“L’occupazione dell’ex Dogana di Claviere da parte degli anarchici, avvenuta questa mattina, non può essere tollerata. Presenterò un’interrogazione al Ministro dell’Interno per chiedere lo sgombero e per chiedere conto di come il governo intenda occuparsi della difesa dei nostri confini – a dichiararlo è la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, intervenendo sull’ennesima occupazione al confine con la Francia in alta Val di Susa. “Già nel 2019 – prosegue Montaruli – avevo effettuato un sopralluogo con il dirigente nazionale di Fdi Maurizio Marrone e con il segretario generale provinciale del Siap Pietro Di Lorenzo segnalando lo stato di abbandono dell’edificio demaniale al confine con la Francia e le condizioni precarie in cui gli agenti erano costretti ad operare. Scoprire ora che lo stabile che si sarebbe potuto adibire per ospitare gli agenti di Polizia sia diventato la nuova base operativa degli anarchici è una vergogna inaccettabile. Uno stato serio non può permettere che gruppi antagonisti utilizzino edifici lungo il confine per pianificare sconfinamenti illegali e incentivare l’immigrazione clandestina”.
C’è bisogno di politici adulti e vaccinati
C’è chi dice che i no vax sono stupidi ed ignoranti. Non è una novità che ignoranza e stupidità vanno di pari passo. Sono complementari e senza l’una non c’è mai l’ altra. Stupidità che non ha colore politico. Decisamente trasversale.
Ma come mai Giorgia Meloni si è intestata questa battaglia politica imponendo a Matteo Salvini l’inseguimento politico? Puro e semplice calcolo elettorale. Giorgia Meloni non è stupida, tanto meno Matteo Salvini. Ne’ stupidi ne’ ignoranti. Oddio, Matteuccio il Capitano ha cambiato una dozzina di facoltà, senza mai laurearsi. Troppo impegnato nel sobillare il popolo. Ma tant’è che qualche libro l’hanno letto. Addirittura la ragazzaccia di Garbatella (Meloni) un libro lo ha scrittori. Ora al top 10 delle vendite. Per lei ottima operazione di immagine. Ed alla fine sono molto ma molto disciplinati. Mario Draghi li riprende e loro da bravi bambini si vaccinano.
Ma non rinunciano nell’urlare: libertà, libertà.
Dunque niente Green pass. Ma super Mario va avanti. Irremovibile. Voi non sapete quanto mi piace questo uomo. Tanto, proprio tanto. Non urla mai. La calma è proprio la virtù dei forti. Su questo punto decisamente debolucci Salvini e Meloni che “giocano” a chi urla di più.
In gioco chi è il numero uno del Centro Destra. Persino Berlusca dice: piantatela.
Ma chi ha, indubbiamente il vento in poppa è Fratelli d’Italia. C’è la ressa per entrarvi. Molti ex di Forza Italia corrono alla corte di Giorgina la pasionaria della destra. La prima volta che una donna è leader a destra. Un po’si è copiato dalla Francia, anche se, diciamocelo, la Le Pen è da una vita in politica e difatto non sfonda mai.
Perché? Un po’per il sistema elettorale francese ed un po’ perché i vari estremismi di destra come di sinistra al massimo arrivano al 20 %. Inoltre, direi, non tutto è lineare tra leghisti e Fratelli d’Italia.
Divisioni proprio sui valori di fondo.
Emblematico il caso di Biella. Il sindaco Claudio Corradino manda a casa l’assessore
Davide Zappala di Fratelli d’Italia colpevole di non aver presentato alcun progetto per il comune di Biella di riqualificazione urbana.
I soldi dell Europa non interessano ai Fratellini biellesi. Comunque alcuni di loro sempre pronti nel difendere chi esalta la figura di Benito Mussolini. Sempre Corradino , mesi fa , aveva chiesto la testa , ottenendola, di un consigliere leghista che osannava il Duce. Tutto ciò nella più totale assenza di Forza Italia, anche qui a Biella, praticamente inesistente e si un PD incapace di fare un minimo di opposizione. Le divisioni sono anche, se non soprattutto, interne.
Non tutti in Fratelli d Italia condividono lo scivolamento sempre più a destra del Partito.
Guido Crosetto fondatore e quasi Torinese al 100 % per cento candida suo nipote a Torino in consiglio comunale. Masticano amaro i nostalgici . Ora non c’è piu spazio per noi.
