regioni la distanza tra gli spettatori all’interno dei teatri è quella usuale di un metro, Cirio continua ad interpretare le norme a suo piacimento con l’unico intento di mettersi al riparo da eventuali futuri problemi ma, così facendo, rischia di dare il colpo fatale ad un settore già in ginocchio, e tra i più colpiti dall’emergenza Covid”.

“Crediamo che nella delibera piemontese ci debba stare anche il buon senso – commenta Grimaldi – basterebbe darsi una regola unica in tutte le Regioni e attuare il distanziamento di un metro, o di permettere agli spettatori di occupare un posto sì e uno no; non è pensabile che nella nostra Regione si decida di aumentare la distanza mentre in tutte quelle vicine, Lombardia, Veneto, Emilia e Toscana, si mantenga la disposizione di un metro di distanza: così facendo il Piemonte diminuisce drasticamente le capienze dei teatri e dei luoghi dello spettacolo dal vivo, col serio rischio che la nostra regione diventi un deserto culturale, un luogo nel quale gli spettacoli più grossi e molti concerti decideranno di non fare tappa a causa dei costi e delle poche entrate”.

“Stiamo parlando – prosegue Grimaldi – di un settore che per primo, già a febbraio, ha dovuto chiudere i battenti a causa del Covid19 e che da allora non ha praticamente mai riaperto del tutto; è un settore che conta 250.000 famiglie senza lavoro, accusa una perdita secca di 650 milioni di euro tra febbraio e settembre, che arrivano a oltre 1.5 miliardi di euro se si conta l’indotto. Parliamo – continua Grimaldi – di un ambito lavorativo il cui calo del fatturato è vicino al 100% rispetto al 2019 e nel quale molte figure professionali legate ad esso sono alla fame, senza neppure un’ipotesi di futuro”.

“Si tratta di un settore tra quelli che hanno maggiormente bisogno di sostegno – prosegue Grimaldi – e per il quale già in questi anni, e con maggior forza durante i mesi dell’emergenza, abbiamo chiesto il suo sostegno, attraverso lo stanziamento delle risorse necessarie a risolvere i problemi strutturali legati alle capienze e alla sicurezza dei luoghi della cultura. Lo abbiamo chiesto senza alcun risultato attraverso emendamenti al Bonus e al Riparti Piemonte, perché proprio durante l’emergenza, e la chiusura forzata dei luoghi della cultura, si doveva consentire di mettere in atto quegli adeguamenti strutturali che oggi sarebbero stati preziosissimi”.

“La miopia della Giunta di centro-destra verso l’intero settore musicale e culturale a cui Cirio e la Lega hanno voltato le spalle – conclude Grimaldi – ci costringe a rivolgere il nostro appello al Governo nazionale a cui chiediamo di istituire un vero e proprio ‘Recovery Music’, capace di garantire una percentuale sostanziosa del recovery found al mondo della cultura (Culture Recovery Fund), di introdurre ammortizzatori sociali per i lavoratori della cultura, e di promuovere misure specificamente destinate alle industrie culturali e creative e alla musica popolare contemporanea come, ad esempio, l’introduzione dell’IVA agevolata al 4% sui biglietti per gli spettacoli dal vivo”.

Calenda presenta il suo ultimo libro “I mostri. E come sconfiggerli

Approda oggi a Torino alle Ogr, ormai riaperte dopo il periodo Covid, alle 18 la presentazione del nuovo libro dell’onorevole Carlo Calenda dal titolo “I mostri. E come sconfiggerli“, volume che verrà poi presentato stasera a Cuneo alle 21.

La presentazione avverràpresso la Sala delle Fucine, all’interno del complesso delle Officine Grandi Riparazioni, in corso Castelfidardo 22.

Il volume tratta molteplici temi. Per la prima volta Carlo Calenda, leader di Italia Viva, partito di ispirazione progressista, ed ex ministro per lo Sviluppo economico, in questo suo ultimo libro dal titolo “I mostri. E come sconfiggerli” non risparmia dalle sue critiche governati e governanti. Secondo l’autore esiste un rapporto malato tra le varie componenti della democrazia, e l’Italia risulta, quanto al livello culturale, uno dei Paesi con il più basso livello di istruzione nell’ambito dell’Unione Europea. Questo rappresenta la ragione per la quale risulta di fondamentale importanza, secondo Calenda, porre la scuola al primo posto tra le priorità del Paese. Un’altra componente mancante o quasi, in modo preoccupante, nel nostro Paese è rappresentata ,  secondo l’autore, dalla fiducia da parte dei cittadini nello Stato e nelle sue istituzioni. Il sessanta per cento degli italiani risulta, infatti, piuttosto scoraggiato e teme che i propri figli possano non ottenere alla fine della loro vita lavorativa la pensione.

Un altro dato altrettanto preoccupante, sempre secondo Calenda, è rappresentato dall’analfabetismo funzionale presente tra gli adulti, tra i quali il livello di lettura e di frequentazione di musei ed altre opportunità culturali risulta piuttosto basso. Secondo l’autore negli ultimi decenni gli italiani si sono assuefatti, inoltre, ad un modo di guardare alla politica che li affascina e li pietrifica al tempo stesso,quasi subendo lo sguardo di Medusa, ma, al tempo stesso, incapaci di tagliare la testa alla Gorgone che incarna i loro vizi, il tutto accompagnato Dall’insifferenz per le aspettative tradite.

