Nostalgia della Prima Repubblica
Piercamillo Davigo non è più magistrato e non può più fare il moderno Savonarola. Ha fatto il diavolo a quattro per rimanere ma stavolta i suoi gli hanno detto basta. Voto a maggioranza e comunque basta.
Il ministro Lucia Azzolina ha scritto al governatore della Lombardia Attilio Fontana per invitarlo a tornare sulla decisione di applicare la Dad alle scuole superiori. Non è un invito generico, se è vero che il ministro chiede al governatore di “contribuire con oculatezza, attenzione e capacità di confronto” a garantire il diritto all’istruzione.
Azzolina chiede a Fontana di sfoderare qualità che lei per prima si è rifiutata di mostrare nei confronti del Parlamento. Ci vuole una buona dose di sfrontatezza per chiedere a Fontana e a De Luca, ma presto anche ad altri governatori, di trovare soluzioni alternative alla didattica a distanza, soluzioni che il governo per primo avrebbe dovuto trovare negli otto mesi trascorsi dalla prima ondata pandemica.
Possono i governatori potenziare il trasporto pubblico locale? Con quali risorse? O possono assumere polizia locale con compiti di ordine pubblico così da costringere i ragazzi a filarsela a casa invece di assembrarsi in strada? Il ministro riteneva forse, ma voglio escludere in lei tanta colpevole ingenuità, che una volta messe le rotelle ai banchi e distribuito gel alle scuole, la didattica potesse ripartire come se nulla fosse. Il suo collega Boccia ha capito la mala parata e tenta adesso una mediazione fra il ministro e le Regioni. Naturalmente ne uscirà un pastrocchio, con il solo scopo di salvare la faccia al governo e caricare le Regioni di ulteriori responsabilità. Un ministro simile non è tollerabile in tempi normali. Diventa fatale per la scuola in tempi di pandemia.
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / La morte di Giuseppe La Ganga segna la fine di un’esperienza politica durata alcuni decenni che ha caratterizzato la vita politica piemontese ed italiana.
Il Crocifisso nell’aula di Palazzo Lascaris
Il Crocifisso donato al presidente dell’Assemblea regionale Stefano Allasia dall’arcivescovo della Diocesi di Torino monsignor Cesare Nosiglia è stato affisso nell’Aula consiliare di Palazzo Lascaris.
La decisione di appendere il Crocifisso – offerto da monsignor Nosiglia al presidente Allasia al termine dell’incontro avvenuto il 9 ottobre 2019 al Palazzo dell’Arcivescovado di Torino – è stata assunta in seguito all’approvazione, nel dicembre scorso, di un Ordine del giorno del primo firmatario Andrea Cane (Lega). Il documento impegnava il Consiglio e la Giunta regionale “a difendere e salvaguardare l’importanza storica, culturale e religiosa del Crocifisso” e “a procedere all’affissione di un Crocifisso nell’Aula del Consiglio regionale, dietro i banchi della presidenza”.
E, sempre in seguito all’approvazione di un Ordine del giorno della prima firmataria Francesca Frediani (M5s), è stata appesa nella Sala dei Morando, ove si riuniscono le Commissioni consiliari, la celebre fotografia di Tony Gentile che ritrae i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Elezioni americane, come si svolgono?
Le elezioni presidenziali americane sono un evento d’interesse mondiale, appassionano tutto il globo terrestre.
Ogni quattro anni i cittadini americani sono chiamati ad eleggere il proprio presidente. Il sistema elettorale americano è molto complesso: proviamo a capirlo assieme senza dilungarsi nel tecnicismo politico bensì in maniera semplice.
Intanto è molto diverso dal nostro…
Negli USA abbiamo 2 grandi partiti che dominano la scena elettorale da sempre: il partito democratico ed il partito repubblicano.
La prima fase di votazione avviene con le Primarie: i cittadini americani maggiorenni aventi diritto al voto scelgono il candidato di partito al ruolo di presidente e vicepresidente della nazione…il “famoso ticket”.
