GIÙ LE ARMI, SU SALARI E SPESA SOCIALE
PRIMO MAGGIO DI LOTTA
Per la Pace, contro il riarmo e la guerra, per la difesa dei ceti popolari
Questo 1° MAGGIO si torna finalmente a manifestare in piazza dopo le limitazioni dovute alla pandemia, ma ciò avviene in un contesto ancora più drammatico, segnato da una guerra distruttiva e insensata.
Come e più degli anni scorsi occorre quindi essere presenti per una giornata di festa, ma soprattutto di lotta: contro l’invasione russa, per il cessate il fuoco immediato e l’avvio di una vera trattativa, così come contro l’espansionismo della Nato e contro una dissennata corsa al riarmo che rischia di portarci verso una catastrofe.
Il 1° MAGGIO è la giornata delle lavoratrici e dei lavoratori, così come di tutti i ceti popolari, cioè di coloro che più hanno patito gli effetti del Covid e sui quali oggi i padroni e il governo vogliono scaricare i costi della guerra e del riarmo.
L’aumento delle spese militari significa meno scuole, meno sanità, meno servizi sociali.
Lo “sviluppo” che si prospetta è produzione di morte, come indica la decisione di installare a Torino un cosiddetto “acceleratore di ricerca”, direttamente collegato alla Nato.
La giornata del 1° MAGGIO deve essere quindi l’occasione per far ripartire una nuova stagione di lotte per la pace, contro il carovita e l’economia di guerra del governo Draghi unendo lavoratrici e lavoratori del pubblico e del privato, pensionate e pensionati, studenti, giovani, migranti e il variegato mondo pacifista.
Rifondazione Comunista sarà in piazza su questi contenuti, l’appuntamento è alle ore 9.00 in piazza Vittorio Veneto, dietro allo striscione: GIÙ LE ARMI, SU SALARI E SPESA SOCIALE.
Contemporaneamente, saremo presenti, insieme ad altre forze politiche e sociali, con un nostro punto informativo e comunicativo, in piazza Castello angolo via Po.
CONTRO I PADRONI DEL MONDO
SCIOPERO GENERALE CONTRO GUERRA E CAROVITA
RITORNIAMO TUTTE E TUTTI IN PIAZZA PER IL 1° MAGGIO
Approvata dal Consiglio regionale la proposta di adesione al manifesto Anci “La Salute nelle città: bene comune” affinché il concetto di salute non si riferisca soltanto alla sopravvivenza fisica o all’assenza di malattie, ma guardi agli aspetti psicologici, alle condizioni naturali, ambientali, climatiche e abitative, oltre che alla vita lavorativa, economica sociale e culturale.
“Ho raccolto differenti stimoli provenienti dall’assemblea – commenta il primo firmatario dell’ordine del giorno, il leghista Alessandro Stecco – che portano verso il paradigma della salute non più come un ‘bene individuale’ ma ‘bene comune’, richiamando tutti i cittadini all’etica e all’osservanza delle regole di convivenza civile, a comportamenti virtuosi basati sul rispetto reciproco. Il manifesto si articola in 10 punti chiave e delinea azioni prioritarie per il raggiungimento di questo obiettivo promuovendo, a partire dall’esperienza internazionale, partenariati pubblico-privato per l’attuazione di progetti di studio sull’impatto dei determinanti di salute nei contesti urbani”.
“È noto – ha concluso Stecco – che l’obesità e il diabete rappresentino due dei principali problemi di salute pubblica nel mondo e due sfide reali per il Sistema Sanitario Nazionale e per i Sistemi Sanitari Regionali. Per questa ragione abbiamo inserito la proposta nel collegato al bilancio regionale raccomandando alla giunta di farsi promotrice presso l’Ires di un’indagine accurata delle conseguenze sulla salute come bene comune, con particolare attenzione ai fattori di rischio, alla prevalenza nella popolazione e i costi sociali e sanitari legali legati appunto a diabete e all’obesità”.
Assemblea Regionale di DemoS Piemonte
Sabato 30 aprile alle ore 9,30 al via la prima assemblea congressuale di DemoS – Democrazia Solidale Piemonte a Torino, presso il Teatro degli Artigianelli, in Corso Palestro 14.
