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Mpp: “Un odg contro i rifiuti nucleari”

NO AL DEPOSITO   NAZIONALE DEI RIFIUTI RADIOATTIVI IN PIEMONTE

Un ordine del giorno è stato presentato nel Consiglio dell’Unione dei Comuni della Valcerrina dal consigliere Massimo Iaretti, a Villamiroglio dal consigliere Emiliano Racca (Progetto Villamiroglio MPP), a San Giorgio Monferrato dal consigliere Luigi Cabrino, a Morsasco dal consigliere Daniele Carbone (Progetto Morsasco nel Cuore) e a Cassano Spinola dal consigliere Annamaria Bergo (Lista civica Cassano e Gavazzana Insieme) relativo all’ipotesi di localizzazione dei siti piemontesi per la localizzazione del Deposito Nazionale per i Rifiuti Radioattivi.

“Le ragioni – spiega Massimo Iaretti, consigliere dell’Unione e presidente del Movimento Progetto Piemonte – sono quelle che abbiamo già espresso in un documento insieme ai Liberi Elettori Piemonte, a Noi per Cuccaro ed alle liste civiche – perché si andrebbe a creare un’ulteriore vulnus su un territorio, quello piemontese, che ha già sofferto molto sotto l’aspetto ambientale e, non dimentichiamolo, ha terreni a vocazione agricola che sono tra i più fertili d’Europa. La proposta di ordine del giorno vuole essere una base di discussione. Siamo disponibili ad integrarlo, modificarlo, variarlo, di fronte ad altre proposte o iniziative che stanno prendendo corpo nelle Istituzioni e sul territorio”.

Nel documento si chiede ai sindaci (e nel caso dell’Unione della Valcerrina al presidente) di attivarsi, anche di concerto con le amministrazioni comunali del territorio a richiedere alla Provincia di Alessandria, alla Regione Piemonte, ai parlamentari piemontesi di proporre a Governo e Sogin l’eliminazione di tutte le aree piemontesi e di ogni possibile sito in Piemonte, qualora non identificato attualmente, dalla proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi.

Cerrina Monferrato/Villamiroglio/San Giorgio Monferrato/Morsasco/Cassano Spinola

14 gennaio 2021

Gallo (Pd): “Un nuovo rinascimento per Torino”

L’INTERVISTA / Raffaele Gallo, capogruppo pd in Regione

Torino si appresta ad affrontare il voto per il rinnovo dell’amministrazione comunale. Nel centrosinistra è aperto da tempo il confronto su candidature e programmi. Quali sono, a suo parere, le principali sfide che andranno affrontate per il futuro di Torino?

Dopo cinque anni di governo targato cinque stelle la città è più povera, meno competitiva, meno attrattiva. Chi guiderà Palazzo civico dovrà essere in grado di costruire per la città un nuovo rinascimento, capace di coniugare le competenze alla progettualità di rilancio.

 

Molti sostengono che oggi occorra una visione che vada ben al di là di un ciclo amministrativo. Come pensa dovrà essere la città tra dieci, quindici anni?

Avere una visione che vada oltre il mandato amministrativo è fondamentale. Non possiamo immaginare lo sviluppo di una città nel breve periodo. Lo fecero le giunte di centrosinistra dal 1993 con un progetto di lungo respiro che cambiò drasticamente la città, convertendo il modello fordista di fine anni ’90 nella città internazionale, turistica, giovane e effervescente delle Olimpiadi. Ci sono però voluti vent’anni. Oggi Torino ha necessità di riscatto e rilancio, con l’ambizione di essere città metropolitana al pari delle capitali europee.

 

Salvaguardia dell’ambiente e sostenibilità sono temi ricorrenti. Come pensate di affrontarli in una città che è stata, e in parte è ancora, la capitale dell’auto?

