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Pnrr, Ruffino (Azione): a rischio i fondi per gli impianti sportivi

“Il prossimo 22 di aprile scadranno i termini per partecipare al bando per l’integrazione sociale attraverso la realizzazione e la rigenerazione urbana degli impianti sportivi. I tempi sono troppo stretti e i requisiti stringenti soprattutto per le migliaia di piccoli comuni che, se le scadenze rimanessero tali, rischierebbero di perdere l’accesso ai fondi del PNRR.”
Lo dice in una nota la deputata di Azione Daniela Ruffino, che poi aggiunge “Ecco perché abbiamo depositato una interrogazione che preveda la proroga per la presentazione delle domande. In un momento di grande difficoltà per tutto il Paese, non possiamo consentire che colli di bottiglia e intoppi burocratici impediscano ai piccoli comuni di trarre vantaggio dalle opportunità che ci fornisce l’UE. Modificare i requisiti e spostare la data oltre il 22 di aprile. Per noi di Azione queste sono soluzioni davvero inclusive.” Ha aggiunto la deputata di Azione.

Giachino: “Draghi sottolinea l’importanza degli 8,7 miliardi per l’automotive”

Il premier Draghi nel suo intervento a illustrare i fondi con cui il Governo interviene a risanare il Bilancio Comunale  disastrato dalle Amministrazioni di sinistra e tra gli Interventi per rilanciare TORINO  cita, riempiendomi di soddisfazione e orgoglio, gli 8,7 miliardi per l’automotive che nella Finanziaria non c’erano e sono stati inseriti dopo la mia grande protesta che ha trovato appoggio in alcuni parlamentari, nel sindacato, nella Mozione Molinari approvata dal Parlamento nel Ministro Giorgetti. Ovviamente occorrerà usare bene quei fondi sia per incentivare il rinnovo del vecchio parco circolante, inquinante insicuro ma anche nella politica industriale del settore che accompagni le aziende dell’indotto alla transizione tecnologica. Mi ha fatto piacere la citazione di Soldati sul nostro bel fiume Po.
 
Mino GIACHINO 
SILAVOROSITAV 

Sicurezza, petizione sulle telecamere: il commento di Fissolo

Da Palazzo Civico


INSTALLAZIONE DI TELECAMERE TIPO ARGO INTERFACCIATE CON LA POLIZIA TRA VIA MASSERANO E MARIA AUSILIATRICE

Il Commento del Capogruppo dei Moderati in Comune Simone Fissolo

Le nuove tecnologie ci permettono di aumentare la sicurezza delle nostre strade con attività molteplici.
Serve un’infrastruttura digitale in grado di permettere il collegamento di telecamere mobili e fisse in base alle esigenze specifiche dei vari luoghi.
È necessaria l’integrazione tra telecamere pubbliche e private che lo richiedano.
Dobbiamo fornire doverose risposte ai fenomeni di spaccio, prostituzione e atti vandalici. Certamente dobbiamo tutelare la privacy dei cittadini ma di fronte all’illegalità ritengo che la tecnologia possa funzionare da deterrente per tali fenomeni, che nessuno ama avere nei dintorni di casa propria o della propria attività. La privacy dei cittadini è maggiormente tutelata proprio quando il loro intorno vive senza pressioni di natura criminale. Ogni giorno concediamo alle aziende i nostri dati in maniera non controllata tramite il nostro smartphone; l’uso di telecamere è invece regolamentato e segue disposizioni specifiche che però aiutano in molti casi dove vi sia illegalità.

Arriva Draghi, presidio di Rifondazione

NO AL GOVERNO DELLA GUERRA E DEL CAROVITA!

Martedì 5 aprile il Presidente del Consiglio Mario Draghi sarà a Torino. Rifondazione Comunista, insieme ad altre realtà politiche, sindacali, associative manifesterà a partire dalle ore 14 in piazza Castello per protestare contro un governo che, anziché adoperarsi per una soluzione di pace in Ucraina, invia nuove armi e aumenta le spese militari, proprio nel momento in cui esplode il carovita e viene rilanciata la privatizzazione dei servizi locali.

