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Napoli (Fi): “I parlamentari possono avere l’ecobonus?”

Una domanda che può sembrare provocatoria ma non lo è, la rivolgo al presidente Conte ma anche ai Soloni e ai castigamatti del nostro Paese:

un parlamentare può accedere all’ecobonus del 110% per la ristrutturazione della prima o della seconda abitazione? E può godere dei vantaggi fiscali per l’acquisto di elettrodomestici, così come previsto dai provvedimenti del governo? Sono domande legittime, doverose, a mio giudizio, per portare un po’ di chiarezza nella polemica, degenerata in rissa secondo il triste costume populista di questo tempo, dei cinque parlamentari che hanno intascato i 600 euro di bonus, e per i quali continuo a chiedere le dimissioni per insipienza, come ho detto, e non per immoralità.

     Il moralismo accattone di cui ci nutriamo ogni giorno ha alzato a peccato mortale, degno di fucilazione, maneggiare o intascare denaro direttamente, sia pure nel rispetto di una norma generale. Se invece intaschiamo denaro sotto forma di detrazioni o bonus fiscali, addirittura nella misura del 110%, il peccato cessa d’incanto e con esso l’indignazione collettiva. Stiamo parlando di provvedimenti tutti ugualmente validi erga omnes. Allora dovremmo tutti aspettarci che l’Agenzia delle Entrate ci comunichi al più presto quanti politici hanno usufruito dell’ecobonus. L’idea di aprire contro i parlamentari una stagione di discriminazioni e di crucifige per compensare una lunga stagione di privilegi ci dice quanto infima sia la qualità dell’attuale ceto politico, a tutti i livelli. Continuiamo a pagare le conseguenze della fine dei grandi partiti, con la loro capacità di selezionare il personale politico e garantirne una certa qualità sul piano morale e amministrativo.

On. Osvaldo Napoli, direttivo di Forza Italia alla Camera

Verdi – Europa verde: “I furbetti si dimettano”

La triste vicenda del Bonus Covid-19 richiesto da parlamentari, sindaci e consiglieri regionali fa rabbrividire.

“Siamo dell’idea che tutti coloro che hanno percepito gli indennizzi del Covid-19 e al contempo ricoprono importanti cariche politiche debbano DIMETTERSI.

Esponenti politici che speculano su una situazione di grave crisi economica non sono giustificabili né ammessi.
Difatti per rispetto ed etica politica nei confronti dei cittadini, tali soggetti non dovrebbero percepire neanche un centesimo, anche a fronte dei propri stipendi mensili certamente non indifferenti.

Crediamo, inoltre, che questi non siano in grado di garantire la ‘trasparenza’ del loro operato nelle sedi istituzionali, venendo meno alla loro funzione di rappresentanza e tutela verso i cittadini.

Perciò, come già detto,
chiediamo le DIMISSIONI IMMEDIATE delle persone coinvolte in questa vicenda.”

Cosi in una nota, i Co-portavoce regionale dei Verdi – Europa Verde Piemonte, Tiziana Mossa e Alessandro Pizzi.

Tragedia a Castelmagno, il cordoglio del presidente Stefano Allasia

Le parole del presidente dell’Assemblea regionale

Esprimo a nome del Consiglio regionale del Piemonte, il cordoglio per l’immane tragedia di questa notte avvenuta a Castelmagno nel cuneese che ci lascia tutti senza parole.

Il mio pensiero va alle famiglie dei cinque giovani che hanno perso la vita, comprendendo che nulla può alleviare un dolore così grande, ma in questo momento  è importante stringerci attorno a loro. Di fronte alla morte di giovani vite non si può che restare sgomenti e addolorati.

“Scuole smilitarizzate”

Con l’inizio del prossimo anno scolastico, segnato da tante difficoltà ed incertezze ma anche da nuove sfide e nuove prospettive, il MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione) e Pax Christi Italia (Movimento Cattolico Internazionale per la pace), desiderano essere a fianco di docenti e alunne/i, per ripartire da una scuola che sappia cogliere, dal dramma della pandemia, l’occasione per rigenerare la nostra società, guardando al futuro con fiducia e speranza e promuovendo la pace, quale bene laico e universale, da proteggere e trasmettere alle giovani generazioni.

Oggi più che mai dobbiamo fare scelte coraggiose per la difesa della nostra umanità, e per fare ciò, vogliamo ribadire, senza esitazione, l’importanza dell’educazione alla pace ed alla nonviolenza, quale modello pedagogico capace di trasmettere a bambine/i e giovani valori di solidarietà, giustizia, dialogo e convivenza pacifica tra i popoli.

