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Ambrogio (Fdi): Azione antitrust contro Iren

CITTA’ DI TORINO SI FACCIA PORTATRICE DI RICHIESTA PER RESTITUIRE MALTOLTO AI CITTADINI

“Dopo la pronuncia dell’Antitrust chiediamo a gran voce che il Sindaco Lo Russo si attivi immediatamente nei confronti di Iren per restituire la quota corrispondente all’aumento unilaterale dei prezzi di gas e luce nelle bollette dei cittadini, dichiarato illegittimo dall’Autorità in violazione del decreto Aiuti-bis.
450 mila famiglie e imprese che si affidano ad Iren non possono attendere oltre – afferma la Senatrice di Fratelli d’Italia e Consigliere comunale di Torino -: la società restituisca immediatamente quanto indebitamente incassato e si utilizzino gli oltre 18 milioni di dividendi per pagare le bollette a chi non può permetterselo.
Lo Russo e il Pd non facciano “scaricabarile” e non si pieghino ad Iren: il Comune di Torino è uno dei principali azionisti di Iren e questa non è solo una questione di ambito nazionale, la politica e gli amministratori locali sono in prima linea tanto quanto il Governo, che è al lavoro per combattere la piaga dei costi dell’energia”.

Sen. Paola Ambrogio

Sarno (Pd): “Se Masciari va in Calabria gli farò da ‘scorta’”

“ANDRÒ FISICAMENTE CON LUI. NON IGNORIAMO IL GRIDO D’AIUTO DI CHI HA DATO LA VITA PER LA LOTTA CONTRO LE MAFIE E ORA RISCHIA DI ESSERE LASCIATO INDIFESO. QUALE SEGNALE DIAMO A CHI SI TROVA A DOVER SCEGLIERE TRA STATO E MAFIE?”

2 novembre 2022 – “Leggere le parole di Pino Masciari, storico testimone di giustizia, è straziante e interroga chiunque senta forte addosso a sé la responsabilità di fare la propria parte nella lotta contro le mafie” dichiara il Consigliere regionale Pd Diego Sarno.

“Ci troviamo – prosegue il Consigliere dem – di fronte all’assurdo: abbiamo un imprenditore, un uomo che decide di non cedere alle pressioni della ‘Ndrangheta, sceglie di denunciare e di rinunciare alla sua attività economica quando, nel 1994 arriva a chiudere e a licenziare gli ultimi 58 operai della sua impresa edile, piuttosto che rinunciare ai suoi principi. Nella lotta tra Stato e mafie, sceglie la fiducia nello Stato che gli riconosce non solo il valore e la dignità, ma anche la necessità di essere protetto attraverso il Programma Speciale di Protezione, dal 1997, e la protezione tramite scorta, dal 2010. E ora? Il Ministero dell’Interno gli comunica l’avvio del procedimento per la revoca della scorta. Una tale scelta è del tutto incomprensibile da parte di qualsiasi Governo che intenda affrontare seriamente la lotta alla criminalità organizzata, mettendosi di fianco e a protezione dei suoi cittadini invece che abbandonarli in questa lotta”.

“Il Consiglio regionale del Piemonte ha già votato una settimana fa, all’unanimità, un ordine del giorno per chiedere che il Governo torni su questa decisione ma, se anche questo non ha portato ad alcuna reazione, dobbiamo sostenere Pino Masciari, dandogli la possibilità di far sentire quanto più possibile la sua voce e dando forza a questa battaglia” aggiunge il Consigliere Sarno.

“La battaglia di Pino Masciari – spiega Diego Sarno – è anche la battaglia di tutti coloro che hanno deciso di affrontare le mafie e di chi, tuttora, si trova nella difficile condizione di dover scegliere tra la denuncia e l’omertà. Ecco perché ho richiesto che, dopo l’audizione nella Commissione Legalità del Consiglio comunale di Torino, Pino Masciari venga audito con urgenza anche dalla Commissione Legalità del Consiglio regionale del Piemonte. E’ nostro dovere restare al fianco di chi, nonostante tutto, ha scelto la legalità”.

“Per tutte queste ragioni se Pino dovesse ritornare in Calabria per riprendersi la sua vita, anche come scelta estrema per smuovere l’attenzione su di sé e la sua famiglia, andrò fisicamente con lui come già feci anni fa come scorta civile non violenta” conclude Sarno.

Velardi presenta “Impressioni di Settembre”

Presentazione di “Impressioni di Settembre”  di Claudio Velardi  lunedì 7 novembre alle ore 18:00 presso il Circolo della Stampa, Corso Stati Uniti 27, Torino.