Guardi, sostenibilità non significa solo biciclette e monopattini. L’industria automobilistica sta, attualmente, investendo sulla ricerca e sono apprezzati dal mercato i veicoli ibridi o ad alimentazione alternativa alla benzina e al diesel. Non dobbiamo fare l’errore di pensare che la salvaguardia dell’ambiente passi attraverso esclusivamente l’uso ridotto o più consapevole dell’automobile. Penso al grande sforzo che deve essere fatto per l’adeguamento energetico degli stabili, dei condomini, allo svecchiamento dei mezzi pubblici, e al loro incremento nel numero delle corse, penso a punti di interscambio ai confini della città per favorire la mobilità mista per chi viene da fuori e fa il pendolare. Serve un monitoraggio, per comprendere quali sono le fasce più critiche di traffico in entrata e in uscita dalla città e quali, di conseguenza, le risposte da mettere in atto.

 

Ci può indicare brevemente tre progetti che dovrebbero, a suo parere, trovare spazio tra le priorità per il governo di Torino?

Torino è una città più povera: il centro ha perso smalto, complice l’incapacità della Giunta Appendino a mantenere in città i grandi eventi, che negli ultimi anni hanno preferito spostarsi altrove, e la periferia fa fatica. La pandemia ha solo tolto il coperchio a situazioni già complesse, quali l’assenza di lavoro, la precarietà, spesso esasperando le situazioni più critiche. Tornare a essere attrattivi, per il nostro commercio che boccheggia. Dare opportunità ai giovani perché oggi, se Torino è città apprezzata per l’offerta universitaria, è anche vero che una volta che i giovani si sono laureati non trovano occupazione alla loro altezza e se ne vanno. Occorre pensare agli anziani: questa è una città che invecchia e che ha bisogno di un nuovo modo di fare assistenza. Ma poi c’è tutta la sfida dell’industria 4.0 da vincere, con i poli dell’aerospazio, della metalmeccanica.

 

Le alleanze sono uno dei temi più delicati. Lei pensa ad un centrosinistra allargato che punta ad essere autosufficiente o a un’alleanza con altri soggetti?

L’alleanza è una convergenza di forze che si trovano unite sullo stesso programma e sul medesimo obiettivo. Chi si riconosce nei valori del centrosinistra, le parti sociali, datoriali: già da tempo abbiamo iniziato a confrontarci con loro per costruire insieme una nuova idea di città. Il ragionamento si fa sui progetti da presentare ai cittadini elettori, non sui numeri e le percentuali.

Si alleerebbe con il Movimento 5 Stelle?
Il tema è superato: la decisione di non fare alleanze con il Movimento 5 Stelle è stata del partito metropolitano, e condivisa. Ci dividono strategie, visioni della città e poi non possono essere possibili alleanze con chi in questi cinque anni ha praticamente immobilizzato la città, regredendola a periferia d’Europa e del nord Italia.
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Il suo giudizio sui cinque anni di Giunta Appendino?
E’ un bene che stiano per finire.
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Quale grado di innovazione è necessario oggi per garantire lo sviluppo di una città con la storia di
Torino che, non va scordato, è stata la prima capitale d’Italia e protagonista non secondaria delle
vicende nazionali?
E’ necessario saper interpretare le nuove tendenze, sfruttando ciò che offre il nostro territorio. In questo contesto si collocano opere che già sono parte della progettualità presente, come il parco della Salute, la Città della Manifattura e dell’Aerospazio. Rimangono fondamentali e devono essere accelerati: la Città della manifattura e la Città dell’aerospazio sono progetti importanti sui quali deve esserci la massima convergenza di impegno. A questi, insieme con le infrastrutture e le grandi opere, dobbiamo coniugare importanti progetti cogliendo l’occasione del Recovery.
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In una società complessa e interdipendente quanto giudica importante la “sintonia” tra Comune e
Regione?
La sintonia è fondamentale, ma mi consenta di sottolineare quanto sarà importante il ruolo del sindaco che verrà eletto per tutto il territorio fuori dai confini torinesi. Dopo la legge Delrio che ha abolito le province infatti, il sindaco di Torino lo è anche della Città metropolitana. Per questo serve una visione ampia, ambiziosa e corale con i territori oltre la cinta daziaria: le città metropolitane europee ragionano in termini di territorio, non certo sulla base del proprio campanile. Questa è la grande sfida che ci aspetta. Le relazioni tra Comune e Regione sono indispensabili, per far prevalere il bene dei cittadini.
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Se Raffaele Gallo fosse il prossimo sindaco di Torino, cosa farebbe nei primi cento giorni di
mandato?
La priorità è avviare una serie di incontri europei per rilanciare l’immagine di Torino nel contesto europeo e italiano, una maggiore cura del verde urbano e dei nostri splendidi parchi e un potenziamento dei servizi di pulizia e cura del nostro territorio. Insomma una sfida global e local.
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Non crede che il Pd dovrebbe fare uno sforzo maggiore per tornare in sintonia con i ceti popolari
e con intere aree periferiche della città che da anni hanno scelto di votare altre forze o di rifugiarsi
nell’astensione?
Noi non ci siamo mai allontanati dai ceti popolari, siamo stati presenti anche in questi lunghi mesi di pandemia grazie ai nostri iscritti che hanno collaborato con iniziative di territorio per portare sollievo a coloro in difficoltà. Le relazioni sono state fitte, e l’ascolto è stato ed è alto. Caso mai chi ha tradito le periferie sono quelli che nella passata campagna elettorale dicevano che avrebbero
abolito la povertà e che avrebbero cancellato le code alla Caritas. Oggi, vediamo non solo una periferia senza anagrafe o biblioteche, a causa dei tagli voluti dall’amministrazione che ha vinto su
promesse non mantenute, ma anche quel centro, così sfavillante da dar fastidio, che si vede spegnere ogni giorno di più. Vogliamo tornare a Palazzo Civico, e lo faremo con un progetto che riaccenda speranze, idee e futuro.
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bc

