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Meglio rinviare la resa dei conti

La cosa che stupisce maggiormente delle dimissioni di Nicola Zingaretti è che molti del PD, precisamente molti dirigenti, si sono stupiti. Ma non so, si parlano  prima ? Nicola Zingaretti è un bravo uomo. Lo si vede subito. Si è dimesso perché  tirato per la giacchetta e perché,  nella vita,  generalmente,  per fare bene un mestiere , bisogna fare un mestiere per volta. E Zingaretti faceva il segretario part-time. Anzi,  direi a tempo perso. Ed i non risultati si sono visti.

Unico consiglio che mi sento di dare agli amici del PD è di decidere chi sono e che cosa vogliono. Poi decidere chi deve gestire il tutto. Tanto faranno a modo loro. Sono circa 30 anni, gira e rigira,  e sono gli stessi. Per intanto,  ritorna la vecchia idea che il Toscanaccio  ( Renzi ) lanci la sua OPA sul PD.  L’80 % degli eletti deve l’ elezione a Lui. In verità Nicola Zingaretti è arrabbiato con tutti i suoi. E non lo manda a dire. Il termine giusto è esasperato. Indubbiamente ci sono piccolezze umane e ingordigia di potere. Ma come si diceva una volta , c’ è un problema di fondo. Il Pd non ha funzionato.  L’ amalgama tra Margherita e Ds non ha funzionato.  I Ds hanno poi perso verso sinistra e il centro ( democratico) ha perso a destra.  Ridetto in altre parole,  in Italia non c’è spazio per ( solo) due poli politici alternativi. Non si creda che gli altri siano messi così bene. Partiamo dai sondaggi. Vero che la Meloni continua ad aumentare nei voti. Ma non le sono sufficienti per farci qualcosa. Vero che con Conte i cinque stelle superano il Pd. Ma Casaleggio organizza la scissione, anche perché non gli danno più soldi. Forza Italia è di fatto orfana dell’ unicum, Berlusca.  Persino il ritorno , in pompa magna di Matteo Salvini è offuscato dal suo non aver sfondato al Sud. Il covid ha molto complicato la situazione. Torino ed il Piemonte  stanno a guardare.
Del resto non hanno alternative. Enzo La Volta 24 ore fa , pur di fare il candidato apre ai pentastellati. Ora,  mi sa che anche per lui è tutto da rifare. Poi il Piemonte è alle prese con l’aggravamento della situazione sanitaria e la vaccinazione non decolla. Sia per la mancanza della materia prima,  sia per ‘ indisponibilità di molti medici di base. Potremmo dire normale amministrazione.
Come,  del resto molti professori che  non vogliono “rischiare la vita”. Solo che non saremmo in una situazione normale. Indubbiamente ‘ instabilità politica complica le cose. Con la tragica consapevolezza che l’ Europa,  ai vari livelli,  sui vaccini ha toppato alla grande. Complicanze non solo nel centro sinistra. Rinviate ad ottobre le elezioni. Dunque Damilano è partito troppo presto per la campagna elettorale. Le critiche piovono . Complicato andare avanti così. Complicato avere fiducia nel futuro. Non ci sono alternative,  se non quella di fare ciò che ci compete per uscirne. Mascherine e non assembramenti. Non sarebbe poi così tanto complicato fare il nostro dovere. Come non sarebbe complicato chiedere ai politici ed alla politica di smetterla di bisticciare. Rinviare, insomma il regolamento dei conti a pandemia superata. Nessuno chiede che finisca tutto a tarallucci e vino. C’ è modo e modo e soprattutto tempo e tempi. È decisamente prioritaria la nostra salute. Il resto,  del resto, verrà dopo. Speriamo.

Patrizio Tosetto

Marello e Rossi  (Pd) chiedono la proroga delle scadenze per il settore vitivinicolo

I Consiglieri regionali Maurizio Marello e Domenico Rossi (Pd) hanno presentato un ordine del giorno avente per oggetto la proroga delle scadenze per il settore vitivinicolo.