L’autore per otto minuti al giorno, dal 27 luglio al 23 settembre, ha commentato con un ciclo di podcast la fulminea campagna elettorale 2022, mettendo a fuoco le strategie dei suoi protagonisti, e prendendo spunto dalla cronaca per approfondire temi comunicativi, politici, di organizzazione del consenso e di psicologia sociale, oltre a rievocare aneddoti derivanti dalla sua lunga esperienza sul campo. In tempo pressoché reale, e mantenendo la lettera, lo spirito e lo stile propri di un podcast, “Impressioni di settembre” è un libro che racconta, in un diario profondo, lieve e ironico, l’Italia che siamo e quella che stiamo per diventare.

Ne discutono:
Chiara Appendino – Deputata della Repubblica Italiana
Chiara Gribaudo – Deputata della Repubblica Italiana
Federico Monga – Vicedirettore de La Stampa
Augusta Montaruli – Deputata della Repubblica Italiana
Lorenzo Pregliasco – Co-fondatore Quorum e YouTrend
Ivan Scalfarotto – Senatore della Repubblica Italiana

Coordina:
Raffaele Abbattista – Founder Renovatio

La torinese Augusta Montaruli sottosegretario all’Universita’

Una torinese entra nel governo Meloni come sottosegretario. E’ Augusta Montaruli, 1983, avvocato, deputato di Fratelli d’Italia. La premier l’ha scelta come sottosegretario all’Università e Ricerca.

Montaruli è stata rieletta in Parlamento  alle scorse elezioni. Entrò per la prima volta alla Camera alle politiche del 2018, mentre  dal 2010 al 2014, è stata consigliere regionale in Piemonte.

Gallo e Valle (Pd): “il Piemonte non reintegri i medici no-vax”

I consiglieri regionali Gallo e Valle (Pd): “Cosa ne pensa Cirio? È pronto a intervenire per impedire questo errore palese nella nostra Regione e a mettere in sicurezza ospedali e pazienti?”

«Oggi, se le indiscrezioni verranno confermate, il governo Meloni interverrà sul bollettino covid, sulle mascherine negli ospedali e sulla riammissione dei medici novax. Un Governo che agisce con un metodo più centralista (e senza la giustificazione dell’emergenza) rispetto ai precedenti. È molto grave, infatti, che decisioni di questo genere vengano prese senza il confronto con le regioni, le titolari delle politiche sanitarie. Presidenti di Regione e assessori alla Sanità apprendono, come noi, queste scelte dai giornali, dopo essere stati in prima linea a far rispettare l’obbligo vaccinale.

È preoccupante privare dell’accesso ai dati sul contagio in modalità open data i giornalisti e la comunità scientifica, così come lo è scaricare sulle aziende sanitarie la responsabilità di imporre norme di maggiore sicurezza nei reparti più delicati, come sostiene anche Antonio Ferro, presidente della Società Italiana di Igiene.

Ma l’aspetto più inquietante è la reintegrazione in servizio dei medici novax. Non soltanto perché, come spesso capita nel nostro Paese, quelli che non rispettano le regole poi alla fine riescono sempre a cavarsela. E non solo perché esponiamo i medici novax e i loro pazienti a rischi maggiori legati al contagio. Ma, soprattutto, perché riconosciamo il diritto a fare il medico anche a chi nega evidenze provate con metodo scientifico e convalidate dalla comunità scientifica internazionale. Non possiamo prevedere l’andamento di questa pandemia o l’insorgenza di altre e più gravi epidemie in futuro, ma possiamo applicare un principio di prudenza e difendere la coerenza dello Stato e delle sue scelte nel tempo.

Noi pensiamo sia necessario mettere un punto e in questo senso è fondamentale per noi sapere come si muoverà la nostra Giunta regionale.

Cosa ne pensa la Giunta Cirio della riammissione dei medici novax? È pronto Cirio a intervenire per impedire questo errore palese nella nostra Regione e a mettere in sicurezza ospedali e pazienti?

Noi siamo pronti a sostenere ogni iniziativa della Giunta regionale in questo senso, anche di natura legislativa, con le procedure più veloci.

Non si tratta di rivendicare, rispetto a una scelta pericolosa, un principio di autonomia (che pure sarebbe ora di applicare e non solo di declamare) ma qualcosa di meno: semplicemente difendere le competenze che sono attribuite alla Regione in materia sanitaria».

