politica- Pagina 229

L’inefficienza di politica e burocrazia

Diffidate di chi dice: io parlo a nome e per conto del popolo. Tutto il popolo. Che sia un guitto o un politico diffidate decisamente. Mente sapendo di mentire. Ce lo ha insegnato il Prof Galante Garrone in Storia del Risorgimento. Lui liberale convinto, antifascista ed eletto nelle liste del PCI come indipendente di sinistra. Il popolo, anzi nel popolo ci sono mille voci e mille idee. Organizzarle e dargli voce, questo si chiama democrazia

Ci spiego’ che l’espulsione di Giuseppe Mazzini dalla prima internazionale, era motivata. Addirittura fu Karl Marx che lo volle perché, di fatto, in quel modo, negava l’esistenza delle classi sociali. E poi , troppo spesso il popolo è abbinato alla figura di un uomo (o donna) sola al comando. Ed anche qui , come non ricordare le mitiche recite di Ettore Petrolini sull’improbabile Nerone che arringa le folle inebriante di parole vuote? Accidenti se la democrazia è imperfetta. Però… Ogni tanto mi piace ” tuffarmi ” nella mia libreria. Qui ho riletto pagine dello Storico inglese Mack Smith. Persino ai tempi di Crispi si contavano più di 27 governi diversi dall’Unità d’Italia a fine ottocento. Quasi uno all’anno. L’instabilità è sempre stato un nostro problema nazionale. Duraturo solo il ventennio Fascista. Parentesi non proprio democratica.
Sistema politico? Incapacità dei politici italiani? Troppa frammentazione? Sicuramente un insieme. Ci si mette una burocrazia storicamente inefficiente. Una burocrazia di stampo borbonico. Due casi emblematici.
Il caso della ex professoressa di Balangero che dopo vent’anni di pensione, la sua banca le ha comunicato che l’Inps aveva sospeso la pensione. Motivo : all’ Inps risultava morta. E quando lei si è presentata viva e vegeta le è stato risposto: deve dimostrartelo con un certificato del suo comune di appartenenza. Follia allo stato puro.

Secondo caso. E notorio che ogni giorno che passa il personale del Municipio di Torino si sta assottigliando. Comunque è da decenni che il verde pubblico vive ” subappaltato ” a ditte che dovrebbero essere specializzate.
Dovrebbero, a mio giudizio essere privilegiate le ditte locali, selezionate per capacità ed affidabilità e soprattutto per reperibilità se qualcosa non funziona. Uno dei pochi casi dove il cosidetto km zero funziona eccome.
Praticamente da più di un decennio vige una legge: fare esattamente all’opposto affinché il lavoro non venga fatto. Ottusità burocratica che si  abbatte ottusamente sulla nostra città.
Cosa avviene concretamente? Presto detto.
Vigendo il sistema ad inviti arrivano consorzi, ditte o cooperative dal Sud. Queste fanno dei ribassi pazzeschi intorno al 50 %. Già qui qualcosa non torna. O sono totalmente sbagliati i prezzi di partenza o è totalmente sbagliata l’offerta. Poi, nel migliore dei casi chi vince prende l’anticipo previsto per legge e magari, chissà, interamente subappalta l’esecuzione dei lavori ad imprese locali che in qualche modo, arrabattandosi, cercano di finire i lavori. E se nel peggiore dei casi chi vince con il massimo ribasso si beccasse l’acconto iniziale sparendo  dalla circolazione? Direi “stupendo” , la città paga per non avere nulla. Incuria che avanza.
Avanza anche nelle singole professionalità.
Siamo messi proprio male.

Patrizio Tosetto

 

Il bipolarismo si può ancora battere

Da svariati lustri la geografia politica italiana è incardinata attorno ad un singolare bipolarismo.

