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Cirio lancia il Patto per il Piemonte su Recovery Plan, sanità e fondi europei

Un Patto per il Piemonte sui tre temi chiave del 2021: sanità, RecoveryPlan e programmazione dei fondi europei 21/27 con tutte le forze politiche, sociali ed economiche.

È quello che propone il governatore Alberto Cirio nella conferenza stampa di inizio anno della Giunta piemontese: “il progetto che ho voluto lanciare oggi – dice il presidente – è quello del Piemonte dei “costruttori” – quelli di cui ha bisogno l’Italia in questo momento, come ci ha ricordato il Presidente della Repubblica -che parla a una sola voce”. Spazio anche alla cultura e al turismo con 25 milioni di euro da destinare alla Palazzina di Caccia di Stupinigi per farla di vantare “una nuova Venaria Reale” e all’agricoltura con il nuovo piano di sviluppo rurale è più attenzione alla filiera del cibo e dei prossimi agroalimentari di eccellenza. Il tutto, nelle intenzioni della Regione, per una diversificazione produttiva che possa rendere il Piemonte competitivo.

Citando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente Cirio ha sottolineato che è “il momento di essere costruttori per portare il Piemonte fuori da questa crisi. Dobbiamo costruire, e dobbiamo farlo insieme, per garantire un futuro migliore ai nostri ragazzi. Noi mettiamo sul tavolo la nostra visione, che dalle prossime settimane andremo a presentare provincia per provincia per raccogliere le varie istanze. Le idee le abbiamo ben chiare, e vogliamo condividerle nel modo più trasparente possibile”.

Critiche le opposizioni: per Grimaldi (LUV) “la Giunta si loda ma il ‘casoPiemonte’ ha condannato interi settori; Torino chieda al prefetto e al Governo un impegno straordinario per evitare fallimenti e vampirizzazioni tra bar e ristoranti”. E Sarno (Pd) a proposito del progetto per Stupinigi: “Per reperire le risorse necessarie si dovrà investire anche su partenariati pubblico/privati che solo una Governance pubblica qualificata può garantire: la Regione Piemonte coinvolga i comuni e gli enti del “Protocollo Stupinigi”, di cui già fa parte, anzi si metta in testa a questo percorso per ottimizzare gli sforzi e garantire uniformità degli interventi”.

Il presidente Cirio ha poi voluto riflettere sul 2020: “Un anno particolarmente complicato, in cui abbiamo pianto per chi ci ha lasciato e avuto paura quando è arrivato il Covid a colpire la vita di ognuno di noi. L’emergenza sanitaria ha caratterizzato la vita di tutti e anche la vita amministrativa della Regione, che si è trovata davanti alla più grande catastrofe dalla seconda guerra mondiale. Gestire l’emergenza è stata una impresa che ci ha visto constatare eccellenze sanitarie grandissime, ma anche toccare con mano gravissime carenze, a partire dal sistema di medicina territoriale. Questo perché in Piemonte come altrove la sanità è stata negli anni vittima di tagli e mancati investimenti che nel momento della necessità si sono fatti sentire”.

 

Giacometto (Fi): “Cashback? Un fallimento”

“Con la fine del periodo sperimentale, iniziato l’8 dicembre scorso e concluso con l’ultimo giorno dell’anno, possiamo fare un primo bilancio del cosiddetto “extra cashback di Natale”.
Una misura che l’attuale Presidente del Consiglio aveva illustrato con grande enfasi e con tanto di slide dedicata durante la conferenza stampa del 3 dicembre scorso e che, nelle intenzioni del Governo, avrebbe dovuto rappresentare un modo per favorire i consumi interni presso le attività del nostro commercio di vicinato, pesantemente colpite dalle restrizioni del primo e del secondo lockdown.
E qual è stato il risultato? Se, da un lato, la spesa degli italiani nel periodo natalizio ha segnato un crollo, con una contrazione di circa 2 miliardi rispetto all’anno precedente secondo i dati del Codacons (-20%), dall’altro lato i circa 5,8 milioni di italiani che hanno attivato tramite l’app IO il cashback avranno in media poco più di 35 euro di rimborso sugli acquisti effettuati in questo periodo. Ciò in virtù della copertura di bilancio prevista dal Governo per tale misura, circa 228 milioni di euro per il 2020. Una dotazione finanziaria che, come chiaramente indicato nel decreto attuativo, non potrà essere superata, con la conseguente riduzione proporzionale del rimborso spettante ad ogni cittadino per gli acquisti effettuati nel dicembre dell’anno scorso. Altro che i 150 euro a persona promessi!
Insomma, se il duplice obiettivo era sostenere il commercio tradizionale e, attraverso un meccanismo che ricorda molto vagamente il “contrasto di interessi” in vigore in altri Stati, favorire i consumatori, allora abbiamo già chiaro l’esito: non raggiunto. E visto che tale provvedimento sarà in vigore ancora per un altro anno e mezzo fino alla fine del primo semestre 2022, con una dotazione finanziaria di ulteriori 4,1 miliardi, addirittura e in modo del tutto inopportuno proveniente dalle risorse del Recovery Fund, la lettura attenta di questi primi indicatori di risultato consiglia di abbandonare una volta per tutte le logica dei microbonus che hanno già dimostrato la propria inefficacia, impiegando risorse così ingenti per misure strutturali e che abbiano davvero un impatto sull’economia reale del nostro Paese, a cominciare da un non più rinviabile taglio delle tasse per imprese e famiglie”.
Lo afferma in una nota Carlo Giacometto, deputato di Forza Italia e componente della Commissione Finanze