Da qui nasce la Campagna “Scuole Smilitarizzate”, una campagna che intende ribadire la mission educativa della scuola ed invitare studentesse/i, docenti, dirigenti all’‟opzione della pace”. Ci rammarica e ci indigna constatare la presenza e l’incremento, in ambito scolastico, di molteplici attività, iniziative e progetti in collaborazione con le Forze Armate e quindi in palese contrasto con le finalità educative, formative e culturali dell’istituzione scolastica.

La scuola non è e non può essere il luogo “dell’opzione militare”, essa al contrario è il luogo ove coltivare la pace e educare ad essa. La prevenzione dei conflitti, la loro trasformazione nonviolenta, l’implementazione dei diritti e il rispetto della vita umana in tutti i suoi aspetti, sono i mezzi per costruire una cultura di pace e di nonviolenza.

Chiediamo pertanto che la scuola resti fedele alla sua azione pedagogica e coerente ai princìpi costituzionali, in particolare all’art. 11 della Costituzione che recita “L’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti”, per promuovere tra le/i giovani scelte ed azioni di pace che possano disarmare il nostro mondo, partendo proprio dall’educazione per arrivare alla politica, all’economia e a tutti gli ambiti della società.

La campagna, promossa in collaborazione con l’Associazione SOS Diritti, vuole rappresentare un percorso ampio e inclusivo dei tanti soggetti della società civile che sono impegnati continuamente per una scelta che escluda la violenza e coltivi la pace. È pertanto vitale la collaborazione tra la scuola e le tante associazioni operanti a questo scopo in Italia, alle quali rivolgiamo l’invito ad aderire e contribuire alla realizzazione di questa campagna, mettendo a disposizione delle scuole le proprie competenze e risorse, per costruire insieme una concreta alternativa di pace attraverso una rete capillare su tutto il territorio .

Con l’inizio del nuovo anno scolastico, la Campagna “Scuole Smilitarizzate” verrà lanciata ufficialmente e saranno forniti ulteriori dettagli e strumenti.

In questa anteprima della Campagna viene pubblicato sui social un video messaggio da parte dei presidenti nazionali del MIR e di Pax Christi che spiegano il perché delle “Scuole smilitarizzate”.

L’augurio è che le scuole possano scegliere di percorrere la strada della pace e della nonviolenza ed esserne promotrici.

 

Movimento Internazionale della Riconciliazione   –   Pax Christi Italia

Salizzoni scrive alla donna di Ivrea bersaglio di scritte razziste

“Cara Maria, conosco te e la tua famiglia, e ho avuto modo di conoscere tuo padre e la sua musica.

Per questo voglio dirti che le incivili scritte apparse su un muro della nostra Ivrea non devono intimorirti. Non ti curar di loro, né dei loro autori. Quelle scritte sono come rutti partoriti dal vuoto di coscienza e di conoscenza. Rumori scurrili utili a coprire il nulla di chi li ha emessi, e che costituiscono un insulto all’intera città. Graffiti vandalici di qualche nostrano ‘difensore della razza’, la cui matrice è da rinvenirsi in quella mistura di ignoranza, intolleranza e stupidità, che talvolta si traduce in gesti, simboli o parole che nulla hanno a che vedere con i valori fondanti la nostra comunità. Una comunità di cui tu e la tua famiglia siete da sempre parte. Vi abbraccio”. Con queste parole il vice Presidente del Consiglio regionale Mauro Salizzoni commenta le scritte razziste apparse in via Olivetti, ad Ivrea, rivolgendosi direttamente alla giovane donna vittima degli insulti.

Bonus ai politici, di chi è la colpa?

FRECCIATE

Il consigliere regionale del Pd era invidioso dei due colleghi leghisti e anche lui ha voluto il bonus partite Iva? Una volta  la colpa è della fidanzata che non sapeva cosa fare, un’altra è stato il commercialista. Scuse puerili per un atto legale ma inopportuno. La vera colpa forse è di chi li ha messi lì.

L’arciere

Boero (PdF):” Il farmaco cura e il bimbo in grembo non è una malattia da curare”

Lettera aperta al Ministro Speranza con l’invito a far rispettare la legge 194/78

Illustre Ministro Speranza,

mi incuriosisce molto capire come un decreto ministeriale possa scavalcare la legge dello Stato a piè pari, ma mi indispone  anche l’uso del termine “aborto farmacologico” perché i farmaci curano, e qui non c’è malattia da curare!

Bisogna, quindi, parlare di aborto chimico perché il prodotto che si usa è un prodotto chimico e lo scopo è sopprimere un figlio!

Se si usasse una terminologia appropriata, e qui giornalisti hanno delle responsabilità, ci sarebbe un maggiore margine di riflessione. Questa è infatti quella che serve in queste circostanze.

Ministro Speranza perché non si preoccupa di far rispettare la legge 194/78 nella prima parte?

Quella che titola la legge  e si impegna per la tutela della maternità (art.1, 2 e 3)?

Quella che dovrebbe aiutare le mamme ad accogliere i figli concepiti?