Dopo i primi due anni dalla sua nascita, DemoS incontra i suoi iscritti e simpatizzanti in Piemonte così come nelle altre regioni italiane in vista del congresso nazionale di maggio, per una riflessione su politica e futuro della democrazia in una prospettiva solidale, plurale e femminile.
L’incontro, aperto in mattinata a tutte le realtà politiche e civiche di centro sinistra, alle associazioni e a chiunque desideri partecipare, sarà anche l’occasione per fare il punto sull’attuale situazione politica regionale alla vigilia dell’appuntamento elettorale di giugno che vedrà il rinnovo di diverse importanti amministrazioni locali.
Oltre al sindaco di Torino Stefano Lo Russo, hanno confermato la presenza sindaci piemontesi, consiglieri regionali, assessori e consiglieri di Torino e di altri comuni piemontesi, rappresentanti di realtà civiche e associative, esponenti di parti sociali.
I lavori proseguiranno nel pomeriggio con la votazione del documento politico e programmatico e con l’elezione della segretaria regionale e delle segreterie territoriali oltre che della struttura organizzativa regionale.
Sarà presente il Presidente di DemoS, Mario Giro, già Viceministro agli Esteri.
I coordinatori regionali per il Piemonte
DemoS – Democrazia Solidale
Elena Apollonio
Piergiacomo Baroni
I referendum sulla giustizia sono grande occasione di riforma per il nostro Paese.
Ruzzola (Fi): “Nel bilancio visione strategica”
Bilancio, Ruzzola (FI): abbiamo approvato un documento economico finanziario che ha una visione strategica per lo sviluppo del Piemonte, per il sostegno delle fasce deboli dei nostri cittadini e per potenziare le nostre eccellenze
“Pur in una situazione di bilancio alquanto ingessato possiamo dire che abbiamo approvato un documento di programmazione economica e finanziaria caratterizzato da una visione strategica per lo sviluppo del Piemonte, per il sostegno delle fasce più deboli dei nostri concittadini e per potenziare le nostre eccellenze, creando nuove occasioni di occupazione e di sostegno all’istruzione e formazione”. A sostenerlo Paolo Ruzzola, capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte e i consiglieri Alessandra Biletta, Mauro Fava e Franco Graglia.
“Credo – prosegue Ruzzola – che meritino di essere evidenziati prima di tutto i 15 milioni ogni anno per dieci anni destinati al settore dei Trasporti, che serviranno al rinnovo del contratto con Trenitalia e che porteranno a poter contare su 30 nuovi treni sulla nostra rete regionale; gli 8,4 milioni per l’edilizia scolastica di cui 1 per gli interventi d’urgenza nelle scuole piemontesi – una battaglia che abbiamo portato avanti con forza negli scorsi mesi; i 1,184 milioni di euro per il progetto scuola-lavoro “Le botteghe dei servizi”, i 20 milioni per il funzionamento dei Parchi piemontesi, i 300mila euro per progetti a favore della sicurezza stradale (Fondi regionali), i 10 milioni per la protezione civile di cui 1,5 milione di euro per le attività svolte dagli enti locali e dai gruppi comunali per le attività di Protezione Civile”.
Conclude Ruzzola e i consiglieri regionali azzurri: “Non abbiamo trascurato gli investimenti in ambito di cultura e sport. Si tratta di una scelta coraggiosa viste le difficoltà economiche post pandemia ma crediamo fortemente che sia necessario puntare su settori come questi che hanno fortemente sofferto gli effetti dei vari lockdown ma che sono il simbolo del ritorno alla normalità. E infine vorrei sottolineare la grande attenzione che abbiamo promosso nel tema delle tutele delle fragilitá. Penso a 1 milione di euro per progetti innovativi a favore della disabilità psicofisica (Fondi regionali), a 550mila euro per promuovere una vita indipendente delle persone con disabilità (Fondi statali), a 3,3 milioni di euro per interventi di abbattimento delle barriere architettoniche (Fondi statali – con 150 euro di cofinanziamento regionale) a 13 milioni di euro per il recupero degli alloggi di residenzialità pubblica (Fondi Pnrr), agli oltre 2,5 milioni di euro saranno invece destinati alla alle Aslo (le Agenzie Sociali per la Locazione) per favorire la mobilità abitativa; Ai 90 mila euro saranno destinati per politiche di sostegno e accesso alla casa per genitori separati; ai 7 milioni e 200 mila euro andranno per l’assegnazione di alloggi sociali, e ai 100 mila euro per le nuove funzionalità dei servizi informativi di welfare abitativo. Sono tutti punti che dall’inizio del mandato abbiamo fortemente sollecitato perchè dobbiamo tentare in tutti i modi di non lasciare nessuno indietro.”.