Tav, Casolati (Lega): “ideologismo grillino non ferma il cantiere”

“Con la votazione in commissione Trasporti al Senato del parere sul contratto di programma sulla sezione transfrontaliera della Torino-Lione, e più compiutamente della Kiev-Algeciras, la via che porta al completamento dell’opera è ben tracciata, nonostante la codardia politica dei Cinque Stelle, assenti durante il voto.

Ancora una volta, ciò che è rimasto di quella forza che doveva rivoluzionare la politica italiana, va contro gli interessi del Paese, trincerandosi dietro il peggior ideologismo ambientalista a fasi. alterne. Sappiano, però, che il Paese fa volentieri a meno delle loro incapacità: grazie al voto della Lega e del centrodestra, 90 milioni di euro per le opere compensative arriveranno in provincia di Torino, destinati a quei comuni che hanno subito disagi, sommandosi agli ottomila posti di lavoro che il cantiere svilupperà sul territorio. A questa iniezione di fiducia e lavoro, deve però accompagnarsi una reale tutela fisica delle maestranze coinvolte e delle Forze dell’Ordine poste a difesa del cantiere dalle intemperanze di violenti e sconfitti dalla Storia che si oppongono ai lavori, come accaduto lo scorso 13 dicembre. Il ministro Lamorgese comprenda la necessità e provveda a definire un piano organico e definitivo di protezione, che permetta la speditezza dei lavori, perché il Piemonte e i suoi abitanti possano dotarsi di una infrastruttura moderna e funzionale capace di rilanciare la regione nella ripartenza post-Covid”.

Così la senatrice piemontese della Lega Marzia Casolati

Marello (pd): «La maggioranza ha in mente piste ciclabili al posto dei binari”

Respinto con il parere contrario della Giunta Cirio e della maggioranza di centro-destra un Ordine del Giorno sul “Ripristino delle corse ferroviarie sospese e nuove strategie di potenziamento del servizio”.

 

E’ stato respinto, con il parere contrario della Giunta e il voto contrario della maggioranza di centro-destra, l’Ordine del Giorno numero 404 sul “Ripristino delle corse ferroviarie sospese, cessazione della politica di tagli e progettazione di nuove strategie di potenziamento del servizio ferroviario post-Covid” presentato dal Consigliere Maurizio Marello in qualità di primo firmatario.

Messo in discussione per la prima volta nella seduta del 22 dicembre, l’Odg fu formulato a settembre quando la Giunta aveva rinnovato la sospensione di tratte ferroviarie in diverse aree del Piemonte confermando i tagli effettuati durante la prima fase dell’emergenza Covid.

«In esso ponevo obiettivi semplici ma fondamentali», ha spiegato il Consigliere Marello, «come quello di fermare la politica di tagli in corso in grado di allontanare sempre più i cittadini dal servizio ferroviario: da poco in diverse province piemontesi erano state sospese alcune tratte. Chiedevo poi di revocare la sospensione di linee già avviata nel 2012 quando la Giunta Cota fece una serie di tagli molto pesanti interrompendo collegamenti importantissimi (un esempio su tutti è la linea Alba- Asti- Nizza- Milano chiusa in quell’anno e che oggi necessita di interventi strutturali ma è strategica in quanto potrebbe garantire un collegamento tra Cuneo a Milano). Un ultimo aspetto sul quale vorrei porre l’accento è relativo a quanto la vicenda del Covid stia mutando il sistema della mobilità e per questo sia necessario porre mano a una visione complessiva: il presente e il futuro richiedono nuove strategie».