Che, non a caso, viene comunemente definito come una sorta di “bipolarismo selvaggio”. Ma si tratta di un bipolarismo che può ancora essere battuto a livello politico ed elettorale. È ormai convinzione abbastanza diffusa, infatti, che ciò che capita sino al 25 settembre difficilmente ci sarà dal 26 settembre in poi.
Ora, sgombriamo il campo da ogni interpretazione forzata e da ogni fantasia, ma è indubbio che più passa il tempo e più emergono le contraddizioni politiche all’interno dei due schieramenti maggioritari. Ed è perfettamente inutile che il segretario del Pd inviti alla lotta senza frontiere contro il ritorno del fascismo quando tutti sanno, ma proprio tutti, che la demolizione e l’annientamento del nemico politico rientrano, appunto, in una logica di “bipolarismo selvaggio” che non risponde più alle dinamiche concrete della politica italiana. E men che meno a ciò che capita realmente nella società italiana. Perchè è sempre più evidente che, al di là della propaganda elettorale, non saranno questi due schieramenti a garantire un seria guida al governo del paese a medio/lungo termine. Se sul versante della sinistra si è dato vita ad una coalizione sbilenca e destinata oggettivamente a soccombere nelle urne, è altrettanto vero che l’unità apparente del centro destra nasconde una prospettiva politica diversa coltivata dai principali contraenti la coalizione stessa. Contraddizioni e diversità che emergono in modo sufficientemente palese negli stessi dibattiti pubblici che coinvolgono i diversi leader politici.
Certo, chi punta ad incrinare nelle urne le sorti di questo bipolarismo deve essere politicamente convincente nel denunciare le storture e le pesanti contraddizioni che caratterizzano coalizioni posticce ed eterogenee sotto il profilo programmatico. È di tutta evidenza che di fronte ad alleanze che non garantiscono una convergenza sul terreno concreto delle cose da fare oltre a coltivare prospettive politiche non particolarmente affini, difficilmente si può parlare di una strategia duratura se non quella di distruggere l’avversario/nemico in virtù di un bipolarismo sempre più bislacco ed anacronistico. E il decollo, politico ed elettorale, di un “centro” che sia autenticamente capace di declinare una “politica di centro”, è la sfida decisiva che può mettere definitivamente in crisi questa fragile impalcatura politica.
Ecco perchè il destino di questo “bipolarismo selvaggio” che continua a coltivare l’obiettivo di una violenta radicalizzazione della contesa politica italiana è destinato, prima o poi, ad arrivare al capolinea. E questo per due motivi persin troppo semplici da richiamare.
Innanzitutto perchè non si può governare una società complessa e una fase politica alquanto difficile e carica di incognite come quella contemporanea con un metodo politico che incentiva alla perenne radicalizzazione e al conflitto permanente. La strategia della “solidarietà nazionale”, seppur declinata in modo diverso di volta in volta, si impone sempre di più in un clima di profonda frattura sociale e con progetti politici dei vari partiti non ben definiti e fortemente radicalizzati tra di loro.
In secondo luogo perchè con l’assenza di partiti che esprimano un forte pensiero politico – frutto di una precisa cultura politica – accompagnato da una altrettanto definita visione della società, è abbastanza naturale che questi cartelli elettorali non possano tranquillamente governare con autosufficienza ed esclusivismi aprioristici.
In sostanza, è necessario mettere in campo una iniziativa politica che sia in grado di garantire la governabilità da un lato con un programma altrettanto definito e realistico dall’altro. Due condizioni che, oggettivamente, non sono compatibili con risse continue, con un clima da “ok corral”, con una contrapposizione violenta e frontale tra i vari schieramenti e, soprattutto, con una voglia di distruggere e annientare l’avversario/nemico. Ovvero, con le regole e le prassi che hanno contraddistinto questi anni di contrapposizione violenta fra i due schieramenti maggioritari. E questo senza invocare ridicole e grottesche emergenze. Dittatura, possibile ritorno del fascismo, regimi illiberali se non addirittura sovversivi sono però richiami ed osservazioni del tutto privi di senso per il semplice motivo che non corrispondono alle dinamiche concrete che caratterizzano la società contemporanea. Semmai, si tratta di ricostruire una fase politica che non sia fondata sulla precarietà degli equilibri e sulla inconsistenza dei programmi. E, sotto questo versante, la ricostruzione di un luogo politico di “Centro” può essere decisivo e determinante.

