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Il Consiglio regionale chiede la liberazione di Djalali

Il Consiglio regionale è impegnato “ad attivarsi con urgenza presso i ministeri competenti affinché continui l’azione presso le autorità iraniane per chiedere l’immediata revoca della condanna a morte del dottor Djalali e si faccia promotrice di ogni forma di sensibilizzazione e mobilitazione per la scarcerazione del medico e ricercatore.”

Così dispone, proprio nella Giornata internazionale dei diritti umani, l’ordine del giorno 449 “Richiesta di un intervento urgente per il rilascio del ricercatore Ahmadreza Djalali, ingiustamente detenuto in Iran”, sottoscritto da tutti i gruppi, primo firmatario Domenico Rossi (Pd) e approvato  all’unanimità dall’Assemblea di Palazzo Lascaris.

Poco prima, una delegazione consiliare – guidata dal presidente Stefano Allasia e composta dai membri dell’Udp, Gianluca Gavazza e Michele Mosca (Lega) e i consiglieri Silvio Magliano (Moderati) e Rossi – aveva incontrato un gruppo di attivisti pro Djalali, con una rappresentanza di Amnesty International e del Partito radicale, che manifestava davanti alla sede del Consiglio regionale .

“Nella giornata mondiale dei diritti umani, il voto unanime dell’assemblea legislativa  a questo atto di indirizzo, assume un valore ancora più rilevante. Come già affermato nel mio appello della scorsa settimana, chiedo che venga annullata la pena capitale al ricercatore irano-svedese  Ahmadreza Djalali – afferma Allasia – e che si disponga il suo rilascio. Nessuna ragione di Stato giustifica l’uccisione di un uomo, la pena di morte è un atto atroce che viola il diritto alla vita.”

Infatti, il presidente Allasia già la scorsa settimana, aveva pubblicato un appello a favore del ricercatore che aveva operato all’Università del Piemonte Orientale di Novara e che è recluso in isolamento presso la prigione iraniana di Raja’i Shahr a Karaj.

Manovra, Salvini chiede meno tasse per la montagna

Esenzione Iva per i servizi di accompagnamento professionale in montagna. È uno degli emendamenti presentati dalla Lega. Dichiarazione di Matteo Salvini:

“Senza aiuti concreti chi vive e lavora in montagna rischia di perdere tutto. Il taglio dell’Iva per gli accompagnatori turistici e le guide alpine è uno degli interventi non rimandabili, ci auguriamo che la maggioranza accolga questa proposta che conferma l’opposizione costruttiva della Lega”.

Meritocrazia Italia: “Crisi sanitaria serva da insegnamento”

In ritardo rispetto al piano di programmazione, lo scorso settembre si è tenuto il concorso per l’ingresso alle Scuole di specializzazione in medicina. Oggi, dopo mesi di rinvii, le graduatorie definitive non sono ancora state pubblicate e non sono ancora state definite le assegnazioni per poter prendere servizio entro la fine dell’anno.

La vicenda, non isolata, è al contempo sintomo e causa di aggravamento di una crisi del Sistema Sanitario Nazionale
italiano che ha origini lontane, consapevoli che le difficoltà organizzative del periodo emergenziale hanno solo svelato e
amplificato criticità già esistenti. Il S.S.N. nostrano, un tempo ai primi posti nella graduatoria internazionale stilata
dall’OMS, è stato infatti fiaccato da decenni di tagli, sottofinanziamenti, gravi carenze organizzative e mancata
valorizzazione del personale.

Mancano medici specialisti e i bandi delle aziende sanitarie vanno deserti; la classe medica, i dirigenti medici ed i medici
convenzionati (medici di famiglia, ex guardia medica, pediatri e specialisti ambulatoriali) occupano una fascia d’età
media troppo avanzata; il blocco del turn-over e un crescente numero di pensionamenti impongono ai sanitari che
restano in servizio turni massacranti e responsabilità sempre maggiori.

