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Cirio scrive a Lamorgese: “Basta a nuovi migranti, a rischio equilibrio sanitario”

Il  presidente della Regione Alberto Cirio è intervenuto oggi sulla questione dell’invio di migranti sul territorio piemontese 

“ ULTERIORI INVII METTONO A RISCHIO UN EQUILIBRIO SANITARIO RAGGIUNTO CON SACRIFICI ENORMI”

“Sto seguendo personalmente la situazione e trovo profondamente assurdo che la Regione non possa avere competenza in una decisione del genere, ma debba subire le decisioni del governo nazionale su un tema che può avere conseguenze dirette sulla salute e sulla sicurezza sanitaria del proprio territorio.

Mi sono sincerato quotidianamente, tramite il prefetto di Torino che ringrazio per la consueta efficienza ed attenzione, che nei confronti di queste persone venissero adottate tutte le procedure e le verifiche sanitarie opportune e che le Forze dell’ordine garantissero l’effettivo rispetto della quarantena a cui erano sottoposte.

Ora però diciamo “basta” e l’ho scritto al Ministero degli Interni perché il Piemonte non può garantire oltre queste forme di accoglienza.

Arriviamo da mesi terribili, siamo state una delle regioni più colpite dall’emergenza e stiamo raggiungendo, a fronte di sacrifici enormi, un equilibrio sanitario che non può essere messo a rischio in questo modo.

Quindi ho formalmente chiesto con fermezza al ministro Lamorgese di non voler procedere ad ulteriori invii, che metterebbero fortemente a rischio la tenuta e la sicurezza del nostro sistema sanitario e sociale”.

“Un ennesimo regalo ai cacciatori”

Riceviamo e pubblichiamo / CACCIA:   LA REGIONE LIBERALIZZA PER I CACCIATORI LE STRADE INTERDETTE PER RAGIONI AMBIENTALI

“Ennesimo regalo ai cacciatori dalla maggioranza di centrodestra che determinerà l’aumento esponenziale dei danni all’agricoltura”

 

Il Tavolo Animali & Ambiente, cui aderiscono le Associazioni ENPA, LAC, LAV, Legambiente L’Aquilone, LIDA, OIPA, Pro Natura e SOS Gaia, apprende con sgomento che il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato con i voti della maggioranza di centrodestra filovenatoria la  proposta di legge 41 che prevede l’utilizzo di mezzi motorizzati su strade interdette per ragioni ambientali, (particolarmente fragili quelle di montagna), non solo ai soggetti incaricati ad esercitare operazioni di controllo faunistico, ma anche ai cacciatori.

Come ormai tutti sanno, tranne i nostri amministratori regionali (o fingono di non sapere), la caccia è la prima causa dell’aumento dei danni alle produzioni agricole e degli incidenti stradali.

Pensare di favorire il contenimento dei cinghiali attraverso la possibilità offerta ai cacciatori di accedere alle strade interdette per ragioni ambientali modificando la L.R.n.32/1982 che regola la conservazione del patrimonio naturale e dell’assetto ambientale è perlomeno illusorio.

Le mute di cani utilizzati dalle squadre di caccia al cinghiale, oltre ad avere impatti importanti sulle altre specie selvatiche, stanano i gruppi di cinghiali dalle aree boscate dove non causano danni e ne determinano la dispersione sul territorio. I cacciatori abbattono solitamente gli esemplari adulti di maggiori dimensioni perché producono una maggiore quantità di carne. Gli esemplari giovani vengono raramente presi di mira perché saranno le prede dell’anno seguente. Il branco è abitualmente condotto dalla femmina anziana (quella di maggiori dimensioni) che solitamente è tra le prime vittime. Essa, con messaggi ormonali, riesce a regolare quella che gli studiosi chiamano “sincronizzazione dell’estro” delle femmine giovani.  La sua uccisione determina la destrutturazione del branco, la dispersione dei giovani, la formazione di nuovi branchi e l’anticipazione del periodo fertile dei soggetti giovani.  La specie aumenta il tasso riproduttivo e compensa in breve tempo le perdite con il risultato che il  numero complessivo  degli animali aumenta invece di diminuire.