Il Governo Draghi, afferma Fausto Cristofari segretario provinciale di Rifondazione Comunista, anziché adoperarsi per la cessazione immediata delle ostilità e per una soluzione diplomatica della crisi, propone come fondamentale l’aumento del sostegno militare all’Ucraina.
Ma davvero Draghi pensa che la pace si realizzi alimentando l’economia della guerra?
Rifondazione Comunista vuole in questo modo sottolineare la necessità di un’alternativa politica e sociale all’economia di guerra del governo Draghi, che ancora una volta si vuole far ricadere sulle spalle delle classi popolari. NO ALLE SPESE MILITARI, SI ALLE SPESE SOCIALI: SCUOLA, SANITÀ, WELFARE, AMBIENTE!
Partito della Rifondazione comunista

Ospedale unico Asl To5: il sindaco di Chieri “interroga” l’assessore regioanle

Abbiamo appreso dagli organi di informazione che il gruppo di lavoro tecnico sulla localizzazione del futuro Nuovo Ospedale Unico dell’AslTO5 avrebbe individuato il sito di Cambiano come il più adatto ad ospitare la nuova infrastruttura sanitaria, attesa da anni dai cittadini dei nostri territori.

Certamente per Chieri, per il chierese e per l’alto astigiano quella di Cambiano rappresenterebbe una scelta consona, ma dopo anni di discussioni oggi sarebbe da irresponsabili aizzare “guerre tra campanili”.

A suo tempo abbiamo accettato la scelta dell’area Vadò, tra Moncalieri e Trofarello, evitando di speculare sul timore dei cittadini del chierese, comprensibilmente preoccupati dall’ipotesi di “perdere” il loro ospedale, e scongiurando che rivendicazioni localistiche finissero per mettere in discussione l’interesse generale, che era, ed è, quello di avere un nuovo moderno ed efficiente ospedale destinato alle alte complessità, senza con ciò “chiudere” il Maggiore ed il San Lorenzo, ma riconvertendoli in presìdi per le medio-basse complessità e per la medicina territoriale.

Come chierese sono sempre stato convinto che il nostro Ospedale Maggiore non lo si difenda conservando l’esistente, ma riprogettando l’edilizia sanitaria del futuro.

Il sito di Vadò è stato individuato dalla Regione Piemonte in data 17/10/2016 la con la D.G.R. n. 40-4084. Sul finire del dicembre 2020, la Perizia Idrogeologica, Idraulica e Sismica del Politecnico di Torino certificava che l’area in questione è da ritenersi “tecnicamente idonea alla realizzazione del nuovo ospedale unico”. Il Protocollo d’Intesa finalizzato all’avvio del processo tecnicoamministrativo per la realizzazione dell’Ospedale Unico dell’AslTO5 venne siglato in data 03/12/2015. In un Paese normale in sette anni si realizza un nuovo ospedale. In Piemonte, dopo sette anni, si decide di azzerare le decisioni prese e, di fatto, di tornare alla casella di partenza, ricominciando da zero.

La programmazione sanitaria è in capo alla Regione Piemonte, ed è perfettamente legittimo decidere di abbandonare un luogo per un altro ritenuto più idoneo ad ospitare un’infrastruttura sanitaria, ma è a tutti evidente che rimettere in discussione decisioni prese anni fa e vanificare quanto fatto nel frattempo, non può che apparire ai cittadini ed agli amministratori locali come una scelta davvero difficile da comprendere ed accettare.

Abbandonare l’area di Vadò vuol dire far passare altro tempo tra discussioni ed approfondimenti, mentre i nostri tre ospedali diventano ancora più vecchi e meno attrattivi. Il vero grande pericolo è che il nuovo ospedale unico non si faccia. Di sicuro, non assisteremo alla posa della “prima pietra” entro questa legislatura regionale.

Ritengo che sia urgente e necessario un momento di confronto e chiarimento, con informazioni fornite direttamente da Lei e non “filtrate” dagli organi di stampa, che deve svolgersi nel luogo istituzionale appropriato, ovvero l’Assemblea della Conferenza dei Sindaci dell’AslTO5.