«L’attuale situazione di emergenza ha determinato una forte crisi economica con una contrazione degli sbocchi di mercato e una conseguente inflessione delle vendite e delle capacità di reinvestimento delle aziende vitivinicole» spiegano congiuntamente Marello e Rossi.

Indicano, inoltre, nel testo dell’Odg: «Ad oggi il Regolamento CE 2220/2020 ha prorogato le scadenze relative alle Autorizzazioni di Nuovo impianto e di Reimpianto in scadenza amministrativa nel 2020 alla fine del 2021, tuttavia il provvedimento è riduttivo in quanto occorrerebbe una proroga ulteriore almeno a fine 2022 e in tal modo ricomprendendo anche tutte le Autorizzazioni di ogni tipo in scadenza amministrativa nel 2021». «La stessa situazione si verifica per quanto riguarda la ristrutturazione e riconversione dei vigneti per cui la scadenza amministrativa del 20 giugno 2020 è stata prorogata al 20 giugno 2021: occorrerebbe una proroga al 20 giugno 2022 mettendo le aziende in condizione di operare in modo più elastico e sereno, ricomprendendo anche qui le domande in scadenza amministrativa al 20/06/2021».  «Anche per le domande OCM Vino investimenti è necessaria una proroga al 2022» aggiungono.

In particolare, dunque, i consiglieri chiedono a la Giunta regionale a prorogare al 2022 le scadenze relative alle misure di sua competenza e ad attivarsi presso il Ministero affinché si provveda a prorogare le scadenze del settore per le attività al 2022 e si mettano in campo tutte le azioni necessarie, anche con le istituzioni sovra-ordinate, per rendere operative le proroghe.

«Ci auguriamo che la maggioranza condivida con noi queste posizioni e che l’atto di indirizzo venga discusso al più presto in Consiglio Regionale» concludono i Consiglieri.

La politica è una cosa seria

FRECCIATE   L’ex calciatore Marchisio rifiuta il corteggiamento del Pd e da’ una lezione a Zingaretti: la politica – dice – è  una cosa seria.

L’arciere

Montaruli (Fdi): “Migranti, il Governo chieda chiarimenti alla Germania”

 ONG OGGETTO D’INCHIESTA . INTERROGAZIONE ALLA CAMERA.

“La giustizia farà il suo corso, ma il tema delle ong straniere nel mediterraneo è un problema politico. 

Il Governo  ne chieda conto alla Germania” a dichiararlo è la parlamentare Augusta Montaruli intervenendo sull’avviso della chiusura d’indagine notificata dalla procura di Trapani. “Da anni Fdi denuncia quanto sta avvenendo nel mediterraneo. Presenteremo un’interrogazione alla Camera sulla vicenda ma una cosa è chiara: se una ong batte bandiera tedesca è la Germania che dobbiamo ammonire sul comportamento delle stesse. Ci auguriamo che non si continui a chiudere gli occhi sul traffico di esseri umani .”

Grimaldi: “Doppia preferenza, dietrofront di Palazzo Lascaris”

Rimandata in commissione la proposta di LUV sulla doppia preferenza di genere. Grimaldi: Dovremmo vergognarci della nostra arretratezza culturale, su questa sfida vince ogni volta la logica della conservazione.

“Ma quale blitz, ma quale colpo di testa: questa legge è ferma da anni. Dal 2018 per l’esattezza, da quando con Silvana Accossato e tante colleghe e concittadine diciamo le stesse cose. Penso che dovremmo vergognarci del fatto che il Piemonte sia fra le sei Regioni d’Italia in cui non si consente la doppia preferenza di genere, né si prevedono quote di lista. Nell’attuale Consiglio regionale piemontese le Consigliere sono solo 8 su 51; questi numeri non solo segnalano una diseguaglianza nell’accesso, sono il simbolo di un’arretratezza culturale che per fortuna in gran parte d’Europa non è nemmeno più concepibile. Eppure, per la maggioranza dei miei colleghi, evidentemente tutto ciò non fa scandalo, la logica della conservazione del potere maschile continua a vincere” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, dopo il voto che rispedisce in soffitta la sua proposta di legge ‘Norme per l’elezione del Consiglio regionale e del o della Presidente della Giunta’.