In tali condizioni, rendere un servizio di attenzione e qualità risulta difficilissimo. Il volume degli errori professionali sale,
i tempi di attesa si allungano e, parallelamente, crescono il disagio, di pazienti e personale sanitario, e i costi a carico di
una Sanità al collasso.

Nella consapevolezza che si tratti soltanto di uno dei tanti problemi del settore ai quali serve dar risposta, Meritocrazia
Italia da sempre si appella ad una politica di assunzioni che consenta di reintegrare il numero di medici necessari al
corretto funzionamento delle strutture e di dar risposta adeguata alla richiesta di cure, prevedendo, al contempo,
maggiori investimenti per la formazione dei giovani medici, anche in termini di borse di studio ed agevolazioni rese
disponibili.

Basti pensare come al concorso per l’accesso alle Scuole di specializzazione svoltosi a settembre 2020, le borse messe a
disposizione sono state 14.455, a fronte di 24.000 candidati, con la conseguenza che ben 10.000 medici non potranno
specializzarsi, almeno per quest’anno, così restano ‘camici grigi’, con limitata possibilità di inserimento ed utilizzo nel
SSN.

Meritocrazia Italia reputa, dunque, indispensabile che:
– i bandi per le borse di studio e i corsi di formazione in medicina generale vengano redatti con maggiore accortezza, al
fine di ridurre il più possibile i motivi di impugnazione innanzi ai Tribunali Amministrativi, stante l’altissimo numero di
ricorsi promossi per incertezze interpretative e ambiguità dei bandi, che comportano, a caduta, ulteriori rallentamenti
della macchina del reclutamento sanitario;

– la distribuzione delle borse di studio segua criteri più ragionevoli e meritorie, in relazione alle effettive esigenze e
richieste di settore, per evitare dispersione delle risorse;
– le graduatorie vengano redatte nel più breve tempo possibile, in modo da consentire ai candidati di operare
tempestivamente la scelta della specializzazione e della sede, in uno al necessario efficientamento e velocizzazione del
sistema di scorrimento delle graduatorie stesse;
– le risultanze provenienti delle diverse banche dati (Ministero della Salute, dell’Università, ENPAM, INPS, Regioni,
Assessorati alla Sanità, etc.) siano messe a sistema al fine di garantire una corretta programmazione sia del numero di
posti di ingresso alla facoltà di Medicina e Chirurgia che del numero e tipologia dei corsi post lauream.
La pandemia ci ha ricordato l’importanza di un Sistema sanitario nazionale robusto, adeguato e ben strutturato, in
grado di porsi quale imprescindibile baluardo della tutela della salute pubblica, bene primario del nostro ordinamento
costituzionale.

Ripartiamo allora dalle esigenze di base, favorendo, con le opportune scelte di settore, la necessaria formazione ed
accesso di quanti, nel camice bianco, vedono una speranza e non solo una missione lavorativa.
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Meritocrazia Italia
Il Presidente Walter Mauriello

Gallo -Valle (Pd): “La Giunta ignora Consiglio e (la sua) maggioranza”

L’assestamento di bilancio licenziato oggi dall’aula è l’ennesima occasione persa di confrontarsi con il consiglio e di fare politica.

Del Consiglio non è stato accolto nessun emendamento, inclusi quelli sull’articolato e di carattere normativo, che, quindi, non incidevano sulle poste di bilancio. Ad esempio, quello proposto dal PD che avrebbe sbloccato una volta per tutte le assunzioni dei consorzi per la raccolta dei rifiuti, bloccate da anni. Costo zero per la Regione, ma totale indisponibilità a discuterne nel merito. Né è stato possibile confrontarsi con gli assessori che hanno disertato in massa le commissioni preposte, lasciando il solo Tronzano a ripetere i suoi “non so, non è la mia materia”. Non è di maggior consolazione che dai banchi della maggioranza non si sia alzata nessuna proposta emendativa, perché stroncata in partenza dall’indisponibilità all’accoglimento da parte della Giunta (che ha già proiettato questa indisponibilità sul bilancio di previsione).