«Avevo chiesto perciò alla Giunta uno sforzo per cessare la politica dei tagli e cercare nuove opportunità: appello che è caduto nel vuoto », ha proseguito il Consigliere, «Mi colpisce il fatto che il contenuto di questo Odg sia stato, in campagna elettorale, patrimonio di tutte le forze politiche che oggi siedono in Consiglio Regionale e che, all’atto di suggerire linee programmatiche che vadano nella direzione del rafforzamento e dello sviluppo ferroviario, purtroppo si sia giunti ad un voto contrario dei consiglieri della Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia ».

Dello stesso avviso i colleghi Consiglieri Pd Monica Canalis e Alberto Avetta che hanno ricordato la triste sorte delle tratte Pinerolo-Torre Pellice e Chivasso -Asti da tempo abbandonate: «La Giunta regionale sembra fare una scelta molto precisa di sacrificio del trasporto ferroviario», hanno commentato, «Il treno è il mezzo di trasporto più sostenibile e rispettoso dell’ambiente».

«Non possiamo più accettare giustificazioni esclusivamente di tipo economico su questa tematica considerata l’importanza vitale di riaprire le linee sospese», ha aggiunto infine il Consigliere Ivano Martinetti (MoVimento 5 Stelle).

«Chi governa oggi il Piemonte ha gettato la maschera», ha concluso amaramente Marello, «Altro che riaprire le linee sospese come la Alba-Asti-Nizza, la Bra-Cavallermaggiore o la Saluzzo-Savigliano, solo per citarne alcune. Altro che potenziare il treno. Lor signori che ci governano, in testa l’Assessore ai trasporti Marco Gabusi, hanno in mente l’esatto contrario: piste ciclabili al posto dei binari e pullman in luogo dei treni. Da parte nostra, tuttavia, lotteremo per impedire questo scempio».

“A Chieri Regione e Trenitalia per un vero confronto”

CHIERI-RIVAROLO. SICCHIERO: “PARTITI CON IL PIEDE SBAGLIATO”     Il sindaco di Chieri Alessandro Sicchiero solleva sette questioni: “Un vero sgarbo istituzionale essersi ‘dimenticati’ di invitare il Sindaco di Chieri alla stazione di Chieri! Ora un vero confronto con i sindaci della nostra area, i pendolari e i cittadini.”

 

«Il subentro di Trenitalia nella gestione della linea ferroviaria Sfm1 Chieri-Torino-Rivarolo è un evento molto atteso da lavoratori pendolari, studenti e utenti del chierese, che per anni hanno sopportato ritardi, disservizi ed inefficienze del trasporto pubblico locale.

 Per questo sono profondamente dispiaciuto dal fatto di non aver potuto dare ufficialmente il benvenuto a Trenitalia alla stazione di Chieri la mattina del 1 gennaio. Sarei stato ben felice di accogliere il direttore generale di Trenitalia, l’ing. Marco Dalla Monica, e i sindaci del Canavese che il Presidente della Commissione Trasporti del Consiglio regionale, Mauro Fava, ha ritenuto di coinvolgere nell’iniziativa. Purtroppo non sono stato invitato, e non ho potuto fare gli ‘onori di casa’, nonostante la ‘casa’ in questione fosse la stazione della nostra città. Uno sgarbo istituzionale che non ha giustificazione alcuna. Non è così che ci si comporta.

Quello della Sfm1 è un tema di interesse generale, che richiede una costante interlocuzione con le amministrazioni locali e con i comitati dei pendolari, invece l’iniziativa del consigliere Mauro Fava si è rivelata una semplice passerella.

Si è iniziato con il piede sbagliato. Pertanto, come ho già avuto modo di fare a metà dicembre all’incontro di Rivarolo, rinnovo a Trenitalia e alla Regione Piemonte l’invito a venire a Chieri per un vero confronto con i sindaci della nostra area, i pendolari e i cittadini.