All’aumentare degli abbattimenti aumentano proporzionalmente  anche i danni.  

La Regione ha così anteposto il divertimento e “l’occupazione militare” del territorio da parte di una minoranza armata agli interessi dei coltivatori e di tutti gli altri cittadini.

Con la dispersione dei cinghiali causata dalla caccia e dalle attività di controllo aumentano gli attraversamenti stradali e gli incidenti e i fenomeni di colonizzazione delle aree periurbane e urbane.

Proprio lo scorso 20 giugno 2020 il “Tavolo Animali & Ambiente” ha realizzato il convegno on line

“CINGHIALE è ora di cambiare. La parola alla scienza. Strategie diverse per una convivenza pacifica con la fauna selvatica” che ha ampiamente motivato il fallimento delle azioni di contenimento del cinghiale attraverso gli abbattimenti e illustrato quali dovrebbero essere le azioni corrette per affrontare il problema dei danni prodotti dalla specie.

Gli interessati possono rivederlo al link  http://www.animaliambiente.it/convegnocinghiale2020.html

Giova ricordare che il cacciatore è l’unico soggetto che non ha interesse a vedere ridotto il numero dei cinghiali sul territorio!

L’approvazione dell’ordine del giorno proposto dal Movimento 5 Stelle volto ad attivare “programmi di sperimentazione che permettano l’allontanamento e il contenimento degli ungulati con metodi innovativi non cruenti” suona come una presa in giro perché i metodi ecologici e preventivi sono previsti dalla legge, esistono e sono efficaci e dovrebbero essere anteposti agli abbattimenti.

Per il Tavolo Animali & Ambiente                                         

Roberto Piana

LAC – Lega Abolizione Caccia

Stato di emergenza. Il diritto oscuro e incerto nella babele italiana

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / L’estensione dello stato di emergenza fino al 15 ottobre (e non al 31 dicembre, come inizialmente  aveva annunciato il presidente del  Consiglio) e’ stata annunciata dal presidente Conte con una dotta lezione di diritto  nel suo intervento al Senato della Repubblica dove più volte la Presidente  Casellati aveva invitato il Presidente del Consiglio a sottoporre al voto parlamentare lo stato di emergenza, non previsto dalla Costituzione se non in stato di guerra, come recita l’articolo ’78 che vincola comunque i “provvedimenti necessari“, senza mai parlare di Stato di emergenza, al voto parlamentare.