Regione: approvato il Bilancio di previsione 2022-24
- Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza il Bilancio di previsione finanziaria 2022-24 (Ddl 181), dopo una maratona d’Aula e con l’esame di oltre 1.400 emendamenti. Nel dettaglio, 27 favorevoli e 15 contrari.
Per il capogruppo Lega, invece, si tratta di un bilancio serio, di equilibrio, che pareggia a 19 miliardi, di cui 9 di spese sanitarie. Spese che sono sempre più pesanti anche a causa del Covid. Un bilancio di stabilità, malgrado i derivati stipulati dalla sinistra che ancora pesano e peseranno sul Piemonte. Abbiamo previsto oltre mille assunzioni in Sanità, tutte con fondi regionali, senza aiuto dallo Stato. Abbiamo avuto oltre 600 milioni di euro di spese Covid e lo Stato che ne ha rifusi soltanto 330, siamo sotto di 270 milioni, tutte spese richieste dal governo con garanzia di rimborso, non avvenuto.
Più di metà delle Regioni rischiano un piano di rientro, ha continuato il rappresentante della Lega, mentre il Piemonte cerca di mettere i conti al riparo: ma il governo deve fare la sua parte. Circa il Bilancio ha ricordato i venti milioni di euro sulle case popolari, un aiuto ai genitori separati per accedere all’edilizia popolare; ci sono nove milioni per la difesa del suolo, cento milioni per l’agricoltura, 42 sulla cultura (e il rifinanziamento dei voucher turismo). C’è la garanzia del presidente della Giunta a mantenere il 100 percento delle borse di studio. Ha ringraziato l’assessore al Bilancio e un’opposizione responsabile, che si è dimostrata maggioritaria in Aula. Ha ricordato che la Regione Piemonte ogni anno fa 8 miliardi di residuo fiscale attivo, che vanno a Roma senza tornare, somme che sarebbero molto utili per il territorio.
Il Movimento 5 stelle ha parlato di un bilancio lacrime e sangue per i lavoratori della sanità che non saranno assunti o per gli studenti universitari che andranno in altre regioni a studiare. E anche di tante mance erogate a fini elettorali a seconda degli interessi dei vari consiglieri
Il Movimento 4 ottobre ha criticato il ritardo nel portare l’atto in Commissione e in Aula, poi il tentativo di accelerare per non sforare troppo i tempi. Ha sottolineato l’importanza di investire sugli ambienti di studio all’interno delle scuole e manifestato preoccupazione per i tagli nei confronti del sostegno alle persone più fragili. La capogruppo si è augurata che sarà nuovamente possibile confrontarsi in Aula sugli argomenti e non solo per misurare la resistenza a premere un bottone per ore e ore.
Forza Italia ha ricordato che la pregressa situazione debitoria della Regione non ci permette di poter attingere per dare sostegno a un’economia in difficoltà. Non lo possiamo fare perché chi ci ha preceduto ha indebitato talmente tanto l’Ente, che oggi è impensabile fare nuovi debiti. La pandemia, poi, ha dato un colpo di grazia alla timida ripresa che stavamo vivendo. Con Finpiemonte a inizio mandato abbiamo dato vita al riparti-Piemonte, una scelta coraggiosa per aiutare imprese in crisi. Non dimentichiamo il volontariato e in particolar modo la Protezione civile: le risorse servono anche per prevenire. Oggi possiamo sottoscrivere il nuovo contratto decennale con le Ferrovie, con 150 milioni stanziati e una trentina di treni nuovi per il servizio metropolitano e non solo. Malgrado le difficoltà, teniamo i conti in ordine.
Fratelli d’Italia ha detto che si garantisce un bilancio che presidia i settori strategici, malgrado le enormi difficoltà causate dalla pandemia. Le forze di maggioranza continuano a lavorare per la ripresa economica, per non tagliare i servizi, per sostenere il comparto manifatturiero, senza aumenti di tassazione. Certo, in alcuni settori viviamo momenti drammatici, come in Sanità: la questione è aperta e l’auspicio è che il governo dei migliori non lasci sole le Regioni che hanno investito sul personale medico-sanitario con risorse proprie.