Vogliamo sperare che i nuovi treni “Pop” da ieri in servizio sulla linea Sfm1 siano solo il primo passo verso nuovi investimenti ed interventidopo tante promesse non mantenute, ci attendiamo un netto, rapido e tangibile cambiamento rispetto alla precedente gestione di GTT, così da fare della Chieri-Torino-Rivarolo una vera linea metropolitana che ‘cuce’ Torino con una parte rilevante del territorio metropolitano, il chierese e il canavese.

Restano, però, non poche questioni che devono essere definite. Ovvero:

1.il completamento del nodo di Settimo Torinese: è fondamentale per il collegamento tra Canavesana e la Torino-Milano, e quindi per il rispetto degli orari: ci sono aggiornamenti?;

2.il completamento del sistema SCMT (sistema di controllo della marcia del treno) sulla linea del Canavese, che è fondamentale per tornare alla velocità di 105 km/h e quindi per il rispetto degli orari. Ci sono novità?

3.ulteriori nuovi treni promessi con maggiore capienza: quando entreranno in funzione?

4. fino ad oggi i treni nella tratta del Canavese finivano in un “buco nero”, nel senso che non erano tracciati e non si sapeva se arrivavano in orario o in ritardo. Con Trenitalia sarà risolto questo problema?

5.con la nuova gestione, miglioreranno le condizioni di accessibilità per le persone con disabilità? Oggi, ad esempio, a Chieri le persone con disabilità possono salire autonomamente sui treni solo da uno dei due binari, quindi possono prendere un treno sì e uno no;

6.i Comuni del Chierese avevano approvato un ordine del giorno rivolto alla Regione Piemonte, per riattivare la fermata di Madonna della Scala, al confine tra Chieri, Cambiano e Pecetto, per promuovere una mobilità più sostenibile. Ci sono novità in proposito?

7. come Comune abbiamo investito molte risorse per il nuovo parcheggio dietro la stazione, e per realizzare la ciclostazione (bike box), con l’obiettivo di favorire l’uso del treno. Ora anche gli altri attori del sistema devono fare la loro parte, garantendo un servizio all’altezza delle aspettative e delle necessità dei nostri territori.

Di tutto questo, e di altro, vorremmo parlare quanto prima con Trenitalia, Regione Piemonte e Agenzia della Mobilità».

Meritocrazia Italia: “No a nuove segnalazioni bancarie”

Dall’1 gennaio 2021 entra in vigore la nuova definizione di default prevista dal Regolamento europeo n. 575/2013 e relativa ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento.

 

I criteri di classificazione dei clienti a fini prudenziali da parte di banche e intermediari finanziari saranno più stringenti rispetto a quelli finora previsti. Il senso è quello della maggiore armonizzazione normativa, ma, a conti fatti, rispetto ad altri Stati membri l’Italia sconterà forti penalizzazioni.

I principali cambiamenti prevedono che le banche definiscano automaticamente inadempiente il cliente privato, il libero
professionista o la piccola-media impresa che abbiano un arretrato da oltre 90 giorni nel pagamento di una obbligazione
concessa dall’istituto di credito. L’importo di tale arretrato dovrà soddisfare contemporaneamente due condizioni: essere
superiore sia, in valore assoluto, a 500,00 euro per le imprese o 100,00 euro per i privati, e sia all’1% del totale delle
esposizioni verso la banca.

Non sarà più possibile la compensazione degli importi scaduti con altre linee di credito non utilizzate, e si seguirà la logica
secondo la quale ogni concessione, ancorché prestata al medesimo cliente, dovrà venir considerata a sé stante e valutata
separatamente rispetto all’intero assetto delle concessioni utilizzate dallo stesso. Sì che ciascuna concessione dovrà essere
ben ponderata prima di essere sottoscritta non solo da chi la concede ma anche e soprattutto da chi la richiede, atteso il
potenziale livello di rischio.

Inoltre, in caso di rapporti co-intestati (conti correnti o mutui), il default coinvolgerà tutti gli intestatari (c.d. contagio del
default).

È certo che i destinatari sono (e saranno) chiamati a significativi interventi in termini di governance – attraverso l’adozione di
modelli di early warning che anticipino l’evento di default e intercettino in modo più tempestivo i segnali negativi, contenendo
gli effetti del deterioramento – sia in termini di processo, per un costante e tempestivo monitoraggio delle diverse posizioni
creditorie e di audit.

