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Grimaldi : Damilano vuole vincere con i voti di Salvini, ma senza che si sappia troppo

“Il candidato Damilano sostiene che Salvini abbia ‘rinunciato alla politica’, fatto ‘un passo indietro’ per sostenere a Torino il suo progetto civico, ma è ben consapevole che, se mai fosse eletto Sindaco, la maggioranza dei suoi eletti sarebbe leghista o ancora più nera.

Damilano non è certo il primo a voler fare la guerra parlando di pace, o a voler fare l’amore parlando di verginità. Da buon uomo di marketing proprio come Cirio, vuole vincere con i voti di Salvini ma senza che si sappia troppo” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, a proposito delle recenti dichiarazioni di Paolo Damilano.

“A ‘Tele Cirio’ non basta stare in onda tutto il giorno per nascondere la sua Giunta a trazione leghista dalla sanità al welfare, che fa e disfa leggi sulla pelle dei più deboli come sta avvenendo sul gioco d’azzardo” – prosegue Grimaldi. – “Gli assessori regionali della Lega sono quelli che annunciano transizione ecologica e poi portano avanti il progetto della Tangenziale Est di Torino, i deputati leghisti sono quelli che vanno in tour al Museo Egizio per chiedere la testa del direttore e contestare gli sconti a chi parla in lingua araba. Nessun leghista ha mai rinunciato alla politica, o meglio, a quella che loro considerano politica: una cosa che comincia sempre con il tormentone ‘prima gli italiani’, che una volta era ‘prima il Nord’ e all’occorrenza diventa ‘prima i piemontesi’ o ‘prima i torinesi’. Damilano lo sa benissimo, lo sappiamo anche noi. Ma chi vive, studia e lavora a Torino non è così stolto da non vedere la sua ipocrisia”.

Lavoro, Ruffino (CI): Non si salva solo con ammortizzatori ma con imprese

“Non possiamo pensare di salvare il lavoro discutendo ancora solo di ammortizzatori sociali”. Lo afferma la deputata di Coraggio Italia Daniela Ruffino.

“Oggi più che mai- aggiunge- c’è bisogno di concretezza. Il lavoro si salvaguarda soprattutto tutelando le imprese, senza le quali non si va da nessuna parte. Abbiamo bisogno di tutta una serie di misure volte a incentivare la ripartenza da sviluppare, anche grazie al Pnrr, e da mettere in campo per l’Italia, al di là della mera questione ammortizzatori sociali”.

Neuropsichiatria, Montaruli (FdI): potenziare reparti infantili

Una verifica in ogni regione dello Stato dei reparti di neuropsichiatria infantile e un loro potenziamento per impedire che i minori che necessitano di ricoveri siano costretti a una degenza con gli adulti.

 

“È questa la richiesta che facciamo affinché si arginino le conseguenze del covid sulla salute mentale dei più giovani e si trovi subito una risposta a un’emergenza ormai conclamata. Mentre inizia finalmente una ricerca per avere dati certi così come chiesto da un ordine del giorno di Fratelli d’Italia, di cui sono prima firmataria, diventa indispensabile attivare tutti gli strumenti per stare al fianco dei ragazzi. Troppi ospedali risultano carenti di posti letto adeguati. Non possiamo arrivare in ritardo rispetto a un fenomeno preoccupante su cui si deve mantenere la massima attenzione”, così il deputato di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli

Ospedale di Settimo. Gallo (PD) “La situazione crea preoccupazione”

<Non ci rassicurano le parole di Icardi sul mantenimento dell’ ospedale aperto, vigileremo Una risposta che nulla aggiunge a quanto già sapevamo e alla latitanza della Regione sulla questione dell’Ospedale di Settimo. Siamo preoccupati ma continueremo a sollecitare un’azione della Giunta>. Lo dichiara il capogruppo regionale del Pd a Palazzo Lascaris Raffaele Gallo, firmatario di un’interrogazione urgente discussa quest’oggi in aula.

L’Ospedale Civico Città di Settimo Torinese è gestito dalla Società Assistenza Acuzie e PostAcuzie (S.A.A.P.A.) S.p.A., società a partecipazione regionale, cui la Regione Piemonte ha affidato l’attuazione di un programma di Sperimentazione Gestionale per lo svolgimento dell’attività sanitaria di continuità di cura post-ospedaliera, cosiddetta attività di “post-acuzie”, attraverso i Servizi di Riabilitazione, Lungodegenza, attività socio-sanitaria nell’ambito del modello di “Continuità Assistenziale” e mediante l’attivazione di posti letto di Cavs (Continuità Assistenziale a Valenza Sanitaria).

