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SiTav-SiLavoro chiede la nomina del Commissario per i lavori della TAV

Flash mob a Torino, Giachino: “basta ritardi, l’opera serve a rilanciare la città”

“La Tav è l’opera più importante per il rilancio e il futuro di Torino”. Così  Mino Giachino, candidato sindaco di Si Tav Si Lavoro, l’associazione che ha organizzato un flash mob davanti alla prefettura per esprimere a Governo e Parlamento la delusione per il tempo perso, “un ritardo che pagherà caro l’economia torinese”. “Il blocco silenzioso da parte di Toninelli e del governo giallorosso ritardano i lavori dell’opera  di 2 anni e questo farà perdere all’economia torinese tra i 5 e i 6 miliardi”, osserva Giachino, che chiede “la nomina di un commissario straordinario come per il ponte di Genova”.

Il Partito Radicale non si presenta alle elezioni

“NON HA SUOI DIRIGENTI CANDIDATI A PRIMARIE DI ALCUN SCHIERAMENTO POLITICO”

Caro direttore, in merito ad alcuni articoli apparsi in questi giorni sulla stampa locale di Torino e provincia, si precisa che il Partito Radicale, organizzazione politica fondata nel 1955 e che per Statuto non si presenta ad elezioni locali e/o nazionali, non ha suoi dirigenti candidati a primarie di alcun schieramento politico. Chiediamo alla stampa e a coloro che si candidano in altre organizzazioni politiche, utilizzando la definizione di “esponenti radicali”, di precisare sempre a quali organizzazioni fanno riferimento per evitare di ingenerare, anche involontariamente, confusione e/o falsificazione della realtà. Lo chiediamo per rispetto ai valori che il Partito Radicale ha sempre promosso e per rispetto alla deontologia professionale dei giornalisti.

Mario Barbaro

Membro della Segreteria del Partito Radicale

Sergio Rovasio  

Membro del Consiglio Generale del Partito Radicale

Torino, Maccanti (Lega): “4,7 milioni in arrivo per la Città metropolitana”

“Più di 4,7 milioni di euro in arrivo a Torino per la Città metropolitana per la progettazione di fattibilità delle infrastrutture.

Un risultato conseguito dal governo con l’interesse specifico del Ministero delle Infrastrutture d’intesa con la Conferenza Unificata. Un risultato importante per il nostro territorio che permette all’amministrazione locale di iniziare l’iter per la realizzazione di opere fondamentali per l’area. Il vice ministro Alessandro Morelli, con la sua attenzione alla nostra Città metropolitana, conferma come la Lega abbia a cuore gli interessi dei territori e dei cittadini affrontando le questioni con pragmatismo e concretezza. Con la Lega al Governo si passa dalle parole ai fatti”.

Lo dice in una nota la deputata Elena Maccanti, componente della Commissione Trasporti.

Tre proposte in Regione per ridurre il consumo del suolo

DAL CONSIGLIO REGIONALE  Favorire il contenimento del consumo e il riuso del suolo, la riqualificazione dell’edificato, la rigenerazione urbana, l’efficientamento energetico e la semplificazione delle norme in materia urbanistica ed edilizia: questi i capisaldi delle tre proposte di legge – 37 primo firmatario Domenico Rossi (Pd), 74 primo firmatario Daniele Valle (Pd) e 125 primo firmatario Valter Marin (Lega) – esaminate nella seduta della seconda Commissione presieduta da Ivano Martinetti.

Con la mediazione della presidenza, i rappresentanti dei vari gruppi politici, in considerazione della comunanza di intenti delle tre proposte, hanno deciso di procedere all’esame congiunto delle Pdl per argomenti, per approfondire nel merito i tre articolati nelle prossime sedute di Commissione. Necessaria anche la rapidità per approfittare dei vari incentivi statali previsti in questo periodo (come 110% o bonus facciate)

Sono già state svolte le consultazioni online e vi è stato il parere favorevole del Cal. Si è quindi proceduto alla discussione generale con gli interventi di ValleMarinSean Sacco (M5s), Paolo Ruzzola (Fi), Gianluca Gavazza e Matteo Gagliasso (Lega).

È stata rimarcata la possibilità di fissare obiettivi per gli enti locali e la Regione per evitare il consumo del suolo (Valle). Importante anche regolamentare per limitare le altezze interne degli edifici per diminuire il consumo energetico, nonché agevolare con degli incentivi (in termini di spostamento delle volumetrie) la demolizione degli edifici in aree esondabili e a rischio idrogeologico con la relativa naturalizzazione del sedime liberato dalla costruzione demolita (Marin).