È stata anche un’occasione persa di fare politica, perché sulle grandi cifre si registrano le minori entrate sulla tassazione, si prende atto dei trasferimenti statali e dei risparmi derivanti dal blocco nazionale sui mutui, e poco altro. Le poche risorse per affrontare l’emergenza alluvione sono ricavate andando a erodere cultura, diritto allo studio, montagna, sport, edilizia scolastica, cooperazione (e fin qui non ci sarebbe di che stupirsi), ma anche industria e mercato del lavoro.

Manca completamente uno sguardo coraggioso o quantomeno di programmazione sul 2021, su cui non ci sono novità, ma manca anche uno sguardo al presente, dove l’emergenza covid ci imporrebbe di mettere in campo nuovi strumenti di sostegno ai settori in crisi (ad esempio impiegando i 400.000 euro avanzati, su 3 mln, del bonus cultura), ci spingerebbe ad adottare strumenti straordinari di screening, ci ha chiarito che servono più specialisti (eppure si rifiuta di ampliare le borse di studio dedicate).

Nel silenzio assordante che c’è intorno ai temi del recovery fund e della programmazione del prossimo settennato, l’assestamento di bilancio non è che l’ennesimo silenzio di una Giunta senza idee.

Raffaele Gallo, Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale

Daniele Valle, Consigliere regionale Pd, relatore di minoranza

L’appello del Coordinamento interconfessionale del Piemonte alla politica

La Città ideale/ Il luogo dove tutti possano sentirsi a casa nel confronto di idee, fede, ruoli, genere, razza. Per un nuovo rinascimento che metta al centro la persona, nel nome del bene comune.