La seconda fase sono le elezioni presidenziali dove i cittadini americani maggiorenni sceglieranno, attraverso il voto, i Grandi Elettori rappresentanti ciascuno dei cinquanta stati americani. Ogni grande elettore, più votato all’interno del proprio stato, voterà uno dei candidati al ruolo di presidente USA e di conseguenza il vicepresidente.
I grandi elettori sono in totale 538. Diventerà Presidente chi otterrà 270 voti.
Trump o Biden? Tra poco lo scopriremo…
Vincenzo Grassano
Il Magistero è chiaro: nessuna sovrapposizione
“Vedremo sui quotidiani e sui media quale spazio verrà dato alle parole di Papa Francesco in tema di unioni civili per i gay racchiuse in un documentario presentato al Festival del Cinema di Roma” afferma il prof. Valter Boero, referente nazionale del Popolo della Famiglia.
Certamente sul quotidiano La Croce diretto da Mario Adinolfi, verranno riportate le parole del Papa che ribadiscono la distinzione tra l’istituto del matrimonio tra uomo e donna e le unioni civili per i gay. Una sovrapposizione e una surroga sollecitata da più parti, ma inaccettabile per il Papa e il Magistero della Chiesa come ribadito anche recentemente nella Esortazione apostolica in Amoris Laetitia.
Ricorda Adinolfi che “difendere l’istituto del matrimonio significa tutelare i bambini che hanno diritto ad avere un papà e una mamma; non possono essere venduti e comprati e contrastare la pratica dell’utero in affitto significa difendere la dignità della donna e della sua maternità”.
Il prof. Boero si augura che le Istituzioni così solerti a tutelare i diritti di pochi, chiedendo per loro trattamenti speciali, si accorgano di un art.29 della Costituzione per poi passare al 30 e al 31 che riguardano decine di milioni di italiani e che in questi tempi reggono l’onda d’urto della pandemia.
“Bella ciao” e inno nazionale
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
La ministra dell’Istruzione Azzolina è favorevole ad introdurre l’insegnamento a scuola di “Bella ciao”, considerata canzone m-simbolo dell Resistenza, secondo una proposta di legge di alcuni deputati del Pd tra cui Piero Fassino, figlio di un noto capo partigiano.
Appare quasi incredibile che la ministra abbia tempo da dedicare a queste vere e proprie quisquilie in tempi di ferro e fuoco per la scuola italiana, aggredita dal virus, ben oltre il previsto.
Vale però la pena di fare alcune riflessioni storiche in merito perché si rischia la confusione anche su temi che dovrebbero essere chiari a tutti. “Bella ciao” non fu la più cantata canzone partigiana perché lo fu “Fischia il vento“. Certamente essa è la meno impegnata politicamente perché si limita a parlare di lotta all’ “invasor“ e non di “rossa bandiera“ come l’altra.
Stando alla testimonianza di Giorgio Bocca, giornalista e partigiano, essa non fu cantata durante la Resistenza, ma nacque nel primo dopoguerra e venne lanciata a livello internazionale nel 1947 al festival della gioventù democratica egemonizzato dai comunisti. Ancora Bocca fa un parallelo tra “Bella ciao“ e “Giovinezza”, ricordando che ambedue non furono canti dei partigiani e dei fascisti. “Giovinezza” fu infatti una canzone gioliardica del 1909, di cui si appropriarono i fascisti, imponendola come inno insieme alla “Marcia Reale“ in tutte le cerimonie pubbliche. Anche “Giovinezza” venne imposta nelle scuole italiane.
La proposta dei parlamentari del Pd, di per se’ anche pregevole negli intenti commemorativi del 25 aprile, non tiene però conto che nella scuola italiana non si studia canto da tempi immemorabili.
Quando io frequentavo le elementari mi insegnarono “Fratelli d’ Italia“, l’inno provvisorio della Repubblica italiana, rimasto tale fino a poco tempo fa. Nessuno ci insegnò le canzoni del Risorgimento e neppure la “Canzone del Piave” che era quella dei nostri nonni e dei nostri zii che fecero la Grande Guerra. Un maestro di musica di pregio, don Bernardo Lomagno, che era anche un matematico, ci insegnò solo “Fratelli d’ Italia” e fece bene. Durante il regime fascista la “Marcia Reale“ venne abbinata ad un inno di parte come “Giovinezza” a dimostrazione di una dittatura imperante. Dopo il 25 luglio 1943 “Giovinezza“ venne eliminata e in tempi successivi la “Canzone del Piave“ sostituì la stessa “Marcia reale” ancora durante il periodo monarchico .