Sacco ha sottolineato la necessità di deregolamentare e semplificare nel rispetto delle competenze comunali, mentre Ruzzola ha evidenziato il filo conduttore delle diverse proposte che possono con intelligenza rimuovere quei paletti troppo rigidi che hanno causato l’abbandono dei vecchi edifici e la dismissione di vecchi capannoni industriali che potrebbero essere riutilizzati.

Gavazza ha evidenziato la necessità di porre rimedio agli errori degli anni ’70 che hanno favorito l’abbandono degli edifici e il consumo spropositato del suolo, mentre Gagliasso ha parlato della possibilità, con queste proposte legislative, di ridare slancio all’economia piemontese e ridisegnare le bellezze del Piemonte, mettendo anche da parte le conflittualità tra partiti.

I conti si faranno con il maggioritario

La legge elettorale nella politica italiana si cambia ormai in ogni legislatura. E questo per un semplice motivo: e cioè, non essendoci più una politica che proietta il suo orizzonte a lungo termine, tutto si riduce all’immediato.

E quindi i partiti, o quel che resta di loro, decidono sulla base dell’incrocio dei sondaggi degli ultimi mesi della legislatura. Non stupiscono, al riguardo, i repentini cambiamenti di opinione. Sotto questo versante l’iniziativa politica del Pd è persin troppo emblematica. Dopo aver tessuto le lodi per mesi e mesi del proporzionale e quindi della necessità di avere una legge elettorale che guardasse in quella direzione, improvvisamente è ritornata di moda, quasi come il dogma delle primarie, il sistema maggioritario e tutto ciò che comporta, in termini di benefici, quell’impianto regolamentare e legislativo. E questo perchè, come ricordavo poc’anzi, le leggi elettorali sono sempre e solo il frutto delle convenienze momentanee legate alle sentenze inappellabili dei sondaggi dell’ultimo mese. Adesso, almeno così pare, la convenienza ultima pare essere quella di ripuntare sul maggioritario – almeno da parte della ex maggioranza giallo/rossa con la tacita condivisione di quasi tutto il centro destra – dopo aver predicato la necessità e quasi l’obbligatorietà di procedere con il proporzionale. Ma, come ben si sa, in un contesto politico dominato dal trasformismo e dall’opportunismo, quello che si dice nel mese precedente viene puntualmente smentito e rinnegato nel mese successivo. Certo, il voto è ancora lontano – almeno così pare – e non sono ancora da escludere ulteriori capriole e cambiamenti di orientamento e di prospettiva. Dunque, tutto è ancora possibile perchè tutto è giustificabile.
Ora, però, se dovesse essere confermata sostanzialmente la pessima legge elettorale varata per disciplinare le ultime consultazioni – il cosiddetto “rosatellum” – seppure con qualche marginale correzione, dovremmo arrivare alla conclusione che il maggioritario resta l’impianto centrale della futura legge in vista della prossima consultazione elettorale, a prescindere dalla data in cui ci saranno le elezioni. E, di conseguenza, con il maggioritario occorrerà fare i conti.
E, sotto questo versante, per chi non si rassegna alla logica del bipolarismo secco e insindacabile, è indispensabile nonchè necessario, mettere in campo una iniziativa politica di centro che, come ovvio, si misuri poi con una dinamica bipolare ispirata alla nota democrazia dlel’alternanza. Ecco perchè, forse, è necessario pensare, sin d’ora, di dar vita ad una lista/ soggetto politico di centro – il più possibile inclusivo ed unitario – che sia in grado di convivere con un sistema maggioritario che inesorabilmente dovrà fare i conti con le coalizioni in campo. Certo, esiste sempre la possibilità di giocare un ruolo puramente testimoniale come, almeno così pare, faranno alcune realtà che non pensano minimamente di allearsi con chicchessia. Ma che si limiterebbe a giocare un ruolo politicamente insignificante ed elettoralmente irrilevante. Come ne abbiamo conosciuti a grappoli in questi ultimi anni, soprattutto sul versante moderato e di centro. Esperienze che continuano tuttora e che, come da copione, sono destinate a restare del tutto marginali nello scacchiere politico italiano.
La vera sfida politica, quindi, resta quella di verificare la compatibilità politica e programmatica con i due schieramenti che saranno probabilmente in campo. Quello di centro destra dove, di fatto, manca tuttora una chiara e robusta componente di centro, moderata e capace di riequilibrare la cultura leghista e quella della destra democratica. E quello di sinistra, condito ed arricchito dal populismo grillino e condizionato dal solito e ormai collaudato “culturame” di sinistra. Due offerte politiche che saranno destinate, salvo accadimenti ad oggi del tutto virtuali ed impensabili, a confrontarsi nella contesa elettorale. E il ruolo di chi cerca, seppur con difficoltà oggettive e strutturali, di declinare una “politica di centro” attraverso una offerta politica e programmatica “di centro”, sarà oltremodo importante e forse anche decisivo in vista della “vittoria finale”. E questo non per rivangare antiche esperienze o, peggio ancora, scimmiottare partiti che nel passato hanno fatto del “centro” e della “politica di centro” la loro ragion d’essere. Molto più semplicemente, si tratta di conservare uno spazio politico che sappia anche e soprattutto contenere quella radicalizzazione dello scontro politico che resta la vera causa del decadimento della politica stessa e delle sue ragioni ideali e progettuali. Ed è per questo motivo, semplice ma al tempo stesso impegnativo ed entusiasmante, che questa sfida va vissuta sino in fondo. Recuperando quella coerenza e quel coraggio che restano ingredienti fondamentali anche in questa stagione politica difficile e complessa.

