“Durante il Consiglio Nazionale di ‘Noi Di centro’ che si è svolto a Roma martedì 5 aprile, si è
costituita la segreteria nazionale del partito dopo l’organizzazione a livello regionale e provinciale.
A fine lavori sono stati nominati alcuni responsabili di settore. La pinerolese Stefania Parisi è stata
nominata responsabile esteri del partito guidato a livello nazionale da Clemente Mastella”.
“Le manifestazioni spontanee di Torino sono il segno di un profondo malessere nel settore del trasporto pubblico non di linea che il Governo deve ascoltare. Un intero comparto, già duramente colpito da pandemia e restrizioni, ha il timore che vadano in fumo anni di sacrifici e di lavoro. Il rischio è peraltro quello di snaturare il servizio pubblico locale. Per la Lega la posizione è chiara: stralcio dell’articolo 8 del disegno di legge sulla concorrenza e ripartenza dei decreti attuativi”.
Lo dice in una nota la deputata torinese della Lega Elena Maccanti, capogruppo in Commissione Trasporti
“Nella logistica nessuna tutela, inaccettabile”
“Ancora una volta la logistica si mostra come uno dei settori meno tutelati e dove le condizioni di lavoro e la stessa sicurezza del posto e del salario non hanno alcuna garanzia. Troppo spesso vengono denunciati ritmi e orari insostenibili, contratti precari o assenti, pochi controlli, scarso rispetto delle clausole sociali nel passaggio da un appalto all’altro e bassissimi salari. Ora abbiamo dei facchini senza lavoro da quattro mesi e nessuna considerazione della proposta di assumerli presso altri stand” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, in merito allo sciopero davanti al Caat (Centro Agroalimentare di Torino) dei facchini della New Torino Logistica Srl, rimasti di fatto disoccupati dopo il fallimento delle tre ditte di grossisti Ramondo, F.V. e T118.
“La direzione dei grossisti del Caat non può rifiutare un confronto con le sigle sindacali” – prosegue Grimaldi. – “Ma mi rivolgo anche alla Regione – fra i proprietari dei mercati generali – affinché sia trovata una soluzione per questi lavoratori e per le loro famiglie. E non possiamo certo tollerare che circa 100 persone – secondo le stime dei rappresentanti sindacali – continuino a lavorare in nero presso la struttura”.
“Il prossimo 22 di aprile scadranno i termini per partecipare al bando per l’integrazione sociale attraverso la realizzazione e la rigenerazione urbana degli impianti sportivi. I tempi sono troppo stretti e i requisiti stringenti soprattutto per le migliaia di piccoli comuni che, se le scadenze rimanessero tali, rischierebbero di perdere l’accesso ai fondi del PNRR.”
Lo dice in una nota la deputata di Azione Daniela Ruffino, che poi aggiunge “Ecco perché abbiamo depositato una interrogazione che preveda la proroga per la presentazione delle domande. In un momento di grande difficoltà per tutto il Paese, non possiamo consentire che colli di bottiglia e intoppi burocratici impediscano ai piccoli comuni di trarre vantaggio dalle opportunità che ci fornisce l’UE. Modificare i requisiti e spostare la data oltre il 22 di aprile. Per noi di Azione queste sono soluzioni davvero inclusive.” Ha aggiunto la deputata di Azione.

Da Palazzo Civico
INSTALLAZIONE DI TELECAMERE TIPO ARGO INTERFACCIATE CON LA POLIZIA TRA VIA MASSERANO E MARIA AUSILIATRICE
Il Commento del Capogruppo dei Moderati in Comune Simone Fissolo
Le nuove tecnologie ci permettono di aumentare la sicurezza delle nostre strade con attività molteplici.
Serve un’infrastruttura digitale in grado di permettere il collegamento di telecamere mobili e fisse in base alle esigenze specifiche dei vari luoghi.
È necessaria l’integrazione tra telecamere pubbliche e private che lo richiedano.
Dobbiamo fornire doverose risposte ai fenomeni di spaccio, prostituzione e atti vandalici. Certamente dobbiamo tutelare la privacy dei cittadini ma di fronte all’illegalità ritengo che la tecnologia possa funzionare da deterrente per tali fenomeni, che nessuno ama avere nei dintorni di casa propria o della propria attività. La privacy dei cittadini è maggiormente tutelata proprio quando il loro intorno vive senza pressioni di natura criminale. Ogni giorno concediamo alle aziende i nostri dati in maniera non controllata tramite il nostro smartphone; l’uso di telecamere è invece regolamentato e segue disposizioni specifiche che però aiutano in molti casi dove vi sia illegalità.