Il grande, in assoluto è l’alessandrino Molinari. Basta con i no vax. Supportato da un’indagine: il 60 % degli elettori leghisti è per il green pass. E Molinari non muove foglia che Matteo Salvini non voglia. Con l’azione squadrista a Pesaro contro la famiglia del Sindaco hanno decisamente superato ogni limite. Zaia tuona contro i leghisti no vax e no green pass. Tempi duri per una certa destra oltranzista . Piaccia o non piaccia il fascismo non tornerà di moda. Ma i guai di questa strana destra italica non sono finiti.
Mario Draghi incontra Cirio il governatore e Chiaretta la Sindachessa oramai in pensione e scopre che Torino è peggio di molte città del Sud. Allora? Dice : non vi preoccupare ora ci penserà il Ministro Giorgetti. Mario Draghi non è abituato a fare promesse e poi non mantenerle. Concretamente, mi pare, ci sarà una gara tra chi vorrà salvare ” solo il sud ” e chi vorrà salvare anche il nord Italia. Ovviamente i leghisti sono storicamente al nord e Fratelli d’Italia sono storicamente al sud e al centro con epicentro la capitale e decisamente radicati a Latina. L’agro pontino che da molti è ritenuta una succursale della camorra. Dai no vax all’economia leghisti e Fratellini non vanno d’accordo su nulla.
Non vanno d’accordo a Torino, come a Milano arrivando fino a Roma. E questo non è un bene per l’intera democrazia. Fa un certo negativo effetto vedere simboli fascisti che sfilano in cortei che chiedono libertà. Fascismo e libertà sono un ossimoro. E innegabile. Come non terminare citando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: vaccinarsi è un dovere civico e morale. E guarda caso Mattarella ha scelto Mario Draghi. Tutti e due tengono il punto. Qualche speranza c’è ancora.
Patrizio Tosetto
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
I volontari di Torino Tricolore, giovedi pomeriggio,
hanno ripulito dall’immondizia e tagliato l’erba in strada Altessano angolo via Sansovino. L’area che è stata oggetto di manutenzione è proprio quella di fronte ai campi da calcetto costruiti, ormai vent’anni
fa, per il progetto di riqualifica di Lucento-Vallette.
“I residenti ci hanno contattato per segnalarci l’ennesimo angolo di quartiere dimenticato dalle varie amministrazioni comunali – dichiara
Matteo Rossino di Torino Tricolore – in questo caso, dato che si tratta di lavori di riqualifica del lontano 2001, i campetti non sono mai stati
fruibili dai residenti e ormai sono fatiscenti”
“Giovedì pomeriggio ci siamo concentrati nella pulizia dall’immondizia accumulata in anni di abbandono – continua Rossino – e con un
decespugliatore abbiamo tagliato l’erba che sul marciapiede arrivava anche a mezzo metro di altezza. Siamo già intervenuti in diversi
quartieri e la situazione che si palesa è sempre di un totale abbandono, soprattutto nelle periferie.”
“I progetti di riqualifica non devono essere pubblicizzati solo nelle varie campagne elettorali, – conclude Rossino – ma devono essere
completati e mantenuti affinchè i cittadini residenti ne possano usufruire ogni giorno. Questo è l’unico modo per abbattere il degrado:
vivere i nostri quartieri.”
L’Associazione Pannella scrive ai candidati sindaco
ROVASIO E BARBARO: PRONTI A INTERLOCUZIONE SU TEMI SPECIFICI
Lettera aperta ai candidati Sindaco di Torino
Le elezioni per rinnovare il Sindaco e il Consiglio Comunale sono alle porte.
L’associazione Marco Pannella di Torino e il Partito Radicale da sempre si battono per difendere lo Stato di diritto e per la promozione dei Diritti Civili e Umani. Torino è sempre stata una città all’avanguardia su questi temi ed è anche per questo che siamo sempre riusciti a coinvolgere esponenti politici dei diversi schieramenti e Istituzioni locali in difesa delle persone più bisognose con incontri, iniziative, dibattiti. Abbiamo promosso diverse iniziative nonviolente compresi scioperi della fame che hanno visto coinvolti molti attivisti che hanno a cuore i temi della legalità e per il rispetto di ogni persona.
