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Magliano: “Superiori: rinvio scuola e è conseguenza di tempo perso ed errori”

La didattica a distanza, soluzione di emergenza, non deve diventare la norma: permettiamo ai nostri studenti, vera e grande risorsa del nostro Paese, di tornare in presenza. Rilevo gravi responsabilità da parte della politica: occasione e tempo persi.

Ancora rinviato il rientro a scuola per gli studenti delle Superiori: è prevista – al netto di sempre possibili aggiornamenti – per lunedì 18 gennaio la riapertura delle Scuole Secondarie di secondo grado. Mi associo alle richieste che da più parti – a partire dagli stessi studenti e dalle sigle sindacali – giungono per un ritorno a scuola in presenza e in massima sicurezza. Le lezioni in presenza sono fondamentali per la crescita dei ragazzi. Se oggi le scuole sono ancora in parte chiuse è anche per colpa del tempo perso e delle occasioni mancate dalla politica. Gli studenti dai 14 ai 18 anni pagano il prezzo più alto, così come le loro famiglie, di questa situazione. Da convinto sostenitore della didattica in presenza, continuo a parlare di occasione persa. L’unica cosa che mi interessa è il futuro dei nostri giovani, vero e unico capitale del nostro Paese.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Sogni di inizio anno per una politica di competenti

Parte in salita questo 2021. Lo sciamano arrestato si schermisce: perché mi arrestate? me lo ha ordinato Trump  di occupare il Campidoglio.

La Meloni sostiene che tra Trump  e Biden appoggia quest’ultimo. Non ci credo. Mente sapendo di mentire e Salvini si presenta al processo a Palermo inneggiante Paolo Borsellino. Cattivo gusto.  Con Matteo Renzi che non si capisce dove vuole andare a parare. Si dice che voglia fare il Ministro della Difesa per poi essere candidato a Segretario della Nato.  Messa così semplicemente impossibile. Anche noi a Torino non siamo messi bene.  Mauro Salizzoni ha varcato il Rubicone : si candida.  Benissimo. Ma con chi? Vista così, per ora ha un po tutti contro. Persino il Chiampa dice che sosterrà Lo Russo. Ed il sondaggista  per eccellenza Mimmo Portas precisa:  il sondaggio che li vede vincenti e è farlocco. Insomma, fatto apposta. Mauro Salizzoni, comunque è un candidato perfetto con un unico difetto: ammicca ai cinque stelle. Non sa che portano sfiga? Altra domanda: chi glielo fa fare? Forse chi lo ispira . Credevo che il suo consigliere fosse il Chiampa. Scopro che appoggia l’altro contendente . Allora che succede? Il Chiampa-Appendino? Visto così Salizzoni lo stanno bruciando.  Suggerisco al Pd se mai vincesse di scegliere come assessore alla viabilità una professoressa del politecnico di Torino.
Si chiama La Pietra. Da, so perfettamente di essere provocatorio. Ma insisto, questo è il punto per il centro sinistria.  Che fare e  soprattutto che farsene dei pentastellati.   Continuo nel suggerire una unica possibilità: ignorarli.  Ha chiaramente capito l’ antifona la Frediani, consigliera regionale e noTav convintissima. Esce dai cinque stelle ma per quattro anni si becca il lauto stipendio regionale. Chiamala stupida. Una decina di anni fa, mia figlia Sara mi ha regalato una maglietta con su scritto: fare il papà è un duro lavoro ma qualcuno lo deve pur fare. Chiaro nella metafora? Cerco di spiegarmi meglio. Il Mondo ha bisogno di padri che , con esperienza ed un minimo di saggezza governino. Sia ben chiaro padri democraticamente eletti. Pensate se Trump avesse vinto ancora.
Eletti con opportuna verifica sul loro operatoro.  Sul loro buon senso e sulle loro competenze. Da Torino a Roma . Da Roma a Bruxelles per arrivare a Washington passando per Mosca e Pechino. So perfettamente di sognare. Fu un mito giovanile e scolastico il controllo dell’Uomo sulla sua Storia. E per una volta datemi il permesso di tornare ai sogni giovanili. Già, come si dice la speranza è l’ultima a morire.  Ed io all inizio di quest’anno ho voglia di sognare e sperare in un altro mondo partendo dalla mia Torino.  Appunto speriamo.
Patrizio Tosetto

Pd: “Sulla web tax solo propaganda”

“La Lega lamenta la bocciatura da parte della maggioranza Pd a Settimo di un ordine del giorno a sostegno della proposta di legge al Parlamento per l’introduzione di una Web Tax, messa a punto dalla Regione Piemonte.