La gestione del nosocomio è stata in questi anni caratterizzata da una sperimentazione mista pubblico-privata e vede, per quanto riguarda il pubblico, la partecipazione dell’ASL Città di Torino e dell’ASL TO4, che detengono la maggioranza delle quote (52 per cento), mentre gli altri soci sono il Comune di Settimo Torinese (con il 31,48 per cento) e la Cooperativa sociale Frassati (16,50 per cento).
<L’assetto organizzativo sperimentale attivo dal 2009, è terminato nel 2019, pertanto ora occorrerà definire il quadro delle strategie per questo presidio ospedaliero, tenuto conto che il prossimo 29 giugno 2021 si svolgerà l’assemblea dei soci che dovrà definire gli indirizzi futuri per il nosocomio> ricorda Gallo.

<Ad oggi, la società ha un bilancio in perdita di 4 mln300 mila euro ed è in attesa di discutere del modo con cui potrà essere gestita – aggiunge il capogruppo dem – . L’assessore nella sua risposta ricorda il debito e che nelle prossime ore una riunione con avvocati dovrà contribuire a fare chiarezza ma anche aggiunto che oltre alla speranza che tutto possa essere risolto e che ci sarà l’impegno a trovare strumenti giuridicamente legittimi per consentire all’ospedale di mantenere la propria attività>.
<Non possono soddisfarci le parole dell’assessore – conclude Gallo – perché di fatto non fanno altro che sottolineare la L confusione di idee della Regione in una questione pregnante per il territorio e per la quale i Sindaci dell’ASL TO4 hanno chiesto all’unanimità che si inizi il percorso per inserire l’ospedale tra i presidi pubblici dell’ASL stessa>.

Morti sul lavoro, Costanzo: “Manca progetto concreto”

“La tutela della sicurezza sul lavoro necessita di un progetto organico, non di un’accozzaglia raffazzonata di iniziative poco capillari ed incisive”. Così in una nota la deputata Jessica Costanzo (L’Alternativa C’è) in Commissione Lavoro alla Camera dei deputati.

“Oggi ho interrogato il Ministero sul triste tema del numero degli incidenti mortali sul lavoro – spiega Costanzo – Ogni giorno sembra di leggere un bollettino di guerra: a fine maggio per restare al territorio della Città Metropolitana di Torino eravamo a 14 morti, ma il numero è cresciuto, come testimoniano i dati dell’Inail che segnano un primato pari al 10% in più rispetto al 2020.
Di fronte a dati sulla perdita dei posti di lavoro e l’aumento delle morti bianche, o sulla riduzione delle ispezioni e l’aumento dell’irregolarità, il ministero ha elencato una serie di misure che però non si sa quando e  come verranno attivate. Ma il problema è adesso!
“Non si può – continua Costanzo – affrontare questo tragico tema senza considerare gli errori commessi in passato, ne va del rispetto delle migliaia di vittime e dei loro familiari. Basterebbe pensare che solo nella scorsa legislatura la riforma della vigilanza sul lavoro è stata incentrata sulla semplificazione burocratica, sulla depenalizzazione di determinati reati che non sono più tali, con il risultato di una sensibile riduzione del numero e dell’efficacia dei controlli, oltre al vergognoso blocco delle assunzioni degli ispettori INPS e Inail che pare resti lì.
Oggi il ministero ha parlato di assunzioni di ispettori (ma come verranno formati?), di lotta al lavoro sommerso, cooperative spurie, appalti e sub-appalti: tutti temi importanti e correlati, ma non tutti gli intenti coincidono con le dovute azioni, come dimostra l’esempio della proposta di legge che tratta questi temi, ma giace arenata da mesi in commissione lavoro alla Camera.
Si parla di procura nazionale del lavoro, ma quando sarà operativa? Perché se seguissero i tempi canonici di approvazione di una proposta di legge parlamentare  non risponderebbe all’emergenza attuale. Nessuna menzione al DURC di congruità o alla patente a punti: saranno semplici slogan per occupare titoli di giornale piuttosto che ennesimi adempimenti burocratici? Non dovrebbero forse le istituzioni aiutare le piccole e medie imprese a seguire e rispettare tutti i passaggi operativi richiesti per arrivare alla piena conformità?
Si parla di sistema premiante per le aziende virtuose, ma il ministro dimentica che non  tutti i sistemi premianti sono stati efficaci, come è avvenuto ad esempio con la riduzione dei premi agli imprenditori virtuosi, la cui conferma di riduzione era completamente slegata dall’obbligo di presentare delle migliorie in prevenzione e in sicurezza.
L’impressione insomma – conclude Costanzo – è che si voglia far tutto e niente a suon di annunci, ma manca una visione organica che inverta la rotta e interrompa questa scia di sangue” conclude Costanzo.