Arriva Draghi, presidio di Rifondazione
NO AL GOVERNO DELLA GUERRA E DEL CAROVITA!
Martedì 5 aprile il Presidente del Consiglio Mario Draghi sarà a Torino. Rifondazione Comunista, insieme ad altre realtà politiche, sindacali, associative manifesterà a partire dalle ore 14 in piazza Castello per protestare contro un governo che, anziché adoperarsi per una soluzione di pace in Ucraina, invia nuove armi e aumenta le spese militari, proprio nel momento in cui esplode il carovita e viene rilanciata la privatizzazione dei servizi locali.
Abbiamo appreso dagli organi di informazione che il gruppo di lavoro tecnico sulla localizzazione del futuro Nuovo Ospedale Unico dell’AslTO5 avrebbe individuato il sito di Cambiano come il più adatto ad ospitare la nuova infrastruttura sanitaria, attesa da anni dai cittadini dei nostri territori.
Certamente per Chieri, per il chierese e per l’alto astigiano quella di Cambiano rappresenterebbe una scelta consona, ma dopo anni di discussioni oggi sarebbe da irresponsabili aizzare “guerre tra campanili”.
A suo tempo abbiamo accettato la scelta dell’area Vadò, tra Moncalieri e Trofarello, evitando di speculare sul timore dei cittadini del chierese, comprensibilmente preoccupati dall’ipotesi di “perdere” il loro ospedale, e scongiurando che rivendicazioni localistiche finissero per mettere in discussione l’interesse generale, che era, ed è, quello di avere un nuovo moderno ed efficiente ospedale destinato alle alte complessità, senza con ciò “chiudere” il Maggiore ed il San Lorenzo, ma riconvertendoli in presìdi per le medio-basse complessità e per la medicina territoriale.
Come chierese sono sempre stato convinto che il nostro Ospedale Maggiore non lo si difenda conservando l’esistente, ma riprogettando l’edilizia sanitaria del futuro.
Il sito di Vadò è stato individuato dalla Regione Piemonte in data 17/10/2016 la con la D.G.R. n. 40-4084. Sul finire del dicembre 2020, la Perizia Idrogeologica, Idraulica e Sismica del Politecnico di Torino certificava che l’area in questione è da ritenersi “tecnicamente idonea alla realizzazione del nuovo ospedale unico”. Il Protocollo d’Intesa finalizzato all’avvio del processo tecnicoamministrativo per la realizzazione dell’Ospedale Unico dell’AslTO5 venne siglato in data 03/12/2015. In un Paese normale in sette anni si realizza un nuovo ospedale. In Piemonte, dopo sette anni, si decide di azzerare le decisioni prese e, di fatto, di tornare alla casella di partenza, ricominciando da zero.
La programmazione sanitaria è in capo alla Regione Piemonte, ed è perfettamente legittimo decidere di abbandonare un luogo per un altro ritenuto più idoneo ad ospitare un’infrastruttura sanitaria, ma è a tutti evidente che rimettere in discussione decisioni prese anni fa e vanificare quanto fatto nel frattempo, non può che apparire ai cittadini ed agli amministratori locali come una scelta davvero difficile da comprendere ed accettare.
Abbandonare l’area di Vadò vuol dire far passare altro tempo tra discussioni ed approfondimenti, mentre i nostri tre ospedali diventano ancora più vecchi e meno attrattivi. Il vero grande pericolo è che il nuovo ospedale unico non si faccia. Di sicuro, non assisteremo alla posa della “prima pietra” entro questa legislatura regionale.
Ritengo che sia urgente e necessario un momento di confronto e chiarimento, con informazioni fornite direttamente da Lei e non “filtrate” dagli organi di stampa, che deve svolgersi nel luogo istituzionale appropriato, ovvero l’Assemblea della Conferenza dei Sindaci dell’AslTO5.
In data 30/12/2021 Le venne chiesta la disponibilità a presenziare ad un’apposita Assemblea, richiesta che non ha ancora ricevuto risposta. Le rinnovo ora la stessa richiesta, e La invito anche ad accogliere l’appello rivolto da 133 operatori sanitari dei nostri presìdi ospedalieri, che hanno espresso preoccupazioni, che condivido pienamente, e che sollecitano un incontro pubblico dove confrontarsi ed ottenere le attese risposte.