Giorgio Merlo

Boni, Intelligenza artificiale: “Sconfitta frutto di divisioni”

“Propongo un appello che mobiliti politica e società civile, intellettuali e imprenditori, cittadini e lavoratori, candidati a sindaco di tutti gli schieramenti”

Igor Boni (Candidato alle primarie del centrosinistra di Torino):
“La sconfitta, almeno per ora, della nostra città riguardo al Centro per l’Intelligenza Artificiale è figlia delle divisioni politiche, della incapacità di fare squadra, della non volontà di lavorare insieme e della scarsa visione per il futuro. Torino deve interrompere il declino economico e sociale che sta vivendo e questa iniziativa era – ed è – una occasione da non perdere. Io credo che l’errore sia stato quello di andare in ordine sparso, utilizzando il centro come fosse una prerogativa di una parte politica e non di tutti. Serve ora, anche se apparentemente è troppo tardi, che le forze politiche operino insieme e indipendentemente dal loro orientamento politico, che i Parlamentari piemontesi lavorino insieme, indipendentemente dal loro orientamento politico, che la giunta Appendino e la Giunta Cirio lavorino insieme e facciano sentire la loro voce. Lavorare insieme su obiettivi comuni è il metodo rivoluzionario da utilizzare, peccato che si faccia fatica a comprenderlo. Qualcuno mi farà notare che le forze politiche locali erano tutte d’accordo; io affermo che occorreva e occorre un lavoro comune, non sollecitazioni che arrivano da mille rivoli per intestarsi una vittoria che infatti non c’è.
Propongo un appello che mobiliti politica e società civile, intellettuali e imprenditori, cittadini e lavoratori, candidati a sindaco di tutti gli schieramenti, che possa divenire una mozione parlamentare urgente, affinché il Governo trovi il modo di realizzare il centro a Torino, altrimenti sarà un ulteriore segno del declino irreversibile; un declino che voglio interrompere e che potrà essere interrotto solo con il senso di responsabilità di lavorare con e non contro”.

Nuovo sindaco, cosa succede a sinistra?

Il 21 maggio sapremo chi sono i candidati alle primarie PD. Ad oggi due certezze. Lo Russo ed Igor Boni.