“Sono favorevole al superamento del premio di maggioranza attraverso il cd listino – prosegue Grimaldi – così come vogliamo a che noi rivedere i collegi elettorali ma questo non può essere un alibi per non cambiare mai niente. Resto convinto che introdurre un criterio di parità di genere sia infinitamente più urgente e più necessario di qualunque altra modifica della legge elettorale regionale – continua Grimaldi. Poteva e doveva essere fatto subito, come abbiamo proposto, in maniera molto semplice avremmo almeno cominciato col correggere una stortura discriminatoria del nostro sistema di selezione della rappresentanza. Non esistono scuse valide per avere messo in soffitta questo passo di civiltà e giustizia. Non ci perdiamo certo d’animo e non continueremo a restare isolati come successo in Aula”.

Scuola, Italexit: “Follia eliminare gli scritti”

MATURITÀ 2021, I GIOVANI PER ITALEXIT: “FOLLIA ELIMINARE GLI SCRITTI, DAL GOVERNO NESSUN TENTATIVO DI RECUPERARE DIDATTICA IN PRESENZA”

Riceviamo e pubblichiamo / Se il buongiorno si vede dal mattino, in meno di un mese Draghi ha già dimostrato di voler disattendere tutte i proclami iniziali con cui si era presentato alla nazione: dal governo dei migliori al governo dei riciclati, dalla promessa di maggior trasparenza all’ennesimo DPCM calato dall’alto. Stona soprattutto la questione giovani: nonostante le belle parole in Senato (“Ogni spreco è un torto per i giovani”) il nuovo governo sta agendo in perfetta continuità con le deliranti proposte dell’ex ministro Azzolina, confermando la didattica a distanza e il maxi-orale per la Maturità 2021.

Dopo le critiche mosse verso l’adozione dei software-spia per gli esami universitari Simone Filinesi, referente del movimento Giovani per Italexit, non nasconde la sua preoccupazione su questa scelta: “Da anni è in corso un processo per distruggere la funzione sociale, formativa e culturale della scuola con tagli indiscriminati imposti dai diktat dell’Unione Europea. Il ricorso ossessivo all’e-learning in questi ultimi mesi e l’annuncio, già adesso, dell’eliminazione degli scritti alla maturità dimostra che il governo non intende neanche fare un tentativo per invertire la rotta: non esiste alcuna prova scientifica di come evolverà la situazione epidemiologica da qui a fine giugno e, a prescindere da questo aspetto, non è concepibile pensare che non ci siano spazi a sufficienza e per distribuire gli studenti in più aule e svolgere in sicurezza le prove scritte. Come Giovani per Italexit vogliamo scongiurare ogni tipo di rischio che questi provvedimenti diventino la nuova normalità: se al Professor Draghi stanno così a cuore i giovani deve smettere immediatamente di demolire l’unica fortezza di resistenza culturale che è rimasta a questo Paese.”

Ma cos’è e dove va il Pd?

Tutti contro Nicola Zingaretti. Ultimamente un po’ deboluccio,  del resto si sapeva che il suo metodo  non era ” sbattere i pugni sul tavolo “.

