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Le presidenti dei Consigli comunali a confronto

AL SALONE DEL LIBRO: TORINO, ROMA, MILANO, BOLOGNA E NAPOLI

Lo stand istituzionale della Città di Torino al XXXIV Salone Internazionale del Libro ha ospitato, sabato, un incontro sul tema “Democrazia, rappresentanza, partecipazione e nuove sfide: i Consigli comunali protagonisti del cambiamento” cui hanno partecipato, invitate dalla presidente del Consiglio comunale di Torino, le presidenti delle assemblee elettive municipali di Roma, Milano, Bologna e Napoli (che inviato un saluto in video non potendo essere presente di persona).

Grandi città dove, come a Venezia e Bolzano, le ultime elezioni amministrative hanno portato alla presidenza dei rispettivi Consigli comunali una donna. Motivo principale per cui l’incontro, moderato da Carola Messina dell’associazione Torino per le Donne (TOXD), è diventato l’occasione per uno scambio di idee e di esperienze e per una riflessione corale sulle buone pratiche che l’impegno delle donne in politica e nell’amministrazione della cosa pubblica possono introdurre quale valore aggiunto, per una nuova fase nel rapporto tra cittadinanza e istituzioni.

Al termine dell’incontro, la presidente di Torino ha sottolineato come, grazie all’appuntamento del Salone del libro, ha potuto cominciare a prendere forma l’idea di un coordinamento tra presidenti dei Consigli comunali, per una nuova cultura di governo delle città che valorizzi il ruolo di indirizzo e di controllo delle assemblee elettive dove siedono le donne e gli uomini scelti dalla cittadinanza attraverso il meccanismo delle preferenze. Con la collega di Milano la presidente torinese ha voluto che il nucleo promotore della iniziativa fosse interamente femminile perché il tema dell’equilibrio di genere nella rappresentanza assumesse da subito una centralità nelle dinamiche di confronto tra istituzioni dei diversi territori. Ringraziando per la partecipazione la presidenti intervenute, per avere creduto da subito nel progetto di collaborazione, la presidente del Consiglio comunale di Torino ha annunciato che la prossima tappa sarà Roma, il 15 giugno, con la speranza che per l’occasione si uniscano anche le colleghe di Bolzano e Venezia coinvolte nel coordinamento fin dagli albori.

Anche la presidente dell’Assemblea capitolina ha commentato l’incontro rimarcando la sensibilità, la creatività, la passione e determinazione, messe in campo e che possono rappresentare un’opportunità ed una risorsa, perché il vero valore di crescita e di ricchezza per una comunità è il rapporto tra le diversità. Per la presidente capitolina, è necessario cercare un sano rapporto ed equilibrio tra le funzioni politiche confermando il ruolo centrale del Consiglio nelle scelte determinanti. Dall’esperienza delle presidenti donna, può partire un processo di valorizzazione della dignità del Consiglio comunale nella vita politica della città. E su questo, ritiene auspicabile prevedere, nell’incontro che si terrà a Roma a giugno, la formulazione e la sottoscrizione di un protocollo di intesa per l’avvio di un coordinamento di tutti, donne e uomini, i presidenti di Consiglio comunale dei capoluoghi di Regione, avviando un rapporto istituzionale con l’Anci. Uniti, con una voce sola, facendo squadra, si può essere più forti per riuscire a rendere l’impegno politico e amministrativo orientato esclusivamente al bene delle nostre città.

Per la presidente del Consiglio comunale di Milano, lo sforzo che bisogna fare, oltre a pensare ad un nuovo assetto per gli enti locali, è quello di rafforzare i Consigli Comunali. Se si vuole concorrere a costruire le decisioni si deve stare qualche passo avanti rispetto alla posizione attuale all’interno del processo politico e amministrativo. Non si vuole solo ratificare decisioni, si deve, quando e dove è possibile, ispirare quelle decisioni, nella convinzione che i consigli comunali rimangano il cuore pulsante del dibattito politico cittadino e debbano ritrovare la loro funzione di anima ispiratrice delle politiche di chi governa la città e il territorio.

Per le presidenti, prossimo appuntamento a giugno, nella capitale, dove torneranno a confrontarsi sul ruolo delle assemblee elettive, sulla possibile realizzazione di un coordinamento, sul loro specifico ruolo nel proporre e nell’elaborare azioni politiche ed amministrative.