Rostagno spiega l’Assessorato alla Gentilezza

Un anno e mezzo fa Alberto Rostagno, primo cittadino di Rivarolo Canavese, su proposta dell’Associazione di Promozione Sociale Cor et Amor con sede nell’eporediese (TO), è stato il primo Sindaco a riconoscere la delega alla gentilezza. Da allora ben 109 Sindaci in tutta Italia hanno riproposto la delega.

Lo stesso Rostagno, in una recente intervista rilasciata a Luca Nardi, Presidente dell’Associazione Cor et Amor, ha commentato l’evoluzione dell’Assessorato alla Gentilezza.

Cosa significa per lei  gentilezza?

Un modo di essere, non solo esteriore, ma anche interiore. Ė la capacita di farsi carico delle difficoltà degli altri con un sentimento di vicinanza e partecipazione verso le altre persone. Un animo gentile vede il bisogno di solidarietà altrui, scorge i timori e le preoccupazioni dell’altro cercando di aiutarlo.

Come si sente ad essere stato il primo Sindaco ad avere riconosciuto la delega alla gentilezza?

Sono orgoglioso di avere aderito ed essere stato il primo sindaco a farlo. Sono contento perché con questa visione dell’assessorato alla gentilezza c’è un futuro di vita e nei rapporti interpersonali.

Qual è l’idea innovativa della delega alla gentilezza dal punto di vista amministrativo e politico?

Ė nuovo come ufficializzazione dell’assessorato alla gentilezza, mentre è vecchio quanto il mondo il fatto che spesso non viene applicata la buona educazione ed il rispetto verso il prossimo e la cosa pubblica. Perché purtroppo ciò che è pubblico è di nessuno e ciò che é proprio è proprio e l’idea dell’Assessorato alla Gentilezza è di fare cambiare questa mentalità e far capire che la cosa pubblica è di tutti.

A quali bisogni della comunità l’Assessorato alla Gentilezza può contribuire a dare delle risposte?

L’Assessorato alla Gentilezza può contribuire a dare risposte al bisogno di sensibilizzare i cittadini a comportamenti positivi a prendersi cura delle persone che soffrono, delle persone sole, malate, che hanno i propri cari lontani, alle persone disabili, ai genitori separati con figli, serve ad accrescere lo spirito di comunità oltre che coinvolgere le associazioni ed i cittadini in iniziative di cittadinanza attiva.

Quando è stata presentata la delega alla gentilezza inizialmente qualcuno l’ha male interpretata secondo lei perché?