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Conte ha esplicitamente detto che non era di per sé necessario ed obbligato  un voto in Parlamento ed ha aggiunto che il dibattito in Senato doveva essere circoscritto agli elementi tecnici e giuridici del provvedimento del rinnovo dello stato di emergenza , senza sconfinare in temi politici, quasi fosse possibile non considerare il fattore politico che in ogni atto del Governo è di essenziale evidenza ed importanza. Un atto di arroganza quello di Conte di considerare il voto del Parlamento quasi superfluo e di vincolare il dibattito parlamentare  a suo  piacimento.
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In effetti Conte si è rivelato il più preparato in materia e il dibattito parlamentare – se si eccettua l’intervento della sen. Bernini e della sen. Pinotti –  è stato inadeguato in quanto ha ripreso le polemiche più stantie senza obiezioni vere  al discorso del Presidente Conte. Un senatore 5 stelle ha  persino divagato in esilaranti argomentazioni storiche che nulla c’entravano con la discussione in atto, una ennesima  prova  dello scadimento di una classe parlamentare davvero inadeguata. Sarebbe stato interessante ascoltare la sen. Bonino che non si è espressa su un tema che tocca le libertà costituzionali, tema molto caro ai radicali delle origini. E’ stato un dibattito tutto politico che non ha smontato la tesi del presidente del Consiglio che venne confutata  dal presidente emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese, uomo delle istituzioni molto cauto che è spinto a vedere nel prolungamento dello stato di emergenza un vulnus alla Costituzione.
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Non si è capito bene se siamo o non siamo in emergenza perché lo stato di emergenza dovrebbe essere dichiarato non preventivamente, ma in presenza appunto dello stato di emergenza effettiva. Dire, come afferma il ministro Speranza, che siamo fuori dalla tempesta, ma non siamo in un porto sicuro equivale ad affermare un’ambiguità di fondo che non significa nulla. Al di là del virus, ci troviamo in ogni caso  di fronte a due emergenze che il governo sottovaluta: gli sbarchi e le fughe di migranti contagiati e non e l’emergenza delle scadenze fiscali di chi non ha potuto lavorare ed è costretto a pagare egualmente le tasse e bollette. Sono emergenze gravi che non vengono considerate. Addirittura Zingaretti invita il governo ad approntare nuove accoglienze di migranti, secondo un modo di vedere le cose che appare davvero incredibilmente fuori da ogni senso della responsabilità, non fosse altro almeno sanitaria.
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Il voto finale ha confermato la maggioranza che regge il governo con un altro 5 stelle che si è dissociato. Appare davvero un Paese incredibile un’Italia che prolunga l’emergenza -unico tra i paesi europei-  e che così distrugge in modo definitivo la sua immagine turistica. Per altri versi appare ridicolo, se non fosse drammatico, prolungare l’emergenza per poter riaprire le scuole a settembre.
In ogni caso, andrebbe ricordato che la via maestra indicata dalla Costituzione in caso di necessità e  urgenza  è il ricorso al decreto – legge di cui tanti governi hanno fatto abuso, fino a legiferare per decreto – legge, senza che nessun Presidente della Repubblica abbia mai eccepito. E’ evidente che – se il decreto-legge non è l’eccezione, ma la norma -non ci sia affatto  da stupirsi dei Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri che diventano vincolanti come leggi, anche se sono atti amministrativi. Nella babele italiana tutto è  diventato possibile e il diritto per primo appare oscuro ed incerto.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Alpignano eco-logica, futura e solidale

Riceviamo e pubblichiamo / Definite le tre nuove liste che sosterranno la candidatura a sindaco di Steven Palmieri 
 
Alpignano Eco-logica, Alpignano Futura e Alpignano Solidale: sono queste le tre nuove liste elettorali nate dal progetto “Facciamo squadra per Alpignano” che sosterranno la candidatura a sindaco di Steven Palmieri. 
Le tre liste rappresentano altrettanti punti chiave: l’attenzione all’ambiente, alla mobilità sostenibile e alla digitalizzazione; la volontà di innovare non solo attraverso nuovi strumenti, ma dando spazio a nuove energie in politica, in particolare i giovani e le donne; l’obiettivo di costruire una città inclusiva e solidale che non lasci indietro nessuno.
“ Queste liste si ispirano ai valori che più ci accomunano e che stanno alla base del gruppo che ha dato vita al progetto e che ne costituisce il cuore pulsante – dichiara il candidato sindaco Steven Palmieri –  Il richiamo alla città in ogni lista è un modo per sottolineare ancora una volta che la nostra è una proposta concreta fatta da alpignanesi per gli alpignanesi”.
Già definiti anche i tre simboli: quello di Alpignano Eco-logica richiama il profilo del Musinè, quello di Alpignano Futura, attraversato da una freccia che punta verso l’alto, rappresenta il focus sull’innovazione e sulle nuove generazioni, infine Alpignano Solidale ha al centro un cuore, a significare l’attenzione ai temi dell’inclusione sociale, dalle famiglie alle fasce più fragili della popolazione.
“ Abbiamo lavorato sodo per definire questi simboli e siamo molto fieri di poterli renderli pubblici già a luglio, perché questo dimostra la forte comunanza di intenti della nostra squadra, cosa tutt’altro che scontata, e per la quale ringrazio tutti i miei compagni di viaggio – aggiunge Palmieri –  Le tre liste sono il biglietto da visita del nostro progetto; siamo già al lavoro per ultimare il programma che conterrà tutte le nostre proposte per la Alpignano di oggi e di domani, da costruire insieme giorno dopo giorno”.