Nominati i vertici di Alessandria del partito ‘Noi Di Centro’

“Nominati i vertici di Alessandria del partito ‘Noi Di Centro’, partito di centro guidato a livello
nazionale da Clemente Mastella e Giorgio Merlo. Segretario provinciale del partito è Mirko Giarolo
e il Presidente è Fabrizio Sanfilippo. Noi Di centro si sta organizzando in tutta la regione Piemonte,
come del resto in tutta Italia. Dopo il convegno di fine aprile a Torino sulle ‘ragioni del centro’ che
ha registrato una significativa partecipazione popolare, il prossimo 4 giugno è prevista un’altra
grande manifestazione nazionale per il rilancio del partito a Napoli.
Noi Di Centro, comunque sia, ad Alessandria come in tutte le altre province piemontesi,
organizzerà nelle prossime settimane iniziative politiche in tutto il territorio”.

Renato Zambon, segretario regionale Noi Di Centro.
Luca Pedrale, Presidente regionale Noi Di Centro.

Pd e 5 stelle, alleanza populista?

Un vecchio adagio popolare recita “che chi si assomiglia si piglia”. Nel caso specifico si parlava di matrimonio e di famiglia. Un adagio, detto fra di noi, che affonda le sue radici nella saggezza popolare e che poco si discosta, di conseguenza, dalla realtà. Ho voluto citare questo antico detto dopo aver appreso che la segreteria nazionale del Pd, attraverso la sua Direzione, continua ad individuare nel partito di Grillo e di Conte l’alleato politico più affidabile e solido per dare una prospettiva democratica e riformista all’intero paese anche in vista delle ormai prossime elezioni politiche.
Ora, tutti sanno – ma proprio tutti – che il partito di Grillo e di Conte è il partito populista per eccellenza nella cittadella politica italiana. Un partito che, attraverso la predicazione del suo fondatore, ha dato un profilo politico e culturale – culturale si fa per dire – netto ed inequivocabile. Un mix di populismo, di demagogia, di anti politica, di giustizialismo manettaro, di anti istituzionalismo e di nuovismo che ha contribuito a consolidare una immagine del partito alquanto chiara. Il tutto condito, come noto, da un linguaggio triviale, violento ed aggressivo nei confronti di tutti quelli che non condividono quei dogmi e quelle parole d’ordine. Questo è stato il partito dei 5 stelle sino all’avvento di Conte dopo l’indiscussa leadership del suo guru/fondatore. Una leadership a tutt’oggi misteriosa e caratterizzata prevalentemente dal trasformismo politico e dall’opportunismo parlamentare. E, come sempre, senza una precisa cultura politica, senza un chiaro riferimento ideale e con un programma alquanto ballerino ed altalenante. Ma, al di là della cosiddetta identità del partito, quello su cui vale la pena richiamare l’attenzione è che la comunità dei 5 stelle è sempre quella. A livello nazionale come a livello locale. Certo, molti sono fuggiti – per cercare un potenziale riparo e una conseguente candidatura da un’altra parte, come ovvio – e lo stesso consenso si è più che dimezzato rispetto alle elezioni del 2018. E, quasi certamente, si ridimensionerà ancora seccamente in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Ecco perchè il cemento unificante, in mancanza d’altro, continua ad essere e a restare il populismo. Forse in una versione meno triviale e meno violenta del passato ma identico nella sua sostanza politica.
Ed è proprio all’interno di questa dimensione che si inserisce il capitolo delle alleanze in vista delle prossime elezioni. E diventa francamente misterioso comprendere le ragioni politiche, culturali, programmatiche e anche storiche per le quali un partito di potere e governista come il Pd punta in modo deliberato e quasi fideistico ad allearsi con il partito populista per eccellenza. Un mistero che, però, rischia di trasformare quella alleanza in una coalizione semplicemente populista. E di fronte ad un quadro del genere, è giocoforza chiedersi come si devono comportare le forze democratiche, riformiste e di chiara connotazione centrista – di radice cattolico popolare e sociale o di altro riferimento culturale poco importa – per la costruzione di una coalizione che escluda qualsiasi deriva populista, demagogica, giustizialista e manettara. Ma anche qui, e quasi sicuramente, “chi si assomiglia si piglia” e, di conseguenza, diventa quantomai difficile dar vita ad una coalizione che coinvolga forze politiche autenticamente riformiste, democratiche e distinte e distanti dal populismo grillino e dal trasformismo di Conte. Forse è giunto il momento, al di là del futuro sistema elettorale – che quasi sicuramente resterà quello attuale – per chiarire definitivamente il profilo, l’identità e la natura dei singoli partiti. E se l’alleanza con un partito populista diventa un elemento irrinunciabile e discriminante per il Pd e altre forze di sinistra, il compito dei partiti “centristi” e anti populisti non potrà che guardare altrove. Dove lo decideranno solo le condizioni politiche specifiche di quel particolare momento storico.