Inizialmente la delega alla gentilezza è stata male interpretata perché non si capiva bene l’idea ed il proposito dell’Assessorato alla Gentilezza. Poi con il tempo lo hanno capito. Qualcuno lo prendeva come qualcosa di goliardico.  Qualcun altro pensava che non servisse l’assessore alla gentilezza per trasmettere la gentilezza. Sarò felice quando un giorno non sarà più necessario l’Assessorato alla Gentilezza, perché saranno tutti gentili.

La delega alla gentilezza può essere definita un atto di coraggio?

Penso di sì perché spesso è difficile fare cambiare il modo di agire delle persone. Ci sono abitudini consolidate e uno non si rende conto di quello che fa. Ė difficile far cambiare i modi di rapportarsi tra le persone, ma ancora di più rispettare le più elementari regole. Spesso quando c’è una regola imposta per principio non viene rispettata. L’Assessorato alla Gentilezza fa del suo per aiutare le persone a rispettare le regole.

Si immaginava un anno e mezzo fa che tanti sindaci riproponessero l’Assessorato alla Gentilezza?

Non mi immaginavo che così tanti sindaci riproponessero la delega alla gentilezza. Questo è un bel segnale di crescita ma soprattutto un bel segnale di civiltà.

Pensando di rivolgersi ad altri sindaci, per quale motivo la delega alla gentilezza può essere utile per la comunità?

Ė difficile insegnare ad un sindaco cosa deve fare, perché ogni sindaco conosce bene i propri cittadini. Conosce  bene il loro modo di vivere. Ogni sindaco sa come interagire al meglio con i propri i cittadini. L’Assessorato alla Gentilezza è un bell’ausilio per interagire, trasmettere meglio e bene le buone pratiche.

Quali sono i passaggi per istituire la delega alla gentilezza?

Sono passaggi molto semplici, quanti quelli delle delega di un altro assessorato. Quando il sindaco nomina la giunta, può dare la delega agli assessori, o anche ai consiglieri. Nel dare la delega basta inserire l’assessorato alla gentilezza; può essere un assessorato singolo o un pluriassessorato come nel caso di Rivarolo C.se. L’importante è che la delega venga data ad un consigliere, o un assessore che la senta propria e la faccia sua perché è un ruolo molto bello.

Quali potrebbero essere le caratteristiche che deve avere un assessore alla gentilezza?

Devono essere caratteristiche che si sente dentro. Deve sapere ascoltare i cittadini, spesso dedichiamo poco tempo ad ascoltarli, molto spesso bisogna capire quali sono i veri bisogni di una persona, deve essere empatico, deve trasmettere simpatia e voglia di vivere, deve sapersi immedesimare nell’altro senza prendere le parti negative. Deve essere presente verso chi ha bisogno e ricordarsi che la gentilezza è un valore che si deve sentire dentro.

Quanto conta la coerenza in un assessore alla gentilezza?

Ė fondamentale, una pratica  necessaria che prima di estenderla agli altri deve sentirla dentro, anche nei piccoli gesti. Un assessore alla gentilezza non potrebbe permettersi di non raccogliere la cacca del proprio cane, o buttare la carta per terra. L’esempio è fondamentale.

Per quale motivo l’Assessore alla Gentilezza è ben voluto dai bambini?

Perché lo vedono come una persona  tranquilla, una persona empatica che sa trasmettere dei sentimenti. Una persona loro vicina che li mette in contatto con il mondo degli adulti e con l’amministrazione comunale.

Pensando alle buone pratiche costruite dal suo assessore alla gentilezza quale ricorda  più volentieri?

In un anno e mezzo da quando ho nominato il mio assessore Lara Schialvino. Tante sono le iniziative messe in atto  e che sono servite per far capire l’importanza di questo assessorato per interagire meglio con  i cittadini. Quella che ricordo di più è la prima, messa in atto subito dopo la nomina dell’Assessore. Ė quella di avere tracciato degli stalli, i parcheggi rosa dedicati alle donne in cinta ed alle neo mamme é stato apprezzato ed ancora oggi a distanza di 1 anno e mezzo sono molte le mamme e le donne in gravidanza  che usano questi parcheggi.