In data 30/12/2021 Le venne chiesta la disponibilità a presenziare ad un’apposita Assemblea, richiesta che non ha ancora ricevuto risposta. Le rinnovo ora la stessa richiesta, e La invito anche ad accogliere l’appello rivolto da 133 operatori sanitari dei nostri presìdi ospedalieri, che hanno espresso preoccupazioni, che condivido pienamente, e che sollecitano un incontro pubblico dove confrontarsi ed ottenere le attese risposte.

Pertanto, assessore Icardi:

1)      Corrisponde al vero che la Regione Piemonte ha deciso di abbandonare la scelta dell’area Vadò come sede del nuovo Ospedale Unico dell’AslTO5?

2)      Corrisponde al vero che la Regione Piemonte sarebbe orientata alla scelta di un’area collocata nel territorio di Cambiano?

3)      Entro quale orizzonte temporale si pensa di poter realizzare il Nuovo Ospedale Unico?

4)      Un eventuale cambio della sede del nuovo ospedale potrebbe comportare il rischio di perdere le risorse Inail?

5)      Perché nella lettera del 22 luglio 2021 con la quale l’assessorato regionale alla Sanità costituiva il Gruppo di Lavoro Tecnico, si è utilizzata la definizione di “nuovo ospedale” dell’AslTO5 e non più di “nuovo ospedale unico”? L’intenzione è ancora quella di realizzare un nuovo ospedale, che superi gli attuali tre nosocomi di Moncalieri, Chieri e Carmagnola, o si pensa di costruire semplicemente un nuovo ospedale? Uno scenario del genere come sarebbe economicamente sostenibile?

6)      Nel ridisegno della medicina territoriale dell’AslTO5 tramite i fondi del PNRR (case di comunità, ospedali di comunità, Cot), non è stato affrontato il tema del destino dei tre attuali ospedali. Cosa si pensa di fare del Santa Croce, del Maggiore e del S. Lorenzo? Se non saranno né case di comunità né ospedali di comunità, allora in cosa verranno trasformati e quali servizi accoglieranno?

7)      Il Santa Croce, il Maggiore ed il S. Lorenzo sono obsoleti ed energivori (come è stato ricordato proprio dagli operatori sanitari, si tratta di strutture cresciute come dei “patchwork” nel corso del tempo, con parti che risalgono addirittura al XIV secolo): non è irrazionale investire ancora per anni risorse in manutenzione di ospedali vetusti e superati, continuando nel frattempo a perdere personale a vantaggio di altre strutture più attrattive?

8)      Perché si continua ad evitare il confronto con gli amministratori locali e con gli operatori sanitari dei tre presìdi sanitari di Moncalieri, Chieri e Carmagnola? Quanto tempo deve ancora trascorrere prima che la Regione Piemonte adotti scelte chiare e le spieghi ai cittadini interessati?

Auspicando una Sua disponibilità a rispondere a questi interrogativi, La saluto cordialmente.

Alessandro Sicchiero

Sindaco di Chieri

Italexit in piazza contro la visita di Draghi

Riceviamo e pubblichiamo

SIT-IN : “IL PREMIER BURATTINO DI UE E NATO VUOLE DISTRUGGERE L’ITALIA”. PRESENTE ANCHE GIANLUIGI PARAGONE

In occasione della visita in città di martedì 5 aprile di Mario Draghi per la firma del “Patto per Torino” con il Sindaco Lo Russo, Italexit ha organizzato un presidio di protesta a oltranza dalle ore 10.00 in Piazza Castello angolo Via Palazzo di Città.

Mentre in Sala Rossa la maggioranza del PD e la finta opposizione del centrodestra batteranno le mani al “vile affarista” (secondo la definizione dell’ex Presidente della Repubblica Cossiga), fuori dal Palazzo ci sarà la Torino che soffre ma non intende arrendersi: i lavoratori sospesi per colpa del Green Pass, le famiglie e i piccoli imprenditori che non riescono a far fronte al caro-bollette, i giovani e gli studenti a cui viene precluso il diritto allo studio e alla socialità. Queste categorie porteranno in piazza le loro testimonianze e le loro istanze, a dimostrazione che la cosiddetta “cura Draghi” sta spingendo Torino e l’intera Nazione verso il baratro. Insieme a loro ci sarà anche il Senatore Gianluigi Paragone.