Per il primo sembra uno scherzo raccogliere 550 firme nei 1850 iscritti al pd. Pochi ma tutte persone fidate e di fede. Il secondo è  il Radicale,  non più iscritto al pd è candidato di diritto nazionale. Poi ? Una prateria inesplorata si apre. Che poi primarie del PD è un modo improprio di dire. Le organizzazioni che partecipano a vario titolo sono 12. Perlomeno alle riunioni,  giustappunto partecipano rappresentanti di 12 raggruppamenti politici.
Di volta in volta debbono prenotare  saloni vari in giro per la città. Ed il fatto che non ci siano donne è presto a dirlo.  Magari Ida Curti , ex assessore di Chiampa e Fassino ha la copertura di Grimaldi con le varie sigle della sinistra sbrindellata da giocarsi per evitare la raccolta delle firme. Quasi sicura come presidente di Barriera  di Milano Carlotta Salerno. Quota Moderati con Mimmo Portas funambolo della politica torinese. Ex Forza Italia,  grande amico di Bersani , eletto nelle liste PD ed appartenente al gruppo Italia viva in quanto parlamentare:  e chi lo ammazza.Detto in modo affettuoso,  si intende.
Per  Carlotta Salerno non ci vogliono firme.
Dopo un posto da presidente di circoscrizione non glielo toglie nessuno.
Per  Giacalone la vedo dura. Niente firme e niente coperture dei partitini. Poi il sinbolo di Alleanza per Torino e di Michele Paolino che appoggia Lo Russo. Persona troppo onesta intellettualmente per giocare a strani giochini.
Ed eccola la vera incognita . Enzo La Volta.
Bella presenza e competente,  indubbiamente. Si schermosce: i verdi sono amici ma da loro nessuna copertura.  Se non raccolgo le firme necessarie me ne farò una ragione. Io una professione ce l’ho.
Sinistra PD dilatata.  Pentenero furibonda.
Ex comunisti: mi devono tagliare una mano  ma io pd non lo voto. Aggiungiamo la solita lista beni comuni di Montanari. Quelli per capirci a sinistra della sinistra più a sinistra dell’altra sinistra. Poi la lista Gay e mi sa che quasi certamente il centro sinistra non vinca al primo turno.  Unica flebile speranza  che Damiano non ci riesca al primo.  Viceversa prevedo  suicidi  politici di massa.  Ma il pd prevede il commissariamento ? Si vedrà.
Personalmente,  comunque non scommetto un euro contro mille sulla vittoria del centro sinistra. Sempre pronto nel fare ammenda.
Curiosamente in attesa.  Vedremo.

Patrizio Tosetto

Stazioni sciistiche, Ruffino (Cambiamo!) “se avanzati, ristori per manutenzione impianti”

“Sembra che dai ristori stanziati dal governo per le stazioni sciistiche, siano avanzate delle risorse.

Chiedo al governo che l’eventuale esubero legato al de minimis, venga ripartito equamente a livello nazionale utilizzandolo per la revisione  degli impianti e delle stazioni”. Dichiara in una nota la deputata di Cambiamo! Daniela Ruffino. “Sarebbe una ottima occasione per aiutare ulteriormente uno dei settori piu’ colpiti dalla pandemia da Covid-19 che ne ha causato praticamente l’inattivita’ per ben due stagioni consecutive”, conclude.

Rsa, la Commissione Salute chiede al ministro di agevolare le riaperture

La Commissione Salute, coordinata dall’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, ha esaminato alcune proposte per facilitare le modalità di accesso e uscita degli ospiti e dei visitatori delle strutture residenziali della rete territoriale.

Lo comunica lo stesso Icardi al termine della riunione della Commissione in Regione

«Gli importanti sforzi riorganizzativi compiuti in questi mesi dai gestori delle strutture residenziali sanitarie – osserva Icardi -, così come l’elevato livello di copertura vaccinale raggiunto tra gli ospiti e il personale delle stesse strutture, insieme alle fondamentali e massive attività di screening periodico e all’andamento decrescente del trend epidemiologico, giustificano la richiesta all’Istituto superiore di Sanità di rimodulare le misure che erano state studiate per la fase più drammatica della pandemia e in un contesto di tutela complessiva obbiettivamente molto più critica. Abbiamo ragione di credere che oggi sia possibile consentire in sicurezza lo svolgimento delle visite alle strutture e le uscite programmate degli ospiti, ferma restando l’evoluzione dello scenario epidemico. Va tenuto nella giusta considerazione anche l’aspetto psicologico degli anziani e delle persone più fragili che in questi mesi hanno vissuto le inevitabili restrizioni richieste alle strutture residenziali assistenziali, nel rispetto delle responsabilità di tutti i soggetti interessati».

Nel documento sono contenute indicazioni di carattere generale e specifico riguardanti le condizioni della struttura per l’accesso dei visitatori e l’uscita degli ospiti, le certificazioni verdi Covid-19, le visite in spazi esterni e al chiuso, le visite all’interno del nucleo di degenza, i rientri in famiglia e i nuovi ingressi nelle strutture.