Prc-Se:”prebende alle Rsa? Una vergogna”

Oltre al danno la beffa. La Regione Piemonte si appresta a ristorare le Rsa e altre strutture residenziali sparse in regione (la somma prevista è di 41 milioni di euro)  per presunti maggiori costi legati alla pandemia.

Poco importa se sono in corso indagini della Procura della Repubblica riguardo le responsabilità per le 4 mila morti che ci sono state nelle Rsa del Piemonte. Una una vera e propria strage per mancate misure di contenimento dei contagi per la quale abbiamo a suo tempo presentato un esposto denuncia come Rifondazione Comunista. Poco importa se numerose strutture, in larghissima parte private, hanno già provveduto in proprio ad un aumento una tantum delle rette per i ricoverati oppure a istituire una sorta di gabella a carica di chi fa visita ai congiunti malati con la scusa di dover far fronte all’acquisto di dispositivi sanitari. Per la Regione altri soldi devono essere dati ai gestori, indiscriminatamente, distogliendo risorse della sanità destinate ad atre spese obbligatorie, al sostegno delle famiglie malate. C’è solo una parola per stigmatizzare questa situazione: vergogna!

 Ezio Locatelli, segretario provinciale di Rifondazione Comunista Torino  

Pd, piccole e grandi manovre per le comunali di Torino

Eccolo lì il mitico ed inarrivabile Chiampa.

Lapidario e sintetico: se avessimo ascoltato i sondaggi non avrebbero presentato Castellani Sindaco. Effettivamente lui  ed Enrico Salza si erano incaponiti, vincendo e iniziando una stagione di trent’anni fa. Nella prima repubblica sinistra e Fiat erano cani e gatti , nella seconda una coppia perfetta. Sicuramente qualche continuismo c’è.
Castellani Prof al Politecnico. Lo Russo ordinario al … Politecnico. Ora tutti gli uffici regionali non parlano d’altro. Mauro Salizzoni si è fatto beccare nel mandare letteralmente a stendere il suo ( ex ) amico ( presumo) Sergio Chiamparino. Un’amicizia di oltre 50 anni. Dai tempi della sezione universitaria del PCI. I bene informati raccontano di cene a casa di Salizzoni dove il Chiampa lo esortava nel mollare. Niente, anzi, come si è visto il mago dei trapianti non molla di un millimetro. Dalla sua il popolo, sinistra sbrindellata e un pezzo di sinistra pd. L’angelo custode di Salizzoni è Bruno Zucca ex comunisti italiani  e soprattutto amico e segretario particolare di Stara ai tempi della lista Bresso. Politicamente caduto su un taglierba. Ma ora è chiaro che il mentore, anzi la mentore è Anna Rossomando. Dunque? Salizzoni non è fuori gioco, ma la strada è in salita per lui. Vero che il Pd non esiste, ma esistono quelli del PD e in particolare i capataz del PD locale. Tradotto: Mauro Laus sempre a disposizione, continua il suo sodalizio con Piero Fassino da una vita a favore di Lo Russo. Scatenata la famiglia Gallo. Nuovo acquisto è Davide Gariglio, fortissimo a Moncalieri e Nichelino con ramificazioni nel capoluogo. Lepri dice di non mollare il suo candidato. Ma precisa che se non ci saranno le primarie la sua preferenza andrà a Lo Russo. Ed i civici? Anche qui totale divisione. Sindacato? Ha già i suoi problemi fin sopra i capelli. Vista così potrebbe essere il momento del centro destra con una sola condizione: chi guida dovrebbe essere un locale. Anche qui dolori, dolori. L’unico che vuole la Porchietto è Berlusca già impegnato nel contenere Salvini e Meloni. Il tutto condito dal possibile rinvio ad ottobre delle amministrative. Insomma non ci resta che piangere. Per chi è vincente si accettano scommesse. Un po’ tutti con le stesse possibilità. Vedremo.