Per questo dopo il 25 settembre arriverà il 26 settembre. E lì, forse, assisteremo ad una nuova ed ennesima stagione della politica italiana. E non più all’insegna del trasformismo, del populismo e dell’’inconsistenza programmatica.

Giorgio Merlo

Parco della Salute, Magi (+Europa): Giunta Cirio fa proclami ma conclude poco o nulla

Riceviamo e pubblichiamo

Dichiarazione di Riccardo Magi (candidato coalizione centrosinistra Collegio Camera 1 di Torino):

Il 30 marzo 2021, in piena emergenza Covid, il governatore Cirio e l’assessore regionale alla Sanità Icardi, annunciavano che il Parco della Salute di Torino sarebbe stato completato nel 2027. Ieri i giornalisti hanno scoperto che la gara di assegnazione della commessa a una delle due imprese rimaste in lizza deve ripartire da zero.
Ricapitolando: stop Parco della Salute di Torino; stop alla “Città della Salute” di Novara; Azienda Zero senza direttore generale a un anno dall’approvazione della legge istitutiva (il commissario provvisorio è il direttore generale dell’ASL Città di Torino, cioè quello che dovrebbe essere controllato per primo dall’Azienda Zero).
Questa è una Giunta Regionale fortissima nei proclami ma che porta a casa poco o niente.
Chiedo che vi sia almeno, d’ora in poi, un po’ più di trasparenza: deve essere predisposta una pagina dedicata al Parco della Salute sul sito istituzionale, come fu fatto dall’allora Presidente Chiamparino per il grattacielo della Regione. E la Giunta Regionale deve finalmente rispondere alla circostanziata domanda posta ormai da due anni dall’Associazione radicale Adelaide Aglietta: chi deve pagare i costi delle bonifiche inerenti sia il grattacielo sia il Parco della Salute (nel contratto di compravendita del 2004 è scritto chiaramente che tali costi erano a carico del venditore, l’ex Fiat Avio)?

Appendino: M5S unica forza coerente sul reddito di cittadinanza

L’ex sindaca di Torino e candidata al Parlamento per M5S, Chiara Appendino, interviene sul tema del reddito di cittadinanza

“Il MoVimento 5 Stelle è l’unica forza politica coerente riguardo il reddito di cittadinanza: una misura fondamentale che, ad esempio, ha permesso a 1 milione di persone di non trovarsi in condizione di povertà assoluta nel 2020 (fonte Istat). Una misura che esiste in tutta Europa, migliorabile soprattutto sul reinserimento nel mondo del lavoro, ma necessaria e che anzi va integrata con il salario minimo per il quale ci battiamo da tempo. Gli altri partiti la criticano in vario modo e ne denunciano le irregolarità, ma pensare di eliminarla è come pensare di eliminare le pensioni di invalidità quando si scoprono persone che ne usufruiscono in modo illecito”.

Serritella, Impegno Civico: le proposte per il caro bollette e la crisi economica

Davide Serritella, candidato di Torino per Impegno Civico, collegio Piemonte 1-01. Ha fatto parte della Commissione parlamentare Trasporti e Telecomunicazioni e dell’Intergruppo Innovazione e seguito per il territorio le tematiche legate al nuovo polo per l’intelligenza artificiale, automotive, mobilità sostenibile, piste ciclabili. Si è occupato dello stanziamento dei fondi per la Metro 2 a Torino, e dei 20 milioni per il rilancio dell’aerea complessa di Torino.