Nel tritacarne delle incredibili svolte,  lui ci è finito in mezzo. Indubbiamente,  comunque,  ce ne ha messo del suo. Mai con i pentastellati. Governo con i pentastellati, ma almeno senza Conte. Dunque governo con Conte e poi mai al governo senza Conte,  con conclusione quasi ovvia: al governo senza Conte con Orlando che andando al governo deve lasciare la vice segreteria. 90 su 100 verrà eletta una donna. Ogni maggiorente del PD gli sta tirando la giacchetta. Come del resto ha sempre fatto. Ma il vero problema sono i suoi. Facile la vita per Salvini,  tutti i leghisti sono salviniani. Non ne parliamo di Fratelli d’ Italia. Tutti sotto vassallaggio. Per Nicola non c’ è pace. Tutti i suoi divisi in mille rivoli e oramai per un posto ci sono mille pretendenti. Ma cos’è il Pd? Difficile se non impossibile definirlo. Gli ex comunisti contestano gli ex democristiani di essere ancora democristiani e gli ex democristiani accusano gli ex comunisti di essere ancora comunisti. Concretamente il PD è un totale fallimento. Il nuovo orizzonte della ricerca di cultura politica è Giggino (Di Maio) e i pentastellati sono diventati Liberali e Moderati. Tremi nello scriverlo. Non è permesso  stupirsi. Dopo che, chi nel rivendicare di non aver mai letto un libro diventata sottosegretaria alla cultura , tutto è possibile. Del resto Draghi ha rimesso Giggino agli Esteri è non contento un altro pentastellato che colloca Beirut in Tunisia. Tutti dicono che Draghi gli ha dato il contentino e per il resto ci pensera’ lui.  Cominciando da Arcuri che ” spontaneamente ” si dimette. Arriva il Generale Paolo Figliuolo. Vedremo cosa riuscirà a fare. Abituato a prendere ordini e darli. Esempio non casuale.
Per Mario Draghi questo agire è anche identità e se volete filosofia politica. Il buon governo per uscire dalla crisi. Ciò che manca totalmente al Pd sia a Roma come a Torino. Quella Torino che da oltre 150 anni ha dato il suo contributo alle idee giuda per potere e governare il Paese.
Siamo sicuri di non essere smentiti. Torino e Napoli si sono ” inventati ” il nostro liberalismo italico. Culla della del pensiero politico. Ora,  sia ben chiaro,  la crisi di identità della nostra città non dipende solo dalla mancanza di identità politica. Ma ne è un pezzo. Non so, non penso che Draghi e Zingaretti abbiano discusso della disperata situazione di Torino. Sicuramente,  entrambi l’hanno presa a schiaffi. Ed anche,  sicuramente, Torino si è fatta prendere a schiaffi. Prima mille idee. Ora  nulla di nulla.
Non so se manca un’ azione concreta perché mancano le idee o viceversa. So che manca tutto. Anche perché da ormai 40 anni c’ è qualcuno e qualcosa che spinge nell’ andare in una direzione e la realtà va in direzione esattamente opposta. Che fare per Torino e per il Pd? Facile la domanda e difficilissimo se non impossibile rispondere. Direi proprio una missione ( quasi ) impossibile. Le crisi sono crisi,  questa prodotta dal coronavirus è,  indubbiamente epocale e sta alla intelligenza degli individui farla diventare occasione di crescita e sviluppo. Speriamo nell’ intelligenza dei Torinesi per Torino e speriamo nell’ intelligenza dei piddini per il Pd.
Patrizio Tosetto

Cantiere Tav Valle (Pd) chiede audizione sindaci e Telt

VALLE (PD): “CHIEDERO’ UN’AUDIZIONE DEI SINDACI E DI TELT E UN’INFORMATIVA DELL’ASSESSORE. INFORMAZIONI FRAMMENTARIE AUMENTANO LA PREOCCUPAZIONE”

“L’Assessore Gabusi ha risposto  all’interrogazione con la quale chiedevo se lo spostamento a Susa di una parte dell’area di cantiere della Tav richiederà un’approfondita revisione progettuale attraverso la compiuta formalizzazione di una nuova variante da sottoporre a una Valutazione di Impatto Ambientale oppure sarà sufficiente l’approvazione del Progetto di Variante formalizzata dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (Cipe) nel 2018” spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Daniele Valle.