A prova del forte impatto della nuova definizione di default sull’operatività, da uno studio effettuato da Assifact emerge che il
25% delle esposizioni verso le imprese, il 30% delle esposizioni verso le amministrazioni pubbliche centrali, il 63% delle
esposizioni verso le amministrazioni locali e addirittura il 94% delle esposizioni verso gli enti del settore sanitario nazionale
dal 1° gennaio 2021 verrebbero classificate tra i crediti deteriorati (Npl), per un valore stimabile tra i 7,6 e i 12 miliardi di
euro.

Il timore, diffusamente avvertito e non infondato, è che le nuove norme frenino i percorsi di inclusione finanziaria.
Ciò sarebbe gravissimo soprattutto perché mortificherebbe le speranze di una prossima uscita dalla crisi economica in corso
e del rilancio dell’attività d’impresa. Sarebbe come aggiungere acqua a un annegamento in corso.

Compresa la necessità di uniformare il sistema bancario e finanziario ai principi della vigilanza equivalente e della neutralità
normativa, ma considerato il rischio che ulteriori restrizioni affatichino la ripartenza, Meritocrazia Italia richiede la
temporanea disapplicazione della definizione di default e di tutte correlate le conseguenze tecniche, a iniziale
beneficio di aziende e privati cittadini e successiva utilità della Comunità nel suo insieme.
Meritocrazia propone altresì:

– una più ragionevole soluzione interpretativa delle regole dettate in materia di rischio di diluizione; in concreto,
l’applicazione del principio generale secondo il quale per la classificazione a default occorre la continuità dello scaduto su una
singola obbligazione creditizia per oltre 90 giorni dovrebbe aver conto anche delle peculiarità del credito commerciale (la cui
esigibilità cambia, soggetta a clausole, termini e condizioni inserite nei contratti di fornitura);

– maggiore impegno nello sviluppo e nell’adozione dell’invoice fintech (soluzioni tecnologiche applicate all’invoice
finance, a supporto della cessione del credito) a livello mondiale, identificando i casi di successo delle start-up innovative e gli
esempi virtuosi di collaborazione fra queste e gli operatori del mercato, al fine di intercettare e interpretare i trend, con
particolare focus sulla supply chain finance.

Fino a quando gli istituti di credito saranno gli unici soggetti preposti a sostenere gli investimenti e lo sviluppo delle piccole
imprese, non potrà non darsi prioritario rilievo al ‘merito’ sulla reale sostenibilità economica e finanziaria delle richieste di
credito, tenendo conto del progetto imprenditoriale e delle reali prospettive di crescita.

Meritocrazia Italia suggerisce azioni che possano riabilitare il credito, rendendolo accessibile a tutti, invece di nuove chiusure
che andranno ad amplificare il disagio sociale e quindi la povertà.

Meritocrazia Italia
Il Presidente Walter Mauriello

Vaccini, FI: “Gli italiani chiedono chiarezza”

Il governo e il commissario “a tutto” Domenico Arcuri stanno affrontando la vicenda decisiva dei vaccini con il gioco delle tre carte.

Tanto per chiarire: quando si dice che in Italia sono arrivate 470 mila dosi, che cosa si intende? Che sono arrivate 94 mila fiale del vaccino Pfizer-Biontech, poiché da ogni fiala si ricavano 5 dosi, oppure che sono arrivate 470 mila fiale, e dunque disponiamo di 2 milioni e 350 mila dosi del vaccino? Con quali ritmi i circa 300 luoghi individuati per la vaccinazione riescono a somministrare il vaccino? E quando il governo e il commissario ritengono di poter impiegare i 15 mila professionisti selezionati per le vaccinazioni? Queste e mille altre domande avrebbero dovuto trovare risposta in un piano di vaccinazione mai da nessuno predisposto. Tranne la spesa folle dei gazebo “primula” (poi a meravigliarci per la diffidenza dell’Europa sulla vocazione italiana allo sperpero!), tutto il resto è scritto sull’acqua. Per favore, vuole il presidente del Consiglio richiamare il commissario Arcuri e caldeggiare l’immediato ritiro dei gazebo primula? E magari procedere, con il risparmio di una spesa a tutti sconosciuta, tranne che ad Arcuri, ad acquistare altre dosi del vaccino come ha saggiamente fatto la Germania?