L’assessore al Bilancio Andrea Tronzano, in conclusione, ha ringraziato i suoi uffici e anche il presidente del Consiglio regionale, che ha garantito i lavori in quella che è diventata una vera e propria maratona. Un ringraziamento è andato all’azione responsabile dell’opposizione, che ha avanzato legittimamente le sue istanze che hanno trovato però una maggioranza coesa e compatta sui suoi valori di riferimento per i quali è stata eletta. L’assessore ha sottolineato che ereditiamo dal passato anche i debiti: oggi abbiamo 900 milioni di euro che tutti gli anni dobbiamo restituire a chi ce li ha imprestati negli anni scorsi. Ma quest’anno abbiamo avuto anche 140 milioni in meno di entrate: mettendo insieme fondi europei, statali e regionali, abbiamo però cercato di non ledere la dignità di nessuno. Con 6mila capitoli di spesa non è stato facile, ma pensiamo di averlo fatto.
Abbiamo rinegoziato parte del debito, liberando risorse; abbiamo ascoltato i sindacati, le imprese e noi non vogliamo deludere il tessuto economico del Piemonte.
Importante è anche ricordare il lavoro sull’idroelettrico, nonché sull’idrogeno, campo nel quale siamo all’avanguardia. Quanto al sociale, ha ricordato che tutti in quest’Aula hanno grande sensibilità su questo tema: utilizzeremo fondi europei con somme importanti in questa direzione.
Prima del voto finale sono stati approvati 15 ordini del giorno su 48 presentati. Domani sarà inviato il comunicato specifico.
La presente comunicazione è mancante di virgolettati e nomi secondo quanto disposto dall’art.9 c.1 della legge 22 febbraio 2000 n.28 in tema di par condicio nei periodi pre elettorali e referendari.
Il Pd boccia il bilancio regionale
<Il Bilancio della Giunta di centrodestra, approvato oggi, si può riassumere con poche parole: buchi, tagli e nessuna visione politica per il futuro della nostra Regione. Non ci sono investimenti strategici e politiche industriali, politiche per i giovani e politiche sanitari. Dopo tre anni son state azzerate le risorse accantonate negli anni passati e oggi abbiamo zero risorse. I nodi vengono al pettine. Come farà il Piemonte, in una situazione simile, a rispondere alle esigenze dei cittadini, ai nuovi bisogni che la pandemia ha evidenziato con drammatica chiarezza?> dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo
<Rileviamo, purtroppo, che se all’ordinaria gestione si provvede sforbiciando qua e là, continua a mancare una visione del futuro, un’idea di ripensare l’economia e di creare una Regione attrattiva, di prevedere incentivi per il mondo delle imprese, in particolare delle pmi. Insomma – conclude il Presidente del Gruppo Pd – la giunta Cirio voleva imprimere una altra velocita al Piemonte invece dopo tre anni lo ha definitivamente fermato!
<Un bilancio che ha avuto un approccio ideologico, concentrandosi sul supporto alla maternità: un tema in carico ai consultori, che sono i nostri interlocutori quando si parla di spesa pubblica su questo tema. Il nostro emendamento al bilancio sul tema è stato travolto da quello dell’assessore Marrone e quantomeno, dopo lungo confronto, c’è rimasta una traccia del nostro lavoro – dichiara il consigliere regionale di Cuneo e relatore di minoranza – Lo si evince nel merito dei fondi che devono essere valutati, come deve essere valutato il modo con cui erogarli, attraverso un interlocuzione con i consorzi socio assistenziali. Si è trattata di una discussione ideologica di distrazione, ci ha portato lontano dai temi reali che avremmo voluto portare in questo bilancio>.
<E’ trapelata in questi giorni una deriva ostruzionistica fine a sé stessa perché non è fondata su una battaglia politica: quando si tratta di fare ostruzionismo, anche se ci piace poco il metodo, se è necessario lo facciamo; lo abbiamo fatto, ma quello fine a se stesso non lo apprezziamo e ne siamo distanti> aggiunge il relatore dem.