Chiediamo ai Candidati Sindaci e ai candidati al Consiglio Comunale di impegnarsi da subito sui seguenti temi:
– promozione e rispetto dei diritti civili e democratici che rendano viva la Costituzione Italiana in ogni suo aspetto;
– impegno sul mondo del carcere troppo spesso abbandonato da parte della classe politica con iniziative di aiuto e di assistenza con valorizzazione e promozione dell’attività di volontariato;
– lotta alla violenza e alla delinquenza prodotte da ogni forma di proibizionismo: studio di un nuovo approccio che avvii nuove politiche di dialogo, informazione, assistenza e aiuto con anche il coinvolgimento di associazioni, organizzazioni e operatori specializzati;
– trasparenza mediante riforme quali l’anagrafe pubblica degli eletti, trasparenza delle attività concernenti i servizi pubblici e maggiore sensibilità verso i cittadini;
– promozione e rilancio della Riforma democratica delle città metropolitane secondo lo spirito originario previsto negli anni novanta.
Siamo disponibili ad ogni interlocuzione utile per cercare di porre la nostra città al centro di un cambiamento necessario per la transizione verso lo stato di diritto democratico federalista laico.
Intendiamo dare una mano e dialogare con chi vorrà farlo anche per aiutare il futuro Sindaco e il futuro Consiglio Comunale nel difficile percorso che lo attende.
Sergio Rovasio
Presidente dell’Associazione Marco Pannella di Torino
Membro del Consiglio Generale del Partito Radicale
Mario Barbaro
Coordinatore dell’Associazione Marco Pannella di Torino
Membro della Segreteria del Partito Radicale
“Se la Regione intende investire in ricerca e dotarsi di una Strategia Regionale sui Cambiamenti Climatici (SRCC) – come dichiara l’Assessore Marnati – certo non ci opporremo, ma ridurre le emissioni di inquinanti e gas climalteranti è possibile già ora, in base ai tanti studi esistenti, che indicano chiaramente la direzione in cui muoversi e danno la misura della lentezza della politica nazionale e locale: per mantenere l’aumento della temperatura sotto i livelli previsti dagli accordi internazionali dovremmo decarbonizzare a un ritmo cinque volte più veloce di quello attuale” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, alla luce degli eventi atmosferici estremi che in queste settimane hanno travolto il Piemonte, costringendolo a chiedere per due volte lo stato di emergenza.
“Laddove l’UE indica l’obiettivo minimo del 37% di spesa per il clima per ciascun Paese – per limitare le emissioni di gas climalteranti del 55% entro il 2030 e azzerarle entro il 2050 –, la Regione Piemonte non ha ancora stimato quanto i progetti del caotico Recovery Plan regionale ridurranno le emissioni” – prosegue Grimaldi. – “Il PNRR destina solo il 13% alla decarbonizzazione e il Piemonte – anche in questo caso – non ha elaborato alcuna stima degli effetti del suo Piano in tal senso. Infine, c’è una decisione che si potrebbe prendere immediatamente e che non è stata assunta: ridurre la velocità delle auto, un’azione che manderebbe subito un segnale a tutti e tutte, non avrebbe costi e ridurrebbe le emissioni dei trasporti del 10-15% con effetti immediati. Questa Giunta non ha ancora dimostrato di sapersi porre alla regia di una lotta vera e coraggiosa alla crisi climatica, mentre tutto il territorio sanguina”.
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Gruppo d’indagine Covid, relazione di minoranza
LE DICHIARAZIONI DEI CONSIGLIERI REGIONALI DI OPPOSIZIONE
Il 27 luglio 2020 si insediava il Gruppo di Lavoro che doveva condurre l’indagine sulla prima fase dell’emergenza della pandemia da Covid-19, uno strumento importante che, nel corso di audizioni, incontri e confronti ha non soltanto accertato i fatti, ma anche acquisito elementi fondamentali per capire come affrontare le recrudescenze pandemiche.
“L’indagine – spiega il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo – ci ha consentito di confrontarci con tutti i soggetti che hanno lavorato nella sanità durante la prima fase dell’emergenza pandemica e di capire, grazie alle loro testimonianze e ai loro suggerimenti, che cosa possa e debba essere modificato nel settore sanitario. Abbiamo voluto con forza questa indagine perché comprendere che cosa non ha funzionato e quali errori sono stati commessi durante la pandemia potrà aiutarci a non ripeterli e a rispondere tempestivamente alle emergenze future. Al Piemonte occorre un nuovo sistema sanitario subito per avere una strada da percorrere e deve essere creato attraverso una riforma articolata che prenda in esame il nuovo scenario dato dal COVID. Questa relazione sarà utile anche per questo. Azienda zero o no possiamo iniziare fin da adesso a studiare il nuovo piano. Aspettiamo una traccia di lavoro da integrare e discutere. Il rinvio della discussione su Azienda Zero non sia una scusa per ritardarlo, la Giunta dovrebbe già avere una bozza sulla quale poter lavorare che attendiamo!”