Per noi credenti la politica, le passioni e la fiducia nella vita sono gli ingredienti fondamentali con cui si concima il futuro, perchè oggi più che mai non è più il tempo delle teorie ma il il tempo dei testimoni. L’umanità è assediata da parole che ripetono all’infinito:
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paura, incertezza, precarietà. Parole diventate il nostro cibo quotidiano. Sta alla politica
farsi carico di recuperare il centro dell’attività pubblica, di prevedere il bene comune,
sapendo che c’è un intreccio profondo fra il bene comune e il bene di ciascuno:
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organizzare questo ritorno è fisiologico, costituisce il sale della democrazia ed è sano
quando un uomo pubblico lo riscopre compiendo il proprio dovere. Il pericolo, sempre in
agguato, è nell’abuso della politica e del potere di cui si è investiti, rifuggendo la tentazione
della normalità che diventa spettacolo, del carisma che diventa “influenza”, della
“narcisata” d’occasione che sposa l’immediatezza di internet e si fa linguaggio. Alla politica
chiediamo responsabilità e coerenza, ma anche capacità di leggere la realtà, fare proposte
sensate, creare relazioni, fare squadra.
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Nell’odierno processo culturale e politico nasce un problema per i credenti. Infatti, mentre
non possiamo abdicare all’attività politica, dobbiamo fare i conti con atteggiamenti culturali
ambigui e con posizioni ideologiche senza identità e valori. Dobbiamo insistere sulla
necessità di dare un’anima etica alla vita democratica con un rapporto forte fra coerenza e
rappresentanza politica, partendo dalla parole: il linguaggio è importante, non è un orpello
stilistico, è il marchio che certifica l’affidabilità di un progetto. Un linguaggio prigioniero
dell’estremismo e della provocazione dissennati è destinato a produrre danni gravi alla
comunità. Si deve ricominciare dal rispetto della persona, sempre e comunque, non nella
falsità dell’atteggiamento politicamente corretto, ma nella profonda convinzione dell’unicità
umana di ciascuno, condividendo tutto ciò che può essere condiviso con le persone di
buona volontà.
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La pandemia ci ha messo in particolare sotto gli occhi due grandi fatti, l’interdipendenza
umana e la morte. La morte, più ricattatrice dei capitali, delle nostre presunzioni, della
nostra onnipotenza, è tornata a circolare tra gli uomini in una forma crudele, involontaria e
innocente che ha paralizzato la prudenza, la misericordia, la carità, la consolazione..
Forse, per la prima volta nella storia umana recente il “valore” della vita è prepotentemente
tornato al centro dell’inconscio collettivo.
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Noi siamo con chiunque chieda una coraggiosa testimonianza pubblica, evitando la
tentazione di “fare la morale” alla politica. Come credenti – certi che dalla fede non si può
dedurre direttamente un modello di società, di governo o di partito – siamo chiamati a
partecipare alla elaborazione del progetto globale di società, e a mediare, in termini
antropologici i valori etici fondamentali in cui crediamo. Siamo chiamati ad un surplus di
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relazione, di rispetto, di narrazione, di umiltà nel lasciarsi raccontare dagli altri, di tensione
al riconoscimento del reciproco, per trovare quel “compromesso nobile” che è il
fondamento dell’azione sociale e politica in una società plurale come la nostra.
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In questa nostra proposta, da condividere con tutti coloro che vi si riconoscono, vogliamo
cercare insieme ad altri una risposta ai grandi problemi del nostro tempo. Sappiamo bene
quali sono le difficoltà che abbiamo di fronte ed è proprio per questo che tacere e non
agire sarebbe ancora più colpevole. Crediamo in una politica rispettosa e mansueta che si
faccia carico dei grandi smarrimenti del nostro tempo, stando accanto a tutti per non
perdere la speranza: comprendendo, tollerando, fidandosi, confidandosi, affidandosi. Se
non ora, nel pieno della peggiore crisi della Repubblica, quando mai si potrà costruire una
legittimazione reciproca tra le istituzioni, i partiti, tra tutti noi, per approdare ad una
democrazia matura, ad una politica al servizio dei cittadini e non delle fazioni?
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Giampiero Leo   portavoce del Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”
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I FIRMATARI
ACQUAVIVA ALBERTO Presidente Circolo culturale Europa Nazione Cristiana
ANNALORO LOREDANA Direttivo U.C.I.D.
ARNOLETTI GIANFRANCO Presidente C.I.F.A. Centro Italiano Femminile
BERARDINELLI DILETTA Associazione Papa Giovanni XXIII Piemonte
BERGIA IDRIS Coreis Comunità religiosa islamica italiana
BERTERO GIULIA Vice presidente A.I.E.F. Associazione infanzia e famiglia
BERZANO don LUIGI Sacerdote direttore osservatorio pluralismo religioso
BHANTE DHARMAPALA Monaco buddista pres. Ass. Interdependence
BIANCHETTI LUCIANA Presidente Centro italiano femminile To e area metropolitana
BOFFETTA MARIA Comitato contro atomica, guerre e terrorismi
BOUCHNAF WALID Segreteria Confederazione Islamica Italiana
CALANDRA ANTONINO Vice presidente Ass. Stampa subalpina
CANDELARI PAOLO Insegnante attivista non violento
CARAMICO ADELE Docente
CARMAGNOLA MAURO Associazione culturale Il Laboratorio
CARPINETTI ALBERTO Presidente UCID
CASTELLANI VALENTINO Già sindaco di Torino, docente universitario
CHIARLO IVAN Operatore culturale
CICOGNA GIUSPEPPE Relazioni pubbliche Chiesa di Scientology
CONTI SABRINA Giornalista
CONTRERAS DORYS Direttivo Associazione Venezuela in Piemonte
CORDA SARA Associazione culturale M.A.P.
COSCIA SERGIO Resp. Piemonte Federazione famiglie per la pace
COSTA ROSANNA Ex consigliera regionale impegnata nel volontariato cattolico
DA CAMPO fratel LINO
DI MAURO EDOARDO Direttore Accademia Albertina
DI PORTO ARIEL Rabbino capo comunità ebraica
FRONTANI ANTONELLA Giornalista – scrittrice
GAZZANO EMILIO Insegnante di religione
GERACI BRUNO Presidente Manifesto di Torino, docente universitario
GIROLA PAOLO Giornalista
GIROLA DONATELLA Giornalista
GONELLA ROSSANA Membro del Ser.mig. Fraterntià della speranza
GONTERO ROBERTO Presidente Forum associazioni familiari del Piemonte
GRIFFA SERGIO Coordinamento interconfessionale
GUNjAK ANJA Project manager U.E.
INTROVIGNE MASSIMO Presidente CESNUR
KAMAI IBRAHIM Presidente Centro Culturale Mecca
LEO GIAMPIERO Portavoce Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”
LESANI YOOSEF Presidente Iran libero e democratico
LO BUE CARMELO Direttivo Associazione Nuova Generazione
LUPO ALFONSO Già ispettore scolastico
NUZZO WALTER Membro Coordinamento interconfessionale e Comitato Interfedi
NZOLO FELIX Pastore Valdese
PALESTRO GIORGIO Presidente del centro cattolico di bioetica dell’Arcidiocesi
PARISI GIUSEPPE Consigliere F.I.D.A.E.
PAVESIO LUISA Già presidente Fidapa
REQUENA MARIA Presidente Associazione. Venezuela in Piemonte
RISATTI EZIO Salesiano  docente emerito
ROSBOCH MICHELE Docente universitario
RUBAT ORS MAURO Avvocato
SCIARAFFA RINO Chiesa Apostolica
SEGATTI don ERMIS Diocesi Torino
SEISHIN VIVIANI Rev. ELENA Coordinamento interconfessionale
SHUDDHANANDA SVAMINI GHIRI Unione induista italiana
STENTA PIETRO Docente
TAWFIK YOUNIS Presidente Centro Dar al Hikma, Membro Consiglio relazioni con Islam italiano c/o Ministero interni
TESTA GIACOMO Movimento Focolarini
VANNINI CHIARA Operatrice culturale
VASSALLO DOMENICO Vice presidente Anonima fumetti
VIARENGO LETIZIA Coordinamento interconfessionale
VICO LUIGI Consigliere Nazionale F.I.S.M.