Peccato che con l’ipotesi di prevedere una tassa piemontese per Amazon Cirio e la sua Giunta abbiano portato in scena l’ennesimo bluff. E’ il centrodestra a prendere in giro i commercianti piemontesi e il Partito Democratico sta cercando di evitare che la beffa si protragga e si estenda ad altre sedi. Cirio si occupi del Piemonte e lasci che la web tax si affronti nelle sedi opportune: a livello nazionale e europeo!” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Non è la regione Piemonte che può imporre una tassazione alle vendite on-line, – incalza Caterina Greco, Segretaria PD del Circolo di Settimo Torinese – ma lo può fare solo lo Stato in accordo con le norme dell’Unione Europea in materia. Men che meno lo può fare un piccolo comune come Settimo Torinese che è stato chiamato ad esprimersi con la presentazione di questo odg copia e incolla e presentato in ogni comune piemontese dove la Lega ha rappresentanti eletti. Se la Regione Piemonte a guida leghista fosse stata competente ad approvare una qualsiasi tassa in tal senso immagino che a quest’ora lo avrebbe già fatto senza dover chiedere l’aiuto al Comune di Settimo Torinese. Non appoggiare un’iniziativa di questo tipo è una scelta non solo politica ma è una scelta di buon senso in quanto questa proposta non porterà nessun effetto concreto e nessun concreto aiuto alle nostre realtà commerciali colpite così pesantemente dalla crisi pandemica.

“Nel nostro piccolo, grazie al lavoro e alla costante presenza del nostro assessore al commercio Chiara Gaiola, abbiamo fatto tantissimo per sostenere il commercio locale con risorse vere e dedicate. A partire dalla riduzione e in alcuni casi con la sospensione della tariffa rifiuti per le categorie commerciali colpite dalle chiusure per contrasto alla pandemia covid. A seguire con la valorizzazione dell’area centrale con l’apertura di due nuove isole pedonali e un mercatino settimanale degli agricoltori. Poi con l’allestimento delle luci e degli alberi di Natale per creare atmosfera natalizia e dare più luminosità alle nostre strade. Con l’iniziativa dei buoni per sostenere il commercio locale e comprare a Settimo e supportata dalla fondazione ECM. E con altre iniziative che saranno realizzare nel corso di quest’anno 2021 e che interesseranno il quartiere Borgo Nuovo. Se invece di occuparsi di comunicazione social per promuovere se stessa, la regione Piemonte promuovesse il commercio locale, le eccellenze piemontesi e il turismo locale, forse raggiungerebbe meglio i suoi scopi e farebbe un uso migliore del tempo e delle proprie prerogative istituzionali, non occupandosi di far presentare odg nei comuni per perorare cause perse in partenza” afferma Caterina Greco.

“Ricordo alla Lega – prosegue Gallo – che l’unico partito che si è occupato con serietà della web tax è stato il Pd che l’ha introdotta, un anno fa, a livello nazionale. Quindi, non prendiamo lezioni da nessuno! Inoltre, il Pd sta aprendo un dossier a livello europeo per prevedere una corretta applicazione di questa tassa in tutti i Paesi dell’UE: il nostro impegno è concreto e non fatto di chiacchiere sterili”.

“Per cambiare Torino una forte credibilità politica e umana“

Comunali Torino; Liberi e Uguali, Articolo Uno, Sinistra Italiana e Possibile: ” la battaglia con le destre sarà molto dura”.