Radicali Italiani, emergenza carceri

RADICALI ITALIANI: 72 SUICIDI IN CARCERE IN 10 MESI, L’ULTIMO, IL PIU’ TRAGICO, A TORINO
Boni: “Per il nostro sistema giudiziario evidentemente questa vita vale 24 euro”

Dichiarazione di Igor Boni (Presidente di Radicali Italiani):”72 non è un numero e basta, è la somma di 72 tragedie; il risultato terribile di singole vicende che dimostrano, ciascuna, quanto il sistema carcerario italiano sia non da riformare ma da trasformare. Il 2022 si avvia verso un record di morti per suicidio e non è un record di cui andare fieri. Una delle storie più tristi, una delle vicende umane che più pone il sistema giudiziario e carcerario sul banco degli imputati è quella di Tecca Gambe, 36 anni, originario del Gambia, arrestato e condotto in carcere a Torino per aver rubato cuffiette del valore di 24 euro. L’uomo ha fatto resistenza all’arrivo delle forze dell’ordine ed è scattato l’arresto e tutta la trafila. Dopo 48 ore questa persona si è tolta la vita. Una vita, una persona, che per il sistema giudiziario vale 24 euro. Lo stesso gestore del negozio a cui le cuffiette erano state sottratte e che ha chiamato la Polizia dice che se avesse avuto anche solo il sospetto di questo esito non l’avrebbe chiamata.
Da tempo immemore chiediamo, da Radicali, che il carcere non sia l’unica risposta. Questo caso esemplare ed emblematico ci sbatte in faccia la realtà. Le carceri sono discariche umane, mettiamo uomini in cella come polvere sotto il tappeto. Chi commette gravi crimini o chi ruba un paio di cuffiette e fa resistenza percorre lo stesso tragitto. Le vittime di questa violenza di stato sono spesso prive di ogni conoscenza del nostro sistema, non hanno appoggio concreto da parte di nessuno, non sanno nemmeno cosa gli stia succedendo, non conoscono i loro diritti.
È possibile aprire un dibattito laico sulla funzione del carcere? Chi con cognizione di causa e senza ideologismi è disponibile ad affermare che questo carcere svolge la funzione rieducativa e di reinserimento sociale prevista dalla nostra Costituzione? Chi?”

Torino, Forza Italia: “Più sicurezza nelle zone universitarie”

“Siamo rimasti sconcertati nell’apprendere dello stupro avvenuto all’interno della residenza universitaria Borsellino.

E’ assurdo che in un luogo dove si dovrebbe essere al sicuro possa avvenire un fatto così inquietante. Siamo vicini alla giovane ventitreenne che ha subito la violenza e alla sua famiglia. Crediamo però che non sia sufficiente la solidarietà: è necessario un deciso cambio di passo da parte dell’Amministrazione comunale affinchè fatti come questi non si possano ripetere. Dalle prime ricostruzioni risulta inaccettabile che un esterno, se verrà confermata questa ricostruzione degli inquirenti, abbia potuto entrare nel complesso e abbia avuto libero accesso, senza alcun tipo di controllo, fino a raggiungere il nono piano della stessa. E’ necessario un deciso cambio di passo al riguardo, assicurando una adeguata video-sorveglianza e pattugliamento di luoghi sensibili come quelli in prossimità di campus universitari e Accademie. E’ necessario assicurare la sicurezza sia all’esterno sia all’interno e non solo ora in quel sito dove è avvenuto lo stupro ma anche in tutti gli altri presenti in città. Torino se vuole avere una vocazione di città universitaria deve garantire la sicurezza degli studenti ospitati: si tratta di una sfida di civiltà inderogabile”. Ad affermarlo in una nota i coordinatori Provinciale e Cittadino di Forza Italia Torino Roberto Rosso e Marco Fontana, il coordinatore di FI Giovani Torino Marco Gitto e il capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte Paolo Ruzzola.

Le piazze di Torino che hanno cambiato la Storia

Giovedì 3.11 ore 17.30 
Avvenimenti straordinari, scelte politiche illuminate o sbagliate , movimenti sociali contribuiscono a cambiare la storia dei Paesi e dei Popoli. Ora che la guerra scatenata dalla Russia ci impedisce quasi di parlare del dopoguerra per indicare gli anni dopo il 45 cerchiamo di capire come la mobilitazione della società civile ha cambiato la Storia negli ultimi anni e perché questo è capitato a Torino. La Marcia dei 40.000 nel 1980 e la Grande Piazza della TAV del 10 novembre 2018 cambiano la storia delle relazioni sindacali la prima e la storia delle infrastrutture strategiche , bloccate dai No. Perché a Torino ? Quali risposte ha saputo dare la politica e la cultura? Ecco una serie di interrogativi cui tenterà di rispondere a 4 anni dalla manifestazione della TAV il dibattito organizzato da Mino Giachino.