Locatelli (Prc-Se): “vanno accertate responsabilità su emergenza Covid”

“Un diversivo la commissione di indagine bipartisan”

“Evitiamo di illudere i cittadini che si possa arrivare ad accertare errori e responsabilità su quanto accaduto in fase di emergenza Covid con un diversivo. L’insediamento bipartisan  di una commissione di indagine in seno alla commissione sanità della Regione Piemonte, dopo aver negato la costituzione di una commissione di inchiesta, è un’arma spuntata che porterà poco o nulla” dichiara Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc-Se di Torino. “Lo dico – continua Locatelli – – anche alla luce della mia decennale esperienza di Consigliere regionale di opposizione alle Giunte Formigoni in Lombardia riguardo l’istituzione di commissioni  innocue destinate a non concludere nulla. Ragion per cui mi sembrano del tutto fuori luogo le dichiarazioni di soddisfazione rilasciate dal Pd che ha ottenuto con voto unanime la presidenza di una commissione priva di poteri effettivi, sottoposta al controllo numerico della maggioranza di centrodestra che governa la regione. Una commissione che è un contentino poco rispondente alla domanda di accertamento di errori e responsabilità riguardo la gestione dell’emergenza in Regione Piemonte e le scelte di taglio della sanità pubblica che sono state perseguite nel corso degli anni da schieramenti di centrodestra e centrosinistra. Errori e responsabilità che, per quanto ci riguarda, con particolare riferimento a quanto accaduto nelle Rsa, abbiamo chiesto di perseguire tramite un esposto su cui la Procura della Repubblica ha aperto un filone di inchiesta”.

Scuola, Ruffino (Fi): “Cambio di passo o sarà cataclisma”

“Sulla riapertura delle scuole regna il caos. Famiglie e studenti sono stati abbandonati a loro stessi, gli enti locali non hanno ancora avuto indicazioni precise per la ripartenza.

Il sindaco di Rivoli (Torino), Andrea Tragaioli – ad esempio – è stato costretto a scrivere nuovamente una lettera al premier Conte e al ministro Azzolina per chiedere immediati chiarimenti sulle regole per l’avvio del nuovo anno scolastico.
Serve un percorso concordato, con il tempo scuola definito, con il tempo pieno garantito dal Ministero, con il servizio mensa e con un supporto ai costi di trasporto per la ‘Scuola Diffusa’ sul territorio.
Mancano meno di 50 giorni al 14 settembre e non abbiamo alcuna certezza, solo confusione, polemiche, un ministro presenzialista che non dà risposte chiare, un governo che persevera con la logica del rinvio.
Serve un cambio di passo immediato, oppure rischiamo di avvicinarci a grandi passi verso un vero e proprio cataclisma”.
Lo afferma in una nota Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia.

Eccola, la meglio gioventù di Barriera

Eccola, la meglio gioventù. Perlomeno un pezzo della meglio gioventù della Barriera di Milano anni 70 ed 80.

Circolo Risorgimento in piena Barriera rivitalizzato e reinventato, avamposto in terra di confine. Via Poggio e davanti, come legge del contrappasso la sede della Lega Nord. In fondo qualcosa in comune c’è, come Gipo Farassino, uomo di Barriera prima comunista e poi leghista.

Al circolo del Risorgimento c’era la 32^ sezione del PCI e storicamente sede dell Anpi e presidio di un antifascismo di vecchio stampo.

Bravi i ragazzi che gestiscono. Buona la cucina, qualcosa di più sulla qualità del vino sfuso si può fare. Eccoci qui, impossibile essere insensibile al richiamo di Laura Tori che nel circolo ha visto i natali, nel senso letterale del termine visto che 60 anni fa ne erano animatori madre e padre. Ma non solo Barriera. Flavia Bianchi e Claudio Malacrino architetti. Da più di 45 anni fidanzati e poi sposati con splendida famiglia e splendidi figli. E la passione per la politica e l’architettura.