Il fatto incontestabile e’ che l’ Inno nazionale non viene insegnato nelle scuole italiane se non per iniziativa di qualche singolo docente. In una sola scuola torinese, il liceo “Segre’,” quando era preside un uomo di sinistra come Primo Merlisenna che promosse anche un convegno sul Tricolore, venne fatto giornalmente l’alza – bandiera, una cerimonia subito malvista da certa intellighenzia di sinistra presente anche in quel liceo.
I temi patriottici non sono da tempo all’ordine del giorno in Italia, malgrado i tentativi del presidente Ciampi e la comparsa dei tricolori durante la pandemia.
Chiedere che venga insegnata “Bella ciao” e non l’inno di Mameli appare discutibile perché il senso della Nazione e della sua storia andrebbe recuperato nella sua interezza. In ogni caso appare, salvo che per il 25 aprile , del tutto fuori luogo abbinare all’ Inno nazionale qualunque altra canzone, anche “Bella ciao“. L’ inno da solo rappresenta lo spirito nazionale come lo rappresento‘ in passato la “Marcia Reale”. L’ Inno come la bandiera deve rappresentare tutti gli Italiani, senza distinzioni di sorta perché esprime l’ Unità’ nazionale nella sua totale interezza.
Covid, le proposte di Meritocrazia Italia
Riceviamo e pubblichiamo / Nella conferenza stampa dell’altra sera, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato le novità del prossimo DPCM prevedendo ulteriori restrizioni.
In una comune prospettiva di voler arginare i contagi ma, di evitare, al contempo, una paralisi dell’intera economia del Paese, Meritocrazia Italia ha elaborato diverse proposte molte delle quali hanno trovato un positivo riscontro.
In particolare Meritocrazia Italia aveva proposto di:
– Evitare un lockdown generalizzato,
– Un potenziamento dello Smart working,
– Decontribuzioni per le aziende che assumono i giovani,
– Defiscalizzazione e abbassamento del cuneo fiscale,
– Apertura a scaglioni delle scuole con un piano organico effettivo,
– Logica territoriale sull’applicazione di eventuali “zone rosse”,
– Didattica a distanza solo in casi di particolari criticità e flessibilità nell’organizzazione delle attività didattiche a partire dalle istituzioni scolastiche di secondo grado.
Meritocrazia Italia ribadisce le proposte già avanzate con i precedenti comunicati nazionali ed, in particolare, propone:
– Defiscalizzazione dei tributi e degli oneri contributivi a favore dei locali, ristoranti e bar con contributi proporzionati al reale calo di fatturato sostenuto;
-Contributi effettivi basati sull’ultimo fatturato a sostegno delle ASD e, nel caso in cui le stesse si avvalgano di impianti pubblici, la sospensione dei canoni dovuti e del pagamento delle utenze;
– Azioni a sostegno dei lavoratori dello spettacolo e del suo indotto al fine di attutire gli impatti economici da essi sostenuti;
– Azione a sostegno delle PMI e delle partite Iva in genere che hanno subito un calo di fatturato rapportato al calo effettivo di introiti;
-Implementazione del sistema di trasporto pubblico locale anche attraverso l’utilizzo di convenzioni con privati;
– in caso di chiusura delle scuole superiori, garantire, agli Istituti che hanno in programma esami di certificazione internazionale (ad esempio gli esami IGCSE in programma già da oggi in alcune scuole superiori) la possibilità di svolgere detti esami di certificazione;
-Rafforzamento immediato, anche attraverso nuove assunzioni, del sistema di presidio sanitario locale;
-Principi oggettivi nelle decisioni territoriali al fine di non lasciare ampia discrezionalità nelle decisioni dei singoli Sindaci e o strutture Regionali.