“L’Assessore Gabusi ha affermato che le competenze regionali sono minime rispetto a un’opera internazionale, prevalentemente gestita dallo Stato, anche se la Regione ha organizzato con la Comunità della Val di Susa, nella scorsa estate, un incontro durante il quale è emersa la possibilità di trasferire in parte sia lo smarino sia i conci derivanti dal cantiere. Nello specifico, non esisterebbe, al momento, alcuna istanza che richieda una modifica al progetto presentato per lo spostamento del cantiere a Susa e, pertanto, resterebbe invariato il quadro progettuale previsto dalle delibere Cipe. Gabusi ha precisato, inoltre, che non si tratterebbe di un vero e proprio spostamento del cantiere, ma di un’attività dilazionata da realizzarsi in un secondo tempo per motivi di sicurezza ” prosegue Valle.

“La vicenda – afferma Daniele Valle – desta grande preoccupazione nei cittadini della zona e, benchè le decisioni dipendano dai Ministeri interessati, ritengo che debba essere fatta chiarezza in merito alla “variante” di Susa. Chiederò, quindi, un’Audizione dei Sindaci della Val di Susa e di Telt e un’informativa dell’Assessore Gabusi dal momento che resta grande la preoccupazione e le informazioni sono frammentarie. Ritengo importante continuare a monitorare la situazione e ad approfondire lo stato delle cose”.

Crisi Cinema, Pd: “Che dice il presidente di Film Commission?”

SOSTEGNO AL SETTORE CINEMATOGRAFICO: CANALIS E VALLE: “COSA HA DA DIRE IL PRESIDENTE DELLA FILM COMMISSION TORINO PIEMONTE?”

Monica Canalis e Daniele Valle (Pd): “Torino città del cinema non può accettare la chiusura di tante sale: dalla Regione Piemonte finora nessuna attenzione concreta.”

 

“Nei giorni in cui arriva il grido di dolore dei cinema piemontesi, il 40% dei quali rischia di non riaprire, e che finora ha ricevuto scarsa attenzione dalla Giunta Cirio, ci stupisce il silenzio del Presidente della Film Commission Torino Piemonte, che incidentalmente è anche il nome più accreditato per guidare il centrodestra nelle elezioni di Torino.

La nostra Regione, a differenza ad esempio di Lombardia e Lazio, sembra aver dimenticato un settore della cultura e dell’intrattenimento davvero allo stremo, un settore che impiega più di mille lavoratori ed è colonna portante dell’animazione culturale anche nei territori più periferici e socialmente disagiati. In particolare, il centro storico di Torino, che oggi è, tra i capoluoghi di Regione italiani, quello con la maggior densità di sale, rischia una vera e propria desertificazione culturale. Una città come Torino, così fortemente legata al cinema, non può accettare passivamente tutto questo.

La destra, che è alla guida della Regione, non ha previsto crediti d’imposta, contributi a fondo perduto per far fronte agli affitti o per adeguare le sale, né un supporto fideiussorio da Finpiemonte.  Il candidato Paolo Damilano, politicamente organico alla Giunta Cirio, cosa ha da dire?”

Monica CANALIS – vice segretaria Pd Piemonte e consigliera regionale

Daniele VALLE – vice presidente Commissione Cultura Regione Piemonte

Covid, Montaruli (Fdi): “M5S predica bene e razzola male”

“CHIEDONO PROROGA CARTELLE MA A ROMA HANNO VOTATO NO”

Il M5s predica bene ma razzola male, aveva la possibilità di votare il mio emendamento ‘proroga cartelle’ alla Camera, invece ha dato parere contrario”. A dichiararlo e la parlamentare Augusta Montaruli, che spiega : “L’emendamento di Fratelli d’Italia di cui sono prima firmataria al Milleproroghe, prorogava tutte le cartelle esattoriali (circa 50 milioni) in partenza dalla giornata di oggi. Ora dai banchi del governo si parla di una finta proroga che riguarda solo 1 milione di cartelle. 

Fdi continua a essere l’unica a rimanere al fianco di imprese e famiglie .

Il m5s getti la maschera: se veramente vuole la proroga delle cartelle chiami Di Maio e si allinei all’emendamento di Fratelli d’Italia presentato negli scorsi giorni.