Ruffino (CI): “Il governo faccia ripartire i soggiorni per i bambini di Chernobil”

“Causa Covid, i progetti e i programmi di accoglienza e ospitalità dei bambini provenienti dalla Bielorussia e dall’Ucraina, con particolare riferimento all’area coinvolta dal noto disastro di Chernobyl sono rimasti fermi, così come avvenuto per il soggiorno legato alle varie stagioni. Anche le pratiche di adozione internazionale sono rimaste sospese.

Nonostante il Cts il 18 maggio abbia approvato il protocollo sanitario per l’ingresso in sicurezza dei piccoli ospiti, con l’obiettivo di riprendere gli scambi, è intervenuto un nuovo ostacolo di carattere politico internazionale dettato dal caso Lukashenko, l’Ue ha interrotto i collegamenti da e per la Bielorussia. Una situazione inaccettabile che non può diventare l’ennesimo danno per i bambini bielorussi e ucraini che già subiscono una costante esposizione alle radiazioni e che per questo necessitano di periodi terapeutici di soggiorno nel nostro paese. Non è nella nostra storia e nella nostra tradizione abbandonarli a se stessi, siamo il Paese che ne ha ospitati più di tutti, ad oggi ben 400mila. Nel question time di oggi in Aula ho chiesto al Ministro competente quando intenda riprendere i progetti di accoglienza per bambini e ragazzi bielorussi ed ucraini e se ritenga opportuno consentire l’attivazione di un corridoio umanitario come, tra l’altro, sensibilizzato da diverse associazioni”.
Così in una nota la deputata di Coraggio Italia, Daniela Ruffino

Referendum eutanasia legale: raccolta firme a Torino

BOOM AL VIA A TORINO, 500 FIRME RACCOLTE LE PRIME TRE ORE

M.CAPPATO (ASS.COSCIONI) CHIAMA A RACCOLTA I TORINESI: “ORA O FRA 5 ANNI. I MALATI NON POSSONO ASPETTARE I TEMPI DELLA POLITICA. AIUTATECI ANCHE COME VOLONTARI PER RAFFORZARE LA RETE LOCALE”

2 Tavoli in Via Garibaldi (angolo Piazza Castello e via San Dalmazzo). TUTTE LE INFO SU COME DIVENTARE VOLONTARI E AUTENTICATORI SU REFERENDUM.EUTANASIALEGALE.IT 

La campagna referendaria Eutanasia Legale ha preso ufficialmente il via a Torino con la conferenza stampa organizzata dall’Associazione Luca Coscioni e dal Comitato Promotore. Raccolta firme partita con grande successo, gli autenticatori al termine delle prime tre ore hanno contato ben 500 adesioni torinesi. Presenti alla conferenza stampa Marco Cappato (Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni) e il matematico, logico, saggista e accademico Piergiorgio Odifreddi.

Due i tavoli allestiti nei prossimi giorni, in Via Garibaldi (angolo Piazza Castello e via San Dalmazzo), ma i moduli saranno disponibili anche in Comune e presso i municipi del capoluogo piemontese, o presso avvocati notai registrati: il loro ruolo è infatti fondamentale nell’ambito della raccolta firme perchè hanno la facoltà di autenticarle, insieme a cancellieri, parlamentari, sindaci, assessori, consiglieri comunali, consiglieri regionali e dipendenti comunali.

Tutte le info sugli altri punti di raccolta disponibili al sito REFERENDUM.EUTANASIALEGALE.IT.  Obiettivo sono le 500.000 firme da raccogliere a livello nazionale entro il 30 settembre.

Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, “Di fronte al silenzio del Parlamento che continua a rimandare la riforma necessaria, il Referendum a questo punto è l’unica possibilità per rendere l’eutanasia legale in Italia. E’ l’ultima chance in questa legislatura, altrimenti bisognerà aspettare altri 5 anni. Ci appelliamo alla cittadinanza per rafforzare sempre di più la nostra rete chiedendo di unirsi e partecipare direttamente e a comunicarci la disponibilità come volontari o autenticatori a questa grande battaglia di civiltà sul sito https://referendum.eutanasialegale.it/”.