“Il lavoro di quest’anno – precisa Daniele Valle (Pd), coordinatore del Gruppo di Lavoro – ci ha permesso di evidenziare una serie di importanti ritardi nell’affrontare l’emergenza, anche a fronte dei comportamenti più puntuali delle altre regioni e delle sollecitazioni di operatori, sindacati, utenti e forze politiche. Parliamo ad esempio di tamponi, assunzioni durante la scorsa estate, recupero delle liste d’attesa, RSA e scuola. Il tema del personale in particolare, non avendo sostituito le cessazioni di personale assunto a tempo indeterminato se non parzialmente e con assunzioni a tempo determinato, getta un’ombra inquietante sulla capacità del nostro sistema di recuperare i ritardi sulle liste d’attesa (e sulle priorità di questa giunta, più attenta ai conti che alla salute dei cittadini). Siamo preoccupati che questa estate, visti i numeri bassissimi di tamponi e la mancanza di procedure assunzionali straordinarie, ci riporti agli stessi errori della scorsa estate. Ce n’è abbastanza perché si individuino responsabilità operative e politiche”.
“La gestione della pandemia in Piemonte – afferma la Consigliera regionale del M5S Sarah Disabato – è stata a dir poco caotica, soprattutto a causa delle continue modifiche della catena di comando in seno all’Unità di crisi. I pessimi risultati sono sotto gli occhi di tutti e riguardano diversi ambiti: dall’ospedalizzazione più elevata rispetto ad altre regioni, al limitato numero di tamponi, alle numerose carenze che hanno interessato le USCA e per finire con il disastro delle RSA, abbandonate a se stesse a fronteggiare un evento senza precedenti. E gli atti di chiusura indagini per la Casa di Riposo di piazza Mazzini a Vercelli, dove 5 dirigenti rischiano il processo per omicidio colposo, sono solo una delle tante dimostrazioni”.
“Un gruppo di lavoro come questo deve prima di tutto trarre indicazioni per non ripetere gli errori compiuti in passato – precisa la Presidente del Gruppo Movimento 4 ottobre Francesca Frediani – Abbiamo cercato di tenere alta l’attenzione sulla scuola, ottenendo per primi i dati sui contagi negli istituti. Per il futuro e per la prossima riapertura è fondamentale garantire trasparenza, coerenza e informazione. I giovani hanno pagato un prezzo troppo alto ed è nostro preciso dovere tutelarli in futuro”.
“A buon diritto – prosegue Mario Giaccone, Presidente del Gruppo Lista Monviso – la commissione si è dimostrata uno strumento utile, perché lungi dal voler essere un elemento di accusa nei confronti dei singoli ha evidenziato debolezze strutturali e operative nei confronti dell’emergenza pandemica. La relazione esaustiva e completa evidenzia quindi alcune carenze fondamentali, come l’incertezza nella costituzione della catena di comando e la conseguente mancanza di un controllo preciso della situazione e della sua evoluzione, la moltiplicazione delle commissioni e lo scarso coordinamento tra loro: il tutto a fronte di una comunicazione verso l’esterno che, nel tentativo di essere rassicurante per il cittadino, ha finito per essere ridondante. Altri elementi di criticità sono emersi nell’efficacia del tracciamento e nell’individuazione e gestione delle strutture covid dedicate. In definitiva a fronte di una emergenza che non aveva precedenti, circostanza che parzialmente solleva i livelli decisionali direttamente interessati, sono molti i punti su cui ci si sarebbe potuti muovere con maggior efficacia soprattutto considerando che incertezze ed errori possono aver limitato lo sforzo di contenere le sofferenze e i lutti che il nostro territorio ha invece dovuto subire”.