L’assicuratore filosofo Elvio Balboni che ha fatto e testimoniato un pezzo di storia della Zona ovest, la Stalingrado di Torino. Appassionato di montagna e di Studi (appunto) filosofici e sociologici.

Davide Padroni funzionario e Presidente del Cna, grande capo degli studenti in zona centro del 1^ liceo artistico. Abitava in corso Palermo e lui la Barriera la “annusava ” tutti giorni. Le sorelle Pani talmente simili da assomigliarsi come gemelle. Mai una parola fuori luogo e mai un urlo, tra le animatrici della locale sezione. In ordine sparso. Riccardo Tecchiati, responsabile sicurezza in consiglio regionale del Piemonte, comunista doc.  Chissà se i leghisti sapessero che la loro sicurezza è in mano ad un “mangiatore di bambini”. Roberto Ferraris insegnante da Pinerolo, alias Sciampo per la fluttuante capigliatura di ieri e di oggi. Politicamente direi tra PD e Rifondazione.

Direi a metà. Claudio Mercandino giornalista a Repubblica partendo dall’Unità. Non incline al compromesso ha sbattuto la porta andando via da Repubblica diventando battitore libero. Mi è sempre stato simpatico.

Roberto Martin per 40 anni grande capo della coop Astra, felicemente in pensione. Ricordava quando quelli di Prima Linea lo minacciarono puntandogli una pistola. E li denunciò vivendo per un po’ sotto scorta del partito. Allora si facevano le cose sul serio. Non poteva mancare chi ha dedicato una vita al sindacato.

Serena Moriondo, dolcissima era e dolcissima è rimasta. Figlia d’arte nel sindacato  padre e madre ferventi ed attivisti) ha “vagato” da Torino, Rom , Asti tornado nella natia Torino.

Quando parla del figlio 20enne studente di Filosofia a Vercelli letteralmente si illumina. “Ammetto che questo sindacato mi ha un un po’ deluso e la pensione è vissuta con liberazione. Ma non mollo e continuo nell’impegnarmi”. In fondo Umberto Radin ora grande capo della categoria dei lavoratori del commercio.

Attivissimo durante il coronavirus per difendere la salute dei lavoratori dei supermercati. Ora alle prese con il normale il lavoro da casa. Intelligente ed arguto. Mi sfotte: “mi scavalcavi sempre a sinistra ed oggi vuoi l’esercito a presidio della Barriera. Io ci sono tornato e ci vivo benissimo”. Ed io replico : contenti voi che abitate in una “piccola Svizzera”, contenti tutti. Stimandoci siamo sempre stati due galli nello stesso pollaio.

Credo, e spero, che chi non ho citato non se ne abbia a male. Non credo proprio, anche in considerazione del bel clima che si respirava. Di nostalgia sicuramente.

Ma non di quelle laceranti ed angoscianti, preludio alla tragedia.

Siamo stati la meglio gioventù non solo per quello che eravamo ma anche, se non sopratutto, per quello che siano diventati. Respiravo un senso di complessivo appagamento. Sicuramente non ci si ritrova in questo presente. Sicuramente non lo si accetta.

Contemporaneamente non si vuole, o non si può mollare. Non si può e non si vuole portare il cervello all’ammasso.

Superati i 60 si continua nel leggere, studiare, sapere, confrontarsi come in passato, con la maggiore maturità del caso. Sempre al netto degli errori fatti.

Ci mancherebbe altro, viceversa saremmo stati perfetti, e la perfezione non è di questa terra.

Non eravamo perfetti e non lo siamo manco ora, come non lo saremo mai. Ci univa la politica e l’ idea di cambiare. Noi siamo cambiati, probabilmente in meglio. Siamo cambiati perché era nelle cose, siamo cambiati per necessità e possibilità.