“Tragedia al Valentino: nei nostri parchi mancanza di sicurezza”


Tema portato all’onore delle cronache dalla drammatica scomparsa dell’Avvocato Luca Zambelli, ma casi di difficoltà a procedere per i mezzi di soccorso a causa dei dissuasori si sono già verificati in un passato anche recente (due volte per esempio la scorsa estate): ho appena presentato un’interpellanza, in Consiglio Comunale, per chiedere più attenzione all’accessibilità, alla videosorveglianza, alla disponibilità di defibrillatori e di postazioni SOS presso le aree verdi di Torino.

Che i mezzi di soccorso non siano stati in grado di raggiungere, al Valentino, un cittadino colto da malore è un fatto gravissimo: è quanto successo nella mattina di domenica scorsa, per la mancata apertura di uno dei varchi elettronici. L’episodio ha avuto esito drammatico, con la morte di Luca Zambelli, avvocato. Non è la prima volta che, nell’urgenza di sbloccare i varchi, nessuno risponda alle chiamate dei soccorritori: a mia conoscenza, due casi si sono verificati solo nel corso dell’estate scorsa.

Il tema della sicurezza dei nostri parchi emerge in tutta la sua urgenza. Ho appena presentato un’interpellanza in Consiglio Comunale per chiedere dati puntuali sullo stato attuale della videosorveglianza presso i maggiori parchi cittadini, sulla disponibilità di punti di soccorso dotati di defibrillatori e postazioni per la chiamata dei soccorsi. Urge inoltre una mappatura delle barriere, artificiali e non, che potrebbero ostacolare l’arrivo dei mezzi di soccorso. Chiederò infine chi e come possa azionare, in caso di necessità imminente, i pilomat e le altre barriere mobili all’ingresso dei parchi cittadini.

Torno, con questo atto, a occuparmi di sicurezza nei parchi cittadini, dopo una prima interpellanza discussa ad aprile 2017. Secondo le ricostruzioni giornalistiche della vicenda, i mezzi di soccorso si sarebbero trovati nell’impossibilità di accedere al parco a causa dei dissuasori mobili attivi. I primi soccorritori avrebbero vanamente cercato nel parco una postazione di soccorso dotata di defibrillatore. L’avvocato Zambelli è stato colto da infarto mentre svolgeva attività motoria.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.
(foto: F. Pellissero)

Cnh, Italexit: “L’Italia è ufficialmente in svendita”


Dopo neanche una settimana dall’annuncio della nascita di Stellantis, il comparto industriale italiano viene travolto da una nuova notizia shock: dalla Cina è arrivata un’offerta per CNH e, tanto per cambiare, Exor è pronta a valutarla.

CNH (ex Fiat Industrial) è la società che produce macchine per agricoltura e costruzioni, veicoli industriali e commerciali, autobus e mezzi speciali (tra cui quelli con il marchio Iveco). Negli ultimi anni (a parte il 2016) ha rappresentato per Exor una fonte di profitti enormi, ragione per cui è stata probabilmente tenuta separata Offerta cinese per CNH, Italexit- ”L’Italia è ufficialmente in svendita, il Governo si svegli!” dalla fusione con PSA: il 2020 si chiuderà in perdita – come per buona parte di tutto il settore – ma questo non ne giustifica la vendita, se non in un’ottica puramente speculativa. E’ palese che Exor abbia deciso di intraprendere dal 2018 (con la vendita di Magneti Marelli ad un gruppo giapponese) un percorso per liberarsi del “fardello industriale” e concentrarsi su altri settori (in primis finanza ed editoria), lasciando ai nuovi proprietari la responsabilità delle ripercussioni su fornitori e lavoratori.
Di fronte a questo scenario, Italexit con Paragone rivendica con orgoglio il suo ruolo di unica voce fuori dal coro nel denunciare i pericoli di queste operazioni per Torino e per l’Italia. Mentre Governo e sindacati restano in silenzio, si può dire che la svendita dei pezzi pregiati del Paese è ufficialmente iniziata.
Conte e Gualtieri, almeno questa volta, avranno il coraggio di alzare la voce per tutelare l’interesse nazionale? Forse dovrebbero dare ascolto al viceministro dell’Economia Misiani che suggerisce un maggiore coinvolgimento dello Stato italiano nelle vicende di Stellantis e, a questo punto, ci auguriamo fortemente anche in quelle di CNH: le istituzioni hanno il dovere morale di rivendicare un ruolo di primo piano in tali situazioni di criticità. Italexit con Paragone chiede perciò che il Governo si attivi per convertire immediatamente in azioni delle società interessate i miliardi di fondi pubblici dati al gruppo Fiat in questi anni, assicurandosi di avere una percentuale superiore rispetto agli altri Stati (a partire dalla Francia) e sottraendole dalle quote di Exor (ormai un corpo estraneo a tutti gli effetti).
ITALEXIT CON PARAGONE – TORINO