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Clima, Grimaldi (LUV): “Piemonte negazionista, buono solo a copiare la Lombardia”

 “Capace solo  a inventarsi deroghe ai protocolli sulla qualità dell’aria”

“Siamo concertati e stupiti, questa Giunta persegue le finalità della qualità dell’aria sempre al contrario, facendo solo l’opposto di quello che può essere utile. Quando si parla di ambiente, la deroga è l’unica ossessione della destra: davanti al giudizio universale climatico in cui l’uomo è parte in causa avremmo invece bisogno di tutte le nostre energie, forze ed intelligenze per una riconversione ecologica dell’economia. Ogni anno l’UE ci sanziona pesantemente per la nostra incapacità di rispettare le leggi europee e nazionali, eppure nulla scalfisce le convinzioni sbagliate di questa Giunta. Glielo diciamo una volta di più: i mezzi privati contribuiscono pesantemente all’inquinamento della nostra aria” – è il commento di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione.

“Quella nuvola grigia che sta sopra le nostre teste è causa di quasi 3 mila e 700 decessi l’anno connessi alle PM 2.5, per non parlare dei numerosi studi che mettono in correlazione l’inquinamento con gli effetti dell’epidemia Covid eppure, invece di cambiare rotta, copiamo le scempiaggini messe in atto dalla Lombardia, una regione che per qualità dell’aria, per qualità della vita e per la gestione sanitaria non ha nulla da insegnare a nessuno, come il Covid ha dimostrato. A questo proposito – prosegue Grimaldi – non si capisce perché la Giunta spenderà 690 mila euro (di cui 250 mila pagati alla Regione Lombardia) per un progetto, realizzato da una S.p.A. lombarda e su cui la nostra Regione non ha alcun controllo, per monitorare attraverso un software la reale percorrenza dei veicoli che per legge dovrebbero stare fermi e per cui è prevista la deroga”.

“Pensiamo che questa Giunta non capisca il contesto in cui siamo immersi e utilizzi strumentalmente e in modo vergognoso la povertà: la destra non ha messo un euro nel bilancio regionale per aiutare le persone più fragili, ha bocciato tutti i nostri emendamenti per gli indigenti o coloro i quali, ancora più dopo questa pandemia, hanno bisogno di aiuto eppure, quando si parla di qualità dell’aria, la destra scopre i poveri che non possono cambiare l’auto diesel. La transizione ecologica ha dei costi – conclude Grimaldi – occorre mettere in relazione la giustizia ecologica e quella sociale; pertanto, se crediamo che esista una responsabilità sociale d’impresa, possiamo sostenere che quella transizione debba essere sostenuta anche da quei privati che hanno fatto profitti sulle disuguaglianze e sulle ingiustizie”.

“Primarie Si, primarie No, Primarie fantasma!”

“La cera si consuma, la processione non cammina, antico detto meridionale ma le primarie vanno fatte a fronte della scelta del candidato a sindaco, da presentare ai torinesi attraverso una proposta politica convincente ed efficace per il rilancio della città”. Dichiarano  così la Co-portavoce Regionale dei Verdi-Europa Verde Piemonte Tiziana Mossa  e i Commissari dei Verdi-Europa Verde Torino Angela Plaku e Antonio Fiore che hanno aggiunto:


“Intanto il tempo passa e il centrosinistra rischia così di perdere quel margine di vantaggio acquisito, per non lasciare in mano Torino ad una destra a trazione Leghista mascherata di civismo. 
Noi Verdi-Europa Verde stiamo contribuendo insieme alle altre forze politiche della coalizione di centrosinistra  a costruire il programma,  portando proposte e idee che hanno incontrato il favore generale ed abbiamo provato disciplinatamente a evitare contrapposizioni proprio per essere d’aiuto a comporre il miglior mosaico possibile per la Torino di domani; semplicemente pretendendo il migliore assetto per Torino, possibilmente  rinnovato nei metodi e nei contenuti, proprio per questo occorre fare le Primarie!”

Igor Boni di +Europa, ufficialmente candidato alle primarie aggiunge: “l’unico sondaggio che c’è  da fare è quello di dare la parola ai torinesi per scegliere quale storia politica e quale progetto per Torino abbiano la forza per vincere contro la peggiore destra del dopoguerra. Questo tira e molla deprime le energie, e la pazienza e la responsabilità che ci stiamo mettendo non sono infinite. Per quanto mi riguarda continuerò cin ancora più determinazione di prima a parlare di ambiente e di imprese, di trasporti e di alleanze, di una politica nobile che possa battere populisti di ogni colore”.