Sulla locandina che annuncia la manifestazione, il Premier è raffigurato come un burattino tenuto in piedi da diversi fili – l’Unione Europea, l’Euro, la NATO e Big Pharma. Secondo Italexit, “sono i centri di potere che alimentano e indirizzano l’azione del Governo dei Peggiori. Draghi non risponde né al Parlamento né tantomeno al popolo italiano: è un ex banchiere a cui è stato dato il compito di concludere il processo di liquidazione dell’Italia avviato 30 anni fa con il Trattato di Maastricht. Questa visita è un insulto per una città che ha perso e perderà decine di migliaia di posti di lavoro e di piccole imprese: i torinesi sapranno accoglierlo come si merita”

Montaruli (Fdi): “Terroristi con la paghetta”

“A Torino potrebbe essere nata una nuova categoria: i terroristi con la paghetta.

Dopo mafiosi, truffatori mancava l’anarchico a spese dello Stato. Se fosse vero che Federico Buono, il 46enne che frequentava i centri sociali di via Alessandria e arrestato pochi giorni fa perché accusato di appartenere al gruppo eversivo messicano Its, percepiva il reddito di cittadinanza sarebbe una nuova dimostrazione dell’inefficienza di questa misura. Il reddito di cittadinanza non è un aiuto alle fasce deboli ma una droga per chi già delinque. Servono misure serie a sostegno dei più fragili che abbiano il lavoro come perno” commenta in una nota il deputato di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli.

“Noi di Centro” si radica sul territorio

Dopo la nomina di tutti i segretari provinciali, adesso è la volta dei coordinatori delle varie zone della provincia di Torino. A livello provinciale ogni zona corrisponde agli ex collegi della Camera dei Deputati mentre sul versante della Città ci sarà un responsabile per ciascuna circoscrizione.
Un lavoro che punta a fare di Noi Di Centro un partito nazionale e organizzato e fortemente presente nei territori, dove già si conta l’adesione di centinaia di amministratori locali e comunali.
Un progetto politico ed organizzativo che punta alle ormai prossime elezioni politiche e regionali. Una sforzo organizzativo che mira anche e soprattutto a recuperare una nuova dimensione della politica dopo essere stata svilita e delegittimata da anni di populismo patrocinato dal grillismo e
da tutte quelle forze che hanno individuato nel populismo e nella demagogia la leva decisiva per scardinare i connotati della politica democratica, partecipativa e collegiale.
È giunto il tempo, cioè, di voltare pagina e di archiviare definitivamente tutto ciò che ha contribuito ad immiserire la politica – a livello nazionale come a livello locale -, ad azzerare le culture politiche, a distruggere i partiti e, in ultimo, a squalificare la classe dirigente attraverso la prassi grottesca
“dell’uno vale uno”. Ecco perchè, come Noi Di Centro, vogliamo contribuire ad invertire la rotta che si è creata in questi ultimi anni. E lo si può fare solo con il ritorno della politica, dei partiti organizzati e, soprattutto, delle rispettive culture politiche”.

Renato Zambon  Segretario regionale Noi Di Centro
Guido Calleri Di Sala Segretario provinciale Noi Di Centro

“Le ragioni del Centro” nel Pinerolese

“Le RAGIONI DEL CENTRO” è il titolo del convegno che si terrà a Villafranca Piemonte mercoledì 13 aprile alle 21,00 presso la sala adiacente l’aula del Consiglio Comunale. Saranno illustrate le proposte ed i progetti del ‘Nuovo Centro’ in vista delle prossime elezioni politiche nazionali. Modera il convegno il Sindaco di Villafranca Piemonte Agostino Bottano. Introducono il segretario provinciale di “Noi Di Centro” Guido Calleri Di Sala e il segretario provinciale dell’Udc Ubaldo Caggiola. Interviene Giorgio Merlo, Presidente Nazionale ‘Noi Di Centro’. Sono invitati Sindaci e amministratori locali della zona e tutti coloro che, dopo il fallimento del populismo grillino e del sovranismo, credono in un progetto politico nazionale di centro riformista, democratico e di governo”.

Renato Zambon, segretario regionale ‘Noi Di Centro’.