“Per mettere in campo progetti ambiziosi e radicali serve innanzi tutto una credibilità umana e politica che sconfini oltre la propria parte, perché siamo consapevoli che la battaglia civile contro il candidato delle destre sarà molto dura. Ci sarà bisogno di tutta la nostra forza per non lasciare Torino nelle mani dei benzinai d’odio. Non sarà certo la rivincita del 2016, sarà tutta un’altra partita” – è il commento di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione, Matteo Cantamessa, Articolo Uno Torino, Elena Chinaglia, Sinistra Italiana Torino e Francesca Druetti, Possibile Torino, in merito alle candidature per il centro-sinistra a Sindaco di Torino.

“Un mese fa, dopo la disponibilità di Mauro Salizzoni, ho provato a dire perché, secondo il nostro punto di vista, quella candidatura aveva più chance di altri. Vorrei però che fosse chiaro un punto – precisa Grimaldi: il sondaggio odierno mi pare dica ancora più plasticamente che, per il futuro della nostra città, possiamo scegliere nomi capaci di allargare il nostro consenso anche al di fuori del campo del centro sinistra, ma di certo non possiamo puntare su candidature che lo restringono e che non possono nemmeno giocarsi la partita al secondo turno”.

“Continuiamo a pensare – proseguono gli esponenti della sinistra torinese – che all’interno di questa pandemia sarebbe meglio scegliere un candidato o una candidata che possa subito mettersi al lavoro per scrivere il progetto per il futuro della nostra città. Per farlo insieme a chi ha progetti ambiziosi, a chi si batte per la giustizia sociale e ambientale, a chi non vuole più che Torino sia la capitale della deindustrializzazione e delle cassa integrazione, del lavoro povero e sottopagato, della disoccupazione giovanile e delle smog city italiane; a chi ha in mente una città modello per la sua qualità della vita. Se non si troveranno gli spazi per una sintesi – concludono Grimaldi, Cantamessa, Chinaglia e Druetti – l’unica alternativa sono le primarie, trovando le modalità per farle in sicurezza”.

Gallo (Pd): “Da Cirio nessuna prospettiva per il futuro”

“Nella calza della Befana  promesse vuote”

 “La calza della Befana che il Presidente Cirio ha regalato ai piemontesi è piena di promesse vuote e critiche al passato e priva di contenuti” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Cirio ha ragione quando dice che il 2020 è stato un anno complicato, ma l’azione della sua Giunta è stata fallimentare: la gestione della prima fase della pandemia è stata disastrosa, ma quella della seconda ondata, nonostante tutti i nostri inviti ad arginarla in anticipo, è stata ben peggiore: scarsità di tamponi, terapie intensive al collasso, confusione nella gestione dei contagi. Il Riparti Piemonte che avrebbe dovuto rilanciare la nostra Regione, prostrata dalla pandemia, è stato un fuoco di paglia e si è distinto per la scarsità di risorse: circa 150 milioni e non certo i 700 milioni annunciati da Cirio” precisa Gallo.

“La sanità che Cirio ha ereditato – prosegue Raffaele Gallo – è decisamente migliore di quella che lui ha lasciato, come componente della Giunta Cota, all’amministrazione Chiamparino: invece di un piano di rientro si è ritrovato con un imponente piano di investimenti per l’edilizia sanitaria; anziché il blocco delle assunzioni, lo sblocco del turn-over e le prime politiche di potenziamento del personale; politiche che non hanno risolto tutti i problemi del Piemonte, ma hanno portato la nostra regione sul podio della classifica dei Livelli essenziali di assistenza nazionali. Questo continuo scaricare i problemi sul passato, dopo più di un anno e mezzo di legislatura, è stucchevole.  Per il Presidente Cirio è giunto il tempo di smettere di lamentarsi e cominciare, invece, a governare il Piemonte così da provare a risolvere alcuni dei molti problemi che interessano i piemontesi”.

“La politica della Giunta Cirio – conclude Gallo – si è contraddistinta per la mancanza di una visione e per l’incapacità di prevedere interventi con un’efficacia a lungo termine: contributi una tantum a pioggia non servono a far ripartire il Piemonte, ma sono semplici cure palliative. Purtroppo, da quello che abbiamo sentito, non crediamo che nel 2021 il centrodestra potrà dare al Piemonte nulla di più che slogan come in questo anno. I nostri cittadini invece meritano misure concrete di sostegno e di rilancio per far ripartire l’economia e tutelare le fasce più vulnerabili della popolazione”.