Giorgio Merlo

In piazza i giovani sognano la nuova Europa

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CONSIGLIO D’EUROPA, FLASH MOB CON GIOVANI IN PIAZZA A TORINO ARRIVATI DA TUTTA EUROPA: “IL TEMPO STA PER FINIRE. L’EUROPA FACCIA GLI INTERESSI DEI POPOLI EUROPEI” 
“Crisi, sanzioni, sudditanza, cancel culture: il tempo sta finendo. Ora serve l’Europa” è questo il grido lanciato ieri, con un flashmob in Piazza Bodoni a Torino, da cento giovani arrivati da tutto il continente in occasione del Consiglio d’Europa. Italiani, francesi, spagnoli, tedeschi… riuniti dal coordinamento giovanile OraEuropa, nato nelle scuole torinesi, che si propone di dare nuova spinta all’idea europea. “Mentre i Ministri degli Esteri discutono alla Reggia di Venaria, abbiamo scelto di dare vita ad un flash mob per svegliare la politica e lanciare le parole d’ordine per la nuova Europa che sogniamo – spiegano Riccardo Combina, membro di giunta della Consulta provinciale degli studenti, ed Enrico Parigi rappresentante degli studenti di Giurisprudenza -. Crediamo che il cambiamento possa passare soltanto dalle giovani generazioni, che negli scorsi mesi si erano mobilitate per la sicurezza scolastica e ora vedono alle porte un futuro oscuro. È necessario che l’Europa torni ad essere il Faro che è sempre stato, tutelando i propri cittadini e dando una speranza ai giovani europei. Per questo motivo, oggi, dopo il flash mob abbiamo dato vita ad un’assemblea che ha ribadito le nostre parole d’ordine: Coraggio, Pace, Libertà e Radici. Da contrapporre come risposta a Crisi, Sanzioni, Sudditanza e Cancel culture, prima che il tempo per l’Europa si esaurisca. Il Consiglio in atto, che sulla carta dovrebbe tutelare le identità e i diritti dei popoli europei, paga purtroppo una mancanza di autonomia e rischia di essere influenzato da interessi di paesi che Europa non sono, primi tra tutti gli Stati Uniti e la Turchia. I governi europei devono invece essere in grado di fare fronte comune e perseguire finalmente gli interessi dell’Europa e dei propri cittadini. Sogniamo di vivere su una terra che promuova le identità, contrasti lo sfruttamento economico e sociale imposto dalla globalizzazione, dia opportunità di sviluppo e futuro alle nuove generazioni e renda i giovani orgogliosi dell’eredità culturale millenaria che portano sulle spalle”. “L’unico modo affinché ciò avvenga proseguono i manifestanti – è che l’Europa sappia diventare finalmente un soggetto politico, dotato di una propria autonomia strategica e di una visione comune sulle grandi sfide del nostro tempo. Difficile non vuol dire impossibile. Noi giovani saremo in prima fila per far trionfare la nuova Europa di domani, in nome della Pace della Libertà”.

Venaria Reale per un giorno Capitale d’Europa

Lo straordinario scenario della Reggia di Venaria ha ospitato venerdì oggi l’incontro intergovernativo dei Ministri degli Esteri del Consiglio d’Europa, confermando il complesso monumentale barocco alle porte di Torino come sede ideale per grandi eventi e summit contemporanei.

Una location davvero fantastica. Tutti i Ministri si sono congratulati apprezzando la bellezza della Venaria: sono davvero soddisfatto anche per l’organizzazione dell’evento“: con queste parole il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha commentato le impressioni dei suoi colleghi europei sulla Reggia di Venaria, prima dell’inizio del summit odierno.