Aiuti alle Rsa, divergenze in Regione tra maggioranza e opposizioni

Si delinea un percorso non agevole per il provvedimento che prevede gli aiuti alle Rsa piemontesi. Da un lato l’assessore al Welare Chiara Caucino ha dichiarato  in quarta Commissione regionale presieduta da Alessandro Stecco, che “la Giunta ritiene il Ddl indifferibile e urgente per sostenere le Rsa in questa perdurante pandemia”. Dall’altro Raffaele Gallo, capogruppo Pd, ha promesso una lunga discussione, in quanto “è difficile esaminare due Disegni di legge come quelli per la continuità delle prestazioni residenziali e per lo sviluppo delle forme associative della Medicina generale, che prevedono complessivamente uno stanziamento di circa 65 milioni, senza nemmeno aver iniziato l’esame del bilancio annuale e pluriennale della Regione”.

Il presidente Stecco, dichiarando l’impossibilità di interrompere o di procrastinare l’iter dei provvedimenti in Commissione, ha anche annunciato che la Giunta “ha previsto alcuni emendamenti tecnici proprio in merito alle ricadute economiche del provvedimento”. L’assessore ha quindi illustrato gli otto emendamenti, il più importante dei quali – e di cui gli altri sono diretta conseguenza – è la sostituzione della variazione di bilancio, prevista all’articolo 11, con la norma finanziaria.

“Chiediamo inoltre in via preliminare – ha aggiunto Gallo – di ricevere un’informativa sui conti della Sanità relativi al 2020, dal momento che il Ddl sulle Rsa incide in parte sul Fondo sanitario e quello sulla Medicina generale tocca capitoli di spesa relativi ai Livelli essenziali di assistenza e al trasporto pubblico locale”.

Prima della seduta la Commissione aveva audito i rappresentanti di enti e associazioni che operano a stretto contatto con le Rsa per anziani e disabili: Fondazione Promozione sociale (Maria Grazia Breda e Andrea Ciattaglia), Anaste Piemonte (Michele Assandri), Alleanza ConfCooperative (Luca Facta e Maurizio Serpentino), Forum Terzo Settore (Giancarlo D’Errico) e ConfApi (Michele Colaci).

Pur chiedendo un’erogazione in tempi brevi, gli auditi hanno espresso – con sfumature diverse – la propria contrarietà a finanziamenti che definiscono “a pioggia” rivolti indistintamente a tutte le Rsa, chiedendo invece un controllo della qualità del servizio erogato e della quantità degli operatori impiegati durante i mesi più difficili del contagio. Inoltre, è stato chiesto di aiutare direttamente le famiglie degli ospiti che in molti casi si sono fatte carico al proprio domicilio degli anziani ritirati dalle Rsa per mancanza di una assistenza adeguata.

Il secondo argomento affrontato è stato la necessità della presenza di un direttore sanitario all’interno delle Rsa (figura oggi non sempre presente). In molti hanno sottolineato che si tratta di un direttore con compiti esclusivamente amministrativi, che non ha possibilità di intervenire su temi sanitari. Inoltre ora si pone il problema del consenso per il vaccino anticovid da somministrare alle persone non in grado di farlo in prima persona.