 

APPROFONDIMENTO SUL REFERENDUM EUTANASIA LEGALE 

 

Il Referendum per l’Eutanasia Legale è stato depositato su iniziativa dell’Associazione Luca Coscioni lo scorso 20 aprile in Corte di Cassazione.

 

Il testo prevede una parziale abrogazione dell’art. 579 del codice penale (“omicidio del consenziente”), che impedisce la realizzazione di ciò che comunemente si intende per “eutanasia attiva” (sul modello olandese o belga). In caso di approvazione, si passerebbe dal modello dell’”indisponibilità della vita”, sancito dal codice penale del fascismo nel 1930, al principio della “disponibilità della vita” e dell’autodeterminazione individuale, già introdotto dalla Costituzione, ma che deve essere tradotto in pratica anche per persone che non siano dipendenti da trattamenti di sostegno vitale (per i quali è invece intervenuta la Corte Costituzionale con la sentenza Cappato – Antoniani).

 

Il Referendum per l’Eutanasia Legale è promosso da Associazione Luca Coscioni e fanno finora parte del Comitato Promotore: Radicali Italiani, Partito Socialista Italiano, Eumans, Volt, Più Europa, Possibile, Sinistra italiana, Federazione dei Verdi. Il Comitato è aperto all’adesione di associazioni, partiti, movimenti sindacati e altre organizzazioni trai i primi sostenitori ci sono là ARCI nazionale e la CGIL nuovi diritti.

 

Chieri, consigliere dona metà gettone in beneficenza

A Chieri si ritorni a fare riunioni in presenza visto il miglioramento della situazione legata all’emergenza sanitaria.

Lo dice il consigliere del Gruppo Misto di Minoranza, Luigi Furgiuele che mercoledì, in occasione della riunione della terza commissione consigliare in apertura di seduta ha fatto mettere a verbale che, sino a quando le sedute si svolgeranno in remoto, sia per quanto riguarda il consiglio che per quanto riguarda la commissione, devolverà metà del proprio gettone di presenza in beneficienza.

Costanzo (L’Alternativa c’è) solidale con i lavoratori di Amazon

“Nei giorni scorsi  sono stata al presidio dei lavoratori Amazon di Torrazza, Brandizzo e Grugliasco organizzato davanti al polo di Torrazza Piemonte. L’affidamento dell’appalto di vigilanza a Mondialpol, prima in capo a ICTS, ha fatto emergere tutte le criticità che accompagnano da anni i rapporti di lavoro nella filiera Amazon. 

Ascoltando i racconti dei lavoratori, sono sempre più convinta che i motivi per cui manifestano  cesserebbero d’esistere se si approvassero questi cinque semplici punti. Innanzitutto la solidarietà tra committente e appaltatore negli appalti interni al ciclo produttivo, in funzione antispeculativa. Poi lo stop agli appalti labour-intensive, prevedendo che i dipendenti dell’appaltatore sono automaticamente dipendenti del committente. In terza istanza il passaggio dei dipendenti dal vecchio al nuovo appaltatore, che comporterebbe la parità di trattamento e l’applicazione della clausola sociale. Sarebbe poi opportuno restringere il concetto di “lavoratore svantaggiato”, una categoria prevista dalla legge che consente alle agenzie per il lavoro di raggirare il limite secondo cui i lavoratori assunti a tempo determinato possano essere al massimo il 30% dell’intera forza lavoro. Secondo l’attuale normativa, anche Jeff Besos essendo over 50 risulterebbe un lavoratore svantaggiato. È evidente che qualcosa va rivisto. Infine, ultimo ma non per importanza, una legge sul salario minimo orario, con cui molto semplicemente il ccnl multiservizi e le retribuzioni da esso previste scomparirebbe.
Ho poi ritenuto doveroso proporre di invitare al tavolo Amazon promosso dal Ministero del Lavoro le RSA, perché chi meglio di loro può rappresentare il disagio e lo sfruttamento dei lavoratori, dal momento che gli stessi sindacati hanno firmato il ccnl servizi fiduciari con paghe a 4.60€/h.
Tengo a ribadire che Amazon si muove a norma di legge: sono le attuali norme a  consentire tutto quello che Amazon sta facendo. Se non c’è la volontà politica, semplicemente continuerà ad esserci lo sfruttamento”. Così in una nota la deputata torinese Jessica Costanzo (L’Alternativa c’è).