Tanti selfie e sguardi sorpresi hanno in effetti accompagnato l’ingresso delle delegazioni alla Reggia, accolte anche dal Sindaco di Venaria Fabio Giulivi e dal Direttore del Consorzio Guido Curto.

A pochi giorni dall’Eurovision Song Contest, Venaria è stata di nuovo protagonista di un grande evento internazionale, con i suoi saloni che hanno rivissuto fasti e protocolli cerimoniali attualizzati ad oggi.

Studente disabile? No grazie

Il consigliere Iannò si occupa del caso

 

E’ stato paragonato ad una gastrite, il bimbo disabile che si è visto negare un posto nella scuola dell’obbligo.

Un caso sollevato dalla mamma, che lamenta, giustamente, come sia negato il “diritto allo studio del ragazzo”.

Del problema se ne sta occupando il consigliere comunale Giuseppe Iannò di Torino Bellissima, particolarmente sensibile a queste tematiche, in collaborazione con il sottosegretario di Stato all’istruzione, Rossano Sasso.

“C’è da chiedersi – sottolinea il consigliere Iannò – come possa la scuola italiana che si considera “inclusiva”, accogliere docenti, che affermano che uno studente, non possa essere integrato in una classe con i compagni, coniugando tutti i bisogni del caso”

“Una vicenda che non è tanto isolata – prosegue Iannò – e rispecchia le grandi preoccupazioni, con cui troppo spesso i genitori non trovano a livello sociale, risposte adeguate. Una doppia discriminazione che aggrava le difficoltà del bambino”

La prossima settimana il consigliere incontrerà la mamma, per esprimere solidarietà e trovare il modo di inserire il giovane in un contesto scolastico.

Ministri degli Esteri a Venaria: la protesta di Italexit

 “PASSERELLA MEDIATICA PER GIUSTIFICARE L’ESCALATION DEL CONFLITTO”

Riceviamo e pubblichiamo

Il 20 maggio i Ministri degli Esteri dei 46 Stati membri del Consiglio d’Europa si incontreranno alla Reggia di Venaria per la chiusura del semestre di presidenza italiana, con Di Maio che passerà il testimone al suo omologo irlandese.

Nonostante le varie dichiarazioni degli ultimi giorni, che rinnovano la solita retorica sulla difesa dei diritti umani e della fratellanza, è evidente che il tema centrale dell’incontro sarà la questione Ucraina.

Il Consiglio d’Europa arriva a questo appuntamento in una situazione di grave imbarazzo: se il suo obiettivo è la costruzione della pace attraverso la diplomazia, l’espulsione della Russia dal consiglio (avvenuta a marzo) ha dimostrato che non si tratta di un’istituzione super partes bensì dell’ennesima emanazione di un certo potere geopolitico a stelle e strisce. Così, mentre i popoli europei chiedono a gran voce lo stop all’invio di armamenti, i Ministri si incontrano per pianificare le prossime fasi della guerra: ben 27 di loro appartengono a paesi membri dell’Unione Europea, ormai apertamente schierata a favore della “diplomazia delle armi”. 

 

Per questo motivo Italexit ha organizzato un sit-in di protesta in Piazza Vittorio Veneto a partire dalle ore 9:30.

 

Jessica Costanzo, Onorevole Deputata del Partito Italexit per l’Italia, introduce così l’iniziativa: “Questo Consiglio d’Europa rappresenta una passerella mediatica per permettere ai vari Governi di costruirsi un alibi: la globalizzazione ha fallito e l’Unione Europea sta collassando su sé stessa, ma con la guerra si può trovare un facile capro espiatorio per chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini – italiani in primis. Venaria sarà completamente militarizzata per reprimere o, al massimo, strumentalizzare la contestazione: il copione è sempre lo stesso, ma questo non ci impedirà di portare in piazza le nostre rivendicazioni contro l’escalation del conflitto”.