Prima di decidere di erogare “ristori” alle strutture residenziali e per fare una precisa previsione di spesa per il 2021, le associazioni hanno chiesto di verificare con precisione il numero dei posti letto nelle Rsa e quello degli effettivi ricoverati, le unità di personale e la loro contrattualizzazione, e anche quali prestazioni siano riconoscibili nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e, quindi, da finanziare obbligatoriamente.

Sono intervenuti, per richieste di approfondimenti, i consiglieri Daniele Valle (Pd), Valter Marin (Lega) e Marco Grimaldi (Luv).

Ruffino (Fi): “Il governo vende illusioni”

Che cosa c’è di più pericoloso che vendere illusioni a un Paese stremato da quasi un anno di lockdown e di restrizioni, con l’economia boccheggiante e il lavoro autonomo e il commercio polverizzati da ristori ridicoli, quando arrivano? Una sola cosa è più pericolosa: il venditore di illusioni.

Il governo ha fatto scaldare i muscoli a sciatori e maestri di sci, al personale dei musei e dei teatri illudendo tutti che dal 18 gennaio sarebbe ripresa una cauta attività in questi settori.

Sappiamo oggi che non sarà così. Ci avviamo verso l’anniversario del primo contagio da Covid con l’Italia eternamente bloccata, con gli operatori abbandonati nella nebbia di decisioni annunciate, corrette, posticipate, revocate e infine contraddette da decisioni diametralmente opposte.

Tutto questo accade usando lo strumento del dpcm, quindi con decisioni autocratiche del governo e dei ministri competenti, con il Parlamento che apprende dalle agenzie e dai giornali le decisioni del governo. A ciò si deve aggiungere che il decreto ristori 5, quello che contiene le misure per le categorie rimaste fin qui escluse, come il settore dello sci, rischia di rimanere bloccato 8n caso di crisi del governo. I maestri e le scuole di sci, come molti altri operatori del settore, sono fermi da mesi e senza aver visto un solo centesimo dei ristori promessi. È una ferita sociale e uno scandalo politico di questo esecutivo che in un anno di pandemia ha messo in brache tutto il lavoro autonomo.

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Gallo (Pd): “Prima i piemontesi? No, prima i più deboli!”

 “L’Assessora Caucino ha promesso una revisione della legge regionale sull’edilizia sociale che prevederà una corsia preferenziale per i piemontesi nell’assegnazione di una casa popolare, secondo lo slogan “Prima i piemontesi” un motto quanto mai in contrasto con le norme della nostra Costituzione e con quelle di un’Unione Europea libera, democratica, aperta” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“La legge regionale 3/2010 deve essere rivista e aggiornata certo e la Giunta di centrosinistra ha iniziato a farlo, nella scorsa legislatura, a partire dall’accorpamento ATC e alla modifica della loro governance. Tuttavia, non credo che introdurre premialità basate sugli anni di residenza nella nostra Regione possa essere un criterio valido per risolvere il problema dell’emergenza abitativa dal momento che altri sono i fattori che determinano la necessità di richiedere una casa. La vulnerabilità sociale è, infatti, determinata dalla perdita del lavoro, dagli sfratti per morosità e penso che tutto questo non possa essere superato dagli anni di residenza in Piemonte” commenta Raffaele Gallo.

“Sostegno alla locazione, aiuto concreto a chi non è nelle condizioni di sostenere il canone di affitto, riduzione delle diseguaglianze abitative. Si deve continuare su questa strada senza abbandonarsi alla solita retorica e senza ridurre i fondi per l’edilizia sociale, come fatto oggi per finanziare i ristori per le RSA. E soprattutto, si dovrebbe proseguire il lavoro concreto e efficace iniziato nella scorsa legislatura pubblicando finalmente il bando attuativo della delibera del febbraio 2019 della Giunta Chiamparino che aveva individuato i criteri per gli interventi nel campo del Welfare e la classificazione dei comuni ad alta tensione abitativa e sbloccando 60 milioni destinati a costruire 400 alloggi di edilizia convenzionata con la conseguente creazione di 1.200 posti di lavoro. Questo sì che sarebbe un primo atto per dare una casa a tanti cittadini bisognosi” conclude Gallo.