Siamo cambiati in meglio per i nostri cari e, possibilmente, un po’ per noi stessi. Qualcuno disse dopo la Bolognina che  non sapevamo che cosa volevamo essere, ma sapevamo che cosa non potevamo più essere: quello che eravamo stati. Sono passati trent’anni. Sembra che siano passati secoli. Ma noi siamo ancora qui. Non è poco.

Ritrovarsi è d’obbligo. Non tanto e non solo per quello che eravamo, ma anche per quello che siamo diventati.

 

Patrizio Tosetto

Caso Manital, cosa sta succedendo?

“Il Governo ci ha comunicato l’avvio della procedura di amministrazione straordinaria nei confronti di Manitalidea spa a seguito della dichiarazione dello stato di insolvenza da parte del Tribunale di Torino il 4 febbraio scorso” afferma Jessica Costanzo, deputata M5S prima firmataria dell’interrogazione al Mise su Manitalidea spa a cui il Governo ha dato risposta.

“Per quanto riguarda quest’ultima – prosegue Costanzo – il quadro scoperto dal Tribunale è come sospettavamo sconcertante: erogazione dei pagamenti ai lavoratori e contabilità generale ferme al 30 settembre 2019, due sole unità operative rimaste (il direttore amministrativo e il responsabile della contabilità),  indisponibilità di tutti i conti correnti bancari oggetto di pignoramento da parte di oltre 100 creditori.
I Commissari hanno agito subito per aggiornare la contabilità generale e liberare, con grandi difficoltà, i conti correnti dai pignoramenti. Sono poi stati organizzati incontri con i clienti per migliorare la qualità dei servizi ed evitare, soprattutto, le rescissioni contrattuali.
Va detto che i dipendenti di Manitalidea a partire dal 4 febbraio 2020, ricevono regolarmente lo stipendio nonché le spettanze dovute, mentre per il pregresso, trattandosi di credito concorsuale, si dovrà attendere un po’ di lo stato passivo, la cui prima udienza di verifica si è tenuta il 9 luglio 2020″.

“Va poi chiarito – specifica Costanzo – che la procedura straordinaria ha riguardato solo Manitalidea SPA e non anche il Consorzio Manital, comunque controllato dalla prima per il 93 per cento. Questo purtroppo significa che i Commissari non dispongono attualmente di un alcun potere di gestione del Consorzio, ma solo di Manitalidea Spa. Il Consorzio è purtroppo una questione a parte, distinta da Manitalidea, e però di grande rilievo visto il suo peso in una serie di servizi erogati in tutt’Italia e fondamentali in epoca Covid (pulizie nelle scuole e in vari enti pubblici, ad esempio). Il problema è che dipendendo il consorzio da Manitalidea spa, le difficoltà finanziarie di quest’ultima si sono ripercosse sul Consorzio:  dall’insolvenza della controllante Manitalidea si è avuta a cascata l’insolvenza del consorzio, che a sua volta non ha quindi più regolarmente pagato i diversi consorziati coinvolti nelle attività produttive, i quali non hanno più potuto pagare le maestranze”.
“In ogni caso – chiarisce Costanzo – i Commissari hanno agito con tutte le loro prerogative e  dei risultati si sono ottenuti: Manitalidea ha provveduto innanzitutto a pagare le spettanze correnti ai consorziati, salvaguardandone l’operatività e scongiurandone il fallimento, e si è ottenuta la rimozione del consiglio di amministrazione in carica. E’ stato anche ristabilito un dialogo con importanti committenze (quali le scuole della Campania) per assicurare il riavvio delle attività ad oggi sospese. Infine, ottenendo provvedimento di sospensiva, si è  impugnato il procedimento di esclusione da importanti gare Consip («Caserme», «Beni Culturali» e «Sanità»).

“Ora – conclude Costanzo – il MiSE ha garantito che nell’ambito dei propri poteri di vigilanza e adottando ogni iniziativa di competenza, continuerà a monitorare la situazione al fine di rassicurare i lavoratori e mantenere i livelli occupazionali”.