Cattolici, politica e Stato. Dove sono finiti i cattolici democratici?

È perfettamente inutile scendere, ancora e per l’ennesima volta, nei dettagli del cosiddetto “ddl Zan”.

Tutti gli organi di informazione grondano di notizie, interviste, commenti, editoriali, pregiudiziali vari e posizioni assunte e decretate in modo netto ed intransigente. Ormai è un copione talmente noto, conosciuto e collaudato che prima di essere scandito ed approfondito sappiamo già che cosa recitano i vari attori in campo. Gli alfieri della laicità, e molte volte del laicismo, da un lato e i difensori d’ufficio degli “interessi cattolici” dall’altro. Sia gli uni che gli altri evidenziano un eterno derby che rischia solo di riprodurre, periodicamente e in occasione di grandi eventi, la solita disputa tra “guelfi e ghibellini” o la riproposizione degli “storici steccati” di antica memoria con grande gioia e giubilo per le rispettive tifoserie. Un copione, appunto, persin troppo noto per essere ulteriormente commentato ed approfondito. E l’occasione della nota della Segreteria di Stato sul “ddl Zan” è talmente ghiotta al riguardo che le rispettive casacche si sono tuffate a capofitto per cercare di recuperare, almeno in parte, lo smalto originario disperso in questi anni di politica populista, demagogica, antiparlamentare e smaccatamente incompetente e vuota. Cioè dopo il trionfo del populismo e del grillismo.
Ora, però, all’interno di questo quadro politico, culturale e legislativo, seppur convulso e frastagliato, manca all’appello – purtroppo e per l’ennesima volta – quella categoria di persone che un tempo si chiamavano o si qualificavano come cattolici democratici. O cattolici popolari. Cioè quegli uomini e quelle donne che per molti decenni hanno rappresentano nella storia politica del nostro paese, visibilmente e pubblicamente, quel cattolicesimo politico che sapeva difendere i valori senza trasformarli in una crociata integralista e clericale e che, al contempo, praticavano una profonda laicità dello Stato e dell’azione politica senza scivolare nei meandri del laicismo. Il tutto attraverso un metodo che veniva semplicemente definito come “cultura della mediazione”. Uomini e donne che, semplicemente, oggi non ci sono più. E non esistono più nè sul versante del centro destra dove prevale una linea più semplificatoria e più diretta volta alla semplice difesa “degli interessi cattolici”. A prescindere da qualsiasi elaborazione culturale nè, tantomeno, alimentati da quella “spiritualità del conflitto”, per citare il grande storico Pietro Scoppola, che ha caratterizzato per molto tempo il comportamento e la tensione dei cattolici impegnati in politica. Nè, a maggior ragione, si intravede questa categoria politica e culturale all’interno del Pd, cioè del più grande partito della sinistra italiana. Un partito sostanzialmente governista e di potere che, anche per essere fedele alle ragioni storiche e culturali della sinistra italiana e del populismo di marca grillina, ha del tutto abbandonato quella specificità e quella esperienza richiamate e sbandierate da alcuni padri fondatori di quel partito al momento della sua nascita nel lontano 2007. Di qui il confronto, scontato e anche un po’ noioso nonchè decisamente petulante, che leggiamo sui giornali o ascoltiamo nei vari talk televisivi.
Ma anche da questa vicenda, comunque vada a finire e destinata peraltro ad esaurirsi rapidamente, può scoccare la scintilla di un rinnovato protagonismo di quella esperienza e di quella originalità di essere in politica che ha caratterizzato la miglior stagione del cattolicesimo politico italiano. Mi riferisco a quella tradizione cattolico democratica, cattolico popolare e soprattutto cattolico sociale che ormai è ai nastri di partenza per una nuova avventura politica e che potrà, anche e soprattutto su temi come quelli che leggiamo proprio in questi giorni su vari organi di informazione, ritrovare quella freschezza culturale e quella progettualità politica e istituzionale ormai da troppo tempo sacrificati sull’altare delle mode effimere e vuote del populismo all’italiana.
E questo non per il bene dei cattolici, ma per la qualità della nostra democrazia, la credibilità delle nostre istituzioni democratiche e anche per la ripresa della politica con la P maiuscola.

Giorgio Merlo