L’Italia sta attraversando un momento difficile tra aumenti delle bollette e crisi economica. Quali soluzioni proponete voi di Impegno Civico?
In queste settimane imprese e famiglie si ritrovano a far fronte a spese salatissime a causa dell’aumento dei costi delle bollette. Impegno Civico sostiene che il primo passo che la politica debba fare nella prossima legislatura – in questa, con un parlamento sciolto e un governo in carica solo per gli affari correnti non è possibile – sia un decreto Taglia Bollette per coprirne l’80% dei costi a beneficio di imprese e famiglie del ceto medio e in povertà. Se gli altri sparano cifre a caso che manderebbero il Paese in default, noi abbiamo calcolato che queste risorse possono essere prelevate dagli extraprofitti e dal maggior incasso di Iva e accise legato alla crescita economica. E’ evidente che sarebbe molto più dannoso se non fossero garantiti aiuti consistenti perché significherebbe chiudere imprese e togliere alle famiglie il pane. Occorre anche l’azzeramento dell’Iva su alimenti e beni di prima necessità, come prodotti per l’infanzia e farmaci. Se pensiamo che quest’anno, secondo Coldiretti, il carrello della spesa di una famiglia costerà 670 euro in più, di certo non possiamo restare a guardare.

La campagna elettorale sembra essere focalizzata sul prezzo del gas. Qual è la vostra posizione?
Con il Ministro Di Maio da tempi non sospetti sosteniamo che bisogna lavorare in Europa per ottenere un tetto comune al prezzo del gas, uno sforzo che dovrebbe essere caldeggiato da tutte le forze politiche. Ma Conte, Salvini e Meloni non si pronunciano, facendo il gioco della Russia. Eppure è l’unico modo che abbiamo per abbassare le bollette e tagliare i fondi che finanziano la guerra in Ucraina. I cittadini non devono pagare il costo di una invasione voluta da Putin. C’è il rischio che 9 milioni di persone nei prossimi mesi cadano in povertà energetica e non dobbiamo consentirlo.

Altro tema molto dibattuto è relativo al reddito di cittadinanza. C’è chi vuole mantenerlo e chi vuole abolirlo.
La nostra posizione è chiara. A differenza di chi vorrebbe abolire il Reddito di cittadinanza, strumento che nel lock down ha letteralmente permesso a 3,5 milioni di italiani di mettere il piatto a tavola, noi vogliamo miglioralo e potenziarlo. Come? E’ presto detto: investendo sulla formazione professionale dei beneficiari occupabili in sinergia con le imprese, mettendo in contatto diretto domanda e offerta di lavoro e rafforzando i controlli e le sanzioni per stanare i furbetti che, aggirando la legge, truffano lo Stato e delegittimano la bontà del reddito di cittadinanza. Il rdc rappresenta una misura di protezione sociale se è vero, come è vero, che i due terzi dei beneficiari sono persone con disabilità, pensionati o inabili al lavoro. Tutto il resto non conta.

I giovani si sentono sempre più abbandonati a loro stessi e cresce la disaffezione verso la politica. Quali sono le vostre proposte per le nuove generazioni?
Impegno Civico nasce come forza politica giovane che si rivolge ai giovani per coinvolgerli e valorizzarli. Pensare che non possano realizzarsi, vivere indipendenti o comprare una casa per il futuro è inaccettabile. Noi di Impegno Civico abbiamo messo a punto una proposta per tutti gli under 40 che prevede un fondo statale grazie al quale si versa alla banca l’anticipo, che poi l’acquirente restituirà a rate e senza gli interessi, mentre il mutuo è coperto al 100% dalla garanzia dello Stato. Solo così i giovani si sentiranno realmente supportati e non saranno più soli. Sul fronte del lavoro, invece, dobbiamo dire ‘basta’ allo sfruttamento e alle paghe da 2-3 euro all’ora. Dobbiamo introdurre un salario minimo ed equo, adeguato cioè alle competenze ed esperienze possedute dal lavoratore, detassare le assunzioni degli under 40 e favorire l’occupazione femminile.