Ruffino (Fi): “Conte esautora il Parlamento e azzoppa la democrazia”

Come nel gioco delle scatole cinesi, il presidente del Consiglio continua a svuotare il Parlamento e i ministeri di ogni potere per concentrarli nelle proprie mani attraverso task force, comitati tecnici, manager e consulenti vari che rispondono a lui e, in seconda battuta o in caso di temporanea assenza, ai due dignitari di corte Patuanelli e Gualtieri.

In nessun altro dei Paesi dell’Unione europea si assiste a una simile concentrazione di potere nella figura del presidente del Consiglio. Neppure Orban ha osato mortificare così il Parlamento ungherese. Dall’Europa arriveranno 196 miliardi di euro e nessuna delle istituzioni dello Stato, dal Parlamento alle Regioni e ai Comuni, avrà voce in capitolo per decidere le priorità dei programmi e quindi la destinazione di quelle risorse. Si aggiunga che per la sanità, comparto fra i più bisognosi di interventi su larga scala, si prevede nel PNRR lo stanziamento di appena 9 miliardi quando l’Unione europea aveva calcolato per il settore una cifra  intorno ai 36 miliardi da erogare attraverso il Mes pandemico. Le decisioni di Conte, senza una marcia indietro, sono davvero scandalose e configurano un azzoppamento della democrazia parlamentare.

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Grimaldi: “Stop al mercatino di Natale dei tamponi rapidi”

Screening di massa; Grimaldi (LUV): “Se si preferisce il tracciamento dei focolai si faccia davvero e si fermi il mercatino di Natale dei tamponi rapidi senza regolamentazione dando a tutti la possibilità di farlo legalmente”.