Indagine Covid, Gallo-Valle (Pd): “Non è un tribunale”

 “Oggi finalmente si è insediato il Gruppo di Lavoro che si occuperà dell’indagine sul Covid-19, del quale sono stato designato coordinatore.

Sono molto soddisfatto perché, come ho più volte ribadito nei mesi scorsi, sarà uno strumento importante non solo per accertare i fatti, ma anche per elaborare linee guida importanti che ci consentiranno di affrontare il prossimo autunno e eventuali nuove ondate del contagio. Abbiamo una grande responsabilità nei confronti dei piemontesi e dobbiamo lavorare per costruire le migliori condizioni sanitarie possibili” afferma il Consigliere regionale Pd Daniele Valle, Coordinatore della Commissione.

“L’indagine – spiega il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo – ci consentirà di confrontarci per migliorare la sanità nella nostra Regione e comprendere che cosa possa e debba essere modificato in questo campo. Potremo verificare lo stato dell’arte della nostra sanità e ridisegnarla. Abbiamo voluto con forza questa indagine perché capire che cosa non ha funzionato e quali errori sono stati commessi durante la pandemia potrà aiutarci a non ripeterli e a rispondere tempestivamente alle emergenze future. Nessun processo, quindi, ma una collaborazione costruttiva per migliorare il sistema sanitario”.

Verdi-Europa Verde verso il 2021

Riceviamo e pubblichiamo/ Le elezioni comunali di Torino sono ormai alle porte.

Nei giorni scorsi  noi Verdi – Europa Verde Torino insieme a Volt, abbiamo sfilato con uno striscione lungo 15 metri di colore verde e viola (colori delle due forze politiche) al Parco Michelotti, per denunciare lo stato di abbandono di quest’ultimo e per far conoscere ai torinesi, l’Onda” di rinnovamento e quindi la nostra proposta politica per far ripartire la città, dal 2021.

“Serve un nuovo piano di riqualificazione edilizia che punto all’efficientamento energetico, all’energia rinnovabile per arrivare alla riqualificazione della città, creando lavoro al tempo stesso e bloccando così anche il consumo di suolo”, dichiarano i due co-portavoce regionale dei Verdi, Tiziana Mossa e Alessandro Pizzi.

Perché, nonostante gli slogan, tanto resta da fare e manca una strategia di lungo periodo che valorizzi e incrementi il capitale verde della città e possa rendere Torino, veramente sostenibile.

Da tempo, ormai, la città subalpina così come l’Italia e l’Europa intera, sta facendo i conti e sperimentando gli effetti dei cambiamenti climatici e la crisi economica innescata e, in alcuni casi, accentuata, dalla pandemia da coronavirus.

Dunque, il capoluogo piemontese, ha bisogno, come dicevamo, di un radicale cambio di rotta, una nuova classe politica che abbia davvero a cuore e metta in PRIMO PIANO i temi ambientali e sociali e non sia restia alle novità, ad esempio, dal punto di vista della mobilità.

I NOSTRI PUNTI PRINCIPALI:

1) un albero per ogni residente per adattare la citta ai cambiamenti climatici e abbattere l’inquinamento atmosferico;
2) green New deal metropolitano, creazione posti di lavoro tramite investimenti verdi;
3) ridisegnare la rete trasporto pubblico locale, incentivando elettrico e aumentando le linee tranviarie inglobando le periferie.
4) un posto negli asili nido PUBBLICI in modo da far ritornare soprattutto le donne nei posti di lavoro e aiutare i più piccoli ad intraprendere ed iniziare un percorso educativo.

“Crediamo che Torino abbia bisogno di un radicale cambio di rotta: una nuova classe politica che riesca ad attuare un Green New Deal metropolitano in grado di creare nuovi posti di lavoro investendo sull’economia sostenibile”, cosi i due commissari dei Verdi della provincia di Torino, Antonio Fiore e Angela Plaku.

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