La sua è una condotta omissiva che i giudici dovrebbero sanzionare pesantemente.

E’ infatti un Suo obbligo far rispettare la legge.

Invece lei amplia la possibilità di interrompere le gravidanze in un Paese poverissimo di figli.

Vista dall’esterno è chiaramente una condotta criminale.

Sempre la legge prescrive che la donna sia pienamente informata sull’atto abortivo (art.14). Si sa che questo non viene fatto e sarebbe facilissimo da documentare e tutti, compresi quelli che debbono far rispettare la legge, si girano dall’altra parte.

In parte è comprensibile perché  è veramente imbarazzante fare finta di non sapere quanto la scienza ha scoperto nelle fasi iniziali della vita di un figlio e di ignorare le immagini ecografiche che dimostrano  la bellezza della straordinaria relazione tra madre e figlio sin dai primi momenti del concepimento.

Ministro Speranza, Le  porgo un invito per  visitare uno dei Centri di aiuto alla vita o alle Scuole di maternità che abbiamo attive a Torino per farLe vedere che c’è modo di offrire alle donne in attesa di un figlio alternative  ai trattamenti chimici rispettando  così la legge.

La invito ancora a chiedere al presidente del Consiglio Conte , di copiare in un DPCM il testo della proposta di legge “Reddito di maternità” già pronta e corredata da migliaia di firme raccolte dal Popolo della Famiglia: sarebbe il migliore investimento per risollevarci con o senza COVID.

Valter Boero

Popolo della Famiglia-Piemonte

Commercio, Napoli (Fi): “Bene i fondi per Torino”

È una notizia positiva l’inclusione di Torino nell’elenco delle città che avranno accesso ai contributi a fondo perduto per il sostegno alle attività turistiche e commerciali.

Si tratta di un ristoro molto parziale rispetto ai danni sofferti da quelle attività a causa del lockdown e del perdurante allarme per la diffusione del coronavirus. L’auspicio è adesso per l’adozione di misure strutturali e permanenti da parte del Comune per favorire le attività commerciali e turistiche in un momento particolare di crisi, soprattutto con riferimento all’automotive.

on. Osvaldo Napoli, capogruppo di Forza Italia al Comune

Tre consiglieri regionali restituiscono il bonus per le partite Iva

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I primi due politici piemontesi  che avevano chiesto e ricevuto  il bonus per le partite Iva, tra i duemila amministratori sparsi per l’Italia che hanno fatto la stessa richiesta , sono usciti allo scoperto. E c’è anche un consigliere Pd

Si tratta di  Claudio Leone, 53 anni, di Rivarolo Canavese e Matteo Gagliasso, 27 anni, di Alba.

Entrambi della Lega sono stati eletti per la prima volta in Consiglio regionale, e sono detentori di partita Iva.

Hanno fatto sapere di avere già restituito il bonus all’Inps.

In giornata si è appreso che anche un terzo consigliere, questa volta del Pd, Diego Sarno, ha avuto il bonus e afferma di averlo dato in beneficenza.

Cinquant’anni di Regione. Calleri di Sala, il Presidente

La Regione Piemonte a cinquantanni dalla sua nascita. Suo primo Presidente fu Edoardo Calleri di Sala, esponente della Democrazia Cristiana, con un’ampia esperienza antecedente di sindaco

Il 13 luglio 1970, esattamente cinquant’anni fa, nasceva la Regione Piemonte, vale a dire quel giorno, che era un lunedì (come quest’anno), i cinquanta membri del primo Consiglio Regionale del Piemonte, riuniti nel palazzo delle Segreterie di piazza Castello, diedero avvio alla fase costituente dell’Ente, previsto dal Carta Costituzionale del 1948.

Dieci giorni dopo la seduta che aveva decretato l’elezione del presidente del Consiglio Regionale, il socialista Paolo Vittorelli, nel corso della seduta del 23 luglio fu nominato primo Presidente della Regione Piemonte il conte Edoardo Calleri di Sala, esponente dell‘allora partito della Democrazia Cristiana.

“Oggigiorno la nascita delle Regioni italiane afferma Guido Calleri di Sala – non rappresenta un avvenimento che venga moltoapprofondito dal punto di vista storico come, invece, si meriterebbe,e, con tutta probabilità, il cinquantesimo anniversario della loro fondazione, coinciso purtroppo con un anno di emergenza sanitaria, certo non ha agevolato la promozione di eventi tali da poterricordare un passaggio storico epocale come fu quello rappresentato dalla nascita delle regioni, nell’avvio del processi di decentramento edi autonomia differenziata.