“Ringraziamo il gruppo di lavoro degli epidemiologi che hanno letto e valutato la nostra proposta, avevamo anche noi avanzato dubbi dal punto di vista organizzativo ma eravamo convinti che, in virtù dell’utilità di monitorare tutti i piemontesi, tali difficoltà potessero essere superate. A differenza di Cirio il parere degli esperti lo teniamo talmente in considerazione che emenderemo il nostro testo affinché sia più rispondente alle reali possibilità ed esigenze della nostra Regione. Dobbiamo però essere altrettanto onesti: non siamo affatto sicuri che le raccomandazioni contenute per migliorare il sistema di tracciamento dei contatti screening in determinati contesti che, per le proprie caratteristiche, richiedono strategie di monitoraggio mirate, in primis personale sanitario e tutte le famiglie e il personale coinvolto nel mondo della scuola siano state ascoltate e organizzate dalla Giunta. In fondo stiamo parlando di un dejavù perché quelle sono raccomandazioni che gli esperti avevano formulato già la scorsa estate ma che la nostra Regione è stata del tutto incapace di fare. Se vogliamo evitare la terza ondata è bene che i progetti per fronteggiarla sia già pronti. Noi purtroppo attendiamo ancora di conoscerli” – è il commento di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi.

Sappiamo che lo screening nelle scuole non è mai partito, quello nelle strutture sanitarie è andato a singhiozzo e non ha incluso molti operatori non sanitari che negli ospedali ci lavorano, e il tracciamento è saltato a inizio ottobre, non appena i contagi hanno ripreso timidamente a salire; cosa è davvero cambiato nel frattempo?” – si chiede Marco Grimaldi.

“Infine, se la Regione non ritiene di poter e dover monitorare tutti i piemontesi, nel mondo reale si sta scatenando il “mercato di Natale” che non è come quelli colorati nelle nostre piazze pre-Covid – prosegue Grimaldi – ma la corsa dei tanti privati a fare test rapidi, confondendo spesso l’offerta degli antigenici con i sierologici, offrendoli a prezzi esorbitanti (anche 75 euro per un test che ne dovrebbe costare 30) e senza inserire il risultato nel registro regionale. Alcuni lo avranno fatto in buona fede, ma molti sono semplicemente farabutti che speculano sulla legittima voglia delle persone di incontrarsi in sicurezza durante le feste anche in rispetto dei decreti nazionali; è compito della Regione mettere un freno ai mercatini del tampone sottotraccia, prima che si arrivi al mercato nero – conclude Grimaldi – con tamponi fatti ad ogni angolo da persone non adeguate, senza ricevuta e con l’esito scritto sulla carta da pacchi. Possiamo consultare in fretta MMG e farmacie per capire come rendere questo desiderio legale e possibile?”.

Boni: “La candidatura di Damilano fa acqua da tutte le parti”

Riceviamo da Igor Boni (+Europa e Radicali Italiani; candidato alle primarie del centrosinistra) e pubblichiamo
“Oltre a essere Presidente della Film Commission Piemonte, fondazione che nasce grazie alla Città di Torino e alla Regione, e avere innumerevoli altri incarichi, l’ipotetico candidato a Sindaco di Torino del centrodestra, sostenuto dalla Lega, ha una ulteriore pesantissima incudine di conflitti di interesse con la politica. Qualcuno lo avverta.
Come può immaginare chi riceve dalla Regione Piemonte concessioni sulle acque che gli fruttano decine di milioni di euro di introiti, di fare il Sindaco della città capoluogo che dovrà giornalmente, con la Regione, strutturare progetti, chiedere fondi, investire, programmare?
Sparea e Valmora e altri cinque marchi valgono letteralmente oro e lo valgono in virtù di concessioni pubbliche. L’imprenditore Damilano sindaco si troverebbe quindi nella posizione di trattare politicamente e istituzionalmente ogni giorno con il concedente (la Regione) ed essere contemporaneamente concessionario come produttore di acque minerali. E oggi l’ipotetico candidato Sindaco Damilano riceve l’endorsement dal Presidente Cirio che guida l’ente che fornisce le concessioni all’imprenditore Damilano. Roba da matti.
Più che civismo in questa candidatura ci vedo approssimazione e inciviltà politica che spero vivamente il resto della coalizione di centrosinistra voglia con me denunciare senza timore e senza mezzi termini”.