“Una fatica nella gestione dell’emergenza è emersa fin dalla prima fase, così come un mancato l’ascolto di quanto le Minoranze costantemente proponevano. Subito è emersa una frattura tra la Regione e quei soggetti che inspiegabilmente la Giunta indicava come facenti parte di un Settore Privato, dai medici di medicina generale a tutto il mondo del Volontariato, che si occupava del trasporto di chi si ammalava, lasciando ai medici di base stessi e ai Presidenti delle Associazioni l’onere di occuparsi della sicurezza. L’unica risposta che la Regione ha provato a dare sono stati i 10 milioni per fare più contratti di medicina di rete o di medicina di gruppo: questo non ha a che fare con un nuovo modello di medicina territoriale, è la montagna che partorisce il topolino. Per mesi abbiamo inoltre esposto il volontariato a rischi incredibili. I nostri volontari hanno affrontato ogni pericolo non solo con coraggio, ma con dedizione e generosità, com’è nel DNA e nella vocazione del volontariato. All’inizio dell’emergenza, quando più difficile era reperire dispositivi di protezione individuale, abbiamo dovuto rispondere ad affermazioni semplicemente stucchevoli sulla natura privatistica delle Associazioni, che hanno dunque dovuto procurarsi da sé, per esempio, i DPI, senza poter contare sull’aiuto della Regione Piemonte. A maggior ragione alla luce di queste condizioni, ribadiamo la nostra gratitudine nei confronti di tutti i volontari, ai quali tanto dobbiamo non solo come cittadini, ma come Istituzioni” interviene Silvio Magliano, Presidente Gruppo Consiliare Moderati.
“La commissione regionale ha documentato nel dettaglio le lacune, i ritardi e gli errori che più volte abbiamo denunciato nella gestione della crisi pandemica. La catena di comando è stata così farraginosa, soggetta a modifiche e frammentata che si è resa impossibile una vera regia. Le RSA e i loro pazienti soni stati travolti da un disastro annunciato. A inizio contagio nessuno sapeva quanti dispositivi di protezione e altri materiali sanitari fossero in dotazione alle ASL, siamo partiti come una nave che si mette in mare senza sapere quante scialuppe di salvataggio ha” conclude Marco Grimaldi, Presidente del Gruppo Luv.
Il vice Presidente del Consiglio regionale: “Bene la permuta tra l’area che ospiterà il PSRI ed il Museo regionale di Scienze Naturali”
“Con il passaggio di proprietà dalla Regione Piemonte all’AOU Città della Salute delle aree dove sorgerà il Parco della Salute, si definisce un ulteriore importante passo in avanti verso la realizzazione di questa infrastruttura strategica. Ora non esiste più alcun impedimento a procedere alla bonifica del sito. Bisogna rispettare il cronoprogramma e non perdere più tempo. È stata completata la seconda fase del dialogo competitivo, in autunno potranno essere avviate le procedure per la gara relativa alla progettazione definitiva e alla realizzazione dell’opera, ed entro l’estate del 2022 i lavori potrebbero essere aggiudicati. Entro quella data le bonifiche devono essere già completate, affinché si possa procedere alla posa della prima pietra”: con queste parole il vice Presidente del Consiglio regionale Mauro SALIZZONI commenta disegno di legge che stabilisce la “permuta” tra le aree ex Avio-Oval destinate ad ospitare il PSRI e la porzione dello stabile che ospita il Museo regionale di Scienze Naturali, con il passaggio di proprietà delle prime all’AOU Città della Salute e del secondo alla Regione Piemonte. “Mi preoccupava il ritardo nell’avvio dei lavori di bonifica e non comprendevo che cosa impedisse il passaggio di proprietà dell’area interessata all’Azienda ospedaliera, così da consentire di procedere senza ulteriori indugi all’avvio dei lavori. Ora, il problema sembrerebbe essere definitivamente risolto ed auspico non sorgano nuovi ed imprevisti intoppi”.
Mauro SALIZZONI
vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte
Presentato il libro di Merlo a Pragelato
“Visione politica, fedeltà al cattolicesimo popolare, lealtà nei comportamenti, rappresentanza sociale e capacità organizzativa. Questa i 5 elementi fondamentali richiamati stamane a Pragelato durante la presentazione dell’ultimo libro di Giorgio Merlo, “Franco Marini, il Popolare” alla libreria estiva di fronte ad un folto pubblico nell’ambito del progetto itinerante ‘Scritto misto’. Coordinato da Deborah Severini con un intermezzo musicale di Giovanni Battaglino, Gianfranco Morgando, Direttore della Fondazione Carlo Donat-Cattin e Nanni Tosco, già segretario della Cisl torinese, hanno evidenziato in Franco Marini uno degli esempi più coerenti e più credibili per riscoprire l’autorevolezza e la nobiltà della politica oggi profondamente decaduta e sempre meno partecipata. E, soprattutto, la sua fedeltà cattolicesimo sociale e popolare che può e deve ridiventare protagonista nello scenario pubblico italiano dopo una stagione di dispersione e di eccessiva irrilevanza politica e culturale”.