Le nostre esportazioni hanno avuto un notevole incremento. Il vostro leader, Di Maio, rivendica il successo di questa operazione, perché e quali sono state le ricadute per il Piemonte?
In regione abbiamo registrato dati record perché siamo passati dai 41 miliardi di euro del 2020 ai quasi 50 miliardi di euro del 2021, con un incremento del 20,5%. Le aziende piemontesi hanno incrementato le esportazioni anche nel primo trimestre di quest’anno, con un +17,7% molto confortante. Prova, questa, che la strategia messa in campo per rilanciare il Made in Italy durante la pandemia, sta dando i suoi frutti. E più esportazioni vuol dire non solo che le nostre eccellenze viaggiano nel mondo ma anche più posti di lavoro. Di Maio nel 2020 ha creato il cosiddetto Patto per l’Export, un sistema sinergico tra stato e imprese che evidentemente ha funzionato perché il Made in Italy nel 2021 non ha mai generato volumi così rilevanti, neanche negli anni pre covid. E questi record, grazie al consolidamento del Patto per l’Export, sono stati già superati nel primo semestre del 2022.

Quali sono le iniziative messe in campo per la città di Torino?
A Torino con il Ministro Luigi Di Maio e la viceministra all’Economia Laura Castelli, abbiamo portato avanti progetti fondamentali per far ripartire la nostra città. In particolare, grazie al mio emendamento al DL Rilancio, sono stati stanziati 20 milioni per la realizzazione di un centro importantissimo per Torino che verrà creato al fine di favorire i processi di transizione ecologica nei settori della mobilità sostenibile pubblica e privata e la competitività dell’industria dell’automotive. Un intervento forte sulla nostra area di crisi complessa, il che significa non solo restituire alla nostra città la sua identità ma anche dare all’Italia una marcia in più soprattutto dopo gli ultimi anni di crisi dovuti alla pandemia. Su Torino il Governo ha scommesso, portando la periferia al centro della nostra attenzione con un progetto che sarà fondamentale per l’occupazione e la ripresa dell’industria.

Enrico Letta a Torino

Il segretario del Pd Enrico Letta sarà questa sera a Torino per la campagna elettorale. Il comizio si terrà alle 18,30 in Piazza d’armi nell’area adiacente al Punto verde.

Ambrogio (FdI): “luci accese in pieno giorno in piazza Castello”

Riceviamo e pubblichiamo

“Mentre da un lato l’Amministrazione Lo Russo impone sacrifici ai torinesi – termostati più bassi e
luce dei lampioni più fioca durante la notte –, dall’altro non si cura di mettere in atto misure di
semplice buon senso. Oggi ne abbiamo avuto una prova: in Piazza Castello i lampioni erano in
funzione come nelle ore più buie della notte.
È il caso di dire che quest’amministrazione – come tante del passato di Torino – “predica bene e
razzola male”.

Paola Ambrogio Consigliere Comunale Fratelli d’Italia

Claudio Leone (Lega): “Oggi si va a scuola in bottega, il progetto della Regione Piemonte”

Riceviamo e pubblichiamo

Per favorire l’artigianato coinvolgendo i giovani

Da oggi la Regione Piemonte potenzia gli investimenti per il futuro dell’artigianato in Piemonte con il progetto “Bottega Scuola”, che vuole favorire la trasmissione ai giovani delle conoscenze tecniche, delle competenze e delle abilità attraverso tirocini presso le imprese artigiane in possesso del marchio di eccellenza artigiana.

“E’ stato messo a disposizione delle imprese un contributo totale di 1.800 euro per sei mesi mentre 2.700 euro andranno ai giovani tirocinanti per lo stesso impegno semestrale – commenta il leghista Claudio Leone -, da sempre la Regione Piemonte persegue l’obiettivo di creare le migliori condizioni per lo sviluppo delle imprese artigianali, elevandone la competitività. Con questa formula si dà impulso all’artigianato, puntando sui giovani e la loro naturale capacità di innovare, mettendo a loro disposizione la tradizione di chi da anni garantisce le eccellenze dei manufatti piemontesi”.

“Il bando – conclude il canavesano Leone -, reperibile sul sito della Regione Piemonte, propone ai ragazzi un programma formativo finalizzato all’acquisizione delle competenze necessarie che saranno verificate con il coinvolgimento dell’artigiano che aderisce a ‘Bottega Scuola’, che seguirà anche la parte di informazione sulle opportunità contrattuali del comparto artigianale”. 