«Su questi temi – rileva l’assessore Icardi – abbiamo già avuto in questi giorni diversi confronti informali con ministro della Salute, Roberto Speranza, il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro e il direttore generale della prevenzione presso il Ministero della salute, Giovanna Rezza. Siamo fiduciosi nell’accoglimento delle nostre richieste».

“Regio Itinerante” da quattro anni in crisi

“I piccoli Comuni rischiano di dover rinunciare a ospitare concerti di alto livello: alla Giunta Regionale, che sul progetto mette fondi, va bene così?”

Il trend negativo è iniziato nel 2018, ben prima, dunque, della pandemia: ho portato il tema in Consiglio Regionale con un’interpellanza discussa a Palazzo Lascaris. La Regione mette a disposizione risorse affinché, con questa iniziativa, la cultura di qualità arrivi capillarmente sull’intero territorio piemontese senza costi eccessivi: non può esimersi, dunque, dal far emergere la propria posizione politica e dal dettare le proprie priorità. La fondamentale figura professionale incaricata di stringere accordi con i Comuni è stata messa alla porta. L’aumento della quota a carico degli Enti (la cifra a componente è quasi triplicata) ha contribuito ad abbattere la domanda di appuntamenti da parte del territorio. Se la Giunta crede, come crediamo noi come Moderati, che questa iniziativa diffusa sia un valore in sé (d’altra parte è per sostenere questa tipologia di progetto che la Regione mette risorse), si muova perché a pandemia finita il calendario torni ai livelli pre-crisi.

Qual è il vero interesse, da parte della Giunta Regionale, nei confronti del “Regio Itinerante”? Che tipo di “Regio Itinerante” ha in mente? Lo scopriremo senza tema di smentite alla fine della pandemia, quando non sarà più possibile appellarsi alle limitazioni che gravano sugli eventi in presenza per giustificare il crollo verticale nel numero di appuntamenti organizzati. Il calo è iniziato nel 2018: ben prima dell’emergenza pandemica. Per ora, rileviamo che è impossibile, da una parte, affermare che il progetto è al centro delle preoccupazioni della Regione Piemonte e, contemporaneamente, rinunciare a fornire indicazioni programmatiche e strategiche, avallando semplicemente le decisioni del Commissario Straordinario, come se l’Ente Regionale non mettesse fondi a sostegno dell’iniziativa. Lo stesso responsabile dell’iniziativa con delega ai rapporti con gli Enti locali per l’organizzazione degli eventi è stato messo alla porta. L’Assessore Marrone ha risposto poco fa per conto dell’assente Assessora Poggio alla mia interpellanza sul tema.

Cedere l’organizzazione del “Regio Itinerante” a un ente esterno al Teatro è compatibile con lo spirito stesso dell’iniziativa? “Il Regio Itinerante”, che ci auguriamo resti un imprescindibile punto di riferimento delle politiche culturali regionali e non sia limitato a un numero ristretto e fisso di località, ha permesso di organizzare, dal 1998 in avanti, quasi 1.400 concerti, per la maggior parte a ingresso gratuito e realizzati in tutto il territorio regionale, dai capoluoghi di provincia alle più remote zone collinari e di montagna, presso teatri, chiese, castelli, auditorium. Episodi come la cancellazione, il giorno prima dell’evento, di un concerto in calendario a Rivalta lo scorso ottobre o come il ritardo nella pubblicazione del bando per la selezione dei nuovi gruppi da camera non sono senza conseguenze e danno le dimensioni delle criticità che gravano, attualmente, sul “Regio Itinerante”. L’aumento della quota a carico degli Enti (la cifra a componente è quasi triplicata) ha contribuito ad abbattere la domanda di appuntamenti da parte del territorio.

Il resto del quadro lo tracciano i numeri: dopo il picco raggiunto nella stagione 2009-2010 con 62 concerti, il rallentamento del 2018 e il crollo nel 2020-21, con 13 soli eventi. Ora siamo a un bivio: questa Giunta crede nel “Regio Itinerante” oppure no? Se sì, occorrono misure politiche conseguenti e adeguate; se no, per correttezza, lo si dichiari esplicitamente.

L’ampliamento delle proposte del “Regio Itinerante” si è reso possibile anche grazie al crescente riscontro del pubblico e all’aumento della domanda di enti e associazioni che intendono ospitare i concerti. Un circolo virtuoso che sarebbe assurdo interrompere.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.