Verdi, luci e ombre su Repowereu

“La presenza di misure legislative e di obiettivi vincolanti più ambiziosi per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica non può che essere accolta favorevolmente, ma il livello proposto è ancora troppo basso per porre fine quanto prima alla nostra dipendenza dalla Russia e combattere la crisi climatica” – dichiarano Eleonora Evi ed Angelo Bonelli, co-portavoce nazionali di Europa Verde

 

“Il pacchetto REPowerEU – puntualizzano – presenta senza dubbio alcune luci, ad esempio l’obbligo legale di installare l’energia solare su tutti i nuovi edifici pubblici e commerciali di dimensioni superiori a 250 mq entro il 2026 e su tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2029. Positiva anche la proposta di raddoppiare il tasso di diffusione delle pompe di calore, con un obiettivo di 10 milioni di unità nei prossimi 5 anni. Ma ci sono diverse ombre, come la possibilità per gli Stati Membri di derogare al principio del non arrecare danno significativo all’ambiente (Do No Significant Harm Principle – DNSH) per investimenti in petrolio e gas.   

“Avremmo voluto una maggiore ambizione da parte della Commissione, anche nell’esercitare pressione sugli Stati membri affinché redistribuiscano gli extraprofitti miliardari delle grandi industrie energetiche a favore di chi è più duramente colpito da questa crisi.  

Il Pacchetto REPowerEU manca del coraggio di chiudere definitivamente con il passato, ricordando che investire massicciamente nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica significa di fatto investire nella sovranità energetica degli Stati membri e porre fine a quel modello energetico scellerato che ci ha portato alla crisi attuale.  C’è una sola strada per l’Europa per liberarsi dalla dipendenza energetica dalla Russia: sobrietà, efficienza e fonti rinnovabili. Per il clima, per la pace e per la giustizia” – concludono Evi e Bonelli.

 

 Ruffino (Azione): “affidare ai piccoli comuni i fondi per i progetti” 

“Chiedo alla ministro dell’Interno di intervenire immediatamente per sanare la incresciosa situazione che si e’ creata in questi giorni sulla cancellazione di circa mezzo miliardo di euro di contributi per la realizzazione di 4.800 progetti nei piccoli comuni italiani”. Dichiara in una nota la deputata di Azione, Daniela Ruffino. “Quanto sta accadendo ha dell’incredibile. Invece di rendere meno burocratica l’Italia, aiutando le economie locali a rilanciarsi dopo la crisi economica causata dal Covid e ora dalla guerra in Ucraina, si chiede ai piccoli comuni italiani, da sempre carenti di personale, di svolgere alla perfezione le scadenze salvo poi annullare con una semplice pec l’invio dei contributi attesi da anni solo perche’ la burocrazia deve avere la meglio sul buonsenso. Cosi l’amministrazione centrale penalizza i territori senza risolvere i problemi. Sono certa che la ministra Lamorgese interverra’ per sanare questa anomalia burocratica”, conclude.

“Il silenzio dei media nazionali sul Referendum Giustizia prosegue”

A meno di un mese dalla data in cui i cittadini saranno chiamati alle urne per esprimersi sui 5 quesiti proposti nel Referendum per una Giustizia Giusta, prosegue un silenzio mediatico imbarazzante che priva gli elettori della possibilità di ricevere corrette informazioni al riguardo.
Secondo l’Avvocato Alberto Del Noce, membro del Direttivo Regionale di Buona Destra Piemonte e del Comitato per il Si, promosso dal Partito Radicale, “siamo di fronte ad un problema di comunicazione evidente: dai media nazionali non viene assicurata una corretta ed adeguata diffusione delle informazioni riguardanti il Referendum. Si tratta di cinque quesiti che potrebbero restituire al nostro Paese una Giustizia più in linea con i principi liberali e di democrazia su cui è stata scritta la nostra Costituzione, spesso forzata per arrivare a mini riforme dalla scarsa efficacia complessiva. Sembra, invece, evidente ci siano interessi di parte che mirano a far passare in silenzio questo appuntamento, creando difficoltà a diffondere le ragioni del Sì e rendendo difficile il raggiungimento del quorum”.
Buona Destra Piemonte, insieme agli altri membri del Comitato per il Sì continuano a diffondere informazioni, tramite i propri canali e con appuntamenti settimanali con punti informativi sul territorio, ma l’informazione pubblica su temi tanto importanti per il Paese non può essere demandata unicamente all’iniziativa dei singoli.
Come Buona Destra auspichiamo che i media tornino a recitare un ruolo da protagonisti, diffondendo correttamente e con gli spazi adeguati le corrette informazioni per permettere a tutti di poter esprimere un voto consapevole il prossimo 12 Giugno.
Buona Destra Piemonte
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