Stellantis, Italexit: “Colpevole silenzio del Governo italiano”

“IL FUTURO DI TORINO È IN PERICOLO”


Con la fusione tra FCA e PSA finalmente gli Agnelli riescono ad abbandonare una volta per tutte il settore automotive: formalmente saranno gli azionisti di maggioranza, ma nella stanza dei bottoni si muoveranno in prevalenza i dirigenti francesi.

I mercati finanziari hanno accolto con entusiasmo la novità spingendo verso l’alto il valore delle azioni dei due gruppi. La ricaduta sulla città di Torino e sull’Italia rischia però di essere catastrofica: l’azienda ha già deciso che la sede legale sarà in Olanda, i fornitori italiani saranno sostituiti in buona parte da quelli francesi e la produzione dei nuovi modelli del segmento B (il più importante in Europa) avverrà in Polonia. Torino diventerà quindi una delle tante sedi periferiche, con Mirafiori ormai ridotta a “mascherinificio di Stato”. Conte e Gualtieri, nel frattempo, restano in silenzio infischiandosene delle ripercussioni sul nostro tessuto economico e sociale.
Italexit con Paragone considera questo atteggiamento irresponsabile e punta il dito contro il grave problema di fondo che ha sempre contraddistinto i rapporti tra le istituzioni e la più grande industria privata in Italia: quando la Francia ha salvato Peugeot dal fallimento ha preteso di entrare nell’azionariato e di esercitare un ruolo di primo piano nelle scelte dell’azienda; l’Italia, nonostante 250 miliardi di euro di finanziamento pubblico (diretto e indiretto) dal 1975 a oggi, non ha mai posseduto una singola azione di Fiat/FCA e anche il recente prestito garantito da 6 miliardi si è concluso con una pacca sulla spalla per non indispettire l’Unione Europea.
In questo momento storico non possiamo più permetterci il lusso di avere uno Stato che non vuole intromettersi nelle questioni private, soprattutto se sta usando soldi pubblici. La Costituzione pone la tutela dell’interesse generale al centro del nostro ordinamento: mettere a rischio il futuro di circa 90 mila dipendenti diretti di FCA, e altre decine di migliaia nell’indotto, è o non è un attacco frontale contro la collettività?
ITALEXIT CON PARAGONE – TORINO

Mpp: “Stellantis non sacrifichi l’industria dell’auto piemontese”

Caro direttore, il 2021 vedrà la nascita del quarto gruppo mondiale dell’automotive con Stellantis, società nata dall’unione tra FCA e PSA; la creazione di grandi gruppi di livello mondiale  èinevitabile per la sopravvivenza dell’industria automobilistica ma questa operazione pone diverse domande e suscita timori.

FCA ormai da tempo non è più un’azienda italiana, ha sede legale, decisionale e finanziaria all’estero e della Fiat che ha reso grande Torino, il Piemonte e l’Italia nel mondo resta ben poco.

L’operazione Stellantis, venduta alla stampa lo scorso anno come matrimonio alla pari con il gruppo PSA, nei documenti presentati alle autorità di finanziarie si configura per quello che in effetti è, una acquisizione di FCA ( col poco di italianità che restava) da parte di PSA che è partecipata direttamente dallo Stato francese, presente in forze nell’azionariato.

Il CDA di Stellantis avrà la maggioranza di consiglieri espressi dai francesi oltre all’amministratore delegato, mentre a FCA andrà la minoranza dei posti nel CDA, oltre ad una presidenza del gruppo sicuramente importante a livello di immagine ma poco influente sulle scelte gestionali del nuovo gruppo industriale.

Il timore è che le “sinergie” garantite da queste grandi fusioni si traducano in un taglio dei posti di lavoro e, considerata la presenza statale francese nel gruppo, non è difficile immaginare che eventuali tagli di personale vadano a colpire gli stabilimenti italiani.