Pertanto, assessore Icardi:
1) Corrisponde al vero che la Regione Piemonte ha deciso di abbandonare la scelta dell’area Vadò come sede del nuovo Ospedale Unico dell’AslTO5?
2) Corrisponde al vero che la Regione Piemonte sarebbe orientata alla scelta di un’area collocata nel territorio di Cambiano?
3) Entro quale orizzonte temporale si pensa di poter realizzare il Nuovo Ospedale Unico?
4) Un eventuale cambio della sede del nuovo ospedale potrebbe comportare il rischio di perdere le risorse Inail?
5) Perché nella lettera del 22 luglio 2021 con la quale l’assessorato regionale alla Sanità costituiva il Gruppo di Lavoro Tecnico, si è utilizzata la definizione di “nuovo ospedale” dell’AslTO5 e non più di “nuovo ospedale unico”? L’intenzione è ancora quella di realizzare un nuovo ospedale, che superi gli attuali tre nosocomi di Moncalieri, Chieri e Carmagnola, o si pensa di costruire semplicemente un nuovo ospedale? Uno scenario del genere come sarebbe economicamente sostenibile?
6) Nel ridisegno della medicina territoriale dell’AslTO5 tramite i fondi del PNRR (case di comunità, ospedali di comunità, Cot), non è stato affrontato il tema del destino dei tre attuali ospedali. Cosa si pensa di fare del Santa Croce, del Maggiore e del S. Lorenzo? Se non saranno né case di comunità né ospedali di comunità, allora in cosa verranno trasformati e quali servizi accoglieranno?
7) Il Santa Croce, il Maggiore ed il S. Lorenzo sono obsoleti ed energivori (come è stato ricordato proprio dagli operatori sanitari, si tratta di strutture cresciute come dei “patchwork” nel corso del tempo, con parti che risalgono addirittura al XIV secolo): non è irrazionale investire ancora per anni risorse in manutenzione di ospedali vetusti e superati, continuando nel frattempo a perdere personale a vantaggio di altre strutture più attrattive?
8) Perché si continua ad evitare il confronto con gli amministratori locali e con gli operatori sanitari dei tre presìdi sanitari di Moncalieri, Chieri e Carmagnola? Quanto tempo deve ancora trascorrere prima che la Regione Piemonte adotti scelte chiare e le spieghi ai cittadini interessati?
Auspicando una Sua disponibilità a rispondere a questi interrogativi, La saluto cordialmente.
Alessandro Sicchiero
Sindaco di Chieri
Italexit in piazza contro la visita di Draghi
Riceviamo e pubblichiamo
SIT-IN : “IL PREMIER BURATTINO DI UE E NATO VUOLE DISTRUGGERE L’ITALIA”. PRESENTE ANCHE GIANLUIGI PARAGONE
In occasione della visita in città di martedì 5 aprile di Mario Draghi per la firma del “Patto per Torino” con il Sindaco Lo Russo, Italexit ha organizzato un presidio di protesta a oltranza dalle ore 10.00 in Piazza Castello angolo Via Palazzo di Città.
Mentre in Sala Rossa la maggioranza del PD e la finta opposizione del centrodestra batteranno le mani al “vile affarista” (secondo la definizione dell’ex Presidente della Repubblica Cossiga), fuori dal Palazzo ci sarà la Torino che soffre ma non intende arrendersi: i lavoratori sospesi per colpa del Green Pass, le famiglie e i piccoli imprenditori che non riescono a far fronte al caro-bollette, i giovani e gli studenti a cui viene precluso il diritto allo studio e alla socialità. Queste categorie porteranno in piazza le loro testimonianze e le loro istanze, a dimostrazione che la cosiddetta “cura Draghi” sta spingendo Torino e l’intera Nazione verso il baratro. Insieme a loro ci sarà anche il Senatore Gianluigi Paragone.
Sulla locandina che annuncia la manifestazione, il Premier è raffigurato come un burattino tenuto in piedi da diversi fili – l’Unione Europea, l’Euro, la NATO e Big Pharma. Secondo Italexit, “sono i centri di potere che alimentano e indirizzano l’azione del Governo dei Peggiori. Draghi non risponde né al Parlamento né tantomeno al popolo italiano: è un ex banchiere a cui è stato dato il compito di concludere il processo di liquidazione dell’Italia avviato 30 anni fa con il Trattato di Maastricht. Questa visita è un insulto per una città che ha perso e perderà decine di migliaia di posti di lavoro e di piccole imprese: i torinesi sapranno accoglierlo come si merita”