Mara Martellotta

“Sui diritti delle persone con disabilità, questa Amministrazione arriva sempre dopo”

“Ultimo caso in ordine cronologico: affinché l’Assessorato intervenisse, una delegazione di cittadini ha dovuto far presente a questa Giunta la mancanza, sulle app delle società che gestiscono sul territorio cittadino il servizio di sharing di monopattini e biciclette, di indicazioni puntuali sulle modalità di posteggio. Un monopattino abbandonato “di traverso” su un marciapiede rende quest’ultimo non accessibile: discussa poco fa in Sala Rossa la mia interpellanza proprio su questo tema”

Dopo, non prima: succede spesso così, quando si parla del rapporto tra questa Amministrazione cittadina e i diritti delle persone con disabilità. Se – come ho fatto presente poco fa in Sala Rossa discutendo la mia più recente interpellanza sul tema – sui nostri marciapiedi e sulle nostre strade si trovano moltissimi monopattini e altrettante biciclette posteggiate in maniera selvaggia dopo l’affitto in sharing, la responsabilità è, certo, dei singoli utenti, ma non solo loro. In questo caso, l’Amministrazione forse ignorava, fino all’incontro di pochi giorni fa con una delegazione di Associazioni che avevano manifestato davanti a Palazzo Civico, che sulle app delle società di sharing mancavano spesso indicazioni puntuali sulle modalità di parcheggio di monopattini e bici. Impegnata com’è nella propria furiosa lotta all’auto privata, questa Giunta tralascia troppo spesso i diritti delle persone con disabilità. Una buona Amministrazione non dovrebbe aspettare una manifestazione di piazza per capire che un monopattino parcheggiato “di traverso” su un marciapiede rende quello stesso marciapiede non accessibile. I diritti delle persone con disabilità non possono arrivare sempre dopo.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Parco della Salute, Salizzoni: “Bene la cabina di regia”

Il vice Presidente del Consiglio regionale: “Fondamentale garantire rispetto del cronoprogramma.”

 

L’istituzione dalla cabina di monitoraggio annunciata dalla Regione Piemonte è una buona notizia, che va nella direzione che ho personalmente sempre auspicato, ovvero la necessità di non perdere ulteriore tempo per dotare Torino e il Piemonte di un’infrastruttura sanitaria all’avanguardia”: così il vice Presidente del Consiglio regionale Mauro SALIZZONI commenta l’istituzione della cabina di monitoraggio del Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino (PSRI). “È fondamentale garantire il rispetto del cronoprogramma, procedere con le bonifiche dell’area ex Fiat Avio e portare a termine il dialogo competitivo. Non stiamo parlando semplicemente di rifare altrove le Molinette ma di realizzare un polo che oltre alla cura farà ricerca e innovazione, un’opera che cambierà il volto urbanistico dell’intera area Sud della città, e che ci consentirà di ridisegnare la rete sanitaria ospedaliera e territoriale”.

Preferenze a Moncalieri

Lettera al giornale / Caro direttore, essendo quella di Moncalieri una storia importante anche per i suoi esimi personaggi ed una città dalla politica molto complessa come le cronache giudiziarie informano in questi giorni, ma che già avevano dato notizia pur poi silenziata per una intera campagna elettorale, mi permetto di intervenire su un pezzo scritto dal prof. Quaglieni dal titolo “Laura Pompeo miss preferenze”.

Non desidero addentrarmi sulla gestione delle politiche culturali della città che hanno visto l’assessora chiudere un’ eccellenza cittadina come la Scuola Civica Musicale per poi fare un bando andato deserto, disperdendo grandi professionalità e approvare in giunta le linee guida per la riqualificazione da 5 milioni di euro del Teatro civico Matteotti documento in cui appare la parola “iconoclastico” rispetto ad un’opera architettonica del razionalismo italiano degli architetti Perona e Passanti che verrebbe stravolta (dai comunicati stampa non si capisce la necessità di farci un ristorante). Mi preme concentrarmi sulle preferenze messe al centro del suo panegirico dall’esimio professore. Ad un certo punto egli afferma “Non ci sono precedenti, nessun candidato al Comune di Moncalieri, per quanto autorevole, ha mai avuto un consenso così alto. Neppure Calleri di Sala che era stato sindaco di Moncalieri ed era presidente della Crt e candidato presidente in Regione, ebbe un consenso superiore a quello di Laura Pompeo…”: la cosa è assolutamente errata. Certo 900 preferenze in tempi di preferenza unica e di cittadini che statisticamente da venti anni scrivono poche preferenze sono una enormità, buona per essere eletta al comune di Torino, un caso di studio e analisi (che potrebbero interessare enti che vogliano prendere questo caso in esame) come per buona parte dei candidati della sua lista, tutte portate per fare rieleggere con ampio margine Paolo Montagna che hanno deciso di sostenere e di seguirne le sorti politiche. Però, in tempo di legge con preferenza unica le elezioni comunali del 2002 hanno visto, caso unico per quasi due decenni, Modesto Pucci, dei Democratici di Sinistra raccoglierne 1108 e Ugo Micheletti, Forza Italia 1151. Risalendo alla legge elettorale precedente con le quattro preferenze, come fa Quaglieni, citando il Conte Calleri di Sala la situazione, naturalmente cambia: alle elezioni del 1964 il conte, democristiano, eletto sindaco per un breve periodo, prese 1752 preferenze. Fino alle elezioni del 1990 sono diversi i capilista che hanno superato abbondantemente le 1000 preferenze. Come detto molto cambia con la diversa norma elettorale dalla tornata del 1993. Una piccola precisazione anche per puntualizzare un aspetto che fa parte della storia politica della Città di Moncalieri, quinta, per numeri di abitanti, della Regione Piemonte. Cordialmente

Giancarlo Chiapello

Segretario dei Popolari di Moncalieri