Gli esponenti di Europa Verde e di +Europa hanno insieme concluso:
“Circa tre mesi a dibattere di primarie sì primarie no: fanno invece testo le paginate locali dei quotidiani che annunciano candidature per bocca di illustri personaggi del passato e del presente?
Fanno testo le decisioni a cui faticosamente anche noi abbiamo cercato di concorrere per costruire una coalizione coesa e di servizio alla città o i tavoli di confronto non contano nulla?”

Rossi (Pd): “Un piano per l’economia circolare”

Approvata all’unanimità la mozione del consigliere democratico Domenico Rossi

Dopo oltre un anno dalla sua presentazione, il Consiglio Regionale ha approvato , all’unanimità, la mozione presentata dal Consigliere Domenico Rossi nel novembre 2019 con la quale si chiede che il Piemonte si doti di un Piano Regionale per la Bioeconomia e l’economia circolare “Un atto importante che non deve rimanere sulla carta, bensì aprire un periodo di transizione e trasformazione. Per questo lavoreremo da oggi in poi” commenta il consigliere, portavoce del gruppo PD nella Commissione Ambiente.

“Si tratta di un atto fondamentale – prosegue Domenico Rossi – che ci mette nella condizione di coniugare crescita economica e tutela ambientale. Il modello economico lineare, fondato sullo sfruttamento delle risorse naturali, non è più sostenibile. Abbiamo il dovere di promuovere un’economia giusta, che produca lavoro, crescita, ma minori emissioni di CO2, meno consumo di materia prima e rifiuti. Si tratta, inoltre, di un settore ad alto potenziale. L’Alleanza per l’economia circolare stima che al 2030 si possa raggiungere il 7% di maggiori investimenti con una diminuzione del 10% dei costi, del 17% di emissioni, ma con 700.000 mila posti di lavoro in più”. L’ultimo rapporto Intesa Sanpaolo-Assobiotec stima il fatturato del settore in 328miliardi di euro e la Strategia Nazionale sulla Bioeconomia si pone l’obiettivo di aumentare le performance del 15% entro il 2030

“L’Europa e l’Italia – prosegue il primo firmatario – hanno avviato da tempo consistenti programmi di investimento nel settore, per questo motivo elaborare una strategia e livello regionale significa anche prepararsi per intercettare risorse importanti; basta pensare al Green New Deal o al Next Generation UE. Significa, inoltre, valorizzare le tante eccellenze già presenti nella nostra regione che rappresentano punti di riferimento a livello internazionale, con le quali mi auguro la Regione vorrà costruire il piano piemontese. Le trasformazioni epocali di questo tipo non si improvvisano, ma vanno accompagnate”. Il rapporto OCSE The Bioeconomy to 2030: designing a policy agenda” attribuisce alla bioeconomia la capacità di imprimere una vera e propria spinta propulsiva verso una nuova “rivoluzione industriale”.

“L’approvazione all’unanimità di questo atto di indirizzo – aggiunge il capogruppo del Partito Democratico Raffaele Gallo – ha un importante significato politico. Questa giunta ha dimostrato in questo primo anno e mezzo di governo di avere significative carenze sul piano della programmazione riducendo spesso la sua azione ad interventi puntuali, fuori da una visione globale. Siamo contenti di poter essere d’aiuto in tal senso rispetto ad un tema su cui si gioca una parte importante del futuro della nostra regione”. 

Come mettere in atto gli impegni contenuti nella mozione? “Al settore pubblico e alla politica spetta il compito di guidare la transizione da un’economia lineare ad una circolare anche creando i presupposti per la crescita culturale necessaria allo sviluppo di questi nuovi paradigmi” spiegano i consiglieri Dem evidenziando che “per caratteristiche e vocazione, il Piemonte può essere un’ideale piattaforma per il comparto e quindi è necessario, in primis, partecipare attivamente al Tavolo Nazionale per la Bioeconomia. Su quel modello occorre, quindi, crearne uno a livello regionale dove le eccellenze del mondo dell’università e della ricerca, oltre alle aziende leader che hanno sede nel nostro territorio, possano contribuire a mettere nero su bianco un piano regionale per la bioeconomia e l’economia circolare al fine di facilitare la nascita di un ecosistema dove le diverse parti comunichino tra di loro per un obiettivo comune e con visione sistemica”.