Calleri a Torino con Maria Callas

“La figura di nostro padre – spiega Maria Clotilde Calleri di Sala – è  sicuramente stata emblematica per l’avvio della Regione Piemonte. Nonostante la sua formazione universitaria fosse maturata in campo medico ( era laureato in Medicina con specializzazione in Otorinolaringoiatria ), la sua passione politica sorse ben presto, tanto da spingerlo ad impegnarsi per il suo territorio,  divenendo sindaco di Bricherasio, dove abitava, e  ricoprendo questo incarico dal 195q al 1960. Successivamente divenne sindaco di Moncalieri nel 1965, ma vi rimase in carica per poco perché nel luglio dello stesso anno fu dimissionario in quanto eletto Presidente del Cassa di Risparmio di Torino. Egli proveniva da una famiglia in cui risultavano centrali l’impegno per il prossimo, per la comunità e per lo Stato. Suo padre, Guido Emilio Calleri di Sala, era ammiraglio della Regia Marina ed i fratelli erano in Marina ed in Aviazione“.

“L’epoca in cui mio padre – aggiunge Guido Calleri di Sala – fu sindaco di Bricherasio coincise con gli anni Sessanta, che rappresentarono un decennio di grande trasformazione e rinascita industriale per il nostro Paese. Furono costruite, a livello locale,alcune vie di comunicazione fondamentali, servizi essenziali evenne introdotta anche, in paesi come Bricherasio, l’elettricità. Mio padre ( Edoardo Calleri di Sala) era un uomo sicuramente progressista per i tempi, nel senso che aveva perfettamente compreso l’importanza rappresentata, per il progresso del territorio,da parte della costruzione di infrastrutture. Quando ricoprì il mandato di Presidente della Regione, promosse, infatti, la costruzione del primo tratto della Torino-Bardonecchia e di un tratto della TorinoPiacenza. Diede anche avvio alla creazione di una società per la costruzione della metropolitana torinese. Negli anni in cui fu Presidente della Regione mantenne anche l’incarico di Presidente della Cassa di Risparmio di Torino, ricoperto dal 1965 “.

“Erano anni – spiega Maria Clotilde Calleri di Sala –  quelli, durante i quali mio padre fu presidente della Regione e, ancor prima,sindaco in cui fare politica aveva un significato abbastanza diverso da quello che ha assunto nella società  odierna. Chi ricopriva incarichi di responsabilità  aveva alle spalle un lungo percorso di preparazione politica, una vera e propria gavetta di “scuola politica, già a partire dagli anni giovanili, che spesso affondata le radici nello stesso associazionismo giivanile. I partiti, come la Democrazia Cristiana in cui papà ( Edoardo Calleri di Sala) militava, erano contraddistinti da correnti interne, ma tra i rappresententanti ed i militanti delle singole correnti era presente un profondo rispetto reciproco. Mio papà faceva parte della corrente dorotea, ma aveva un attimo rapporto di stima e di dialogo con Carlo Donat Cattin, esponente della corrente di sinistra della Dc, e con lo stesso Giorgio Merlo, che avrebbe ricoperto l’incarico di presidente della Commissione di Vigilanza della Rai, ed anche con Gianfranco Morgando.

Intensi e fraterni furono anche i rapporti precisa Guido Calleri di Sala con altri esponenti della Torino intellettuale e politica a lui contemporanea, quali l’esponente democristiano Silvio Lega, che è stato vicepresidente della Delegazione per le Relazioni con i Paesi della Europa dell’Est e membro della Commissione per i Bilanci, l’onorevole Giuseppe Botta, che rivesti’ il ruolo di Presidente della Commissione Ambiente e Lavori Pubblici della Camera, l’onorevoleed eurodeputato Vito Bonsignore, e Rolando Picchioni, dal ’95 al ’98 Presidente del Consiglio regionale del Piemonte“.

Oggi la Fondazione Donat Cattin sta avviando un’ampia ricerca –prosegue Guido Calleri di Sala di documenti che sono la testimonianza diretta del dialogo tra esponenti politici che hanno collaborato con Carlo Donat Cattin. Siamo stati interpellati per poter raccogliere lettere scritte da nostro papà, capaci di testimoniare anche l’attiva collaborazione ed il dialogo presenti tra nostro padre elo stesso Donat Cattin anche negli anni in cui, a Torino, fu sindacoGiovanni Porcellana, esponente della DC“.

Edoardo Calleri di Sala era un politico daltri tempi e preparazione, sempre curioso nei confronti della realtà politica e civile del suo tempo, attento lettore di diversi quotidiani e, soprattutto, uomo dotato di grande temperamento.

Ricordo – conclude la figlia Maria Clotilde – la grande ampiezza di vedute politiche di nostro padre e l’importanza che per lui fu sempre rappresentata dal confronto con le altre compagini politiche. Un giorno mi portò ad assistere in piazza Castello ad un comizio tenuto da Marco Pannella perché, secondo lui, era importante conoscere a fondo il pensiero degli avversari politici, sempre da rispettare.

Mara Martellotta