Emergenza finita, Pd. “Ma nessun nuovo inizio per la sanità”

“Cirio ha voluto “celebrare” con una conferenza stampa la fine dello stato di emergenza della pandemia. Peccato che a questa fine non sembra possa seguire un nuovo inizio e la ricostruzione di un sistema sanitario in grado risolvere le criticità che in questi due anni sono emerse e di rispondere alle richieste che provengono dalla società. I tanti grazie rivolti a medici, infermieri, personale sanitario risultano privi di significato in un momento in cui la maggioranza di centrodestra non sa dare risposte al personale precario. Ci troviamo di fronte a una serie di problemi che questa Giunta regionale sembra incapace di risolvere: quello del personale, innanzitutto, che, assunto durante la pandemia con un contratto a tempo determinato, rischia adesso di non essere stabilizzato, di perdere il lavoro e di lasciare scoperti settori chiave della nostra sanità. Altro che abbattere le liste d’attesa! Rischiamo di non poter garantire molti servizi” dichiarano il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo e il Vicepresidente del Consiglio regionale Daniele Valle.

“Dai pochi dati che l’Assessore alla sanità ha portato in Commissione – prosegue Gallo – emerge per il 2022 un quadro decisamente negativo di conti pari a circa 300 – 400 milioni di euro e in questi mancano azioni gestionali legate alle assunzioni del personale e all’abbattimento delle liste d’attesa. Il Partito Democratico sta cercando, in tutti i modi possibili, di fare la propria parte per poter garantire maggiori trasferimenti da parte del Governo. Nei giorni scorsi, insieme agli altri Presidenti dei Gruppi Pd dei Consigli regionali italiani, ho indirizzato un appello al Ministro Speranza per ottenere un rafforzamento del finanziamento nazionale per la sanità pubblica. Tante sono le sfide che ci attendono e che non possiamo permetterci di perdere: stabilizzazione e incremento del personale che deve essere formato, correttamente retribuito e messo nelle condizioni di poter svolgere il proprio lavoro nelle condizioni migliori, abbattimento delle liste di attesa che potrà essere ottenuto soltanto attraverso il potenziamento degli organici, ospedali più efficienti e meglio organizzati per un’offerta sanitaria territoriale più attenta, maggiore attenzione alla prevenzione, più investimenti nelle professioni sanitarie e nell’innovazione tecnologica in medicina”.

“Sulla campagna vaccinale il Presidente Cirio continua a dire cose non veritiere – commenta Valle – Davvero non ci capacitiamo di come si possa sostenere che nelle terze dosi il Piemonte sarebbe in testa alla classifica delle Regioni più grandi d’Italia, quando nessun dato lo conferma: infatti, secondo il Sole 24 Ore, sulle terze dosi il Piemonte si colloca al settimo posto (73,74%) dietro a Lombardia, Lazio, Puglia, Valle d’Aosta, Umbria e Molise, mentre per il ciclo completo, secondo il Gimbe, siamo ben all’undicesima posizione, con una percentuale di popolazione completamente vaccinata dell’82,9% contro la media nazionale dell’83,9%. Nella fascia tra i 5 e gli 11 anni, poi, per trovare il Piemonte bisogna proprio scendere fino agli ultimi posti della classifica, che ci vede al 15° posto (27% contro la media nazionale del 33,6%). Quindi, tanto compiacimento è del tutto privo di fondamento. E lo stesso dicasi per l’acquisto dei dispositivi, definito da Icardi un “lavoro eccezionale”. Riconosciamo che dalla seconda ondata il sistema di acquisti demandato alle singole Asl ha funzionato, ma durante la prima ondata tutti ci ricordiamo il caos e l’impreparazione conseguente alle indicazioni contraddittorie impartite dall’Unità di Crisi. Più che un lavoro eccezionale, una disfatta eccezionale.

“In momenti come questo e di fronte a una situazione tanto allarmante ci saremmo aspettati che il Presidente Cirio ci presentasse un piano d’azione e le linee guida del piano socio sanitario, invece nulla. La pandemia ci ha dimostrato l’importanza della nostra sanità e la necessità di continuare a investire su un sistema sanitario pubblico, universale e accessibile a tutti. E’ il momento di agire, di difenderlo e potenziarlo!” conclude Gallo.