Costanzo (M5S): “Sbloccare i fondi per l’alluvione”

“In riferimento agli eventi meteorologici che si sono verificati nei giorni dal 9 al 19 maggio e dal 3 all’11 giugno 2020 nel territorio dei comuni di Baldissero Torinese, di Castiglione Torinese e di San Mauro Torinese era stata stanziata dal Governo la somma di 530mila euro a carico del Fondo per le emergenze nazionali. Apprendiamo ora che i fondi già stanziati dal Governo per i primi lavori di messa in sicurezza a seguito della dichiarazione dello stato d’emergenza sarebbero ancora bloccati per la mancata firma sull’ordinanza del capo dipartimento di protezione civile della Regione. Per questi motivi abbiamo chiesto conto ai dirigenti della Protezione Civile e in particolare ai Settori tecnici competenti per i finanziamenti per interventi di ripristino danni al patrimonio pubblico in caso di eventi calamitosi”. Così in una nota la deputata torinese del M5S Jessica Costanzo.

Giuseppe Botta, protagonista della buona politica

Il ricordo dell’onorevole Giuseppe Botta, uno dei grandi protagonisti della vita politica torinese, nelle parole del figlio Franco Maria, a dodici anni dalla scomparsa

Nel 2008  veniva a mancare uno dei grandi protagonisti della politica piemontese e non solo, l’onorevole Giuseppe Botta. Fu rappresentante della Democrazia Cristiana a partire dagli anni Sessanta. Ebbe come maestro l’onorevole Giuseppe Bovetti, che fu anche uno dei Padri Costituenti.

Quali erano i valori incarnati dalla Democrazia Cristiana di quei tempi, trasmessi dagli stessi Padri Costituenti?

“Il primo e più importante dei valori era incarnato dalla libertà  e “Libertas” era proprio la scritta che compariva nel simbolo dello Scudo crociato della DC. Fondamentali erano gli ideali della democrazia e dell’ispirazione cristiana da cui derivarono e discesero le azioni concrete nei provvedimenti legislativi economici”.

 

La politica, allora, non era improvvisazione, ma richiedeva una preparazione anche teorica, affiancata da una autentica fedepolitica. Secondo Lei che cosa si è incrinato, dopo la fine della Prima Repubblica, tale da aver provocato una graduale perdita dei veri valori ideologici della politica e della sua pratica?

“Secondo me si era già incrinato il rapporto di fiducia tra cittadini e politica alla fine della cosiddetta Prima Repubblica. Nel momento in cui è crollato il muro di Berlino è venuta meno anche in Italia la contrapposizione storica tra la DC con gli alleati laici e socialisti e il vecchio partito Comunista italiano. In estrema sintesi entrò in crisi il sistema politico italiano, così come si era configurato dal dopoguerra fino ad allora. Era presente una ricerca di aria nuova. Ricordiamo, a questo proposito, i referendum di Mario Segni. Furono anni di profonda crisi che si conclusero con l’inchiesta di Tangentopoli, che provocò l’azzeramento di un’intera classe politica ad eccezione di quella comunista. Diventerebbe impossibile ricordarne tutti i passaggi, ma furono commesse vere e proprie ingiustizie da clima di caccia alle streghe, che si instaurò dal 1992 e per diversi anni seguire. Era forse inevitabile che si giungesse ad un punto di svolta, ad un passaggio alla Seconda Repubblica che, però, non è stato adeguatamente accompagnato da vere riforme costituzionali. Mi sento di dire che oggi viviamo una decadenza di valori senza precedenti. La politica nazionale è guidata da personaggi improvvisati, spesso senza cultura e competenza”.

L’onorevole Giuseppe Botta seguì un ‘cursus honorum’, per utilizzare il termine latino, che lo portò da incarichi cittadini a importanti ruoli governativi. In che modo rappresentò l’espressione del rigore e dei valori sabaudi e democristiani in una Roma ben diversa da quella di oggi?