Italia Liberale Popolare si presenta a Torino e in Piemonte

Riceviamo e pubblichiamo
Anche in Piemonte inizia l’attività dell’Associazione Italia Liberale Popolare, un progetto politico teso a riunire competenze e personalità che si propongono di lavorare nel solco della tradizione liberale, riformista e repubblicana del nostro Paese.
La finalità di questo progetto è quella di creare una rete politico-culturale di cittadini accomunati dal desiderio di contribuire alla crescita e alla promozione dei territori in una prospettiva ispirata ad un liberalismo maturo, ancorato a valori non negoziabili di fratellanza, uguaglianza e aiuto reciproco, che pensi allo Stato non come un ostacolo, ma come un istituto snello necessario per garantire alla società civile di esprimersi al massimo delle proprie potenzialità.
“Con Italia Liberale Popolare continueremo a lavorare in Piemonte perseguendo l’obiettivo di riportare centrali i valori e le idee espressione del mondo liberale a partire da territori”, così Claudio Desirò, Segretario Nazionale di Italia Liberale Popolare e Responsabile della rete piemontese.
“La nostra squadra riunisce fin d’ora profili politici e professionali di alta qualità che metteranno le proprie esperienze competenze a servizio della comunità”, continua Desirò.
“Nella nostra regione ci faremo promotori di iniziative che fungano da ponte tra territorio ed istituzioni ambendo a diventare riferimento per gli amministratori che si riconoscono nella nostra area”, conclude Desirò presentando il progetto.
I torinesi Alessandra Girardello, Alberto Del Noce, Alberto Busca, Leonardo Parisi e Federico Mele, insieme al Responsabile della Provincia di TorinoPietro Piazzolla, faranno parte del Direttivo Regionale.
“Vogliamo continuare l’esperienza positiva iniziata sul territorio negli ultimi anni, un lavoro del gruppo piemontese che ha contribuito in diverse circostanze a portare a conoscenza delle istituzioni istanze di interesse della collettività, proponendo soluzioni nel merito”, così Piazzolla presentando l’attività.
Italia Liberale Popolare – Piemonte, attraverso i propri canali social, rimane a disposizione di tutti coloro che saranno interessati ad avere maggiori informazioni sulla nostra attività, a partire dai semplici cittadini che hanno a cuore la crescita del proprio territorio.

Radicali italiani per il gemellaggio Torino-Dnipro

Riceviamo e pubblichiamo

E’ stata depositata all’URP del Comune di Torino una istanza popolare a norma dello Statuto della Città che chiede che Torino approvi la proposta di gemellaggio da inviare alla Città ucraina di Dnipro.

L’istanza è presentata da Igor Boni, Presidente di Radicali Italiani e dai Coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta Daniele Degiorgis Andrea Turi.

I tre primi firmatari commentano:
“Dal febbraio 2022 le città dell’Ucraina stanno vivendo una drammatica situazione sottoposte, come sono, a sistematici bombardamenti. Riteniamo che l’iniziativa del gemellaggio tra città rappresenti un fondamentale strumento di sensibilizzazione politica, di mobilitazione e di cooperazione tra enti locali diversi e sia uno strumento concreto per costruire solidi legami di amicizia e collaborazione economica tra città distanti.
La città di Dnipro dell’Ucraina ha molte caratteristiche assimilabili alla città di Torino: è costruita sul principale fiume del Paese da cui trae il proprio nome, ha circa 1 milione di abitanti, è la terza città dell’Ucraina per popolazione, è una ex città industriale e ha un affermato Politecnico oltre che una linea di metropolitana. Nel prossimo futuro sarà necessario un grande lavoro di ricostruzione delle città distrutte dalle bombe russe, per dare sostegno concreto a una Ucraina che vuole legittimamente e giustamente divenire pienamente europea. Il nostro intento è quello di rendere Torino protagonista di questo lavoro che sarà essenziale nella ricostruzione dell’intera ucraina e nella costruzione europea che deve proseguire più veloce che mai”.