<Dopo tre giorni, in quest’aula non ci sono né vinti né vincitori. C’è una grande sconfitta, e lo dico con un po’ di tristezza: è la politica, che dovrebbe risolvere i problemi e dare le linee strategiche in anni difficili che stiamo vivendo. Noi siamo quelli che in questi giorni e in questa aula avrebbero dovuto dare speranza ai cittadini, alle imprese che fan fatica, al mondo del volontariato – conclude il consigliere di Cuneo – . La sconfitta è la politica e con essa la giunta Cirio , la maggioranza di centrodestra. Lo sono purtroppo i destinatari della nostra azione politica: il Piemonte e i piemontesi, abbiamo scritto in questi giorni una pagina non bella. Come Pd in questi anni lavoreremo per riscattarla e per convincere i piemontesi che esiste un’altra politica e che un altro governo è possibile>.
“I prossimi bandi per il Pnrr promuoveranno finanziamenti per nuove centrali, per l’ammodernamento di impianti esistenti, per la costruzione di nuove reti efficienti a biomasse. Si tratta di un’ importante azione per provare a ridurre emissioni di gas serra e per rispondere alla crisi energetica in corso. Occorre dunque puntare su reti di teleriscaldamento alimentate da impianti che usino ad esempio il cippato di legno, biomasse forestali da filiera corta e cortissima.” Lo ha dichiarato in una nota la deputata di Azione Daniela Ruffino.
“Sì dunque a fonti rinnovabili, come il legno. l’Italia conta ben 11 milioni di ettari di boschi, pensiamo a quanti posti di lavoro potenziali potrebbero essere creati nel caso delle filiere bosco legno o filiere corte di valle. Dobbiamo puntare a ridurre o eliminare completamente nel nostro Paese, la dipendenza di forniture del dall’estero. I nostri boschi vanno gestiti, e non abbandonati. Ecco perché occorre urgentemente ripensare i piani forestali. Serve un cambio di passo veloce, servono risorse e progettazioni. Serve soprattutto assumere personale qualificato nei nostri comuni e territori, per accompagnare al meglio questa transizione.” Ha concluso così la deputata di Azione.
Magliano: “Paritarie invisibili”
Facciamo convintamente nostre le perplessità espresse dalle Associazioni di gestori e genitori: le Scuole Paritarie sembrano non esistere e anche l’Addendum al Decreto PNRR 2, relativo alla Riforma dell’Abilitazione all’Insegnamento e licenziato dal Governo, non le tiene in considerazione.
Eppure sono circa 200mila gli studenti che frequentano le Scuole Paritarie Secondarie di Primo e Secondo Grado e 15mila sono i docenti che attendono, da troppi anni, un percorso abilitante. Le Associazioni aderenti all’Agorà della Parità hanno recentemente commentato, con una nota, l’impianto complessivo della Riforma dell’abilitazione che introduce una netta separazione tra abilitazione e reclutamento nella scuola statale.
Fino al 31 dicembre 2024 i soli docenti che partecipano al concorso per il ruolo nello Stato possono ottenere l’abilitazione tramite l’acquisizione di crediti formativi: ci uniamo alla richiesta dell’Agorà della Parità di prevedere un’ipotesi analoga anche per quanti lavorano da anni nella Scuola Paritaria. Chiederemo alla Giunta Cirio di farsi portavoce di questa esigenza in sede di Conferenza Stato Regioni. Anche i docenti delle Paritarie possono ambire alla stabilizzazione soltanto con il possesso di un titolo abilitante, ma l’ultima occasione in ordine cronologico è stata, per loro, la partecipazione ai concorsi per il reclutamento nella scuola statale.
È infatti rimasta incompiuta la procedura straordinaria per esami finalizzata all’accesso ai percorsi di abilitazione all’insegnamento bandita con Decreto Dipartimentale n. 497 /2020. Durante la fase di conversione del Decreto Sostegni bis era emersa la data del 15 dicembre 2021 come termine ultimo per avviare la prova selettiva, ma tale data non è confluita nella stesura finale del DL 73/2021.
Chi domandiamo perché e chiediamo anche noi che le esigenze della Scuola Paritaria siano tenute in considerazione almeno in fase di conversione del Decreto. Il Ministero dell’Istruzione dia seguito anche al concorso straordinario abilitante di cui al Decreto Dipartimentale 497/2020. A quel punto potremo esprimere apprezzamento per l’impianto complessivo della Riforma.
Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte