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Salizzoni (pd): “Parco della salute: meno delle Molinette2”

“In Commissione sanità, questa mattina, ho sollevato il tema del Parco della Salute di Torino e dopo cinque anni di attesa perché venisse individuato il privato finanziatore e costruttore del Parco della Salute di Torino, abbiamo avuto la conferma dei nostri peggiori sospetti: il progetto è fermo alla costruzione del nuovo ospedale e non ci saranno né didattica, né ricerca. Quello che avrebbe dovuto essere il “Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino” si limiterà ad essere il “Parco della Salute”, senza “Ricerca, né Innovazione” e non saranno previsti spazi dedicati all’Università, al Politecnico e a quelle imprese che intendano fare ricerca, anche sulle terapie innovative” dichiara il Consigliere regionale Pd Mauro Salizzoniportavoce Pd in Commissione Sanità del Consiglio regionale del Piemonte.

“Spero davvero di essere smentito – prosegue il Consigliere regionale Pd – ma, nel progetto (che non è ancora stato pubblicato), non compaiono aule per la didattica, ma soltanto sale riunioni, una per ciascun reparto, che certamente non sono sufficienti per la formazione di nuovi medici e specializzandi. Questo significa che studenti e docenti dovranno ogni volta uscire dall’ospedale, attraversare l’area del Palazzo della Regione, prendere la metropolitana, fare alcune fermate fino a corso Dante e da lì raggiungere le aule lungo il Po, in via Marenco o Galileo Galilei, dove l’Università sta costruendo un nuovo polo della didattica di Medicina, rinunciando così alla struttura del Campus come l’avevamo pensata. Avrebbe dovuto esserci una “torre della didattica” da affiancare al nuovo ospedale, separata in modo da poter economizzare sulle utenze, ma vicina in modo da abituare gli studenti alla vita dell’ospedale e da creare un ambiente propizio alla ricerca, pubblica e privata. Un ospedale è aperto 24 ore 365 giorni l’anno, mentre l’università chiude la notte e i festivi: quindi i due spazi dovrebbero essere separati, ma vicini!”

“Invece l’Università sta rinunciando ad aderire al progetto, non senza motivo, dal momento che il terreno da destinare alla didattica e alla ricerca è ancora da bonificare e lo sarà ancora per qualche anno, visto che i soldi per la bonifica sono stati spesi tutti nell’area destinata all’ospedale e nuovi fondi per intervenire sulle altre aree non sono nemmeno stati stanziati” sottolinea Mauro Salizzoni.

“Il Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione non doveva certo ridursi a essere semplicemente le Molinette 2. Purtroppo, in base a questo progetto, sarà ancora meno” conclude Salizzoni.

Lega e Regioni, “Con l’autonomia differenziata l’Italia s’è desta”

La riflessione aperta del giornalista radiotelevisivo cattolico Maurizio Scandurra, opinionista a ‘La Zanzara’ di ‘Radio24’, dà il benvenuto alla legge voluta dal partito di Matteo Salvini.

E’ stata una splendida giornata di verità, libertà ed equilibrio quella celebratasi sabato 14 settembre scorso alle pendici del Monviso. La Lega ha festeggiato l’ambito traguardo dell’autonomia differenziata, figlia di una lunga battaglia di giustizia che si chiama indipendenza, secessione, amore per il Paese.

Quello onesto. Quello che produce. Quello che desidera premiare il merito, le capacità, l’onestà, il buonsenso, il risultato.

Il Ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli – insieme al Capogruppo alla Camera dei Deputati e segretario piemontese del Carroccio Riccardo Molinari, al Senatore Giorgio Bergesio membro della Commissione di Vigilanza Rai nonchésegretario cuneese del partito, all’assessore regionale Enrico Bussalino (Autonomia, Sicurezza e polizia locale, Immigrazione, Logistica e infrastrutture strategiche, Enti locali) – ha chiarito con dovizia e schiettezza di argomenti, e definitivamente, il pregio indiscusso di un obiettivo epocale conquistato duramente in decenni di lotte di equità partite con Umberto Bossi e ora saldamente affidate nelle mani sapienti di Matteo Salvini.

All’evento presente tutto lo Stato Maggiore della Lega piemontese, con gli onorevoli Elena Maccanti e Alessandro Benvenuto, i consiglieri regionali Fabrizio Ricca (capogruppo), Gianna Gancia e Andrea Cerruti, gli ex consiglieri regionali Stefano Allasia e Sara Zambaia oltre a numerosissimi sindaci, assessori, consiglieri comunali, giornalisti ed esponenti della società civile fra cui anche Luca Pantanella, Vice Presidente Nazionale della FMPI – Federazione Medie e Piccole imprese che in regione conta oltre 500 aziende su un totale di più di 6mila in tutto lo stivale.

L’autonomia differenziata è ben altra cosa rispetto alle fandonie menzognere della solita sinistrucola urlante e piangente che fa dell’allarmismo sterile, della disinformazione organizzata e strumentale, della discesa in piazza e della mistificazione le sole, povere “armi” con cui cercare di fare il lavaggio del cervello agli italiani (per quelli che abboccano, naturalmente, e fortunatamente sono una risicatissima minoranza).

E’ un atto dovuto fondamentale che tutela anche il Sud, in primis. Perché? Semplice: le regioni del Nord che producono e trainano il Paese sono ben disposte ad aiutare quelle più vicine all’Equatore, condividendo parte degli avanzi virtuosi. A sol patto, però, che queste dimostrino, nel primario e irrinunciabile rispetto dei propri interessi, di aver controllato a fondo ogni singolo euro pubblico dove finisce e come viene impiegato, a differenza di quanto oggi (e da sempre, ahimé), accade.

Questo significa migliorare le proprie performancesfinanziarie e gestionali a vantaggio della moltiplicazione del numero e dell’efficientamento della qualità dei servizi ai cittadini, risolvendo l’annoso e drammatico problema storico di un’arretratezza tra regioni che, evidentemente, fa gola solo al PD, a Sinistra Italiana, ai M5S, ai soliti Verdi fissati con la tutela delle nutrie più che con la manutenzione pro sicurezza di argini e greto dei fiumi.

L’autonomia differenziata è la svolta che il Paese aspettava per essere finalmente e veramente competitivo, accentuando in crescendo le prestazioni fondamentali della vita civile.

Creando terreno fertile per nuovo sviluppo in grado di incrementare il tenore di vita di chi già c’è.

E attrarre così nuovi, potenziali investitori garantiti da una semplificazione più agile della burocrazia destinata alle imprese.

“Cari” compagni, mettetevi il cuore in pace. L’era del clientelismo sfrenato pronto a produrre poltrone inutili e incarichi superflui nella pubblica amministrazione è ormai agli sgoccioli.

L’era dei giri di denaro a vuoto fra Stato e Regioni che alimentano solo complesse partite contabili, altrettanto.

Adesso una volta per tutte l’Italia, grazie alla Lega di Matteo Salvini, s’è desta.

MAURIZIO SCANDURRA

Scuole di montagna, Bartoli (Lista Cirio): “La Regione conferma l’impegno contro la desertificazione del territorio”

“Dalla Regione, in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico arriva un nuovo significativo aiuto per le scuole di montagna grazie agli oltre 600.000 euro stanziati per garantire il mantenimento della scuola in alcuni piccoli centri e migliorare l’organizzazione didattica con lo sdoppiamento parziale delle pluriclassi. Esprimo il mio apprezzamento sincero agli assessori all’Istruzione Chiorino e alla Montagna Gallo che hanno promosso questo importante intervento”.

Sergio Bartoli

E’ il commento del consigliere regionale Sergio Bartoli (Lista Cirio), presidente della Commissione Ambiente, alla notizia comunicata dalla giunta regionale, relativa a nuovi fondi da destinare alle “terre alte”: Si tratta di un finanziamento di 162.000 euro per alcuni piccoli centri collocati in contesti montani di particolare marginalità che mantengono la scuola, tra questi anche quattro Comuni delle valli torinesi: Ceresole Reale, Prali, Frassineto e Ronco.

Inoltre circa mezzo milione di euro è stato destinato ai progetti delle Unioni montane per sdoppiare le pluriclassi in gruppi di classe e migliorare l’insegnamento. La Regione assicura agli enti montani i finanziamenti per coprire i costi degli istituti scolastici per rafforzare il personale nelle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. La parte più significativa copre la provincia di Torino, con più della metà dello stanziamento (263.000 euro).

“I nostri piccoli Comuni, in particolare quelli di montagna – aggiunge il consigliere – sono sempre a rischio di perdere popolazione e servizi. La scuola è un presidio sociale fondamentale per una comunità e laddove viene a mancare si impoverisce il tessuto culturale e socio-economico di un Comune e si frena il futuro dei nostri bambini”.

“Ecco perchè – conclude Bartoli – l’azione a favore dei territori più periferici intrapresa con decisione dalla Giunta fin dall’inizio di questa legislatura rappresenta un sostegno importante per le piccole realtà territoriali del Piemonte”.

Sì, il campo largo è proprio un Fronte popolare

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Sì, ammetto di essermi sbagliato. Il futuro “campo largo” è proprio un “Fronte popolare”.
Francamente pensavo che riproporre il 3° Fronte popolare nel nostro paese fosse la solita bufala
patrocinata e proposta dalle tre sinistre italiane – quella radicale e massimalista della Schlein,
quella populista e demagogica dei 5 stelle e quella estremista e fondamentalista del trio
Fratoianni/Bonelli/Salis – dopo quello del 1948 organizzato dai comunisti di Palmiro Togliatti e
quello patrocinato dall’ex comunista Achille Occhetto nel 1994. E invece no, devo prendere
amaramente atto che il campo largo non esiste perchè si tratta, appunto, di un Fronte popolare
che viene costruito e messo a terra per battere il rischio di un fascismo risorgente, la deriva
illiberale, la torsione autoritaria, la negazione delle libertà democratiche e di espressione e tutte le
baggianate che ormai conosciamo quasi a memoria perchè vengono ormai snocciolati tutti i santi
giorni in questi ultimi due anni.
Del resto, è appena sufficiente registrare ciò che dicono quotidianamente i capi dei tre partiti
personali del “campo largo” – Italia Viva, Azione e i 5 stelle – per rendersi conto che non si tratta di
un progetto politico e, men che meno, di governo ma solo e soltanto di una sommatoria di sigle
che si deve unire per battere un nemico giurato e implacabile e che, almeno così pare di capire,
sia pericolosissimo per la conservazione della democrazia e delle libertà nel nostro paese. E
questo perchè il capo di Azione Calenda dice che non farà mai parte del campo largo; il capo dei
5 stelle Conte raccoglie applausi a scena aperta alla Festa dell’Unità quando solennemente
dichiara che non andrà mai con Renzi e il capo di Italia Viva, a sua volta, rincara la dose dicendo
tutti i giorni che se la coalizione di sinistra sarà guidata o condizionata eccessivamente da
Travaglio e dai 5 stelle lui andrà altrove.
Detto questo al mattino o al pomeriggio, alla sera tutti e tre i capi di questi partiti personali
concordano sulla necessità di dar vita al “campo largo” nelle tre regioni che a breve andranno al
voto. E cioè, l’Umbria, l’Emilia Romagna e, soprattutto, la Liguria.
Ora, di fronte a questo concreto e tangibile comportamento politico – inattaccabile perchè
oggettivo – si impongono almeno due riflessioni finali.
Innanzitutto ci troviamo di fronte ad un persin plateale atteggiamento trasformistico dettato
unicamente da ragioni di potere. Nulla a che vedere con la cultura delle alleanze, con la cultura di
governo e, men che meno, con una prospettiva politica condivisa a livello politico, culturale e
programmatico. Appunto, solo e soltanto trasformismo e ipocrisia.
In secondo luogo, e questo è indubbiamente l’aspetto più grave di questo decadimento etico e
culturale, è l’ennesima riduzione della politica ad uno scontro ideologico. Uno scontro ideologico –
violento e senza sconti – che, però, avviene in un contesto dove le ideologie sono ormai
tramontate da alcuni lustri. E questo segna, appunto, la crisi profonda ed oggettiva della politica e
dei suoi strumenti, cioè i partiti o ciò che resta di loro.
Ecco perchè, a fronte di questa doppia regressione politica e culturale, possiamo tranquillamente
dire che ci troviamo di fronte ad un inedito “Fronte popolare” delle sinistre. Un “Fronte popolare”
dove semplicemente la politica è assente perchè l’unico elemento che conta, e che vale, è la
sconfitta del nemico giurato ed ideologico. L’esatto opposto, cioè, di quella democrazia
dell’alternanza frutto di un moderno e credibile bipolarismo che vengono quotidianamente
predicati ma che poi vengono sistematicamente smentiti nella prassi comune dai capi dei partiti
personali e non.

IA, Canalis (Pd): “A Torino un Cern europeo”

L’urgenza di investire sull’innovazione confermata anche nel rapporto Draghi. Torino ha l’ecosistema ideale.

 “Un massiccio investimento pubblico, un miglioramento della formazione e la creazione di un CERN europeo dell’intelligenza artificiale, open e improntato alla cooperazione scientifica sovranazionale. È la proposta richiamata ieri a Torino, nel corso del dibattito sull’Intelligenza Artificiale alla Festa dell’Unità, ispirandosi al CERN di Ginevra.

La proposta di un CERN europeo sull’IA, formulata dal Forum “Democrazia Etica Digitale” e consegnata al Partito Democratico, indica che le grandi opportunità dell’IA non sono assicurate dalla sola ricerca orientata dagli interessi privati e che i rischi non possono essere contenuti solamente dai pur importanti interventi normativi.

Servono politiche attive pubbliche, in grado di favorire lo sviluppo di tecniche e strumenti concreti ideati e realizzati per massimizzare il bene pubblico.

Per la piena attuazione delle opportunità delle tecnologie dell’IA e l’effettivo contenimento dei rischi serve un investimento pubblico nelle attività di ricerca e sviluppo comparabile a quello degli Stati Uniti e della Cina; investimento che nessun paese può mettere in campo con esclusive risorse proprie.

La proposta del Forum è stata preparata da un gruppo di studiosi tra cui, presente al dibattito di ieri, Pietro Terna, già professore ordinario di economia dell’Università di Torino.

Proprio Torino, città nel cuore dell’Europa, dove sta muovendo i primi passi l’Istituto Italiano sull’Intelligenza Artificiale per l’Industria ai4i, può essere la sede ideale per il nuovo CERN, cui Draghi ha dedicato un richiamo preciso nel suo documento per la competitività europea, proponendo un: “Coordinamento dello sviluppo dell’AI a livello dell’UE, attraverso un “incubatore di AI simile al CERN”, in quanto lo sviluppo di verticali di IA richiede un forte coordinamento tra più attori, compresi gli sviluppatori di IA, le organizzazioni di ricerca e tecnologia e gli operatori industriali”.

Chiediamo al Presidente Cirio di fare sua questa proposta, rilanciandola con il Governo Meloni e inserendola nella relazione su IA, PA e impresa che dovrà consegnare entro novembre a Bruxelles al Comitato delle Regioni.

Il tema è di tale urgenza da imporre un cambio di passo.

Monica CANALIS – vice presidente della commissione lavoro e economia del Consiglio Regionale del Piemonte

Autonomia, Molinari (Lega): “Pieno sostegno al Governatore Cirio” 

“Un plauso al Governatore Cirio, all’assessore Bussalino e a tutta la Giunta della Regione Piemonte, che senza tentennamenti hanno deciso di costituirsi in giudizio dinanzi alla Corte Costituzionale, a seguito dei ricorsi presentati dalla Regione Puglia e dalla Regione Sardegna, con richiesta della declaratoria di illegittimità costituzionale dell’intera legge 26 giugno 2024, n. 86.
La legge Calderoli sull’Autonomia, come la Lega ha sempre sostenuto, deve poter essere applicata dalle Regioni che decidono di avvalersene, ovviamente con le modalità, la gradualità e le garanzie previste dalla normativa stessa. Non avrebbe alcun senso stoppare in maniera arbitraria una legge approvata dal Parlamento, che contrariamente da quanto sostenuto in modo pretestuoso da centrosinistra e 5 Stelle rappresenta una grande opportunità per tutto il nostro Paese. In ogni caso, ogni singola Regione è assolutamente libera di chiederne o meno l’applicazione, per le materie che ritiene opportune, e nel pieno rispetto dei principi costituzionali”.

Così in una nota l’on. Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati e segretario regionale per il Piemonte.

Ravetti ai funerali di Romana Blasotti Pavesi

 

Il vice Presidente Domenico RAVETTI parteciperà domani ai funerali di Romana Blasotti Pavesi in rappresentanza del Consiglio regionale del Piemonte. «Il Consiglio regionale e l’intera comunità piemontese sono grati a Romana Blasotti Pavesi per la straordinaria battaglia contro l’Eternit e per ottenere giustizia per tutte le vittime dell’amianto. Una battaglia che abbiamo il dovere di proseguire e lo faremo in Consiglio regionale sforzandoci di trovare il giusto equilibrio che deve sussistere tra lo sviluppo economico, la tutela dell’ambiente e la salvaguardia della salute delle persone».

Permessi di ricerca minerari in Piemonte: PD, la Giunta faccia chiarezza 

“Sono ormai mesi che raccogliamo la preoccupazione di molti comuni, cittadini e associazioni ambientaliste rispetto all’esecuzione di sondaggi alla ricerca di minerali da parte di compagnie minerarie in tutto il Piemonte”. Lo denunciano i Consiglieri Regionali del Partito Democratico Mauro Calderoni e Domenico Rossi.
Proprio Rossi, già nell’autunno del 2022, aveva affrontato il tema interrogando l’assessore competente riguardo alle possibili concessioni in provincia di Vercelli e nel VCO, per la ricerca di zinco, nichel e cobalto. “Oggi l’allerta si estende alle valli Maira, Grana e Stura, dove un’operatore ha presentato istanza finalizzata alla ricerca di uranio nel territorio dei comuni di Acceglio, Prazzo, Marmora, Castelmagno, Demonte, Monterosso Grana, Valloriate, Moiola, Celle di Macra, Pradleves, Canosio in provincia di Cuneo” spiega Calderoni che presenterà nei prossimi giorni un’interrogazione urgente all’assessore. Contestualmente la vicepresidente della terza commissione, Monica Canalis, ha richiesto un’informativa puntuale dell’assessore competente proprio in sede di commissione e che si terrà giovedì 26.
“Quando si affronta il tema della coltivazione di cave e miniera occorre massima attenzione e trasparenza da parte degli enti pubblici” sottolinea Rossi. “Se è vero, infatti, che le compagnie dovranno corrispondere delle royalties alla Regione, alle Province e ai Comuni per i sondaggi prima e per gli eventuali giacimenti poi, è altrettanto vero che vanno valutati con grande attenzione gli impatti che le miniere, qualora vengano autorizzate, potrebbero avere sulla biodiversità e sul clima e sulle possibili gravi conseguenze per l’ambiente montano e per la salute degli abitanti dei territori toccati dalle esplorazioni” ricorda il consigliere e segretario regionale Dem.
“Una parola chiara da parte della giunta regionale e del competente settore regionale – conclude Calderoni – eviterebbe il diffondersi di forse inutili allarmismi, peraltro più che giustificati considerata la forte vocazione turistica di quelle valli”.