Il settore automobilistico, tanto importante per Torino ed il Piemonte, è stato fortemente ridimensionato negli ultimi anni e l’ipotesi che lo Stato francese non ci pensi due volte a risparmiare licenziando in Italia non è tanto campata in aria.

E’ auspicabile che le Istituzioni locali piemontesi, oltre ovviamente al Governo nazionale, incontrino al più presto i vertici di Stellantis per tutelare i lavoratori italiani del nuovo gruppo industriale; un ulteriore ridimensionamento di quella che è stata la gloriosa Fiat sarebbe il colpo di grazia per l’industria automobilistica  piemontese.

 

Massimo Iaretti – consigliere comunale – Presidente MPP

Gigi Cabrino – consigliere comunale aderente a MPP

Locatelli, (Prc-Se): “Stellantis, troppa retorica sull’automotive”

“Senza ripresa dell’iniziativa dei lavoratori non c’è futuro garantito”

Quanta retorica insulsa accompagna la nascita di Stellantis, il quarto gruppo a livello mondiale dell’automotiv nato dalla fusione della casa automobilistica francese Groupe Psa e della casa automobilistica americana Fiat Chrysler Automobiles. A Torino, principale polo produttivo di Fca, facendosi vanto di una storia e di un indotto dell’automotive che non è di poco conto, istituzioni, industriali auspicano “che i nuovi progetti del gruppo siano e continuino a essere anche piemontesi e italiani, non solo perché lo vogliamo, ma perché l’eccellenza del nostro territorio ha le caratteristiche per meritarlo”. A seguire alcune organizzazioni sindacali “collaborative” che nel dirsi fiduciose di un aumento delle prospettive di crescita si impegnano a “convincere il nuovo gruppo delle grandi professionalità del nostro territorio”. Ottimismo fuori luogo. Da quando un colosso industriale si fa convincere dai meriti, dalle attese, dagli auspici di chi vorrebbe in qualche modo avere garanzie a livello territoriale e occupazionale? Le imprese globali fanno solo i propri interessi.

Il fatto è che il nuovo gruppo industriale nasce senza che il governo o le istituzioni locali abbiano svolto alcun ruolo riguardo la nascita del nuovo gruppo e le garanzie di tenuta produttiva ed occupazionale del territorio. Sono anni che governo e amministrazioni locali stanno alla finestra, si rimettono alle forze del mercato, agli interessi privati tranne poi fare gli scongiuri o confidare sulle buone intenzioni degli industriali. Basta con questo andazzo. Governo e istituzioni siano costretti, anche grazie e soprattutto sulla base di una ripresa dell’iniziativa delle lavoratrici e dei lavoratori, a battere un colpo, ad affermare il primato dell’interesse pubblico, a imporre garanzie produttive ed occupazionali.

Ezio Locatelli segretario provinciale Prc-Se Torino 

Boni e De Grazia: “Solo il regime cinese ha paura delle primarie”

Caro direttore,

Esiste un posto dove organizzare le primarie dei partiti democratici in vista delle elezioni è un reato. Si chiama Hong Kong. 52 arresti stamattina delle persone più in vista impegnate sulle primarie democratiche (sia come organizzatori che come partecipanti). Caro PD, le primarie a 10’000 chilometri da qui, sono viste come uno strumento democratico talmente forte, da ostacolarne in tutti i modi l’organizzazione. Ma uno strumento democratico di questo tipo può far paura solo a chi, come il regime cinese, per la democrazia, non ha alcun rispetto. Che dite, noi invece lo vogliamo usare serenamente questo strumento?

Igor Boni, presidente di Radicali Italiani

Patrizia De Grazia, coordinatrice dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta

 

Bertola e Frediani creano il gruppo “Movimento IV ottobre”

L’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Piemonte ha preso atto della costituzione del gruppo misto Movimento 4 ottobre.

Ne fanno parte i consiglieri Giorgio Bertola e Francesca Frediani, che hanno lasciato il gruppo Movimento 5 stelle.

Entrambi si sono qualificati consiglieri di opposizione.

La denominazione 4 ottobre fa riferimento alla data di costituzione del M5s.