Ruffino (Azione): “Sia il Governo a promuovere il 25 Aprile”

 Al presidente Ignazio La Russa, che afferma di contestare il 25 aprile come festa di parte monopolizzata dalla sinistra, mi permetto un piccolo suggerimento: per il prossimo 25 aprile sia il governo a organizzare una grande manifestazione nel Paese e a invitare tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione. Sarebbe un segnale importante sulla via di quella riconciliazione della memoria nazionale auspicata nel recente passato tanto da Luciano Violante quanto da Gianfranco Fini.

On. Daniela Ruffino (Azione)

Né i politici né gli Agnelli sono più quelli di una volta

Ora tutti diventati Draghiani. Persino Giorgia Meloni. Anzi scusate, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Bisogna aver rispetto delle istituzioni. Giorgina è molto emozionata e molto determinata. Discorsone per l’insediamento. Ha persino detto che il fascismo le è sempre stato antipatico. Fortina, per lei, questa affermazione. Ma tutto fa buon brodo. E come si diceva una volta Parigi val bene una abiura. Chi si estende a macchia d’olio è la sinistra sbrindellata. Sta avanzando soprattutto nel Pd. Concretamente: criticano la Meloni perché è di destra. Ma va? Praticamente non accettando la cocente sconfitta se ne inventano una al giorno. Fondamentale, almeno per ora solo pretestuose polemiche.  Poi quelli pd, che sono proprio cotti.
Altri che boccheggiano nonostante i sondaggi positivi  sono i pentastellati. Ora che aboliscono il reddito di cittadinanza che facciamo? Mistero.
A Torino, in compenso un altro mito sta crollando: la Juventus. Per Lei mala tempora currunt. Tra partite perse e tutto il cda inquisito per falso in bilancio. E anche gli Agnelli non sono più quelli di una volta. Addirittura, scrivono i giornali, volevano arrestare il Presidente Andrea Agnelli. Che poi, detto tra di noi, compreso l’Avvocato non mi sono stati mai tanto simpatici. Hanno plasmato la nostra Città nel bene e nel male. Poi il bene è rimasto solo a loro ed il male è rimasto a noi Torinesi. Classico, no? Come è classico che una classe politica glielo ha permesso.
Tutto questo è Storia. E questa Storia non riesce e non può diventare una proposta.
Aumentano i non italiani nella nostra regione ma diminuiscono a Torino. Ciò al netto degli irregolari, ovviamente non censiti. Diminuiscono perché, anche per loro non è più una città attraente.
Aumentano i turisti perché, viceversa per loro Torino è una città attrattiva sul piano culturale e artistico. Anche l’industriale Lavazza si lamenta. Difficile fare gli imprenditori a Torino. Loro gli investimenti li hanno fatti. La Nuvola  in via Bologna angolo corso Palermo. Ma le cose non sono cambiate intorno. Lavazza ne ha viste di brutte. Nel 1984 partecipai ad una scuola di formazione su Strategia della comunicazione ed immagine del prodotto. Fu presentato il caso emblematico della crisi fine anni 60.
Lavazza non vendeva più. Disperato si rivolse al suo amico Testa, altra notissima eccellenza di Torino. Armando Testa era talmente un amico che rassicuro’ la Lavazza : mi paghi soli se la campagna pubblicitaria funziona. E la campagna pubblicitaria funzionò. Nacque il famoso slogan: più lo mandi giù più ti tira su. Un affabile e simpatico Nino Manfredi aiutava Lavazza.
L’idea vincente fu quella di promuovere il Marchio, ed attraverso il Marchio il prodotto caffè. Dovettero andare a chiedere il permesso a Missoni , famoso per i suoi variopinti maglioni o cardigan. Nino Manfredi aveva con Missoni un contratto in esclusiva per la pubblicità. L’accordo fu che Nino Manfredi si proponesse anche negli spot Lavazza, con i variopinti maglioni. Come mi manca quella Torino dinamica e propositiva.
Questione di spazi ed opportunità più aperti e di classi dirigenti imprenditoriali e politici decisamente più qualificati di quelli attuali.
Ed anche ciò non è una novità.
Abbiamo ancora un’unica speranza:  che un giorno tutto ciò tornerà e qualcosa di positivo cambierà nella nostra amata Torino.

PATRIZIO  TOSETTO