‘Mio padre aveva il passo dell’alpino e la costanza del maratoneta che si allena ogni giorno. Aveva anche una straordinaria capacità lavorativa e un impegno eccezionale. Certo la sua fu una vera e propria “gavetta” sia all’interno della Democrazia  Cristiana sianelle Istituzioni. A Roma sapeva, forte dell’esperienza maturata, quali fossero i “tasti” da toccare e quali no. Gli obiettivi che si prefiggeva erano soprattutto inerenti le infrastrutture torinesi e piemontesi. Come assessore provinciale alla Viabilità con il presidente avvocato Gianni Oberto, realizzò moltissime strade nella provincia di Torino e promosse opere strategiche quali la Tangenziale di Torino a tre corsie oltre opere altrettanto importantiquali il Traforo Internazionale del Frejus.  A livello nazionale promosse leggi ancora oggi rimaste in vigore. Aveva a cuore l’Arma dei Carabinieri  e nel 1985 fu approvata, per sua iniziativa,la legge per la costruzione di nuove caserme dei Carabinieri sull’intero territorio nazionale con uno stanziamento finanziario straordinario di 1500 miliardi di vecchie lire. Per questa ragione fu insignito dai Carabinieri dell’onorificenza di “Carabiniere d’Onore” e questa legge è ricordata come la legge Botta. Nel settore della casa un’altra legge fu approvata nel ’92, nota come la legge Botta -Ferrarini. Ma a Torino, e in generale in Piemonte,curava con la massima attenzione le esigenze  dei cittadini e delle amministrazioni locali. Sembrava non stancarsi mai”.

 

A Torino fu assessore alla Viabilità, oggi incarico spesso ricoperto senza una preparazione adeguata; a Roma fu parlamentare per sette legislature consecutive e per undici anni Presidente della Commissione Lavori Pubblici alla Camera, occupandosi anche di un’opera fondamentale quale fu la costruzione dell’autostrada delTraforo del Frejus e in seguito dell’autostrada Torino Bardonecchia.

“La politica ai tempi di mio papà era spesso fatta di ascolto. E questo costituiva il suo credo, la sua pratica quotidiana. Era una politica che non passava attraverso Internet o il web, ma attraverso l’ascolto continuo dei bisogni delle persone e dei cittadini. Una politica fatta sul campo, attenta soprattutto alle necessità dei più deboli. E nemmeno – come ricordava spesso lui stesso –  avvertiva la necessità di andare in televisione. La sua era una politica di attenzione al prossimo, e le sue elezioni in Parlamento erano la conseguenza del suo agire quotidiano”.

 

Quale insegnamento potrebbe trarre la politica attuale dal Suo esempio?

“Per rispondere alla sua domanda dico soltanto che il suo esempio di lavoro, come quello tantissimi  altri parlamentari, può  insegnare qualcosa a chi avesse l’umiltà di studiare e prepararsi. Oggi può capitare di trovare seduto sui banchi di Montecitorio chi, fino al giorno prima, non conosceva neppure l’indirizzo e cosa fosse il Parlamento”.

 

Era anche molto legato al Collegio degli Artigianelli, che si richiamava ai valori di Don Murialdo?

“Era legatissimo al Collegio Artigianelli che formava tanti giovani ai mestieri. Amava ricordare un detto del Santo Leonardo Murialdo: ”Fate lo straordinario nell’ordinario”. Mio padre aveva modificato questo detto in “Facciamo l’ordinario. È già un fatto straordinario!”.

Per un giovane che volesse fare politica seriamente (e oggi è  fatto raro constatare che la politica faccia l’ordinario) quale potrebbe essere l’attualità del prezioso esempio dell’onorevole Botta?

“In generale credo sia importante, al di là della figura di mio padre,avere appunto l’umiltà di ascoltare e di lavorare sodo”.

 

Il suo essere democristiano non prescindeva, però, dal rispetto per la laicità e per gli orientamenti politici avversi. Questo potrebbe essere di monito, nella società contemporanea, dove i singoli individui sono spesso sempre più intransigenti nei confronti delle ideologie e opinioni contrarie alle proprie?

“Affermava spesso che i comunisti non erano i nemici, ma avversari politici e che, una volta terminata una discussione, ci si stringeva la mano. Mi piacerebbe che potesse venir recuperato quello spirito”.

Mara Martellotta